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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 October 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 ottobre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
CITTADELLA DEI MUSEI. Incontri al Dipartimento di Storia
Tecnologia al servizio della cultura

“Conoscere per comunicare. Strumenti e tecnologie open per l’analisi e la condivisione del patrimonio culturale e territoriale”.
È il titolo del convegno ospitato (oggi, domani e domenica) alla “Cittadella dei musei” in piazza Arsenale. I lavori sono curati dal Dipartimento di Storia, beni culturali e territorio. Durante la tre giorni saranno esplorate e illustrate le diverse possibilità di trattare le conoscenze del patrimonio culturale e territoriale con gli strumenti “open source”. E sarà la prima volta che ArcheoFoss e l’Associazione italiana per il software geografico libero si incontrano per mostrare le infinità potenzialità dell’acquisizione, della gestione e della valorizzazione dell’informazione culturale.
Il convegno si occuperà di sistemi e strumenti Floss (ricerca archeologica relativa ai beni culturali, di progetti di apertura e divulgazione dei dati, di esperienze e condivisioni della conoscenza. Ma, soprattutto, sarà interessante l’aspetto relativo all’innovazione legato all’utilizzo della tecnologia in un settore ancora poco esplorato. Il convegno si svolgerà al Dipartimento di Storia e si potrà seguire ai seguenti orari: venerdì dalle 14.30 alle 19; sabato dalle 8.30 alle 14 e dalle 15 alle 19; domenica dalle 8.30 alle 15.
 
 

L’UNIONE SARDA
 
2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 ottobre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Meta privilegiata è il Nord Europa. Esodo da Cagliari, Carbonia, Quartu
I NUOVI ORIZZONTI DEI SARDI
Nel 2015 sono partiti in 2500
Un esodo senza fine, una fuga dall’Isola che non si arresta. E cresce di anno in anno. L’anno scorso nelle liste ufficiali degli emigrati si sono aggiunti oltre 2.500 sardi, entrati a far parte di un “popolo” che ormai ha superato le 110mila unità. Lo certifica l’ultimo rapporto “Italiani nel Mondo”, presentato ieri a Roma, con scenari preoccupanti anche per tutta la Penisola, abbandonata da migliaia di giovani, con segnali che non risparmiano neanche le regioni del ricco Nord.
I DATI Al primo gennaio del 2016 risultano iscritti all’Aire (l’Anagrafe italiani dei residenti all’estero) 112.661 sardi, con una crescita di circa il 3 per cento rispetto all’anno precedente. Nell’ultimo decennio il totale è così salito del 34,2% (nel 2006 erano poco meno di 84mila). I nuovi iscritti solo nel 2015, invece, sono stati esattamente 2.577 (nel 2014 2.447, il 5% in meno). Cifre che mostrano una tendenza costante, senza flessioni, non solo in Sardegna. In tutta Italia, percentuali alla mano, va ancora peggio. Nel 2015 i residenti all’estero censiti dall’Aire superano quota 4,8 milioni, +3,8% in un anno, addirittura +54,9% rispetto al 2006 quando erano poco più di 3 milioni. La maggior parte delle iscrizioni sono per espatrio (oltre 2,5 milioni) e per nascita (1.888.223). E se è vero che l’emigrazione è purtroppo una triste tradizione del Mezzogiorno, si accorciano sempre di più le distanze con le regioni del Nord, in particolare della Lombardia e del Veneto, che da gennaio a dicembre 2015 hanno fatto registrare i numeri più alti in valore assoluto. Su 107.529 espatriati nel 2015 (il 56,1% di sesso maschile) il 69,2% (quasi 75mila italiani) si è trasferito in Europa: destinazione preferita la Germania, seguita a un’incollatura dal Regno Unito e da Svizzera e Francia. A far suonare l’allarme più alto, però, è l’analisi per classi di età. La fascia 18-34 anni, quella dei cosiddetti millennials , e la più rappresentativa (36,7%) seguita dai 35-49enni (25,8%). Da qui un avvertimento: «La mobilità è una risorsa - è scritto nel rapporto della Fondazione Migrantes - ma diventa dannosa se è a senso unico, quando cioè è un’emorragia di talento e competenza da un unico posto e non è corrisposta da una forza di attrazione che spinge al rientro».
 
IN SARDEGNA Nelle classifica delle (otto) province, sul totale dei sardi iscritti all’Aire, svettano quelle più popolose: Cagliari, Sassari e Nuoro. Oltre l’88 per cento dei nostri emigrati (quasi centomila) vive in Europa: le mete più gettonate sono Germania, Francia, Belgio, Svizzera, Regno Unito e Paesi Bassi, mentre negli altri continenti si conta una forte presenza in Argentina (quasi 4mila), Stati Uniti (poco meno di 2mila) e Australia (1.535). I primi cinque Comuni in graduatoria sono, nell’ordine, Cagliari, Sassari, Carbonia, Alghero e Quartu. Nelle prime venticinque posizioni si piazzano però anche paesi più piccoli, con un’altissima incidenza di emigrati sul totale della popolazione: da Sindia (1.041 unità, oltre il 60% degli abitanti) a Nulvi (885, 31,9%), da San Vito (982, il 26,5%) a Bosa (1.446, il 18,2%). «L’analisi comunale - avvertono gli esperti nel rapporto - comunica quanto sia doveroso indagare sempre più approfonditamente il territorio, poiché accanto a grandi aree urbane - si prenda il caso di Roma al primo posto con oltre 301mila iscritti e un’incidenza del 10,5% - vi sono territori dalle dimensioni molto più ridotte ma dalle incidenze molto più elevate».
IL QUIRINALE Sul rischio di una nuova ondata di emigrazione è intervenuto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con un messaggio inviato al direttore della Fondazione Migrantes. «Oggi il fenomeno degli italiani migranti ha caratteristiche e motivazioni diverse rispetto al passato», ha detto il capo dello Stato. «Riguarda fasce d’età e categorie sociali differenti. I flussi tuttavia non si sono fermati e, talvolta, rappresentano un segno di impoverimento piuttosto che una libera scelta ispirata alla circolazione dei saperi e delle esperienze». Un pensiero particolare è rivolto alle nuove generazioni: «La mobilità dei giovani italiani verso altri Paesi dell’Europa e del mondo è una grande opportunità, che dobbiamo favorire, e anzi rendere sempre più proficua». Ma è anche vero, ha sottolineato Mattarella, che «i nostri giovani devono poter andare liberamente all’estero, così come devono poter tornare a lavorare in Italia, se lo desiderano, e riportare nella nostra società le conoscenze e le professionalità maturate».
Alessandro Ledda
 
 

L’UNIONE SARDA
 
3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 ottobre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Torna “Fai Marathon 2016”: i luoghi della scienza in vetrina
Domenica 16 ottobre tornerà Fai Marathon: più di 3.500 volontari del Fai aspetteranno in 150 città di tutta Italia i visitatori per accompagnarli alla scoperta di oltre 600 luoghi tra palazzi, chiese, teatri, cortili, monumenti di archeologia industriale. «Luoghi», spiegano gli organizzatori, «spesso inaccessibili o poco conosciuti». In città il titolo della “Fai Marathon 2016” è “Cagliari-Monserrato-Iglesias: il cammino della scienza”.
Lunedì 10 ottobre saranno annunciati i dettagli della manifestazione ma il programma di domenica 16 ottobre (dalle 9 alle 19) consentirà di visitare i luoghi e i musei della scienza, «fondamento del sapere e della cultura». Luoghi speciali ed insoliti delle tre città, «inseriti in percorsi sostenibili da compiere possibilmente a piedi, con i mezzi pubblici compresa la metropolitana, o in bici, da soli, in gruppo, con le famiglie».
Previste visite didattiche, conferenze, proiezioni. «I luoghi speciali sono articolati in fulcri e sono inseriti in sistemi urbani differenti. Nei fulcri sono concentrate tutte le iniziative della Fai Marathon 2016 che contribuiscono alla conoscenza complessiva dell’ambiente urbano». Tra le mete, dalle 10 alle 18, L’Unione Sarda con la visita al Planetario di via Santa Gilla.
 
 

L’UNIONE SARDA
 
4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 ottobre 2016 / Provincia di Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
PULA  Domani a Casa Frau il “romanum convivium” degli studenti dell’Alberghiero
Cala il sipario sulla XXII edizione di PulArchàios, la rassegna culturale organizzata dall’assessorato alla Cultura e che ha fatto da cornice alla campagna di scavo condotta a Nora dalle Università di Cagliari, Genova, Milano e Padova. Come da tradizione domani alle 19, a Casa Frau, si terrà il romanum convivium, il consueto pranzo romano preparato dagli studenti dell’Alberghiero Azuni di Pula in collaborazione con la Pro loco, seguendo il ricettario di Apicio. Per info e prenotazioni contattare la Coptur allo 070/9209138, o l’Infopoint allo 070/9209333. (i. m.)
 
 
 
L’UNIONE SARDA

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 ottobre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Anno accademico numero novanta nella pontificia facoltà affidata ai Gesuiti
TEOLOGIA, UNA LAUREA PER TUTTI
In crescita gli studenti laici
«È il secondo forno, dopo il Seminario regionale, in cui lievitano e arrivano a maturazione le vocazioni sacerdotali». Così l’arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio, nella sua veste di Gran Cancelliere, all’inaugurazione del novantesimo anno accademico della facoltà Teologica della Sardegna. Immagine che potrebbe far pensare a un ateneo popolato esclusivamente da preti e frati, chi in cammino verso l’ordinazione presibiterale o una specializzazione accademica.
TANTI LAICI Specchio dei tempi, la “gesuitica” facoltà - se si guarda al numero degli iscritti - è molto più laica di quel che si pensi: più della metà (124 su 227 immatricolazioni) sono infatti uomini e donne della società civile, il resto sacerdoti e diaconi, chierici del Seminario regionale, religiosi dei conventi della Sardegna. Anche il piano di studi, oltre le Scienze teologiche e pastorali, comprende e spazia dall’antropologia all’arte, dalla filosofia all’archeologia.
I DOCENTI Quasi 50 professori formano il collegio dei docenti, anche qui molti i laici, fra loro anche una donna (Danila Artizzu, specializzata in antichità del vicino Oriente e del Mediterraneo). Il corso di laurea in Teologia dura nove anni ed è suddiviso in un primo ciclo, cinque anni, un biennio “filosofico” e tre anni di studi “teologici”. Il primo biennio si conclude con un diploma in studi filosofici mentre l’intero quinquennio con il Baccellierato in Sacra Teologia. Il secondo ciclo di studi è una vera e propria specializzazione su un settore particolare della teologia e si conclude con la licenza in Teologia dogmatica, in Teologia morale o in Teologia pastorale. Nel terzo ciclo, normalmente di almeno due anni, il candidato deve pubblicare una sua opera che contribuisca al progresso della scienza teologica. Solo a quel punto il corso di laurea può dirsi concluso con il dottorato in Sacra teologia.
NUOVO PRESIDE Il nuovo anno accademico si apre con un passaggio di testimone fra il preside uscente, padre Maurizio Teani e il nuovo reggente, il suo confratello gesuita padre Francesco Maceri. Quello di Teani è stato un passaggio lungo e costellato da importanti aperture: una su tutte, il rinnovato rapporto con i due storici atenei sardi, le Università di Cagliari e Sassari, con la firma di un protocollo di intesa che segna una tappa fondamentale nella storia di queste istituzioni. Così come altro alto momento è stato la visita di Papa Francesco, all’interno della sua intensa giornata cagliaritana, alla facoltà guidata dei suoi confratelli e alla comunità tutta dei Gesuiti di Cagliari.
Paolo Matta
 
 

L’UNIONE SARDA
 
6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 7 ottobre 2016 / Economia (Pagina 13 - Edizione CA)
Il successo della quarta edizione di Sinnova, che continua oggi all’ex Manifattura Tabacchi
«QUEST’ISOLA DÀ DEL TU AL DIGITALE»
Pigliaru: facciamo il possibile per attrarre aziende innovative
Processi di vinificazione di ultima generazione, lavorazione del latte che trasforma il pecorino in una gruviera (molto apprezzato dal presidente Obama), vestiti per bambini aromatizzati alle erbe che crescono in Sardegna (lentischio ed elicriso), ospedali ad alta tecnologia. E ancora: case intelligenti, musei virtuali riprodotti in 3D, droni volanti, sistemi di comunicazione che avvertono la popolazione in caso di allerta meteo, macchinari capaci di rinfrescare le bevande in tre minuti, sensori che attraverso il respiro e la saliva monitorano 24 ore le persone con problemi di cuore.
GLI STAND Ict, aerospazio, biomedicina, biotecnologie, agrifood, turismo, energia, ambiente, edilizia: come sta cambiando la società? Per scoprirlo è sufficiente fare un giro tra gli oltre 130 stand di Sinnova, il quarto Salone dell’innovazione in Sardegna che chiude i battenti questa sera, all’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari.
I COLOSSI MONDIALI Per la prima volta quest’anno partecipano colossi mondiali: Amazon, Accenture, Microsoft e Huawei. «Facciamo il possibile per attrarre queste aziende innovative», dice il presidente Pigliaru, «ci sono moltissime imprese fatte da tanti giovani di talento, questa Sardegna moderna dà del tu al digitale. Abbiamo un ecosistema digitale che continua a svilupparsi».
L’ASSESSORE PACI L’assessore al Bilancio Raffaele Paci: «In una regione come la nostra, insulare, periferica e con pochi abitanti, l’alta tecnologia e l’innovazione sono ancora più irrinunciabili per creare connessione».
LE INIZIATIVE Tra gli stand, un’azienda di Cagliari, Yourdata , che ha sviluppato una piattaforma che consentirà ai pazienti con problemi cardiaci di essere monitorati a casa propria 24 ore al giorno. «Con due biosensori, uno sulla tazza utilizzata per la colazione, l’altro sul telefono, con saliva e respiro si ottengono dati che il medico può verificare in qualunque momento», spiegano i responsabili Marco Sideri e Alessandro Cadeddu.
LA POLEMICA Intanto un tweet pubblicato da Daniela Ducato, imprenditrice premiata per il suo lavoro ecosostenibile, accende la polemica: «Uomini 98% di interventi e tavole rotonde. Zero voce alle innovatrici donne. È prassi italiana», scrive. Il messaggio viene rilanciato dalla consigliera regionale del Centro democratico, Anna Maria Busia, in prima linea per le battaglie sulla parità di genere. Ma l’alzata di scudi è bipartisan. «È un bavaglio alle donne imprenditrici e innovatrici», aggiunge la vicecapogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda. «Sconcertante che il 98% degli interventi sia dedicato agli uomini, come se le donne non si fossero ritagliate un ruolo, arrivando anche a risultati di eccellenza».
Mauro Madeddu

L’iniziativa
Corona: «Così è nato il Salone nel 2012»

Se Sinnova esiste, il merito è certamente suo. «Sì», dice con un sorriso Maria Paola Corona, ex presidente di Sardegna Ricerche. «Quando sono arrivata esisteva solo una manifestazione simile», la Giornata della ricerca, «riservata esclusivamente all’università. Volevo fare qualcosa per le aziende così abbiamo cominciato a pensare, con l’ex assessore al Bilancio Giorgio La Spisa, a una soluzione». Il primo esperimento di un salone dell’innovazione in Sardegna nasce nell’ottobre 2012. «Organizzammo una mezza giornata durante la quale invitammo sia aziende sarde che nazionali e internazionali», spiega. Fu un tale successo che «nove mesi dopo, a luglio 2013, inaugurammo la prima edizione di Sinnova. Forse non è stata quella l’edizione più bella, ma abbiamo gettato le basi. Sinnova è un tesoro a disposizione delle imprese di cui nessuno può fare a meno. È una scommessa vinta», conclude Corona, «e la riprova è che Sinnova esiste ancora». (ma. mad.)
 
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA

7 - La Nuova Sardegna di venerdì 7 ottobre 2016 / Pagina 21 - Sassari
Nei campi del Cus a San Giovani si è svolta la festa dello sport
OGGI IN AULA MAGNA L’ERASMUS DAY
SASSARI Saranno accolti stasera alle 18 nell’aula magna di piazza Università dal rettore Massimo Carpinelli e dal sindaco Nicola Sanna i 155 studenti Erasmus (a fronte dei 119 del primo semestre dello scorso anno), i 25 studenti in mobilità per tirocinio nell’ambito del progetto Erasmus Traineeship in Sardinia (in aumento rispetto ai 14 dello stesso periodo dello scorso anno) e i 13 giovani maghrebini giunti a Sassari con il progetto Sardegna Formed, sostenuto da Unimed e Fondazione Banco di Sardegna. Intanto prima dell’Erasmus Day di stasera gli studenti stranieri hanno già iniziato ad integrarsi in città sui campi del Cus di San Giovanni dove si è svolta la Festa dello sport per la giornata di apertura dell’anno accademico sportivo 2016-17. L’evento ha radunato oltre 100 studenti provenienti da ogni parte del mondo, dando loro il benvenuto a Sassari fra mini tornei di calcio a cinque, basket 3 contro 3, volley, tiro con l’arco e tennis, arrivando sino al golf e all’arrampicata. “Enjoy Sport Now” - questo il titolo della manifestazione - è inserito nel programma “Welcome Week”, settimana di benvenuto agli studenti del progetto Erasmus. Un evento reso possibile grazie alla disponibilità dello staff del Cus Sassari che con il pieno sostegno dell’Università di Sassari del rettore Massimo Carpinelli, in collaborazione con l’Erasmus Student Network. Sui campi di San Giovanni è stato un pomeriggio dedicato alla pratica sportiva, alla socializzazione e alla convivialità: ragazzi di culture e lingue diverse accomunati dalla passione dello sport, tutti con addosso la maglietta griffata Cus, tutti pronti a sperimentare, divertirsi e vivere un’esperienza differente a Sassari, in Sardegna. Oltre un centinaio di studenti, provenienti da Spagna, Marocco, Portogallo, Rep Ceca, Belgio, Polonia, Ucraina e Danimarca, hanno raggiunto gli impianti del Cus a bordo di due autobus messi a disposizione appositamente per l’evento. Dopo la consegna delle maglie sono cominciate le gara di tennis, calcetto, pallavolo e basket. E già si sono viste delle potenzialità interessanti. La giornata ha riservato anche una bella sorpresa regalata la Dinamo presente con Michele Ebeling e Lorenzo D’Ercole, il responsabile tecnico del settore giovanile Giorgio Gerosa, il responsabile organizzativo del vivaio biancoblù Giovanni Piras e la responsabile del settore Minibasket Roberta la Mattina. «Non possiamo che essere pienamente soddisfatti – ha detto il presidente del Cus Nicola Giordanelli –. Abbiamo recapitato agli studenti Erasmus del nostro ateneo un invito alla pratica sportiva, al divertimento, alla socializzazione. La risposta è stata straordinaria: tutti nessuno escluso hanno accettato di essere presenti, di giocare e mettersi in gioco e questo per il Cus e l’Università di Sassari è un risultato davvero importante».
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 
8 - La Nuova Sardegna di venerdì 7 ottobre 2016 / Pagina 21 - Sassari
MEDICINA, È IL GIORNO DEGLI AMMESSI
Oggi dovranno immatricolarsi i 37 ragazzi sassaresi che hanno conseguito il punteggio minimo per iscriversi alla facoltà
di Gabriella Grimaldi
SASSARI Scade oggi la possibilità, per i 37 studenti sassaresi che hanno passato il test di Medicina, di immatricolarsi e cominciare il percorso di studi che li porterà un domani a diventare medici. Sono loro infatti a risultare “assegnati” alla sede che avevano indicato come prima scelta al momento dell’iscrizione alla prova scritta che ogni anno permette a un numero limitato di giovani di entrare nella facoltà di Medicina e Chirurgia. I ragazzi che risultano ammessi hanno conseguito un punteggio minimo di 64,1, la candidata prima classificata a Sassari ha ottenuto un punteggio di 76,1. Un risultato che ha lasciato delusi i tanti giovani, oltre seicento, che si sono ritrovati il 4 settembre al Palaserradimigni per rispondere alle domande del test che andavano dalla biologia, alla statistica, dalla logica alla cultura generale alla fisica e alla chimica. I posti disponibili nella facoltà di Medicina dell’ateneo turritano erano 110 più 11 riservati ai cittadini extracomunitari ma, come è risultato dalla pubblicazione nominativa della graduatoria, soltanto 37 ragazzi (sassaresi per il 90 per cento dei casi) hanno raggiunto il risultato minimo richiesto per potersi iscrivere. I posti rimanenti sono al momento a disposizione di concorrenti che hanno svolto il test in un’altra sede universitaria ma che hanno elencato Sassari tra le sedi preferite qualora non venissero ammessi nella facoltà di prima scelta. Comincia dunque una complessa e stressante procedura (soprattutto per i ragazzi e per le loro famiglie) attraverso la quale chi non ha passato il test “alla prima” potrebbe essere ripescato. Si tratta dello scorrimento della graduatoria pubblicata dal Miur il 4 ottobre che prevede una serie di tappe forzate che si concluderà con l’assegnazione definitiva dei posti. Prima scadenza dunque oggi per gli “assegnati” mentre i cosiddetti “prenotati”, coloro che hanno scelto Sassari come seconda o terza sede, hanno a disposizione diverse opzioni. Possono provvedere all’immatricolazione nella sede e nel corso in cui risultano prenotati, entro oggi (e quindi rinunciano alle altre sedi) oppure mantenere lo stato di prenotato per poter usufruire di una scelta successiva relativa alle eventuali preferenze migliori indicate. I candidati prenotati non decadono dalla graduatoria solo se, entro 5 giorni da ciascuno scorrimento, esclusi sabati e festivi, manifestano la conferma di interesse all’immatricolazione nell’area riservata del sito Universitaly. In assenza di conferma i candidati decadono dalla graduatoria nazionale. L’11 ottobre, il Cineca, ricevute le comunicazioni da parte delle università, procede, in relazione alla posizione di merito e alle preferenze espresse, alla pubblicazione del nuovo scorrimento della graduatoria. La speranza dunque, per i non assegnati è che qualcuno che aveva indicato Sassari come sede secondaria rinunci lasciando posti liberi in graduatoria. Altrimenti, se vorranno, dovranno attendere un anno e ritentare il test.

Nel 2012 il concorso finì in tribunale
Il test di Medicina a Sassari non ha avuto mai vita facile. Rimarrà nella storia la protesta degli studenti che avevano partecipato al concorso nel 2012. Allora era rettore Attilio Mastino, il quale aveva dovuto sostenere una trattativa con i ragazzi che avevano contestato davanti al Tar le procedure, secondo loro irregolari, del test. Sostenevano infatti che il metodo adottato non garantiva la massima trasparenza e soprattutto l’anonimato delle risposte presentate. Le carte bollate furono scambiate per diversi mesi fino a un accordo del 2013.

 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 
9 - La Nuova Sardegna di venerdì 7 ottobre 2016 / Pagina 2 - Primo piano
Nel 2015 sono partiti in 107mila alla ricerca di un lavoro.
SEMPRE PIÙ RAGAZZI LASCIANO L’ITALIA
Mattarella: «È un impoverimento per la nostra nazione»
ROMA È una emorragia di talenti e di competenze, una fuga di massa verso i Paesi europei e verso l’America. Non in cerca di fortuna, come fu per i nostri nonni all’inizio del Novecento, ma in cerca di opportunità e riconoscimento per chi, dopo l’università, dopo uno o due master, ha aspettative di lavoro che non vengono soddisfatte. Il Rapporto sugli italiani nel mondo 2016 della Fondazione Migrantes della Cei certifica il grande esodo dei “cervelli” dal nostro Paese: 107.529 persone hanno lasciato l’Italia nel 2015 (6.232 in più, il 6.2%, rispetto all’anno precedente), soprattutto giovani tra i 18 e i 34 anni (39.410, il 36,7%), i cosiddetti “Millenials”. E la nuova “terra promessa” per molti “espatriati” è la Germania (16. 568), seguita a brevissima distanza dal Regno Unito. «La mobilità è una risorsa, ma è dannosa se è a senso unico», quando cioè «non è corrisposta da una forza di attrazione che spinge al rientro» spiega il rapporto che, citando i dati di uno studio dell’Istituto Toniolo, sottolinea che i Millennials, una generazione istruita che spesso ha partecipato a programmi di studio di scambi internazionali, «sono la prima generazione nella quale la scelta non è tanto se partire ma piuttosto se restare». A seguire, la fascia più rappresentata tra chi parte è quella degli adulti tra i 35 e i 49 anni, il 25,8%. Vanno a ingrossare le fila dell’Italia che cresce fuori dai confini, che nel 2015 contava 4,8 milioni di persone, con un aumento di oltre 174mila unità (3,7%) rispetto al 2014.
 
Ma il dato che impressiona è l’impennata del numero degli italiani all’esterno negli ultimi dieci anni: erano 3 milioni nel 2006, con un aumento del 54,9%, con Spagna e Brasile in cima alle preferenze. Oggi oltre la metà, 2,5 milioni di persone, risiede in Europa, oltre il 40% in America. E benché il Sud sia l’area in cui storicamente si sono registrate le maggiori partenze (Sicilia e Campania in testa), aumentano i flussi dal nord, tanto nel 2015 le prime regioni in termini assoluti per espatri sono state Lombardia (oltre 20mila) e Veneto (oltre 10mila). Terza la Sicilia (9.823). «È un segno di impoverimento piuttosto che una libera scelta ispirata alla circolazione dei saperi e delle esperienze» osserva con amarezza il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricordando che l’Italia «ha una storia antica di emigrazione» ma che i flussi che non si fermano, in un contesto molto diverso da quello del passato, rappresentano un segnale grave. «La mobilità dei giovani italiani è una grande opportunità che dobbiamo favorire» sottolinea. Ma i giovani, afferma, «devono potere andare liberamente all’estero, così come devono poter tornare a lavorare in Italia se lo desiderano, e riportare nella nostra società le conoscenze e le professionalità maturate». Il viaggio, invece, è spesso di sola andata: così la parte migliore di una generazione sparisce oltre confine portando con sè le sue competenze. «Chi vuole andarsene ha tutto il diritto di farlo. Noi dobbiamo creare un clima che permetta loro di tornare» dice il premier Matteo Renzi mentre, ricorda il presidente di Migrantes, monsignor Guerino Di Tora, «l’Europa si sta frantumando sulla solidarietà» dimostrando che il fondamento dell’Unione era «l’economia e non la giustizia sociale». «Gli italiani che emigrano sono la prova di una pulizia etnica in corso - accusa Matteo Salvini - Scappano al Paese in centomila e sbarcano 150mila clandestini. È una invasione da fermare con ogni mezzo». E se davanti alle parole del leader leghista il sottosegretario Benedetto Della Vedova parla di espressioni che «seminano odio», il Movimento 5 Stelle punta il dito contro il governo: «È il segno che le politiche di questo governo, dalla riforma della scuola al Jobs act, hanno miseramente fallito». (m.r.t.)
 

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