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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 June 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 giugno 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
IL PREMIO
Con una tesi sugli aspetti immunologici e genetici nella prognosi dei linfomi di Hodgkin, patologia diffusa in Sardegna, il giovane medico cagliaritano Stefano Zedda si è aggiudicato il premio Marcello Andria, organizzato dal Rotary club Cagliari Nord. La cerimonia si è svolta nell’aula magna del rettorato.
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 giugno 2016 / Cronaca di Sassari (Pagina 39 - Edizione CA)
SASSARI. Cerimonia di laurea all’aperto per i neo dottori
VOLANO IN PIAZZA 600 TOCCHI NERI
“Gaudeamus Igitur”, godiamo dunque come recita l’inno universitario goliardico. È stato il giorno della gioia davanti a parenti e amici, simboleggiata anche dai 600 tocchi neri volati in piazza d’Italia. Ora si apre la fase più dura per i neo dottori dell’Università di Sassari che hanno partecipato alla seconda edizione di Lauree in piazza ospitata nel salotto buono della città. Come ha avvertito il rettore Massimo Carpinelli «il mondo non vi accoglierà con lo stesso rispetto che avete trovato nelle nostre aule ma la cultura è una bussola per affrontare la realtà, la vita». E il sindaco di Sassari Nicola Sanna ha aggiunto: «Il mio augurio è che possiate tagliare nella vita i traguardi importanti come siete riusciti a fare all’Università».
Intanto l’Ateneo turritano ha scelto di aiutare i migliori studenti con un premio in denaro tratto dal cinque per mille. Davide Schiavone, ventiduenne di Tortolì che ha conseguito la laurea triennale in Scienze Forestali ha ricevuto 1.000 euro e altrettanto hanno avuto Paola Campilongo (laurea in Giurisprudenza) e Giusy Delrio (laurea biennale in Scienze economiche e aziendali). Invece i migliori neo dottori dei 50 Dipartimenti hanno ricevuto 500 euro a testa, così come la studentessa tunisina Saidani Mariem, del Programma Sardegna formed, iscritta in Archeologia.
Giampiero Marras
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 giugno 2016 / Sport (Pagina 26 - Edizione IF)
Il Cus Cagliari si gioca oggi il bronzo contro Brescia
Oggi il Cus Cagliari si gioca la medaglia di bronzo contro il Cus Brescia. I campionati nazionali universitari, in corso di svolgimento a Modena e a Reggio Emilia, regalano soddisfazioni alla pattuglia del basket dell’ateneo di Sa Duchessa. L’impresa (erano quindici anni che gli universitari cagliaritani non arrivavano alle finali nazionali a otto) l’ha confezionata la squadra di Antonello Restivo che ha però soltanto sognato di poter arrivare alla finalissima avendo perso in semifinale nettamente contro il Cus Padova per 95-57.
Massimo Musanti
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 giugno 2016 / Cultura (Pagina 42 - Edizione CA)
STORIA Illustrati alla Fondazione di Sardegna i volumi della collana pubblicata da Aipsa
“La memoria ritrovata”: scenari dal passato dei sardi
Quattro prospettive, quattro scenari diversi del nostro passato per comprendere meglio il presente. È lo spirito de “La memoria ritrovata”, la collana pubblicata da Aipsa, curata dagli storici Mariarosa Cardia e Luciano Marrocu, i cui ultimi lavori - sul sistema scolastico, l’emigrazione, la diplomazia britannica nell’Isola e i francesi a Cagliari - sono stati presentati nei giorni scorsi alla Fondazione di Sardegna a Cagliari. «Un lavoro - ha spiegato Fabio Marcello che ha coordinato la serata - prezioso per lo stile divulgativo e la ricchezza dei dettagli».
Si parte dalla condizione scolastica della seconda metà del diciottesimo secolo, anni che rappresentarono un profondo cambiamento civile e culturale, un rinnovamento cruciale per le sorti dell’Isola. Pierpaolo Merlin nel suo libro “Progettare una riforma: la rifondazione dell’università di Cagliari. 1755-1765” racconta come il re di Sardegna, Carlo Emanuele III, si impegnò in una serie di riforme, che modificarono il mondo della scuola. Le prime disposizioni trasformarono le scuole primarie; si trattò della prima rivoluzione delle idee che investì la Sardegna e mirava alla definitiva affermazione della lingua italiana e al tentativo di formare, col mezzo degli studi e delle scienze, una nuova classe dirigente illuminata.
I sardi visti da fuori sono quelli dell’opera di Valeria Deplano e Giangiacomo Orrù “I consoli britannici in Sardegna. 1750-1934”, lavoro che contiene una rarissima raccolta di documenti, nei quali sono riportati i rapporti dei consoli britannici in Sardegna. Il primo consolato inglese a Cagliari si trovava nel quartiere Marina, vicino al porto della città, dove i consoli si recavano per accogliere i bastimenti battenti bandiera britannica. L’Isola, in quegli anni, non aveva più quel ruolo strategico che ebbe nel periodo riguardante l’apogeo del Mediterraneo. La scoperta dell’America aveva spostato gli interessi oltreoceano e l’economia sarda annaspava, soffocata dal mercato e dal capitale straniero. E, quegli stessi che depredavano la Sardegna delle proprie materie prime a basso costo, nei loro rapporti raccontavano di una terra vecchia, arretrata, con uno scarso spirito imprenditoriale, mentre si trovavano davanti a una realtà economica in piena espansione che senza l’influenza straniera sarebbe stata una delle più fiorenti.
Il fenomeno dell’emigrazione sarda è affrontato nel volume curato da Silvia Aru che si è affidata alle interviste per “Fare la Merica: storie di emigrazione e racconti di vita dei sardi in Brasile”. La giovane geografa ha interrogato gli emigrati in Brasile, giunti in Sudamerica a partire dal secondo dopoguerra. Tra questi, il signor Natalino. Classe 1927, soldato durante la seconda Guerra Mondiale, lasciò l’Italia nel 1955. «Sono partito perché a volte le brutte amministrazioni ti costringono ad andar via. Io a Sassari ero padrone dell’officina e avevo un socio che era di Modena. Lui mi fregava sempre, io non ero esperto, lui sapeva fare i preventivi, ma faceva 100 e registrava 80. Dopo un anno è venuta la finanza. Mi accusavano di guadagnare più di quanto dichiaravo e mi misero sei milioni di multa. Era il 1954. È in quel momento che decisi di andar via».
Il coraggio e la tenacia dei sardi emerge nel volume curato da Giangiacomo Orrù “La Sardegna nell’Età della Rivoluzione: l’attacco francese alla città di Cagliari”. La conquista dell’Isola avrebbe consentito alla Francia la sicurezza del commercio nel Mediterraneo e la sua flotta si affacciò sul porto di Cagliari il 23 gennaio 1793. Sulla città caddero 15.000 colpi di cannone. Essa non capitolò, e la tenacia dei cagliaritani fece nascere in tutti una più convinta volontà di resistenza. I cannoni sardi della Torre di Sant’Elia cominciarono a far fuoco sulla nave Patriote , mentre i francesi, confusi, cercavano di abbandonare le proprie posizioni per mettersi in salvo. Presi dal panico, sparavano in maniera disordinata, tanto da colpire i propri reparti. Ormai ammutinate, impedite a lasciare la spiaggia del golfo di Cagliari per via delle terribili condizioni del mare, le truppe francesi rimasero per quattro giorni accampati sulla spiaggia. Affamati, stanchi, e coi soldati sardi pronti a vendicare l’attacco che aveva sfregiato la loro bella città.
Alla fine Fabio Marcello ha voluto dedicare la serata alla memoria professor Francesco Floris, storico e politico cagliaritano, punto di riferimento per tanti giovani amanti della storia della propria terra.
Stefano Poma
 
 

5 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 giugno 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 10 - Edizione CA)
Un’analisi dettagliata dello “status familiae” previsto dalla nuova legge
Unioni civili e matrimonio: più analogie che differenze

Dopo un lungo e acceso dibattito parlamentare è stata approvata la legge 20 maggio 2016 n. 76 (un articolo unico formato da 69 commi), che regola le “unioni civili” tra persone dello stesso sesso e le “convivenze di fatto”. Ne verranno qui di seguito illustrati i tratti marcanti, esaminando prima le unioni civili e in un successivo articolo le convivenze di fatto.
Occorre chiarire che le “unioni civili” - istituto finora sconosciuto all’ordinamento italiano - riguardano unicamente persone dello stesso sesso. L’unione civile, secondo quanto dispone la recente disciplina, viene costituita mediante dichiarazione resa dalle parti di fronte all’ufficiale di stato civile ed alla presenza di due testimoni e va poi registrata nell’archivio degli atti dello stato civile (commi 2 e 3 dell’articolo unico).
In termini generali, all’unione civile viene estesa, tranne pochissime deviazioni, la stessa disciplina del matrimonio e alle parti viene riconosciuto uno status familiae sostanzialmente analogo a quello che la nostra legislazione prevede per i coniugi. Tant’è che la legge, mediante una norma di “chiusura”, al comma 20 dichiara applicabili ad ognuna delle parti dell’unione civile tutte le disposizioni legislative e regolamentari che si riferiscono al matrimonio e tutte le disposizioni contenenti le parole “coniuge” o “coniugi” o termini equivalenti.
Ed infatti, in relazione all’atto di unione civile, agli impedimenti alla sua stipulazione, ai suoi requisiti oggettivi e soggettivi e al regime delle invalidità, la legge richiama in blocco le norme codicistiche sul matrimonio (inteso come atto) e detta disposizioni integrative di contenuto equivalente a quelle del codice civile adattate alla situazione di identità di sesso delle parti (commi da 3 a 9). La disciplina dei diritti e doveri reciproci delle parti e del potere di indirizzo della vita familiare ricalca quella prevista dal codice civile per i coniugi, salvo due differenze: non sorge per le parti l’obbligo della fedeltà (commi 11 e 12) e quanto al cognome esse possono stabilire di assumerne uno comune scegliendolo dai loro cognomi, ferma la facoltà per ciascuna parte di anteporre o posporre al cognome comune il proprio (comma 10).
Le regole sul regime patrimoniale dell’unione civile riprendono integralmente quelle dettate dal codice per la famiglia fondata sul matrimonio e in particolare quelle sulla comunione legale dei beni (commi 13 e 19). Le parti dell’unione civile godono degli stessi diritti successori dei coniugi (comma 21). Le cause di scioglimento dell’unione civile coincidono con quelle del matrimonio e sono costituite, oltre che dalla morte e dalla dichiarazione di morte presunta (comma 22), dagli stessi fatti che danno luogo alla pronuncia di divorzio tra i coniugi, con la sola eccezione della separazione personale, non prevista per le unioni omosessuali (comma 23).
La legge stabilisce inoltre che le parti possano d’accordo porre fine alla loro unione con una dichiarazione resa dinanzi all’ufficiale di stato civile (comma 24). Analoga a quella del divorzio è altresì la disciplina processuale del giudizio per lo scioglimento; analoghi gli effetti dello scioglimento per le parti (comma 25). L’identità tra il trattamento dei coniugi e quello delle parti dell’unione civile riguarda (commi 17 e 18) anche l’indennità in caso di morte del prestatore di lavoro (ex artt. 2118 e 2119 c.c.) e l’effetto sospensivo della prescrizione (ex art. 2941, n. 1 c.c.).
È agevole desumere da quanto precede che la figura dell’unione civile tra persone dello stesso sesso, essendo regolata in modo (pressoché) identico al matrimonio, coincide nella sostanza - ossia in relazione alla disciplina dell’atto costitutivo, dei rapporti personali, del regime patrimoniale, dello scioglimento del vincolo e delle aspettative successorie, e quindi con riguardo a tutta la disciplina della figura - con l’istituto del matrimonio civile, dal quale si differenzia unicamente per la identità di sesso dei contraenti.
La nuova legge apre numerosi interrogativi e problemi. Basti rilevare, ad esempio, che non riesce comprensibile la ragione per cui il legislatore abbia esonerato le parti dell’unione civile dall’obbligo reciproco di fedeltà e abbia previsto, quale ulteriore causa di scioglimento dell’unione civile, l’accordo risolutorio dei contraenti. Soluzioni che farebbero pensare a un intento del legislatore di rendere meno stringente il rapporto derivante dall’unione civile rispetto al vincolo matrimoniale.
Quanto ai figli, la legge non se ne occupa. Ciò si spiega dal momento che da tale unione non possono nascere figli. Tuttavia, possono presentarsi eventualità che non possono essere trascurate. Mediante fecondazione assistita eterologa, una delle parti (di sesso femminile o maschile) potrebbe diventare genitore biologico di un figlio. In tal caso si applicherà la disciplina del codice civile per i figli nati fuori dal matrimonio, la quale, a seguito delle ultime riforme sulla filiazione (specialmente la l. 28 dicembre 2013, n. 154) è comunque identica a quella dei figli legittimi.
Potrebbe altresì accadere, in relazione all’ipotesi appena considerata o all’ipotesi che una parte abbia avuto un figlio da una precedente relazione (coniugale o extraconiugale), che l’altra parte desideri adottare questo figlio. La fattispecie - che ha suscitato accese discussioni durante i lavori parlamentari - non avendo trovato consonanza di opinioni tra forze politiche, non è stata espressamente regolata dalla legge. Va però notato che la magistratura minorile già da tempo, in relazione ad analoghe fattispecie presentatesi nell’ambito di convivenze (di fatto) omosessuali, non ha, in linea di massima, preclusioni ad ammettere l’adozione (ai sensi della legge 4 maggio 1983, n. 184 in tema di “adozione in casi particolari”) qualora sussistano le condizioni richieste dalle disposizioni testè richiamate.
Angelo Luminoso
Docente di diritto civile (1. Continua)
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 18 giugno 2016 / Pagina 25 - Sassari
LAUREA IN PIAZZA La felicità degli studenti, la consegna della pergamena,
il premio ai più meritevoli e l’ingresso nel “mondo degli adulti”
SEICENTO NUOVI DOTTORI LANCIANO IL TOCCO
di Luigi Soriga SASSARI C’è un radioso distillato di avvenire davanti alla scalinata di Piazza d’Italia. Tante speranze che respirano insieme. Seicentonove neolaureati sono un bel concentrato di neuroni, rappresentano una generazione in movimento, e fa un certo effetto vederla tutta insieme. Solo per questo la Laurea in Piazza è una cerimonia che vale la pena di essere vista. Per quella piccola istantanea di futuro. Certo, poi è facile criticare queste cerimonie che fanno il verso ai college americani. Ma gli studenti si divertono, fanno il tifo, applaudono, ridono, e si lasciano alle spalle con disincantata allegria una tappa della loro esistenza. Sono 609, provengono da tutte le facoltà dell’Ateneo, e alle sei del pomeriggio un tappeto di testoline nere, coperte dal tocco, colonizza la piazza. Gli universitari verranno chiamati uno per uno, in un appello infinito che comincia alle 19 e finirà dopo due ore, per salire la scalinata, stringere la mano al rettore Massimo Carpinelli, sotto lo sguardo benedicente di un impellicciato senato accademico, e ricevere il lasciapassare arrotolato per la vita da grandi. Lo realizzeranno tra poco, ma hanno appena superato un limitare della propria esistenza. Da qui in avanti la pendenza della vita dipenderà da molti fattori, e quel pezzo di carta a tanti di loro aprirà la strada. Per qualcuno sarà subito in discesa. Davide Schiavone, per esempio, di Tortolì, laurea triennale in Scienze Forestali, media del 29,9 rovinata da un “misero” 27 in inglese. Dice: «Mi sono trovato benissimo nell’Ateneo, tanto che mi piacerebbe continuare con un dottorato di ricerca. Vorrei vivere e lavorare in Sardegna». O Paola Campilongo, laurea in giurisprudenza, di Alghero, libretto imbrattato di trenta, idee molto chiare: «Ho voluto fare questo tipo di studi, sono molto contenta di averli fatti, e adesso mi auguro di passare l’esame di magistratura». O ancora Giusy Delrio, di Ottana, neodottoressa in direzione aziendale e consulenza professionale. Se dovessi ritornare indietro rifarei lo stesso percorso. Ho frequentato il corso che ho sempre desiderato e adesso penso di approfondire le mie conoscenze con un master e comincerò a fare esperienza anche in uno studio di commercialista». Loro tre sono stati giudicati gli studenti più meritevoli: voti alti, andatura regolare, dritti verso il traguardo. L’università ha premiato il loro impegno e le loro capacità con un assegno di 1000 euro, ma il vero premio è la gratificazione e l’iniezione di autostima che arriva quando qualcuno riconosce ufficialmente il proprio talento e lo certifica. Accanto a loro ci sono altri 50 colleghi che si sono distinti nei rispettivi corsi, e che riceveranno un assegno di 500 euro. Per tutti e 609 quello di ieri è un giorno che non scorderanno. Qualcuno sale le scale con timidezza, qualcuna sembra calcare la passerella di Miss Italia. Ma per ognuno di loro, indistintamente, arrampicarsi su quella scalinata ha significato scollinare su un’altra tappa dell’esistenza. Come la prima campanella alle elementari, l’esame di terza media, la maturità. Porte che si chiudono e non si apriranno mai più. Ora, con quell’urlo e con i cappelli buttati al cielo, si spalanca un’altra fase: benvenuti nel mondo dei grandi, ragazzi: affilate un po’ le zannette, mettetevi l’elmetto e in bocca al lupo.
 
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7 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 18 giugno 2016 / Pagina 36 - Sport
I TRICOLORI UNIVERSITARI
Il Cus Cagliari d’argento nel torneo di calcio a cinque
MODENA Medaglia d’argento per il Cus Cagliari di calcio a cinque. Sfuma a fil di sirena lo scudetto ai campionati nazionali universitari organizzati dal Cusi e dall’Università di Modena. Il nastrino tricolore con la medaglia d’oro lo mettono al collo i calcettisti del Cus Caserta, vittoriosi 3-2 al PalaReggio. La squadra dell’ateneo di Cagliari, allenata da Andrea Siddi è partita al meglio. In gol Ruggiu, regia e ripartenze garantite da Correnti. Ma tecnica e organizzazione del quintetto isolano non sono bastate per frenare i campani. Comunque, aver raggiunto la finale e chiudere i Cnu da vice campioni d’Italia è risultato di pregio. Oltre a quella nel calcio a cinque, il Cus Cagliari nella terzultima giornata dei giochi per atenei, ha patito anche il ko della squadra maschile di basket. La formazione di Antonello Restivo è stata sconfitta 72-46 dal Cus Padova. Rimane ancora uno spiraglio: oggi il match con la vincente tra Brescia e Roma. Se tutto dovesse filare per il verso giusto, il basket di Sa Duchessa potrebbe ritrovarsi a giocare per il bronzo. E stamani alle 9 via all’atletica nello stadio di Modena. Dalle 9 le rappresentative dei Cus di Sassari e Cagliari sono in pista e pedana. La lista dei ragazzi del Centro universitario presieduto da Andrea Giordanelli comprende Luminosa Bogliolo (100 hs), Nadia Neri (100 e 200), Elisa Pintus (peso e disco), Angelo Marvulli (lungo), Piergiorgio Pilo (200 e 400) e Giovanni Tamponi (100 e 200, in forse per problema schiena). Con il dirigente Stefano Caneo, il Cus Cagliari mette al via Federico Aru, Mattia Piredda, Cinzia Piras, Giulia Innocenti, Sofia Atzeni, Stefano Mocci, Paolo Aru e Gabriele Motzo. Ultime emozioni dalle arti marziali. Sul tatami per Sassari, nel taekwondo, Simona Truddaiu e Camilla Cannas (forme), Luca Sanna (combattimento).
 
 


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