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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 July 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di martedì 19 luglio 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Coinvolti circa tremila ragazzi di tutti gli istituti superiori cittadini
STUDENTI IN AZIENDA Decolla il progetto dell'alternanza scuola-lavoro
La strada è tracciata, per il progetto di alternanza scuola-lavoro. Circa tremila studenti hanno cominciato la loro esperienza in aziende ed enti pubblici e privati. Duecento ore per ogni istituto da spalmare in tre anni. Se le imprese però a volte restano un sogno lontano, il grosso del lavoro si fa in classe nel nome della simulazione.
L'AVVIO Il piano ministeriale, insomma, va avanti tra luci e qualche ombra visto che le istituzioni di riferimento spesso non sono pronte a stipulare accordi. Se poi quelle a cui le scuole devono rivolgersi come Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura non hanno istituito il registro per l'alternanza scuola-lavoro, tutto diventa più complicato. L'organizzazione resta nelle mani dei dirigenti scolastici e di docenti volenterosi che si fanno in quattro per cercare le aziende private o gli enti pubblici con cui collaborare. Così l'Alternanza, ideata per trasferire la cultura d'impresa nella scuola, procede a singhiozzo.
In città sono numerosissimi gli studenti coinvolti. Si parla di numeri che sfiorano le tremila unità, anche se l'Ufficio scolastico regionale guidato da Francesco Feliziani sta ancora elaborando le cifre dello “scuola-lavoro”.
L'ESPERIENZA Dice il preside del Pertini, Roberto Pianta: «Per istituti professionali come il nostro, l'alternanza scuola-lavoro era già consolidata prima della legge. Purtroppo non è sempre facile applicarla visto che, per esempio, la Camera di commercio non dispone dell'albo delle imprese. E allora devi fare il doppio del lavoro. Comunque sia, noi abbiamo sviluppato diverse convenzioni con case di riposo, asili nido, sartorie, teatro. Per il nostro indirizzo commerciale-turistico, con la Tirrenia. Su 890 iscritti, 500 sono stati gli studenti coinvolti».
GLI ACCORDI Al classico Dettori sette le classi che hanno partecipato. Tutti studenti di terza. «Abbiamo attivato convenzioni con il Fondo Ambiente Italia, l'ospedale Microcitemico e l'Università per quel che riguarda le scienze, ma anche con la Cineteca sarda e due onlus, compresa la Domus de Luna-Exmè di Pirri», racconta il dirigente Marcello Garbati. «Inizialmente qualche genitore si è lamentato per l'avvio del progetto ad anno scolastico cominciato, ma i tempi sono stati dettati dalla legge. Il lavoro è stato comunque fruttuoso, seguito già dallo scorso anno dal docente di religione, Roberto Piredda, referente per la Scuola-lavoro». Per Donatella Ferrara, insegnante di latino e greco al Siotto, l'esperienza è stata assolutamente positiva. «Abbiamo coinvolto le terze, circa 250 ragazzi, e tentato di non slegare l'alternanza scuola-lavoro dal nostro curricolo. Sono state formati tre gruppi di classi, uno dei quali è convenzionato col teatro Massimo, uno col Fai, sulla scia di quanto abbiamo fatto in questi anni con Monumenti aperti, Gli altri due progetti, più legati al concetto di impresa, si sono concretizzati con la simulazione-creazione di imprese». Uno legato al turismo, il cui pacchetto è stato venduto a una scuola di Villaputzu ospitata per un giorno a Cagliari e accompagnata per un tour guidato in città. «Il lavoro col Massimo - aggiunge Ferrara - è stato importante per la formazione degli studenti, ma anche perché ha permesso a tanti di loro di scoprire il teatro, la sua vita dietro le quinte, il lavoro che c'è dietro la programmazione degli spettacoli».
A INGEGNERIA Ieri intanto si è conclusa l'esperienza di dieci studenti del liceo Euclide all'Ateneo. Un gruppo ha svolto le attività di supporto alla conferenza Pamir al T-Hotel. Un secondo ha predisposto un questionario on-line per le imprese; un terzo ha realizzato un twiki per l'organizzazione di un archivio elettronico, un quarto ha studiato gli strumenti utilizzati per realizzare attacchi informatici e l'ultimo ha svolto attività di assemblaggio di prototipi.
Andrea Piras
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di martedì 19 luglio 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
LE TESTIMONIANZE. I giovani coinvolti
«Esperienze importanti e un arricchimento per la nostra cultura»
Un centinaio di studenti delle superiori è stato coinvolto nell'esperienza di alternanza scuola-lavoro realizzata all'interno dell'Università. A partecipare sono stati l'Azuni, l'Alberghiero, lo Scano, il Liceo europeo Convitto e l'Euclide, che hanno stipulato convenzioni con Giurisprudenza, Direzione didattica mobilità studentesca, Dipartimento di informatica e ingegneria elettronica ed elettrica, scienze chimiche e geologiche. Lorenzo Mameli ha 17 anni e frequenta la terza Liceo scientifico. È uno degli studenti dell'Euclide che nei giorni scorsi ha completato la sua esperienza nell'Ateneo cagliaritano.
«Un arricchimento del mio bagaglio culturale e una possibilità di confrontarmi con quello che sarà il futuro universitario», spiega. «Insieme a Pietro Fontana e Matteo Bigotti abbiamo creato un questionario on line per valutare la propensione di un'azienda a ricevere tirocinanti».
Assistere gli operatori impegnati nell'organizzazione di una conferenza sull'idrodinamica è stato invece l'impegno della sedicenne Camilla Mereu e di Gabriele Bonetti, entrambi studenti di terza all'Euclide. «Il nostro intervento - dice Mereu - è durato due settimane e ha avuto un'esperienza diretta alla conferenza Pamir che si è svolta al T-Hotel dal 20 al 24 giugno. Una possibilità di apprendere nuove conoscenze che in ogni caso serviranno per la mia formazione che sarà legata agli studi in architettura».
Dal Siotto al Teatro Massimo il “viaggio professionale” di Claudia Pau, studentessa sedicenne di terza. «Ci sono stati due momenti differenti e anche differentemente coinvolgenti. Soprattutto quando il rapporto con i dirigenti del teatro è stato più diretto per il basso numero di studenti, l'esperienza è stata molto più gratificante. A giugno l'impegno temporale è stato più consistente visto che dovrò partire per l'America e non posso perdere ore dell'alternanza scuola lavoro. Ma proprio questo mi ha permesso di arricchire le conoscenze. Sul nostro blog e in quello del Massimo abbiamo raccontato, ogni giorno, l'attività del teatro, anche ciò che accadeva durante la Giornata mondiale del rifugiato».
Non ha che parole d'elogio per la sua partecipazione al programma dell'alternanza scuola-lavoro e entusiasmo da dispensare, Seye Mouhamadou, giovane senegalese arrivato in Sardegna cinque anni fa e neodiplomato del Pertini. «L'esperienza l'ho fatta in Finlandia con altri miei compagni di scuola nel settore socio-sanitario. Ho lavorato in un asilo nido dove insieme c'erano anche alcuni piccoli con problemi, tra cui un bimbo autistico. Impegno difficile, ma davvero fondamentale per la mia preparazione e crescita. Me lo porterò dietro anche adesso che, dopo l'estate, comincerò gli studi universitari. Voglio occuparmi di radiologia».
 
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di martedì 19 luglio 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
NURAXI FIGUS. L'ambizioso piano di riconversione degli impianti Carbosulcis
Nei pozzi profondi di Seruci la materia prima del Cosmo
Centinaia di milioni di tonnellate: le riserve di “oro nero del Sulcis” sono quasi infinite, è terminato, semmai, il tempo del carbone. L'Unione europea ha detto stop: nel 2018 dovranno essere fermate le macchine. Eppure l'addio al carbone non sarà la fine della miniera di Monte Sinni a Nuraxi Figus. Pozzi, gallerie, castelli, impianti, capannoni, strutture non saranno smantellati o demoliti a colpi di benna. Nel vasto traforo è iniziata da tempo quella che possiamo chiamare “operazione conversione”.
Diverse iniziative, alcune già in fase di realizzazione, ne consentiranno il “riciclo”. Per la miniera inizia una seconda vita proiettata verso un futuro all'insegna della ricerca più avanzata.
IL PIANO Antonio Martini è l'ingegnere che la Regione ha posto ai vertici della Carbosulcis perché dia gambe al piano di chiusura della miniera e di riconversione industriale, deliberato nel 2010 dal Consiglio europeo. «Stiamo dando attuazione al programma - assicura il tecnico - , ma abbiamo messo in cantiere alcune iniziative che, nel giro di tre mesi, ci consentiranno di definire il futuro della struttura. Non riteniamo opportuno che venga svenduta o demolita disperdendo una cultura mineraria che tutti ci invidiano, ma utilizzata per valorizzare i giovani che qui si sono formati».
I PROGRAMMI Sul tavolo ci sono progetti concreti. Dovranno essere testati, collaudati e sperimentati, ma sono già in una fase di “pianificazione operativa”. «Entro due anni contiamo di sapere se le nuove iniziative siano fattibili e convenienti», assicura il presidente Martini.
LA SFIDA Sono quattro i filoni sui quali punta la Carbosulcis. Progetto Aria . È l'avveniristica torre alta 350 metri per produrre Argon purissimo dalla distillazione dell'aria. È la “materia prima” con cui, nei laboratori di mezzo mondo, i fisici stanno dando la caccia alla materia oscura che pervade l'universo, uno dei grandi misteri del Cosmo. La torre di distillazione verrà “infilata” in uno dei pozzi della miniera di Seruci. Il progetto, che si svolge con la collaborazione dell'Università americana di Princeton, ha già messo gambe. Un accordo di programma da 2,7 milioni di euro associa la Regione all'Istituto nazionale di fisica nucleare. Il primo elemento della torre è stato già realizzato e si trova nei laboratorio del Cern di Ginevra per i test termodinamici. A brevissimo (si parla addirittura di fine mese) dovrebbe arrivare a Seruci per il montaggio e i primi test. Nel 2017, completato l'impianto, inizierà la sperimentazione che coinvolgerà anche l'Università di Cagliari. La Carbosulcis avrà il compito di assicurare il supporto impiantistico e logistico.
LABORATORIO CO2 A “meno 400”, accanto alla discenderia, sta sorgendo un laboratorio per testare le tecniche di stoccaggio dell'anidride carbonica (CO2) nei giacimenti profondi di carbone. Si tratta di analizzare la compatibilità delle rocce profonde. Lo gestiranno i tecnici della Sotacarbo, la società regionale di ricerca sull'energia pulita.
FERTILIZZANTI Dal carbone si può ottenere un ottimo fertilizzante agricolo, per giunta naturale. Lo hanno scoperto, diversi anni fa, i tecnici della Carbosulcis. Ora la tecnologia è stata brevettata. Con un particolare “lavaggio” il carbone rilascia un liquido fertilizzante. Il residuo è una torba utilissima per arricchire i terreni poveri. A Nuraxi Figus si stanno montando i macchinari per testare il processo. Anche qui partecipano i ricercatori dell'Università di Cagliari.
CENERI L'Enel ha indetto un bando europeo per lo smaltimento delle ceneri della centrale di Portovesme. È un appalto da 20 milioni di euro in tre anni. Carbosulcis partecipa alla gara con una soluzione originale: stivare le ceneri nelle gallerie minerarie da dismettere. Ce ne sono ben 30 chilometri e la società possiede le autorizzazioni per stoccarvi 380 mila tonnellate di ceneri.
IL FUTURO In ogni caso, comunque, la miniera non verrà abbandonata. Resteranno i pozzi e le gallerie principali che collegano Seruci a Nuraxi Figus e le strutture esterne. Obiettivo possibile? Secondo il presidente Martini, «trasformarle in un polo infrastrutturale attrezzato che, sfruttando i risultati dei progetti di ricerca e i vantaggi della zona franca, potrebbe richiamare attività e cospicui investimenti privati».
Sandro Mantega

 
 
4 - L’UNIONE SARDA di martedì 19 luglio 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Oggi via all'esame: c'è un accordo
COMPROMESSO SULLA ASL
Sede unica a Oristano ma poltrone ovunque
Sono servite quattro ore di vertice alla maggioranza del Consiglio regionale per trovare un accordo di massima sulla Asl unica che oggi esordisce in aula.
A creare le frizioni è stata la scelta della sede che ha fatto riemergere la questione territoriale. Anche se a fine vertice non trapela nulla di ufficiale, la sensazione è che per la cartina geografica delle sedi, si possa agire con il bilancino. La sede della Asl unica dovrebbe essere a Oristano, Nuoro avrà un presidio di alta specializzazione (San Francesco e Zonchello), Cagliari avrà l'Azienda ospedaliero-universitaria e l'Azienda Brotzu. Infine a Sassari ci sarà la sede dell'Areus (Azienda per l'emergenza-urgenza) e l'Azienda ospedaliero-universitaria. Due sedi al nord, due al centro e due al sud Sardegna. L'Areus sarà un'azienda indipendente staccata dalla Asl unica.
Per quanto riguarda il super manager ancora non è possibile fare nessun nome, circola la voce che potrebbe essere una persona non sarda anche se per il presidente Pigliaru l'importante è che «sia una persona competente e capace di svolgere il difficile compito».
Sui poteri del manager c'è stato l'altro confronto più serrato perché è necessario capire in che modo poter bilanciare le mansioni di una figura che dovrà gestire metà del bilancio regionale. «Il bilanciamento dei poteri è una cosa su cui ragionare con attenzione», sottolinea Pigliaru «un organismo indipendente che possa valutare il raggiungimento degli obiettivi».
ASSEMBLEA PD Spinta in avanti della presidente del Pd, Giannarita Mele che ha convocato l'assemblea regionale del partito per lunedì 1 agosto a Oristano.
Nonostante non ci sia ancora l'accordo sul nome del segretario sostituto di Renato Soru, il partito adesso ha una data di scadenza. In due settimane i democratici devono cercare di uscire dallo stallo di oltre due mesi. Probabile che la minoranza faccia la sua proposta per sbloccare una situazione e costringere le altre correnti a una posizione pubblica. (m. s.)
 
 
 
5 - L’UNIONE SARDA di martedì 19 luglio 2016 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
A 13mila ogliastrini verrà chiesto il rinnovo del consenso informato
IL DNA DEI SARDI VENDUTO IN INGHILTERRA
Società londinese compra la biobanca di Shardna
Nell'elenco della spesa c'è la biobanca di Perdasdefogu, 230 mila provette di sangue e plasma col Dna ferrigno degli ogliastrini. A corredo cartelle cliniche, risultati di visite specialistiche, alberi genealogici, studi medici. E il voluminoso registro del consenso informato, con tutte le firme dei 13 mila volontari devoti alla scienza che, va detto subito, verranno interpellati presto per vergare ancora il proprio nome e cognome.
Un tesoro di informazioni, tutto il patrimonio edibile di Shardna è stato acquistato all'asta nei giorni scorsi per 258 mila euro (prezzo base, non si è presentato nessun altro) dalla Tiziana Life Sciences, società londinese fondata dall'italiano Gabriele Cerrone e quotata in Borsa, che opera nel campo delle biotecnologie e della ricerca medica, soprattutto nel settore degli antitumorali.
Così, a quattro anni dal fallimento del San Raffaele - alla cui Fondazione Renato Soru vendette Shardna nel 2009 - il patrimonio genetico dei sardi finisce dunque a Londra. «Ci sarà continuità invece, e anche per questo abbiamo già costituito qui in Sardegna la Longevia Genomics srl, società che ha sede a Cagliari», avvisa Tiziano Lazzaretti, direttore finanziario dell'azienda inglese.
Accanto a lui, durante la conferenza stampa di ieri pomeriggio all'Hotel Regina Margherita, c'era Mario Pirastu, il genetista del Centro nazionale ricerche che vent'anni fa cominciò gli studi a Talana, e ha diretto poi i progetti di ricerca di Shardna e del Parco Genos di Perdasdefogu. Dice di essere fiducioso. «È un'opportunità di rilancio della ricerca - avverte -. Insomma, questa è una società esperta nel settore, con un comitato scientifico importante. Vogliono investire in questi studi ben sapendo che hanno un senso solo se legati al territorio e alla popolazione». Un territorio, quello dell'Ogliastra dei vegliardi, dove la ricerca su nuovi farmaci e sulla prevenzione delle malattie viene agevolata dal fatto che i paesi siano isolati genetici, dove otto persone su dieci condividono l'80 per cento del Dna.
Non si smantellerà la sede di Pula (oggi peraltro ridotta a voliera per piccioni), né verranno chiusi i laboratori del Parco Genos di Perdasdefogu dov'è custodita la biobanca? Sul primo punto, Tiziano Lazzaretti riferisce che «abbiamo rinnovato il contratto d'affitto dei locali». Riguardo a Perdas, «vedremo, perché dobbiamo cercare modalità in cui riusciamo a operare rispettando le condizioni dettate dal Garante (che tiene aperta l'istruttoria ndr ). In ogni caso - puntualizza -, il nostro desiderio è lavorare in continuità col passato, valorizzando questo grande patrimonio e la ricerca sul territorio».
Nel territorio, a dire la verità, non sembrano molto contenti. Il sindaco di Perdasdefogu, solitamente gentile ed espansivo, spegne la domanda con un secco: «No comment». E Pier Giorgio Lorrai, presidente del Parco Genos (che che mette insieme i comuni di Perdasdefogu e Talana, la Clinica Tommasini di Jerzu e la Consdabi, un centro di sperimentazione genetica di Benevento), è irraggiungibile come una stella. Per la cronaca, il sodalizio si era opposto alla vendita all'incanto dei campioni biologici (ovvero le provette col sangue e il Dna custodite nella biobanca di Perdas) e dei registri col consenso informato. Campioni di sangue e Dna che, l'ha ripetuto tante volte in passato anche il dottor Mario Pirastu: «Appartengono, fisicamente, solo ai cittadini donatori». Impossibile, perciò, pensare di venderli. A meno che non si raccolga nuovamente il consenso informato dei donatori.
Apposta, nei prossimi mesi, squadre in camice bianco andranno a bussare alle porte delle case di dieci paesi d'Ogliastra, per farsi mettere una firma sul registro da ciascuno dei 13 mila, esclusi i defunti (ma in questo caso toccherà convincere gli eredi). Sarà il professor Pirastu («Che, sia chiaro, non ho nessun contratto e andrò in pensione a marzo») a guidare il giro. Ci è rimasto male, mesi fa, quando ha saputo che Shardna era stata messa all'asta per 258 mila euro, 20 euro a campione. Insomma, biobanche come queste da altre parti volano via per milioni di dollari. «Alla fine ho capito: è un prezzo simbolico». Già, e si è presentato solo un acquirente. «Come me lo spiego? Anche col fatto che qui sono sempre scocciature...Da parte di chi? Dei sardi. Di chi sennò».
Piera Serusi

HANNO DETTO
TIZIANO LAZZARETTI, Cfo di Tiziana Life Sciences: “Ci sarà continuità, anche per questo abbiamo già costituito la Longevia Genomics, azienda con sede a Cagliari”
MARIO PIRASTU, Genetista del Cnr: “Un’opportunità di rilancio della ricerca. È una società seria: sa che questi studi hanno senso solo se legati al territorio”
DEBORA PARRACCIANI, Custode biobanca di Perdas: “La gente ha donato un campione del proprio sangue, un bene che non può essere messo in vendita”
 

 

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LA NUOVA SARDEGNA
 
 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 19 luglio 2016 / Pagina 6 - Sardegna
POLITICA REGIONALE Corte dei conti: il deficit è di 213 milioni contro i 3 del 2013. A picco le Asl di Cagliari, Sassari e Gallura
LA SANITÀ SARDA È SOMMERSA DAI DEBITI
CAGLIARI Le tabelle della Corte dei conti da sempre fanno tremare i polsi a chiunque amministri la sanità. Anche stavolta è così. L’esito dell’ultima camera di consiglio della Sezione di controllo ha confermato che il sistema «ospedali più farmaci» continua a sprofondare nei debiti. Se nel 2013 il disavanzo era di 3 milioni, un anno dopo è schizzato a 213 milioni, con un aumento pazzesco di sette volte e una media mensile in negativo di 17,5 milioni. Colpa di chi? Per ora i giudici contabili non hanno messo questa o quella Giunta sul banco degli imputati però presto potrebbero farlo. Ma una ricostruzione politica comunque va fatta. Per tutto il 2013 e fino al 31 gennaio dell’anno successivo a governare è stato il centrodestra, nel marzo del 2014 il testimone è passato al centrosinistra che ha vinto le elezioni. Però fino al 31 dicembre dello stesso anno c’è stato un vero cortocircuito: ad amministrare Asl, Aziende universitarie il Brotzu sono rimasti i direttori generali nominati dalla giunta Cappellacci, centrodestra. Solo dal primo gennaio del 2015 l’incarico è stato affidato agli undici commissari scelti da Pigliaru, centrosinistra, e ancora in carica. È quell’intreccio temporale sfruttato, ancora una volta, dai due poli per scaricarsi uno sull’altro le responsabilità. Chi ha governato fino a gennaio del 2014 ha detto: «Noi abbiamo lasciato i conti in ordine», Ugo Cappellacci (Forza Italia). Dall’altro fronte hanno replicato: «Nell’ultimo anno a far lievitare i costi, con spese inutili e incontrollate, sono stati i vostri direttori generali che noi abbiamo rimosso», Pietro Cocco del Pd. Le tabelle. Quelle della Corte dicono che non solo è aumentata in totale la perdita d’esercizio, ma sono cresciuti anche i soldi pubblici della Regione girati alle Asl, +0,3 per cento, quelli di produzione, +2,4, e la spesa farmaceutica, +3,1. A diminuire e neanche di tanto sono state solo le consulenze esterne, Il quadro, in estrema sintesi, è quello negativo che si sapeva fino al punto che oggi la sanità ingoia la metà del bilancio della Regione, con un costo finale vicino ai tre miliardi. Un vero e proprio buco ora al centro dell’ormai famoso piano di rientro che però stenta ancora a decollare, con la Sardegna sempre più fra le regioni canaglia nella spesa sanitaria. Buoni e cattivi. Dal 2013 al 2014 l’Asl di Sassari è passata da un disavanzo di 5 milioni a - 21 milioni, oltre quattro volte in più. Quella della Gallura da un milione di utile è scivolata a -14 milioni. Altra performance negativa per Nuoro: da meno un milione a ben 32 milioni di perdite. Anche Lanusei in un anno s’ è mangiata quello che di buono aveva fatto: da un utile di 426mila euro è passata a -7 milioni. Oristano invece è rimasta sempre in attivo dal 2013 (+237mila) al 2014 (+214mila). Sanluri addirittura è migliorata: dal pareggio di bilancio a oltre 5 milioni di utile. Il Sulcis ha peggiorato: da mezzo milione in rosso è sprofondata fino a 16 milioni sempre negativi. L’Asl 8 di Cagliari è saltata finita a gambe levate: aveva un utile di 13 milioni, ha chiuso il 2104 con una perdita superiore ai 66 milioni. Il Brotzu è passato da meno un milione a meno 19 milioni. L’azienda universitaria di Sassari da meno 6 milioni a meno 20, quella di Cagliari da -3,5 milioni a oltre meno 17 milioni. Un disastro ora certificato anche dai giudici. (ua)



 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 19 luglio 2016 / Pagina 6 - Sardegna
POLITICA REGIONALE La maggioranza in regione trova l’accordo in un vertice lungo cinque ore
ASL UNICA: SEDE A ORISTANO E A SASSARI VA L’AREUS
Oggi inizia il dibattito in aula. Nuoro diventa un hub e il manager non sarà sardo
di Umberto Aime
CAGLIARI Un altro scatto di reni, per non rischiare di essere travolta dalla tempesta in aula. È con l’ultimo vertice di maggioranza, durato quasi cinque ore, che la maggioranza di centrosinistra ha trovato forse la soluzione per uscire dalle secche della riforma delle Asl. A sole 24 ore dall’ingresso in Consiglio regionale del disegno di legge, il dibattito comincerà oggi, la soluzione potrebbe essere questa. La sede legale dell’Asl unica (l’’accorpamento è sicuro al cento per cento) dovrebbe essere Oristano. Sassari avrà invece la sede ufficiale e operativa dell’Azienda autonoma per le emergenze-urgenze, l’Areus o ex 118, oltre all’ospedale di alta specializzazione coordinato dall’Azienda universitaria, che da mesi ha preso in carico il Santissima Annunziata. Poi c’è Nuoro, che grazie alla fusione fra gli ospedali Zonchello e San Francesco potrà contare su un suo presidio di prima fascia, mentre prima era tagliata fuori ma non sarà comunque un’azienda autonoma. Infine Cagliari: spogliata della sede dell’Asl unica, avrà nel Brotzu, confermato autonomo, e nell’Azienda universitaria, che sarà potenziata, i poli di eccellenza. Il compromesso. È arrivato al termine del più lungo vertice di maggioranza degli ultimi tempi. «Abbiamo lavorato bene e a lungo», è stato il commento all’uscita del presidente della Regione Francesco Pigliaru. Era stato lui a convocare, in fretta e furia, il conclave proprio per evitare che oggi il centrosinistra arrivasse in ordine sparso al confronto in aula. Sarebbe stato un pericoloso salto nel buio anche se il tavolo tecnico della maggioranza un «punto di caduta» bene o male l’aveva trovato. Ma restavano da chiarire ancora diverse zone grigie, d’azzerare le tensioni di campanile e anche le molte divisioni interne agli stessi partiti, in testa il Pd. Dopo l’inevitabile confronto (raccontano acceso) fra le molte fazioni la quadratura del cerchio sarebbe stata trovata. Gli emendamenti. Dopo la discussione generale, sarà la Giunta a presentare gli emendamenti. Non lo farà subito ma dopo la discussione generale e il rito del «passaggio agli articoli». Il relatore di maggioranza sarà Raimondo Perra (Psi), presidente della commissione sanità del Consiglio, quello di minoranza dovrebbe essere Marcello Orrù (Psd’Az). Il centrosinistra manderà in campo anche Gigi Ruggeri (Pd), mentre sull’altro fronte i Riformatori, che oggi manifesteranno contro la legge, punteranno su Michele Cossa e Fi sul trio Ignazio Locci, Stefano Tunis ed Edoardo Tocco. I tempi. In aula sarà battaglia senza esclusione di colpi e che dovrebbe durare almeno dieci giorni e forse arrivare al voto finale entro la fine del mese. Poi il pallino passerà di nuovo nelle mani della Giunta, che giovedì primo settembre e non oltre nominerà il direttore generale dell’Asl unica e i manager delle otto aree socio-sanitarie, che avranno i confini delle vecchie aziende. Resteranno autonome ma non nelle forniture, scatterà in contemporanea la centrale unica d’acquisto, le aziende Brotzu e le due universitarie. Di fatto però «Unica» – dopo questi quattro mesi di lancio - entrerà a regime dal primo gennaio del 2017 e allora sarà il super manager a nominare non solo lo staff (direttore amministrativo e quello sanitario) ma anche i responsabili definitivi delle aree socio-sanitarie. Un uomo al comando. Il manager di «Unica» avrà pieni poteri e potrebbe non essere un sardo. Anche di questo s’è parlato nel vertice, con molti accenni intorno a questo passaggio: «Dovrà essere un professionista senza legami con l’attuale sistema regionale». Si sa che un primo candidato potrebbe essere Bruno Zanaroli, modenese ed ex direttore dell’Asl di Sassari. La Giunta potrà «pescare» – senza obbligo – anche dall’albo degli oltre 200 potenziali manager che hanno risposto alla chiamata della Regione. Però sempre all’uscita del vertice Pigliaru ha detto: «Avremo tutti gli strumenti per verificare se il futuro direttore raggiungerà o meno gli obiettivi». Quali? Ridurre gli sprechi senza tagliare mai la qualità della sanità. Anzi, dovrà migliorarla.
 
 
 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 19 luglio 2016 / Pagina 5 - Sardegna
SARDEGNA E IMPRESA
La Tiziana Life Sciences acquisisce il codice genetico di 13mila ogliastrini:
«Riapriremo i laboratori di ricerca e salveremo la preziosissima banca dati»
AGLI INGLESI IL DNA DEI SARDI
ACQUISTATA LA SHARDNA
di Mauro Lissia
CAGLIARI Si chiamava Shardna, si chiamerà LonGevia Genomics srl e la ricerca nel campo affascinante quanto promettente della genetica andrà avanti dopo quindici anni di successi e altri sei di delusioni. Passata attraverso un’operazione di vendita e una procedura fallimentare, la società nata nel 2000 per volontà del Renato Soru in versione imprenditoriale approda nel Regno Unito. Ma non sarà Sardexit: la Tiziana Life Sciences plc di Gabriele Cerrone promette con la controllata LonGevia di mantenere e rilanciare investendo quanto serve i laboratori di ricerca oggi chiusi nel parco genetico dell’Ogliastra come quello di Talana, la biobanca di Perdasefogu e lo spazio del Polo scientifico-tecnologico di Pula. Mario Pirastu, il padre nobile della genetica isolana, sarà il traghettatore dell’operazione. Negli otto mesi che lo dividono dal pensionamento seguirà passo passo questo attesissimo ritorno al futuro, convinto che la società britannica di biotecnologie possieda l’elisir per la resurrezione pilotata della sua creatura, strozzata dalle impellenze economiche e dalle ultime avventurose gestioni. «Si riparte – ha annunciato Pirastu in una conferenza stampa organizzata per rassicurare i sardi sull’avvenire territoriale di Shardna – anche se forse quest’acquisizione da parte di una società internazionale così forte e autorevole darà fastidio a qualcuno». La storia. Sembrava una storia finita: il genoma dei sardi, i 230 mila campioni biologici di 13 mila cittadini dell’Ogliastra - con 11700 profili genetici completi - raccolti in quindici anni di lavoro dall’équipe del Cnr guidata da Pirastu erano rimasti là, congelati per i posteri. Un lavoro monumentale nato dall’ostinazione scientifica del ricercatore sardo e dalla lungimiranza di Soru pareva destinato a un inaccettabile oblio, malgrado il valore potenziale di una biobanca salita in cima al mondo in quanto a numeri e purezza dei campioni e dati che risalgono anche a quattro secoli fa, tra pubblicazioni nelle riviste scientifiche più blasonate del pianeta e richiami continui sulla stampa internazionale. L’addio di Soru. Fino al giorno più nero, quello in cui Soru - azionista principale grazie ai cinque milioni investiti, gli altri erano con piccole quote Sfirs, Casa di cura Tomasini e Cnr - chiamò Pirastu a casa: «Mario, ho venduto Shardna al San Raffaele». Mario incassò con rabbia («quando Renato entrò in politica - ha raccontato - tra noi due il feeling si esaurì») e firmò immediatamente la lettera di dimissioni: discorso chiuso. Affogato nel ribollente calderone di don Verzè, tra inchieste giudiziarie e spese da sceicchi, il sogno ad occhi aperti di Pirastu si materializzò in un prevedibilissimo fallimento. Era il 2012. L’acquisizione. E siamo all’oggi: due settimane fa il Chief financial officer di Tiziana Life Sciences Tiziano Lazzaretti, nome da predestinato, ha ricevuto una telefonata dal curatore fallimentare: «La sua offerta è l’unica arrivata - gli ha comunicato - i diritti di utilizzo dei campioni biologici raccolti da Shardna sono tutti suoi». Per 258 mila euro, un prezzo (venti euro a campione) che Pirastu ha definito «offensivo» ma che - come Lazzaretti ha confermato - implica l’impegno a proseguire le ricerche con gli investimenti conseguenti. L’obbiettivo: studiare nuovi farmaci anti-cancro, il campo in cui Tiziana Life svetta a livello mondiale. Ma anche le interazioni gene-ambiente e i fattori d’invecchiamento nell’area circoscritta fra gli “isolati genetici” Talana - il centro guida - Perdasdefogu, Seui, Baunei, Triei, Escalaplano, Seulo, Loceri e Ussassai, dove si registra una longevità seconda soltanto all’isola giapponese di Okinawa e un numero di centenari quasi cinquanta volte superiore a quella degli Stati Uniti d’America.Sede nell’isola. Le ricerche proseguiranno anche nell’isola, ha garantito Lazzaretti. Col rilancio «se le condizioni lo consentiranno» dei laboratori in Ogliastra e la messa in sicurezza delle banche dati, che a tutt’oggi sono le più antiche del mondo. Mentre i campioni, ha fatto capire Pirastu, potrebbero essere trasferiti altrove senza che questo condizioni la qualità della ricerca. Sei mesi. La ripartenza - ha azzardato l’ex direttore del gruppo di Shardna - potrebbe avvenire in un periodo che va dai sei mesi a un anno. Molto dipenderà dai tempi necessari per mettere LonGevia Genomics, che avrà sede a Cagliari, in regola con le norme e con le comunicazioni al Garante. Lazzaretti sta lavorando per questo. Tutti i cittadini sardi che hanno prestato il proprio Dna alla ricerca hanno firmato i documenti di consenso. Ma ora, cambiata la società di riferimento, dovranno firmare di nuovo. Il consenso. Un passaggio complesso? «Non credo - è tranquillo Pirastu - a suo tempo abbiamo ottenuto una collaborazione pari al 90 per cento degli abitanti e da qui a marzo, quando andrò in pensione, lavorerò perché questa fiducia ci venga confermata».
 
 


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