Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 May 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 2 - Edizione CA)
Appeso a un filo il Dna dei sardi 
Piera Serusi
 
PERDASDEFOGU «Qui non viene più nessuno», allarga le braccia Debora davanti al registro delle presenze desolatamente vuoto. Sono cinque anni che va così, nel santuario sconsacrato della biobanca del Dna dei sardi. Dentro i cinquecento metri di laboratori, uffici, sale per i prelievi del Parco Genos, le prese elettriche dei macchinari sono staccate e una polverina lieve viene giù dalle macchie di umidità aggrappate al soffitto. Sembra di stare in una casa abitata dai fantasmi, e non pare vero che solo dieci anni fa arrivavano giornalisti da tutto il mondo per visitare le stanze dove biologi e tecnici studiavano i dati genetici di 15 mila ogliastrini, lo scrigno di informazioni più prezioso al mondo sulla prevenzione delle malattie e sul mistero della lunga vita.
Ecco com'è finito, nel turbinio di chiacchiere e convegni sull'Isola terra di centenari, il tabernacolo che raccoglie la materia di cui sono fatti i sardi. Un patrimonio a rischio, mentre qui - nel paese dove vive la famiglia Melis, la più longeva al mondo - si aspetta il giorno in cui, chissà, scienziati e biologi torneranno da queste parti. «E io intanto sono qui, da sola, che guardo a vista questo tesoro abbandonato come fosse roba da niente». Debora Parracciani, 46 anni, di Perdasdefogu, tecnico di laboratorio con un contratto da segretaria part-time, è l'unica dipendente rimasta qua dentro, la custode di 500 mila provette di sangue ed eliche di dna conservate nei freezer a -80 gradi. Una responsabilità non da poco visto che da queste parti l'elettricità va e viene al minimo brontolio del cielo e ai capricci dei cali di tensione. Sicché lei, che sia giorno o che sia notte, scatta al suono dell'allarme dei freezer rimbalzato sul suo telefonino, apre il programma del computer collegato alle schede della temperatura di ciascun frigo, controlla e parte come un soldato all'arrembaggio. «Martedì notte - racconta - c'era un temporale e sono dovuta venire qui di corsa alla una». La missione è non far salire la temperatura che protegge i campioni biologici. È vero che quando va via la luce entra in funzione il gruppo elettrogeno, ma alle volte manca una fase per tutta la giornata e allora bisogna aiutarlo col gasolio.
«Vivo col cuore in gola», confida. E sembra di vederla, lei così alta e robusta, mentre rianima il ciclo del freddo attorno ai preziosi frammenti di vita custoditi qua dentro. Non sempre l'allarme rientra in poche ore. Più di una volta la situazione è stata così disperata che è dovuto intervenire pure il sindaco. «È successo, e succede, quando gli operai dell'Enel magari non trovano il guasto», racconta Debora. E lei sta lì, sempre con l'ansia. Un po' troppo, forse, per una dipendente che ha un contratto di poche ore al giorno e che, invece, vive sempre all'erta come l'infermiera di una sala di rianimazione. «Mi si stringe il cuore quando penso com'era qui, tempo fa...».
Lei era della squadra fin dall'inizio. Nel 2001 i comuni di Perdasdefogu e Talana, assieme alla Clinica Tommasini di Jerzu, formarono il consorzio Parco Genos, con la direzione scientifica del genetista Mario Pirastu. L'idea era quella di partecipare al progetto di Shardna, la società di Renato Soru che voleva studiare il patrimonio genetico dei sardi per identificare le cause delle malattie e mettere a punto metodi di prevenzione e di cura. Com'è andata a finire si è visto. Soru nel 2009 ha venduto alla Fondazione San Raffaele di don Verzè, poi il tracollo di questa che nel 2012 abbandona Shardna nel pozzo nero del fallimento. Ma nei laboratori del Parco Genos di Perdasdefogu i contraccolpi erano arrivati già nel 2011, quando con il progetto a corto di fondi, i dipendenti - tre tecnici, due biologi, un informatico e una segretaria - cominciarono a fare le valigie. «Anch'io fui licenziata e riassunta dopo due mesi. Poi al mio posto arrivò un altro, fino al giugno 2015 quando sono stata richiamata». Adesso, nella desolazione di queste stanze, sembrano così lontani i bei tempi.
«C'era un tale entusiasmo...», ricorda Debora Parracciani. L'amministrazione di Perdas aveva messo a disposizione il sottopiano dell'Istituto professionale, cinquecento metri di spazio per i laboratori e le camere sterili. I macchinari e le strumentazioni di ultima generazione vennero acquistati dal Comune con i 2 miliardi e mezzo di lire ricevuti coi fondi della legge 37.
Per anni, dal 2001, si lavorò come api in un alveare. «Abbiamo fatto prelievi a tappeto in dieci paesi dell'Ogliastra. Ovunque ci venivano messi i locali a disposizione: arrivavano mamme, bambini, anziani». Dentro i freezer, per dire, ci sono i campioni di dna dei piccoli di tre anni e degli ultracentenari. «Ci sono stati paesi dove abbiamo visto il 90 per cento della popolazione. Se poi aggiungiamo che i nostri comuni sono quelli che vengono chiamati isolati genetici, dove otto persone su dieci condividono l'ottanta per cento del dna - beh, si capisce qual è il valore dei campioni raccolti».
Un patrimonio unico, una manna per i ricercatori che qui finora hanno studiato patologie come l'ipertensione arteriosa, la calcolosi da acidi urici, l'obesità, l'alopecia androgenetica, la fibrosi cistica. «I prelievi sono stati fatti esclusivamente a scopo scientifico ed è per questo che la gente ha firmato il consenso e ha donato un campione del proprio sangue». Sicché, avvisa, non esiste proprio che la biobanca finisca all'asta e in mano a chissà chi, magari a un colosso dell'industria cosmetica. «A quel punto verrebbe meno lo scopo scientifico del progetto e ciascun donatore potrebbe chiedere indietro il proprio materiale biologico». Dentro i laboratori desolati, il minimo che serve per tenere in vita questo patrimonio di provette costa 40 mila euro all'anno. Parte li mette il Cnr (Istituto nazionale ricerche) di Sassari; il resto lo raccolgono con fatica i soci, tra i quali c'è Pier Giorgio Lorrai, medico e imprenditore di Urzulei, presidente di Genos che, inutile sottolinearlo, sogna di rianimare questo luogo. Il sogno di Debora, che custodisce la materia di cui sono fatti i sardi.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
Accordo con Huawei
Missione in Cina di Paci e Crs4
 
Regione, Crs 4 e Centro regionale di programmazione in missione in Cina per perfezionare l'accordo siglato con Huawei per lo sviluppo di progetti di ricerca in ambito Smart & Safe City, cioè sulle città più intelligenti e sicure. La delegazione, partita sabato mattina, è guidata dal vicepresidente Raffaele Paci. La prima tappa è Shenzen, dove erano in programma l'incontro con il general manager di Huawei e la visita agli stabilimenti dell'azienda poi, il trasferimento al laboratorio di ricerca a Shangai.
La delegazione sarà impegnata anche in incontri all'ambasciata italiana a Pechino, preparatori a una missione strutturata della Regione Sardegna in Cina nei prossimi mesi guidata dal presidente della Regione Francesco Pigliaru. Huawei e Crs4 apriranno un laboratorio di innovazione congiunta a Pula nella sede del Crs4. Il nuovo centro di ricerca investirà nei progetti di ricerca Smart & Safe City, in linea con gli obiettivi prefissati da Horizon 2020, dal Framework Programme for Research and Innovation dell'Unione europea e dal programma di sviluppo regionale denominato Smart Specialization Strategy (S3).
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 13 - Edizione CA)
Epigenetica
Genoma, ovociti e utero in affitto
Che cosa si sa della salute del donatore?
 
Unioni civili e utero in affitto; procreazione assistita e donazione di ovociti. Si parla soprattutto dei risvolti politici ed etici quando questi temi finiscono sotto i riflettori dell'opinione pubblica. Pressoché trascurati, invece, i non meno importanti aspetti sanitari. Anche nel migliore dei casi, infatti, quando la donazione di un ovocita o la gestazione di una gravidanza sono il frutto di un atto di generosità, non si tiene conto delle conseguenze che possono esserci per il bambino. Effetti che ne potranno segnarne l'intera esistenza. Perché chi dona un ovocita o presta l'utero trasmette al nascituro il proprio patrimonio genetico, dov'è scritto gran parte del suo futuro.
«Fatti salvi gli interrogativi etici connessi a questi atti, il problema si pone perché, spesso, si sa poco o nulla di chi dona» spiega Giovanni Biggio professore emerito di Neuropsicofarmacologia all'Università di Cagliari, studioso di Epigenetica, cioè del rapporto fra l'ambiente e il Genoma, in particolare l'espressione dei geni. «Non esisterebbe alcun problema se si sapesse tutto su queste persone, in particolare, sul loro stato di salute, ma anche sul loro passato. Perché il Genoma viene influenzato, lungo tutto l'arco della vita, dal concepimento alla vecchiaia, dalle nostre esperienze: fumo, stress, alcol, droghe, l'assunzione di tossine possono influenzare le cellule germinali, ovociti e spermatozoi, che consentiranno la nascita di bambini con possibili problemi di salute». Questo, perché il Genoma che si eredita dagli antenati non è statico, è dinamico: l'ambiente e il modo in cui si vive possono influenzarlo.
A questo proposito, il professore cita un caso che ha suscitato enorme interesse. Riguarda uno studio epidemiologico su bambini nati in Olanda durante l'ultima guerra, quando era in vigore l'embargo tedesco. Persone che oggi hanno più di 70 anni. Durante quei 10 mesi di embargo, quando le mamme soffrivano la fame, sono nati dei bambini. L'anno dopo, ne sono nati altri, da madri più fortunate, perché nel frattempo erano arrivati gli americani. «Risultato: i “figli della carestia” hanno sviluppato malattie cardiocircolatorie e metaboliche, diabete con mortalità elevata. E così i loro figli. Completamente diverso il destino delle persone nate da mamme che avevano avuto la fortuna di nutrirsi bene».
Ma non è finita, «perché, nel 2008, quando è venuta fuori questa storia, i ricercatori hanno fatto prelievi di sangue a genitori e figli e hanno scoperto che i “figli della carestia” avevano i geni altamente metilati (cioè con modificazioni epigenetiche del DNA ndr) rispetto a quelli delle mamme che avevano mangiato regolarmente».
L'episodio dimostra quanto sia stretto il rapporto fra stili di vita e Genoma. Perché «nei nove mesi di gestazione del bambino, le esperienze della mamma, non solo la nutrizione ma anche il fatto che fumi, beva, assuma droghe, sia sottoposta a stress o soffra di depressione influirà sulle cellule somatiche e può predisporre allo sviluppo di malattie dell'apparato cardio-circolatorio. Ma non solo, può alterare anche le cellule germinali del piccolo, che potrà trasmettere le proprie patologie a figli e nipoti».
Anche per questo, superati i problemi etici legati alla condizione di chi mette a disposizione ovocita o utero, le procedure di donazione devono essere impostate sotto controllo medico «per avere persone catalogate sane, con storie conosciute. Perché il loro passato non si può desumere dall'esame del Genoma».
Lucio Salis
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 13 - Edizione CA)
Nascita e adolescenza, due momenti chiave
Attenti al cervello, il suo sviluppo influenza la vita delle persone
 
Attenti al cervello. Il suo sviluppo va seguito nel tempo, perché influenza tutta la vita di una persona. La raccomandazione arriva dal professor Giovanni Biggio, professore emerito di Neuropsicofarmacologia all'università di Cagliari.
Il cervello diventa adulto intorno ai 30 anni nei maschi, 25 nelle femmine, ma attraversa alcune fasi cruciali, la prima proprio al momento della nascita. «Non tutti conoscono l'importanza della flora batterica intestinale nello sviluppo del cervello - spiega Biggio -. In Italia, spesso i bambini nascono col taglio cesareo anche quando non ce n'è bisogno. Questo significa perdere la flora batterica del canale vaginale della mamma. Miliardi di batteri che sembrano essere utilissimi per lo sviluppo del neonato, ma soprattutto del cervello. Tanto che oggi, dopo il cesareo, si recupera con un tampone ciò che resta nel canale vaginale della madre e lo si passa sulla bocca del piccolo per fargli recuperare i microorganismi che ha perso».
Altra fase della vita importante per il cervello è l'adolescenza. «Il cervello dell'adolescente ha una caratteristica straordinaria: la corteccia cerebrale non è ancora sviluppata. Ed è proprio la parte che sovraintende alle decisioni».
Questo spiega perché tanti adolescenti vanno incontro a un destino tragico, soprattutto incidenti notturni all'uscita dalle discoteche. Hanno trascorso una notte insonne, spesso assunto sostanze stupefacenti, «ma soprattutto, la loro corteccia cerebrale non è ancora matura e non è in grado di far prendere le decisioni giuste. Mentre l'area limbica, quella del piacere, è sviluppatissima nell'adolescente portato a vivere l'emozione, la corteccia non gli fornisce quel freno di cui avrebbe bisogno. Ecco perché è a rischio».
Oltre a fattori fisiologici, ad aggravare la situazione contribuisce il ricorso a sostanze chimiche e cannabis che modificano la funzione di controllo garantita dai neuroni, «perché il Genoma - spiega il professore - influenza lo sviluppo del cervello sulla base delle esperienze vissute dall'adolescente, compreso il rapporto coi genitori, l'educazione, l'insegnamento e anche il rimprovero. Tutto, nell'armonia familiare, diventa fondamentale nel guidare la funzione di quei geni, per dare una certa espressione. I bambini che non vivono in queste condizioni, come quelli abbandonati o che vivono negli istituti, non riescono a fare queste connessioni fra neuroni, le sinapsi, e potrebbero avere deficit che trasmetteranno ai figli». ( l. s. )
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 27 - Edizione CA)
Sassari
Fondi, arriva Pigliaru
 
Oggi il presidente Pigliaru sarà a Sassari con alcuni esponenti della Giunta regionale.
Questa mattina alle 10,30 nell'Istituto Comprensivo San Donato, Francesco Pigliaru firmerà, con il sindaco Nicola Sanna, l'accordo di programma sull'Investimento territoriale integrato (ITI) da 15 milioni di euro per la riqualificazione urbana e sociale della città. Nel pomeriggio, alle 15,30, il Presidente della Regione parteciperà al Convegno "Il futuro è innovazione" presso l'aula Magna dell'Università di Sassari intervenendo su "La strategia della Ras per l'innovazione e il trasferimento tecnologico". Nel corso della giornata, il Presidente e gli assessori saranno inoltre impegnati in una serie di incontri, presso la sede della Regione Sardegna di via Roma, con i rappresentanti istituzionali e di categoria nel territorio.
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 29 - Edizione CA)
Fiera del libro di Macomer
La rassegna si è chiusa nel segno di Atzeni
e della scrittrice turca Esmahan Aykol
 
Con un finale nel nome di Sergio Atzeni e della scrittrice turca Esmahan Aykol, si è chiusa ieri a Macomer la XV edizione della Mostra regionale del Libro. Quattro giorni intensi di dibattiti, incontri con gli autori, reading, spettacoli teatrali e laboratori per le scuole. Un'edizione travagliata, arrivata dopo un anno di pausa (caratterizzato da laceranti confronti che hanno diviso Regione, Comune e Associazione editori Sardi) e iniziata all'insegna della polemica innescata dall'Associazione librai indipendenti per la loro esclusione dalla rassegna. Ma aldilà dei contrasti, format e contenuti hanno funzionato. «Nonostante le difficoltà congenite che da sempre contraddistinguono l'organizzazione dell'evento e i tempi ristretti a disposizione - dice il direttore artistico Saverio Gaeta - siamo riusciti a proporre una programmazione di qualità, in linea con le precedenti edizioni e capace di tenere alto il nome della mostra». Numerosi i visitatori nei padiglioni dell'area fieristica delle ex Caserme Mura, tra appassionati, lettori e studenti. Le vendite di libri, per gli editori sardi sono state «più che soddisfacenti, superando i risultati della precedente edizione». Soddisfatti gli organizzatori. «Bilancio positivo - afferma il sindaco Antonio Succu -, abbiamo avviato un percorso di rinnovamento che serviva a svecchiare la manifestazione».
Quindi radici sarde e panorama culturale nazionale e internazionale a confronto negli incontri con lo scrittore Piergiorgio Odifreddi e Esmahan Aykol, la giornalista e narratrice turca (autrice di “Hotel Bosforo” e “Tango a Istanbul” Sellerio), che ha parlato di crisi mediorientale, libertà di stampa e lotta al fondamentalismo islamico.
Ospiti dell'ultima giornata gli scrittori Milena Agus e Giulio Angioni, che hanno celebrato il ricordo di Sergio Atzeni, mentre con Duilio Caocci (Università di Cagliari) e Andrea Soddu (sindaco di Nuoro) hanno parlato di Grazia Deledda e della prossima pubblicazione dell'opera del premio Nobel nelle Edizioni Nazionali.
Alessandra Nachira
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 27 - Edizione CA)
Riviera deserta dopo i tagli dei voli low cost
ALGHERO. Crollano il settore alberghiero, autonoleggi e l'intera filiera turistica
 
Orfano di Ryanair il territorio del Nord Ovest rischia una estate disastrosa. Le attività più in sofferenza sono quelle del settore extra alberghiero: i bed and breakfast e le case vacanze che, fino a poco tempo fa, venivano affittati praticamente in tutti i periodi dell'anno. Perso pure il business delle barche a vela battenti bandiera inglese lasciate a svernare nel porto di Alghero.
E se nel centro storico catalano non si vede più nessuno a curiosare tra le vetrine, è praticamente il deserto nelle periferie che in questi ultimi quindici anni sono decollate grazie ai voli a basso costo. Quartieri prima snobbati dal target dei vacanzieri tradizionali, trasformati in quartieri generali del turismo intelligente. Un castello che sta per sgretolarsi. Le ditte di autonoleggio riferiscono di un crollo dei fatturati di circa il 60 per cento. L'intera filiera del turismo sta subendo pesantissimi contraccolpi, dai servizi, al commercio, all'artigianato. Una rovina forse presa sottogamba. Del milione e 650mila passeggeri transitati nell'aeroporto di Alghero nel corso del 2014, circa 900mila avevano in tasca un biglietto Ryanair. La compagnia low cost, che all'epoca aveva all'attivo dieci voli nazionali e tredici internazionali, contribuiva per oltre il 50 per cento al movimento complessivo del terminal. Scremando il numero delle partenze, il territorio poteva contare su 400mila arrivi spalmati nell'arco dei dodici mesi. Secondo uno studio del Crenos, il Centro ricerche economiche nord sud, risalente al 2010, è da calcolare in cinque giorni il soggiorno medio di chi atterra con un volo low cost, e in ottanta euro la spesa giornaliera. Stando a questi dati, quindi, le ricadute sul territorio hanno superato i 150 milioni di euro.
Caterina Fiori
 

LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 15
Emergenza ambientale e clima, esperti dell’Ue a Castelsardo
Geografi, geologi e studiosi hanno partecipato per tre giorni al congresso nella sala del castello
La proposta degli organizzatori: qui un centro pilota per ideare strategie e far fronte alle emergenze
di Donatella Sini
 
CASTELSARDO Sono arrivati da tutta Europa per parlare di cambiamenti climatici e delle conseguenze ambientali legate al clima. Geografi, geologi, studiosi e studenti si sono ritrovati, per tre giorni, nella sala conferenze del Castello dei Doria, per il 3° congresso dell’Associazione di geografia fisica (Afgp) e geomorfologia. Il tema delle giornate di studio era “Geografia fisica e rischio di perdita e danni associati ai cambiamenti climatici” e venerdì si è tenuta la giornata conclusiva. Promotori dell’iniziativa Donatella Carboni, Sergio Ginesu, Stefania Sias e Alessio Valente, per l’Università degli studi di Sassari, e Myriem Nouri, Amfre Ozer, Pierre Ozer, Dominique Perrin e Marc Salmon per l’Università di Liegi, Belgio. L’evento ha registrato la partecipazione di diversi paesi dell’area UE (Italia, Francia, Portogallo, Belgio e Romania), dell’Africa mediterranea (Algeria, Marocco e Libano) e di paesi dell’Africa centrale (Congo, Costa d’Avorio, Madagascar, Niger, Burundi, Mauritania, Camerun), tutti riuniti a Castelsardo perché il centro anglonese è un tipico esempio di emergenza ambientale legata ai problemi climatici. Gli enti promotori dello studio lo vorrebbero infatti porre come centro pilota per lo sviluppo di strategie ambientali per far fronte alle emergenze causate dai cambiamenti climatici. Gli argomenti trattati nel corso della conferenza hanno quindi affrontato il tema degli impatti diretti del clima sul territorio (alluvioni, frane, erosione costiera, siccità) e degli effetti indiretti conseguenti alle perdite economiche, al degrado delle condizioni di vita e alla gestione del rischio (uso del suolo, sistemi di allarme rapido, le politiche di gestione, educazione e comunicazione, ecc.). Fra i contributi, elementi, testimonianze, particolarmente interessante è stato l’intervento di Roberto Tola, sindaco di Posada, centro costiero recentemente riconosciuto come un esempio di eccellenza grazie alla sua ottima gestione del territorio costiero. L’analisi approfondita dei fenomeni attraverso le autorevoli presentazioni scientifiche che si sono susseguite nelle tre giornate di lavori, e le escursioni lungo la costa settentrionale Stintino-Porto Torres-Coghinas, hanno fatto emergere la necessità di interventi urgenti, e non solo nelle zone prese in esame. La Sardegna è infatti la regione italiana a maggior sviluppo costiero, fatto che costituisce una delle sue maggiori risorse in termini di sviluppo turistico ed economico. Purtroppo però occorrerebbe più attenzione e bisognerebbe dedicare maggiori risorse alla cura e alla protezione del fragile e delicato equilibrio del territorio.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 15
Trasferimento tecnologico,
Cern e Infn all’Università
 
SASSARI I vertici del Trasferimento tecnologico del Cern e dell’Infn incontreranno l’Università di Sassari oggi alle 15.30 in aula magna. Il Conseil Européen pour la Recherche Nucléairee principale laboratorio mondiale dedicato alla fisica delle particelle elementari e delle loro interazioni e l’Istituto nazionale di Fisica nucleare si danno appuntamento a Sassari per l’evento “Il Futuro è innovazione - Cern, Infn e Uniss insieme per la crescita del territorio”. Da questo confronto potrà nascere una collaborazione in grado di offrire ai ricercatori e alle imprese sarde nuove opportunità di sviluppo attraverso la “terza missione” dell’Università sassarese. Tra gli ospiti Giovanni Anelli, Group leader delle attività Trasferimento tecnologico del Cern, ed Enrico Chesta, coordinatore del Trasferimento tecnologico della ricerca aerospaziale del Cern. Presenteranno le attività di trasferimento tecnologico dell’Infn Francesco Taccetti del Laboratorio fiorentino di Tecniche nucleari per i Beni culturali, e Cristina Vistoli del Laboratorio Infn di Bologna specializzata in tecnologie informatiche e telematiche. Modererà i lavori la vicepresidente dell’Infn Speranza Falciano.
 

Questionnaire and social

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