Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 November 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di domenica 6 novembre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Polemica lanciata dal consigliere di Fratelli d'Italia. Scettici i rettori: «Sarebbe incredibile»
GIALLO SULLE FACOLTÀ DI MEDICINA
Truzzu: Sassari ingloba quella di Cagliari. Firino: è tutto falso
Il presidente Pigliaru e l’assessore alla sanità respingono l’accusa di trattare in segreto alla chiusura del corso di medicina nel capoluogo
È la seconda cacciata dei medici. In questo caso, di chi aspira a diventarlo. Non da Firenze, stavolta, bensì da Cagliari, che perderebbe la facoltà di Medicina perché incorporata da quella di Sassari: per farlo, si ipotizzano trattative segrete tra i governi nazionale e regionale.
IL CASO La “bomba” è servita via mail da Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fratelli d'Italia Alleanza nazionale: «Facoltà di Medicina unica a Sassari, da Renzi e Pigliaru nuovo scippo a Cagliari». Poi Truzzu accusa l'assessore alla Sanità Luigi Arru, quella all'istruzione Claudia Firino e il presidente della Giunta di condurre trattative segrete con Roma per unificare le facoltà. Almeno per ora, a sostenerlo pur con forza è solo Truzzu, mentre in viale Trento e nei due Atenei lo stupore regna su tutti, Arru compreso: «Fusione tra Cagliari e Sassari con sede unica al nord? Mai sentito». Più che un commento, un epitaffio. Più dura l'assessora Firino: «Diffondere notizie basate sul sentito dire è irresponsabile, soprattutto in un momento tanto delicato per la scuola e l'alta formazione, momenti nei quali occorre lavorare tutti per il prestigio e la credibilità delle nostre istituzioni educative».
I RETTORI Non che dagli Atenei giungano voci diverse: «La notizia dell'accorpamento delle facoltà di Medicina sarde», premette Maria Del Zompo, rettrice dell'Università di Cagliari, «è destituita di ogni fondamento. Esiste un impegno della Giunta regionale e del Governo a far crescere la facoltà di Cagliari e con essa l'Azienda ospedaliero-universitaria, anche con l'ampliamento già previsto del Policlinico “Duilio Casula” di Monserrato con il blocco R. Sono molti gli studenti iscritti, quelli regolari, gli specializzandi e le scuole di specializzazione». Dal capo nord dell'istruzione universitaria arriva una dichiarazione-fotocopia: «Non mi risulta la notizia», scandisce Massimo Carpinelli, rettore dell'Ateneo sassarese, «né mi è mai giunto quantomeno un segnale. Le facoltà di Medicina sarde sono ottime: non avrebbe senso eliminarne una». Da Cagliari, Del Zompo parte da una considerazione: «Il ministero dell'Università non avrebbe motivo per fare una cosa del genere, e anche se fosse vero i numeri imporrebbero che Medicina di Sassari sarebbe inglobata da quella di Cagliari, non il contrario». Ma il consigliere dei Fratelli d'Italia non molla: «So che esiste un documento su questa fusione che premierebbe Sassari a scapito di Cagliari», afferma Truzzu, ammettendo però di non esserne in possesso: «Però esiste. Mi chiedo: dopo tutti i fondi spesi per il Policlinico di Monserrato, ora che dovrà essere ridimensionato a favore di quello di Sassari, possibile che il sindaco di Cagliari non abbia da eccepire? E quelli di Monserrato e Sestu, lo sanno? A far vincere Sassari è il numero di ricoveri al Policlinico: più alto, perché a Cagliari ancora non c'è il pronto soccorso». La rettrice cagliaritana non ne è convinta: «Se davvero le due facoltà di Medicina sarde fossero destinate alla fusione, si terrebbe conto di altri parametri. In ogni caso», ripete instancabilmente, «resta il fatto che non ho alcuna ragione per pensare che un progetto del genere esista sul serio».
UN “GIALLO” Che sia un fraintendimento? Non si può escludere, fermo restando che il consigliere di Fratelli d'Italia ostenta sicurezza, perché è vera una notizia che, assai lontanamente, somiglia a quella della fusione e riguarda i corsi di laurea per le Professioni sanitarie, cioè tutte quelle che esistono tranne la figura del medico (e Scienze infermieristiche, che ha buoni numeri). Il ministero dell'Università taglio i fondi ai singoli Atenei per ogni corso di laurea che non raggiunga i cinquanta iscritti. È il caso, appunto, delle Professioni sanitarie come il tecnico di radiologia o l'ostetrica, ad esempio. In realtà, fanno sapere i due rettori, avere cinquanta iscritti a ogni corso non sarebbe un problema, se non fosse che «il tavolo Governo-Regione limita i posti per le nuove matricole», dicono. Finché ci sarà questo “paletto”, i due Atenei ipotizzano di organizzare i corsi di laurea per le Professioni sanitarie in una sola sede, ad anni alterni: una volta a Cagliari, l'anno successivo a Sassari. La soluzione, per ora solo ipotizzata, salverebbe capra e cavoli, cioè corsi e finanziamenti, ma senza arrivare a unificare le due facoltà di Medicina. Quindi, senza la cacciata da Cagliari.
Luigi Almiento
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 6 novembre 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 28 - Edizione CA)
SCLEROSI MULTIPLA
“Sclerosi multipla in Sardegna, esperti a confronto”, è il tema del convegno che l'Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) della Sardegna organizza per sabato prossimo alle 16. Si svolgerà nell'Aula C dell'asse didattico numero 1 (ovest) alla Cittadella universitaria di Monserrato. Parleranno Liliana Meini (coordinatrice Aism Sardegna), Luigi Arru (assessore regionale alla Sanità) e diversi specialisti.
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 6 novembre 2016 / Cultura (Pagina 52 - Edizione CA)
Il libro Una raccolta di saggi ricorda l'eredità lasciata dal professore cagliaritano Il medioevo sardo riletto
con le ricerche di Boscolo
Tracciò una strada e mai smise, neppure quando nel 1983 l'Università di Barcellona gli assegnò la laurea honoris causa in Lettere e Filosofia, di pensare ai giovani: «…il mio dottorato di oggi non ha il significato di un premio per me; è un premio che io devo dividere con la mia Scuola; è un premio che deve servire ai giovani per invogliarli al cammino, che io ho percorso in parte e che è ancora lungo, ma ricco di fascino». Il professor Alberto Boscolo, il Maestro come gli allievi (tanti, negli anni) amavano e amano ancora chiamarlo, è il protagonista del libro che Olivetta Schena (professoressa associata di Storia medievale presso l'Università di Cagliari, l'Istituto dove Boscolo ha insegnato e che ha diretto) ha curato con le ricercatrici del Cnr Maria Giuseppina Meloni e Anna Maria Oliva con l'intento di ricordare, e rendere omaggio, all'insegnamento del Maestro a venticinque anni dalla morte. “Ricordando Alberto Boscolo - Bilanci e prospettive storiografiche” (Viella, 682 pagine) è una raccolta di interventi presentati nel novembre 2012 in un incontro di studi che, scrive Olivetta Schena, del medievista cagliaritano «ne onorasse la memoria, ripercorrendone gli indirizzi di ricerca e le prospettive storiografiche».
LE RICERCHE L'intento dei promotori del convegno internazionale dedicato a Boscolo - il Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio dell'Università di Cagliari in collaborazione con l'Istituto di Storia dell'Europa mediterranea del Cnr di Cagliari e con il Dipartimento di Storia, Scienze dell'uomo e della Formazione dell'Università di Sassari - ha colto nel segno: tanti, gli «allievi di ieri, oggi in cattedra», che con i loro saggi hanno ripercorso le ricerche promosse da Boscolo.
IL SOLCO Ogni intervento propone un viaggio nella memoria e ciascuno, con affetto e riconoscenza, rievoca un dettaglio, un insegnamento, un elemento condiviso o suggerito dal Maestro. Al centro degli scritti ci sono la storia del Mediterranea e - tema caro a Boscolo - l'espansione della Corona d'Aragona nel tardo Medioevo. Accanto agli allievi di un tempo, che hanno poi proseguito i loro percorsi accademici e promosso nuove ricerche lungo il solco tracciato dal professore, offrono i loro ricordi docenti che, con Boscolo, hanno condiviso studi e viaggi. Tanti i contributi di esponenti del mondo universitario iberico, per decenni «punto di riferimento insostituibile per le ricerche di Boscolo e della sua Scuola».
I SAGGI Dalla prefazione di Francesco Atzeni («Boscolo è stato tessitore di rapporti internazionali e organizzatore di istituzioni culturali e di ricerca») ai ricordi di Giuseppe Bellini («...dominavano nel Professore una generosa bontà, grande umanità nei confronti del prossimo…»), Manlio Brigaglia («Era un comandante, un compagno che mostrava la strada, e io ero contento di farla insieme a lui»), Francesco Cesare Casula («Ho imparato a conoscerlo col tempo, e ad apprezzarne, oltre che la scienza, l'umanità», Barbara Fois (a proposito dello studio di un manualetto «…dovetti ammettere fra me che aveva ragione e nel frattempo avevo deciso che lo studio della storia era la mia strada») e di tanti altri studiosi, il libro accompagna e guida alla scoperta dei sentieri aperti sulla ricerca. Giuseppe Meloni racconta della Scuola tra gli anni Sessanta e Settanta, Rossana Martorelli approfondisce il rapporto del Maestro con l'archeologia cristiana in Sardegna, Giovanni Serreli rievoca “Piscina Nuxedda alle origini del Regno giudicale di Càlari”, Giovanni Murgia scrive sui “Signori e vassalli nella Sardegna spagnola”, Cecilia Tasca apre al lettore “Il libro di preghiere di Abramet jueu de Càller”, Luisa D'Arienzo ripropone la presenza del professore nel Comitato scientifico della Nuova raccolta colombiana e gli studi per il V centenario della scoperta dell'America.
Pietro Picciau
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 6 novembre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
TRIBUNALE. Il Policlinico replica: nessuna colpa nella condotta dei medici
CHIEDE I DANNI ALL'OSPEDALE
La paziente: «Non ho dato il consenso all'intervento»
All'uscita della sala operatoria, dove era stata sottoposta a un intervento chirurgico particolarmente delicato, la donna (una paziente cagliaritana che oggi ha 47 anni) aveva scoperto che i medici le avevano asportato le ovaie. Possibilità che, a suo dire, nessuno in precedenza le aveva prospettato. Non, quantomeno, come la legge impone: il consenso informato le sarebbe stato richiesto solo pochi istanti prima di finire sotto i ferri, quando già era stesa sul lettino e si apprestava a entrare in sala.
I DANNI Tesi quest'ultima che sarebbe stata sostenuta dagli avvocati dell'Azienda ospedaliera universitaria davanti al giudice civile Doriana Meloni. Da quell'episodio infatti è scaturita una diatriba legale che ha portato a una richiesta di danni, a due diversi tentativi di arrivare a un accordo e a un'udienza fissata il primo dicembre nella quale lo psichiatra Giuseppe Ferri sarà incaricato dal Tribunale di verificare se la patologia lamentata dalla paziente (forte in questo senso del parere del medico legale Davide Matta) è realmente legata a quella asportazione: nel ricorso “per la consulenza tecnica preventiva” il suo avvocato Marco Basciu parla di una «menopausa irreversibile» con conseguente depressione, una «duratura cura farmacologica», la «perdita del lavoro» (era rappresentante di commercio) e quindi dello stipendio e «dell'aumento del peso corporeo (più di 15 chili) che aveva reso necessario l'aiuto assiduo di un dietologo con relativo stress e conseguenze economiche». L'Azienda, secondo il legale, è responsabile perché «risponde delle condotte colpose o dolose del personale, in particolare quello medico».
L'INTERVENTO La decisione di farsi operare era arrivata nel 2013 per il peggioramento dei problemi emersi già nel 2000, quando la donna aveva scoperto di avere una “fibromatosi uterina” che le imponeva di sottoporsi a periodici controlli ecografici. Nel 2012 era emersa la presenza di un “mioma” che le aveva imposto una menopausa farmacologica temporanea. Tre anni fa l'intervento di “isterctomia subtotale laparotomia” alla Clinica ostetrico ginecologica del Policlinico. Operazione che, spiega l'avvocato Basciu nel ricorso, «non prevedeva l'asportazione delle ovaie, come confermato dal programma terapeutico e dall'intestazione del modulo sottoscritto dalla donna». Le cose erano andate diversamente, «a disprezzo di tutte le evidenziate prescrizioni di garanzia». La signora, sposata, non potrà avere altri figli. Chiede 90 mila euro, la società assicuratrice ne ha proposti 20 mila a settembre e 30 mila a ottobre: offerte respinte.
L'AZIENDA Viceversa l'azienda, attraverso i legali Alessio Caboni e Maria Luisa Sanna, sostiene che non sia «lecito» parlare di danni. La condotta dei medici era stata «improntata alla massima cura della paziente, cercando di evitare ogni effetto negativo». Inoltre «manca qualsivoglia profilo colposo nella condotta» di ospedale e medici «nonché il nesso di causalità» tra il loro operato e «le sofferenze e i pregiudizi lamentati dalla donna». Quindi «le pretese risarcitorie sono irricevibili». Gli avvocati contestano anche «i tipi di danno» prospettati e la loro «quantità», ritenuta «sproporzionata, abnorme e ingiustificata, sfornita di qualsivoglia verosimiglianza o congruità». Il consulente dell'azienda è Francesca Perella.
An. M.
 
 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 6 novembre 2016 / Fondi Investimento (Pagina 22 - Edizione CA)
Dal 2000 il “Modello Sardegna” ha assegnato un miliardo a progetti personalizzati
ASSISTENZA A CASA, SI RISPARMIA
Sistema sanitario: in 8 anni i costi tagliati di 352 milioni
C'è un “Modello Sardegna” da esportare con successo. Un programma regionale di assistenza personalizzata ai disabili che nel solo 2015 ha aiutato 34.000 famiglie e fatto risparmiare alle casse regionali 352 milioni negli ultimi otto anni. Progetti singoli, senza sovvenzioni a pioggia, ma rimborsati uno per uno dopo la rendicontazione. Vantaggi economici e sociali che fanno per una volta dell'Isola un esempio virtuoso su scala nazionale e internazionale.
LE CIFRE Sono state snocciolate al seminario di ricerca organizzato ieri a Cagliari dall'associazione onlus ABC con la collaborazione dell'Università del capoluogo, nel quale politici, studiosi, famiglie ed esperti si sono confrontati sui meccanismi virtuosi sperimentati con successo nell'Isola e oggi pronti a essere applicati in altri contesti. E proprio ai ricercatori del Dipartimento di Scienze economiche è stata affidata la creazione di una piattaforma digitale per incrociare spese sostenute e risultati e dimostrare l'efficacia del programma varato in Sardegna grazie alla legge 162 del 1998.
GLI INVESTIMENTI «Dal 2000 è stato investito sui progetti personalizzati in Sardegna oltre un miliardo, 117 milioni negli ultimi dodici mesi», dice Marco Espa, ex consigliere regionale nelle file del Pd e oggi presidente di ABC Onlus. «Risorse apparentemente esorbitanti, ma che hanno invece contribuito a un risparmio sostanziale per il sistema sanitario regionale».
IL PIANO È stato fondamentale utilizzare al meglio i dati. «Il piano funziona», assicura Francesca Palmas, del centro studi ABC «e siamo riusciti a misurarne l'impatto sociale e finanziario, calcolando un esborso per l'assistenza a domicilio cinque volte inferiore rispetto a quello in istituti specializzati».
L'ANALISI Limitata in Sardegna ai duemila casi di disabilità più grave trattati a domicilio ha messo in evidenza una spesa annuale di quindici milioni. «Quaranta in meno rispetto a un'assistenza tradizionale», ribadisce Palmas. E con implicazioni occupazionali. «Le risorse utilizzante vanno a coprire esclusivamente servizi offerti da professionisti del sociale e della riabilitazione», precisa Espa. «Ben quindicimila quelli impegnati quest'anno. Le famiglie non ricevono fondi in contanti, ma il rimborso delle spese sostenute. Gli stanziamenti sono così sotto controllo, i risultati ottimizzati e gli sprechi pressoché azzerati».
Luca Mascia
 

6 - L’UNIONE SARDA di domenica 6 novembre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
Passeggeri scontenti: «Non basta un pullman per raggiungere la stessa destinazione»
LINEA 10, PERCORSO A OSTACOLI
Il bus che attraversa la città costretto a saltare molte fermate
«La linea che cambia la città», aveva annunciato, circa un mese fa, il presidente del Ctm Roberto Murru alla presentazione del nuovo percorso del 10. Certo, cambia la città. Ma non tutti gli utenti apprezzano il cambiamento: il nuovo capolinea di via Sant'Ignazio favorisce gli universitari ma danneggia chi abita nella zona del vecchio capolinea, in viale Trento: per arrivare in piazza Repubblica, bisogna prendere l'1, scendere in via Sonnino. Da lì ci si sposta in via Carbonia per salire sul 10 oppure si affronta una passeggiata di circa mezzo chilometro. Il nuovo percorso del 10 cambierà la città ma non gli automobilisti. Auto parcheggiate in doppia fila, auto ferme in corrispondenza di curve strette: i bus che collegano il Binaghi con via Sant'Ignazio, spesso, finiscono intrappolati nella giungla di lamiere.
I CAMBIAMENTI Problemi che, probabilmente, gli utenti sopporterebbero tranquillamente. Se non fosse che, complici anche le chiusure al traffico di alcune arterie cittadine, quella linea è qualcosa di completamente differente rispetto a quando era nata: partiva dal Binaghi e, passando per via Cagna, via Curie, via Cugia, saliva in via Alghero e, attraversando via Garibaldi, via Manno e il corso Vittorio Emanuele, arrivava al capolinea di viale Trento. Percorso simile al ritorno con alcune varianti legate ai sensi unici: anziché passare per il Corso percorreva via Mameli.
I PROBLEMI Per i residenti di Monte Urpinu, di Villanova e di Sant'Avendrace una linea quasi vitale. E tutti, più o meno, avevano accettato che, pedonalizzate via Garibaldi e via Manno, il bus non passasse più per le due arterie commerciali. Un problema, soprattutto, per chi abita nella parte alta della Marina e in via Manno che, per raggiungere la fermata più vicina, devono fare una passeggiata. Ma, in fondo, la rivitalizzazione delle arterie commerciali può valere un sacrificio. Solo che, in seguito, è arrivata anche la pedonalizzazione del Corso: cambiato, nuovamente, l'itinerario, si sono ritrovati senza mezzi pubblici anche i residenti di Stampace alta.
LE NOVITÀ E, circa un mese fa, è arrivato il nuovo percorso. Che, appunto, crea difficoltà ai residenti di Sant'Avendrace. Ma, in questo periodo, i problemi più grossi li stanno vivendo quelli che vivono a Villanova e zona limitrofe. Hanno scoperto che la fermata più vicina è quella di via Carbonia. Certo, potrebbero raggiungerne un'altra usando il 7, la linea che attraversa il centro storico. Ma, mediamente, passa ogni mezz'ora. E, se ne non bastasse, a complicare ulteriormente le cose, ci sono i lavori in via Alghero. In passato, era sparita la fermata nella parte alta perché non c'era il raggio necessario per effettuare la curva da via Sonnino; ora è stata soppressa anche quella della parte bassa: in pratica, tra la fermata di via Carbonia e la successiva, in via Pessina, ci sono oltre 700 metri.
L'INCIVILTÀ Problemi legati all'itinerario. A cui, frequentemente, se ne aggiungono altri causati dalla maleducazione degli automobilisti. Ci sono alcuni punti che mettono a dura prova l'abilità degli autisti: lasciata viale Regina Margherita, l'ingresso in via Carbonia è tutt'altro che agevole per le auto parcheggiata in maniera fantasiosa. E, qualche metro più avanti, la curva prima della fermata è spesso occupata da mezzi fermi a destra e sinistra: serve il goniometro per superarla. Poi ci sono le auto in parcheggiate in doppia fila e nella corsia di immissione del semaforo di via Scano, quelle che spessissimo occupano lo spazio davanti alla pensilina di via Sonnino. Ma questa non è una novità: gli automobilisti danno spesso la sensazione di mal sopportare chi usa i mezzi pubblici.
Marcello Cocco
 
 
 

redazioneweb@unica.it
 


LA NUOVA SARDEGNA
 
 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 6 novembre 2016 / Pagina 2 - Sardegna
Secco botta e risposta tra Fratelli d’Italia e l’Università di Cagliari
MEDICINA SOLO A SASSARI: «FANTASIE»
SASSARI Un’unica facoltà di medicina per tutta la Sardegna. A Sassari. Lo sostiene il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, che ieri ha lanciato l’allarme citando fonti certe, ma non meglio specificate: «L’argomento è in discussione da parecchio tempo – spiega Truzzu – e c’è un ragionamento aperto tra il ministero della Sanità e la Regione con il coinvolgimento dei presidi delle facoltà. L’eventuale accorpamento avrebbe come risultato principale lo spostamento della sede della presidenza a Sassari con il progressivo ridimensionamento della policlinico universitario di Monserrato, per cui erano stati spesi tantissimi soldi». La questione avrebbe anche un peso politico che Truzzu scarica sulle spalle del presidente della Regione: «Non siamo stati informati di nulla. Pigliaru deve riferire in Consiglio regionale perché certe decisioni devono essere concertate. Tra l’altro, non mi sembra che nessuno abbia fatto le barricate su queste eventualità». Un’eventualità che però sembra non preoccupa il rettore dell’ateneo cagliaritano, Maria Del Zompo: «La notizia sull’accorpamento delle facoltà di medicina dei due atenei sardi è destituita di ogni fondamento. Al contrario, sappiamo che esiste un impegno della Regione e del governo per far crescere la facoltà di medicina dell’Università di Cagliari e l’azienda ospedaliero-universitaria con l’ampliamento, già previsto, del Policlinico “Duilio Casula” di Monserrato con il blocco R. La facoltà di medicina dell’Università di Cagliari gode di ottima salute».
 
 
 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 6 novembre 2016 / Pagina 24 - Edizione naz.le
I primi magnifici 40 anni del Centro Ipertensione
Dopo tanta “buona salute”, vorrei parlarvi del mio lavoro. Niente paura, non vi annoierò con un elenco delle mie attività nel corso di tanti anni, ma cercherò di descrivervi come il nostro lavoro è iniziato e si è sviluppato nel tempo. Il Centro Ipertensione nasce nel 1976, nel momento in cui assumevo le funzioni di “aiuto” (quindi gestore “in seconda”) del neonato reparto di Patologia Medica II, per una mia precisa convinzione: creare un ambulatorio internistico finalizzato alla selezione dei pazienti che si rivolgevano per ricovero al nostro reparto in modo da verificare se fossero eventualmente gestibili ambulatoriamente con notevole vantaggio sia per il paziente sia per l’efficienza del reparto. Nel corso del tempo l’ambulatorio ha preso piede e la sua attività si è sviluppata secondo il concetto della presa in carico del paziente. Vale a dire: se a conclusione della visita mi rendo conto che ci sono accertamenti da fare sono io stesso, o la nostra organizzazione, a programmare gli esami necessari ed a prenotare la loro esecuzione in mani di qualità certificata ed in tempi congrui con la gravità del sospetto clinico. Tutto ciò garantisce che l’accertamento si concluda in tempi adeguati alle condizioni cliniche del paziente. Altrettanto importante, dato che siamo Università ed Ospedale di Insegnamento, si abituano i giovani medici ad una pratica clinica corretta e vantaggiosa sia per i pazienti sia per la struttura. In base alle attività cliniche, didattiche e di ricerca abbiamo ottenuto la qualifica di “Centro di eccellenza” della European Society of Hypertension: solo 13 esistenti in Italia ed unico in Sardegna. Questa qualifica viene attribuita in base al “prodotto” ed all’esame rigoroso del curriculum di chi ci lavora e quindi ha generato molta soddisfazione in me e nei miei collaboratori, medici ed infermiere. Sottolineo come siano stati valutati sia l’attività clinica - visite ed esami specialistici - sia l’attività didattica e di ricerca. Quest’ultima, per finire, viene svolta in collaborazione con importanti centri di ricerca in Europa e negli Stati Uniti ed è pubblicata sui più importanti giornali scientifici internazionali (verificabile su PubMed). Così ai nostri pazienti cerchiamo di dare ciò che garantisce maggiore efficacia e sicurezza ed alla nostra Azienda Ospedaliera Universitaria le risorse, anche finanziarie, che dalla ricerca derivano. L’ultima cosa: i nostri pazienti vengono in larga misura da tutta la Sardegna e questo “essere cercati” ci rende tranquilli di essere utili.
 
 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 6 novembre 2016 / Pagina 20 - Nuoro
Gli universitari alla scoperta della Ue
NUORO Viaggio-studio per ventiquattro studenti del polo universitario nuorese che nei giorni scorsi hanno visitato le sedi delle istituzioni europee, a Strasburgo. Gli studenti e le studentesse, accompagnati e guidati dal commissario del Consorzio universitario UniNuoro, Fabrizio Mureddu, da Gabriella Ferranti, docente di diritto dell’Unione Europea, e dal professore di Scienza dell’amministrazione Carlo Pala, hanno completato un progetto iniziato diversi mesi fa. A febbraio e ad aprile è stato infatti organizzato il primo Laboratorio giuridico in materia di tutela europea dei diritti umani fondamentali, organizzato dalla cattedra di Diritto internazionale e dell’Unione europea, curato dalla docente Gabriella Ferranti. Poi, a luglio, un gruppo di studenti di Strasburgo ha partecipato alla prima Summer School, organizzata a Nuoro, sul tema “The future of Human Rights in Europe”, sempre curato dalla professoressa Ferranti. La Summer School ha rappresentato il primo evento di respiro internazionale in Sardegna su un tema di fortissima attualità, quale il futuro dei diritti umani in Europa al quale hanno partecipato molti studenti stranieri. Un tema di estrema attualità soprattutto in un momento come quello attuale caratterizzato dal fenomeno migratorio che non accenna a diminuire. Gli studenti e i docenti hanno visitato le sedi del Consiglio d’Europa, della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e, ovviamente, quella del Parlamento Europeo. In ognuna di queste istituzioni i ragazzi hanno ricevuto stimoli di riflessione. Grazie alla collaborazione del giurista italiano Giorgio Loddo, sardo e laureato in giurisprudenza a Sassari, i ragazzi hanno avuto la possibilità di approfondire diversi aspetti della realtà europea e dei principi che la informano. Soddisfatti il commissario del Consorzio Fabrizio Mureddu e il direttore del dipartimento Gian Paolo Demuro, dell’università di Sassari, che hanno incoraggiato i ragazzi a partecipare al viaggio-studio, finanziato anche grazie al contributo dell’Ersu di Sassari. «L’obiettivo dell’università di Nuoro – ha sottolineato il commissario Mureddu – è quello di creare le basi per una internazionalizzazione degli studi universitari. Il viaggio a Strasburgo è stata la prima esperienza per i ragazzi alla quale, mi auguro, ne seguiranno altre». I protagonisti. Gli studenti partecipanti: Elena Cambone, Chiara Carta, Erica Carta, Alessandro Casu, Francesca Chessa, Maria Domenica Cossu, Gianfranca Deiana, Giovanna Dettori, Paola Fancello, Rosa Ghisu, Silvia Loddo, Gianfranco Lotto, Giulia Marogna, Monica Marogna, Vannina Marrosu, Alessia Monne, Alice Murgia, Maria Murgia, Laura Palmas, Alessio Poggi, Valeria Raciti, Claudio Saba, Antonio Staffa e Arianna Taccori.
 
 
 

redazioneweb@unica.it


Link: rassegna stampa MIUR

RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie