Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 July 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Anticamera di tre anni per il lavoro dopo la laurea
Solo un neodottore su tre trova un'occupazione a un anno dalla tesi
 
Quanto vale la laurea? Dipende. I più ricchi sono i medici e gli ingegneri, i più poveri i dottori in Giurisprudenza, Lettere e Lingue. I corsi di studi che invece offrono maggiori sbocchi per il lavoro sono Farmacia ed Economia. Sono questi i numeri e le tendenze delle università sarde frugando nell'immenso database di AlmaLaurea, il consorzio di una settantina di atenei italiani, compresi Cagliari e Sassari.
LAVORO LENTO La classifica mette in fila i laureati dopo uno, tre e cinque anni dalla laurea. Viene fuori un quadro abbastanza complesso che può offrire indicazioni importanti sull'andamento del mercato del lavoro anche se lo stesso consorzio che elabora i dati - ottenuti da migliaia di questionari inviati ai neolaureati - invita a usarli con cautela.
Vediamo un po' di cifre. Dodici mesi sono pochi per trovare un lavoro e così si nota subito che solo uno su tre, nell'Isola, ce la fa. Percentuali più basse di diversi punti rispetto al dato nazionale (circa il 35% contro quasi il 43%). E gli stipendi sono appena più bassi, con una media che oscilla intorno ai mille euro netti mensili. Va peggio per le donne che mettono in tasca circa 200 euro in meno. Per avere stime più attendibili bisogna andare avanti nel tempo e fare un primo bilancio a 3 anni dalla fine degli studi. Si gonfiano un po' le buste paga (1.233 euro in Italia, 1.089 a Cagliari e 1.172 a Sassari) ma nell'Isola ancora il posto non arriva per un laureato su due, mentre nel resto del Paese lo conquista il 66% del campione. Dopo cinque anni dalla laurea, tre dottori italiani su quattro hanno già trovato un'occupazione, poco meno (il 70%) i loro colleghi cagliaritani, mentre dalle parti di Sassari la percentuale è ben lontana (intorno al 58%), portata al ribasso dalla siginificativa disoccupazione femminile. Il tempo è passato e i guadagni crescono ma i laureati sardi prendono qualcosa in meno (dai 70 ai 90 euro) della media nazionale Un'altra curiosità: per alcune facoltà (Economia e Farmacia a Cagliari, Giurisprudenza e Farmacia a Sassari), la busta paga media dei laureati dopo cinque anni è più leggera di quella dopo i tre anni.
DONNE PENALIZZATE C'è un dato che arriva più netto dalle università sarde. Le donne laureate hanno meno opportunità di trovare un lavoro e se il posto c'è l'assegno mensile vale in media 2-300 euro rispetto ai colleghi maschi. A un anno dalla fine degli studi, non ci sono grosse differenze tra i sessi sulla percentuale degli occupati. A tre anni dalla laurea il divario cresce: a Cagliari c'è quasi il 75% di dottori occupati (contro il 68 femminile), a Sassari la forbice va dal 68 (uomini) a meno del 53% (donne). Differenze notevoli anche sugli stipendi, più marcate in Giurisprudenza (a Cagliari e Sassari anche 400 euro in meno per le laureate), Scienze Politiche e Ingegneria (quasi 340 euro a 5 anni dalla fine degli studi a Cagliari).
Alessandro Ledda
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Gli esperti: crescerà la necessità di alti profili
Gli scenari studiati da Unioncamere «Non è un pezzo di carta»
 
No, non è solo un “pezzo di carta”: serve oggi e servirà ancora di più domani. E se si segue il consiglio degli esperti si possono già prevedere quali saranno le lauree più richieste nel mercato del lavoro del futuro prossimo. Lo scenario previsto da Unioncamere, così, fa il punto su fabbisogno e offerta di laureati dal 2016 al 2020 infondendo una buona dose di ottimismo sul fronte dell'occupazione. In questi quattro anni l'azienda Italia assumerà 2 milioni e mezzo di lavoratori, oltre il 40% “molto qualificati” (le aziende, pubbliche e private, avranno sempre più bisogno di competenze di alto profilo e hi-tech), il 27% “non qualificati”. Il 31% della forza di lavoro richiesta (787mila posti) sarà garantita da laureati, il 33% (837mila) da diplomati. Se nel 2016 il rapporto tra i neolaureati in ingresso e il fabbisogno previsto è più o meno pari all'unità, nel 2020 scenderà a 0,7 (126.800 nuovi dottori e 182.800 posti richiesti) con una graduale tendenza ad assorbire anche chi finora è rimasto disoccupato. A livello territoriale sarà il ricco Nord-Est a offrire più opportunità, con quasi 250mila occupati laureati e oltre 270mila diplomati. Quali saranno i titoli più richiesti alla fine del decennio? In cima alla lista delle preferenze ci sono i laureati a indirizzo economico-statistico (35mila), seguono poi medici e paramedici (31mila), ingegneri (oltre24mila) e insegnanti (19mila). I titoli con meno richiesta sono invece quelli a indirizzo geo-biologico (con forte “eccedenza”: 6mila nuovi laureati per una domanda di 3.500 posti) e il corso in Scienze motorie (appena 2.500 posti). (a. le.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Via Trentino, mensa aperta
L'ALLARME. Al Policlinico e in via Premuda il servizio resta sospeso
 
L'allarme è rientrato, insieme alla revoca della sospensione cautelativa. Ma solo nella mensa di via Trentino. Tavolini pieni e facce distese: dopo la serrata imposta dalla Asl nella struttura affacciata sui campi di Sa Duchessa tutto sembra essere tornato alla normalità. Il servizio ha ripreso a funzionare regolarmente, con grande gioia degli studenti.
«La chiusura contemporanea delle tre mense ha causato diversi disagi, soprattutto perché non siamo stati informati ma penso sia stata una decisione giusta», commenta Martina Nonnis, studentessa di Tossicologia. Lorenzo Chighine, futuro ingegnere, annuisce: «Sono uno degli studenti che martedì scorso si sono sentiti male», racconta. «Ma in tre anni non è mai successo niente, meglio che abbiano chiuso per fare le verifiche». Restano inaccessibili le mense del Policlinico di Monserrato e quella di via Premuda dove ieri, all'ora di pranzo, oltre a non esserci neanche un banale cartello che avvisava dell'interruzione del servizio, non c'era neppure un guardiano, nonostante i cancelli fossero aperti.
«Comprendiamo il malumore degli studenti ma davanti alla possibilità di carenze igienico-sanitarie non avevamo altra scelta che chiudere», commenta Antonio Funedda, presidente del Ersu. «Stiamo facendo il possibile per poter riaprire le strutture ancora chiuse ma tengo a precisare che la comunicazione dell'interruzione del servizio è stata data tempestivamente».
Sara Marci
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 36 - Edizione CA)
«Via i militari, l'Università sulle terre di Pratosardo»
NUORO. L'assessore Sanna: no, vogliamo che l'Ateneo resti in centro
 
Destinare la caserma di Pratosardo all'università di Nuoro, alla sede della facoltà di Agraria e ai corsi in scienze Ambientali e scienze forestali creando un campus e favorendo lo studio e la ricerca scientifica nei 600 ettari di terre comunali ad uso civico su cui sorge la struttura. Con l'università e il campus si potrebbe così puntare alla nascita di un intero comparto rurale con aziende agropastorali, associazioni, cooperative e privati. È la proposta lanciata ieri da Giorgio Devias, segretario cittadino del movimento indipendentista Libe.Ru. (sezione Paschedda Zau) al Comune, all'università e alla Regione. Un'idea che sconvolge i programmi delle precedenti amministrazioni e i progetti di quella attuale.
TERRE CIVICHE «A Pratosardo - dice Devias - ci sono le uniche terre civiche di Nuoro, che sono inalienabili. Il Comune ha provato a sgravarle dagli usi civici, ma la sua richiesta è arrivata oltre i tempi previsti, la caserma di Pratosardo è quindi costruita su terre che sono nostre». In quelle terre il godimento collettivo è un diritto. Si tratta di 600 ettari, quasi la stessa porzione di territorio con cui l'assessorato regionale all'Agricoltura, tramite il progetto Terra ai giovani (700 ettari di aree incolte regionali agli under 40) vuole dare una scossa al comparto. «Le terre civiche di Pratosardo, per caratteristiche del territorio potrebbero essere utilizzate per far nascere un modello di sviluppo all'avanguardia, legato alle soluzioni dei problemi rurali esistenti nel territorio. Chiediamo che siano utili per la comunità. I soldi ci sono, basta una programmazione utilizzando i fondi europei».
OPPORTUNITÀ «Questa proposta sconvolge un po' la nostra idea di università, che abbiamo pensato e vogliamo fare al centro di Nuoro», ribadisce l'assessore comunale all'Urbanistica Giuliano Sanna ricordando la proposta della sua maggioranza di spostare il campus dall'ex Artiglieria in viale Sardegna al vecchio mulino Gallisai. «Sugli usi civici - prosegue - siamo consapevoli che a Nuoro vanno valorizzati. Bisogna fare un piano comunale, normandone l'utilizzo. In pochi sanno che l'osservatorio regionale sugli usi civici ha sede presso l'università di Nuoro». Gli osservatori sono solo tre in tutta Italia: in città, a Trento e l'Aquila.
LA CASERMA La costruzione è costata oltre 10 milioni di euro dopo l'accordo di programma ventennale tra Comune, Regione e Ministero in modo da liberare l'area dell'ex Artiglieria in viale Sardegna e destinarla a campus universitario. A Pratosardo sono attesi 250 militari. La settimana scorsa la ministra Roberta Pinotti ha confermato l'impegno. «I militari non hanno una funzione economica - dice Devias - con loro non c'è sviluppo».
Fabio Ledda
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 16
Città accogliente, seminario
organizzato da Architettura
 
SASSARI «Idee per una città accogliente. Riflessioni e proposte operative per la città di Sassari» è il titolo di un seminario organizzato per oggi, alle 17,30 alla Frumentaria, dal laboratorio di ricerca Leap (Laboratorio internazionale sul progetto ambientale) del dipartimento di Architettura, design e urbanistica (Dadu) dell’Università, patrocinata dal Comune, in collaborazione con istituzioni, comitati e associazioni culturali operanti nel territorio. Il seminario intende fornire un quadro d’insieme e discutere alcune proposte operative sui temi dell’integrazione con l’obiettivo di rivelare la città di Sassari come ambiente propizio all’accoglienza. A partire da riflessioni e scenari di progetto, proposti dagli studenti del primo anno dei corsi di laurea in Scienze dell’architettura e del progetto e in Urbanistica, pianificazione della Città, del Territorio, dell’Ambiente e del Paesaggio, ed esposti nel corso delle due settimane di apertura della mostra “Idee per una città accogliente”, si affronteranno alcune questioni per cercare di comprendere come il progetto possa favorire la multiculturalità e dare avvio a processi di inclusione sociale.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Nuoro – pagina 24
la proposta
Liberu: «La caserma di Pratosardo sede dell’università»
di Francesco Cabras
 
NUORO «La nuova caserma di Pratosardo? Al posto dei militari diventi la sede della facoltà di Scienze forestali e ambientali e del campus universitario». La proposta è degli indipendentisti della sezione cittadina “Paschedda Zau” di Liberu, che si appellano in questo senso al Comune partendo da un presupposto: «Le terre civiche (su cui la struttura è stata costruita) devono essere impiegate a beneficio della comunità, in quanto ad essa appartenenti». Si tratta di circa 600 ettari di territorio che, oltre all’edificio di recente realizzazione, comprende anche il complesso di fabbricati che ospitavano la vecchia Artiglieria, oggi in stato di completo abbandono. «Per le caratteristiche del territorio – sostiene il segretario cittadino di Liberu, Giorgio Devias – queste terre potrebbero essere utilizzate come sede della facoltà di Agraria e Scienze forestali e ambientali, che le prenderebbe in gestione. Le strutture di nuova costruzione, realizzate dal Comune di Nuoro con soldi comunali e destinate ai militari, potrebbero essere adibite a campus universitario». Pronte all’uso, visto che come fa notare Devias «sono dotate di alloggi, sala convegni, centro polifunzionale, cucina e mensa, deposito carburanti che potrebbe essere destinato ai mezzi agricoli dell’università». Un progetto che secondo Liberu sposa tutte le vocazioni di Nuoro («ambiente, cultura e agropastoralismo») e che sarebbe da portare avanti in stretta collaborazione con il settore pastorale e quello dell’associazionismo. «Questa soluzione alternativa e all’avanguardia – continua Devias - potrebbe rappresentare un reale volano di sviluppo per il comparto agroalimentare, alle prese con problemi strutturali che non possono essere affrontati, come si è sempre fatto, con misure sporadiche, ma con una seria programmazione». Per Nanni Sale, componente del direttivo cittadino del partito, tutto questo porterebbe benefici alla comunità sia in termini di occupazione, sia di crescita dell’agroalimentare, oggi sottodimensionato. «Basti pensare – afferma – che l’80 per cento dei prodotti che consumiamo in Sardegna sono importati». A chi dovesse obiettare che per realizzare tutto questo non ci sono le risorse economiche, Devias risponde che «i fondi necessari vanno indirizzati dalla politica, esistono specifiche misure di intervento europee», ed in questo senso la loro proposta è indirizzata anche all’Argea, l'agenzia regionale che si occupa di gestione ed erogazione degli aiuti in agricoltura. Riguardo, invece, all’eventuale sede alternativa per i 250 militari già destinati dal ministero della Difesa alla caserma di Prato Sardo, gli esponenti di Liberu spiegano che il loro pensiero è, piuttosto, trovare soluzioni «per far tornare migliaia di sardi che sono dovuti emigrare, magari per fare i camerieri».
 

Questionnaire and social

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