Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 July 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
«L'Isola che non c'è più»
Requiem per i piccoli paesi: «La salvezza è nei campi»
SPOPOLAMENTO. L'Anci: «Agroalimentare per il rilancio delle zone interne»
 
Dei 377 comuni dell'Isola, ben 101 hanno una salute demografica «precaria», 113 versano in una situazione «grave», 15 «gravissima». Centri dell'interno, molti - come Semestene, Padria, Armungia - destinati a scomparire. Sono le previsioni di uno studio dell'Università di Cagliari all'esame del Tavolo sullo spopolamento presieduto dall'Anci. «La rinascita delle zone interne - dice Pier Sandro Scano, presidente regionale Anci - deve puntare sull'agroalimentare».
TABASSO ALLE PAGINE 2, 3
 
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Requiem per Semestene
Il Tavolo dell'Anci sull'Isola che non ci sarà
 
Chi conosce Pier Sandro Scano sa quanto lo appassionino i numeri e le formule matematiche. Eppure, nonostante ne contengano in quantità, le 80 pagine di “Comuni in estinzione” - lo studio messo a punto dall'Università di Cagliari su incarico del Centro regionale di programmazione - non lo divertono per nulla. E sono riecheggiate con toni preoccupati alla prima convocazione del Tavolo sullo spopolamento. Era aprile: da Confindustria ai sindacati, dalle confederazioni agricole alle Università passando per il credito e l'imprenditoria, erano in molti a interrogarsi sulla desertificazione delle zone interne. Si riuniranno ancora, per poi confrontarsi con la Regione e con i parlamentari sardi e infine arrivare a una Carta contro lo spopolamento da sottoporre a Palazzo Chigi.
Ora che le Amministrative sono alle spalle, il prossimo passo sarà capire quali freni proporre per le quattro tendenze messe a fuoco dallo studio: “Una costante diminuzione dell'altezza media sul livello del mare degli insediamenti in condizioni di non regresso demografico; un aumento dell'indice della concentrazione della popolazione nel territorio; uno spostamento verso sud/sud-est del baricentro della popolazione; un ripopolamento delle zone costiere, invertendo una tendenza plurisecolare”.
Per ora, annota Scano, ci sono un intervento messo a punto dal governo per l'Alta Marmilla, individuata come “zona prototipo”, e uno parallelo della Regione per il Mandrolisai. «Dietro c'è uno studio molto buono dal punto di vista metodologico, ma è chiaro - ragiona il presidente dell'Anci - che con interventi così il problema cominci a risolverlo fra quarant'anni».
Le rilevazioni sono preoccupanti, con 148 comuni definiti in “buona” o “discreta” salute demografica, mentre per 101 è “precaria”, “grave” per 113 centri e “gravissima” per 15. I centri in maggior crisi sono quasi tutti in territori di collina interna o di montagna.
La forbice fra grandi aree urbane e piccoli centri tende a divaricarsi sempre più. In un'ideale istantanea che comprenda prospettive di sviluppo e “senso” per il sistema-Isola, è difficile tenere insieme i cinque comuni meno popolosi dell'Isola e i cinque più grandi. Baradili, con i suoi 84 abitanti, Monteleone Rocca Doria (107), Soddì (118), Setzu e Bidonì (appaiate a 150 abitanti) come dialogano con le aree maggiori? Che retroterra potranno rappresentare, se non un'eco della demografia che fu? Cagliari galleggia sui 150mila abitanti (154.460) senza espandersi, ma l'area metropolitana ne conta circa 450mila (il Lussemburgo ne ha appena 90mila in più) anche perché comprende Quartu, terza città della Sardegna con 71mila residenti. Il secondo centro è sempre Sassari, con 127mila abitanti: una dimensione che fluttua abbastanza poco, soprattutto se paragonata alla crescita demografica di Olbia (impetuosa e imprevista come la sua urbanistica) che oggi sfiora i 60mila abitanti, mentre Alghero, quinto centro, con 44mila residenti segna una crescita continua anche se sempre più lenta.
E basta allungare lo sguardo poco oltre per vedere i centri a fine corsa. Le proiezioni dello Studio regionale indicano tra il 2029 e il 2031 il “periodo tendenziale di estinzione” per Monteleone Rocca Doria. Il requiem per Semestene dovrebbe arrivare anche prima, fra il 2023 e il 2025. E poi Padria, Giave, Montresta, Armungia e via elencando, in una Spoon River preventiva di comunità in dissolvenza. Le contromisure ci sarebbero, e lo stesso studio ne individua alcune. Dall'incremento dei servizi all'incoraggiamento di filiere produttive, dall'azione sul tessuto culturale a quella fiscale. Ma certe strategie, conclude Scano, «ricordano un cognac di pregio: lo si serve in un bicchiere di cristallo, lo si annusa, lo si ammira mentre scintilla e lo si apprezza con aria grave da intenditori. Ma poi nessuno lo beve».
Celestino Tabasso
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Decimoputzu
Bando per laureati
 
Giovani laureati residenti a Decimoputzu. È rivolta a loro la selezione, indetta dall'amministrazione comunale, per attività di tutoraggio estivo dedicata agli studenti che frequentano o frequenteranno l'anno prossimo le scuole superiori. Bando e modulistica per la gara sono disponibili nella biblioteca e sul sito www.comune.decimoputzu.ca.it. Gli interessati dovranno presentare la domanda di adesione al Protocollo entro sabato. La modulistica è disponibile anche per i ragazzi che intendono seguire i corsi. Loro, gli studenti, per partecipare hanno tempo fino a mercoledì 20. Per informazioni ci si può rivolgere a Maria Gabriella Zucca. (l. e.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro (Pagina 28 - Edizione CA)
Nuoro e Siniscola
Test all'università, via alla formazione
 
L'associazione Histudentes organizza dal 13 luglio, nell'università di Nuoro e nell'istituto superiore Oggiano di Siniscola, la sesta edizione dei corsi di preparazione per l'ammissione alle lauree scientifiche e tecniche.
L'iniziativa è patrocinata da università di Nuoro, Provincia, Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Nuoro. Previste 80 ore tra lezioni con tutor specializzati, esercitazioni e simulazioni d'esame. Gratuiti per ogni corsista il cd con materiale didattico e il supporto in sede per le iscrizioni ai test d'ammissione. Per informazioni www.histudentes.com, mail info@histudentes.com oppure 347 5182865. L'associazione Hìstudentes ha sede a Nuoro, via Foscolo 20.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
In Breve
UNIVERSITÀ, CONTAMINATION LAB
 
Oggi, alle 10, l'aula magna Alberto Boscolo - Cittadella universitaria, Monserrato - ospita la giornata inaugurale della quarta edizione del Contamination Lab. Ai lavori dal titolo "L'impresa riparte!" partecipano il rettore Maria Del Zompo, il pro rettore per l'Innovazione, Annalisa Bonfiglio e l'assessore regionale alla Programmazione, Raffaele Paci.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Spettacoli e Società (Pagina 34 - Edizione CA)
«Bisogna costruire scuole che interpretino le identità»
Architettura. Alberto Ferlenga, rettore dell'Università Iuav di Venezia, a Cagliari
 
Quando l'ha disegnata aveva in mente una scuola come spazio di comunità, un centro civico aperto a tutti i cittadini, e non soltanto a scolari e insegnanti. All'indomani del terremoto, la primaria “Francesco Montanari” di Mirandola, in provincia di Modena, era tra i pochi edifici rimasti indenni: divenne il punto di riferimento della città, le persone vi si ritrovavano per confortarsi, non sentirsi soli, pianificare la ricostruzione.
Per Alberto Ferlenga, rettore dell'Università Iuav di Venezia (fino al 2001 Istituto Universitario di Architettura), la scuola del futuro dev'essere così: un laboratorio civico, il cuore della costruzione della convivenza sociale. La scuola è parte integrante della città: la città deve entrare nella scuola e la scuola uscire nella città.
Tra gli ospiti del convegno “Immaginare la scuola del futuro”, organizzato dal Dipartimento di Architettura dell'Università di Sassari (con sede ad Alghero), per iniziativa di Massimo Faiferri, coordinatore scientifico del progetto di ricerca “SPIN-APP: spazi innovativi per l'apprendimento”, il professor Ferlenga ha parlato della progressiva rinascita d'interesse verso questo tema, motivato anche dal recente concorso d'idee bandito dal Ministero dell'Istruzione per la realizzazione di scuole innovative. Durante la giornata di studi, ospitata nei giorni scorsi dal Dipartimento di Architettura dell'Università di Cagliari, sono intervenuti architetti di varie regioni d'Italia per illustrare i progetti esposti nella mostra “Di ogni ordine e grado. L'architettura della scuola”, curata da Massimo Ferrari e Claudia Tinazzi, ideata e prodotta dalla Triennale di Milano e ospitata al Lazzaretto di Cagliari fino al 31 luglio.
Professor Ferlenga, come immagina la scuola del futuro?
«In maniera molto diversa da come si è intesa perlopiù finora: uno spazio chiuso all'esterno, avulso dalla vita comunitaria, ovunque uguale. La immagino come un luogo di comunità e insieme come spazio capace di accogliere al proprio interno funzioni pubbliche slegate dalle tradizionali mansioni scolastiche. Una scuola ovunque diversa, che interpreti in maniera dinamica la cultura e l'identità del luogo in cui sorge».
A quali criteri pedagogici si dovrebbe ispirare?
«Nel corso del tempo è cambiato il modo di insegnare per cui è necessario un adeguamento degli spazi alle nuove esigenze sia degli studenti sia degli insegnanti. Gli spazi per l'apprendimento devono essere flessibili, modulari, attrezzati per lo svolgimento di attività laboratoriali e artistiche».
Nel Nord Europa si presta molta attenzione alle strutture e all'organizzazione degli spazi scolastici, qual è la situazione in Italia?
«Da noi non abbiamo una tradizione particolarmente ricca in questo ambito. Molte delle scuole italiane occupano edifici che sono stati altro: conventi, caserme e così via. Un'altra buona parte è costituita da costruzioni più recenti, di poca qualità sia da un punto di vista estetico sia funzionale, perlopiù situati in periferia».
In Italia, ci sono esempi di scuole innovative dal punto di vista architettonico?
«L'asilo Sant'Elia di Giuseppe Terragni a Como, costruito negli anni Trenta, o le scuole elementari disegnate da Aldo Rossi negli anni Settanta, lo sono, ma si tratta di casi sporadici. In questo momento però, l'architettura italiana vanta una particolare qualità che combinata con l'attenzione riservata al tema da parte di politici e amministratori può produrre una fertile progettazione scolastica. Non solo, la presenza di molte scuole nelle periferie può essere l'occasione per la riqualificazione, a cominciare dalla scuola, di ambienti urbanisticamente degradati».
Nella progettazione di uno spazio per bambini e ragazzi è utile e possibile che essi stessi contribuiscano a disegnarlo e allestirlo?
«L'idea di una scuola come spazio predefinito e immobile è stata ampiamente superata dalla cultura contemporanea. Ciò che serve sono edifici che, pur con un'architettura riconoscibile, possano essere modificati continuamente. La possibilità di cambiare lo spazio in base ai bisogni e alla creatività di alunni e insegnanti crea quel senso di appartenenza che trasforma la scuola in una casa che si sente propria».
Franca Rita Porcu
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 31 - Edizione CA)
Sclerosi multipla
Nuove terapie e farmaci
Racconta pure la tua malattia: starai meglio
 
Raccontare la malattia come arma per controllarla meglio, a fianco dello specialista. Questa nuova - e al contempo antica - opportunità di convivenza con una patologia cronica ben si adatta alla sclerosi multipla, che vede in Sardegna un'incidenza praticamente doppia rispetto alla media nazionale. Le cifre, peraltro, parlano chiaro: in Italia ogni anno si registrano 3.400 nuovi casi di sclerosi multipla, vale a dire otto nuove diagnosi al giorno, in pratica una ogni tre ore. Oltre la metà dei pazienti ha meno di 40 anni, circa due terzi sono le donne. Oggi la sclerosi multipla è considerata la principale causa di disabilità di origine non traumatica in età giovanile e adulta, con un forte impatto sociale. Oltre ai costi per il Servizio Sanitario Nazionale, stimati in circa 5 miliardi di euro l'anno, vanno considerate le ripercussioni sul percorso di vita e l'ingresso nell'età adulta dei giovani pazienti: secondo una ricerca realizzata dal Censis per conto di AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), una diagnosi prima dei 25 anni prolunga a tempo indeterminato la permanenza nella famiglia di origine.
Convivere con la malattia, specie quando si alternano fasi di relativo benessere a momenti di particolare acuzie dei problemi neurologici, non è certo semplice. Ma, come detto, un aiuto può venire dalla capacità di aprirsi e raccontarsi. Così, all'interno del percorso terapeutico basato sull'evidenza, assume importanza sempre maggiore e s'integra la cosiddetta medicina narrativa, una modalità di intervento clinico e assistenziale che si basa sulla comunicazione e sulla narrazione, condivise tra medico e paziente. «Attraverso l'approccio narrativo la persona con sclerosi multipla esprime il suo vissuto di malattia, analizzando nel filo conduttore della sua condizione, il percorso interiore che lo lega alla relazione tra il sé stesso ammalato e gli altri - spiega Maria Giovanna Marrosu, Professore ordinario di Neurologia all'Università di Cagliari -. Il racconto dell'esperienza del paziente consente al clinico di comprendere quale può essere la strategia terapeutica idonea, non soltanto sulla base delle evidenze ma anche tenendo conto di prospettive, aspirazioni, ruolo sociale attuale e futuro del paziente. Ciò consente di porre le basi per una cura condivisa e per un'alleanza terapeutica che vede i due protagonisti, medico e paziente, paritariamente coinvolti nella relazione». La scienza, comunque va avanti anche per trovare risposte nelle forme più gravi della malattia, quelle definite primariamente progressive, che rappresentano circa il 10 per cento del totale. La forma più comune è la recidivante-remittente, che colpisce circa l'85 per cento dei pazienti con episodi acuti, seguiti da periodi di recupero quando i segni o i sintomi non progrediscono. Questa forma può progredire in circa la metà dei casi in una forma secondariamente progressiva, caratterizzata da progressivi peggioramenti dei sintomi. La sclerosi multipla primariamente progressiva, invece, è la forma più grave e debilitante della malattia, caratterizzata da costante peggioramento dei sintomi, generalmente senza periodi distinti di remissione e successiva ricaduta.
Sul fronte delle cure, una novità rilevante riguarda proprio questa forma. L'anticorpo monoclonale ocrelizumab, progettato per colpire selettivamente le cellule B Cd20+, è il primo e unico farmaco in fase sperimentale che ha ricevuto dalle agenzie regolatorie statunitense ed europea la convalida alla richiesta di autorizzazione all'immissione in commercio sia per la forma recidivante-remittente sia per la forma primariamente progressiva.
Federico Mereta
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Cronaca di Olbia (Pagina 30 - Edizione CA)
OLBIA. Giovani architetti
Concorso di idee per disegnare la rete museale
 
Un progetto frutto della volontà del Lions Club al quale si è unita l'efficienza e la creatività dei docenti e studenti della Facoltà di Architettura di Alghero: è nato così un "Concorso di idee" per la valorizzazione e gestione del patrimonio culturale di Olbia che ha visto all'opera diciassette gruppi di giovani architetti, impegnati nella progettazione di una rete museale per il territorio olbiese, capace di promuovere le sue bellezze. Dopo uno studio delle opere presenti nel capoluogo gallurese e nel circondario, i professioni hanno realizzato delle bozze che sono state mostrate ieri nella sala convegni del Museo Archeologico alla presenza dell'assessore comunale alla Cultura Sabrina Serra, del direttivo del Lions Club e del responsabile del progetto Tommaso Pirina, docente di architettura. I lavori migliori sono stati premiati con un riconoscimento di 900 euro. «Abbiamo puntato sull'ecompatibilità delle opere che andranno realizzate per creare questa importante rete che unirà tutti i punti strategici di Olbia e consentirà a turisti e visitatori di poterne godere appieno», ha affermato Luciano Idda, uno dei giovani architetti che si è aggiudicato il premio. Ma a rendere il tutto ancora più importante è il fatto che l'amministrazione comunale è intenzionata ad utilizzare proprio il progetto che Idda ha realizzato in collaborazione con il collega, Antonio Cugusi di Valledoria. «L'idea è quella di prendere la bozza creata da questi architetti e farla nostra mettendola in pratica, utilizzandola per valorizzare i nostri beni culturali», ha affermato l'assessore Sabrina Serra.
Antonella Brianda
 

LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Attualità – pagina 8
Dirigenti pubblici, scatti solo con l’età
Buste paga appiattite rispetto al “merito”. Studio di Bankitalia: sistema di valutazione inefficace
 
ROMA La carriera dei dirigenti, in primis la loro busta paga, è legata all’anzianità di servizio, punto. Non contano ai fini della retribuzione di risultato accademici, conoscenza delle lingue straniere, diverse esperienze di lavoro: in una parola il merito. La conferma arriva da uno studio della Banca d’Italia che, dati alla mano, cerca di fare luce su chi guida la Pubblica Amministrazione alla vigilia di una nuova riforma della dirigenza. «Tutto, purtroppo, vero», commenta il sindacato dei dirigenti pubblici Unadis, rivendicando «una maggiore autonomia» dalla politica. La ricerca condotta da due economiste di via Nazionale, Roberta Occhilupo e Lucia Rizzica, parla chiaro rilevando, sulla base di un’analisi «empirica», un «sostanziale appiattimento dei premi erogati, il cui ammontare risulta influenzato solamente dall’età» e «non da altre caratteristiche individuali, quali l’esperienza lavorativa in altri settori o il possesso di specifiche competenze». Il lavoro giunge così a dichiarare «l’inefficacia dell’attuale sistema di valutazione», nonostante le riforme degli anni Novanta e la legge Brunetta. Un insuccesso dovuto a «regole rigide e farraginose che si applicano in modo indifferenziato» indipendentemente dal tipo di amministrazione, a «una carente programmazione degli obiettivi strategici» e «all’insufficiente autonomia gestionale e organizzativa riconosciuta ai dirigenti». Non solo, il rapporto addita tra le ragioni del flop anche «la scarsa adeguatezza e indipendenza dei poteri di intervento degli Oiv», gli organismi indipendenti di valutazione delle performance, a cui mancherebbe la capacità di infliggere sanzioni. Di certo poi, evidenzia lo studio di palazzo Koch, non aiuta «la possibilità di revoca anticipata degli incarichi dirigenziali indipendentemente dagli esiti della valutazione, per motivi attinenti alla riorganizzazione interna». Ciò aprirebbe le porte alla discrezionalità, con un elemento valido che può essere messo alla porta nonostante il suo buon lavoro. L’indagine della Banca d’Italia prende le mosse da dati reali, sulle retribuzioni di risultato relative al 2012. Guardando al campione di oltre 2 mila capi ministeriali emerge come la voce della busta paga legata ai target raggiunti sia solo una piccola fetta del totale (circa il 9% dell’intero stipendio di un dirigente di prima fascia). Il rapporto si sofferma anche sulla dirigenza regionale, scoprendo che gli scatti, gli aumenti della retribuzione di risultato, sono legati solo all’età e ogni anno in più di anzianità vale il 6%. Il Governo vorrebbe portare in Consiglio dei ministri già a luglio una riforma. Il Paper riconosce come l’attuale piano miri a migliorare la situazione ma mette le mani avanti prima di dare un giudizio visto quel che è accaduto in passato: buoni propositi travolti da interventi successivi, e passi indietro.

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