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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 July 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 21 luglio 2016 / Borsa (Pagina 17 - Edizione CA)
Pigliaru: dati incoraggianti
FONDI E INSULARITÀ: IL MIUR PROMUOVE LE UNIVERSITÀ SARDE
Non è frequente che i rettori si ritrovino sotto esame. Quando accade, è fonte di particolare sollievo che si concluda con la promozione. Soprattutto se in ballo ci sono i fondi per gli atenei e il riconoscimento delle difficoltà oggettive in cui operano. Per questo Maria Del Zompo, rettrice dell'Università di Cagliari, ieri a Roma anche in rappresentanza del suo omologo Massimo Carpinelli dell'Università di Sassari, si è detta soddisfatta dell'incontro con la ministra dell'Università Stefania Giannini, al quale hanno partecipato anche il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l'assessora all'Istruzione Claudia Firino. «Siamo soddisfatti del nostro miglioramento registrato dal ministero - ha detto - legato certamente agli sforzi comuni compiuti nel nostro Ateneo»
I dati sulle assegnazioni del Fondo di finanziamento ordinario, ha detto Pigliaru «mostrano che le Università sarde hanno lavorato bene: significa che nell'assegnazione delle risorse per il 2016 si avrà, rispetto al 2015, un miglioramento della quota-base del finanziamento ordinario», ha spiegato Pigliaru. Inoltre la ministra ha confermato che, nella revisione dei parametri per i finanziamenti dal 2017 «sarà riconosciuta la condizione di insularità. È un risultato che, sommato alle performance positive, apre prospettive incoraggianti per i nostri Atenei»
 
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 21 luglio 2016 / Cronaca di Olbia (Pagina 39 - Edizione CA)
TEMPIO. Università di Sassari
Giurisprudenza, laurea in carcere per due detenuti
Due detenuti del carcere di Nuchis si sono laureati nei giorni scorsi in Giurisprudenza grazie alla possibilità offerta dal protocollo di intesa tra l'amministrazione penitenziaria e l'Università di Sassari. Martedì è stata conferita la Laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza un detenuto che ha discusso una tesi intitolata "La legittima difesa", all'interno del carcere. Un percorso formativo non facile anche dal punto di vista organizzativo, per un uomo sottoposto a misure rigide, che si è svolto completamente all'interno della struttura carceraria con notevoli limitazioni alle possibilità di incontro con i docenti, fruizione dei materiali didattici e dei servizi online dell'Università. Meno complicato, da questo punto di vista, il percorso dell'altro detenuto di Nuchis che qualche giorno prima aveva conseguito la Laurea magistrale in Giurisprudenza recandosi in permesso a Sassari, dove nell'Aula Magna dell'Ateneo, ha discusso una tesi dal titolo "Ergastolo ostativo: aspetti problematici", ottenendo 110/110 e lode.
«Per l'anno accademico 2015-2016 - spiega una nota dell'Ateneo - risultano immatricolati 40 studenti detenuti, iscritti a 15 diversi corsi di Laurea. Ogni corso di Laurea (o Dipartimento) ha nominato un referente che affianca il delegato rettorale e facilita il contatto tra i responsabili delle aree educative dei 4 istituti di reclusione coinvolti (Alghero, Nuoro, Sassari-Bancali e Tempio-Nuchis) e i docenti».
 
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 21 luglio 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Dibattito a Cagliari organizzato dal deputato Pd Meloni
Referendum, ragioni a confronto
Le ragioni del Sì e quelle del No: in questi giorni sono tanti gli appuntamenti dedicati al referendum costituzionale che dovrebbe svolgersi nel prossimo autunno. Stasera (alle 18 nella mediateca del Mediterraneo a Cagliari) si terrà l'incontro organizzato dal Circolo Pd Cagliari Metropolitana: sarà introdotto da Marco Meloni, deputato del Partito democratico e membro della commissione Affari costituzionali, e da Pietro Ciarlo, professore di diritto Costituzionale e prorettore dell'Università di Cagliari.
I relatori saranno Marco Olivetti, docente di Diritto Costituzionale all'Università Lumsa di Roma e Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza della Politica a Bologna e docente della Johns Hopkins University.
Sempre oggi (alle 19, all'Hostel Marina di Cagliari) si svolgerà la conferenza “Difendiamo la Costituzione”, organizzata dal comitato per il No al referendum della Sardegna. All'incontro parteciperà Maurizio Landini, segretario nazionale della Fiom Cgil, e interverrà Francesco Sotgiu, coordinatore del movimento studentesco Link Cagliari.
I due appuntamenti sono stati anticipati ieri dal dibattito organizzato dall'associazione culturale Socialismo diritti riforme, guidata da Maria Grazia Caligaris. A sostegno delle ragioni del Sì è intervenuto Marco Betzu, costituzionalista e ricercatore dell'Università di Cagliari, mentre per il “Comitato del No” è intervenuto Carlo Dore Junior, ricercatore dell'Università di Cagliari. L'incontro è stato moderato dal giornalista Umberto Aime. (m. r.)


 
 
4 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 21 luglio 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Il contributo dei cittadini per Cagliari
In due interviste i nuovi assessori all'Urbanistica e ai Lavori Pubblici, Francesca Ghirra e Gianni Chessa, hanno esposto le linee programmatiche dei loro prossimi cinque anni di governo. Tutti gli itinerari descritti appaiono di concreta fattibilità. C'è un però: il reperimento delle risorse finanziarie. Infatti se si vuole che i vecchi complessi del centro storico, come il San Giovanni di Dio, l'ex Buoncammino, le ex Cliniche Aresu e Macciotta, l'ex Moderno, l'ex Semoleria da adattare a campus universitario si trasformino in strutture polivalenti con prevalenza abitativa per giovani coppie e studenti che riportino Cagliari al ringiovanimento; se, a mo' di esempio, si vuole che l'ex Fiera diventi un complesso polisportivo affacciato sul mare e se si vuole trasformare l'area restituitaci di via Is Guadazzonis in una sequenza di campi sportivi; se, in poche parole, si vuole veramente recuperare Cagliari, come dice Ghirra, i due assessori, resisi conto dell'entità delle risorse disponibili, non devono disperderle in tanti rivoli quali quelli indicati nelle linee programmatiche, forse politicamente remunerativi ma non altrettanto di sicura riuscita. Devono invece concentrarsi in pochi seri progetti, frutto di una scelta non individuale o di Palazzo, bensì della collettività cittadina, naturalmente di tutti e non dei soliti pochi noti. Chiamino perciò a raccolta i cagliaritani, invitandoci anche a dare un contributo finanziario in formula azionaria per allargare le opzioni e concludere il loro programma.
Gesualdo Gorini
 
 
 
5 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 21 luglio 2016 / Provincia di Nuoro (Pagina 37 - Edizione CA)
NUORO
Università, stasera in via Salaris incontro  sui diritti umani in Europa
Oggi alle 20 a Nuoro, nel patio del Consorzio universitario in via Salaris, si svolge un incontro dal titolo “Aperitivo per l'Europa: problemi e prospettive”. L'evento nell'ambito della prima edizione della Summer School sul futuro dei diritti umani in Europa. Partecipano Gabriella Ferranti, Silvia Angio, Deborah Scolart, Cristina Carta, Salvatore Boeddu.
Consorzio Satta alla Regione, oggi pomeriggio
vertice in Municipio tra il sindaco Soddu e l'assessore Firino
Oggi l'assessore regionale Claudia Firino è attesa a Nuoro per discutere del futuro del consorzio Satta e delle modalità del passaggio alla Regione. L'incontro è convocato dal sindaco Andrea Soddu in municipio, alle 16. Partecipa anche l'amministratore straordinario della Provincia Alessandra Pistis. Il vertice avviene dopo il nulla di fatto della scorsa settimana a Cagliari per l'assenza del sindaco. «È occasione gradita, anche perché potrà permettere una visita conoscitiva e propedeutica al fine di una possibile valutazione della situazione reale della struttura», riferisce il Comune. In esame anche il mancato riconoscimento da parte della Regione della Fondazione universitaria.

 
 
 
6 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 21 luglio 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
MICROCITEMICO. Nonostante i successi di Ginecologia e ostetricia
«Un reparto disastrato»
Le prestazioni d'eccellenza in locali fatiscenti
Grandi numeri per prestazioni d'eccellenza in piccoli spazi, ristretti e non a norma. Quattro cubicoli di un metro e mezzo per due, collegati da un corridoio lungo nemmeno due passi illuminato da un faretto attaccato alla parete alla bell'e meglio: dietro la porta delle stanzette l'unica luce è quella riflessa dai monitor degli ecografi - lo schermo è in bianco e nero - incastrati tra il muro e il lettino. Non ci sono finestre. Nemmeno ricambio d'aria. È un angolo cieco del Microcitemico questa parte di Ginecologia e Ostetricia. E il resto del reparto non è migliore.
 IL TOUR Basta un giro. Gli aggettivi sono: improvvisato, precario, ristretto. Come gli spazi per la banca dell'embrione. Uno s'immagina stanze ipertecnologiche: è una camera chiusa da un paravento stipata di fusti, infilati anche sotto una scrivania. Tra le tante attività svolte, anche quella sul seme maschile. E agli uomini che devono produrlo è dedicato un bagnetto. Niente di più. Poi tornano nelle sala d'attesa. La mattina presto è affollato anche l'androne. Perché la sala è piccola. Una parete è annerita da una vecchia perdita, riparata anni fa. Chiuso il buco nessuno poi ha pensato di stendere una mano di tinta. E a volte, in certe stanze, se fuori piove l'acqua arriva anche dentro. Pure nel bugigattolo stipato di documenti che qui chiamano sala medici . Eppure ogni anno in queste camere passano circa seimila donne sarde in gravidanza. Cercano risposte per scacciare le prime paure sulla salute dei loro figli con gli screening fetali per la prevenzione della sindrome di down. Nel complesso, si effettuano 9000 ecografie all'anno. Un centro d'eccellenza riconosciuto a livello europeo «in locali fatiscenti, insufficienti e inadeguati. Non si rispettano i requisiti minimi previsti dalle norme»: la denuncia è del segretario provinciale del sindacato Fials, Paolo Cugliara. Si fa portavoce degli operatori di ogni ordine e grado che ogni giorno lavorano al piano terra dell'ospedale di via Jenner, diretti dal professor Giovanni Monni. Sono loro a far funzionare le cose. Anche se non dimenticano le promesse del gennaio 2014, quando l'allora manager dell'Asl Emilio Simeone e tutti i big della sanità cagliaritana avevano promesso «nuovi spazi per la terapia genica nel nuovo blocco».
SALE OPERATORIE Ma era il tempo degli annunci e su questo versante del polo sanitario di via Jenner - nell'altro c'è l'Oncologico - ci sono abituati. Dieci anni fa si parlava di un centro chirurgico pediatrico al primo piano. Nei grandi lavori di risistemazione dell'ospedale era previsto un blocco operatorio. Doveva servire anche a evitare le trasferte in ambulanza, verso altre strutture, per i bambini colpiti da patologie oncoematologiche, che sono costretti a vivere a lungo, e combattere, al Microcitemico: le loro difese immunitarie sono minime, i viaggi sono pericolosi. C'era anche un primario designato, Luigi Mascia. Sulla sua busta paga c'era scritto che è un dipendente di via Jenner. Anche se non si è mai spostato dal Santissima Trinità dove, anche lì tra mille disagi, opera nella chirurgia pediatrica. Le sale operatorie al Cao sono state realizzate, finite nel 2011, ma non sono mai state aperte. Perché nel frattempo è stato necessario trasferire i reparti della clinica Macciotta da via Porcell, che cadevano a pezzi. Un pasticcio fatto di lungaggini e soldi spesi per continue ristrutturazioni, da una parte e dall'altra.
 Enrico Fresu

 
 
 
 
7 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 21 luglio 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Sfogo del presidente dopo la cessione agli inglesi: non pensino di fare i pirati
Biobanca, stop di Parco Genos «I campioni? Li abbiamo noi»
«Prima di prendere i campioni dovranno pur bussare, no?», sbotta Pier Giorgio Lorrai, al telefono da Tortolì. Non è giornata. Intanto perché è da sabato scorso che nella sua azienda della zona industriale di Baccasara - dove produce cristalli per laser destinati alla ricerca medica e al ministero della Difesa - non c'è corrente elettrica. E poi per quest'altra storia qui, dell'azienda londinese Tiziana Life Sciences che ha comprato all'asta la biobanca di Shardna, col corredo genetico di 13 mila ogliastrini, lo scrigno di informazioni più prezioso al mondo sulla prevenzione delle malattie e sul mistero della lunga vita. Tutte le provette conservate a -80° nei freezer del sottopiano dell'Ipsia di Perdasdefogu, dov'è la sede di Parco Genos, il consorzio presieduto dal medesimo Lorrai - titolare della maggioranza delle quote - che mette insieme il Comune di Perdas, quello di Talana, e la Consdabi, un centro di sperimentazione genetica di Benevento.
«Senta, noi non chiudiamo le porte a nessuno, ma nel caso pensassero di venire in Ogliastra a fare i pirati...». La conversazione si chiude qui, cade la linea e diventa impossibile poi rintracciare Lorrai. Non che le (poche) parole dette al telefono lascino dubbi sull'umore del presidente di Parco Genos, ma voci indiscrete assicurano che è veramente imbufalito, lui che - arrivato nel gennaio scorso - sognava di rilanciare il laboratorio di analisi in Ogliastra. E a questo punto - mentre i sindaci di Perdasdefogu e Talana, che ieri pomeriggio hanno incontrato i cittadini in assemblea, sono più possibilisti verso il nuovo corso britannico - è evidente che si sta profilando una spaccatura dentro il sodalizio.
Dopo che nel 2012 il San Raffaele al tracollo trascinò Shardna dentro il pozzo nero del fallimento, le preziosissime provette (in tutto 500 mila, ma i campioni venduti alla Tiziana Life Sciences sono 230 mila), sono sempre state custodite qui, nei laboratori del Parco Genos, con l'unica dipendente rimasta (Debora Parracciani, 46 anni, tecnico di laboratorio) a fare la guardia giorno e notte al termostato dei freezer mentre la corrente elettrica - come ovunque in Ogliastra - va e viene.
Il presidente Lorrai avrebbe voluto riavviare prelievi e ricerca, e apposta presentò ricorso quando mesi fa venne a sapere della vendita all'incanto della biobanca. Invece tutto il patrimonio di sangue da studiare è finito in mano a una società quotata alla Borsa di Londra. Qualcuno ha pure chiesto a Lorrai perché accidenti non ha partecipato lui all'asta. Perché, si è sentito rispondere, «le provette di sangue e Dna non si possono né vendere né comprare: sono dei cittadini».
Così adesso, mentre il Garante per la privacy tiene aperti gli occhi sulla vicenda e non ha affatto chiuso la pratica, la Tiziana Life Sciences chiederà nuovamente una firma ai 13 mila ogliastrini donatori e agli eredi dei defunti per il via libera al trattamento dei dati. Consenso che, occorre dirlo, venne dato a suo tempo - quando, tra il 2001 e il 2009, vennero fatti i prelievi di sangue in dieci paesi dell'Ogliastra - non solo a Shardna e al Cnr, ma pure al Parco Genos. Che, a oggi, ancora non è stato contattato dagli acquirenti londinesi della biobanca manco per un buonasera.
Intanto, in Consiglio regionale, Emilio Usula (Rossomori) è intervenuto con parole di fuoco «sulla svendita della nostra identità biologica», mentre il gruppo dei Riformatori ha presentato un'interrogazione al presidente Francesco Pigliaru (primo firmatario Luigi Crisponi) per chiedere «se non ritenga corretto avviare un'indagine interna» sul disinteresse mostrato «dalle società in house regionali nel campo della ricerca e dalla stessa amministrazione centrale», e «quali iniziative ritenga di porre in essere affinché l'ingente patrimonio genetico resti nel perimetro della ricerca isolana».
Un altro degli imbufaliti è Roberto Pili, medico oncologo e presidente della Comunità mondiale della longevità. Nel 2012, da presidente del Consiglio provinciale di Cagliari, si batté per far sì che la Regione prendesse in carico il progetto di Shardna ormai naufrago, ma come è andata si è visto. «La Regione avrebbe potuto coinvolgere le Università e diversi enti. Con un piccolo impegno finanziario avremmo salvato quel gruppo di ricerca che invece è stato smantellato». Dice che il valore della banca dati del Dna «è impagabile», ma è stata svenduta «per un prezzo che dire offensivo è poco». Adesso, aggiunge, «la Sardegna che fino a qualche anno fa era la frontiera degli studi genetici può soltanto affidarsi alle buone intenzioni di un'azienda internazionale che si è comprata un tesoro spendendo pochi spiccioli».
 Piera Serusi
 
8 - L’UNIONE SARDA di  giovedì 21 luglio 2016 / Esteri (Pagina 14 - Edizione CA)
TURCHIA. Dopo il golpe fallito ancora arresti. Un militare: io con Gulen
Erdogan: «Stato d'emergenza per tre mesi»
Doveva parlare alla Nazione, ma non lo ha fatto per tutto il giorno. Poi, in serata, il presidente Recep Tayip Erdogan, ha fatto conoscere ai turchi la «decisione importante» che era stata preannunciata. E cioè che il Consiglio dei ministri, accogliendo la raccomandazione del Consiglio di sicurezza nazionale riunitosi ieri pomeriggio, ha approvato l'introduzione dello stato d'emergenza in Turchia per tre mesi, in virtù dell'articolo 120 della Costituzione. Lo stato d'emergenza entrerà in vigore non appena sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e permetterà a presidente e governo di bypassare il Parlamento per l'approvazione di nuove leggi e di limitare o sospendere diritti e libertà ove lo ritengano necessario. Per Erdogan la pena di morte non è esclusa come non lo sono i sospetti di un intervento di Paesi stranieri nel golpe. In Turchia continuano intanto gli arresti e le limitazioni delle libertà ai presunti golpisti: sono stati arrestati due giudici della Corte Costituzionale, e i professori universitari non potranno lasciare il Paese. Da ieri, sugli organi di informazione turca, cominciano a comparire le prime ricostruzioni di quanto sia accaduto nel quartier generale della difesa di Ankara durante le ore del golpe. Il segretario personale di Hulus Akar, la massima autorità militare turca, avrebbe puntato una pistola alla testa del suo capo per farlo aderire al golpe e sottoscrivere la dichiarazione da leggere in televisione. E nello stesso modo sarebbero stati minacciati anche altri tre grandi capi dell'esercito turco. Se questi elementi venissero confermati si potrebbe parlare del golpe “dei numeri due”. La tesi di Erdogan è che dietro il tentato colpo di Stato ci sia Fethullah Gulen, il capo di una setta potentissima in Turchia - conta 4 milioni di adepti - che avrebbe infiltrato le alte cariche istituzionali e creato uno Stato parallelo. Su questo fronte ieri si è aggiunto un elemento che rinforza questa tesi. Levent Turkkan, uno dei collaboratori più stretti della prima carica militare turca, Hulus Akar, ha confessato di far parte dell'organizzazione di Fethullah Gulen. «Ero povero - ha confessato - e Gulen mi ha aiutato. La sera prima di sostenere l'esame per entrare all'Accademia militare mi hanno dato le domande». Ha anche confessato di aver messo cimici per spiare l'attività di Akar. La Turchia ha chiesto agli Usa l'estradizione di Gulen. Erdogan sta procedendo con le sue purghe. Si tratta però di capire a cosa miri realmente. Se Gulen ha costruito uno Stato parallelo, nei provvedimenti di arresto e di allontanamento dal posto di lavoro sono finite anche persone legate ai repubblicani laici? Perché si chiede ai presidi delle oltre 1.500 Università turche di rassegnare le dimissioni? Per un professore italiano dipendente di una Università di Ankara «sono misure interlocutorie, sta cercando di capire chi è con lui», dice all'Unione Sarda chiedendo di non essere citato. Le 295 mila mail interne al partito di Erdogan rilasciate da Wikileaks potrebbero essere d'aiuto a capire i loro obiettivi.
Edoardo Garibaldi
 

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9 - LA NUOVA SARDEGNA di  giovedì 21 luglio 2016 / Pagina 8 - Sardegna
Il ministro fa marcia indietro. Dal 2017 riconosciuto anche lo stato d’insularità
UNIVERSITÀ, RISCHIO TAGLI SCAMPATO
CAGLIARI Le università di Cagliari e Sassari possono tirare un sospiro di sollievo. Quest’anno il taglio dei finanziamenti dello Stato sarà minimo, merito dei buoni risultati ottenuti nel 2015 dai due Atenei. Poi nel 2017 per evitare altre sforbiciate, arriverà il salvagente dell’insularità, destinato a mettere al sicuro Cagliari e Sassari. È stata un successo la missione urgente a Roma, negli uffici del ministero dell’Istruzione, del presidente della Regione Francesco Pigliaru e dell’assessore alla Cultura Claudia Firino. Il ministro Stefania Giannini di fatto è ritornata su i sui passi, dopo che la settimana scorsa erano rimbalzate dalla Capitale notizie sui subito denunciate, con toni forti, dallo stesso assessore Firino. Il pericolo dovrebbe essere scampato. Anno in corso. Nel 2015 le due università sarde hanno ottenuto buoni voti dal ministero grazie ai bilanci in ordine e al numero degli iscritti. Il giudizio positivo – è scritto in un comunicato del ministero – vale di fatto la quasi conferma totale per quest’anno del precedente contributo. Maria Del Zompo, rettore dell’università di Cagliari e che al vertice ha rappresentato anche l’ateneo sassarese, si è detta soddisfatta: «Secondo i primi calcoli, per noi la sforbiciata dovrebbe fermarsi a 600-700mila euro, mentre sarebbero potuta essere di 2,5 milioni. Anche Sassari si avvantaggerà dal giudizio positivo e i contributi del fondo nazionale le saranno riconfermati». L’anno prossimo. Qualunque sia la prossima pagella, nel 2017 le due Università potranno contare sulla clausola di salvaguardia, è quella legata allo stato di insularità, che dovrebbe metterle al sicuro dai criteri più restrittivi adottati dal ministero. Ad esempio, in Sardegna, avranno un peso minore quelli sulla quota di finanziamenti privati o sugli studenti in arrivo da altre regioni. Il presidente. Alla fine della riunione a Roma, il governatore Francesco Pigliaru ha detto: «L’incontro è stato positivo per due motivi. Il primo: dal ministero è arrivata la conferma che le due nostre Università hanno lavorato bene e dunque quest’anno, nell’assegnazione delle risorse avranno, rispetto al 2015, una migliora quota base per quanto riguarda il finanziamento ordinario». Poi il secondo motivo di soddisfazione: «Su nostra richiesta – ha proseguito Pigliaru – nella revisione dei parametri a partire dal 2017 alle nostre due Università sarà riconosciuta la condizione di svolgere l’attività in un isola». Per concludere: «È il risultato che attendevamo e, sommato alle performance positive, apre prospettive incoraggianti per i nostri Atenei». L’assessore. Missione compiuta, è stato il commento di Claudia Firino. « È importante – ha detto – che alla Sardegna sia stato riconosciuto il suo stato di isola. Dunque una condizione oggettiva, non certo un privilegio, che sarà inserita nei prossimi criteri ministeriali». L’assessore ha ribadito di essere soddisfatta anche per i risultati raggiunti anche dalle università di Cagliari e di Sassari: «Grazie anche ai finanziamenti regionali e nonostante le difficoltà sono riuscite a proporre un offerta formativa di primo livello». (ua)


 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di  giovedì 21 luglio 2016 / Pagina 20 - Oristano
L’Oristanese diventa il terreno ideale per testare i nuovi metodi di ricerca
Da Mont ’e Prama alla laguna di Santa Giusta si lavora con tecnologie avanzate
Droni, georadar e sonar: l’archeologia cambia volto
di Enrico Carta
ORISTANO Cambia il mondo e tecnologie avanzate fanno il loro ingresso in campi di studio sinora rimasti legati, per lo meno nell’immaginario collettivo, a metodi datati. E invece proprio l’archeologia che va alla scoperta del passato è diventata anche il terreno, non soltanto inteso come luogo figurato, in cui raccogliere i vantaggi che le nuove strumentazioni garantiscono. E in questo Oristano si colloca proprio come luogo ideale per testare l’efficacia dei nuovi metodi di ricerca. L’archeologia vecchia maniera è sepolta e dalle viscere della terra o dalla superficie del mare e delle lagune emerge un nuovo modo di andare a scoprire i segreti della storia. Una terra ricca di tesori ancora da riportare alla luce diventa così il paradiso di un lavoro che richiama all’opera varie figure specializzate. È successo a Cabras per gli scavi di Mont ’e Prama, è successo più di recente a Santa Giusta e nel golfo di Oristano dove si sta andando alla ricerca dell’antica città di Othoca. Ma il discorso si può ampliare al corso di specializzazione in Archeologia subacquea dell’università di Oristano. Proprio gli ultimi scavi e le ultime ricerche hanno dimostrato come sia cambiato il modo di andare a conoscere il passato. Le sinergie riguardano ormai varie sovrintendenze, facoltà universitarie e istituti di ricerca, come ad esempio il Centro Marino Internazionale e il Cnr di Torregrande. Nelle piccole asperità di Mont ’e Prama, un ruolo determinante l’ha avuto ad esempio il georadar messo in campo dal dipartimento di Geofisica della facoltà di Ingegneria di Cagliari, a Santa Giusta e sulla foce del Tirso, dove si va in cerca della leggendaria città di Othoca, sepolta dalle acque dello stagno. In quest’ultimo caso i geologi indagano sulla stratigrafia cercando di studiare i sedimenti dei fanghi nella laguna e alla foce del Tirso. Lo fanno con i classici sondaggi, ma utilizzano anche dei sonar che registrano l’acustica subacquea e persino dei piccoli droni naviganti che al loro interno hanno sistemi di rilevazione satellitare. I sondaggi vengono poi messi in relazione con la tipologia di suoni rilevati e da questo si ricavano poi dati scientifici che gli archeologi devono elaborare. Ecco come l’Oristanese, il suo territorio e persino le sue acque, diventano il campo di ricerca ideale per le nuove frontiere dell’archeologia. Quel che invece sembra mancare, mentre la scienza corre a velocità elevata, sono gli investimenti che consentano alla ricerca di andare avanti spedita.
 
 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di  giovedì 21 luglio 2016 / Pagina 7 - Sardegna
La riforma delle aziende sanitarie in pericolo per le divisioni nella maggioranza
I dubbi maggiori sulla sede: Sassari in pole position con il sostegno della Giunta
LA ASL UNICA RISCHIA LO STOP
IN AULA 560 EMENDAMENTI
CAGLIARI Poco più di 560 emendamenti: 40 presentati dalla Giunta, 100 dalla maggioranza e il resto dall’opposizione. Sono questi gli ultimi numeri con cui presto dovrà confrontarsi e scontrarsi – da martedì prossimo in Consiglio regionale – la riforma delle Asl. È una montagna di carta, con il rischio dell’effetto valanga, leggi riscrittura completa, sulla bozza presentata mesi fa dall’assessore alla Sanità Luigi Arru. Sassari e Nuoro in fuga. Al di là delle ipotetiche correzioni volanti e più o meno decisive, il “colpo grosso” è quello sulle sedi. A sorpresa, in aula, la Giunta sosterrà l’apertura a Sassari della sede di «Unica» e a Nuoro della centrale operativa del’Azienda emergenze-urgenze. Lo farà con un emendamento in cui tra l’altro c’è scritto: «Dal primo gennaio 2017 l’Asl 1 incorporerà le altre sette aziende» e verrà promossa ad «Azienda unica sanitaria regionale». La decisione è arrivata nella notte dopo le polemiche di questi giorni e una prima ipotesi, la sede doveva essere Oristano, abbandonata in fretta. Però la scelta di Sassari potrebbe essere contrastata, sempre in aula, dal partito trasversale che sostiene: «È assurdo tenere lontani l’assessorato, a Cagliari, e una direzione centrale che si occuperà della gestione». Eppure la scelta di Sassari, se si vuole, non è del tutto nuova. L’indiscrezione era trapelata subito dopo il via libera alla riforma degli Enti locali, con la promessa di un risarcimento, proprio a Sassari, per non aver ottenuto lo status di città metropolitana. La promessa è stata mantenuta, resta da capire come l’aula reagirà. Una spaccatura nel centrosinistra va messa nel conto, c’è già, mentre la maggioranza sembra più compatta sul binomio Nuoro-ex 118. Sulla centralità del sistema emergenze-urgenze nessuno ha dubbi e anche in questo caso la decisione potrebbe essere un risarcimento. A suo tempo gli ospedali San Francesco e Zonchello sono stati esclusi dalla cosiddetta fascia di eccellenza, riconosciuta invece all’Azienda mista di Sassari e al Brotzu di Cagliari. Ora Nuoro ritornerà a essere anche un crocevia sanitario Terzo posto. In questa legislatura per numero di emendamenti, la sanità conquista il terzo posto assoluto. Al primo continua a esserci la legge sugli Enti locali, con le sue inarrivabili 2.500 correzioni, al secondo l’ultima Finanziaria, 800. Scende al quarto, la legge sull’edilizia (ex Piano casa) con 200. Record 1. Stavolta fra i partiti il primato spetta a Forza Italia con 170 emendamenti e in allegato c’è anche il commento gruppo in Consiglio: «La nostra è una proposta alternativa e faremo il possibile per bloccare il caos pensato dal centrosinistra» Dove «la mano destra non sa ancora cosa fa e farà quella sinistra», ha sottolineato Giancarlo Carta. In maggioranza è il Partito dei sardi, con 35, a essere in testa alla lista: era prevedibile, i sovranisti continuano a essere fra i più critici. Anche il Centro democratico si è dato da fare: 20 potenziali correzioni, ma ha rinunciato a quella totalizzante che difatto avrebbe riscritto tutti i 18 articoli. Nessun emendamento è stato presentato dal gruppo Pd ma in aula più di un consigliere Dem potrebbe prendere iniziative personali, e dall’Udc, in minoranza, che fa sapere: «Li leggeremo in aula e saranno molti». Record 2. Il consigliere regionale che ha depositato più emendamenti è Marcello Orrù (Psd’Az), vicepresidente della commissione Sanità: 90. Mentre il presidente dello stesso parlamentino, Raimondo Perra del Psi, uno solo sul nome e la sigla di «Unica». Secondo la proposta, non dovrà chiamarsi più Asur, azienda sanitaria unica regionale, ma Ats, azienda per la tutela della salute. Chissà come finirà anche questa disputa. La commissione. L’ultimo vertice di maggioranza, ieri, non ha risolto i dubbi, quello sulle sedi prima di tutto. Oggi la commissione passerà al setaccio gli emendamenti. Martedì 26 luglio è in calendario la ripresa del dibattito in aula e gli ottimisti fanno sapere: «Dopo dieci giorni, voteremo la legge». (ua)
 
Per la direzione spunta il nome di Moirano
Non c’è solo il romagnolo Bruno Zanaroli, ex manager dell’A«ienda sanitaria di Sassari, nella stretta cerchia dei candidati per la direzione dell’Asl unica. Un concorrente di punta potrebbe essere Fulvio Moirano, 61 anni, nato a Cuneo, medico e attuale direttore generale dell’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte. Dal 2010 al 2014 è stato al vertice di Agenas, l’agenzia nazionale che controlla la spesa sanitaria ed è esperto nell’accompagnare le regioni canaglia nel piano di rientro. Visto il deficit della Sardegna, l’ultimo accertato dalla Corte dei conti è stato di 213 milioni nel 2014, Moirano potrebbe essere l’uomo giusto. A nominare il manager, va ricordato, sarà la Giunta e dovrà farlo il primo settembre quando scadrà l’incarico degli 11 commissari Asl.


 

12 - LA NUOVA SARDEGNA di  giovedì 21 luglio 2016 / Pagina 13 - Attualità
In manette anche due giudici costituzionali e il rettore dell’università di Gazi
Arriva la prima confessione di un golpista, nel Paese clima sempre più pesante
Turchia, nuovo giro di vite contro docenti e cronisti
ISTANBUL  Dopo quasi 60 mila epurazioni e 10 mila arresti, la Turchia si prepara a un’ulteriore, durissima stretta del presidente Recep Tayyip Erdogan. In un Consiglio di sicurezza nazionale fiume, durato quasi 5 ore e seguito dalla riunione del governo, sono state messe a punto misure straordinarie dopo il fallito golpe, dopo una giornata di nuove purghe che hanno colpito migliaia di dipendenti pubblici, professori, e giornalisti. In manette anche due giudici della Corte costituzionale. «Misure che contraddicono l’azione di uno Stato di diritto» attacca la Germania. Intanto, è arrivata la prima confessione di un golpista. È il luogotenente colonnello Levent Turkkan, consigliere del capo di Stato maggiore, che ha ammesso di far parte della rete di Fethullah Gulen, accusata da Ankara di aver organizzato il putsch. Agli inquirenti avrebbe raccontato le ore decisive in cui i golpisti sono entrati in azione, cercando invano di convincere i vertici dell’esercito fedeli al presidente a schierarsi con loro. Per le strade della Turchia, la tensione continua a crescere. «Feto (Gulen), cane del diavolo, impiccheremo te e i tuoi cani al vostro stesso guinzaglio» recita i un gigantesco striscione in piazza Taksim, a Istanbul, appeso dalle folle pro-Erdogan sulla facciata del centro culturale Ataturk, un tempo fortino della rivolta anti-governativa di Gezi Park. A fianco, due maxi ritratti del presidente. Un clima pesantissimo cui contribuiscono anche le notizie di «estese torture» contro militari detenuti in isolamento alla centrale di polizia di Ankara, rilanciate da Amnesty International, che denuncia una repressione di proporzioni eccezionali anche sulla stampa, proprio mentre i giornalisti cercano di indagare sui misteri del golpe. Almeno 24 radio e tv considerate vicine a Gulen sono state chiuse, mentre venivano ritirati gli accrediti stampa di 35 reporter e arrestato il direttore del giornale Meydan, Levent Kenez. Bloccata anche la diffusione del settimanale satirico Leman, tra i più letti, colpevole di aver ricordato i legami storici tra Erdogan e Gulen prima della rottura nel 2013. Intanto proseguono le purghe nel settore dell’istruzione. Il Ministero ha sospeso altri 6.538 dipendenti, dopo i 15.200 già allontanati ieri e i 21 mila a cui era stata tolta la licenza per insegnare nelle scuole private. Annunciata la chiusura di 626 scuole “pro-Gulen”. Pesantissima la mano del sultano sui professori universitari. Dopo aver ottenuto le dimissioni dei 1.577 presidi, cacciati 95 membri del personale dell’Università di Istanbul e i rettori di altri 4 atenei. Quello dell’Università di Gazi ad Ankara, Suleyman Buyukberber, è stato anche arrestato. Via 2.345 dipendenti dal ministero dello Sport. Alla Difesa sospesi 262 giudici e procuratori militari.
 
 

 
 
 

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