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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 June 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 6 giugno 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. I concerti e la sfida tra le sei facoltà universitarie sono stati seguitissimi
Ateneika, festa di musica e sport
per una grande platea di studenti 

Anche ieri, a dispetto della giornata piuttosto calda, in centinaia hanno affollato gli impianti del Cus Cagliari di Sa Duchessa. Tra le gare di Cross-Fit, organizzate dalla federazione regionale, e di undici discipline sportive, poco meno di duemila atleti si sono cimentati nei vari tornei. Un successo, insomma, per questa quarta edizione di “Ateneika” che, oltre allo sport, ha proposto tutte le sere (fatta eccezione per ieri) concerti con band sarde e della Penisola chiamando a raccolta una media di quasi 5 mila giovani per evento.
D’altronde, il Cus (Centro universitario sportivo) l’associazione studentesca “Il paese delle meraviglie”, in collaborazione con l’Università di Cagliari, non potevano non trovare risposte a un lavoro enorme che ha coinvolto almeno una quarantina di studenti. «L’anno scorso eravamo in cento - dice Roberta Contini, dipendente del Cus e da sempre in prima linea per Ateneika - stavolta molti ragazzi avevano degli esami da sostenere e non hanno potuto dare il loro contributo. Con l’esperienza siamo comunque riusciti ad arrivare sin qui».
Ovvero, alla fine di dieci giorni intensi, culmine di una preparazione che ha richiesto mesi di fatica. Per gli studenti un banco di prova importante in prospettiva. Hanno cominciato a prendere confidenza con il lavoro e l’impresa. Già, mettere insieme Madh (che di recente ha vinto X Factor), Claudia Aru, Marta sui Tubi, giusto per citare alcuni artisti che si sono esibiti sul palco del Cus, non è semplice. E ancora più difficile è pagare il loro cachet. A conti fatti, l’operazione Ateneika finirà per costare una cifra intorno ai 120 mila euro con una budget iniziale di appena 6 mila.
L’idea di sistemare diversi punti ristoro all’interno dell’impianto sportivo ha consentito agli studenti che hanno trascorso le loro serate al Cus di bere una birra e mangiare un panino. Pochi euro per un autofinanziamento fondamentale, visto che la gran parte dei ragazzi non ha molti soldi da spendere. Un azzardo che si è rivelato vincente. «Siamo molto soddisfatti - commenta Alessio Correnti, uno degli organizzatori - volevamo fare qualcosa di nuovo e di meglio delle precedenti edizioni e ce l’abbiamo fatta».
Soddisfazione anche per Angelo Agus, di Cross-Fit Kasteddu: «Il numero di iscritti quest’anno è triplicato rispetto all’edizione 2015. Ben 187 atleti provenienti da tutta l’Isola per una giornata davvero splendida sotto molti punti di vista, in particolare perché il nostro movimento sta crescendo e questo non può che farci piacere». Un momento di tensione, nel pomeriggio di ieri, quando Federico Farina nel mollare il peso ha avuto un infortunio al polso ed è stato subito soccorso dal personale medico presente. Ieri, nel pomeriggio, le premiazioni dei vincitori del “Competitions by CrossFit”: categoria Open Donne Carola Saddi; categoria Open Uomini, Carlo Trini; categoria Rx Donne, Martina Gaslini; categoria Rx Uomini, Salvatore Desserra.
Nella tarda serata, poco prima della mezzanotte, la proclamazione dei vincitori e delle squadre che hanno partecipato al torneo sportivo tra le facoltà universitarie. ( v. f. )
 
 
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 6 giugno 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 13 - Edizione CA)
Il docente Alessandro Artizzu: «Riutilizziamo mattoni crudi, paglia e lana di pecora»
A lezione di architettura fra tradizione e tecnologia

C’è anche chi, come Manuel Falchi , ventiduenne di Mulargia iscritto al corso di bioedilizia, pensa di tornare all’Università e nel frattempo studia qualcosa che tornerà poi utile. «Le materie che seguo qui mi danno crediti da far valere». Ha dovuto interrompere per problemi di salute gli studi di ingegneria informatica a Roma. «Avevo finito il primo anno, ma molti degli esami del corso che sto seguendo qui mi permetteranno, quando sarà possibile, di riprendere gli studi di ingegneria dal terzo anno».
È il corso che a Macomer ha già sfornato cinquanta diplomati. Duemila ore, 1200 di teoria in aula e 800 di stage in azienda, si studiano materie riguardanti l’efficienza energetica degli edifici, dall’impiantistica all’elettrotecnica, dalla domotica alla progettazione sostenibile, alle nozioni di disegno architettonico.
E ci dev’essere spazio, in una regione come la Sardegna, per chi sa di queste cose. Nei centri storici dei paesi gli edifici disabitati sono i più. C’è spazio per la ristrutturazione, per il recupero di case abbandonate. «Sì, le prospettive di lavoro ci sono, anche se ai ragazzi dico sempre che non devono aspettare un’assunzione bensì guardarsi intorno, creare impresa». L’architetto Alessandro Artizzu , studio a Cagliari, una lunga esperienza di insegnamento all’estero, è il docente di ecoefficienza, la materia che insegna le tecniche di isolamento termico ed energetico degli edifici. «Tecniche che oggi ci permettono di utilizzare materiali antichi come il mattone crudo, la paglia, la lana di pecora. La cultura materiale della Sardegna - spiega - è un grande patrimonio che può essere valorizzato con le nuove tecnologie». Un connubio vincente di antico e moderno, di tradizione locale e sapienza di altri Paesi. Altrove, per dire, fanno palazzi interi coi mattoni crudi. «In Austria c’è un ospedale, costruito con le colate d’argilla dentro speciali forme». La Regione, dice, dovrebbe incentivare i cantieri che utilizzano materiali antichi. «C’è una legge che dà contributi, ma non basta. È una cultura che va recuperata e sostenuta». (p.s.)

 
 
3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 6 giugno 2016 / Cultura (Pagina 33 - Edizione CA)
LUTTO Professore emerito dell’Università di Sassari si è spento a Londra a 88 anni
Addio a Nicola Tanda anima del Premio Ozieri

Un trapasso lieve, il più leggero di tutti, è toccato in sorte a Nicola Tanda nella notte tra sabato e domenica, a Londra. Il professore emerito dell’Università di Sassari è volato via dal sonno alla morte senza dolore e senza parole in casa del figlio Ugo, dove viveva da qualche settimana e dove pensava di trascorrere tutta l’estate nel riordino delle sue carte. «Papà non ha sofferto, fortunatamente», mormora Ugo. «Per me questo è un bel conforto, nel grande dolore per la sua perdita».
Ancora attivo nonostante l’età - avrebbe compiuto 88 anni il 22 dicembre - il docente originario di Sorso lavorava a una sistemazione organica del materiale inedito sulla lingua sarda e sulla creatività dei grandi poeti orali del passato come Remundu Piras e Barore Tucone, che a suo giudizio avrebbero meritato una presenza nel Pen club, l’organizzazione internazionale “non governativa” di scrittori e poeti.
Delle sue produzioni gli era particolarmente cara un’opera giovanile molto fortunata, “Narratori di Sardegna”, ideata in sintonia con il romanziere Giuseppe Dessì, realizzata nel 1965 e subito adottata in molte scuole medie della nostra Isola. Per la prima volta anche scrittori e poeti in lingua sarda facevano il loro ingresso negli istituti statali italiani con tutti gli onori. Una novità assoluta baciata dal successo.
Nei suoi primi anni all’Università di Sassari il professor Tanda insegnava storia della letteratura italiana (è del 1974 un bel documento di quella docenza, “Classicismo e illuminismo nell’opera del Monti”), ma via via la sua cattedra andò caratterizzandosi per un’attenzione particolare alla produzione letteraria sarda sulla strada di un ritorno profondo al sentire identitario. La svolta fu segnata dalla sua guida del Premio “Città di Ozieri” (poesia, prosa e teatro in lingua sarda), iniziata con la morte del compianto linguista bonorvese Antonio Sanna, secondo presidente dopo Francesco Masala, che Tanda sostituì a partire dal 1982.
In un quarantennio il professor Nicola condusse il Premio a traguardi notevoli di credibilità e di prestigio. Se c’era un segreto, nella sua regia del certamen ozierese, era il grande rispetto di poeti e giurati, in una gestione signorile e condivisa. Tanda teneva molto all’ “Ozieri” e anche dopo il suo passaggio alla presidenza onoraria - con Attilio Mastino presidente effettivo - continuò a dare il suo contributo con la presenza e gli interventi nelle serate pubbliche fino all’ultima edizione dell’anno scorso.
Nel 1991, frattanto, aveva pubblicato “Letteratura e lingue di Sardegna” e l’anno dopo “Dal mito dell’isola all’isola del mito”. Molto importanti anche le monografie sui singoli personaggi, come “Un’odissea de rimas nobas” (2003), dedicata a Predu Mura, il ramaio-poeta originario di Isili e nuorese d’adozione, uno dei principali innovatori della poesia in lingua sarda, con Francesco Masala e Benvenuto Lobina, dopo il “terremoto” di Peppino Mereu sul finire dell’Ottocento. In questo rifiorire di interesse per i poeti di Sardegna aveva per lui grande importanza il “Centro studi filologici”, nato per una sua iniziativa e poi portato avanti alla grande da Giuseppe Marci.
A Nicola Tanda va riconosciuta la scoperta («del tutto casuale», diceva) di Antonino Mura Ena in un concorso di poesia, tra gli ultimi anni Ottanta e i primi Novanta. A questa figura fino ad allora sconosciuta il professore dedicò due pubblicazioni: “Memorie del tempo di Lula” nel 1997 e l’edizione critica del florilegio di poesie “Recuida” nel 1998. Su Antonino Mura Ena completò il lavoro il suo allievo Dino Manca, oggi stimato docente di filologia a Sassari, con un’altra edizione critica, di “Memorie del tempo di Lula”, uscita nel 2006 per il Centro di studi filologici.
Sui narratori sardi in lingua italiana delle ultime generazioni in genere, il giudizio di Nicola Tanda era severo e in alcuni casi radicalmente negativo. Riteneva avessero poco da dire e quel poco non lo sapessero esprimere originalmente. Qualche volta a domande precise su questo o su quello dei narratori contemporanei rispondeva con un verso del suo amatissimo Dante Alighieri sugli ignavi, terzo canto dell’Inferno: «Non ragioniam di lor, ma guarda e passa».
Paolo Pillonca



 
4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 6 giugno 2016 / Provincia di Sassari (Pagina 30 - Edizione CA)
Sassari
Tonelli e i segreti della fisica

I segreti della fisica raccontati agli studenti da un grande protagonista del mondo scientifico contemporaneo, una figura di spicco nella scoperta del Bosone di Higgs: la "particella di Dio". Domani arriva al Teatro-Auditorium della Provincia il grande scienziato Guido Tonelli, ordinario di Fisica generale all’Università di Pisa e ricercatore associato all’Istituto Nazionale di fisica nucleare, particolarmente legato a Sassari in quanto già professore dell’Ateneo turritano.
L’atteso incontro, organizzato dall’Istituto tecnico agrario Pellegrini, si terrà a partire dalle 10.30 al cospetto di un eccezionale pubblico di giovani: gli allievi delle terze, quarte e quinte dell’Istituto Agrario, di quello professionale Industria e artigianato, del liceo Scientifico, del liceo Classico, del liceo Artistico e dell’Istituto tecnico Ragionieri.



 
 
5 - L’UNIONE SARDA di lunedì 6 giugno 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Milioni di euro
I dubbi sul project financing

L’ospedale Oncologico intitolato all’anatomopatologo ogliastrino Armando Businco è, insieme al vicino Microcitemico intitolato al padre degli studi sulla talassemia, Antonio Cao, al centro del project financing stipulato tredici anni fa dalla Asl di Cagliari (che fino allo scorso luglio amministrava i due presìdi di via Jenner) con le società Siemens e Tepor. Parliamo di una convenzione milionaria che, sottoposta negli anni a varie revisioni e a varianti in corso d’opera, è stata duramente criticata in una relazione stilata dagli analisti del dipartimento di Scienze aziendali dell’università di Bologna, chiamata a esprimere un giudizio sul modo in cui, negli anni, sono stati spesi i soldi. Tanti soldi: in dieci anni si stima che siano stati spesi 156 milioni di euro. Sulle modalità, i ricercatori emiliani hanno sollevato dubbi: costi doppi rispetti ai prezzi di mercato, soldi conteggiati senza supporto documentale, piani finanziari oscuri o carenti.
La relazione - consegnata a dicembre e rimasta coperta fino alla settimana scorsa - tratta anche gli «sviluppi del contratto di concessione» legati a una revisione del contratto, l’ennesima della sua storia, decisa nel 2013.
Il contratto prevedeva una serie di interventi sui due ospedali, realizzati con investimenti per la maggior parte privati, con le società che incassavano dal pubblico dei canoni annuali.

 


 
 
6 - L’UNIONE SARDA di lunedì 6 giugno 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
SANITÀ. Tensioni fra i settori di Chirurgia sperimentale e Ginecologia
Un reparto, anzi due Oncologico: la difficile coabitazione al 7° piano
Un reparto per due. O, se si preferisce, due reparti al posto di uno: ciascuno con il suo primario, i suoi medici, la sua caposala, i suoi infermieri. È la situazione in cui al settimo piano dell’ospedale Oncologico lavorano, da anni, le unità operative di Chirurgia sperimentale e di Ginecologia oncologica. Mica roba da poco: la prima, informa il sito dell’azienda ospedaliera Brotzu (alla quale l’Oncologico è stato accorpato undici mesi fa) «rappresenta il centro di riferimento aziendale per la diagnosi e cura del cancro alla mammella, dei melanomi e tumori ai tessuti molli», e la seconda «rappresenta una struttura d’eccellenza per il trattamento di tumori maligni dell’utero, ovaio e della vulva/vagina e per la chirurgia endoscopica delle neoformazioni ovariche e uterine». Il tutto si traduce in sette posti letto per ciascun reparto, e poco personale: mentre la Chirurgia sperimentale, diretta da Giuseppe Murenu, ha a disposizione undici infermieri, la Ginecologia oncologica, dopo la mancata sostituzione di quelli andati in pensione, ne ha al momento appena quattro.
LA TESTIMONIANZA A sollevare il velo su questa coabitazione difficile, parlando di «tensione e disagio palpabili», è una paziente che conosce bene la Chirurgia sperimentale: si chiama Patrizia Campo e due mesi fa si è sottoposta all’ottavo intervento chirurgico al seno. «Sono seguita con ottimi risultati dal dottor Massimo Dessena e dai suoi colleghi. Ho quindi deciso di affrontare questa nuova prova presso il reparto di Chirurgia sperimentale». Campo elogia la «grande competenza e professionalità» dei medici di quel reparto e l’umanità del «personale infermieristico, sempre molto attento ai bisogni anche psicologici delle donne che nel corso della vita si trovano ad affrontare questa faticosa esperienza». Eppure, aggiunge, «umanità e professionalità vengono giornalmente messe a dura prova da una situazione logistica che sicuramente non agevola» il loro lavoro.
La condivisione di spazi e locali crea problemi a medici e infermieri, e la conflittualità fra questi ultimi è alimentata dalla continua necessità di infermieri da parte della Ginecologia chirurgica: a farne le spese rischiano di essere le pazienti. Campo racconta, per esempio, di essere stata fatta accomodare su un lettino ginecologico (uno di quelli coi divaricatori) per ricevere le medicazioni dopo l’intervento al seno.
BREAST UNIT La situazione potrebbe trovare presto una svolta se l’azienda riuscirà a portare a termine un progetto che sta molto a cuore alla commissaria straordinaria Graziella Pintus: la costituzione di una Breast unit, ovvero un centro dove riunire tutte le attività legate alla problematica del cancro al seno, dalla prevenzione alla chirurgia, dalla radioterapia alla chirurgia ricostruttiva. Sarebbe la prima in Sardegna e dovrebbe trovare posto al terzo piano dell’Oncologico. Con la costituzione della Breast unit dovrebbero anche concretizzarsi dei trasferimenti di medici dal Brotzu all’Oncologico e viceversa: movimenti che lascerebbero qualche scontento. Ma resterebbe da risolvere il problema degli infermieri: sono pochi, e nuove assunzioni sono impedite blocco del turn over imposto dalla Regione, che tenta di contenere una spesa sanitaria oltre i livelli di guardia. Quali i tempi di realizzazione di questo progetto? Sabato il cronista ha tentato inutilmente di contattare la commissaria straordinaria. Radio ospedale parla del mese prossimo.
Marco Noce


 
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LA NUOVA SARDEGNA
 

 


7 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 6 giugno 2016 / Pagina 31 - Libri
Docente di Letteratura italiana e di Filologia sarda, presidente del Premio
Ozieri: si è spento l’altroieri all’età di 88 anni
Il rigore e l’umanità di un grande maestro
È morto l’altroieri all’età di 88 anni Nicola Tanda. Si è spento a Londra assistito dal figlio Ugo. Pubblichiamo un ricordo di Dino Manca, docente di Filologia della letteratura italiana all’Università di Sassari, che è stato allievo e collaboratore di Nicola Tanda. * * * di DINO MANCA Conobbi Nicola Tanda a Sassari nella primavera del 1993. Arrivavo da Cagliari, lì dove mi ero laureato, per frequentare un corso di perfezionamento in “Filologia e Cultura Sarda” presso l’istituto di Filologia moderna. Della sua figura ricordo nitidamente i contorni, il suo incedere lento e misurato, la dissimulazione sorniona nel presentarsi, il sorriso accennato, lo sguardo indagatore e severo che preconizzava cose importanti. Compresi quell’esordio, quell’entrata di scena (nell’aula “Cadoni” e nella mia vita), solo qualche anno dopo. Faceva parte della sua teatralità, della sua retorica, della sua studiata e sperimentata didassi. Il controllo dello spazio, il linguaggio del corpo, la modulazione della voce, il timbro, le flessioni come cifra di uno stile, secondo la regola del climax ascendente: «allacciate le cinture di sicurezza», sibilò prima di iniziare la lezione. Così ci preparava all’ascesa, al decollo conoscitivo ed emotivo. Con queste parole impegnava nella relazione didattica tutto il suo desiderio di trasmettere amore per il sapere. La provocazione intellettuale è una delle chiavi di accesso al pensiero critico e alla conoscenza. Lui lo sapeva fare. Aveva l’esperienza, gli strumenti e la cultura per farlo. Mi colpì da subito la sua intelligenza irrequieta, tormentata, insofferente, visionaria. Mi colpì soprattutto la straordinaria umanità che si nascondeva dietro quella parola educante che si faceva faticosamente corpo. Da allora decisi di seguirlo, come si segue un maestro. Una sera, durante una delle tante conversazioni, mi confessò di sentirsi come un «critico letterario di base dell’azienda letteraria locale». Quell’autodefinizione, oltremodo calzante, trovò la mia adesione immediata e entusiastica. Andammo oltre. Parlammo di Gramsci, del critico militante, della formazione e dell’impegno civile e politico degli intellettuali sardi. L’intellettuale può pretendere di rappresentare il popolo solo quando il rapporto è fondato su un’adesione organica in cui il sentimento-passione diventa comprensione quindi sapere. Per Tanda il popolo era il popolo sardo e l’intellettuale doveva essere funzionale al territorio e non al partito. Anche per questo l’ho sempre considerato l’ultimo vero intellettuale, in senso gramsciano, della nostra isola. Per il suo essere stato critico militante, per il suo essere stato in sintonia con la gente (sapeva parlare con tutti, in italiano e in sorsense), ma soprattutto per essere riuscito a porre al centro della sua rielaborazione la questione culturale. La funzione politica della cultura, come azione concreta nella società e come motore della storia, non risiede nella propaganda ma nell’educazione. Per questa fondamentale ragione l’istruzione, secondo Tanda, riveste un ruolo centrale. Occorre puntare su una scuola istruttiva, ma soprattutto formativa della personalità. L’allievo non è un recipiente da riempire . Ma partecipa attivamente al processo educativo solo se la scuola non risulta essere separata dalla vita. E così concepiva l’insegnamento della letteratura. La letteratura è «sapere della vita», diceva, e non di rado aggiungeva: «Non c’è momento della mia esistenza in cui non abbia trovato un verso di Dante». Tanda è riuscito a coniugare tutto questo. Diffidava dell’intellettualismo etico e credeva invece nell’autenticità della sabidorìa popolare, del sapere antropologico-religioso. A tal riguardo citava spesso Saramago («l’uomo più saggio che io abbia conosciuto non sapeva né leggere né scrivere»). Da qui nasce l’amore smisurato per la Sardegna, per la sua gente, per i suoi artisti. La conoscenza inizia «dalla soglia di casa», insegnava, e non esiste comunicazione senza contesto, così come non esiste metodo educativo al di fuori delle coordinate ambientali. Una scuola avulsa dal contesto in cui opera viene meno a uno dei suoi compiti prioritari. Ancor di più ciò vale in una regione come la Sardegna, peculiare e complessa, antropologicamente connotata, con proprie lingue, propri saperi, proprie leggi e proprie consuetudini difficilmente traducibili attraverso codici e sistemi segnici d’inappartenenza. Dentro un tale orizzonte di senso va compresa l’intensissima opera intellettuale e umana di questo illustre figlio di Sorso (il suo «borgo natìo», il suo universale concreto): l’antologia “Narratori di Sardegna” (scritta con Giuseppe Dessì), il Premio Ozieri (fu presidente a partire dagli anni ’80), il Centro di Studi Filologici Sardi (fondatore e presidente), il PEN club (ossia, il sistema sardo dentro l’Europa dei popoli e delle diversità), la grande battaglia in difesa della lingua sarda. «Il vento si leva, bisogna tentare di vivere»: questa era la sfida di un grande poeta simbolista, Paul Valéry, che il nostro tempo dovrebbe raccogliere. Nicola Tanda lascia un vuoto per me incolmabile e per tutti un’eredità intellettuale e umana inestimabile.


 


8 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 6 giugno 2016 / Pagina 35 – Agenda Oristano
NUOVE PROFESSIONI
MeetJob: dall’Università al lavoro,
nuove opportunità per gli studenti
ORISTANO Si terrà mercoledì il MeetJob 2016, la manifestazione che il Consorzio UNO organizza annualmente, in collaborazione con i Corsi di Laurea della sede universitaria oristanese per presentare agli studenti, ai laureati e anche alle aziende del territorio, gli sbocchi professionali dei corsi oristanesi. Per la sesta edizione il tema prescelto è quello dell’innovazione e delle startup, sintetizzato come “eleonoralab: giornata dell’innovazione in terra di Eleonora”. Un tema, quello dell’innovazione, che interessa i corsi di laurea e tutti i settori economici, oggi costretti a moltiplicare creatività, competenze, talento, energie e inventiva per superare le difficoltà e le insidie di mercati ormai globalizzati. Un tema che, inoltre, interessa tutti gli operatori economici del territorio e tutta la comunità oristanese, un’occasione più unica che rara per sentire dalla viva voce di chi pratica quotidianamente l’innovazione le esperienze e le azioni che hanno caratterizzato il proprio percorso. La manifestazione è suddivisa in due momenti: la mattina, all’Auditorium San Domenico in via La Marmora, dalle 9.30, grazie agli interventi di istituzioni, enti e imprese che, a vario titolo, operano nel campo dell’innovazione, si parlerà di creatività, di idee, di valori e si cercherà di capire come queste idee possano quotidianamente realizzarsi, attraverso quali veicoli e in quali luoghi. Nel pomeriggio, al Chiostro del Carmine, dalle 15.30, in sessioni parallele dedicate ai singoli corsi di laurea, avremo le invece le testimonianze dirette di chi fa innovazione quotidianamente: ospiteremo infatti alcune imprese, sarde e non, che oltre ad avere realizzato un’idea imprenditoriale si sono guadagnate un proprio spazio di mercato nei settori del turismo, delle biotecnologie e dell’agroalimentare.



 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 6 giugno 2016 / Pagina 30 - Cultura e spettacoli
Domani all’Università il fisico Guido Tonelli
Il fisico Guido Tonelli sarà ospite dell’università di Sassari, per presentare il suo libro “La nascita imperfetta delle cose” (Milano, Rizzoli, 2016). L’appuntamento domani alle 18 in aula Magna. Oltre all’autore, interverranno il rettore Massimo Carpinelli e il giornalista Pasquale Porcu. Come è nato esattamente l’universo e quale è il suo destino? A queste domande cerca di rispondere il volume, che racconta «la grande corsa alla particella di Dio e la nuova fisica che cambierà il mondo» (così recita il sottotitolo). L’evento è organizzato da Muniss-Museo scientifico dell’università in collaborazione con l’associazione per l’insegnamento della Fisica e la libreria Koinè.
 

 

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