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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
31 May 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 maggio 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Un corso post laurea dell'Università di Cagliari
MASTER SULLE DIFFERENZE DI GENERE
Terminerà a fine mese il primo Master dell'Università di Cagliari in Gender equality. Il corso post laurea è stato curato dalla docente di psicologia sociale, Cristina Cabras. Alla fine di questa esperienza, dodici specialiste saranno in grado di lavorare per ridurre il gap tra uomini e donne nei diversi contesti della vita pubblica. I dati, forniti dal Global gender gap report, dicono che l'Italia si colloca in ottantesima posizione (su 135 paesi) per il divario tra uomini e donne nella vita economica e politica. «Questa esperienza formativa è in grado di introdurre una nuova figura professionale in Italia», sottolinea Cristina Cabras, «ancora oggi ci sono stereotipi non semplici da superare». Il programma del master ha permesso di fare un periodo di formazione in Spagna, nazione nella quale è stato adottato un Piano di uguaglianza declinabile a tutte le realtà aziendali. Questo strumento prevede l'attivazione di politiche per la famiglia e convenzioni nel tentativo di sollevare la donna da alcune incombenze domestiche e favorire l'accesso al mondo del lavoro. Per la presidente del Centro Donna ceteris, Silvana Maniscalco, è necessario «facilitare nuovi processi di dialogo e incontro tra uomini e donne, svelando la fragilità di modelli culturali e comportamenti anacronistici e improduttivi». Dopo il primo corso, l'Università di Cagliari ha deciso di rinnovare questa esperienza con la pubblicazione del bando 2016/2017 le cui iscrizioni scadono il 6 giugno. ( m. s. )
 
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 maggio 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
LA CRISI. La nuova amministrazione dovrà affrontare una serie di problemi irrisolti
L'EX FRAZIONE ALL'ANNO ZERO
Urbanistica, Ateneo, sanità e impianti sportivi: così non va
Ogni giorno a Monserrato arrivano diecimila persone tra studenti, professori, medici, infermieri, malati e familiari. Sono diretti al Policlinico e alla Cittadella universitaria. Un flusso continuo e in costante aumento da quando, 1996, le facoltà dell'Ateneo cagliaritano hanno cominciato a trasferirsi al di là della 554.
In questo lasso di tempo l'ex frazione è rimasta praticamente immobile: la popolazione ha continuato a diminuire. Opportunità sprecata. Anche perché il piano urbanistico è rimasto un sogno, il centro storico è di fatto spopolato, non esiste alcuna reale integrazione tra il mondo accademico, il nuovo ospedale e un Comune autonomo dal 1992 ma ancora fermo all'anno zero. Tra incompiute e sprechi: il mercato civico è chiuso da un anno, manca persino la Guardia medica e gli impianti sportivi costati milioni di euro sono inutilizzabili e in balia dei vandali. L'ex frazione non è più un paese e non è ancora una città. Con tutti i (pochi) pro e i (tanti) contro.
In questo clima il 5 giugno si andrà alle urne per scegliere il nuovo sindaco. Che sarà diverso dai precedenti: la nascita della città metropolitana e il nuovo ruolo che assumerà Cagliari nell'area vasta, sembrano disegnare un profilo più basso per il Municipio di Monserrato.
AUTONOMISTA «L'autonomia è stata in larga parte tradita», sbotta Gigi Dessì, poeta, ex consigliere comunale della Dc e uno dei promotori del comitato per l'indipendenza da Cagliari. «Il ritorno all'area metropolitana di mussoliniana memoria, poi, è un pugno allo stomaco di chi si è battuto per la ri-costituzione del Comune autonomo. È stato fatto poco d'accordo, ma non vogliamo tornare ai tempi in cui eravamo costretti a pietire a Cagliari alloggi popolari, asfalto per le strade e sussidi per i monserratini in difficoltà».
 IL RETTORE La stessa Università avrebbe bisogno di ben altro: «La collaborazione con il Municipio è avviata», dice il rettore, Maria Del Zompo, «ma bisogna approfondire l'accoglienza degli studenti e migliorare le attività e i servizi vicini alla Cittadella. Anche con Monserrato si possono individuare agevolazioni per gli alloggi messi a disposizione degli studenti e di chi lavora all'Università, e puntare all'individuazione di nuovi spazi di studio, incontro e aggregazione. C'è poi da potenziare il sistema di trasporti tra Monserrato e la Cittadella».
Annuisce Natalia Argiolas, titolare di un bar in via del Redentore pensato proprio come servizio per gli studenti: «Chiudiamo alle 19 e non serviamo super alcolici. Invece no, di universitari neanche l'ombra. E tutt'attorno mancano i parcheggi, chiudono negozi e banche».
 L'ARTISTA «L'apprendistato dei sindaci che hanno sinora governato Monserrato speriamo sia finito: Giuseppe Marras, Antonio Vacca, Antonio Sini e Gianni Argiolas ci avranno anche provato a gettare basi solide, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti». Gianni Argiolas, omonimo dell'ultimo sindaco e artista di fama, spera ovviamente in un impegno culturale maggiore della prossima amministrazione: «Soprattutto per ricordare a tutti la vera storia di Monserrato, che in passato era uno dei più importanti centri viti-vinicoli d'Italia e adesso senza vigne, senza storia».
 IL CAMPIONE Aspettando servizi sanitari, parchi, posteggi, parchi attorno al Riu Mortu, vicino alla 554 e all'ex aeroporto, Gianluca Festa, ex calciatore del Cagliari e monserratino doc, auspica un futuro diverso per i campi e i palasport prima costruiti e poi abbandonati: «Io giocavo per la strada, in via San Gavino, dove adesso ci sono le scuole. Oggi i giovani non possono praticare alcuna disciplina sportiva. Un problema che nessun amministratore ha risolto: è uno dei fallimenti della politica a Monserrato».
Paolo Carta


 
 
3 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 maggio 2016 / Cronaca di Nuoro (Pagina 35 - Edizione CA)
NUORO
All'università conferenza del Fai sul rispetto dei suoli
Il 3 giugno alle ore 18 nell'aula magna della facoltà di Scienze ambientali a Sa Terra Mala a Nuoro avrà luogo il terzo seminario organizzato dal Fai di Nuoro sul rispetto del suolo. L'incontro, dal titolo “Problematiche ambientali e paesaggistiche legate all'agro-zootecnia nel Nuorese” sarà condotto da Gianni Battacone, docente di Sistemi zootecnici nella facoltà di Agraria a Sassari.
 
 
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di martedì 31 maggio 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Riflessioni a confronto sul progetto dello scultore di San Sperate
Artisti ed esperti: sulla 131 serve una “variante” creativa
Chissà se nel progetto di Pinuccio Sciola di disseminare lungo l'asfalto della Carlo Felice tante stazioni d'arte c'era anche - in forma subliminale - un vagito indipendentista, lui che in una delle ultime uscite pubbliche aveva lanciato la proposta di togliere i 4 mori, simbolo di barbarie, dalla bandiera sarda. In fondo il re sabaudo gode dell'immeritato privilegio (non c'è documento storico che lo certifichi) di 240 chilometri intitolati al suo nome e allora l'arte - avrà ragionato il vulcanico Pinuccio - nella sua natura rivoluzionaria potrà se non cancellare almeno far dimenticare il dispotismo col quale Carlo Felice regnò da vicerè in Sardegna. Ecco, volendo scavare, ci sono anche suggestioni storico-politiche nell'idea che l'artista di San Sperate aveva perorato: un museo a cielo aperto - per dirla con uno slogan facile - che unisca i due estremi dell'Isola collegati dalla 131, strada palindroma ispiratrice del romanzo lisergico del musicista-archeologo inglese Julian Cope.
Bene: c'è qualcosa di lisergico, folle, fantasioso, utopistico nella proposta di Sciola? Niente affatto, ad artisti ed esperti piace molto ragionare su un possibile dialogo tra cultura, paesaggio, archeologia e contemporaneità. Giovanni Campus, scultore di fama, habituè di installazioni extraurbane, guarda dalla saggezza dei suoi 87 anni spiegando che l'idea di Pinuccio è «civile e necessaria, se si intende l'arte come testimonianza della ricerca che l'uomo si è dato». Sì a una 131 artistica «purché ogni opera che esce dallo studio non sia un manufatto a sé ma sia un intervento che l'autore stabilisce con il territorio». Forse bisogna stare attenti alla parola museo, dice Aldo Lino, docente alla Facoltà di Architettura di Alghero «ce ne sono tanti oggi, ma nell'idea di Sciola vedo uno slancio dinamico, non un'esposizione statica di opere, che dovrà dialogare col paesaggio». Come dire: serve una scelta “provocatoria” che «possa stravolgere i consueti metri di lettura, penso - al di là di ogni giudizio - all'imminente inaugurazione del ponte sul lago d'Iseo realizzato da Christo»: un attraversamento delle acque ideato dal geniale “impacchettatore” della land art. È opinione comune fra gli artisti che lungo la 131 servirebbe qualcosa che vada oltre una esposizione artistica in stile presepe. «Senza entrare nel merito dell'idea di Sciola che non conosco nel dettaglio e sulla quale quindi non posso esprimere un'opinione - dice Lorenzo Giusti, direttore del MAN di Nuoro - bisogna prima ragionare sul concetto di arte pubblica, troppo spesso associata a quella di monumento. Lasciare un segno in un paesaggio che è già ferito, impone una riflessione. Soprattutto l'arte non deve rimediare agli errori commessi dall'architettura».
Per un periodo Sciola aveva immaginato che fossero delle carcasse d'auto a “marchiare” la 131, come nella highway Route 66, poi aveva allargato a un'apertura fatta di collaborazioni internazionali tra artisti giovani e artisti di nome, dove natura e territorio della Sardegna diventino strumenti per creare e comunicare arte. «Così come nella 131 ci sono molte varianti - suggerisce la pittrice Rosanna Rossi - anche questa proposta di Sciola necessita di varianti creative, a partire dalle più semplici come realizzare delle piazzole-parcheggio dove il viaggiatore si possa fermare ad ammirare l'opera». Già dieci anni fa lo scultore Mauro Staccioli, pioniere della land art, propose una 131 con opere a vista di artisti, ricorda la Rossi «ma non è importante la paternità, le idee si contaminano e quelle valide devono andare avanti. A questo punto credo però sia un problema politico: se la Regione vuole realizzare l'idea di Sciola, lo dimostri». «Pinuccio ha mutuato dai cavalcavia della Francia, che ben conosceva, questo progetto - spiega Maura Picciau, sovrintendente alle Belle Arti e Paesaggio del Nord Sardegna - . È una proposta saggia, una riflessione sul paesaggio che chiama ad azioni comunitarie e identitarie, che coinvolge gli amministratori. C'è la bella idea che la strada non è solo quella che percorriamo veloci con l'auto, è anche cammino, il nostro modo di passare sulla terra».
 Sergio Naitza
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 31 maggio 2016 / Pagina 31 - Cultura e spettacoli
Sassari fa passi da gigante in Vietnam
SASSARI Da un lato, creazione di infrastrutture sanitarie moderne, dall'altro formazione universitaria di alto livello. L’Università di Sassari prosegue a pieno ritmo il programma di cooperazione internazionale e il prossimo atto sarà l'avvio dei lavori dell'International institute for biomedical research and biotechnology, a Huè, che fa seguito al conferimento dei diplomi ai nove nove studenti vietnamiti che hanno completato il secondo anno del master internazionale dell'Università di Sassari in “Medical Biotechnology”. Durante la cerimonia, che si è svolta nei giorni scorsi all’interno del Festival della Scienza , è stata inoltre avviata ufficialmente la quarta edizione del master diretto dal professor Gigi Fiori. «Si tratta di un programma biennale che prevede nel primo anno una serie di lezioni tenute in Vietnam da un gruppo di docenti universitari, la maggior parte dei quali provenienti da Sassari – dice il professor Fiori –, mentre nel secondo il percorso sarà inverso e saranno gli studenti vietnamiti a essere ospitati a Sassari dove potranno svolgere regolarmente le attività di lavoratorio e presentare le loro tesi, per ricevere poi un regolare diploma firmato dal rettore dell’Università di Sassari». In questi anni sono stati quindici i dottori di ricerca formati in “Life Sciences and Biotechnology”, e trenta gli studenti del Master in “Medical Biotechnology”. Le attività di cooperazione dell’Università di Sassari nel Vietnam sono cominciate nel 2001 su impulso del professor Piero Cappuccinelli e a dare l’avvio ufficiale è stata la firma firma di un accordo di collaborazione accademica con la Huè University of Medicine and Pharmacy. Nel corso di questi quindici anni l’obiettivo principale è stato la realizzazione di laboratori-sentinella per le malattie infettive e quindi si è passati alla formazione di nuove figure professionale destinate a svolgere ruoli primari all’interno della struttura. «Sono state acquistate moderne attrezzature per il laboratorio, la terapia intensiva e la chirurgia pediatrica e messe a punto nuove metodiche di diagnostica molecolare e protocolli terapeutici e chirurgici – spiega il professor Cappuccinelli –. E' stato inoltre predisposto un piano per l'acquisto delle attrezzature per l'International Institute, con fondi già acquisiti Ma le strutture ospedaliere hanno bisogno di competenze, ed è per questo che portiamo avanti i master e i dottorati». Un’altra parte importante dell’attività in Vietnam è il Progetto Carlo Urbani, dedicato al medico e microbiologo italiano che per primo individuò la Sars proprio ad Hanoi, in Vietnam, nel 2003, e che di Sars morì. In sua memoria, sono stati costruiti un laboratorio di diagnostica avanzata microbiologica e virologica, dotato di una sezione a livello di biosicurezza 3 per patogeni ad alto rischio e un reparto di terapia intensiva con stanze per l'isolamento di pazienti contagiosi. È stato inoltre elaborato il “master plan” per l'ospedale universitario ed è in preparazione il progetto esecutivo per la costruzione a Huè dell'International institute for Biomedical research and Biotechnology, di cui faranno parte le strutture del Carlo Urbani Center già operative.
 
 

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RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI

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