Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 October 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 28 ottobre 2016 / Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
DOSSIER MIGRANTI. Tra i residenti stabili la comunità più vasta è quella rumena
Stranieri, nell’Isola solo una tappa
Molti sbarchi ma pochi si fermano
È tutta una questione di participio, passato e presente: immigrati e migranti non sono la stessa cosa ed è bene utilizzare il giusto linguaggio per non incappare in equivoci e reazioni (sociali) a catena. Premessa doverosa per capire come la Sardegna si confermi terra di passaggio: aumentano gli sbarchi dei migranti (16mila negli ultimi tre anni di cui 1.215 approdati con i barchini), ma gli stranieri residenti nell’Isola, pur aumentati lievemente, restano pochi e non compensano la dinamica negativa della popolazione sarda, che nell’ultimo anno è diminuita ancora di oltre cinquemila abitanti.
 LE CIFRE Gli immigrati residenti in Sardegna sono 47.425, il 2,9% della popolazione (contro una media italiana dell’8,3). Oltre la metà proviene dall’Europa, in maggioranza sono donne (il 54,4%) e hanno tra i 30 e i 44 anni. È quanto emerge dal dossier statistico immigrazione 2016, curato dal Centro studi ricerche Idos in collaborazione con Confronti, realizzato in partenariato con l’Unar e finanziato dall’8 per mille della Chiesa valdese. Il rapporto è stato presentato ieri nella facoltà di Scienze politiche dell’Università di Cagliari.
Secondo il dossier nazionale - curato nella parte sarda da Tiziana Putzolu, ricercatrice del Centro studi telazioni industriali dell’Università di Cagliari - nel 2015 i residenti stranieri sono aumentati di 2.346 unità, con un incremento del 5,2% rispetto al 2014. Ma la crescita è ora a passo contenuto: nel 2013 l’aumento sull’anno precedente era stato del 18,4%, per poi rallentare al 6,9% nel 2014 e ancora nel 2015.
 LA PROVENIENZA Arrivano per oltre il 50% (24.969) da Paesi del continente europeo, in particolare dalla Romania, al primo posto con il 28,6%. La seconda comunità più numerosa è quella marocchina (9,3%), segue il Senegal (8,9%) e la Cina (6,8%).
I residenti stranieri si sono insediati per lo più nelle aree costiere: la maggior parte (il 33%) si trova nella provincia di Cagliari e incide sulla popolazione per il 2,8%. Ma la concentrazione di stranieri più alta di tutta la Sardegna è nella provincia di Olbia-Tempio: qui gli 11.826 immigrati rappresentano il 7,4% della popolazione e sono aumentati rispetto all’anno precedente del 2,4%.
Nella provincia di Sassari sono 8.982, mentre il numero più basso si registra in Ogliastra (919) e la più bassa percentuale di concentrazione si rileva nel Medio Campidano con l’1,3% sul totale della popolazione residente.
 OCCUPAZIONE E IMPRESE Sul fronte economico, in tutta Italia, confrontando le spese pubbliche sostenute per gli immigrati e gli introiti da loro assicurati all’erario, risulta un beneficio per le casse dello Stato di 2,2 miliardi di euro: il totale delle entrate fiscali e previdenziali degli immigrati è di 16,9 miliardi, contro 14,7 miliardi di spese sostenute dallo Stato per loro.
Cresce anche l’occupazione: in Sardegna i lavoratori stranieri sono poco più di 25mila, con un incremento in tutte le province. Di questi il 63,8% è impiegato nei servizi, il 18,8% nell’industria e il 9,9% in agricoltura. Buono anche l’andamento delle imprese in cui oltre la metà dei soci è straniera: quelle attive sono 10.243, il 6,1% del totale, mentre quelle a conduzione femminile sono il 22,5%. Per quanto riguarda le rimesse, la quota di denaro inviata dai cittadini stranieri nei loro Paesi d’origine è stata di 62 milioni di euro, in diminuzione rispetto al 2014.
 Marzia Piga
 
 

L’UNIONE SARDA

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 28 ottobre 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
Scienza
Cittadella dei musei sede del Festival
Da martedì 8 a domenica 13 novembre nona edizione del Festival scienza: conferenze, dibattiti, presentazioni di libri, laboratori, mostre e spettacoli. Oltre alle sedi dell’Exma’ e del Ghetto, iniziative alla Cittadella dei Musei, a Villa Muscas e all’Auditorium comunale.


L’UNIONE SARDA
 
3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 28 ottobre 2016 / Cultura (Pagina 45 - Edizione CA)
Grandi Eventi A Cagliari dall’8 novembre la IX edizione, poi tappe a Oliena e Oristano
Il sapere unisce gli uomini, parola del Festival Scienza
Era il 29 settembre del 1954 quando, in un’Europa dilaniata dal secondo conflitto mondiale, nasceva il Cern. L’idea dei dodici Stati che istituirono l’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare era una: usare la scienza per rimettere insieme un’Europa segnata dalla guerra. Fu un’idea visionaria e di alto profilo, che proiettava il Cern verso il futuro.  Oggi, con il lavoro di équipe che unisce scienziati di varie nazionalità, religioni e culture, la scienza continua a essere veicolo di conoscenza, sviluppo e pace. Sulla scia di questa forza si aprirà a Cagliari, la nona edizione del “Festival Scienza”, sei giornate, dall’8 al 13 novembre, che ruotano intorno al tema “La scienza che unisce i popoli”.
«Ci siamo posti la domanda se mettere un punto interrogativo a questo tema. Ma siamo certi di questo concetto: la scienza ha la forza di unire gli uomini intorno a un’unico obiettivo, superando così i conflitti», ha sottolineato Elisabetta Piro, presidente dell’associazione Scienza Società Scienza, organizzatrice dell’evento.
I LUOGHI DEL FESTIVAL Si svilupperà tra l’Exma di via San Lucifero e il Ghetto, arricchendosi quest’anno di altre tre prestigiose sedi: la Cittadella dei Musei, Villa Muscas e l’Auditorium comunale. Saranno più di 75 i relatori e gli animatori che si alterneranno tra gli oltre 120 appuntamenti in calendario. Per il secondo anno consecutivo si conferma l’appuntamento con “Scienza in festa” ad Oliena, nelle giornate del 24 e 25 novembre, mentre novità della nona edizione sarà la tappa a Oristano, dal 5 al 7 dicembre.
L’INAUGURAZIONE La manifestazione si aprirà martedì 8, alle 16.30, con il rettore Maria Del Zompo e con la conferenza “Gap di genere nella scienza: l’Università come opportunità”. A seguire la lectio magistralis tenuta da Guido Tonelli, fisico del Cern, dal titolo “La nascita imperfetta delle cose. La grande corsa alla particella di Dio e la nuova fisica che cambierà il mondo”. Per tutti i sei giorni si alterneranno scienziati e ricercatori di fama nazionale e internazionale per parlare di fisica, scienza, chimica, matematica, alimentazione, cartografia, geologia e scienze naturali. Tra gli ospiti di prestigio, Paolo Gallina, vincitore del premio Galileo 2016, che presenterà il suo libro “L’anima delle macchine”, Gianluigi Gessa, medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica, Eugenio Coccia, ordinario all’Università di Roma Tor Vergata e recentemente eletto Rettore della nuova Scuola Universitaria Superiore “Gran Sasso Science Institute”.
DIBATTITI Pensati per i giovani, gli incontri mattutini si svilupperanno tra l’Exma, il Ghetto e la Cittadella Museale. A partire dalle 9, gli studenti potranno confrontarsi e dialogare con gli esperti su argomenti scientifici e tecnologici di grande attualità. «La nostra speranza è che attraverso questi seminari i giovani possano appassionarsi alle università scientifiche», ha dichiarato Piro.
SPETTACOLI E MOSTRE Il festival pensa anche hai più piccoli con una serie di spettacoli (“Prima che il tempo finisca”, “Harry Potter e i doni della scienza”, “L’orchestra di Einstein”, solo per citarne alcuni) che avvicinano la scienza al teatro e alla musica. I bambini e i ragazzi potranno soddisfare la loro curiosità anche attraverso giochi, animazioni, laboratori interattivi che si sviluperanno tra gli spazi dell’Exma e della Cittadella, dal 9 al 13 di novembre.
 ALTRE INIZIATIVE Chi lo vorrà potrà visitare musei e biblioteche (Biblioteca Universitaria, Museo di Fisica e Chimica), siti archeologici (Necropoli di Tuvixeddu) e naturalistici (Ecosistema Santa Gilla), siti scientifici (Osservatorio Astronomico di Cagliari). L’idea del festival è quella di diffondere la scienza sul territorio, contribuendo in questo modo a far conoscere il patrimonio scientifico e culturale. Anche per questo il festival farà tappa oltre che ad Oliena, dove ormai è di casa, anche a Oristano.
 Simona Arthemalle

 
L’UNIONE SARDA

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 28 ottobre 2016 / Provincia di Cagliari (Pagina 30 - Edizione CA)
Villasimius
Nuovo piano del traffico, sei mesi per il test
Diecimila euro per la nuova segnaletica stradale in seguito alle modifiche alla viabilità stabilite dalla giunta guidata da Luca Dessì ed ancora al vaglio degli esperti. È quanto ha speso il Comune di Villasimius per l’acquisto e il posizionamento dei cartelli ed il rifacimento delle strisce orizzontali.
Nuovi cartelli necessari in particolare in alcuni tratti della via Viviani, Brunelleschi, Pitzalis, Regina Margherita e Giardini. Il monitoraggio della nuova viabilità è stato affidato al dipartimento di ingegneria civile dell’università di Cagliari: la novità principale consiste nell’inversione di marcia in un tratto della via Umberto e nell’istituzione del senso unico (direzione spiagge) tra piazza Incani e via Gatta.
Solo al termine dello studio (durata prevista sei mesi) l’amministrazione comunale deciderà se rendere le modifiche definitive o apportare eventuali correzioni. Nel frattempo sono stati utilizzati 25mila euro: 10mila per la cartellonistica e altri 15mila per lo studio dell’università. (g.a.)
 

 
L’UNIONE SARDA

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 28 ottobre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
Proviene dall’Oriente: ha geni simili a quelli dei saluki persiani e dei komondor ungheresi
IL DNA DI UN CANE RISCRIVE LA STORIA
In una ricerca sul Fonnese le tracce delle migrazioni dei sardi
Già guerrieri, ispiratori di grandi poeti, perfino attori, ora è certo che i cani fonnesi hanno accompagnato i migranti sardi nella notte dei tempi, dal Vicino Oriente e dal nord Africa verso l’Isola, hanno caratteristiche uniche e potrebbero essere una preziosa risorsa per le ricerche sulla longevità e le malattie.
LA PUBBLICAZIONE Il cane di Fonni, razza riconosciuta ufficialmente nel 2013 dall’Ente nazionale della cinofilia italiana, è protagonista di uno studio scientifico condotto tra Stati Uniti, Sardegna, Abruzzo e Lombardia e pubblicato sulla prestigiosa rivista Genetics , che dimostra, tra le altre cose, che il suo Dna è come una “mappa”, i suoi antenati vivevano nelle stesse aree geografiche dalle quali millenni fa (ma la datazione precisa è ancora da stabilire) si sono mossi gruppi di esseri umani, da Ungheria, Egitto, Israele, Giordania, per approdare sulle coste sarde.
LE RICERCATRICI SARDE «Abbiamo dimostrato innanzitutto che il fonnese è una razza a sé e non ha vicinanze genetiche con altre razze, che sono cani molto antichi, con geni ancestrali, che i loro discendenti sono i saluki (levrieri persiani) e i komondor (pastori ungheresi)», sottolineano Raffaella Cocco e Sara Sechi, del Dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università di Sassari, che hanno materialmente prelevato il sangue dagli animali scelti, «nelle campagne, con un grande lavoro al quale hanno collaborato attivamente gli allevatori», e spedito i campioni oltre Oceano.
IL TEAM Negli Stati Uniti - con l’aggiunta del contributo della School of Specialization in Clinical Biochemistry dell’Università G. D’Annunzio di Chieti e del Dipartimento di Medicina Veterinaria della Statale di Milano - Elaine Ann Ostrander, genetista del National Human Genome Research Institute di Bethesda, Maryland, ha sequenziato il genoma del fonnese e spiegato che «la comprensione dell’origine geografica del cane e dell’uomo può fornire un nuovo strumento di analisi dell’origine genetica di caratteri complessi e di patologie rare in entrambe le specie».
LE CARATTERISTICHE Sono grandi, robusti, diffidenti con gli sconosciuti, ubbidienti, leali con i loro padroni «fino alla ferocia», con l’attitudine naturale a fare «da guardiani», sottolinea Sechi, «sia della proprietà che di tutto quello che sta al suo interno, anche degli altri animali». Aggiunge Ostrander che «sanno essere ladri eccezionali, possono essere addestrati ad andare a prendere oggetti e portarli a casa: testimonianze scritte della metà del 1800 indicano che il furto faceva parte del loro curriculum». L’interesse che hanno sempre suscitato negli scienziati è grande. «Perché la Sardegna è isolata, i suoi abitanti condividono un antenato unico e c’è una bassissima diversità genetica».
 IL LEGAME Dunque, stesso identico percorso e discorso per i cani fonnesi. «La vicinanza con l’uomo da tempi così remoti», spiega Cocco, «l’alimentazione simile, il fatto di non essere sottoposti a trattamenti antiparassitari, cioè non ricevono certo le stesse cure degli animali da salotto, la capacità di adattarsi a territori difficili e impervi, la resistenza a molte malattie e la longevità, potrebbero essere elementi fondamentali per la ricerca».
 STORIA E CURIOSITÀ Sembra che i cani fonnesi abbiano combattuto con i Romani, sicuramente hanno partecipato alla guerra di Libia, come racconta Roberto Balia, del Working Bulldog Research Center: «L’articolo de L’Unione Sarda del 4 gennaio 1912 descrive la partenza dei cani dal porto di Cagliari. Venne dato molto rilievo all’evento e il cronista così descrisse gli animali: le più temibili e intelligenti bestie sarde, sapientemente addestrate, secondo i metodi dell’antica tradizione agropastorale sarda, a riconoscere la divisa italiana da quella del nemico e ad infuriarsi nel vedere barracano e fez». Sebastiano Satta li ha citati in “Cani da battaglia”: ... pugnace razza implacabile, pronti sempre all’assalto, come l’aura lievi, seguaci come l’ombra, negli orrori delle notti ventose, tra le nevi, soli compagni al nomade e al bandito... . E Astula, splendido esemplare di proprietà di Alberto Paolo Chisu, ha partecipato al film di Anthony LaMolinara, basato sulla trilogia fantasy dello scrittore Andrea Atzori, “Iskìda della Terra di Nurak”.
 Cristina Cossu

 


redazioneweb@unica.it

 


LA NUOVA SARDEGNA
 
6 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 28 ottobre 2016 / Pagina 19 Sassari
START CUP >> RICERCA E SVILUPPO
Primo posto per Yenetics: un prelievo di sangue per scoprire se il bimbo è sano
Al secondo la bici smart Bxtar, al terzo Nurkar, zafferano biologico e liofilizzato
L’IDEA VINCENTE È UN TEST SUL FETO PER LE MALATTIE RARE
Erano dieci i progetti presentati alla competizione promossa dalle due università sarde
Special Prize anche di Sardegna Ricerche agli startupper più innovativi e originali. Il Credito a fianco ai giovani
di Paoletta Farina
SASSARI Un test non invasivo in gravidanza (basta un piccolo prelievo di sangue ai futuri mamma e papà) che consente di individuare nel feto cento malattie genetiche rare è l’idea vincente che ha fatto portare a casa il primo premio Start cup 2016 e ottomila euro a Yenetics, il progetto del gruppo di Chiara Saba, cagliaritana, mamma e laureata alla Bocconi, e Amit Kumar, biofisico indiano che svolge un dottorato di ricerca nell’Università cagliaritana. È stata una bella lotta quella che si è giocata in questa finale della competizione che vede tutta l’accademia sarda collaborare e giovani entusiasti e pronti a mettersi in gioco per avere successo presentando progetti innovativi, originali e sostenibili. Al secondo posto, con 4mila euro, la bicicletta Bxtar che con le luci posteriori e laterali e la possibilità di restare sempre connessi al proprio smartphone consente al ciclista di viaggiare in sicurezza ed essere più visibile, selezionata sempre dall’università cagliaritana, grazie al team di Simone Scalas, Mirko Podda, Michela Mari e Alberto Unali. E al terzo posto, infine, con un premio da 2mila euro, Nurkara con il suo zafferano biologico e liofilizzato e che ha portato sul podio l’ateneo sassarese che l’ha prescleta e giovani imprenditori di Villanova Monteleone e ricercatori: Antonio Masala, Leonardo Sechi, Giovanni Arru, Guy D’Hallewin, Paola di Bella, Federico Garau. Per loro un doppio successo: hannoricevuto anche lo Special Prize Special Sardegna Ricerche. Insieme con “Code Name: Spime” ancora con l’ateneo sassarese e un nutrita pattuglia di startupper composta da Omar Dahmani, Marta Marcia, Roberto Marras, Giuseppe Moro, Manlio Longinotti, Giovanni Ortu e Alberto Secondi, che hanno creato un servizio che permette agli utenti della rete di consultare ed elaborare informazioni aggregate senza disperdersi nella marea di dati che appena si clicca su internet cercando un luogo o un nome ti travolgono. Infine “Moovet” di Valentina Sanna e Silvia Sanna, un’applicazione pensata per i proprietari di animali consente creare un profilo sanitario per gli amici a quattro zampe, cartella clinica e un diario per pianificare visite, sempre scelta dall’ateneo locale. La premiazione, come sta ormai diventando una consuetudine è avvenuta nella sede della Fondazione di Sardegna, in via Carlo Alberto. Oltre ai rappresentanti delle università sarde erano presenti anche quelli della Fondazione che ha sopistato l’evento, del Banco di Sardegna e della Sardaleasing. E dal mondo del credito è arrivata ampia disponibilità a finanziare i “business” di valore perché è così che la Sardegna può crescere. Quest’anno le start up in gara erano 10, dopo le due finali che si sono svolte nelle sedi accademiche sarde. Una gara quella conclusiva e regionale che ora consentirà alle prime tre idee classificate, legate al mondo della ricerca accademica, di rappresentare la Sardegna al 14esimo Premio Nazionale per l’Innovazione (Pni), la fase nazionale della competizione, che coinvolge 41 associati tra Università ed Incubatori accademici e 18 competizioni Start Cup. L’appuntamento è fissato a Modena il prossimo primo e 2 dicembre.
 
GLI ALTRI FINALISTI
1 Bautifulbox ( Cagliari) Risolve il problema ai padroni che lasciano il proprio cane solo in casa per ore, intrattenendolo con giochi educativi che dovrà risolvere autonomamente utilizzando i suoi sensi e soprattutto l’olfatto. giochi che si caricano anche con capsule, un p0’ come le macchinette per il caffe’. team: Maurizio Piredda E Daniele Lecis
2 Biihar (cagliari) nasce per facilitare la comunicazione a livello professionale tra medici specialisti che collaborano nello stesso team e i pazienti da loro seguiti nella lotta contro l’obesità. l’idea permette ai pazienti di essere in costante contatto con i professionisti. team: Marco Casto, Maria Giovanna Lovicu, Lorenzo Fiori, Matteo Murtas, Federico Stella, Salvatore Chillotti.
3 Escursì (Sassari) è una piattaforma digital-social ideata per le persone amanti della natura e del mondo delle escursioni. una grafica semplice e intuitiva permette di visionare le diverse tipologie di escursioni presenti nel portale . ciascun cliente escursì ha la possibilità di valutare la sua esperienza grazie a un sistema di recensioni e commenti certificati. team: Enrico Di Crosta, Marco Medda, Andrea Morra
4 Greta Tulipani ( sassari) è una linea di abbigliamento femminile (capi di vestiario, accessori e calzature) che nasce dall’incontro del design italiano con la semplicità e la forza di tessuti e stampe tipici del continente africano. team: Paola Cossu, Emanuela Mura.
5 Urbismap (cagliari) è il primo motore di ricerca su mappa per i dati e le normative urbanistiche. un unico luogo dove consultare in modo semplice tutti i piani e le normative rappresentative del territorio (dai puc, alla vincolistica. Team: Enrico Craboledda, Maria Laura Craboledda.
 


LA NUOVA SARDEGNA

7 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 28 ottobre 2016 / Pagina 22 – Sassari
L’ufficiale ha incontrato gli iscritti del nuovo corso di “Sicurezza e cooperazione internazionale”
Gli studenti a lezione dal generale Pintus
SASSARI La differenza tra notizie, dati informativi e informazioni, le possibili diverse fonti di informazione e le tecniche di ricerca e analisi sono state al centro di una lezione accolta con grande interesse dai corsisti tenuta qualche giorno fa dal generale Giovanni Domenico Pintus, responsabile del Comando Militare Esercito Sardegna. L’alto ufficiale ha tenuto i un seminario dal titolo “Ricerca, analisi e condivisione delle informazioni” all’Università di Sassari, nell’ambito del nuovo corso di laurea in “Sicurezza e cooperazione internazionale”, alla presenza del rettore Massimo Carpinelli, Arturo Parisi, ex Ministro della Difesa, del presidente del corso di laurea Quirico Migheli, dei docenti Michele Comenale Pinto e Raimondo Motroni, in rappresentanza del Dipartimento di Giurisprudenza. Sono finora oltre 160 gli immatricolati al nuovo corso di laurea interdisciplinare, che trae la propria forza dall’accostamento di materie differenti e complementari, con l’obiettivo di creare figure professionali specializzate, in grado di affrontare da diversi punti di vista i complessi problemi di sicurezza civile (ambientale, alimentare, sanitaria, umana) che si impongono ai decisori pubblici e alle organizzazioni internazionali. Le iscrizioni sono ancora aperte fino al 2 novembre. Alla creazione del variegato percorso formativo, per ora triennale, concorrono i dipartimenti di Giurisprudenza, Agraria e Scienze della Natura e del Territorio, con la collaborazione, inoltre, di docenti afferenti alle aree di Scienze Politiche, Informatica, Economia, Medicina, Veterinaria, Storia.
 


LA NUOVA SARDEGNA

8 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 28 ottobre 2016 / Pagina 35 - Cultura e spettacoli
Tra pubblico e privato: riscostruzione saggistica ed evocazione letteraria
DA NUORO AL PREMIO NOBEL
UNA DONNA-CORAGGIO CON UNA VITA DA ROMANZO
La fuga dalla Barbagia, il lavoro, il desiderio di autoaffermazione, gli amori
Esce domani il libro di Luciano Marrocu, che si concentra sul periodo romano disegnando la figura di una scrittrice matura
Anticipiamo una parte del capitolo numero 15 del libro di Luciano Marrocu “Deledda. Una vita come un romanzo” (99 pagine, 19,50 euro), che la casa editrice Donzelli manda in libreria domani.
* * *
Parte alle nove di mattina il treno per Milano, da dove Grazia Deledda e consorte ne prenderanno un altro che li porterà a Berlino. Nella capitale tedesca si fermeranno un giorno intero per poi ripartire per Copenaghen, ultima tappa prima di Stoccolma. È una piccola folla quella che li accompagna alla Stazione Termini e attende con loro di fronte ai binari che il treno completi la manovra di aggancio dei vagoni, finita la quale i passeggeri prenderanno posto. (...) Si succedono saluti e controsaluti, finché il treno arriva con in testa una locomotiva FS 746 di nuova concezione, nuova quanto può essere una locomotiva a vapore in un tempo in cui l’elettrificazione incalza. La locomotiva è un gigante di 93 800 kg. (...) Giornalisti cortesi L’ha colpita positivamente il modo di fare dei giornalisti a Stoccolma. Se li aspettava di stile per così dire americano, capaci di piazzarle le loro macchine fotografiche in faccia e che storpiassero il suo cognome. Sono stati, invece, tutti cortesissimi. Qualcuno, addirittura, masticava un po’ d’italiano. l’ha preceduta una nomea di donna timida, dedita soprattutto al marito e ai figli. È su questa immagine, più che sul suo lavoro di scrittrice, che i giornalisti svedesi costruiscono il personaggio. Perché un personaggio lo è, più degli altri premiati presenti a Stoccolma, che intanto sono tutti maschi e poi cultori di discipline – fisica e medicina – certo utili all’umanità ma che non scaldano il cuore come lo scalda, a volte, la letteratura. Non che l’immagine che le hanno cucito addosso sia di suo gradimento. Soprattutto s’infiamma, cosa che non è nel suo carattere, quando qualcuno attacca la solfa della «modestia». «La leggenda della mia modestia – risponde secca – è appunto una leggenda. Non voglio dire superba, che è un tratto sgradevole, ma un artista deve essere consapevole, se è un artista, del valore delle sue creazioni. Quanto a me, ho lavorato con fiducia nelle mie capacità ed è quindi giusto che io riceva questo riconoscimento». Un nuorese che, avendo avuto familiarità con la Deledda da ragazza, la sentisse pronunciare queste parole penserebbe che il Nobel un po’ le ha dato alla testa. Nel 1927 le donne barbaricine mica parlano così. Di una cosa è grata ai giornalisti che l’hanno intervistata, di non aver tirato fuori la faccenda del «temperamento artistico»: se l’avessero fatto sarebbe stato per sottolineare come lei proprio non sembra averlo un «temperamento artistico». Come se per mostrare un temperamento artistico occorresse, allo stesso modo della Madame Chauchat della “Montagna incantata”, sbattere le porte dietro di sé quando si entra in una stanza. È grata a loro anche di non aver giocato la carta della «sensibilità femminea», come usano fare i critici italiani. Solo la quinta elementare C’è anche una versione ufficiale su chi sia veramente Grazia Deledda e la fornisce lei stessa con la scheda autobiografica che gli organizzatori del Nobel distribuiscono ai giornalisti. «Sono nata in una piccola città della Sardegna, Nuoro. Mio padre era un proprietario terriero benestante che coltivava la sua terra. Era un uomo molto ospitale e aveva amici in tutti i paesi del circondario, i quali quando si trovavano a Nuoro per affari o per qualche ricorrenza religiosa stavano da noi. Negli amici di mio padre e nelle loro famiglie, ho intuito quelli che sarebbero stati poi i personaggi dei miei romanzi. Ho frequentato solo la scuola elementare e mi ha dato qualche lezione privata d’italiano un maestro. È stato lui, per primo, a incoraggiarmi a scrivere. Quando mi è capitato tra le mani un giornale di moda, ho copiato l’indirizzo e ho mandato un mio racconto, che mi è stato pubblicato. Poi ho scritto il mio primo romanzo, “Fior di Sardegna”, l’ho mandato a un editore a Roma, che l’ha pubblicato. Ha avuto un certo successo, ma il mio primo grande successo, nel 1903, è stato “Elias Portolu”, che è stato prima tradotto dalla «Revue Des Deux Mondes», poi in tutte le principali lingue europee». Il professor Schück Il 10 dicembre è il giorno del conferimento del premio, che avviene nel Palazzo dei concerti alla presenza del re Gustavo e di un’ampia rappresentanza della famiglia reale. Il cerimoniale prevede un’alternanza di brani di musica classica – Beethoven, Grieg, Händel, tra gli altri – e discorsi dal palco di premiatori e premiati. Il professor Henrik Schück, presidente della Fondazione nobel oltreché figura di primo piano della vita letteraria svedese, tiene una vera e propria conferenza nella quale spiega che nessuno in Italia scrive romanzi di una profondità paragonabile ai migliori di Grazia Deledda. Che a fare la forza di questi romanzi è la conoscenza maturata dalla scrittrice di gosos e mutos, oltre che delle leggende e delle tradizioni della Sardegna. Che la scrittrice è dedita alla causa dell’uomo più che a una teoria o a un’ideologia. E che Alfred Nobel proprio a opere letterarie di profondo valore morale intendeva fosse destinato il premio. Una foglia nel vento Ciò detto il podio si apre ai premiati, tra cui la Deledda. Il suo discorso di ringraziamento è un piccolo miracolo di concisione: «Io non so fare discorsi, mi contenterò di ringraziare l’Accademia Svedese. Lo stesso vale per l’altissimo onore che, nel mio modesto nome, ha concesso all’Italia e di ripetere l’augurio che i vecchi pastori di Sardegna rivolgevano ai loro amici e parenti: Salute!… Salute al re di Svezia, salute al re d’Italia, salute a voi tutti signore e signori! Viva la Svezia. Viva l’Italia». Poi una raffica di banchetti e ricevimenti. Il primo la sera stessa della premiazione, offerto dall’Accademia di Svezia. Il clou di tutta la faccenda, la sera dopo, è il banchetto a Palazzo Reale, 250 invitati, tra i quali Selma Lagerlöf, la scrittrice svedese che nel 1908 è stata la prima donna a vincere il Nobel per la letteratura. Non risulta che le due scrittrici si incontrino, ma anche se si incontrassero avrebbero difficoltà a intendersi, difficoltà che non c’è con Gustavo V, il re infatti parla un discreto italiano. In questo turbinio, scrive ai figli, si sente come una foglia trascinata dal vento. Giuliva non lo è mai stata né lo sarà mai, questa volta però è visibilmente contenta: di rompere il solito tran tran, di viaggiare per l’Europa, di aver vinto il Nobel, persino. © 20016, Donzelli editore, Roma

Consapevole del proprio talento
Il rapporto di odio-amore con la Barbagia
Con “Deledda. Una vita come un romanzo”, Luciano Marrocu (nella foto) ha scritto una biografia della scrittrice che, attraverso la ricerca saggistica e l’evocazione romanzesca, trova, tra le pieghe della fitta corrispondenza deleddiana, l’immagine di una donna in continuo movimento tra creazione letteraria, desiderio di autoaffermazione, amori, tentativi di distacco dalla città dove è nata, Nuoro, e da un ambiente che giudica raggelante e provinciale. Diversamente da gran parte dei ritratti biografici della Deledda, dedicati agli anni nuoresi, Marrocu si concentra qui sul periodo romano, disegnando la figura di una scrittrice matura e a suo modo integrata nell’ambiente letterario italiano, consapevole del proprio talento e insieme investita dalle ansie e dai dubbi che si accompagnano alla creatività artistica.



 
LA NUOVA SARDEGNA

9 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 28 ottobre 2016 / Pagina 37 - Cultura e spettacoli
Con Emiliano Morreale e Gianni Olla
SCRIVERE SUL CINEMA
CAGLIARI Da sabato 12 novembre, e nei tre weekend successivi, è in programma a Cagliari il seminario di introduzione alla critica e alla analisi del film “Leggere e scrivere il cinema”. Un appuntamento rivolto a tutti gli amanti del cinema che si propone di fornire gli strumenti per leggere e scrivere un testo filmico con autonomia interpretativa; far riflettere sui diversi approcci alla critica; spiegare come lavora e con quali metodologie il critico cinematografico; illustrare il mestiere di chi scrive di cinema. Le lezioni saranno suddivise fra teoria ed esercitazione pratica e saranno tenute dai professori David Bruni (università di Cagliari), Antioco Floris (università di Cagliari), Roy Menarini (università di Bologna), Emiliano Morreale (università la Sapienza di Roma, critico de La Repubblica e Il sole 24 ore), dai critici cinematografici Sergio Naitza, Gianni Olla ed Elisabetta Randaccio e dalla direttrice di Rai3 Sardegna, Anna Piras. Tutta la didattica si svolgerà a Cagliari. Prevista una quota di iscrizione di 120 euro (30 euro per gli studenti universitari). Alla prima lezione di sabato 12 si potrà assistere gratuitamente. La partecipazione al corso dovrà essere prenotata entro il 5 novembre, inviando una mail a: seminario2016@cinemecum.it.
 


LA NUOVA SARDEGNA

10 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 28 ottobre 2016 / Pagina 9 - Attualità
Molti studenti scappano, lezioni sospese per i sopralluoghi
Il rettore: «Lavoriamo per riaprire entro una settimana»
ANGOSCIA A CAMERINO
L’ATENEO MODELLO ADESSO TEME L’ESODO
di Maria Rosa Tomasello
ROMA La loro sfida l’hanno lanciata con l’hastag #ilfuturononcrolla, stampato sulle magliette blu e rosse con lo stemma dell’Unicam. Per evitare che la paura svuoti una delle università più antiche del mondo, fondata a Camerino nel 1336, una istituzione che si identifica con la città stessa, il rettore Flavio Corradini, costretto a sospendere le lezioni per effettuare i sopralluoghi, ha invitato i ragazzi a non farsi intimidire. «Ho detto loro che non si può pensare di vivere in una teca di vetro. Il terremoto è un ostacolo, bisogna trovare la via migliore per ricominciare». Al premier Matteo Renzi, che ieri ha visitato la città ferita, dove tutto il centro storico è diventato zona rossa, il professore ha confessato però tutta la sua preoccupazione: «Lei non sa con che animo mercoledì sera ho guardato centinaia di ragazzi con il trolley lasciare la città. Dobbiamo farli tornare immediatamente». L’allarme l’ha lanciato anche il vescovo, monsignor Francesco Giovanni Brugnaro: «Gli studenti sono in fuga» ha messo sull’avviso. L’obiettivo quindi è far ripartire le lezioni al più presto: «Entro una settimana - dice Corradini - Ci lavorerò giorno e notte. Se non ce la facciamo subiamo un trauma importante, non solo per i nostri ragazzi e le nostre ragazze. Fermare l’università significa rallentare tutta l’attività economica». L’importanza dell’Unicam per il territorio è un dato di fatto. Gli iscritti sono novemila, gli abitanti, i camerti, settemila. Il 50% degli studenti arriva dalle Marche, mentre il restante 50% da ogni parte d’Italia e del mondo. Circa 900 universitari infatti sono di origine straniera e provengono da 56 Paesi. «Camerino è l’università e dall’università ripartiremo perché lì c’è la grande forza per far ripartire la città, poi le case le ricostruiamo» sottolinea il sindaco Gianluca Pasqui. «Certo sono preoccupato - confessa il rettore - ma so che i nostri studenti amano la loro università e sono consapevoli della qualità del loro ateneo: quest’anno siamo secondi nella classifica Censis, è motivo d’orgoglio». Le strutture che si trovano dentro il centro storico - le facoltà di Giurisprudenza e Informatica, Rettorato e direzione generale, alcunedelle quali danneggaiti - dovranno essere spostate fuori dalla zona rossa. «Tutte le strutture all’esterno, facoltà, aule, laboratori, invece, sono a posto, oggi abbiamo verificato. Quindi entro una settimana potremmo ripartire». Disponibili anche 800-900 posti letto nelle case dello studente rimaste illese. «Per il resto penso che serviranno 1000-1500 posti per i ragazzi che hanno un alloggio privato. Ora cercheremo di capire come fare accordi con hotel e B&b delle cittadine intorno».
 
E i manoscritti di Leopardi vanno a Bologna
La storia di un ritorno. Una piccola storia letteraria ai margini del dramma che stanno vivendo le popolazioni del centro Italia colpite due volte dal sisma. È quella dei manoscritti leopardiani conservati al museo di Visso (Macerata) che saranno trasferiti e messi in mostra a Bologna dopo che il terremoto ha compromesso l’edificio dove erano custoditi. In totale sono 27 autografi, tra cui uno di quelli con l’Infinito che, come ha annunciato il sindaco, Virginio Merola, arriveranno presto e «attorno a questo daremo tutta la solidarietà che come cittadini sapremo dare». Si apre così un nuovo capitolo nella storia materiale di questi importanti autografi, che già nel ’69 dell’800 avevano fatto il tragitto inverso, dalla pianura padana al centro dell’Appennino. «Con grave dolore abbandono altrui queste preziose carte e mi sarà solo in parte attenuato se passeranno nelle mani di persone che le sappiano pregiare e conservare». Così infatti Prospero Viani, preside del liceo Galvani di Bologna, salutava i manoscritti quando, per problemi economici, fu costretto a venderli. Ad acquistarli, per quattrocento lire italiane, fu Gaola Antinori, allora Sindaco di Visso. E il comune li ha conservati fino ad oggi, collocandoli nel Palazzo dei Governatori, una struttura che già dopo la scossa del 24 agosto era rimasta seriamente compromessa.
 

LA NUOVA SARDEGNA

11 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 28 ottobre 2016 / Pagina 3 - Primo piano
MIGRANTI » L’ISOLA
In 3 anni sbarcati in 16mila
Ma non c’è l’invasione
Presentato dall’Università di Cagliari il dossier su arrivi, flussi e integrazione
Numeri e tabelle confermano che i due fenomeni sono sotto controllo anche se non mancano i rischi che si trasformino in emergenza soprattutto nei piccoli Comuni
LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 28 ottobre 2016 / Pagina 3 - Primo piano
di Umberto Aime
CAGLIARI Migranti e immigrati: attenzione, non sono sinonimi e neanche il risultato di chissà quale trucco enigmistico. I primi fuggono dalla guerra, dai massacri, dalle stragi religiose, per diventare ostaggio degli scafisti, mercanti maledetti, fino allo sbarco (se ci arrivano) sulle coste di una presunta "terra promessa". Gli immigrati sono tutt’altro: abitano e lavorano oltre i loro confini per scelta e fino a essere, spesso ma non sempre, nostri integrati vicini di casa. La differenza è netta, non capirla significa scatenare allarmismi, conflitti sociali e razzismo strisciante, insinuato soprattutto fra i giovani, come se non bastasse quello becero palese degli adulti. La spiegazione era dovuta ed è da questa differenza sostanziale che ha preso spunto il dossier statistico "Immigrazione 2016". Curato a livello nazionale dal Centro studi Idos, in collaborazione col mensile Confronti e l’Ufficio contro le discriminazioni, il capitolo sulla Sardegna è invece frutto delle indagini del gruppo di ricerca "Relazioni industriali" che fa capo alla facoltà cagliaritana di Scienze politiche. Bene, in un caso e nell’altro, quando si parla di migranti o d’immigrati, numeri e tabelle confermano che non è «in atto alcuna invasione», però l’emergenza esiste, eccome, ma non siamo alla catastrofe. L’isola è per tutti o quasi tutti gli stranieri più che altro "terra di transito" e patria momentanea. Certo, bisognerebbe fare di più per andare oltre, l’obiettivo finale dovrebbe essere l’integrazione ma questo passaggio decisivo è spesso stretto e difficile. Perché se vogliamo che migranti e immigrati diventino finalmente una risorsa economica e sociale e lo possono essere, c’è ancora un enorme lavoro da fare sulle coscienze indigene e forestiere. È arrivato il momento di provarci. Migranti. Nel dossier presentato dalla ricercatrice Tiziana Putzolu e ribadito dal riepilogo regionale della Prefettura di Cagliari, gli sbarchi sono stati 16mila negli ultimi tre anni, con un aumento considerevole dal 2014. Ma in appena 1.215 sono arrivati da soli sui barchini e gommoni, la Sardegna non è Lampedusa. Tutti gli altri sono stati salvati in mare dalle navi umanitarie che pattugliano un cimitero chiamato Mediterraneo. Con in più questa seconda verità: superata la fase della prima accoglienza, in cui la Sardegna si è dimostrata molto più preparata di altre regioni, il problema è in quello che accade qualche mese dopo. I migranti e tra l’altro è sempre più alto il numero dei minori non accompagnati, un dramma nel dramma, sono scaricati sulle spalle di Comuni e comunità che non sono stati preparati ad accoglierli. «Le imposizioni non vanno bene – ha detto il presidente dell’Anci Pier Sandro Scano – la strategia vincente dev’essere quella del coinvolgimento». L’appello è stato lanciato. Immigrati. Nel 2015, è scritto nel dossier, i residenti stranieri in Sardegna sono aumentati di 2.346 unità e ora in totale sono 47.425, il 2,9 per cento della popolazione. La media nazionale è molto più alta, 8,3, ecco perché anche in questo caso è un errore gridare all’invasione. Che non è neanche religiosa: la maggior parte dei «nuovi italiani» è di fede cristiana, i musulmani sono solo tre su dieci. Oltre il 50 per cento dei nuovi iscritti all’anagrafe sarda arriva dall’Europa, con la Romania al primo posto (28,6). Al secondo la comunità marocchina, sotto il 10, terzi i senegalesi, 8,9, quarti i cinesi, 6,8, e in aumento. Gli stranieri residenti si sono insediati soprattutto nei Comuni costieri, con la provincia di Olbia-Tempio che registra la concentrazione più alta: 11.626, il 7,4 per cento della popolazione. Snobbate le zone interne, a cominciare dall’Ogliastra, con appena 919 stranieri residenti, mentre è proprio lì che potrebbero dare un contributo contro lo spopolamento. I lavoratori forestieri sono poco più di 25mila e in gran parte impegnati nel settore servizi, 63,8 per cento, e appena il 9,9 in agricoltura. Dipendenti, ma anche imprenditori: il numero delle loro aziende ha superato la soglia delle diecimila. Ed è gente che non si dimentica delle origini, come facevano negli anni Cinquanta i nostri emigrati: le loro rimesse ammontano a 62mila euro l’anno. Ci sarebbero molti altri numeri, ma bastano questi per dire: la discriminazione è una follia e i muri anche.  
 

redazioneweb@unica.it


Link: rassegna stampa MIUR

RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie