Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 July 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 luglio 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Master
Filmmaker, lezioni e laboratori
È iniziato il Master di primo livello per Filmmaker organizzato dalle Università di Cagliari (Dipartimento di Storia, beni culturali e territorio) e Sassari e sostenuto dalla Regione. Tra lezioni, laboratori, work shop, produzione e set sono previste 1500 ore di formazione. Quella di Filmaker è una figura “politecnica” con competenze di ordine tecnico e creativo, capace di operare in modo versatile nei diversi ruoli del processo di realizzazione di un prodotto audiovisivo. Il master (direzione e coordinamento di Lucia Cardone e Antioco Floris, info: celcam.it) è il primo del genere organizzato in Sardegna e proseguirà fino a marzo 2017. Fra i docenti alcune delle figure di rilievo del cinema italiano e alcuni dei migliori operatori operanti in Sardegna. La figura del filmmaker è andata delineandosi con l'affermarsi delle tecnologie digitali.
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 luglio 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
DIPARTIMENTO DI SCIENZE
Si terrà oggi, al Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche (via Trentino), alle 9, il seminario di avvio del progetto finanziato dall'Ue che realizzerà un sistema di gestione integrata delle risorse idriche in Etiopia, Kenia e Tanzania interessate dalla contaminazione del fluoro.

 
 
3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 luglio 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Ieri primo round del dibattito in Consiglio sulla legge di riforma. Martedì si torna in Aula
ASL UNICA, BATTAGLIA SULLA SEDE
Prova di forza in maggioranza, Nuoro è la favorita per il 118
Prima giornata di dibattito e prime grane per la nascitura Asl unica regionale (Asur). Il disegno di legge così come è stato scritto dalla Giunta evidentemente crea più di un mal di pancia all'interno della maggioranza.
Oggi alle 11 scade il termine per presentare gli emendamenti che non saranno solo quelli di sintesi affidati all'esecutivo. Il Consiglio regionale ha votato il passaggio agli articoli, con l'astensione di Pier Mario Manca (Pds) e Anna Maria Busia (Cd): si torna in Aula martedì prossimo. Eppure, l'assessore della Sanità Luigi Arru è sicuro: «Non possiamo più permetterci di avere doppioni e sprechi, solo così avremo garantito ovunque il diritto alla salute».
LE GRANE Preoccupano il ruolo e i criteri per la scelta del direttore generale, ma il primo vero blocco è stato sulla scelta della sede dell'Azienda. Sarà un emendamento a mettere fine alla prova di forza all'interno della maggioranza (Pd in primis) che si scontra sull'ipotesi Sassari, Nuoro e Oristano. Sassari sembra essere in predicato per ospitare l'Asur, per un principio di decentramento-bilanciamento rispetto a Cagliari.
LE IPOTESI A Nuoro potrebbe andare la sede dell'Azienda regionale per l'emergenza-urgenza (Areus) con Oristano fuori dai giochi ma che verrebbe compensata con il decentramento di un altro ente regionale. Oltre la scelta della sede, in maggioranza il cambiamento così repentino della geografia sanitaria isolana crea qualche problema, soprattutto legato al bilanciamento di poteri nei confronti del direttore generale.
LA RIFORMA La legge, al netto degli emendamenti, riduce il numero delle Asl da otto a una, alla quale spetterà la gestione dei servizi sanitari, il controllo su acquisti, contratti, selezione del personale e concorsi. Un'unica cabina di regia pensata per avere un maggiore controllo sulla spesa e migliorare i servizi sanitari. A governare l'Azienda sarà il direttore generale, nominato dalla Giunta, che dovrà gestire quasi metà del bilancio regionale.
LO SCENARIO Le attuali otto Asl verranno soppresse, al loro posto (almeno nella prima fase di applicazione della legge) ci saranno le Aree socio sanitarie locali (Assl), che avranno dei direttori scelti dal manager della Asl unica. Le Assl avranno autonomia di gestione ma non finanziaria. Con la riduzione delle Asl si sblocca anche il percorso dell'Areus, nata per gestire i compiti che attualmente sono svolti dalle centrali operative del 118 e il servizio di elisoccorso.
IL DIPARTIMENTO L'Areus per ora è un'azienda ma c'è l'idea di farla diventare un dipartimento della Asl unica. All'appello manca la riforma della rete ospedaliera che, invece, avrà il compito di razionalizzare e distribuire le cure sul territorio. Alla fine di questo percorso, in Sardegna rimarranno cinque aziende sanitarie, oltre Asur e Areus, ci sono l'Azienda Ospedaliera Brotzu e le due Aziende ospedaliero-universitarie di Cagliari e Sassari. Sono tanti gli interventi che hanno accompagnato questa prima giornata di dibattito. La relazione di maggioranza è affidata al presidente della commissione Sanità, Mondo Perra (Psi), convinto che il Consiglio «possa dare un contributo per migliorare una riforma coraggiosa».
GLI INTERVENTI Il consigliere democratico, Roberto Deriu, ricorda la «responsabilità delle Giunte che dovranno gestire questa grande riforma da applicare con sapienza tecnica e lungimiranza politica». Più polemico l'intervento di Anna Maria Busia che rilancia la necessità di «strutturare le aree sanitarie omogenee al nord, centro e sud» e annuncia «emendamenti che possono migliorare la legge». Dal Partito dei sardi, la sentenza di Pier Mario Manca: «Questa non è una buona legge». Dall'opposizione arriva il monito di Edoardo Tocco (FI) sul manager che «avrà un potere smisurato che ridimensiona il ruolo dell'assessore». Attilio Dedoni (Riformatori) è convinto che «la riforma non contenga innovazioni e non lascia ben sperare per il futuro».
Matteo Sau
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 luglio 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
La vendita di Shardna: la testimonianza del manager Ciriaco Offeddu
«Il Dna dei sardi? Nel 2003 ci offrirono un patrimonio»
All'indomani dell'acquisto della banca dati di Shardna da parte degli inglesi di Tiziana Life Sciences, il manager nuorese Ciriaco Offeddu, che ha lavorato vent'anni in Asia, racconta un precedente tentativo di vendita della società sarda, non andato a buon fine.
La svendita del patrimonio genetico sardo mi colpisce in maniera particolare perché solo una decina di anni fa Singapore aveva offerto un assegno in bianco per essere parte attiva nelle ricerche e sviluppare in Sardegna il settore delle biotecnologie. Vi racconto: dal 10 al 14 marzo 2003, una delegazione guidata dalla Conceive Asia, allora facente capo al sottoscritto, ha presentato a Singapore le opportunità del patrimonio genetico sardo e le aziende che allora brillantemente insistevano sul settore delle biotecnologie, Shardna e Neuroscienze. Lo sponsor del progetto di promozione e di ricerca di partnership era la Sfirs, presidente dottor Alberto Meconcelli. Oltre il nostro team di consulenti, la delegazione comprendeva il dottor Gabor Pinna e il dottor Roberto Porrà della Sfirs, il professor Mario Pirastu e l'ingegner Sisinio Piras, amministratore delegato della Shardna, e il professor Luca Pani di Neuroscienze.
Dalla fine degli anni '90, le biotecnologie erano prioritarie per il governo singaporeano, e questo assicurava la massima attenzione ai temi da noi presentati, procedure d'investimento accelerate, risorse più che cospicue. Singapore era (ed è ancora oggi) uno dei due poli più importanti al mondo per la genetica e le biotecnologie. Il suo centro di ricerche Biopolis (in realtà una città nella città) rappresenta uno dei gioielli al mondo.
A Singapore abbiamo effettuato circa quattro incontri al giorno con università, centri di ricerche, aziende innovative, organismi governativi. Le presentazioni magistralmente fatte da Pirastu e Pani hanno ottenuto un successo immediato e coinvolgente. La lista dei principali interlocutori incontrati comprendeva Lynk Biotechnologies, Johns Hopkins, Genome Institute Singapore, Asia Pacific Genomics, National Neuroscience Institute, Nanyang Polytechnic, EDB Singapore, ecc.
Il sentimento dominante è stata la sorpresa: da parte di Shardna e Neuroscienze per la volontà e la strategia locale, gli enormi investimenti in essere, la qualità delle realizzazioni, la rilevanza delle risorse umane coinvolte, la potenza di mezzi e strumenti (questi ultimi di là di qualsiasi sogno in merito); da parte della comunità scientifica ed economica singaporeana per prospettive e contenuti così interessanti e potenti, portati da una regione pressoché sconosciuta.
Il giorno prima della partenza, Singapore ci fa sapere di aver pronto un assegno in bianco per sviluppare una joint venture tra il suo Economic Development Board e la Sardegna: laboratori fantascientifici a Biopolis e altri da sviluppare in Sardegna; scambio continuo di risorse umane per un progetto comune con percorsi specifici per Shardna e Neuroscienze. Gli investimenti, per decine di milioni di euro, e le spese sarebbero stati in capo a Singapore. Vorrei sottolineare la rilevanza delle opportunità strategiche aperte dal progetto, la significatività della disciplina a livello mondiale e, non ultima, l'immagine stessa che si sarebbe creata per la Sardegna.
Aggiungo che tutti i partecipanti erano ben coscienti (vedasi la riunione tenuta a Cagliari il 16 Aprile 2003) che senza un partner internazionale di peso sia Shardna, sia Neuroscienze e in tutto il settore sardo delle biotecnologie non avrebbe potuto avere un futuro, stanti i pesantissimi investimenti richiesti. Arrivo in fondo: la Sfirs appoggia in pieno il progetto e si batte per la sua finalizzazione. Viceversa Renato Soru, fondatore della Shardna e non ancora presidente della Regione, boccia qualsiasi progetto di Joint Venture asserendo che non avrebbe permesso a sconosciuti singaporeani “di farci le analisi del sangue” - così è quanto ci viene riportato e che, dai diversi incontri avuti nel seguito, non esito a mettere in dubbio. Nei fatti, Renato Soru fa passare i mesi seguenti in silenzio sino ad affossare il progetto. A niente valgono le lettere sempre più pressanti (conservo tutta la documentazione in merito), in cui non solo si sottolineava l'importanza dello stesso per il futuro della Sardegna, ma anche che la nostra credibilità veniva posta pesantemente a rischio. Non arriva comunque nessuna risposta da Soru, né a noi né a Singapore - e questo posa una pietra tombale su un'opportunità strategica di ordine superiore. Amen.
Sapere oggi che i dati del patrimonio genetico sardo sono stati svenduti per 258 mila euro (un prezzo che giustamente Mario Pirastu giudica offensivo) quando pochi anni fa valevano decine di milioni di euro, più la partecipazione in una joint venture internazionale ai massimi livelli scientifici, posti di lavoro, formazione continua per i giovani sardi ricercatori, immagine e ricadute su tutta la Sardegna, mi indigna nel profondo e mi riempie di rabbia. Il lavoro di decenni dei ricercatori, la passione riversata in un qualcosa di sorprendente e unico nel panorama scientifico, gli stessi contatti internazionali e infine l'immagine della Sardegna vengono sviliti e svillaneggiati. La pochezza di una classe politica e dirigenziale capace solo di impoverire la Sardegna, di tarpare le ali a questa nostra terra e di prendere decisioni o non-decisioni si dispiega trionfale in questo episodio, uno dei tanti ma certo uno dei più significativi e, per noi sardi, dolorosi.
Ciriaco Offeddu

 
 
5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 luglio 2016 / Esteri (Pagina 8 - Edizione CA)
TURCHIA. Epurazione di massa
Erdogan non si ferma: licenziati 1700 prof
ISTANBUL Prosegue la grande purga di Erdogan dopo il fallito golpe di venerdì scorso. Dopo polizia, magistratura ed esercito, nel mirino del Sultano è finito ora il mondo della scuola e dell'istruzione, pubblica e privata. Il Consiglio per l'alta educazione (Yok), organo costituzionale responsabile della supervisione delle università turche, ha chiesto le dimissioni di 1.577 tra rettori, presidi e docenti. Tra questi, 1.176 sono di università pubbliche e il resto di fondazioni universitarie. Sono inoltre stati sospesi con effetto immediato oltre 15 mila tra impiegati e funzionari del ministero della Pubblica Istruzione, mentre il ministero dell'Educazione ha revocato la licenza d'insegnamento a 21 mila docenti che lavorano in scuole private. Una sorta di pulizia «politica» per far fuori tutti gli oppositori che operano nella società civile.
Tutti sono sospettati di essere legati al predicatore Fethullah Ghulen, ex alleato e ora nemico numero uno del presidente Recep Tayyip Erdogan, che lo accusa di essere dietro il tentato golpe. Le persecuzioni hanno preso di mira anche i gangli dell'esercito, della pubblica amministrazione e della magistratura. Il premier Binali Yildirim ha confermato di «voler mettere in sicurezza il Paese». È salito a 9.322 il numero delle persone arrestate finora con l'accusa di complicità. Sospesi dall'incarico non solo novemila dipendenti del ministero dell'Interno, ma anche circa tremila giudici e procuratori.

 

redazioneweb@unica.it
 

 
 
 

LA NUOVA SARDEGNA

6 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 20 luglio 2016 / Pagina 28 - Sassari
SCUOLA D’ARCHEOLOGIA
RIPRENDE LA CACCIA AI TESORI MEDIEVALI
Al lavoro 30 studenti, dottorandi e professori di 7 università
Scaveranno per tutto il mese di luglio nel sito di Mesumundu
SASSARI Sono iniziati da pochi giorni e si protrarranno per tutto il mese di luglio, in territorio di Siligo, nel sito di Mesumundu, i lavori della VI edizione della Scuola Estiva di Archeologia Medievale, organizzata dal Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’università di Sassari e dal Comune di Siligo, con l’amministrazione guidata dal Sindaco Mario Sassu, in regime di concessione ministeriale di scavo. Partecipano alla campagna di scavo circa 30 fra studenti, laureati, dottorandi e dottori di ricerca in archeologia di 7 università italiane e straniere (Sassari, Parigi Sorbona, Lione, Autonoma de Barcellona, Murcia, Napoli L’Orientale, Cagliari), sotto la direzione del Prof. Marco Milanese, Direttore del Dipartimento organizzatore e Ordinario di Archeologia Medievale presso l’Università di Sassari. Mesumundu, identificabile per la piccola chiesetta in laterizi di epoca bizantina, è un sito oggetto di scavi archeologici dall’Ottocento. Si conoscono almeno sei interventi di scavo, oltre ad un numero imprecisato di scavi clandestini o comunque non autorizzati. Nonostante i precedenti interventi, il sito è paradossalmente poco conosciuto, ai piedi del Monte Sant’Antonio (Monte Pelao), non distante da Monte Santo, che spicca nel paesaggio del Meilogu e ne rappresenta l’elemento paesaggistico più riconoscibile. Mesumundu è un sito strategico, un central place per la storia del Meilogu, ma è anche un luogo in cui leggere modi e tempi del passaggio dal mondo romano a quello medievale e costruire un caso di studio che possa essere utilizzato per capire questa transizione in Sardegna e nel bacino del Mediterraneo. L’area, ubicata sul vecchio tracciato della SS131 in direzione di Ardara, è ben identificabile anche per la presenza di una striscione della Scuola. Lo scavo è visitabile al pubblico tutte le mattine, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13. Si tratta di una zona vulcanica, ricca di acque termali, che vennero sfruttate dall’impianto di un complesso termale in epoca imperiale romana (II secolo d.C). Le vicinissime sorgenti di S’Abba Uddi (l’acqua bollente) furono captate con un piccolo acquedotto e sfruttate per le terme; ad esse doveva essere associato un tempio delle sorgenti termali, la cui ubicazione è ancora da identificare. Oltre al progetto didattico, la Scuola Estiva di Archeologia Medievale ha coinvolto i partecipanti, coordinati dagli archeologi Maria Cherchi, Alessandra Deiana, Gianluigi Marras, Matteo Pipia e Claudia Seddone in un intenso progetto di ricerca archeologica. Le piccole terme di Mesumundu erano inserite - in età imperiale romana- non tanto in un vero e proprio abitato, ma in un luogo di sosta attrezzato lungo la strada romana. Lo stabilimento termale fu restaurato probabilmente dopo 150 anni circa dalla sua realizzazione (fine del III-inizi IV secolo d.C.), fino al suo abbandono presumibilmente nel V secolo d.C. In età bizantina, alla fine del VI secolo d. C., le terme furono rase al suolo e i materiali da costruzione vennero riutilizzati per la costruzione di una piccola chiesa. Gli obiettivi della campagna di scavo 2016 riguardano una migliore messa a fuoco delle fasi monumentali di Mesumundu, note almeno dal tempo del canonico Giovanni Spano (1857) e di quelle fasi leggibili solo nelle pieghe del terreno. Alcune aziende del territorio sostengono il progetto, come la "Fonti Santa Lucia di Bonorva", il Caseificio Pinna di Thiesi, Bitumitalia di Tonino Fadda, Prisma Quality di Sassari, il Mangimificio Chessa di Giave, Impresa Edile Leonardo Soro di Siligo, Deriu Gavino Impianti elettrici.
 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 20 luglio 2016 / Pagina 26 - Provincia di Nuoro
OLLOLAI Sviluppo delle zone interne, un convegno
di Giovanni Maria Sedda
OLLOLAI Venerdì 22 luglio nell’area antistante la chiesa campestre di San Basilio e all’interno del parco situato nell'area circostante, naturalistica, storica e culturale ci sarà un importante convegno organizzato dall’Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu) in collaborazione con il Comune di Ollolai. L’evento si terrà in concomitanza con l’inaugurazione del Parco San Basilio, appunto, oggetto in questi anni di importanti lavori di riqualificazione. Il tema del convegno comprenderà: «lo sviluppo delle zone interne con focus sul sistema “Ollolai”», che attraverso la riqualificazione del centro storico, del parco San Basilio, altre azioni messe in atto per la tutela del territorio e la conseguente creazione di un circuito economico, mira a contrastare il pesante fenomeno dello spopolamento e abbandono del territorio». Di tutto questo se ne parlerà durante l’importante incontro che si terrà venerdì proprio in occasione dell’inaugurazione del parco di San Basilio organizzato dall’Istituto Nazionale di Urbanistica con il Comune di Ollolai. Tra i relatori nomi di spicco delle istituzioni regionali e universitarie: gli assessori regionali Cristiano Erriu, Raffaele Paci e Paolo Maninchedda; Alessandra Casu e Antonello Sanna rispettivamente presidente del corso di architettura dell’università di Alghero e direttore del dipartimento di ingegneria civile, ambientale e architettura dell'università di Cagliari. Interverranno anche il deputato Romina Mura, Gianni Mura dell'Inu Sardegna, Stefania Piras presidente del Gal Bmgs e Piersandro Scano, presidente Anci Sardegna. Ad introdurre il dibattito saranno Efisio Arbau, sindaco di Ollolai e Roberta Porcu, presidente Inu Sardegna mentre coordinerà gli interventi Francesco Licheri, vice presidente dell’Inu.
 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 20 luglio 2016 / Pagina 4 - Sardegna
Interrogazioni dei Riformatori e di Unidos, critiche anche dai Rossomori
DNA AGLI INGLESI: È SCONTRO POLITICO
SASSARI La vendita dal patrimonio genetico di 13mila sardi ha scatenato le reazioni della politica isolana, particolarmente critica soprattutto nei movimenti d’opposizione. I Riformatori sardi hanno già presentato un’interrogazione in Regione, con Luigi Crisponi primo firmatario: «Al Presidente Pigliaru, a cui è rivolta l'interrogazione, chiediamo se era a conoscenza della vendita del patrimonio biologico e se non ritenga opportuno avviare una indagine interna per la grave disattenzione mostrata in un frangente così delicato». I Riformatori sardi hanno anche chiesto di mantenere l'uso dei dati nel perimetro della ricerca isolana. «Un'operazione finanziaria ha portato alla svendita del più grande patrimonio genetico della Sardegna. Tredicimila referti genetici ogliastrini venduti a Londra come se niente fosse, nel silenzio di istituzioni e politica», ha detto Mauro Pili, deputato di Unidos, che ha presentato un’interrogazione urgente al ministro della Ricerca e della Salute. Secondo l'ex governatore sardo, si tratta di «un'operazione di lunga gittata, un investimento per poche centinaia di migliaia di euro, 258.000, mentre il valore sarebbe superiore ai 4 milioni La speranza», ha sottolineato Pili, «è che vengano coinvolte le università sarde. Se così non fosse lo scippo sarebbe ancora più grave». Un pensiero condiviso dal consigliere regionale Emilio Usula, dei Rossomori, che ha segnalato la vendita dei codici genetici all’attenzione del Consiglio come “fatto di una gravità fuori dal comune” la vendita all’asta per soli 258.000 euro «una parte del patrimonio genetico della popolazione ogliastrina, 230.000 campioni di 13.000 cittadini, per iniziativa di una società londinese quotata in borsa e cresciuta, sempre i in borsa nel frattempo di ben 11 punti. Tutto questo», ha protestato Usula, «è accaduto nel colpevole silenzio della politica. Noi invece riteniamo che non sia lecito che il nostro patrimonio genetico possa essere nella disponibilità esclusiva di una società estera per una cifra da elemosina».


 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 20 luglio 2016 / Pagina 19 - Sassari
REGIONE
Accademia e conservatorio
dalla giunta 500mila euro
SASSARI Le Accademie delle Belle arti e i Conservatori di musica saranno finanziati dalla Regione con 500mila euro. Il provvedimento è stato adottato per la prima volta dall’Esecutivo, su proposta di delibera dell’assessore della Cultura Claudia Firino. Gli istituti. «Sono i centri di più alta formazione artistica dello Stato - ha detto l’assessore Firino - riconosciuti al pari delle Università. E’ la prima volta che si adotta questo provvedimento, ovvero il finanziamento da parte della Regione». Da parte della Regione saranno garantiti 500mila euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, e saranno ripartiti in base all’andamento medi delle iscrizioni registrate nel triennio 2013/2015. Saranno destinati dunque 219.814 euro all’accademia delle Belle Arti Mario Sironi di Sassari, 173.594 euro andranno a favore del Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari e 106.592 euro al Conservatorio di Sassari intitolato a Luigi Canepa.


 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 20 luglio 2016 / Pagina 12 - Attualità
Sospesi o cacciati 36mila insegnanti pubblici e privati. Erdogan, sì a pena morte
TURCHIA, ONDATA DI ARRESTI E LICENZIAMENTI DI MASSA
Obama lo chiama, continua il braccio di ferro sull’estradizione dell’imam Gulen
ISTANBUL La furia di Erdogan non risparmia nessuno. Ora dopo ora, in Turchia si sgrana un rosario di oppositori cacciati o detenuti. A quattro giorni dal fallito golpe, le purghe del presidente colpiscono 60mila persone tra arresti, sospensioni di dipendenti pubblici e licenze lavorative tolte ai privati. Una deriva che spaventa il mondo e spinge Barack Obama a parlare direttamente con il presidente turco, per la prima volta dopo il putsch, invitandolo al rispetto dei valori democratici. Ankara insiste però nel braccio di ferro con gli Stati Uniti, continuando a chiedere con forza l’estradizione di Fethullah Gulen, che accusa di essere la mente del tentato golpe. Non si ferma neppure il riavvicinamento alla pena di morte, costantemente invocata dalle folle islamiche nazionaliste che ogni sera invadono le strade della Turchia. Le epurazioni-monstre, che in queste ore si aggiornano di continuo, hanno visto ieri nel mirino il settore dell’istruzione, considerato una delle roccaforti della rete di Gulen. Il ministero ha sospeso 15.200 insegnanti pubblici e tolto la licenza a 21mila docenti privati, molti dei quali impiegati nelle “dershane”, le scuole vicine a Gulen, che più volte il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva già provato a chiudere. Nel mirino anche l’università, con tutti i 1.577 decani degli atenei turchi a cui sono state chieste le dimissioni, a questo punto inevitabili. Molti le hanno già rassegnate. Le purghe non risparmiano neppure gli imam e i professori di religione. La Diyanet, massima autorità islamica che dipende dallo Stato, ha annunciato di averne allontanati 492. E poi, ancora: un centinaio di sospesi dai servizi segreti e 393 dal ministero della Famiglia, oltre ai 13mila già cacciati dal ministero dell’Interno (per lo più poliziotti), da quello delle Finanze e dalla magistratura. Numeri spaventosi che fanno gridare da più parti a una sospensione totale dello Stato di diritto. Continuano a crescere anche gli arresti. Le persone finite in manette con l’accusa di aver complottato con gli insorti sono salite a 9.322. Eppure, le responsabilità sul golpe si fanno sempre più oscure. In un comunicato ufficiale, le Forze armate hanno ammesso di aver saputo dai servizi segreti della preparazione di un colpo di stato già alle 4 di venerdì pomeriggio, con diverse ore di anticipo. Ma perché i golpisti non siano stati bloccati, resta al momento un mistero. In questo clima, Erdogan insiste per la pena di morte. Dopo aver promesso di ratificarne un’eventuale reintroduzione da parte del Parlamento, ha incassato l’appoggio dell’opposizione nazionalista. Ma su questo, l’Ue si mostra intransigente: in caso di ritorno alla pena capitale, i negoziati di adesione - in corso da più di dieci anni - possono considerarsi interrotti. Resta serrato anche il braccio di ferro con gli Stati Uniti sull’estradizione di Gulen. Ankara ha fatto sapere di aver inviato 4 dossier con la documentazione relativa alle presunte attività terroristiche dell’imam e magnate, che dal 1999 vive in auto-esilio in Pennsylvania. Erdogan l’ha paragonato a Bin Laden. Washington assicura però che sulle procedure di estradizione non farà sconti e continua a chiedere le prove del coinvolgimento di Gulen. Nonostante le purghe di massa, in Turchia la resa dei conti sembra appena cominciata. A farlo capire, è stato lo stesso Erdogan, avvisando che oggi verrà annunciata «un’importante decisione».
 
 

redazioneweb@unica.it

RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI

Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie