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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 March 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 marzo 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
UFFICIO SCOLASTICO
Alternanza scuola-lavoro, firmato l’accordo
Firmato l’accordo tra Ufficio scolastico regionale e Università su orientamento, tirocini e alternanza scuola-lavoro. «Offriamo agli studenti delle superiori», commenta la rettrice Maria del Zompo, «l’opportunità di seguire le nostre attività». Sui percorsi paralleli avviati con le imprese, ha aggiunto che «più importante di tutto è la motivazione, che spinge a non essere mediocri».
Il prorettore alla Didattica, Ignazio Putzu, ha spiegato che la legge istitutiva dell’alternanza scuola-lavoro prevede, a partire dal terzo anno delle superiori, cento ore annuali in strutture universitarie: «Gli studenti entreranno già da quest’anno in biblioteche, laboratori e spazi di ricerca».
Soddisfatto Francesco Feliziani, direttore scolastico regionale, che ha parlato di «impegno gravoso affrontato assieme all’Università. Consentiremo a tutti gli studenti di vivere un’esperienza lavorativa anche all’interno delle strutture universitarie. L’orientamento è un beneficio aggiuntivo previsto nell’accordo».
L’alternanza scuola-lavoro è un percorso concordato con le imprese o le associazioni di categoria o istituzioni per l’apprendimento lavorativo.
 



 
2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 marzo 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Da domani alla Cittadella universitaria di Monserrato
ORIENTAMENTO, L’ATENEO PRESENTA I CORSI DI LAUREA
Oltre diecimila studenti provenienti da tutta l’Isola sono attesi da domani a sabato 19 alle Giornate di Orientamento 2016 organizzate dall’Università di Cagliari alla Cittadella di Monserrato. L’iniziativa è rivolta agli iscritti del quarto e quinto anno delle scuole medie superiori della Sardegna per presentare i corsi, i servizi e le opportunità formative offerte dall’Ateneo. Con il coinvolgimento di tantissimi docenti di tutte le facoltà, impegnati nelle presentazioni, l’organizzazione ha richiesto l’utilizzo della maggior parte delle aule del complesso universitario e l’impegno di tutto il personale, a riprova di quanto l’Ateneo consideri tra le sue priorità assolute il sostegno agli studenti nella scelta del proprio futuro formativo e l’orientamento all’individuazione del corso di laurea più adatto. «Mostriamo ai ragazzi cosa insegna l’Università, come lo insegna, in che modo quello che viene insegnato può poi diventare la base di una professione che già esiste o, molto più importante, nuova e innovativa», sottolinea la rettrice Maria Del Zompo. «La multidisciplinarietà del nostro Ateneo è una opportunità unica che permette ai nostri studenti una crescita importante come individui colti e consapevoli».
Il prorettore per la didattica, Ignazio Putzu: «La filosofia cui ci siamo ispirati è duplice. Da un lato, aggiorniamo e miglioriamo una formula che studenti e scuole hanno mostrato di apprezzare e riconoscere, dall’altro introduciamo nuovi contenuti e nuovi servizi, rendendo più semplice l’accesso alle informazioni essenziali».
Durante le tre giornate i docenti saranno a disposizione degli studenti per la presentazione dei corsi di laurea e dei servizi offerti. Saranno, inoltre, presenti i tutor di orientamento per fornire le informazioni specifiche sulle modalità di accesso ai corsi di ciascuna Facoltà, sui percorsi formativi e sugli ambiti occupazionali previsti per i laureati nelle diverse classi di laurea e laurea magistrale. Per la prima volta sarà presente in forma ufficiale la Direzione scolastica regionale per illustrare le attività connesse all’alternanza scuola-lavoro, a riprova del rinsaldato legame dell’Università con il mondo dell’istruzione.
 
 
 


 
3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 marzo 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
CONFERENZA. Oggi all’Università
L’importanza dei libri e della lettura
Oliviero Diliberto, professore di Storia ed esegesi delle fonti del diritto all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, terrà domani, alle 11, nella Facoltà di Studi Umanistici (via Is Mirrionis, 1, aula 15, piano terra) una conferenza dal titolo: “Storie di testi, storie di libri: itinerari di ricerca tra librerie e biblioteche”. La conferenza tratterà dell’importanza della lettura, della riscoperta dei testi antichi e delle collezioni librarie, anche grazie alle nuove tecniche di digitalizzazione. Il professor Diliberto, che ha trascorsi da parlamentare e da ministro della Giustizia durante il Governo di Massimo D’Alema, da anni si dedica allo studio della storia della tradizione palingenetica, tenendo incontri e seminari nelle diverse Università della Penisola. A Cagliari l’argomento scelto si intreccia con quelli già studiati negli anni precedenti.
 
 


 
4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 marzo 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Università
Un corso di arabo organizzato dai giovani di Caravella
Corso di lingua araba per principianti assoluti dell’associazione studentesca “La caravella”. Si inizia venerdì. Per partecipare scrivere alla mail iscrizioni.caravella@gmail.com.
 
 


 
5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 marzo 2016 / Provincia Ogliastra (Pagina 43 - Edizione CA)
LANUSEI. Titoli di studio, l’Ogliastra è sotto la media regionale e nazionale
I laureati sono sempre meno, numeri dalla scuola lumaca
Sono sempre i migliori a migrare verso altri lidi, specie quando si parla di istruzione. I dati Istat sulla popolazione residente, elaborati da un puntuale studio a cura dell’associazione Agugliastra, fanno emergere un quadro poco rassicurante della popolazione ogliastrina.
La quota dei laureati residenti da più di sei anni è pari all’8 per cento, due punti percentuali in meno della media regionale, tre di quella nazionale. Nulla di cui essere orgogliosi.
 DIPLOMATI Dati di recente pubblicazione, disaggregati a livello comunale, offrono un quadro generale.
I diplomati in Ogliastra sono il 22 per cento della popolazione a fronte di una media sarda pari al 26 per cento e nazionale del 31 per cento.
In molti casi il percorso scolastico nella terra dei centenari si ferma alle scuole medie. L’Istat fissa al 38 per cento coloro che hanno raggiunto la licenza media. Valori più bassi sia nel resto dell’isola (35 per cento) che in Italia.
In linea con i numeri regionali quelli sulla scolarizzazione primaria, intorno al 20 per cento. Gli ogliastrini alfabetizzati ma privi di titolo di studio sono l’11 per cento (più 3 rispetto alla media nazionale).
 I PAESI DOTTI La scala comunale cancella diffusi luoghi comuni sui paesi più “dotti”. Almeno per quanto riguarda i cervelli residenti. Primo posto per Lanusei (13 per cento), quota laureati superiore alla media nazionale, seguita da Jerzu (10,5), Villagrande (10,3) e Tortolì (9,9). In coda Triei (3 per cento, paese simbolo dell’emigrazione giovanile), Talana (3,3) e Gairo (3,8).
Gairo e Triei chiudono anche la classifica per i diplomati con il 12,3 e il 15, 6. In testa Lanusei (27,4) e Tortolì (26, 7).
 ANALFABETI Le dolenti note sull’analfabetismo dicono che 15 comuni su 23 hanno valori superiori alle media regionale ferma all’1,3 per cento.
Sul podio di questa speciale classifica si piazzano Urzulei (2,5), Loceri (2,4) e Triei (2 per cento). I valori migliori riferiscono tassi prossimi allo zero a Elini, Jerzu e Cardedu.
Agugliastra osserva come manchino all’appello i dati disaggregati per classi di età, utili a porre la lente d’ingrandimento sulla delicata fascia di età di giovani dai 30 ai 34 anni.
L’Europa pone come obiettivo per il 2020 il 40 per cento di laureati in questa fascia d’età. «Per affrontare qualsiasi sfida in tema di sviluppo - dicono da Agugliastra - non si può non partire dall’istruzione». Un invito da accogliere come un buon auspicio.
 Simone Loi
 
 


 
6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 marzo 2016 / Provincia di Cagliari (Pagina 32 - Edizione CA)
MURAVERA. Per il soggiorno
Promozione turistica grazie alla tassa
Campagne web, partecipazione a fiere, azioni di rete con consorzi e Comuni. Saranno utilizzati anche per questo gli introiti della tassa di soggiorno del 2016: in base alle previsioni, Muravera dovrebbe incassare 165mila euro, un po’ meno rispetto ai 173mila del 2014 e i 170mila del 2015. La programmazione sull’utilizzo dei fondi è stata approvata lunedì pomeriggio dal Consiglio comunale (la minoranza si è astenuta) senza però entrare nei dettagli: 115mila euro saranno impiegati per il miglioramento dell’assistenza turistica, i restanti 60mila euro per la partecipazione a fiere, campagne web, azioni di rete con consorzi, università, istituzioni e associazioni.
Una parte dei soldi, come ha spiegato il sindaco Marco Falchi, sarà impegnata per onorare il premio che Muravera e il sud Sardegna hanno ricevuto da Bruxelles, l’essere riconosciuti cioè come prima destinazione sostenibile in Europa: «Una certificazione - ha spiegato Falchi - ottenuta grazie alla collaborazione con l’Università di Cagliari e i Comuni di Villasimius, Cagliari, Pula e Domus de Maria. Ora cercheremo di includere anche Villaputzu e Castiadas». Il gruppo di minoranza non ha votato «anche perché i documenti ci sono stati messi a disposizione appena 12 ore prima». Non manca però un suggerimento su come utilizzare i fondi: «La maggior parte dei turisti - ha detto Andrea Zinzula - non sa dove sia un nuraghe, un sentiero, una torre. Riempirei il paese di belle immagini e indicazioni più appropriate. Dobbiamo saper vendere quello che abbiamo e da anni non lo stiamo più facendo». (g. a.)
 
 


 
7 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 marzo 2016 / Cultura (Pagina 48 - Edizione CA)
Università L’archeometria sperimentata nel sito nuragico di Sant’Imbenia ad Alghero
Quel prezioso piombo ci svela l’età degli utensili
A l centro del Mediterraneo, ma anche al centro della ricerca scientifica. Tutto passa per la Sardegna: l’archeometria, la scienza che determina età e provenienza dei metalli, troverà applicazione nel complesso nuragico algherese di Sant’Imbenia. E ancora, se la fisica dei neutrini un domani ci svelerà perché viviamo in un mondo di materia e non di materia e antimateria insieme, lo si dovrà agli esperimenti realizzati grazie al piombo ritrovato in una nave romana affondata vicino all’isola di Mal di Ventre. È travolgente l’entusiasmo per l’Isola di Ettore Fiorini, accademico dei Lincei, fisico dell’Università e dell’Infn (Istituto Nazionale Fisica Nucleare) Milano Bicocca: «Ci vengo da 25 anni ed è continua fonte di sorprese».
Ieri Fiorini era l’ospite d’onore all’incontro scientifico nell’Aula Magna dell’Ateneo di Sassari intitolato “La fisica e la chimica al servizio dei beni culturali”. L’alleanza tra l’Università sassarese e L’Infn produce progetti e sviluppi che coinvolgono i due Atenei sardi e la Soprintendenza archeologica della Sardegna.
 SANT’IMBENIA
È stato costituito un pool di scienziati che farà ricerche sul nuraghe e il villaggio di Sant’Imbenia, situati nella parte interna del Golfo di Porto Conte. Il coordinatore scientifico è Massimo Carpinelli, non in qualità di Rettore dell’Università, bensì in veste di fisico. «La scienza si allea con le materie umanistiche» ha spiegato. Dall’esame fisico e chimico degli utensili in piombo, rame e bronzo, si potranno ricavare date precise e anche luoghi di provenienza dei metalli usati. Il complesso nuragico di Sant’Imbenia era un mercato dove avveniva un florido scambio commerciale anche con merci che arrivavano via mare. La chiave di tutto sono gli isotopi del piombo, come ha illustrato Fiorini: «La relazione fra i tre isotopi stabili del piombo di cui conosciamo i tempi di dimezzamento ci consente di ricavare la data con grandissima precisione, grazie anche a strumenti all’avanguardia. E siccome il piombo è presente al 2 per cento anche nel rame e nel bronzo, possiamo utilizzare il procedimento pure con questi metalli. Insomma, il piombo è come un orologio».
Ieri pomeriggio un pool di scienziati e archeologi si è recato presso il complesso nuragico. Il progetto su Sant’Imbenia, che coinvolgerà una cinquantina di docenti e ricercatori delle università isolane, può fare da apripista per l’utilizzo dell’archeometria nello studio dei beni archeologici della Sardegna.
 NEUTRINI E ANTIMATERIA
Si è parlato naturalmente anche dell’esperimento Cuore, acronimo di Osservatorio Criogenico Sotterraneo per la Fisica degli Eventi Rari, portato avanti nei laboratori nazionali del Gran Sasso dall’Istituto nazionale di Fisica nucleare. Si lavora con temperature prossime allo zero assoluto e inoltre è indispensabile avere una perfetta schermatura dalla radioattività ambientale. E qui sono entrati in gioco i 300 lingotti di piombo forniti all’Istituto, dai mille recuperati da un’imbarcazione romana affondata al largo della costa oristanese, nei pressi dell’isola Mal di Ventre. Piombo proveniente non da una miniera dell’Isola, ma dalla Spagna. Con una caratteristica che lo rende prezioso: l’assenza di radioattività, di quell’isotopo 210 che è presente nel piombo moderno e può alterare i risultati. I lingotti sono stati utilizzati per schermare il rivelatore di particelle più grande al mondo, alloggiato sotto la catena Appenninica. Lo scopo principale di Cuore è la ricerca del decadimento beta doppio senza emissione di neutrini. Negli anni ’30 del secolo scorso il fisico catanese Ettore Majorana ipotizzò che i neutrini e gli antineutrini fossero due manifestazioni della stessa particella e questo renderebbe possibile la transizione tra materia e antimateria. Come ha spiegato Oliviero Cremonesi (Infn Milano Bicocca): «Tra le applicazioni c’è la possibilità di capire come mai dopo il Big Bang noi viviamo in un mondo formato solo da materia anziché da materia e antimateria».
 Giampiero Marras

 


 
8 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 marzo 2016 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Una guida all’inferno dei bitcoin
Giampaolo Mele
Voi forse non sapete cosa sono i bitcoin. Meglio così. E se siete deboli di cuore non continuate a leggere. Questa è la storia di Bachis, un ricercatore sardo vittima di un odioso sequestro post-moderno. Quale? Quello che ti risucchia nelle spire del web (che vuol dire: ragnatela). Provate a immaginarvi se una notte d’inverno il viaggiatore Bachis - navigando nell’oceano delle biblioteche internazionali del web - precipitasse in un thriller internazionale agghiacciante. Due settimane e mezzo di passione (in piena quaresima). Causa? Un diabolico algoritmo che sequestra i computer, infiltrandosi con un programma in esecuzione (più spesso con allegati di e-mail "amiche"). Massima disdetta: Bachis aveva appena fatto il backup: salvataggio del disco fisso in un disco esterno… rimasto collegato! Perso quindi tutto: disco fisso, sua copia e pennina. Il sequestratore è un cryptoware: cripta i dati e chiede il riscatto, ed è tra i più sofisticati. Denunciare? Inutile. Decifrare l’algoritmo? Utopia. Il riscatto si paga in bitcoin, la valuta del web ultra oscillante: 1 bitcoin vale circa 270 euro. Riscatto chiesto a Bachis: 4 bitcoin. Ma va acceso un conto speciale: i bitcoin non li trovi dal tabaccaio (...) SEGUE A PAGINA 12

Primo Piano (Pagina 12 - Edizione CA) / SEGUE DALLA PRIMA PAGINA.
LA STORIA Una guida all’inferno del web e del bitcoin
 (...) Passano i giorni, il riscatto si raddoppia. Con minaccia: «La data X distruggeremo i dati». Bachis paga (un liceo piemontese, impossibilitato a farlo, ha perso l’archivio digitale). Nessuna garanzia del rilascio dell’ostaggio: 193GB di dati, venti anni di lavoro (e non solo). Il mondo - Sardegna inclusa - è subissato da riscatti di computer: un solo attacco può fruttare 30/40 milioni di dollari. Ma torniamo al ricattato. Dopo il pagamento arriva - non era automatico - la chiave di decifrazione. Coi ringraziamenti («thank you»)… Bachis spara “frastimos”, esulta per i dati recuperati, e si auto-consola: «In Cina i criminali scoperti vengono decapitati». Bachis è diventato filocinese. Anzi. È contro la decapitazione dei criminali informatici: troppo poco. Va bene sì un taglio della testa, ma - per essere più cinesi dei cinesi - da eseguirsi lentamente con un seghetto (arrugginito), in due settimane e mezzo di passione (Bachis oggi è lontano dai sentimenti della Pasqua. E forse lo capite anche voi. Non è solo questione di 4 miserabili bitcoin).
Giampaolo Mele




 
9 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 marzo 2016 / Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
A Cagliari il convegno di Federazione Autori e Siae sulla tutela dei diritti al tempo del web
PICCOLI PIRATI, CAMBIAMO MUSICA
«Dietro un’opera creativa c’è lavoro: educhiamo a rispettarlo»
Un film, una canzone, un libro e la convinzione diffusa che siano di dominio pubblico solo perché è possibile scaricarli dalla rete.
Da quando la divulgazione avviene anche in forma digitale è come se il diritto d’autore non fosse più un diritto, perché chi usa internet, si tratti o meno di nativi digitali, ha la pretesa di beneficiare delle opere gratuitamente. E poco importa se dietro a un disco c’è un anno di lavoro o se l’industria creativa in Italia regge un giro d’affari di 47 miliardi di euro e un milione di addetti tra i 18 e i 30 anni. Soluzioni? Ieri a Cagliari - in occasione del convegno “Non spegnere la musica. Rispetta il Diritto d’Autore”, promosso da Federazione Autori e Siae, in collaborazione con il Comando Regionale Sardegna della Guardia di Finanza - erano tutti d’accordo: «Bisogna educare alla legalità, a partire dalle scuole». Perché, ha detto Maria Grazia Maxia, avvocato, consigliere di sorveglianza della Siae e presidente della Federazione Autori, «chi non rispetta il diritto d’autore non rispetta nemmeno se stesso».
«È anacronistico star qui a parlare di difesa del diritto d’autore - ha aggiunto Mario Lavezzi, autore e compositore, presidente della commissione Musica Siae e segretario della Federazione Autori - in altri paesi il valore del rispetto per la cultura è già molto diffuso anche perché ne va del destino di tanti lavoratori».
Secondo Roberto Saieva, procuratore generale della Corte d’Appello di Cagliari, «il diritto d’autore è certamente meno tutelato e tutelabile da quando le opere vengono diffuse in forma digitale. La sua violazione, poi, si inserisce nel campo della contraffazione, un problema molto dannoso per l’Italia». La rete ci mette qualcosa di suo: «Orienta il consumo - spiega Pietro Ciarlo, prorettore dell’Università di Cagliari - e lo fa in modo subdolo, osservandoci, studiando le nostre preferenze e proponendoci cose che potrebbero piacerci».
Il direttore ufficio della multimedialità Siae, Stefania Ercolani, ha messo in evidenza i cambiamenti sulla percezione del diritto d’autore da quando esistono i social network, cioè dal 2000 in poi. «Da allora la legislazione non è cambiata, eppure non si può non sottolineare che la strategia di Facebook è quella di declinare ogni responsabilità con la scusa che tutto viene caricato dagli utenti». È anche molto difficile resistere alla tentazione del downloading perché attualmente l’incidenza dei contenuti creativi nei motori di ricerca è del 18 per cento, del 60 nelle piattaforme video e del 42 nei social media. «Va da sé - ha detto - che senza i contenuti artistici la rete sarebbe un’altra cosa». Quanto al fatto che gli Stati Uniti si occupino in modo più specifico della pirateria, la risposta è semplice: «Loro hanno l’industria cinematografica più importante». Il comandante del Gruppo tutela Economia della Guardia di Finanza di Cagliari, Andrea Taurasi, ha ricordato l’operazione “Italian blackout” che solo nel 2013 e 2014 ha portato alla chiusura di centinaia di siti dai quali si potevano scaricare film addirittura in contemporanea con l’uscita nelle sale cinematografiche. «Alla fine siamo arrivati a un gruppo di ragazzi che erano riusciti a creare un volume d’affari di otto milioni di euro. In che modo? Facendo sì che gli utenti stessi diventassero alimentatori delle piattaforme».
«La gente non conosce il lavoro invisibile che c’è dietro un brano musicale». Per Antonella Rizzi, avvocato del Foro di Milano e esperta in diritto d’Autore, questo è il motivo per cui non si pagano le opere scaricate da internet. «Manca la consapevolezza che l’incisione di un disco coinvolge molte persone e che gli artisti non hanno un guadagno fisso». La ricetta? «Informare i più piccoli di tutto il processo che porta alla pubblicazione dalla fase creativa a quella della registrazione che, in pochi sanno, avviene in un modo lungo e complesso, l’unico esistente, perché presuppone che tutti gli elementi suonino separatamente».
 Roberto Murgia
 



 
10 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 marzo 2016 / Borsa (Pagina 17 - Edizione CA)
Accordo ad Hannover fra il colosso tecnologico cinese, Crs4 e Regione Sardegna
TEST D’INTELLIGENZA PER CAGLIARI
Huawei sperimenterà nel capoluogo i progetti Smart City
Il colosso cinese dell’Ict Huawei sbarca in Sardegna grazie a un accordo con il Crs4 e la Regione, firmato ieri ad Hannover in occasione del Cebit 2016, la fiera europea dell’industria e delle tecnologie.
Con il memorandum di intesa il marchio cinese realizzerà a Pula, nella sede del Centro di ricerca e sviluppo, un laboratorio di ricerca e innovazione che sperimenterà soluzioni nel tessuto urbano di Cagliari e dell’area metropolitana. Il nuovo centro di ricerca investirà nei progetti Smart & Safe City, in linea con gli obiettivi europei e la Smart Specialization Strategy (S3) della Regione.
Le prove di Huawei dovranno valutare nel test cagliaritano la validità di progetti e applicazioni concepite con criteri di tecnologia scalabile, adatte cioè a assumere la dimensione del mercato globale dopo aver operato in settori ristretti come un quartiere o una zona dell’area metropolitana. L’obiettivo è sviluppare soluzioni innovative per città più intelligenti e sicure, coinvolgendo partner locali, istituti di ricerca e università.
«Siamo molto soddisfatti, questo accordo si inserisce pienamente nelle strategie della Giunta per attrarre investimenti in Sardegna soprattutto in ricerca e alta tecnologia», ha commentato il presidente della Regione Francesco Pigliaru dopo la firma del memorandum. «Il tessuto dell’Ict sardo e italiano si arricchisce di un partner importante, in coerenza con la filosofia delle smart cities che la Regione già persegue a livello europeo».
«Le città intelligenti e sicure (Smart and Safe Cities) sono uno dei focus della nostra attività di ricerca e di trasferimento tecnologico», ha sottolineato Luigi Filippini, presidente del Crs4, «abbiamo una forte collaborazione con la città metropolitana di Cagliari sulle strategie che sfruttano il rilevamento dei dati e le tecnologie informatiche per migliorare la qualità della vita e l’efficienza della gestione della città. La collaborazione con Huawei rafforzerà ulteriormente la nostra ricerca e lo sviluppo nel settore informatico legato alle città intelligenti».
Per Edward Chan, Ceo di Huawei Italia, «questa collaborazione conferma la nostra intenzione di investire ancora in Italia e contribuire al suo sviluppo attraverso ambiziosi progetti di ricerca in ambito Ict».
«Cagliari sta assumendo in questi anni una connotazione importante tra le smart cities a livello nazionale», ha evidenziato il sindaco Massimo Zedda, «la scelta di Huawei conferma la linea che unisce la valorizzazione delle competenze tecniche con un luogo piacevole per la qualità della vita e produttivo sul versante del lavoro».
 Marzia Piga
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 
 
 
11 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 16 marzo 2016 / Sardegna - Pagina 12
Smart city, il colosso Huawei partner del Crs4
HANNOVER La ricerca sulle smart city, le città intelligenti, sta per sbarcare in Sardegna. La Regione, il Crs4 e la multinazionale cinese Huawei hanno siglato un memorandum per aprire un centro di sviluppo nel parco scientifico di Pula. Alla firma, in occasione della rassegna CeBit 2016, ad Hannover, era presente il governatore Francesco Pigliaru, che ha detto: «Siamo molto soddisfatti di stringere questo accordo che si inserisce pienamente nelle strategie della Giunta per attrarre investimenti in Sardegna soprattutto in ricerca e alta tecnologia. Con l’arrivo della Huawei, il tessuto della ricerca sardo e italiano si arricchiscono di un partner importante. Potremo contare su un sostegno internazionale nel nostro progetto per poter contare, in breve tempo, su città intelligenti e sicure. Cominciamo un percorso – ha proseguito Pigliaru – che avrà ricadute positive nel mondo del lavoro e delle Università». Per Edward Chan, amministratore di Huawei Italia, l’accordo è un passo decisivo. «La nostra società è leader mondiale nel settore delle’ala tecnologia e siamo impegnati a innovare di continuo, per creare il massimo valore a favore dei nostri clienti siano essi privati, imprese e Pubblica amministrazione. La collaborazione con la il Crs4 conferma la nostra intenzione di investire ancora in Italia e contribuire al suo sviluppo attraverso ambiziosi progetti di ricerca». Per poi aggiungere: «Siamo entusiasti di poter giocare un ruolo così importante nell’evoluzione delle città italiane in luoghi più sicuri e più intelligenti per i cittadini che le vivono». Secondo Luigi Filippini, presidente del CRS4, «le città diventano intelligenti grazie all’applicazione di tecnologie sempre più all’avanguardia. Con Huawei vogliamo lavorare assieme, mettere a disposizioni le nostre conoscenze per migliorare la qualità della vita e l’efficienza della gestione della città. Siamo particolarmente entusiasti di questa collaborazione, servirà a rafforzare ancora la nostra ricerca e lo sviluppo nel settore informatico legato alle città intelligenti. Oggi, con a fianco un partner d’eccezione, come è Huawei, possiamo davvero puntare in alto».


 
 
12 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 16 marzo 2016 / Ediz. Oristano - Pagina 54
Fisica e archeologia, scienze che s’incontrano
di Pasquale Porcu
SASSARI La fisica dei neutrini e la chimica possono essere i formidabili strumenti che aiutano a capire i più affascinanti segreti dell’archeologia. E, viceversa, quest’ultima può fornire i materiali che aiutano la scienza a spiegare la nascita e l’evoluzione dell’universo dopo il Big Bang. Su questi temi, ieri mattina, l’aula magna della università di Sassari ha ospitato un importante convegno che ha celebrato la collaborazione tra l’Infn (istituto nazionale di fisica nucleare), i laboratori del Gran Sasso e l’università di Sassari. L’evento, promosso dall’ateneo e dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, è stato introdotto dagli interventi dal rettore Massimo Carpinelli (che come fisico ha legato il proprio nome a importanti ricerche sul tema), e dell’Accademico dei Lincei Ettore Fiorini, fisico dell’università e dell’Infn Milano Bicocca. Ma che cosa c’entrano i neutrini con i Beni Culturali? Tutto nasce, ha spiegato Fiorini, agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, dal ritrovamento, al largo dell’isola di Mal di Ventre, del relitto di una nave romana che proveniva dalla Spagna e che trasportava circa duemila lingotti di piombo. Il metallo, si sa, veniva impiegato nell’antica Roma sia in edilizia che per scopi militari. Ed è stato, forse, per impedire che il prezioso carico finisse nelle mani nemiche che il capitano della nave ha preferito fare naufragare l’imbarcazione. La particolarità di quel piombo, rimasto sott’acqua per duemila anni è che ha perso tutta la radioattività che, “fisiologicamente” ha il piombo in natura. E per questo, non emettendo più radiazioni, è straordinariamente utile nelle ricerche della fisica delle particelle subatomiche. E pur di avere una parte di quel 990 lingotti di piombo l’Infn, a suo tempo, ne ha finanziato l’opera di recupero. Una spesa che la soprintendenza archeologica della Sardegna non poteva sostenere. L’uso di quei lingotti “vergini” da radiazioni ha consentito di avviare un periodo di ricerche particolarmente felice. Con una battuta, il professor Fiorini, chiama quel periodo “anni di piombo” da contrapporre ai tragici omonimi anni del terrorismo. Inutile dire che per portare avanti gli esperimenti sono state messe a punto delle tecnologie di grande precisione che oltre che in fisica si sono rivelate utilissime anche in altri campi, dalla storia dell’arte all’archeologia, fino alle indagine sulla composizione degli alimenti di oggi o del passato (le cosiddette paleodiete). Una parte dei lingotti recuperati a Mal di Ventre vengono utilizzati dall’Infn nei laboratori del Gran Sasso, a una profondità di 1400 metri sotto terra (per evitare le radiazioni cosmiche che potrebbero interferire e disturbare quegli esperimenti). Il progetto che da tempo si porta avanti in Abruzzo si chiama Cuore (Cryogenic Underground Observatory for Rare Events) che, attraverso uno strumento che raffredda una tonnellata di materia a qualche millesimo di grado sopra lo zero assoluto. In particolare si vuole sapere se sia corretta la teoria avanzata dal fisico Ettore Majorana che poco prima di sparire nel nulla nel 1934 aveva ipotizzato un fenomeno fisico rarissimo, detto doppio decadimento beta senza emissione di neutrini. Se fosse giusta l’ipotesi di Majorana si spiegherebbe cosa è successo dopo il Big Banf e perché nell’universo in cui viviamo la materia prevale sull’antimateria, ha spiegato ieri mattina Oliviero Cremonese dell’Infn di Milano Bicocca. Dell’uso di strumenti di analisi non invasive applicate nello studio di opere d’arte dell’archeologia hanno parlato Stefano Nisi dei laboratori Gran Sasso, Massimiliano Clemenza dell’Infm di Milano Bicocca e Gabriele Mulas dell’università di Sassari. Strumenti, ormai, che sono facilmente trasportabili e che fanno parte della rete tra enti di ricerca (dall’Enea al Cnr, all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze) coordinata dall’Infn. «Una tecnologia e una conoscenza_ ha detto Speranza Falciano, vivepresidente dell’Infn_ che mettiamo a disposizione di enti, musei, soprintenedenze e privati». Offerta colta al volo da Marco Minoia soprintendente archeologo della Sardegna, che ha candidato il laboratorio di restauro di Li Punti a ospitare un campo di formazione in cui le sofisticate metodologie della fisica vengano messe al servizio dei Beni culturali. La candidatura di Sassari è stata immediatamente accolta dalla Falciano, consapevole dell’importanza del patrimonio archeologico della nostra isola e del ruolo che fino a ora ha giocato l’ateneo turritano nella ricerca scientifica al servizio dell’archeologia, come ha sottolineato durante i lavori, il rettore Massimo Carpinelli.

 


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