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22 June 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 22 giugno 2016 / Borsa (Pagina 16 - Edizione CA)
Seminari e colloqui oggi e domani al Business centre dell’aeroporto di Elmas
L’UNIVERSITÀ INCONTRA L’IMPRESA
Cinquanta ricercatori presentano i progetti innovativi

Teoria e pratica s’incontrano, il mondo accademico intercetta le esigenze di sviluppo economico del territorio e si mette a disposizione delle imprese. Nascono così cinquanta progetti per la Sardegna, studiati e sviluppati da altrettanti ricercatori dell’Università di Cagliari, che saranno presentati oggi e domani, nel Business centre dell’aeroporto di Elmas, durante l’evento “Unica & Imprese”. La due giorni permetterà ai ricercatori dell’ateneo di Cagliari di presentare le proprie attività alle imprese partecipanti, con l’obiettivo di avviare nuove collaborazioni e contribuire alla crescita del tessuto produttivo isolano.
Imprese ed enti ascolteranno le presentazioni di oltre cinquanta ricercatori e li incontreranno in colloqui singoli. Otto ambiti tematici che richiamano le categorie della Smart specialization strategy (S3) della Sardegna: Aerospazio, Agrifood, Bioeconomia, Biomedicina, Economia e management, Energia, Ict, Turismo, beni culturali e ambientali. Il dialogo tra Università e mondo produttivo avrà spazio anche in due tavole rotonde dedicate alla tradizione che diventa high tech (oggi) e all’open innovation (domani). Tra aziende ed enti privati ci saranno, tra le altre, Amazon, Federalberghi, Abinsula, Confindustria giovani, Edizero, PlayCar, Fis global, Aeronike, Expert System. Contaminazione, ricerca e aderenza con il tessuto imprenditoriale e con le amministrazioni pubbliche isolane: è il mix lanciato dal rettore Maria Del Zompo perché l’Ateneo si faccia strumento propulsore dell’innovazione applicata allo sviluppo economico e imprenditoriale. Sviluppo che negli ultimi anni, in Sardegna più che in altre regioni, va di pari passo con la nascita delle sempre più numerose start up innovative, l’altra faccia del sistema. Aziende che fanno dell’innovazione e dei processi tecnologici il proprio tratto distintivo, anche nel settore dell’artigianato, per definizione caratterizzato dall’elemento umano e creativo.
Secondo i dati del centro studi nazionale di Confartigianato, sono 10.826 le imprese artigiane sarde coinvolte nello sviluppo delle “smart city”. Di queste 4.217 si concentrano nel sistema casa, 514 nell’ambiente, 1.908 nel trasporto, 451 nella smart mobility-ICT e 3.590 nello smart living. «Nell’economia reale si sta affermando un modello originale di convivenza e reciproco rafforzamento tra innovazione e valore artigiano, che può diventare un vera “via italiana all’innovazione”», sottolinea Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Sud Sardegna, che domani parteciperà a una delle tavole rotonde organizzate dall’Università.
Marzia Piga
 
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2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 22 giugno 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
PALAZZO BELGRANO. La Notte bianca
L’Università spalanca le sue porte
Torna, giovedì 30 giugno, per il secondo anno, “Unicacomunica”, la giornata di incontro tra l’Università degli Studi di Cagliari e il suo territorio: anche quest’anno un programma davvero ricco di iniziative e di momenti importanti distribuiti lungo l’arco della giornata “Vieni a trovarci in Rettorato: Palazzo Belgrano spalanca le sue porte!”. Si inzia alle 9 e si chiude alle 24, come nella precedente edizione. Vari gli incontri programmati in via Università. Si inizia con l’esposizione del Manifesto degli studi e l’illustrazione dei corsi dell’Ateneo cagliaritano: l’occasione per informare le famiglie sugli indirizzi di studio e la formazione messa in atto nelle aule. Il pubblico potrà anche ammirare la collezione Piloni e godersi il concerto finale, dalle 21, “Music on Campus” nel cortile del Balice.


 
L’UNIONE SARDA
 
3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 22 giugno 2016 / Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
Mediterraneo, la scoperta di studiosi cagliaritani
C’È VITA NEGLI ABISSI IN ASSENZA D’OSSIGENO
C’è vita senza ossigeno nelle profondità del Mediterraneo. È così per un gruppo di ricercatori dell’Università di Cagliari che si sono messi insieme ad un team internazionale protagonista della sensazionale scoperta per andare a spiare il silenzio del mare più profondo, nel cuore del Mediterraneo, in un’area non distante dall’isola di Creta. Uno studio rigorosissimo che ha già fatto il giro del mondo accademico dopo la pubblicazione su una prestigiosa rivista scientifica.
In sintesi, il risultato dell’indagine scientifica è questo. Alcuni organismi pluricellulari sono in grado di trascorrere l’intera esistenza privandosi delle molecole di O2.
Le prove sono state scritte nero su bianco su una prestigiosa rivista internazionale, la Bmc Biology, dall’équipe del professor Antonio Pusceddu (associato di Ecologia al Dipartimento di Scienze della via e dell’ambiente), dell’Università politecnica delle Marche, dall’Università di Basilea e dal Natural History Museum della Danimarca. Una scoperta eccezionale, frutto di anni di studi, che ribalta le conoscenze sulla vita negli abissi del mare. Almeno fino a sei anni fa, quando i ricercatori avevano rinvenuto tre nuove specie di loriciferi, piccoli organismi multicellulari nel bacino anossico l’Atalante, a 4000 metri di profondità nel centro del Mediterraneo.
Atalante (il nome è quello del battello oceanografico coinvolto nella sua scoperta nel 1993) è tra gli habitat più ostili del pianeta: totale assenza di ossigeno da decine di migliaia di anni, acidità persistente (pH di circa 2), concentrazione di sale elevatissima (oltre 600 grammi per litro). Un ambiente considerato assolutamente incapace di ospitare una vita. E invece non era così. I loriciferi hanno smentito tutto, dimostrandosi capaci di poter trascorrere interamente il loro ciclo vitale in queste incredibili condizioni.
Mediante tecniche di colorazione, incorporazione di substrati radioattivi e di molecole fluorescenti se esposte ad enzimi attivi, nonché di analisi ultrastrutturali al microscopio elettronico, questi organismi erano stati definiti vivi. C’era dunque una prima verità che aveva comunque necessità di ulteriori indagini per essere accreditata davanti alla scienza ufficiale.
Il nuovo studio, corredato di nuove prove basate sulla distribuzione di questi piccoli animali lungo la verticale del fondale e prodotto in risposta ad una ricerca americana che aveva confutato i risultati precedenti (Bernhard, 2016), è stato così pubblicato su Bmc Biology acquisendo la patente di certezza.
I risultati del team confermano che gli ambienti profondi, e in particolar modo quelli estremi come i bacini anossici ipersalati del Mediterraneo profondo, nascondono ancora molte sorprese alla scienza. La scoperta permette di supportare più efficacemente l’ipotesi per la quale la vita multicellulare negli oceani, in qualche momento dell’evoluzione, si è potuta sostenere anche in assenza di ossigeno assai prima della comparsa dei primi grandi animali. Il periodo è quello che va da 550 a seicento milioni di anni fa.
Per Antonio Pusceddu questi risultati raccontano un nuovo pezzo della vita sul pianeta avvalorando le tesi che organismi come i loriciferi fossero già presenti quando in atmosfera non c’era ancora presenza di ossigeno. Ebbene, quelle condizioni esistono nella “fossa” di Atalante, ed è lì che gli scienziati sono andati a frugare per scrivere l’altra storia degli abissi del mare scritta nelle cellule di questi minuscoli organismi di dimensioni inferiori al millimetro.
Andrea Piras
 
 
 
L’UNIONE SARDA

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 22 giugno 2016 / Salute (Pagina 39 - Edizione CA)
Cala la mortalità, prevenzione fondamentale
Carcinoma prostatico, niente paura

Con l’arrivo alla terza età, la prostata suscita sempre maggiori preoccupazioni, per i disturbi che possono coinvolgere la funzione urinaria, perché riguarda una ghiandola coinvolta nella funzione sessuale (intuibile la sensibilità dei maschi al tema) ma soprattutto per il pericolo di tumori.
Il cancro alla prostata è infatti uno dei più diffusi nella popolazione maschile, rappresenta il 15 per cento fra quelli che colpiscono l’uomo.
Nel 2015 sono stati 35 mila i casi diagnosticati, il 40 per cento dei quali (15 mila) in forme indolenti, cioè a basso rischio di progressione. Secondo gli studi più recenti, in Italia un uomo su 8 ha la probabilità di contrarre un tumore alla prostata (fonte Airc).
Sono numeri che spiegano l’interesse suscitato da una patologia con importanti risvolti sociali e l’impegno diffuso nel campo della diagnosi e cura. Attenzione che si traduce in risultati positivi: la sopravvivenza al carcinoma prostatico è infatti attestata al 91 per cento a 5 anni dalla diagnosi e tende ad aumentare. Merito di un marcatore, il dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico) che ha incrementato le diagnosi precoci e gli interventi chirurgici.
Si sta però diffondendo fra gli specialisti la convinzione che l’eccesso di esami (il PSA si misura con un’analisi del sangue) presenti anche svantaggi. Come abbiamo visto, per poco meno della metà dei casi diagnosticati si prevede una crescita molto lenta.
Tenerli sotto controllo, quando non sia accertata la natura letale, anziché intervenire subito con bisturi o radioterapia, si ritiene sia preferibile perché assicura ai soggetti interessati una migliore qualità della vita.Sulle conseguenze del “fai da te diagnostico” e, per altro verso, sull’eccesso di screening generalizzati, è in corso un dibattito a livello internazionale.
Se ne parlerà a Cagliari, venerdì e sabato (Hotel Regina Margherita, inizio ore 9), durante il corso di aggiornamento sul “Percorso multidisciplinare integrato del paziente con carcinoma alla prostata”, Presidente Antonello De Lisa, ordinario di Urologia all’università di Cagliari, Responsabile scientifico Michele Boero, segretario nazionale dell’Associazione di Medicina nucleare. All’importante appuntamento è prevista la partecipazione di 66 specialisti, sardi e della penisola. Al centro dei lavori, diagnosi e terapia, ma soprattutto il paziente di fronte alla malattia.
Il congresso arriva infatti in un momento cruciale per la Sanità della Sardegna. L’assessorato regionale ha deciso di creare un tavolo tecnico sul percorso clinico assistenziale del paziente con carcinoma della prostata e ha nominato coordinatore Michele Boero.
Perché chi sospetta o ha ricevuto una diagnosi di tumore, si trova a volte solo nell’affrontare scelte importanti. «Il tavolo di lavoro - spiega Boero - si propone di individuare un percorso da seguire (in due macro aree del nord e sud Sardegna) che assicuri al paziente le diverse specialità scientifiche da coinvolgere, garantendo uniformi livelli di assistenza ed eliminando gli squilibri territoriali».
Partendo dal medico di famiglia, il malato saprà quali specialisti contattare, a quali esami sottoporsi per affrontare il tumore, dove trovare le cure più appropriate.
Per arrivare a delineare il percorso, il tavolo istituito dalla Regione prevede la partecipazione di specialisti (urologi, oncologi, radioterapisti, anatomopatologi, radiologi e medici nucleari) disposti a coordinarsi fa loro con un unico obiettivo: il benessere del paziente.
Lucio Salis
 

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L’UNIONE SARDA

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 22 giugno 2016 / Salute (Pagina 39 - Edizione CA)
Servono approccio corretto e una giusta assistenza
Migliorano diagnosi e terapia, ma più attenzione al paziente
Aumenta l’incidenza del tumore alla prostata, ma contestualmente migliorano gli strumenti diagnosti e terapeutici. «Di non minore importanza appare la centralità del paziente e la necessità che siano le strutture sanitarie ad avvicinarsi a quest’ultimo, offrendogli anche nelle periferie un approccio corretto e la giusta assistenza» riflette il professor Antonello De Lisa, professore ordinario di Urologia all’università di Cagliari e presidente del corso di aggiornamento sul “Percorso multidisciplinare integrato del paziente con carcinoma alla prostata”. La manifestazione rappresenterà un’occasione di dibattito a livello multidisciplinare fra diversi specialisti: urologo, oncologo, radioterapista, anatomopatologo, medico nucleare, radiologo, fisioterapista, anestesista e medico di base primo punto di riferimento del soggetto con problemi alla prostata. «Il corso, attraverso il confronto fra le diverse specialità coinvolte - spiega Michele Boero, segretario nazionale dell’Associazione medicina nucleare e direttore scientifico del corso - si pone l’obiettivo di fare il punto della situazione sul percorso clinico-assistenziale del paziente con carcinoma della prostata alla luce delle più recenti linee guida nazionali e internazionali».
Sulla stessa strada anche l’assessorato regionale alla Sanità, che ha appena istituito un tavolo di lavoro proprio per indicare ai pazienti l’indirizzo da seguire in caso di sospetto o di diagnosi certa di tumore alla prostata. Oggi infatti, chi deve affrontare questo problema si trova spesso disorientato di fronte a una serie di decisioni da prendere. A quale specialista rivolgersi? In quale ospedale? In Sardegna o nella penisola? Dove fare gli esami prescritti dai medici? Questi e altri problemi diventano ancora più gravi per chi non vive in una città dotata di strutture sanitarie.
Come hanno sottolineato De Lisa e Boero, il corso metterà il paziente al centro del discorso sul tumore. «Le otto sessioni in cui è articolato il programma - precisa il medico nucleare - riflettono la sequenza temporale dell’iter del paziente, dalla fase di diagnosi e stadiazione, compresa l’eventuale recidiva, fino ai percorsi curativi».
Nell’ambito del corso, anche tre tavole rotonde. Su integrazione fra ospedale e territorio, sul ruolo della terapia radiometabolica nell’attuale scenario terapeutico e sull’assistenza al paziente terminale.
L. S.
 
 
 
 
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5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 22 giugno 2016 / Cultura (Pagina 42 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ Si è spento lunedì a Cagliari
Addio Ricci: ci fece amare la letteratura
A gli amici confidava di avere un problema e di non riuscire a risolverlo: «Non so se amo di più la letteratura o i giovani ai quali mi sforzo di insegnarla». E in effetti Carlo Ricci - che si è spento lunedì a Cagliari, dov’era nato 85 anni fa - non ha trovato il modo di sciogliere quel robusto nodo affettivo. Ma la ragione è forse molto semplice: perché di fare una scelta non gli importava, perché si riconosceva in entrambe le passioni, perchè era un grande storico della letteratura e un illuminato docente.
Carlo Ricci è stato per qualche tempo insegnante nelle scuole superiori. Poi è salito in cattedra nell’ateneo cagliaritano. Per stile personale, educazione e cultura profonda ha interpretato il ruolo di docente universitario considerandosi al servizio dei giovani allievi e soprattutto del loro desiderio di conoscenza, di comprensione, di crescita intellettuale. Ed è stato un grande maestro senza mai stancarsi di continuare a studiare, a riflettere, a leggere e interpretare autori e opere che sono diventati pagine di storia. Da nitido divulgatore ha scritto molti saggi e ha entusiasmato quanti accorrevano al richiamo delle sue conferenze.
Si può forse dire che nell’opera che gli ha dato vastissima notorietà e l’ha fatto destinatario di tanti autorevoli consensi, Carlo Ricci aveva trovato un compromesso appagante per il problema irrisolvibile. Ha infatti reso superlativo omaggio alla letteratura e ai ragazzi realizzando, con Carlo Salinari - di cui è stato allievo e collega - la monumentale “Storia della letteratura italiana”, un testo diventato fondamentale che gli editori Laterza avevano pubblicato nel 1973 e poi - sugli stimoli forti di un meritato successo - ripetutamente proposto in tante ristampe e in nuove edizioni aggiornate, ampliate e a loro volta ristampate ripetutamente. Tre volumoni di oltre quattromila pagine per coprire magistralmente il percorso dalle origini al Novecento e accompagnarci tanti giovani sardi e non solo (non vanno dimenticati, per il loro alto valore, i contributi, nelle diverse edizioni, di Giovanna Cerina, Luisa Mulas e Giuseppe Serri per l’attenta cura dei quadri storico-culturali).
Sull’opera hanno studiato e sono cresciute generazioni di studenti che nel corso del tempo, proprio per il coinvolgimento emotivo che Carlo Ricci sapeva suscitare, gli hanno destinato sinceri sentimenti di manifesta ammirazione e di profonda gratitudine. Qualcuno è diventato docente.
Nella “Storia della letteratura italiana” - nelle adozioni scolastiche indicata sbrigativamente come «la Salinari e Ricci» - c’erano, anzi ci sono perché le va riconosciuto un valore non corruttibile dal tempo, le migliori chiavi di lettura dello sterminato patrimonio letterario del nostro Paese.
Il professor Carlo Ricci (ieri salutato da una folla commossa di amici, parenti, colleghi ed ex allievi al cimitero di San Michele) da autentico studioso e da insegnante impegnato, non amava la ribalta, era parco di esternazioni, sfuggiva la visibilità senza ragione. Sara un dovere ricordare anche queste sue virtù, valore aggiunto di una grande, indimenticabile personalità.
Gianni Filippini


 
 
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6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 22 giugno 2016 / Cultura (Pagina 42 - Edizione CA)
INIZIATIVE
Una scuola estiva e tre giorni d’incontri per capire meglio il continente africano

Per una settimana Cagliari e la sua Università diventano la capitale dell’africanistica grazie alla “VII Summer School biennale di Aegis” dal titolo “Urban Africa-Urban Africans: Emergent Spaces and Multiple Representations” e alla quarta edizione di “Incontri d’AFFRICA”.
Da una parte l’apertura, per la seconda volta in Sardegna, di una scuola-veicolo dei maggiori protagonisti degli studi africani mondiali. Dall’altra, una manifestazione che attraverso immagini, parole e musica sarà capace di parlare di Africa, ma anche di Sardegna e del resto d’Italia.
La Summer School organizzata dal centro studi africano “Affrica”, nato nel 2005 a Cagliari, e dall’Africa-Europe Group for Interdisciplinary Studies (Aegis), si è aperta ieri e proseguirà fino a sabato prossimo all’Hotel Marina a Cagliari. Per cinque giorni venti studenti e otto docenti provenienti da università di spicco in Europa e Africa si confronteranno sulle varie sfaccettature del termine urbano in Africa. Tra gli ospiti, domani alle 17 nell’aula magna dell’ex facoltà di Scienze Politiche, il professor Tom McCaskie con il seminario “Gramsci e le società africane”.
Si aprirà invece venerdì la quarta edizione di “Incontri d’AFFRICA”. La rassegna, che si concluderà domenica, vedrà avvicendarsi nelle scalette Santo Sepolcro alcuni dei protagonisti dell’Africa contemporanea. Alle 19 l’appuntamento è con “incontri d’AFFRICA è QUEEResima”. Subito dopo si va alla scoperta del vino sudafricano con Paul Nugent. Alle 21 l’incontro dal titolo “Medici con l’Africa”. Domenica 26 il salotto con il regista Angelo Loy. A chiudere l’incontro “If only I were that warrior”. (s.ar.)


 
L’UNIONE SARDA
  
7 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 22 giugno 2016 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
SPOPOLAMENTO
«La Sardegna punti sul modello Oxford»
Gli effetti dello spopolamento causeranno pericolose ripercussioni sulla tenuta sociale e civile delle zone interne della Sardegna. La politica porta avanti l’accentramento amministrativo e sanitario anziché adottare la soluzione contraria: centri di accoglienza per anziani affiancati da università e scuole di specializzazione,
come accaduto per Oxford e Cambridge nate come satelliti culturali di Londra.

 
 
L’UNIONE SARDA
 
8 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 22 giugno 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
La politica cambi strategia: l’accentramento crea povertà e tensioni sociali
ZONE INTERNE, PER LA RINASCITA PUNTIAMO SUL MODELLO OXFORD
Basse nascite ed emigrazione, soprattutto dei giovani, stanno spopolando la Sardegna. Le grandi città e le zone turistiche si difendono, sia pure con fatica, concentrando produzione e reddito e attraendo il resto della popolazione sarda. Lo spopolamento riguarda quindi le aree minori, con effetti ancora più gravi di quelli paventati sulla caduta dello sviluppo e dell’occupazione dell’intera Isola, perché concentrati sulle aree deboli del territorio. Ciò avrà pericolosi effetti sulla tenuta sociale e civile dell’Isola. Invece di operare contro questa tendenza, si programma un rafforzamento di questa tendenza accentratrice sul piano amministrativo e su quello sanitario; si favorisce infatti la concentrazione delle attività nelle aree capaci di reagire spontaneamente, accelerando lo spopolamento delle aree deboli a favore di quelle forti, depauperando l’unica ricchezza sulla quale la Sardegna può ancora contare: il territorio e le sue vocazioni.
È urgente reagire. Occorre raggiungere quanto prima la coscienza dei problemi da affrontare e programmare un uso finalizzato delle risorse disponibili. I media hanno un ruolo determinante. Dopo l’ubriacatura della grande industria, non ancora smaltita dato che assorbe energie politiche e sindacali e parte delle risorse pubbliche sempre più inadeguate, la forza della vocazione del territorio, pur tra mille problemi, va imponendosi nell’agroindustria e nell’artigianato; si infittiscono inoltre i servizi privati, ma il commercio diventa sempre più terra di scorribande. Il sughero è in serie difficoltà e i lapidei appena si difendono.
Il turismo è ormai impantanato nella questione dei trasporti, problema che non esisteva quando esso aveva caratteristiche di lusso ed era in condizione di sopportarne i costi elevati. Si è invece propiziato il turismo popolare e la massificazione delle presenze. Non torno sul tema sul quale ho insistito con alcuni illustri colleghi quando ho scritto (credo) l’ultimo Piano di Rinascita, perché considero che ormai la partita è persa. Ci terremo il turismo a basso valore aggiunto che trascina pur sempre un poco di reddito e di prodotti locali ma utilizza male la ricchezza del territorio che richiederebbe ben altro uso rispetto a quello fatto da non pochi B&B e dal consumo di panini e birra, con l’ottimo pane sardo che scompare dai supermercati. I commercianti e i consumatori sardi continuano a ignorare che il loro scopo sarebbe trattenere quel poco di potere di acquisto che si forma o arriva in Sardegna per difendere il loro reddito e la loro occupazione; preferiscono cederlo per pochi risparmi di prezzo alle regioni più coscienti del problema e più ben governate. La grande distribuzione locale dovrebbe spontaneamente offrire e i sardi dovrebbero acquistare e proporre ai turisti prodotti della terra sarda, difendendone la qualità e l’origine rigorosa. Speriamo che, come accaduto per il turismo di qualità, lo capiscano prima che la crisi si diffonda anche alla grande distribuzione.
Non vedo ancora questo problema nell’agenda dell’Isola, anzi si elogia il contrario.
Per il turismo va tentata la soluzione dei centri di accoglienza per anziani nelle zone amene della Sardegna, con poco traffico, aria buona, buon cibo e, soprattutto, assistenza sanitaria locale. Il numero degli anziani è l’unica area certa di sviluppo. Fungerebbe da supporto l’affiancamento di università e di scuole di specializzazione, come accaduto per Oxford e Cambridge nate come satelliti culturali di Londra. Giovani e anziani convivrebbero nelle aree economicamente più deboli rovesciandone le sorti, senza aggravare la congestione delle grandi città o dei grandi centri turistici, il cui costo si intende ignorare; si insiste che l’intento è di ridurre gli oneri complessivi dei servizi amministrativi e sanitari concentrandoli in aree già congestionate.
Credo che manchi una seria analisi del problema. La mia valutazione è che il ricavo immediato dei risparmi, ammesso che tali siano, è sovrastato dal costo sociale dei trasferimenti richiesti alle aree deboli per beneficiare dei servizi accentrati in poche grandi città. La concentrazione delle attività amministrative (talune con illogiche giustificazioni, come la chiusura delle sedi locali della Banca d’Italia) e delle prestazioni sanitarie di cui si parla in questi giorni, su aree che hanno già un intasamento urbano e capacità di reagire alla crisi è non solo contro ogni principio di giustizia sociale, ma anche di ogni sana prospettiva di sviluppo e di equilibrio sociale. I risparmi invocati sono illusioni di breve periodo e sono invece scelte miopi nel più lungo.
Se manteniamo la popolazione dove si trova e innestiamo in essa nuove iniziative del tipo indicate (anziani, giovani e sostegno delle vocazioni territoriali) creeremo le condizioni per una ripresa, che oggi mancano. In particolare la dinamica della popolazione e dell’economia richiede che le attività amministrative e gli ospedali si trasferiscano dai grandi centri o restino nei piccoli dove già esistono, non programmare l’opposto come si va facendo; se ci sono tagli da fare, si facciano nelle sovrastrutture parassitarie che le governano. Si snelliscano i grandi centri e si rafforzino i piccoli. Se vogliamo rialimentare il disordine sociale, la strada è aperta. Spero che politica e cittadinanza evitino di infliggere questa ulteriore ferita all’Isola.
Paolo Savona
 
 
 
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9 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 22 giugno 2016 / Economia (Pagina 15 - Edizione CA)
IL RAPPORTO. Banca d’Italia registra un incremento del Pil dello 0,3% nel 2015. Bene il turismo CONSUMI E INVESTIMENTI IN RIPRESA
Casa, il calo dei tassi d’interesse fa aumentare mutui e acquisti

Il prodotto interno lordo della Sardegna torna in territorio positivo, anche se con appena un +0,3%, ma questo è il segnale che il 2015 è stato migliore dell’anno precedente quando il Pil fece registrare una contrazione dello 0,4%. La Banca d’Italia, nel suo Rapporto sull’economia della Sardegna, spiega che i segnali di ripresa «si sono irrobustiti», anche se permangono «diffusi elementi di debolezza». I segnali positivi arrivano dalla domanda interna, cresciuta rispetto all’anno precedente, dal turismo, che nel 2015 ha fatto registrare un incremento delle presenze, dalle esportazioni di petrolio e prodotti agroalimentari e dalla ripresa del mercato delle costruzioni («anche l’edilizia pubblica migliora dopo l’accensione di un mutuo regionale», ha commentato il vicepresidente della Regione Raffaele Paci, affermazione contestata però dal coordinatore di Forza Italia Ugo Cappellacci), grazie anche a una politica del credito più espansiva, come dimostra un +51% nell’erogazione (e la surroga) di mutui per la casa. Tutto questo ha inciso su una ripresa dell’occupazione, ma resta il problema dei giovani: «Per le persone tra i 15 e i 24 anni, il tasso di occupazione è diminuito di due punti percentuali e quello di disoccupazione è aumentato di sei punti», ha spiegato il direttore della sede cagliaritana di Bankitalia, Luigi Bettoni, illustrando il Rapporto sull’Isola.
I SETTORI La ripresa, dunque, investe il settore manifatturiero, in particolare quello del petrolio («il porto di Sarroch è il primo a livello regionale e il settimo a livello nazionale», si legge nel report per quanto riguarda le merci) e dei metalli, oltre che l’agroalimentare. Settori che possono trainare l’economia sarda, che nell’ultimo anno ha fatto registrare una ripresa degli investimenti. In particolare, sono le imprese più strutturate e quelle che puntano ai mercati esteri a guardare al futuro, «nonostante la carenza di capitale umano adeguato». Tra il 2007 e il 2014, infatti, le immatricolazioni universitarie sono calate del 21%, perché molti ragazzi scelgono di non proseguire gli studi, mentre altri emigrano in atenei della Penisola.
IL FUTURO Per invertire la rotta, secondo i tecnici che hanno stilato il rapporto, ha spiegato Roberto Rassu, è necessario riqualificare la spesa pubblica e investire sul capitale umano. «Bisogna incentivare i giovani a studiare e le imprese più grandi e aperte ai mercati internazionali sono anche quelle più innovative», è stato osservato. Per il resto, sull’occupazione giovanile incidono le misure che hanno allungato la permanenza al lavoro dei dipendenti anziani, ostacolando così l’ingresso di forze più aperte all’innovazione.
Peraltro, la Sardegna fa registrare un livello di pressione fiscale leggermente inferiore a quello del resto del Paese sia sul fronte delle imprese (l’Irap venne ridotta nel 2013 dal Consiglio regionale salvo poi risalire parzialmente nel 2015) che delle famiglie, anche se gli effetti della riduzione di Imu e Tasi nel 2016 si vedranno solo nei prossimi mesi. «Ma il vero miglioramento delle compravendite immobiliari discende dalla riduzione dei tassi d’interesse bancari», scesi dal 3,4 al 2,9%, hanno spiegato i tecnici di Banca d’Italia, che registrano anche un calo delle sofferenze bancarie nell’Isola e vedono positivamente la riorganizzazione della rete degli sportelli del sistema creditizio sardo in virtù dell’incremento dell’utilizzo dell’internet banking. Infine, il rapporto rileva anche una riduzione della spesa pubblica pro capite nell’Isola, dato che potrebbe migliorare ancora nei prossimi anni grazie «alla riqualificazione del comparto sanitario» e all’importanza «degli investimenti in istruzione e infrastrutture».
Giuseppe Deiana



 
 
L’UNIONE SARDA
 
10 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 22 giugno 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
LA POLEMICA. Riformatori «Tomba di Caio?
Il Comune non fa il suo dovere»
«Un bluff». L’effetto non è quello sperato: è già polemica sulla tomba di Caio Rubellio, per anni blindata per consentire i lavori di restauro e inaugurata ieri mattina, alla presenza della Soprintendenza e dell’Università. «Un intervento di notevole importanza per la città, che ha restituito alla collettività un’area storico-archeologica di grande pregio», ammette Francesco Accardo, del Centro studi dei Riformatori. Ma poi affonda la lama: «A questo bel lavoro della Soprintendenza, finanziato da Ales spa, non si è accompagnata alcuna azione da parte dell’amministrazione comunale per rendere più accessibile e connessa quest’area: la strada di accesso, benché ci sarebbe la possibilità di passare dal vico IV Sant’Avendrace, è attraverso un condominio privato, al quale sarà necessario ogni volta chiedere l’autorizzazione per poter accedere al sito archeologico. Un’assurdità», protesta. «Oltre alla tomba di Rubellio, l’area è completamente abbandonata e degradata: la vicina villa Serra, esempio meraviglioso di stile liberty, possibile porta d’accesso al tanto atteso parco comunale di Tuvixeddu, è pericolante, le vicine casupole sono occupate, il punto di accesso è invaso da rifiuti, sterpaglie, siringhe», osserva. Segue la richiesta: «È necessario un impegno politico forte da parte del Comune per togliere dal degrado questa zona e restituirla completamente alla collettività. Non bastano i lavori puntuali come la risistemazione della tomba di Rubellio, serve un intervento pianificato e complessivo che abbracci simbolicamente il quartiere».
Sara Marci
 
 
 
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LA NUOVA SARDEGNA
 
 

 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 22 giugno 2016 / Pagina 3 – Fatto del giorno
ISTRUZIONE IN AFFANNO
Nei due atenei -21,2%. L’assessore Paci: i ragazzi sono una priorità
UNIVERSITÀ, ISCRIZIONI IN PICCHIATA
CAGLIARI Non è rosea la situazione dei giovani sardi: «Rimane forte in Sardegna il problema della carenza di capitale umano adeguato», è il giudizio preoccupato espresso ieri dal direttore generale della Banca d’Italia di Cagliari, Luigi Bettoni. La formazione è un tema cruciale: tra il 2007 e il 2014 le immatricolazioni all’università sono diminuite molto più in Sardegna (21, 2 per cento) che nel resto d’Italia. Solo il 34 per cento dei giovani tra i 18 e i 20 anni residente in Sardegna e immatricolati tra il 2004 e il 2007 ha completato gli studi in corso. Tale quota sale al 46,4 per cento a 4 anni dalla fine del corso. Tra gli immatricolati negli anni 2008-2013 «il ritardo nel tasso di completamento degli studi comincia a manifestarsi già al primo anno: solo il 30,2 per cento degli immatricolati - è scritto nel rapporto della Banca d’Italia - ha ottenuto almeno 40 crediti formativi dei 60 previsti». Sono aumentate di oltre il 17 per cento le immatricolazioni nelle università della penisola, nella quasi totalità del Centro-Nord. Un altro dato su cui riflettere: «I giovani sardi possono accedere, in 60 minuti come nel resto d’Italia, a un’offerta formativa: ma è di minore qualità e meno differenziata rispetto alla media italiana e del Mezzogiorno». Così l’assessore regionale al Bilancio Raffaele Paci: «Il rapporto Bankitalia mostra come nel 2015 si rafforzino i segnali di ripresa che avevamo iniziato a registrare qualche mese fa Siamo consapevoli che molto resta da fare, soprattutto per dare risposte a tanti giovani: questa è sicuramente la priorità della Giunta, creare le condizioni favorevoli perché si generi nuova occupazione capace di incrociare domanda e offerta di lavoro, che consenta ai nostri giovani di restare a lavorare nella loro terra. Ma è una priorità anche riportare nella media la spesa della Sanità, negli anni diventata fuori controllo: lo stiamo facendo. Altro obiettivo è l’internazionalizzazione delle imprese».
 
 
 

12 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 22 giugno 2016 / Pagina 3 – Fatto del giorno
RAPPORTO BANKITALIA
Il quadro del 2015 offre segnali incoraggianti: il Pil segna +0,3%, in crescita l’export agroalimentare
Boom di prestiti e mutui bancari per l’acquisto della casa. Tra gli under 24 in aumento i senza lavoro
L’ISOLA RIPARTE DOPO LA GRANDE CRISI
PIÙ OCCUPATI, MA È ALLARME GIOVANI
di Alessandra Sallemi
CAGLIARI In Sardegna una famiglia riesce di nuovo a comprarsi la casa con un mutuo bancario. Fra le imprese cresce, seppure timidamente, il numero di quelle che hanno introdotto una innovazione nel prodotto. Nelle esportazioni l’isola deve sempre moltissimo all’industria petrolchimica Saras, ma l’agroalimentare conquista nuovi spazi e, finalmente, anche la domanda interna si rafforza: vuol dire che la crisi ha perso terreno e i consumi sono a poco a poco ricominciati. Riporta un minimo di speranza il rapporto annuale della Banca d’Italia sulla condizione economica dell’isola presentato ieri nella sede del largo Carlo Felice. Nel quadro meno fosco rispetto al recente passato c’è anche il mercato del lavoro, l’occupazione è aumentata per la prima volta negli ultimi tre anni (del 3,1 per cento), ma resiste un grosso neo: «I dati positivi non riguardano i giovani – ha spiegato ieri Luigi Bettoni direttore generale della sede sarda di Bankitalia -: tra il 2007 e il 2014 le immatricolazioni universitarie di giovani sardi di età compresa fra i 18 e i 20 anni sono diminuite del 21,2 per cento, fra i 15 e i 24 anni di età la disoccupazione è aumentata di 6 punti ». Tornando alla situazione generale: «Nel 2015 i segnali di ripresa dell’economia sarda manifestatisi già dall’anno precedente si sono irrobustiti – ha continuato il direttore generale Bettoni –. Il prodotto interno lordo regionale è cresciuto dello 0,3, mentre l’anno precedente c’era stata una contrazione dello 0,4 per cento. Alla fine del 2015 si è registrata una lieve espansione del credito bancario dopo il calo del triennio precedente: sono aumentate le domande delle imprese e delle famiglie anche per un ulteriore allentamento delle condizioni praticate dagli intermediari. I tassi di interesse si sono progressivamente ridotti, la cinghia di trasmissione voluta dal presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha funzionato. I prestiti a breve termine per le imprese hanno raggiunto il tasso del 7 per cento, per l’acquisto di abitazioni il tasso annuo effettivo globale (Taeg) sui nuovi mutui è diminuito al 2,9 per cento (l’anno prima era 3,4)». La conseguenza è che «il flusso dei mutui casa - ha detto Bettoni - è aumentato del 51,4 per cento». Sulla finanza pubblica locale due annotazioni: «Rimane elevata l’importanza degli investimenti in servizi di base, in particolare istruzione e infrastrutture» e «le politiche di incentivazione agli operatori economici producono effetti non sempre univoci». Col garbo istituzionale necessario all’occasione, Bettoni ha suggerito che si proceda «a riqualificare i criteri di erogazione dei soldi pubblici».
 

13 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 22 giugno 2016 / Pagina 17 - Sassari
Start Cup, domani la finale sassarese
SASSARI Entra nel vivo e si avvia alla fase finale la nona edizione della edizione di “Start Cup Sardegna”, la competizione organizzata dagli uffici di Trasferimento tecnologico delle Università di Sassari e di Cagliari. Domani a partire dalle ore 16 nella Aula A1 del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali, in corso Angioy 2/B, si terrà la finale della fase sassarese della gara. «Sono tredici – informano i curatori dell’evento – le idee di impresa arrivate quest’anno all’Università di Sassari». Quelli che supereranno la fase locale competeranno per la Start Cup Sardegna 2016 alla finale regionale con le vincenti tra le sette “business idea” presentate all’università di Cagliari». I settori coinvolti sono l’ict, l’agroalimentare, il settore salute, artistico culturale e turistico. Coordinato da Gabriele Mulas, delegato al Trasferimento tecnologico e alle grandi attrezzature dell’ateneo cittadino, l’evento di domani vedrà la partecipazione dei componenti del comitato tecnico scientifico e dei rappresentanti degli enti finanziatori. Si tratta dell’Università di Sassari, della Fondazione di Sardegna e del Comune di Sassari che erogherà i premi della fase locale. La Regione finanzia l’iniziativa. Patrocinatori di “Start Cup Sardegna” sono la Camera di Commercio del Nord Sardegna, la Confindustria Nord Sardegna e l’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Sassari.

 
 

14 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 22 giugno 2016 / Pagina 17 - Sassari
Università
Nuove tecnologie e salute, seminario con Peter Schultz
SASSARI. “Cultura della salute (Health Literacy) ed empowerment (responsabilizzazione): come le nuove tecnologie e i social media cambiano il comportamento del paziente” è il titolo del seminario che il Visiting professor Peter Johannes Schulz, tra i massimi esperti di comunicazione della salute a livello internazionale, terrà all’Università di Sassari giovedì 23 giugno alle 17.L’appuntamento è nell’aula Blu del Dipartimento di Scienze politiche, scienze della comunicazione e ingegneria dell’informazione in viale Mancini. Le nuove tecnologie e i social media hanno dimostrato di poter offrire un sostanziale miglioramento del servizio sanitario. Ma l’impatto positivo dipende dalla cultura della salute del paziente e dalll’empowerment. Di questi argomenti si di iscuteràdurante il seminario.
 

 


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