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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 April 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 aprile 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
Oggi a Scienze economiche
Start up e fondi, seminario a Cagliari

Prenderà il via oggi a Cagliari alle 9.30 un ciclo di seminari dedicati a investitori, startupper, studenti e neolaureati. L’aula magna della facoltà di Scienze economiche di viale Fra’ Ignazio ospiterà il primo di dieci appuntamenti che poi gireranno in altrettante città italiane. Dopo i saluti del rettore, Maria Del Zompo, entreranno nel vivo gli interventi dei rappresentanti di Invitalia e del ministero dello Sviluppo economico. Maria Grazia Piras, assessore regionale all’Industria, illustrerà il contenuto del recente provvedimento sul venture capital adottato dalla Giunta regionale. Una misura pensata per fornire liquidità a chiunque desideri costituire una start up in Sardegna. Saranno raccontati anche i casi di successo. (mat. mas.)
 
 
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 aprile 2016 / Cronaca di Nuoro (Pagina 42 - Edizione CA)
Nuoro
Giurisprudenza e violenza di genere: convegno all’Università

“La recente giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani a proposito della violenza sulle donne” è il titolo della conferenza che si terrà domani 20 Aprile 2016 dalle ore 15,00 nella aula magna presso la sede dell’università di via Salaris a Nuoro. Aprirà i lavori Fabrizio Mureddu Commissario straordinario per la promozione degli studi universitari nella Sardegna Centrale. Seguiranno gli interventi di Rosanna Ortu, del dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Sassari, e di Marine Toullier della Universitè de Rouen.
 
 
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 aprile 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
Progetto “Pinc”,
la Bocconi nell’Isola
Per tre anni la formazione della Bocconi si è “trasferita” in Sardegna. A beneficiarne sono stati imprenditori e manager di cooperative che hanno partecipato al progetto Pinc (percorso di incubazione di nuove cooperative), organizzato da Confcooperative, in collaborazione con l’università milanese, Fidicoop e Unicredit. Per illustrare i risultati, Confcooperative organizza domani a Cagliari (ore 9,30 al Lazzaretto di Sant’Elia) un convegno al quale parteciperanno Carlo Borgomeo, presidente Fondazione con il Sud, Elio Borgonovi, docente di Economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche all’Università Bocconi, nonché direttore del comitato scientifico del progetto, Fabio Onnis, neo presidente di Confcooperative Sardegna, Massimo Concas, responsabile gestioni separate e crediti della Sfirs, Riccardo Barbieri e Francesco Sanna, rispettivamente direttore e presidente di Fidicoop Sardegna, Riccardo Contu, responsabile area commerciale sud Sardegna Unicredit. (ma. mad.)
 
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 aprile 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 12 - Edizione CA)
I progetti più importanti dei sette candidati a sindaco per ridare fiato alla città in difficoltà
«ECCO LA MIA RICETTA PER IL LAVORO»
Dal sale a Molentargius al campus di Google nella zona franca
 
Come combattere la disoccupazione in una città affamata di lavoro? I sette candidati a sindaco immaginano strade diverse per arrivare allo stesso obiettivo. Ecco i loro progetti.
MASSIMO ZEDDA «Con i cantieri conclusi e quelli in corso hanno lavorato e stanno lavorando più di mille operai, cui si aggiungono tecnici, professionisti dell’indotto. Grazie a questi interventi oggi Cagliari ha una nuova attrattività per attività produttive e servizi. Oggi siamo più visibili a livello nazionale e internazionale, dobbiamo consolidare quanto fatto in questi anni nel turismo (dove abbiamo il 20% in più di camere rispetto al 2011), traendo economia dalle nostre bellezze ambientali e dalla capacità di innovare. E, come stiamo già facendo, attirare eventi internazionali».
PIERGIORGIO MASSIDDA «Da sindaco pretenderei l’apertura della zona franca doganale - che è già pronta - che porterebbe con sé centinaia di posti di lavoro. Ci sono aziende leader nel mondo che hanno già detto di essere pronte a investire qui, Google e Facebook - per citare le più note - vorrebbero creare i campus in questa zona. Supporterei anche tutti i progetti sul turismo e lo sviluppo del porto, bloccati dopo il mio allontanamento dall’Autorità portuale».
PAOLO CASU «Un milione e seicentomila euro l’anno è il costo della macchina politica comunale. Soldi cui i politici potrebbero rinunciare. Non è populismo ma un’idea per racimolare la somma necessaria a creare nuovi posti di lavoro. Penso che si dovrebbero rendere produttivi anche i beni demaniali dismessi, Penso a una buona fetta di Monte Urpinu più santa Gilla e Molentargius, zone con potenzialità enormi e non sfruttate».
PAOLO MATTA «Il Comune non deve essere confuso con un’agenzia per il lavoro, ciononostante il tema ormai è fondamentale. A fronte di un calo costante di immatricolazioni e dottorati all’Università, sindaco e rettore devono creare una forza coesa per invertire la rotta. Come? Con una diversa accoglienza degli studenti, creando una sorta di campus diffuso sul modello turistico dell’albergo diffuso. L’altro passo da fare urgentemente per aiutare il mercato del lavoro è far sì che il Consorzio industriale generi finalmente sviluppo, cosa che non ha fatto sino ad oggi».
ENRICO LOBINA «Sono indispensabili un piano strategico per la riqualificazione del patrimonio pubblico e un altro sull’economia del mare. Che, tradotto, significa investire sulla pesca a mare e puntare a rendere produttiva la laguna di Santa Gilla. Interventi che andrebbero portati avanti assieme all’Autorità portuale e la Regione».
MARIA ANTONIETTA MARTINEZ «Innanzitutto bisogna tagliare gli sprechi e le spese inutili: le consulenze specialistiche saranno ridotte all’essenziale e assegnate sempre tramite bando pubblico, aperto e trasparente. Questo favorirà il recupero di risorse da adibire a forme di sostegno per i redditi insufficienti. I fondi, inoltre, permetteranno di ridurre le imposte per le attività già esistenti, incentivando anche quelle che nasceranno in futuro. In questo contesto si realizzeranno nuovi laboratori in grado di stimolare idee innovative di start up, soprattutto in campo turistico. Un altro importante provvedimento dovrebbe poi rilanciare le attività di quartiere, incentivando piccoli centri commerciali naturali e consorzi di imprese».
ALBERTO AGUS «Il primo progetto è potenziare e valorizzare, assieme alla Regione, i collegamenti voli low cost e crocieristici. Su questi aspetti, vitali per la nostra città, l’attuale amministrazione è del tutto silente. Il Comune può fare molto di più per rendere appetibile Cagliari per i vettori e le compagnie di navigazione. Nulla deve rimanere intentato per valorizzare e attrarre turismo 365 giorni all’anno. La seconda idea consiste nell’ampliare l’offerta turistica a favore dei giovani, cercando di attrarre, d’intesa con l’Università, molti più studenti stranieri e per tutto l’anno. Penso alla trasformare l’ex carcere di Buoncammino in un campus universitario internazionale che possa, nel periodo estivo, essere utilizzato, a fini turistici, anche dalle famiglie degli studenti stranieri». (p. pa.)
 
 
 
 
5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 aprile 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
CONVEGNO. Il 23 a Monserrato
Le malattie cardiache al femminile

Anche tra le donne le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte, ma la maggioranza delle italiane non ne è consapevole. Condividere i risultati degli studi compiuti finora è l’obiettivo di “Cuore di donna”, il convegno-tavola rotonda che si svolgerà sabato 23 aprile alla Cittadella universitaria di Monserrato. L’incontro si terrà nell’Aula magna dell’Asse didattico di Medicina. A torto, anche molti medici considerano le donne, se non immuni, in parte risparmiate dalle patologie cardiovascolari. I sintomi dell’angina e dell’infarto possono essere diversi tra uomo e donna e spesso sono ignorati, tanto che le donne, pur in caso di segnali allarmanti, richiedono generalmente assistenza medica più tardi rispetto agli uomini. Questa insufficiente conoscenza del problema ritarda anche l’adozione di stili di vita sani.
 
 
 
6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 aprile 2016 / Cultura (Pagina 46 - Edizione CA)
SAGGIO Una ricerca dello storico Sandro Ruju pubblicata sulla Digital Library
La scoperta della Sardegna
l’isola del sogno turistico
Agli occhi di Paolo Mantegazza, che venne nell’Isola nel 1869 con la Commissione d’inchiesta Depretis, la Gallura sembrò «la Svizzera della Sardegna». Similitudine utilizzata una trentina di anni dopo da Francesco Corona per indicare la Barbagia nella sua “Guida turistica dell’Isola di Sardegna”, la prima pubblicazione per viaggiatori con i prezzi delle stanze «negli alberghi primarii» che variavano da 2 a 3 lire al giorno, cui andava sommata un’altra lira per la candela. Tra le segnalazioni, due stabilimenti marini a Porto Torres, “Il Turritania” e “La bella Venezia”, entrambi «forniti di confortabile»; le «stazioni balneari» di Castelsardo e Santa Teresa dove era eccellente il caffé di Marco Aurelio Vincentelli. Corona proponeva nella sua guida dieci itinerari, uno dedicato a Caprera per «ritemprarsi lo spirito patriottico» nell’«isola sacra ed eroica». Per scoprire l’interno, la Barbagia, occorreva servirsi di cavalli e di una guida (il costo era normalmente di 2 lire l’ora).
L’alba del turismo nell’Isola fino agli anni del piano di Rinascita, è raccontata in “La graduale scoperta della Sardegna”, un ricco lavoro di ricerca dello storico sassarese Sandro Ruju, da qualche giorno disponibile sulla Digital Library, accessibile gratuitamente a tutti. Dalla lettura emerge una terra affascinante, fuori dalle rotte, dove nella seconda metà dell’Ottocento, come spiega Paolo Orano «mancava l’organizzazione della vita d’albergo» fatta eccezione per Cagliari, Sassari e Iglesias. Cittadine come Tempio, Bosa, Nuoro e Oristano non avevano strutture capaci di ospitare forestieri desiderosi di «vivere un po’ alla signorile e un po’ all’igienica». Nel 1879, grazie a Domenico Lovisato, geologo irredentista istriano, docente negli atenei di Sassari e Cagliari, era stata costituita una sezione del Cai. L’anno successivo era stata organizzata la prima gita-camminata al Castello di Osilo, seguita da un’escursione a Punta Paolina sul Gennargentu.
Ruju ricostruisce una fitta rete di avvenimenti che marcano via via le tappe del primo turismo isolano dove l’ospitalità del sardo, sempre certificata, suppliva alla modesta offerta di servizi: una stanza per la notte la si rimediava sempre. Il pregio del lavoro è soprattutto l’aver messo in luce i diversi approcci fatti nel tempo per promuovere l’immagine della Sardegna. Operazione che doveva fare i conti con la triste fama di luogo pericoloso (“Caccia Grossa” di Giulio Bechi aveva contribuito in modo robusto alla convinzione), se una rivista francese suggeriva di scoprirla con la «protezione della scorta armata». L’infelice sortita che aveva provocato la reazione del poeta sassarese Salvator Ruju.
È particolarmente moderna l’attività svolta dal Touring Club. Il presidente Johnson fece nel 1903 la Sassari-Cagliari a bordo di un’Isotta Fraschini, arrivando nel capoluogo per Sant’Efisio. Si tennero pedalate legate a congressi nazionali. Ma era ben chiaro che le fragilità per un vero lancio, oltre ad alberghi e locande, erano i collegamenti con l’Isola via mare, la rete dei trasporti interna (bus e treni) e successivamente gli aerei. Agli inizi del secolo “L’Unione Sarda” si era fatta promotrice di un’iniziativa che spingeva i giornalisti a visitare la Sardegna, ma sulla formula vi furono divergenze con l’artista Felice Melis Marini.
Furono proprio gli artisti a giocare un ruolo molto interessante. A iniziare dal pittore Giuseppe Biasi diede un contributo rilevante: «La sua preoccupazione - hanno scritto i critici Marco Magnani e Giuliana Altea - era rendere gradevole la Sardegna agli occhi del pubblico colto». Nel 1918, ancora la guida del Touring di Bertarelli lanciava l’idea del viaggio in Sardegna come «un viaggio di ambiente, in un’Isola di interesse di primordine».
Sono solo alcuni aspetti di una ricerca che restituisce al lettore la storia e le scelte di campo dell’industria-turismo in Sardegna, dalle Primavere sarde al ruolo dell’Esit. Il tutto supportato da elenchi di alberghi dove pernottare e da tabelle di collegamenti con orari e percorrenze. Un esempio. Nel 1923 per coprire i 77 chilometri della Cagliari-San Nicolò-Ballao a bordo di un mezzo Satas ci volevano 4 ore. Un secolo dopo il tempo è solo dimezzato.
Caterina Pinna
 
 
 
7 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 aprile 2016 / Cronaca di Nuoro (Pagina 41 - Edizione CA)
Nuoro Università,
è scontro fra il Pd e la maggioranza
«La proposta di delibera di consiglio comunale di uscire dalla Fondazione Universitaria della Sardegna Centrale è un ulteriore passo verso l’emarginazione della città dal contesto regionale e locale che il sindaco e la sua minoranza adottano senza un briciolo di visione strategica». Il segretario nuorese del Pd Francesco Manca attacca a testa bassa la Giunta municipale su un tema che da tempo agita la politica cittadina ritendendola responsabile di un «ennesimo scempio amministrativo. Non manca neanche un monito al sindaco, Andrea Soddu, invitato «ad assumersi personalmente la responsabilità» della scelta, «folle - così la definisce Manca - sul piano strategico, economico, politico ed istituzionale». Sono diversi i motivi per i quali - secondo il leader Pd - la strategia dell’amministrazione Soddu è censurabile, primo fra tutti il fatto che il Comune esce da un Ente dove sarebbe “azionista” alla pari della Regione, che però è quella che ci mette i soldi».
 
 
 
8 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 20 aprile 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
La passione di Marco Malandrone per i numeri e la scienza: «Così conosco il mondo»
UN FISICO DA MEDAGLIA D’ORO
Studente del Michelangelo vince le Olimpiadi di Senigallia
Semplicemente «divertente». Come vincere un gioco. E invece è un’Olimpiade. Ma per Marco Malandrone non fa differenza, anche se la medaglia d’oro appena conquistata a Senigallia lo mette in vetta alle Olimpiadi di Fisica. È lui lo studente, 4B del liceo scientifico Michelangelo, unico sardo alla finale nazionale, che ha dato lustro alla Sardegna, portandosi a casa l’oro dopo aver sbaragliato la concorrenza di 108 ragazzi d’Italia. «Bello ritrovarsi nella élite dei vincitori di medaglia d’oro», racconta mentre va su e giù per i corridoi della sua scuola di via Melis, dove in questi giorni è corteggiato dai media come una celebrità. «Sono salito sul palco con i Quattro Mori su una magliettina bianca: ci tenevo a far fare bella figura alla Sardegna». Perché, confessa, «sono molto legato ai paesi dei miei genitori, mi sento meanese, ussaramannese e cagliaritano, ma soprattutto sardo».
Vinte le Olimpiadi, per Marco Malandrone ora la corsa continua con le selezioni, in rappresentanza dell’Italia, per l’ultima tappa internazionale a Zurigo. «Farò di tutto per parteciparvi». E non è l’unico appuntamento dell’anno: alle porte le Olimpiadi di Chimica e quelle di Matematica, individuale e a squadre, a Cesenatico.
L’aspettano altri giorni di allenamento intenso. Perché alle Olimpiadi non solo bisogna risolvere i problemi «ma farlo anche in fretta, entro le 4 ore assegnate». Tanta confidenza con i numeri l’ha portato all’Oro ma chi lo conosce, come la professoressa Pais, è pronto a giurare che non sarà l’unico successo. Uno, anzi, è già sui libri: in prima liceo ha inventato un algoritmo inserito nel testo scolastico dall’autore del libro. «Mi hanno sempre appassionato la matematica e le materie scientifiche». E con «padre ingegnere e madre geologa», è facile soddisfare ogni curiosità, in campo scientifico, fin da piccolo. Un percorso graduale iniziato alle medie, scuola Alfieri. «Mi dilettavo con i giochi matematici alla Bocconi, mi divertiva farmi accompagnare dai genitori alle finali di Milano, in quella grande bolgia dell’Università, con una miriade di ragazzi che attendevano l’ora della gara con il panino in mano. E ricordo due premi vinti: un bel cronometro, che ancora uso, e una scacchiera in legno con tanti giochi dentro».
Nel suo curriculum tante soddisfazioni: vincitore delle Olimpiadi di Astronomia, primo nella classifica nazionale di Scienze della Terra, tra i magnifici cento della Fisica in terza liceo, Medaglia d’argento a Pocos de Caldas nel 2015. Scusate se è poco. Ma non si sente un genio. «Riuscire a fare esperienze del genere mi dà la possibilità di conoscere altri ragazzi di tante parti del mondo. Ed è bellissima anche l’esperienza del gruppo di matematica del nostro liceo». Ecco perché gli piace la Fisica: «È un modo per divertirmi ma anche per cercare di conoscere il mondo esterno: tutto ciò che ci circonda è studiato dalla fisica». Nuove gare, nuove avventure. La prossima sfida? «La mia media scolastica non deve scendere sotto il nove virgola qualcosa».
Carla Raggio
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 20 aprile 2016 / Sassari - Pagina 19
SCIENZE UMANISTICHE
Il mondo della radio incontra gli studenti dell’Università
SASSARI I professionisti del mondo della radio incontrano l’Università. Oggi e domani nel Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali a partire dalle 9 Cristiana Castellotti e Pietro Soldà, giornalisti di Rai Radio 3, e i francesi Thierry Riera di Radio France e Daniel Deloit, Direttore della prestigiosa Scuola Superiore di giornalismo di Lille Esj Pro, condivideranno conoscenze scientifiche e professionali sulle esperienze radiofoniche e pratiche innovative.
 
 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 20 aprile 2016 / Attualità - Pagina 8
TESTIMONIANZE
Le storie di Greta, Alessandro e Gaia: hanno lavorato, senza diritti e tutele
LE VOCI DELLA GENERAZIONE PERDUTA
ROMA Lavorano da almeno dieci anni, ma alla loro pensione potrebbero mancarne altri quarantacinque. Sono la “generazione perduta” dei nati negli anni ’80, che secondo la previsione del presidente dell’Inps Tito Boeri, rischiano di dover lavorare fino a 75 anni. A sentire le voci di Greta, Alessandro e Gaia, la pensione però è l’ultima delle loro preoccupazioni. Greta, guida turistica, 32 anni, una figlia: «Ho iniziato a lavorare come tirocinante negli uffici stampa, mentre studiavo Storia dell’Arte. Poi ho avuto una collaborazione come tutor di un’università privata. Mi hanno rinnovato il contratto per anni, di sei mesi in sei mesi, finché non sono rimasta incinta. Quando ero all’ottavo mese di gravidanza mi hanno lasciata a casa. Dopo la maternità, mi sono reinventata come guida turistica. Ho aperto la partita Iva e ripreso a versare contributi, ma ho l’impressione che non andrò mai in pensione nel senso più classico del termine. I miei genitori stanno pagando per me un’assicurazione come pensione integrativa, perché sono molto preoccupati per il mio futuro. Io sono piuttosto preoccupata ad arrivare a fine mese». Alessandro, disoccupato, 34 anni, due figli: «Verso contributi da quando avevo diciassette anni e lavoravo nei fine settimana in un teatro e come animatore per bambini. Dopo la laurea in lettere, ho iniziato a collaborare con un partito politico e un centro di ricerca con contratti a termine. Alla fine è arrivato un contratto nel settore pubblico da dirigente, ma era sempre a termine e da ottobre sono rimasto senza lavoro. Non mi sono mai addentrato nella legislazione pensionistica, forse è un trauma di famiglia. Mia madre in un solo giorno, con la riforma Fornero, ha perso cinque anni di pensione, lei che aveva iniziato a lavorare a 15 anni come operaia. Io preferisco non aspettarmi niente». Gaia, avvocato, 33 anni, un figlio: «Ho lavorato per importanti studi legali e per l’università, ma per assurdo il migliore contratto che ho avuto me lo ha fatto “Blockbuster”, la catena di videoteche, dove lavoravo part-time durante gli studi. Dopo la laurea, invece, ho fatto la borsista al fianco di un grande avvocato finché non ho lasciato il suo studio per un dottorato di ricerca. Ora sto provando ad aprire un mio studio legale, ma i miei fatturati sono bassissimi. Per il futuro non conto sulla pensione, mi piacerebbe un giorno potermi permettere di comprare un immobile in modo da mantenermi con il suo affitto nella vecchiaia. Non so come ci arriverò a 75 anni», Ma a queste voci dovrebbero essere affiancate quelle di decine di migliaia di altre cittadine e cittadini che hanno superato i cinquant’anni e hanno sempre vissuto con contratti a termine, in particolare nella ricerca, nelle università devastate ora dai tagli e dalle espulsioni.
 
 

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