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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 October 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 ottobre 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
INCONTRO SU CARCERI ISRAELIANE
Incontro-dibattito, domani alle 17,30, nell'Aula magna Dissi (Ex Scienze politiche) di viale Sant'Ignazio 78, sulla detenzione amministrativa dei palestinesi nelle carceri israeliane. Introduce e coordina i lavori Francesco Bachis, dell'Università di Cagliari. Intervengono: Paola Cuccureddu (Amnesty International), Ugo Giannangeli (Scuola dei diritti umani di Como). Letture di Monica Zuncheddu e dibattito. Per info: nmelis@unica.it.
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 ottobre 2016 / Spettacoli e Società (Pagina 39 - Edizione CA)
Archeologia Durante gli scavi scoperta una porzione di muro di un edificio di culto
Un tempio, l'ultimo tesoro di Santa Vittoria di Serri
Indagato da Antonio Taramelli a partire dal 1907 e considerato da Giovanni Lilliu il santuario nuragico più importante della Sardegna, il sito di Santa Vittoria di Serri continua a regalare contributi importanti per la storia degli studi. Gli scavi archeologici, iniziati quindici giorni fa e aperti alla visita di turisti e scolaresche, hanno infatti portato alla luce nel settore orientale dell'area, poco lontano dalla cosiddetta Capanna del doppio betilo e a circa 500 metri dal pozzo sacro, fulcro dell'insediamento, una porzione di muro intonacato. «Si tratta di una finitura pregiata realizzata con argilla concotta, possibile indizio dell'appartenenza a un edificio di rilievo», dice Giacomo Paglietti, direttore scientifico dell'intervento d'indagine e dell'area archeologica che si estende per 22 ettari sulla sommità dell'altopiano della Giara.
CULTO In un contesto caratterizzato dall'alta concentrazione di strutture usate per fini religiosi, non si esclude possa appartenere a un edificio di culto. Rivestimenti analoghi sono stati rinvenuti in altri complessi dell'età del Ferro, a S'Arcu 'e is forros di Villagrande Strisaili, per esempio. I materiali ritrovati, numerosi frammenti ceramici (tra cui l'ansa di una brocchetta askoide decorata con cerchielli a occhio di dado) e la testa di uno spillone di bronzo, riporterebbero allo stesso orizzonte cronologico.
SCAVI APERTI Gli studiosi non hanno ancora gli elementi necessari per accertare la funzione delle strutture (lo strato ha pure reso delle lastrine bianche forse a coronamento del muro) e le relazioni con quelle emergenti. Lo scavo, finanziato dal Comune con 20mila euro, sarà ultimato il 21 ottobre, data sino a cui sarà visitabile dal pubblico, «perché pubbliche», sottolinea il sindaco Samuele Gaviano, «sono le risorse investite».
 CANTIERE Nel cantiere, aperto dove si riteneva fossero le discariche degli scavi del Taramelli, lavorano gli studenti del Dipartimento di Storia e beni culturali di Cagliari che, con la collaborazione dell'Università di Granada, ha da anni scelto Serri come laboratorio didattico e di ricerca archeologica straordinario. «Il sito di Santa Vittoria è uno dei più importanti dell'Isola e del Mediterraneo», racconta Riccardo Cicilloni, docente di Preistoria e protostoria a Cagliari. «È stato sede di un santuario federale che ha una lunga vita. Le prime attestazioni risalgono al Bronzo antico. Sono quindi documentate tutte le fasi della civiltà nuragica fino all'età del Ferro, di cui i cosiddetti bronzetti e la grande statuaria di Mont'e Prama sono l'espressione artistica più nota». L'insediamento, che ha restituito un proto-nuraghe, il Tempio in antis e ipertrale, la capanna delle riunioni, il recinto delle feste e quindi un esteso villaggio, è stato poi occupato in età romana, bizantina e altomedievale come testimonia la chiesa che dà nome al sito. «Per questa pluristratificazione», precisa Marco Giuman, titolare della cattedra di Archeologia classica a Cagliari, «il sito rappresenta un punto di partenza per interfacciare esperienze e discipline». Tutto il territorio di Serri si presta alla collaborazione. Secondo l' Itinerarium Antonini , qui sorgeva il centro romano di Biora, tappa del percorso viario che, attraversando l'interno, collegava Cagliari e Olbia. La ricchezza del patrimonio archeologico e le opportunità legate alla valorizzazione - il sito è gestito dalla coop L'Acropoli nuragica che impiega 7 giovani - non sfuggono all'amministrazione comunale impegnata a contrastare lo spopolamento. «Serri ha 640 abitanti», dice il primo cittadino, «Santa Vittoria è il centro di un sistema di sviluppo ideale e virtuoso su cui abbiamo deciso d'investire per il futuro dei nostri giovani».
 INCONTRO TRA CULTURE Il cantiere di scavo è già laboratorio e luogo d'incontro tra culture. Oltre agli studenti sardi (tra loro Federico Porcedda, dottorando di Serri a Granada), partecipano all'indagine Maria Karagiannopoulu, specializzanda ateniese e Mette Buhl, danese di Aarhus. Dopo la pensione si è iscritta all'Università per rendere ai figli, sardi per parte di padre, l'eredità del loro passato.
Manuela Arca
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 ottobre 2016 / Cronaca di Nuoro (Pagina 33 - Edizione CA)
NUORO
Corte costituzionale, il presidente Paolo Grossi domani incontra gli studenti
Domani sarà a Nuoro il presidente della Corte costituzionale Paolo Grossi. Alle 11,30 nella sede della Camera di commercio incontrerà gli studenti del Polo Universitario di Nuoro e una rappresentanza degli allievi degli istituti superiori cittadini. All'evento parteciperanno, oltre agli studenti, i rettori delle Università sarde, i direttori dei dipartimenti universitari e i docenti. Poi parteciperà a un convegno su terre civiche, ambiente e coesione sociale.
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 ottobre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
OGLIASTRA. Biobanca all'asta, provvedimento temporaneo a tutela dei donatori
Il Garante congela dati e Dna: Tiziana Life chieda il consenso
Hanno acquistato ai saldi la biobanca di SharDna ma per utilizzare i campioni biologici e i dati personali dovranno chiedere il permesso a ogni singolo donatore.
Una pronuncia del Garante congela le attività della Tiziana Life Plc, ad eccezione delle operazioni per garantire la conservazione del materiale.
La società dovrà ricontattare i donatori e raccogliere una nuova manifestazione di consenso. Dovrà inoltre fornire risposte alle richieste in materia di tutela della privacy. Il Garante si riserva infine di disporre sanzioni qualora queste indicazioni non venissero rispettate dai soggetti coinvolti nella vicenda. Per opporsi al provvedimento la società Tiziana Life, i cui interessi in Sardegna sono tutelati dall'avvocato Massimiliano Masia, potrà rivolgersi alla giustizia ordinaria.
RECLAMI Accolti i reclami, in totale un centinaio, presentati dai cittadini di Urzulei, Talana, Triei, Baunei, Seulo e Perdasdefogu e da Piergiorgio Lorrai, imprenditore di Urzulei, azionista di maggioranza del Consorzio Genos.
Il provvedimento firmato dal Garante per la protezione dei dati personali Antonello Soro comincia a mettere i paletti nella vicenda scaturita dall'acquisizione della biobanca di SharDna, in liquidazione, da parte della società britannica Tiziana Life: 230 mila campioni biologici di 11700 individui residenti in Ogliastra insieme a una colossale mole di relativi dati personali demografici, genealogici, clinici e genetici con rapporti di parentela indagati fino al 1600.
I pazienti-donatori erano allarmati al solo pensiero che il frutto della loro generosità potesse essere utilizzato per scopi diversi da quanto pattuito con il consenso informato firmato alla fine degli anni ‘90, quando Mario Pirastu, all'epoca responsabile del progetto, e la sua équipe cominciarono a costruire, insieme a Renato Soru, il sogno di un laboratorio a cielo aperto nell'Ogliastra dei centenari.
NON C'È SICUREZZA Il Garante evidenzia come siano emerse clamorose falle nella sicurezza della biobanca. Difficile dargli torto. La Procura della Repubblica di Lanusei, che per tutelare il materiale l'aveva sequestrato, ha aperto un fascicolo sulla presunta sottrazione dal laboratorio Genos di Perdasdefogu di 14000 mila campioni.
Una notizia capace di fare il giro del mondo, a metà settembre, prima che il professor Mario Pirastu, ascoltato dal pm Biagio Mazzeo, risolvesse il mistero dicendo di aver spostato lui stesso i campioni tra il 2013 e il 2014 dal laboratorio Genos alla clinica oculistica del San Giovanni di Dio a Cagliari. «Per motivi legati alla ricerca». Al momento Tiziana Life ha la piena disponibilità solo di una parte dell'archivio cartaceo della società fallita, con la documentazione clinica e le dichiarazioni di consenso dei donatori di otto comuni su dieci coinvolti nel progetto di ricerca e i dischi rigidi dei computer di SharDna e due unità di memoria esterne. Qui sarebbero custoditi, sotto forma di back up, gli applicativi e i dati relativi ai donatori. Sono la chiave per accedere al tesoro del Dna millenario custodito nei campioni. Tiziana chiede da tempo al Consorzio Genos di accedere al materiale. Senza ottenere risposta.
NORME E DIRITTI La società britannica, a guida italiana, ha costituito un'altra azienda ad hoc, la LonGevia genomics Srl con sede a Cagliari. L'intento dichiarato è proseguire il progetto di ricerca avviato dalla società fallita, svolgere attività di ricerca sul genoma umano, indagare sulla diagnosi di malattie e lo sviluppo di nuovi farmaci attraverso la medicina personalizzata.
Nel provvedimento il Garante per la tutela dei dati personali spiega come la normativa, evanescente, non tuteli i diritti dei donatori. Non ci sono strumenti con cui i cittadini possano revocare il consenso al trattamento delle loro informazioni da parte del nuovo titolare.
 SCATOLA VUOTA La cessione d'azienda comporta effetti anche sulla titolarità dei dati e criticità sul trattamento di quelli genetici. Ragion per cui è necessario essere prudenti: «Occorre predisporre cautele idonee ad assicurare il rispetto della disciplina, con particolare riferimento alla necessità che gli interessati siano informati dell'avvenuto mutamento nella titolarità del trattamento». Chi vorrà potrà dare il proprio consenso, altrimenti la biobanca, comprata all'asta per 238 mila euro, sarà una scatola vuota. In attesa del prossimo ricorso.
Simone Loi
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 
 
 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 12 ottobre 2016 / Pagina 11 - Attualità
Gran Bretagna e Brexit: sollievo degli universitari provenienti dai Paesi dell’Ue
Londra conferma le agevolazioni
ROMA  Sospiro di sollievo per gli studenti dei Paesi Ue, tra i quali tantissimi italiani, che frequentano o sperano di frequentare l’università in Gran Bretagna malgrado le incognite sulla Brexit prossima ventura. Il governo di Londra s’impegna solennemente a garantire, a chiunque sia intenzionato a far domanda per l’anno accademico 2017-18, l’accesso ad agevolazioni e aiuti finanziari previsti dalle norme attuali per l’intera durata del corso. LO ha fatto anche direttamente l’ambasciata del Regno Unito a Roma. La rassicurazione per certi versi appare un pò scontata, visto che per ora - e almeno fino al 2019, dati i tempi negoziali prefissati - il regno continua a far parte dell’Unione ed è tenuto a rispettarne le regole. Ma ha una valore se non altro poiché si estende per un triennio o un quadriennio: quindi oltre il termine del possibile divorzio definitivo. Soprattutto sembra voler essere tuttavia un segnale politico conciliante, dopo le polemiche suscitate dalla recente sparata (poi rimangiata) della ministra dell’Interno, Amber Rudd, su ipotetiche pressioni da imporre sulle aziende del Paese per rendere noti i numeri dei lavoratori stranieri assunti «a scapito» di reali o immaginari pretendenti isolani. Avanti verso la Brexit, dunque, a dispetto dei patemi della sterlina, di nuovo ai minimi storici su dollaro ed euro. Ma perlomeno non senza offrire almeno qualche garanzia ai cittadini Ue che già risiedono Oltremanica. A cominciare dagli studenti, appunto: fonte nel complesso di lustro e di ricchezza per il sistema universitario e per il Paese in genere, con circa 430.000 nuove iscrizioni dall’estero ogni anno e quote che, stando ai dati di The Complete University Guide, sfiorano il 20% a Oxford e Cambridge, superano il 40% all’Imperial College o alla London School of Economics, e si attestano addirittura a quasi il 60% a Buckingham. Intanto scoppia una nuova grana diplomatica che riguarda sempre gli studenti italiani che frequentano nel Regno Unito. Via i marchi regionali per gli italiani nelle scuole britanniche. L'ambasciata d'Italia nel Regno Unito chiede la modifica immediata di «categorizzazioni» comparse sui moduli per l'iscrizione scolastica in alcune circoscrizioni d'Inghilterra e Galles: con la scelta nelle indicazione sulle origini fra «italiano», «italiano-napoletano» o «italiano-siciliano». In una nota verbale l'ambasciata «ricorda che l'Italia è dal 17 marzo 1861 un Paese unificato».
 
 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 12 ottobre 2016 / Pagina 17 - Lettere e commenti
LA PROPOSTA DELLA REGIONE
Master and Back, gli errori del passato da non ripetere
«I nostri giovani devono poter andare liberamente all'estero, così come devono poter tornare a lavorare in Italia se lo desiderano, e riportare nella nostra società le conoscenze e le professionalità maturate». È questo il monito del presidente della Repubblica in un messaggio diretto a Giancarlo Perego, direttore generale della fondazione Migrantes della Cei. In un ampio e documentato servizio, La Nuova di ieri ha dato giustamente rilievo a questo interrogativo. Tra pochi giorni infatti verrà dato il via all'apertura del sito web per la candidatura ai percorsi di rientro, il cui bando (Back) è già pubblicato da circa un mese. Ottenere il finanziamento è però impresa ardua simile alla folle corsa in Oklahoma del 1889 per la conquista delle terre non assegnate. Anche se il bando appartiene al progetto Master and Back, potranno partecipare anche coloro i quali hanno concluso un percorso formativo equivalente a quelli finanziati dal Master and Back (con vari criteri di inclusione ed esclusione). Inoltre la domanda dovrà essere già corredata da un contratto che il richiedente avrà preconcordato (prima dell'apertura del sito web) solo con una struttura privata (non a rischio fallimento, non con il bilancio in negativo e che non abbia ridotto il personale negli ultimi 6 mesi) con un possibile cofinanziamento del 40, 30 o 20 per cento da parte di tale struttura. Inoltre tra il candidato e l'organismo ospitante non ci dev'essere un rapporto di lavoro subordinato o parasubordinato oppure che sia cessato nei precedenti sei mesi. Questo, senza una informazione adeguata alle eventuali strutture ospitanti sulla possibilità di accogliere un candidato Back. A queste condizioni ci sarebbe da chiedersi se il Master and Back in Sardegna sia un progetto mancato proprio perché non sono stati creati i percorsi di rientro idonei. Se è così, perché negli undici anni del programma le varie amministrazioni non hanno pensato di costituire almeno le basi per tali percorsi? Perché, non essendo probabilmente semplice attuare tali percorsi, non è stato verificato per coloro che hanno conseguito un Master all'estero con il finanziamento regionale per un possibile Back per il rientro in Sardegna, quali fossero le professionalità conseguite e cosa avrebbero potuto dare alla Sardegna? Perché non è stato chiesto a chi ha conseguito un Master finanziato da tale programma e non si è fermato a quello, oppure a chi nel tempo ha maturato conoscenze, competenze e professionalità semplicemente studiando, di proporre idee? E rappresentarle ad esempio in piattaforme web di divulgazione e confronto? A tutto questo si aggiunge la percezione comune, disarmante per la politica, che giovani altamente formati e qualificati, ipotetici «costruttori del presente e del futuro», vivano questa situazione come frustrazione e rassegnazione da mancanza di risposte e non invece come competenza da rivendicare orgogliosamente e impiegare operativamente. È ora in campo la nuova proposta regionale di Entrepreneurship and Back, segnalata dallo stesso articolo della Nuova. Prevede, oltre alla possibilità di un candidato di svolgere un Master all'estero, come nel precedente programma Master and Back, l'erogazione di voucher di rientro per start up, finanziamenti mirati alla creazione di nuove imprese. Questa potrebbe essere una ipotesi di soluzione o una speranza se tra questi candidati potranno esserci anche coloro che, già in possesso di un titolo Master (dal 2005 a oggi), non hanno potuto usufruire del Back per le ragioni sopra esposte, ma hanno comunque le competenze per usufruire del voucher. La promessa è che nessuno verrà lasciato solo dalla Regione Sardegna. Speriamo che questi buoni propositi vengano mantenuti.
Maria Antonietta Maciocco, Medico, esperienza nel Master and Back 2006


 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 12 ottobre 2016 / Pagina 24 . Ediz. nazionale
Giornata del medico guardando al futuro
SASSARI Domani alle 16.30, nell’aula magna dell’università si terrà l’annuale cerimonia della Giornata del Medico. La cerimonia, arrivata alla sessantunesima edizione, sarà scandita da due importanti momenti: la consegna delle medaglie di benemerenza ai 17 medici, iscritti all’Ordine della provincia di Sassari, che hanno compiuto 50 anni di Laurea, e il Giuramento che presteranno i 79 medici chirurghi e i 15 odontoiatri che si sono iscritti all’Ordine nell’ultimo anno. «Viviamo un momento importante, con grandi temi sul tavolo della sanità, dall’appropriatezza all’innovazione, certamente un periodo di cambiamento, e la Giornata del medico è sempre un’occasione straordinaria per l’incontro fra quanti iniziano il loro percorso di medico e coloro che festeggiano i cinquant’anni di professione» commenta il presidente dell’Ordine, Francesco Scanu. La Giornata del Medico quest’anno avrà come filo conduttore il decalogo del medico del futuro, promosso dalla Fnomceo, la Federazione nazionale Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, e approvato nella Terza Conferenza nazionale della professione medica e odontoiatrica, che si è tenuta a Rimini lo scorso maggio. Il decalogo individua le dieci caratteristiche del Medico del futuro. Una sorta di linea guida molto dettagliata e decisamente importante, alla luce del grande dibattito in corso sulla sanità e appunto sul ruolo che i medici devono svolgere in questi momenti di grande mutamento.


 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 12 ottobre 2016 / Pagina 33 - Ediz. Oristano
L’INTERVISTA » CLARA GALLINI
di ALESSANDRA PIGLIARU
Clara Gallini, stella polare dell’antropologia italiana, allieva di Ernesto De Martino e docente all’Università di Cagliari fino al 1978 e poi a Napoli e a Roma, dove attualmente vive, ci accoglie nel suo appartamento, immerso in un «quartiere internazionale», come lei stessa dice, «si possono osservare anche così gli esiti della globalizzazione». Un pezzo consistente della storia del Novecento è disseminato tra le sue carte e gli oggetti conservati che raccontano dei viaggi e degli incontri di una donna che ha fatto del metodo antropologico dell’osservazione e della partecipazione un modo di stare al mondo. Dalla scatoletta di ceramica intarsiata da un pastore di Dorgali negli anni Cinquanta al quadro di Giovanni Canu che raffigura il fuoco di Sant’Antonio a Mamoiada nel 1962, si arriva alla Scala della vita, scultura pugliese in terracotta. «La donna che è in cima alla scala è all’apice della sua fecondità, sia riproduttiva che di saperi», segnala sorridente Gallini che ha scelto proprio quell’immagine come copertina del suo ultimo volume Incidenti di percorso (Nottetempo, pagine 288, euro 16,50), scritto in seguito alla scoperta della sua malattia, difficile e che tuttavia riesce a consegnare con imperdibile e luminosa intelligenza. Rituali dell’àrgia e novenari dono e malocchio, apocalissi culturali e immaginario razzista, Gallini ha prodotto moltissimo. Da Il consumo del sacro (1971) a La fine del mondo (1977), La sonnambula meravigliosa (1983) e La ballerina variopinta (1988). Poi ancora Il miracolo e la sua prova (1998) ma anche Croce e delizia (2007) e altri ancora. Quando hai pensato di scrivere della tua malattia? «All’inizio ho sentito la necessità di descrivere ciò che mi stava capitando e infatti i primi due capitoli del libro trattano esclusivamente di questo. Ciò che ho poi aggiunto, immaginando un progetto più ampio, sono i ricordi e l’analisi delle relazioni sociali che ho avuto lungo il corso della mia vita. È importante il senso da dare a un percorso che genericamente pensiamo come lineare e senza inciampi e che invece, proprio per l’esistenza stessa, risulta incidentato ma in seconda battuta rispetto al senso». E che senso dai al tuo percorso? «Di complessità. Nel libro faccio pochi cenni al carattere di contraddizione; per me il nodo maggiore e mai risolto del tutto, o almeno portato avanti con fatica, è stato quello tra intelletto e corpo. Mentre il mio percorso si avviava da una volontà intellettuale, la strada che una donna della mia generazione intraprendeva doveva per forza fare i conti con una sessualità da reprimere proprio in funzione di quell’intelletto. Ci sono stati però dei momenti in cui avevo nitida la decisione; trasferirmi in Sardegna per lavorare con Ernesto De Martino è stato un momento di grande chiarezza non negoziabile». È stato lui ad avvicinarsi a te durante una conferenza milanese nel 1959. Cosa ti disse? «Quando lo incontrai avevo finito il mio perfezionamento in Storia delle religioni a Roma. De Martino mi disse che gli avevano parlato bene della mia ricerca e aggiunse che ero una persona relativamente abbiente e se dunque avessi voluto mi sarei potuta trasferire in Sardegna per collaborare alla cattedra di Etnologia. Di suo avevo letto Il mondo magico e poi qualcosa sul lamento funebre e sul tarantismo, ma di tutti avevo capito ben poco. Intuivo però che lì dentro circolava una potente intelligenza. Per trasferirsi in quel momento sull’isola bisognava avere una famiglia alle spalle che potesse garantire sostegno anche se per me così non è stato perché, dopo aver vinto il concorso per l’insegnamento nei licei, nei primi quattro anni ho lavorato al “Siotto Pintor” di Cagliari. Da lì a poco comunque ho vinto il concorso all’Università come assistente. L’unico rammarico è stato la morte di De Martino nel 1965. Mi ha comunque potuto insegnare tutto e ancora ne sento forte l’eredità. Ho potuto apprezzare il suo modo di leggere la realtà, cioè partire dalla crisi e vedere come, iniziando dal piano religioso, si proponesse una risoluzione atta a sciogliere la crisi che tuttavia doveva essere iterata. Questo schema, questo piano mi ha aperto la lettura del mondo. Ogni critica della crisi si doveva accompagnare a un’altra: quella propria di se stessi, del proprio guardare». Anni difficili i primi trascorsi in Sardegna ma pieni di fervore... «Da un punto di vista accademico e culturale, non solo sotto il profilo strettamente antropologico, a cavallo tra i ’60 e i ’70, Cagliari era davvero una piccola Atene. Le più grandi intelligenze confluivano lì, luogo aperto alle collaborazioni e alla presenza massiccia di grandi menti di sinistra; un periodo storico che varrebbe maggiore approfondimento. In generale, appena giunta in Sardegna non è stato semplice per me e lavoravo quasi solo in città. Poi nel 1962 ho conosciuto Raffaello Marchi, devo a lui l’inizio della frequentazione di Nuoro e dell’entroterra sardo. Certo quello è stato un anno decisivo per tante cose, basta pensare all’acquisto della costa orientale gallurese da parte dell’Aga Khan che sarebbe diventata una sua proprietà, l’attuale Costa Smeralda. Era da lì che cominciava l’asservimento al capitalismo moderno. Insomma, ho conosciuto una Sardegna intermedia, legata alle proprie tradizioni e aperta alle incursioni esterne, nel bene e nel male». “Intervista a Maria”, comparsa la prima volta nel 1981, ha avuto una straordinaria diffusione. Il progetto, prima di diventare un libro, ti era stato commissionato dalla terza rete della Rai nell’ambito della trasmissione radiofonica «Noi, voi, loro, donna»... «Il colloquio è avvenuto tra il 2 e il 6 ottobre del 1979 a Tonara. Maria aveva 70 anni e mi era stata presentata da amici comuni. Volevo capire a fondo la trasformazione della famiglia e quindi provai a restare nel paese per un paio di settimane ma nessuna, oltre lei, mi concesse udienza. Ero forse percepita come l’estranea. Eppure con lei è stato uno scambio intenso e di reciproco affidamento, anche simbolico, tanto da desiderare il doppio nome come autrici del libro, il mio e il suo, che però l’editore non approvò. Nonostante Maria avesse concesso la sua voce per un programma nazionale, quando uscì il libro si rifiutò di parlarne in una sala di Tonara. Questo apre il problema di come l’appartenenza alla propria comunità ti renda più o meno vivibile il quotidiano». Ogni tua ricerca unisce rigore scientifico e curiosità sociale. “Incidenti di percorso” ha un’ ironia di fondo consapevole e al lavoro. «L'ironia è un modo di relazionarsi all’oggetto pensato e osservato, che non si può mai buttare del tutto fuori di sé ma ritorna indietro, entra a far parte dell’osservante. L'ironia viene proprio dal gioco tra il soggetto e l’oggetto. Non ha a che fare solo con il significato ma anche con il significante. Riferire il mondo in questo modo è stata un’altra grande lezione demartiniana, nel tempo diventata per me una qualità dell’esperienza».
 
 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 12 ottobre 2016 / Pagina 34 - Ediz. Oristano
 di Walter Porcedda
CAGLIARI Sarà il concerto del cantautore algherese Davide Casu, oggi di scena dalle 21,30 al Jazzino, a dare il via alla edizione del decennale del Premio di world music intitolato al cantante di Porto Torres, Andrea Parodi. Il giovane artista catalano, segnalatosi per il suo talento durante la scorsa edizione, presenterà in anteprima il repertorio dell’album di debutto per il quale è prevista una promozione nazionale. Sarà il primo atto ufficiale della rassegna diretta da Elena Ledda che questo anno, oltre alla gara tra i concorrenti provenienti da diverse regioni italiane (e qualcuno anche dall’estero) ha un numero consistente di appuntamenti collaterali. A cominciare dal live, sabato, dell’ospite speciale per eccellenza, il chitarrista americano Al Di Meola che proprio con Parodi strinse una intensa collaborazione. Di Meola (in questa occasione riceverà l’Albo d’oro del Premio) si esibirà in compagnia di un valente e rinomato strumentista sardo, Peo Alfonsi. Altri ospiti del “Parodi” saranno Massimo Donno, Alessia Tondo, il Trio Correnteza e il celebre suonatore di organetto Riccardo Tesi, che presenterà con l’autore Neri Pollastri il libro di Squi(libri) Editori con un cd allegato “Riccardo Tesi: una vita a bottoni” (venerdì alle 17,30 al Piccolo Auditorium), in cui si racconta la carriera di uno dei più stimati musicisti della scena world europea, che ha al suo attivo la fondazione di due ensemble creativi come Bandaitaliana e Samurai, un quintetto di all star dell’organetto europeo, molto apprezzato nel concerto tenuto questa estate a Portoscuso per il programma di “Mare e miniere”. Sempre sabato, nello spazio Search del Largo Carlo Felice alle 10 si terrà un seminario sui diritti degli artisti, interpreti ed esecutori a cura di Andrea Marco Ricci. Alle 11,30 seguirà una conferenza sul contratto di edizioni musicali curata da Maria Grazia Maxia. L’indomani mattina alle 10,30, sempre al Search, in collaborazione con l’università di Cagliari si terrà il convegno “La musica che girerà intorno. La world music tra venti anni”. Interverranno tra gli altri: Ciro De Rosa, Dario Zigiotto, Thorsten Bednarz, Riccardo Tesi, Marco Lutzu e Ignazio Macchiarella. Venerdì e sabato dalle 20,30 sul palco del Piccolo Auditorium si confronteranno in gara: Paolo Carrus e Manuela Mameli Quartet (con «Sa stella»), Claudia Crabuzza («L’altra Frida» in algherese), Domo Emigrantes («Leucade», in salentino), Mau Mau ( «8000 km», in piemontese), Parafonè («Amistà», calabrese, e arabo-egiziano), Pupi di Surfaro («Li me paroli», siciliano e inglese), Il tempo e la voce («Meravigliusa-menti», siciliano), Vesevo (brano «O ’ Rre Rre» in napoletano). Venerdì si esibiranno tutti con il loro brano originale e l’indomani con una interpretazione di un testo di Andrea Parodi.
 
 
 

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