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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 October 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA 
 
 
1 - L’UNIONE SARDA di giovedì  13 ottobre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Scontro con la Regione su lavoro festivo e orari: martedì vertice decisivo in Prefettura
SANITÀ CAGLIARITANA VERSO LO SCIOPERO

Lo sciopero è ormai dietro l'angolo. A questo punto, solo il tavolo convocato, per martedì prossimo, dalla prefetta eviterà che la sanità cagliaritana incroci le braccia. È l'ultimo passo, dovuto, quello che, in burocratese, viene definito “procedura di raffreddamento”. Ma, visto il precedente, c'è poco da essere ottimisti: alla riunione convocata in piazza Palazzo hanno partecipato i sindacati e i direttori generali delle Asl 8, Brotzu e dell'azienda ospedaliera univesitaria. Ma nessuno rappresentante della Regione, quella che i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil considerano lacontroparte.
I cahiers de doléances del personale sanitario sono particolarmente fitti. Anche se uno è, in particolare, il tema sul quale non sono disposto a cedere un millimetro: l'indennità legata al lavoro festivo infrasettimanale. In passato, veniva riconosciuto lo straordinario festivo, ora, invece, viene riconosciuta solo l'indennità festiva. Non si tratta, certo, di pochi spiccioli: tenuto conto delle differenze di salari, si parla di circa 15 euro lordi rispetto ai circa 150 del passato. Non solo: se dovesse passare quel principio, ci sarebbe anche il rischio che i dipendenti si ritrovino costretti a rendere quanto percepito (a quel punto, indebitamente) negli ultimi dieci anni. Un salasso, una beffa per lavoratori che, per forza, devono lavorare in giorni nei quali quasi tutti, invece, si riposano.
Ma non è l'unico motivo di attrito. Si parla anche dei dieci minuti di riposo ai quali tutti i lavoratori hanno diritto dopo sei ore di attività. Le Asl cagliaritane, spiegano i sindacati, li hanno inseriti d'ufficio, allungando, nel contempo, di dieci minuti l'orario di lavoro.
L'incontro di martedì punta a riavvicinare le parti. Ma, se non producesse effetti, porterebbe a una serie di iniziative di protesta da parte dei lavoratori. Già si parla di un sit in davanti alla Regione ma anche della possibilità che, nel giro di qualche settimana, venga proclamato uno sciopero. ( mar.co. )
 
 

L’UNIONE SARDA
 
2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 13 ottobre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Rivoluzione burocratica
Sei mesi per inserire i nuovi termini negli atti ufficiali

Sindaca, prefetta, ministra e assessora. La rivoluzione delle professioni declinate al femminile ora è diventata legge: la Regione dovrà adottare questi termini negli atti ufficiali, anche se ancora qualcuno storce il naso di fronte alla decisione. Su Facebook le polemiche - non è una novità - si sprecano e c'è chi fa ironia, in attesa che il linguaggio di genere entri veramente a far parte della normale comunicazione istituzionale.
«Perché infermiera sì e ingegnera no?», sintetizza sul sito dell'Accademia della Crusca Cecilia Robustelli, dell'università di Modena. «Allora chi suona uno strumento sarà un musicisto», ridacchiano i contrari al provvedimento, mentre c'è chi ricorda: la lingua non si cambia per decreto, è sbagliato imporre questi cambiamenti.
Nei prossimi sei mesi (questo prevede l'emendamento approvato martedì all'interno della Legge sulla Semplificazione) la Regione dovrà emanare le linee guida dettagliate per l'applicazione della norma.
Gli uffici, nella scrittura dei documenti, dovranno utilizzare obbligatoriamente «un linguaggio non discriminante rispettoso dell'identità di genere, mediante l'identificazione sia del soggetto femminile che del soggetto maschile negli atti amministrativi, nella corrispondenza e nella denominazione di incarichi, funzioni politiche e amministrative».
Il provvedimento si prefigge anche altri obiettivi, più ampi rispetto al semplice sdoganamento di termini come sindaca o ministra.
Si dovrà infatti «promuovere una nuova coscienza linguistica», e gli uffici regionali dovranno predisporre la revisione del «lessico giuridico e amministrativo di atti, provvedimenti e comunicazioni». (m. r.)
 
Arcangeli approva il linguaggio di genere ma avverte: i diktat legislativi? Tipici dei regimi
E il linguista storce il naso: «Imporre è sbagliato»
Questione di abitudine. «Sindaca e assessora ormai sono entrate nel linguaggio corrente. Qualcuno storce ancora il naso? Vedrete: tra un paio d'anni questo problema non ci sarà più e le parole saranno entrate definitivamente nella nostra vita». Sul concetto Massimo Arcangeli non ha dubbi: è giusto che tutte le professioni vengano declinate al femminile. Piuttosto, è in totale disaccordo sul metodo: «Solitamente sono i regimi a intervenire sul linguaggio».
«NESSUN ERRORE» Lui, da critico letterario e professore universitario di Linguistica, chiarisce: «Dal punto di vista grammaticale è perfettamente corretto. Se il femminile di certe professioni fino ad ora non è stato utilizzato, è perché certi mestieri sono stati esercitati esclusivamente da uomini. In passato ci sono state tantissime infermiere e fornaie, ma poche sindache. La società ha relegato le donne in ruoli minori. Medica non ci piace? Allora usiamo dottoressa e risolviamo».
SERVE TEMPO Se adesso il termine assessora suona ancora male, non vuol dire che non possa essere metabolizzato nel giro di poco tempo: «Prima di Angela Merkel eravamo abituati a sentir dire cancelliera invece che cancelliere? In Germania il femminile delle professioni è diffuso. Lo stesso avviene anche per la Spagna e la Francia. In molti casi i dizionari italiani hanno già inserito vocaboli come sindaca e ministra. Chi non lo ha fatto ancora cerca di difendere un passato indifendibile».
Arcangeli ammette di aver cambiato idea di recente: «Io prima ero per una soluzione intermedia. Pensavo fosse meglio dire la ministro , la sindaco , ora non più. La lingua segue i suoi percorsi. Però noi non possiamo imporli per legge».
IMPOSIZIONI SBAGLIATE Qui entra in ballo un altro aspetto. Secondo il professore universitario la lingua deve mutare liberamente, senza obblighi dall'alto. «Pensiamo alle leggi approvate durante il ventennio fascista, quando venne imposta la traduzione di alcuni termini stranieri di uso corrente. Il cachet per il mal di testa diventò cialdino. Lo sport si trasformò in diporto. Lo shopping venne tradotto “giro di botteghe”. Pensate al libro di Sophie Kinsella, I love shopping : sarebbe Io amo il giro di botteghe. Fa ridere».
IL RUOLO DELLA SOCIETÀ Meglio una introduzione graduale e non condizionata dei nuovi termini: «È l'uso civico che deve dire come dobbiamo esprimerci. Dobbiamo educare le coscienze, essere bravi formatori e bravi cittadini. Ma qualunque intervento di legge in questa direzione è assolutamente sbagliato». (m. r.)
 
 

L’UNIONE SARDA
 
3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 13 ottobre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
L'atleta dorgalese partirà sabato da Cagliari: a monitorarlo a distanza sarà un team di medici
«In mezzo al mare sarò meno solo»
Gaetano Mura, il cuore e la scienza
Trionfo della tecnologia per assistere Gaetano Mura, lo skipper di Cala Gonone, 48 anni, impegnato a battere il record (137 giorni) di circumnavigazione del pianeta. Mentre solcherà le 25 mila miglia (46.300 chilometri) attraverso gli oceani con il suo 12 metri “Italia” in spaventosa solitudine, un'équipe di cardiologi del Brotzu controllerà i battiti del suo cuore. L'intero ospedale (e un team di medici universitari) lo assisterà grazie a un sistema di trasmissione dati satellitare, in una gara che sposa passione sportiva e interesse scientifico per raggiungere nuovi traguardi nell'assistere a distanza i pazienti normali.
“UNA SQUADRA” «Una bella garanzia», dice Mura, «ma, lo dico con grande soddisfazione, abbiamo stabilito un rapporto umano che mi dà fiducia più di ogni altra cosa». Lo sportivo dorgalese ha voluto sposare la tecnologia con “su connottu”: in cambusa, cibi liofilizzati per astronauti, certo, ma anche pane carasau, bottarga e tonno.
«Sarà sempre in contatto con la Terapia intensiva cardiologica», dice Maurizio Porcu, direttore del Dipartimento cardio-toraco-vascolare. «Il suo elettrocardiogramma sarà monitorato attraverso un holter, che scaricherà i dati sul computer e li invierà in reparto». Lo skipper sarà collegato col Brotzu anche attraverso telecamere e telefono satellitare. Interlocutore principale, il cardiologo Antonio Scalone, referente dell'operazione “Solo round the globe record”.
FILO DIRETTO Maurizio Porcu precisa che «per qualunque necessità clinica, Mura contatterà la Terapia intensiva seguendo un protocollo che determinerà gli interventi secondo il tipo di assistenza di cui avrà bisogno, coinvolgendo i diversi specialisti dell'ospedale». Mura sarà il primo medico di sé stesso: ha seguito un corso per imparare a esaminare il proprio stato clinico. Un sistema di autovalutazione che, in cardiologia, gli farà considerare respirazione, frequenza cardiaca, pressione. La procedura dettagliata (60 pagine) comprende traumi a torace, addome e bacino, lesioni da calore, ustioni, reazioni allergiche, emorragie, amputazioni, fratture, ferite varie.
FORZA FISICA «Gaetano Mura sa cosa fare. È abituato a cavarsela da solo e sa bene che deve gestire tutto, anche il modo in cui riposare», sottolinea Vincenzo Piras, docente universitario esperto di malattie odontostomatologiche, che ha partecipato alla fase d'avvio del progetto, coinvolgendo anche l'Università di Malta. «Gateano ha una grande forza e in quest'impresa rappresenterà la forza dei sardi».
FARMACIA A BORDO Dagli specialisti lo skipper riceverà diagnosi e terapie. Nella barca c'è infatti una farmacia con oltre 100 prodotti e strumenti divisi in 16 contenitori: «Per ogni patologia, una busta numerata. Per poterle usare», spiega Maurizio Porcu, «ha seguito un corso di rianimazione e gestione delle emergenze, ha imparato a suturare ferite, si è dotato di graffettatrice. Quando si viaggia con venti da 40 nodi, si prendono botte e si deve essere in grado di gestirsi da soli». Mura lo ha sempre fatto: «Ho messo punti su un'arcata sopracciliare rotta, curato una piccola ustione e otturato un dente con il kit apposito». Quando concluderà l'impresa, gli specialisti del Brotzu esamineranno i suoi dati cardiologici, dopo essere stato sottoposto a uno squilibrio del ritmo sonno-veglia incredibile per un periodo di oltre 4 mesi, costretto a fare micro sonni di 20 minuti ogni 2 ore.
Nella preparazione il navigatore è stato seguito da Antonio Crisafulli, coordinatore scientifico del laboratorio di Fisiologia dello sport della facoltà di Medicina. «Con lui ho effettuato test e allenamenti, anche con la macchina Top Gym, per verificare gli incrementi di forza e altri parametri». Il fattore alimentazione lo ha curato la nutrizionista Giovanna Ghiani: «Con un holter metabolico, abbiamo calcolato che avrò bisogno di circa 3200 calorie al giorno».
BOTTARGA E VINO «In cambusa», spiega Gaetano Mura, «avrò borsoni con i pasti giornalieri in buste numerate. Tutto biologico. Al 50 per cento cibi liofilizzati Argotec, quelli di Samantha Cristoforetti. Per il resto, abbiamo cercato nell'Isola ciò che si prestava a essere conservato: pane carasau di Montresta, bottarga, tonno». E anche vino. «Sì, 7 bottiglie: 2 per i passaggi equatoriali; 3 per i capi importanti, Buona speranza, Leeuwin, Horn; una a Natale, una a Capodanno». Il navigatore solitario avrà anche tanto da leggere. «Classici e l'Antologia di Spoon river».
Lucio Salis
 
 

L’UNIONE SARDA
 
4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 13 ottobre 2016 / Esteri (Pagina 11 - Edizione CA)
LONDRA. Caso diplomatico
La scuola scheda chi è del sud Italia: dietrofront e scuse

LONDRA I moduli nelle scuole britanniche in cui si chiede ai connazionali se siano italiani, napoletani o siciliani sono «uno storico errore amministrativo» e il governo britannico esprime il proprio rammarico per l'accaduto e per le offese da questo eventualmente arrecate». È quanto ha dichiarato un portavoce del governo britannico, in una dichiarazione diffusa dall'ambasciata britannica a Roma nella quale si sottolinea che i codici sono stati cambiati.
Il caso era stato scoperto dall'ambasciata italiana a Londra. Ita (Italian), Itaa (Italian Any Other), Itan (Italian Napoletan) e Itas (Italian Sicilian): con queste quattro categorie venivano classificati gli studenti italiani al momento dell'iscrizione ad alcuni istituti dell'Inghilterra e del Galles. La nostra rappresentanza diplomatica nel Regno Unito subito intervenuta chiedendo alle Autorità britanniche la rimozione delle categorizzazioni oggetto di polemica. In serata sono arrivate le scuse del Foreign Office britannico.
 
 
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LA NUOVA SARDEGNA
 
5 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 13 ottobre 2016 / Pagina 14 Economia Sardegna
A Oliena un progetto per creare un nuovo modello di accoglienza e di rete di assistenza per anziani
Zone interne come elisir di lunga vita
OLIENA L’architettura come elisir di lunga vita. «Vecchi e anziani? Qui sono una risorsa - dice il sindaco di Oliena Martino Salis - non un peso. Per questo il nostro progetto riserva un habitat privilegiato per la terza età». Per loro il paese stende un red carpet lungo chilometri, diffuso nel centro storico. Niente ospizi, né case di accoglienza, intese come ricoveri, troppo alienanti. E spesso ghetti. Il comune apre nuovi scenari, fra storia e innovazione. A sostenere questo progetto, che presto arriverà sui tavoli della Regione, è anche lo scienziato Silvio Garattini, che a Oliena ha presentato uno studio europeo multicentrico. A Milano, l’Istituto Mario Negri ha “arruolato” 2 mila anziani, che sono stati seguiti per anni. I primi risultati hanno dimostrato che la sopravvivenza degli ultrasettantenni e ottantenni è di gran lunga superiore per gli anziani che vivono in ambienti familiari e più umani rispetto alle case di riposo o in altri centri geriatrici. Ma soprattutto sono risultate migliori le condizioni cognitive e intellettuali. «In questo modo – spiega Alessandro Carrus, assessore alle politiche sociali e sanitarie – puntiamo al recupero di un centro storico che a Oliena da oltre 20 anni è in abbandono. Molte case sono fatiscenti, vogliamo salvaguardare il nostro patrimonio abitativo, che da sempre è la nostra grande ricchezza, sotto il Corrasi. Quello che qui ha dato vita all’idea delle cortes apertas, che poi sono state estese al territorio». L’anziano potrà restare nella sua casa con la realizzazione di una rete assistenziale e sanitaria, ricorrendo anche alla telematica. Un’assistenza che corre anche sui fili delle fibre ottiche, che sperimenta la telemetria, i device con sensori per il controllo delle funzioni vitali a distanza per gli anziani. Un’assistenza moderna, nella città antica. Il politecnico di Milano ha già annunciato che promuoverà a Oliena un seminario, ma sono mobilitate anche le facoltà di architettura di Cagliari e Alghero. Il comune per il suo progetto “Centro storico e salute” costituirà una fondazione pubblico-privata.
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 
6 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 13 ottobre 2016 / Pagina 30 - Sassari
In poche ore recuperato il pranzo per tutti solo dai “rifiuti”
Gli studenti d’agraria insegnano a dire no agli sprechi di cibo
Domani il convegno per la giornata Fao dell’alimentazione
di Vincenzo Garofalo
SASSARI  L’Università di Sassari aderisce alla Giornata mondiale dell’alimentazione del 16 ottobre, e celebrerà l’appuntamento istituito dalla Fao con un convegno intitolato “Salviamo la terra riducendo gli sprechi alimentari”. L’incontro si terrà domani, dalle 10 e 30, nell’aula magna del dipartimento di Agraria e vedrà gli interventi, tra gli altri, di Francesca Gianfelici della FAO di Roma, moderatrice della Community of Practice on food loss reduction, e del rettore, Massimo Carpinelli. Proprio sulla riduzione degli sprechi alimentari si concentra l’attività dell’ateneo sassarese. Se eliminare la fame nel mondo è un’impresa (quasi) impossibile, fermare lo spreco di cibo è fattibile, ed è alla portata di tutti. Lo hanno dimostrato i ragazzi dell’Asa, l’associazione studenti di Agraria di Sassari, che in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione hanno portato a termine, con successo, un esperimento semplicissimo: hanno fatto il giro dei piccoli negozi e dei market raccogliendo il cibo non più vendibile, o perché vicino alla scadenza, o perché non presentabile dal punto di vista estetico. Così nelle rivendite di frutta e verdura hanno preso pomodori ammaccati, ma ancora buonissimi, e altri ortaggi, e mele non abbastanza splendenti per essere esposte alla vendita; nei negozi di alimentari hanno avuto in dono riso biologico la cui confezione era leggermente danneggiata; poi acqua la cui confezione multipla non era più commerciabile perché una bottiglia della serie era danneggiata; anche il pane, non di giornata, è stato regalato da una panetteria. Con questa spesa a costo zero (tutta la merce era destinata al macero, quindi è stata regalata agli studenti), i ragazzi del’Asa hanno potuto preparare un pranzo con primo, secondo e dolce. È venuto fuori un menù anti spreco degno di un ristorante: riso funghi e zafferano, cicoria e cavolfiore stufati con pomodori e olive, mele caramellate. «Abbiamo dimostrato che mettere un freno allo spreco di cibo è facilissimo e lo possiamo fare tutti con un minimo di impegno», ha spiegato Eugenio Marras, presidente dell’Asa di Sassari. «Dal nostro esperimento abbiamo realizzato un breve video dimostrativo che proietteremo venerdì al convegno della Giornata mondiale dell’alimentazione». Se tutti mettessimo in pratica l’esperimento degli studenti di Agraria, le cifre snocciolate ieri mattina dal prorettore vicario Luca Deidda, dal direttore del Dipartimento di Agraria, Antonello Pazzona, dal delegato del rettore all’Internazionalizzazione, Luciano Gutierrez, da Marilena Budroni, docente di Biotecnologie microbiche, Alessandra Del Caro, ricercatrice in Scienze e tecnologie alimentari, e Lucia Oggiano della Coldiretti di Sassari, diventerebbero un ricordo utile per gli annali di statistica. Dati raccolti e diffusi dalla Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura), la quale ha stimato che oltre un terzo di tutti gli alimenti prodotti a livello globale è perso o sprecato: circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo ogni anno (con un costo di 2.600 miliardi di dollari), che potrebbero bastare per sfamare 800 milioni di persone. E l’Europa fa la sua parte: nella UE a 27, si sprecano ogni anno circa 200 miliardi di euro in alimenti, un valore quasi equivalente al della Grecia. «Vorremmo la Giornata mondiale dell’alimentazione diventasse un appuntamento annuale fisso del nostro Ateneo», ha dichiarato Luca Deidda, «È un tema chiave di cui parlare con i giovani per educarli a un consumo di cibo consapevole».
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 
7 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 13 ottobre 2016 / Pagina 17 - Nuoro
IN BREVE
Università
Oggi una conferenza sull’inquinamento Oggi alle 18 nell’aula magna dell’università, in via Salaris, si terrà una conferenza dal titolo “Dalla terra dei fuochi, passando per Ottana fino a Nuoro. Un viaggio nella contaminazione dei suoli. Parteciperanno all’incontro, organizzato dal Lions club di Nuoro, i docenti Gian Franco Capra e Antonio Ganga del dipartimento di architettura dell’università di Sassari.
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 
8 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 13 ottobre 2016 / Pagina 2 - Sardegna
la visita del sottosegretario in sardegna
Lotti: l’isola rinasce grazie al Patto
Col Sì al referendum sarà più forte
SASSARI Una giornata di full immersion nell’isola per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti. Lui che in Sardegna è di casa, da sempre trascorre le sue vacanze in Gallura, porta le ragioni del sì al referendum, ma non si nasconde davanti alle emergenze dell’isola. Il fulcro della riforma è la fine del bicameralismo perfetto. Quali vantaggi avrà il Paese? E la Sardegna? «Dietro alla definizione “bicameralismo perfetto” - che può sembrare tecnica - c’è una cosa molto concreta: oggi, una legge per essere approvata può impiegare anni, fino a che Camera e Senato non hanno dato l’ok allo stesso testo, identico, virgola per virgola. O modificato in un rimpallo infinito. Questo ping pong aiuta a non decidere, a non cambiare. Il Senato con la riforma non scompare, avrà una funzione diversa, fondamentale: fare da raccordo tra Stato e Regioni. Questo sarà molto importante per Regioni come la Sardegna. La riforma lascia intatte le competenze delle Regioni a statuto speciale, grazie alla clausola di salvaguardia della specialità che dispone la non applicazione delle modifiche fino alla revisione degli statuti. L’opportunità maggiore per le Regioni a Statuto Speciale è la riscrittura della propria Costituzione senza il timore di perdere le proprie competenze». I detrattori della riforma parlano di un Senato elettivo sostituito da un Senato di nominati. Cosa c'è di vero in questa affermazione? «Un bel niente. I senatori saranno scelti all’interno dei consiglieri regionali, che vengono eletti e votati con le preferenze». In Sardegna gli indipendentisti sono compatti sul No perché sarebbe a rischio l'autonomia della Regione. Hanno ragione? «Rispetto le posizioni degli indipendentisti, ma non vedo come possa essere messa a rischio l’autonomia della Sardegna o di qualsiasi altra Regione. E l’iniziativa di oggi a Sassari darà risposte concrete anche su questo punto». In Sardegna il Pd è tormentato da una lotta tra le sue diverse anime. Un disaccordo tanto profondo che è stato necessario inviare un garante da Roma. Teme che questa spaccatura possa pesare sugli equilibri della maggioranza che guida la Regione e anche sull’esito del referendum? «Conosco la situazione del Pd sardo. È un partito vero, vivo, partecipato, pieno di persone di grande spessore e di grande valore. Sono sicuro che, anche con l’aiuto del garante, si riuscirà presto a ritrovare l’equilibrio. Ma quello che e’ più importante è che ci sia un lavoro, unitario, per il Sì». Nell’isola il tasso di disoccupazione giovanile supera il 56 per cento. È tra le prime dieci regioni d’Europa. Cosa intende fare il governo? «La disoccupazione giovanile è un problema serio, in Sardegna come, purtroppo anche altrove, soprattutto nelle regioni del Sud Italia. Noi la stiamo contrastando con strumenti concreti: il jobs act, soprattutto, insieme agli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato e agli sgravi fiscali alle imprese. Vogliamo però fare di più: vogliamo che l’Italia, e anche la Sardegna, tornino a essere un’attrazione per chi vuole investire. Per fare questo serve costruire un Paese più forte e più stabile. Con la Riforma costituzionale abbiamo una grande occasione. In ogni caso, gli interventi del Governo, da questo punto di vista, hanno già generato un miglioramento dell'occupazione, anche nell'isola. Si pensi al programma Garanzia Giovani, su cui il Governo ha investito oltre un miliardo di euro, che in Sardegna ha preso in carico più di 30mila giovani. L’ultimo report della Commissione Europea risale a pochi giorni fa e ci dice, dati alla mano, che ha rappresentato un’opportunità per gli iscritti al programma. Si tratta di un approccio innovativo che va reso strutturale nel tempo». Il Patto per la Sardegna è stato siglato poche settimane fa. Quali saranno i primi interventi del governo che saranno attuati? «Il patto vale complessivamente 3 Miliardi. Sugli interventi sarà il governo della Regione a definire la priorità di realizzazione. Per la mobilità sono disponibili 625 milioni fra ferrovie e strade, a cui si aggiungono i 120 milioni della continuità territoriale aerea; 400 milioni finanzieranno la metanizzazione nell’isola, più le risorse per i collegamenti dei bacini e la distribuzione del gas naturale a condizioni analoghe alle altre Regioni; 195 milioni sono destinati alle infrastrutture sanitarie, 140 a Scuola e Università, 285 al sistema idrico, 180 ad ambiente, bonifiche e dissesto idrogeologico, 292 milioni allo sviluppo economico e produttivo, 50 a turismo e cultura, 45 agli ammortizzatori sociali». La Sardegna è vittima di un fenomeno che rischia di farla sparire. Un fenomeno doppio: lo spopolamento delle zone interne dell’isola e la fuga dei giovani fuori dall’isola alla ricerca di un lavoro. Il governo fino a oggi non ha messo in campo nessuna pratica per contrastare questo fenomeno. «Non sono d’accordo. Tutti gli investimenti fatti in Sardegna, ogni euro che viene speso per quest’isola va in questa direzione. I 3 miliardi del patto servono a creare lavoro, infrastrutture, ricerca: cioè le condizioni per lo sviluppo della Sardegna. Ma entriamo nello specifico. Per quanto riguarda le zone interne, nel Patto per la Sardegna abbiamo concordato per la prima volta un intervento di 150 milioni per contrastare il fenomeno dello spopolamento. È un lavoro nel quale è essenziale il ruolo delle comunità locali che avranno risorse per programmare il loro futuro. Questo senza contare le centinaia di milioni che dedicheremo al rafforzamento strutturale delle scuole ed al miglioramento della viabilità interna. Va anche detto che occorre incoraggiare e accompagnare alcune tendenze, come quella che pone l'isola al secondo posto in Italia per la mole di investimenti ricevuti nel settore delle imprese innovative e delle start up». Torniamo sul referendum: in caso di sconfitta al referendum cosa potrebbe succedere il 5 dicembre? «La cosa peggiore: nulla. Che tutto rimanga come prima, che si perda una clamorosa occasione di cambiamento e di sviluppo per il paese». (l.roj)

 
 

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