Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 March 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di domenica 13 marzo 2016 / Provincia Medio Camp (Pagina 32 - Edizione CA)
Sanluri
Tirocini per studenti grazie a una convenzione tra il Municipio e l'Università

È stato stipulato tra il Comune e l'Università di Cagliari una convenzione per i tirocini di formazione e orientamento per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro. Sono gratuiti, durano 6 mesi e sono aperti a tutti gli studenti. Sviluppo di siti Web, catalogazione dei manoscritti della biblioteca, informatizzazione dell'archivio dell'Edilizia privata e progetti educativi sono alcune delle attività che i tirocinanti potranno svolgere.
«Come avevamo promesso», afferma il sindaco, Alberto Urpi, «sosteniamo l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro in collaborazione con altri enti. Un progetto vedrà il coinvolgimento dei giovani nella pubblica amministrazione». (s. r.)
 
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di domenica 13 marzo 2016 / Provincia Medio Camp (Pagina 31 - Edizione CA)
SAN GAVINO. I pendolari
«Biglietti più cari ma non c'è posto sul treno veloce»

Oltre al danno la beffa. Aumentano i prezzi dei biglietti e degli abbonamenti di Trenitalia, ma sul treno veloce non si può viaggiare se i posti a sedere sono terminati come succede in particolare il venerdì per i pendolari del Medio Campidano in partenza da Cagliari con il convoglio delle 14.40. I viaggiatori sono sul piede di guerra: «La situazione è assurda e fuori dal mondo - denuncia Gabriele Cogotti, genitore di un alunno di un liceo a Cagliari - questo treno è costato milioni di euro, ma la gente non può viaggiare in piedi. Per di più le ferrovie si lamentano perché c'è troppa gente mentre basterebbe aggiungere un vagone. I pendolari pagano l'abbonamento e il servizio dovrebbe essere sempre garantito».
A prendere posizione c'è anche Lorenzo Argiolas, esponente dei Fratelli d'Italia: «La qualità del servizio è sempre più scadente e i biglietti sono aumentati del 9 per cento, l'abbonamento per Cagliari è passato da 61 a 69 euro. Chiediamo all'assessore regionale ai trasporti e al sindaco Carlo Tomasi di risolvere questa incresciosa situazione, ripristinare i prezzi senza rincari e lavorare per garantire un servizio adeguato ai pendolari». Sulla stessa linea Riccardo Cardia di Gioventù Nazionale: «Gli studenti universitari pendolari, già costretti a spese altissime, sono troppo penalizzati». In prima linea anche Giorgio Zucca, ex sindaco di Sardara: «La nuova stazione ha creato un contraccolpo economico negativo per la comunità sangavinese. Ora oltre il danno la beffa di non poter usufruire del servizio nel rispetto delle esigenze dei pendolari provenienti anche dai paesi circostanti». (g.pit.)
 
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di domenica 13 marzo 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
L'INTERVISTA. Prima ginecologa a Cagliari, ha fatto nascere migliaia di bambini
TUTTI I “FIGLI” DI ICA PUDDU
«Dico no alla maternità surrogata e pure alle adozioni»
Maria Francesca Chiappe
Glielo hanno chiesto. Tante volte. E ha sempre ha detto no. «Aborti non ne ho mai fatti». Ma quando si è trattato di battezzare il neonato che una giovane madre non poteva tenere, ha detto sì. «L'ho fatto». Ica Puddu, la prima ginecologa di Cagliari, trascorre le sue giornate nel grande appartamento al centro della città dove vive con la sorella. «Mio padre, commerciante, e mia madre, casereccia , avrebbero voluto un bambino: il nome era deciso, Diego, ma sono arrivata io». E quando, al terzo tentativo, è finalmente nato il maschietto, lo hanno chiamato Raffaele, vai a sapere il perché.
Da ragazzina era tentata dalla giurisprudenza: «Eravamo sfollati a Oristano e con mia madre la sera andavamo a sentire i processi». Tornata a Cagliari si è iscritta al Dettori e ha subito cambiato idea: «Medicina». Era il 1949, nel suo corso c'erano 6 donne su 84 studenti ma sei anni dopo l'ambiente non era tanto cambiato: tutti cercavano di indirizzarla comunque verso una specializzazione femminile , pediatria. «E io: no, voglio fare la chirurga». E la chirurga ha fatto. Ha scelto Ginecologia, senza perdere un minuto, e a pieni voti. Del resto, fin da piccolina i libri sono stati suoi fedeli compagni: «Durante la guerra, a Seneghe, la città dei miei genitori, studiavo con il cappellano militare o la moglie del pretore». Dopo la specializzazione si è tuffata nel lavoro. «Assistente volontaria in ospedale». Cioè? «Lavoravo gratis». Per 17 anni. «Il primo stipendio nel 1972 quando ero già libera docente di Patologia ostetrica e ginecologica». Prima di allora solo qualche supplenza, «d'estate facevo il medico condotto per guadagnare qualcosa: dovevo mantenere i miei genitori, mio padre era stato colpito da un infarto». Ha fatto nascere migliaia di bambini ma il primo «no, non lo ricordo proprio». Però un legame rimane: «È piacevole incontrare qualcuno che mi dice lei ha fatto nascere mio figlio , e me lo presenta, e magari è un ragazzone alto un metro e 80». La gravidanza per conto terzi non le piace, «l'inseminazione artificiale eterologa neppure anche se, in verità, una mia collega mi ha confidato che se ai suoi tempi fosse stato possibile l'avrebbe fatta». Quanto alle adozioni, «in generale sono contro, non ne ho viste tante andare a buon fine».
Non si è mai sposata, «incompatibilità di carattere», e non ha avuto figli, senza rimpianti, «ho fatto la vita che ho scelto». Vita piena ma faticosa: dalle 8 del mattino alle 8 della sera, «spesso senza pausa per il pranzo». Quando andava bene, perché c'erano le chiamate notturne. «Perfino quattro parti in una notte»: non faceva in tempo a rientrare a casa che il telefono squillava di nuovo. «La mia felicità era tornare a casa, immergermi nella vasca, indossare il pigiama e andare a letto. L'ho fatto tre volte, poi sono arrivate le urgenze. E allora niente più vasca: solo doccia, e al mattino».
Quando ha cominciato non c'erano le ecografie e «sì, vedere il battito del cuore è sempre un'emozione». Il momento della nascita no, «c'è da prendere decisioni, in ostetricia l'intuito è fondamentale». L'emozione arriva dopo, «se tutto è andato bene»: in sala parto ci sono anche i drammi, «i feti morti, eh insomma....». E i padri? «Sono pochi quelli che vogliono entrare, meglio fuori e, dopo, si sentono così soddisfatti, come se fosse tutto opera loro». Carriera al top quella di Ica Puddu, alla guida di un maxi reparto con oltre 70 posti-letto e numeri personali da record in sala operatoria: oltre 1.500 interventi chirurgici ginecologici. Nella sua équipe «solo i migliori». Ma le difficoltà c'erano. «Ambiente maschilista». Le hanno fatto la guerra, tante guerre, «le ho vinte tutte». Tranne una, ma solo sulla carta: «Sedici anni di ricorsi contro la mia nomina a primaria di Ginecologia al Brotzu».
Da pensionata ha provato con la politica, «ho preso 400 voti con una lista collegata al candidato a sindaco Gianmario Selis ma ha vinto la destra». Sorride quando pensa a quell'avventura: «Volevo occuparmi di qualcosa, mi annoiavo, e mi annoio, da morire». A 85 anni non va più al Poetto né passeggia per la città. Scrive: la sua storia e la genealogia della sua famiglia. Ma per tutti è, e sarà per sempre, Ica Puddu, la ginecologa.

 


redazioneweb@unica.it

RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI

Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie