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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 February 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA


1 – L’UNIONE SARDA di venerdì 26 febbraio 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Università
CROWDFOUNDING
Il dipartimento di Chimica ha raccolto 90 mila euro

Il dipartimento di Scienze chimiche e geologiche ottenuto 90.135 euro con la campagna withyouwedo.telecomitalia.it per realizzare e testare le apparecchiature di un metodo innovativo ed eco-compatibile. Il metodo - collaudato con ottimi risultati dai ricercatori del dipartimento di Scienze chimiche e geologiche - da applicare su scala pilota, è frutto dell’attività di ricerca e sviluppo svolta dal dipartimento e dallo spin off dell’ateneo, 3R Metals srl. Il lavoro di alto profilo scientifico è stato pubblicato di recente sulla rivista Green Chemistry. I fondi sono stati raccolti attraverso la campagna di crowdfunding “withyouwedo”, lanciata il 21 settembre.
 
 
 
2 – L’UNIONE SARDA di venerdì 26 febbraio 2016 / Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
Impianto pilota
APPARECCHI ELETTRONICI TRASFORMATI IN METALLI

Recuperare metalli preziosi da apparecchiature elettroniche rispettando l’ambiente. È l’obiettivo del gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell’Università di Cagliari coordinato da Angela Serpe. L’equipe cagliaritana dovrà realizzare e testare un impianto pilota per il recupero dei metalli preziosi da rifiuti elettronici basato su metodi eco-sostenibili.
Il metodo, ampiamente collaudato con ottimi risultati, dovrà essere applicato su scala pilota ed è frutto dell’attività di ricerca e sviluppo svolta dal dipartimento e dallo spin off dell’ateneo 3R Metals srl. Un progetto talmente promettente da aver meritato il finanziamento di 90.135 euro con la campagna withyouwedo.telecomitalia.it, la piattaforma di crowdfunding di Tim rivolta a enti, associazioni e cittadini per favorire sviluppo, sperimentazione e adozione di strumenti digitali.
Tra le aziende che hanno scommesso sul progetto, ci sono Tim (produzione prodotti tecnologici) GoldFixing, Oro Market e Valori e Preziosi Veneto (affinazione e mercato metalli preziosi), Ecocopper Liguria, Omcd Piemonte, Ri.Tech Basilicata (recupero materiali) e Co.Re.M Sardegna (produzione apparati e impianti). La campagna inoltre avrà il coinvolgimento attivo delle imprese interessate alla tecnologia e dei co-founder. Gli sviluppi del progetto potranno essere seguiti passo dopo passo sui social Facebook e Google+. ( l. m. )
 
 

 
3 – L’UNIONE SARDA di venerdì 26 febbraio 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Roberto Pusceddu e la filosofia dei segnali stradali
Sicurezza, l’Ania premia una tesi di laurea
L’associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania) premia uno studente cagliaritano. Roberto Pusceddu ha vinto la prima edizione del premio della Fondazione Ania sulla sicurezza stradale intitolato a Sandro Salvati con la tesi sulla filosofia dei segnali stradali , discussa con il professor Giuseppe Lorini nella facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche.
La tesi è stata premiata per l’area giuridico-economica del concorso - si legge nella motivazione - «per l’approccio originale con sui si interpreta la modalità di trasferire le regole attraverso la semiotica dei segnali stradali».
La Fondazione Ania è una onlus costituita nel 2004 dalle compagnie di assicurazione per contrastare il grave problema degli incidenti stradali attraverso progetti e iniziative che tendono principalmente alla riduzione del numero di incidenti stradali e a salvare vite umane. La domanda di sicurezza è uno dei bisogni prioritari avvertiti dai cittadini e tra questi quella stradale risulta tra i più importanti. Dai dati del 2014 emerge che in Italia si contano ogni giorno oltre nove morti a causa degli scontri sulla rete stradale, 3.381 nell’arco di un anno. Di queste vittime, 742 hanno meno di trent’anni. Secondo l’Ania, la tesi di Pusceddu contribuisce a rafforzare la cultura della sicurezza riducendo i rischi.
 
 


 
4 – L’UNIONE SARDA di venerdì 26 febbraio 2016 / Cultura (Pagina 49 - Edizione CA)
BELLA LA LINGUA CHE SA RINNOVARSI
La creatività di un bambino, il dibattito, e un vocabolo, petaloso, che (ora si scopre) fu già usato nel Seicento
La creatività di un bambino più forte di mille dibattiti sulla lingua. Sarà questa l’eredità preziosa della vicenda che, nata in un’aula delle Elementari, ha occupato titoli dei telegiornali, pagine dei giornali e acceso il confronto sui social media. Tanto più che «petaloso», termine coniato da Matteo, 8 anni, per definire un fiore, lo stesso che la maestra ha sottoposto al giudizio dell’Accademia della Crusca e che l’istituto per la tutela della lingua ha apprezzato, non sarebbe una novità. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera la parola sarebbe già stata usata in un libro di botanica pubblicato alla fine del ’600 da Petiver, esperto di scienza, meno di latino. L’espressione sarebbe in quel caso frutto di un poco romantico errore.
«L’invenzione di petaloso – dice Giuseppe Marci , docente di Filologia moderna all’Università di Cagliari – è prodotto di un fenomeno interessante. Va oltre i bisogni comunicativi o estetici a cui rispondono i principali creatori di neologismi, giornalisti e scrittori. È l’artificio di un parlante bambino che non ha competenza strutturata della lingua. Senza preoccupazioni inventa parole per raccontare emozioni». Si colloca nell’ambito dei processi di sviluppo a cui le lingue, organismi viventi, non si possono sottrarre, pena la morte. «Ve ne sono altri che, deprecati perché prodotto di strati popolari, hanno una forza creativa straordinaria», sottolinea ancora Marci. Ne è esempio la lingua «kalaritana», capace di calchi mirabili. Si pensi a sa polima , che ha ascendenza nell’inglese policeman. «Ottima l’iniziativa della maestra, eccellente la risposta della Crusca», osserva invece Paolo Maninchedda , filologo, oltre che assessore regionale ai Lavori pubblici. «La creatività innocente del bambino è l’unica cosa bella che rimarrà di questo mare di chiacchiere». Sulla magia dell’invenzione insiste Filippo Martinez , intellettuale abituato a giocare con le parole. Paventa un rischio, tuttavia, che l’afflusso massiccio di inglesismi mortifichi la bellezza dell’italiano. Nell’Università di Aristan di cui è rettore si è parlato di recente dei processi di imbarbarimento del linguaggio. La lezione di Massimo Roscia , autore del romanzo “La strage dei congiuntivi”, è stata un successo. Ecco la sua opinione su petaloso: «Non mi riconosco né tra gli ultraconservatori della lingua, né tra gli ultrapermissivisti che incoraggiano l’anarchia. La lingua cambia, ma un minimo di regole va osservato». Ben venga la forza ingenua e straordinaria che ha ringiovanito i «Crusconi», ma si porti rispetto al congiuntivo.
Manuela Arca
 
 


 
5 – L’UNIONE SARDA di venerdì 26 febbraio 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
LA DENUNCIA. Saccheggiate le macchine di dipendenti e visitatori
POLICLINICO, TROPPI FURTI

L’ultimo raid nella tarda serata di martedì: quattro auto dei dipendenti saccheggiate nel parcheggio del Policlinico. «Purtroppo», sospira Cristina Pusceddu, responsabile sicurezza dei lavoratori, «non è la prima volta che accade. Gli atti vandalici e i furti nelle nostre auto sono una costante da tempo». Allarme eccessivo? Mentre Pusceddu parla, davanti al banco informazioni passa una sua collega. Saluta, sente il tema della conversazione. E interviene: «Ho comprato un’auto nuova perché hanno rubato la mia Uno». Tutti i parcheggi sono terreno di caccia. Ma il preferito è quello dei visitatori, oltre il capolinea della metropolitana. «Quando abbiamo il turno serale», riprende Pusceddu, «parcheggiamo lì perché non c’è altro posto. Poi, nel corso della serata ci cambiamo (non possiamo uscire indossando gli abiti da lavoro), usciamo per spostare l’auto e torniamo nel reparto».
Scelta obbligata. «Qualche tempo fa una dottoressa è stata scippata mentre andava verso l’auto. Difficile prevedere quello che può accadere». Uno dei tanti episodi. «A un’altra dottoressa hanno tentato di rubare le ruote. I ladri, disturbati, si sono fermati. Ma avevano già svitato i bulloni. Quando si è messa alla guida ha rischiato di morire».
Occorre intervenire. «La direzione», dice una nota firmata dal commissario straordinario Giorgio Sorrentino, «prende molto seriamente la questione furti e danneggiamenti. Abbiamo già chiesto e ottenuto la collaborazione delle forze dell’ordine». ( mar. co. )

 



 
6 – L’UNIONE SARDA di venerdì 26 febbraio 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
POLICLINICO
All’ingresso di uno dei blocchi un tappeto di cicche
I frequentatori del Policlinico universitario, evidentemente, non temono le sanzioni che puniscono chi getta per terra le cicche di sigarette. Davanti all’ingresso dell’ospedale fa bella mostra di sé un tappeto di mozziconi.
 
 


 
7 – L’UNIONE SARDA di venerdì 26 febbraio 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
CASTELLO. La massoneria stanzia 5.000 euro
Cinque borse di studio

La massoneria mette a disposizione cinque borse di studio da mille euro ciascuna. Un aiuto per altrettanti studenti e un’operazione di immagine portata avanti dall’associazione culturale Sigismondo Arquer, sponsorizzata dal Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani, con il supporto dell’associazione Co.Ma.Ve. Sardegna.
Il bando scadrà il 15 Marzo 2016 e contempla una prima selezione per titoli e un successivo colloquio. Le domande di partecipazione devono pervenire entro e non oltre le 13 del 15 marzo 2016 con una mail certificata (PEC) indirizzata a comave@pec.it.
La mail dovrà contenere: 1) la richiesta di partecipazione all’assegnazione della borsa di studio “Sigismondo Arquer”; 2) i dati anagrafici completi del candidato; 3) la residenza e il domicilio; 4) indirizzo di posta elettronica; 5) la dichiarazione di essere in possesso dei requisiti richiesti; 6) il consenso, in maniera esplicita, che i propri dati possano essere trattati ed essere oggetto di comunicazione a terzi per gli adempimenti del presente concorso. 7) copia del diploma di maturità classica o scientifica, diploma di Istituto Tecnico per geometri, ragionieri o equiparati con votazione non inferiore a 95/100; 8) copia del certificato d’immatricolazione al primo anno di uno dei corsi di laurea delle Università Statali della Sardegna; 9) copia della ricevuta di pagamento – o certificato di esenzione – della prima rata delle tasse universitarie; 10) autocertificazione concernente la fascia di reddito; 11) dichiarazione con la data di iscrizione al primo anno della scuola secondaria di secondo grado di cui si è conseguito il diploma; 12) fotocopia della carta di identità.
 



 
8 – L’UNIONE SARDA di venerdì 26 febbraio 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
PROGETTI AL SEARCH
Studiosi, professionisti, curiosi, scuole, Università, enti, società e chiunque fosse interessato a esporre un elaborato nelle molteplici tipologie di declinazioni e formati sono invitati a inviare un abstract di 1500 caratteri all’indirizzo e-mail: ilpaesechevorrei@inu.it entro il 28 febbraio. studi ed idee “Il Paese che vorrei” è un evento collaterale multimediale del XXIX Congresso dell’Istituto nazionale di urbanistica dal titolo Progetto paese che si terrà dal 28 al 30 aprile al Search.
 
 


 
9 – L’UNIONE SARDA di venerdì 26 febbraio 2016 / Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
Oggi e domani a Cagliari confronto tra mercati: parteciperanno 130 imprese
La sfida delle aziende italo-arabe
Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Libano, Algeria, Egitto, Marocco e Iran: a questi Paesi guardano le imprese sarde che si confronteranno con il mercato arabo e iraniano con l’obiettivo di esportare in quei paesi prodotti e servizi nei settori dell’agroalimentare, dell’edilizia, della carpenteria metallica e dell’ICT.
Alla seconda Borsa internazionale delle imprese italo-arabe, in programma oggi e domani all’Istituto Europeo di Design di Cagliari, oltre 100 aziende italiane (la gran parte sarde) e 30 dei paesi della Lega araba (più due dell’Iran) saranno impegnate in tavole rotonde, seminari e oltre 400 “incontri B2B”, duranti i quali avranno l’opportunità di confrontarsi con operatori interessati all’acquisto. L’Arabia Saudita si presenterà a questo appuntamento con 6 aziende, il Libano con 5, gli Emirati, il Qatar e l’Iran con 3 aziende ciascuna, l’Egitto e l’Algeria con 2, il Marocco con una. La partecipazione delle imprese iraniane rappresenta la novità di questa edizione: per la prima volta dopo la fine delle sanzioni, infatti, Teheran parteciperà a una Borsa commerciale in Italia.
Dopo l’inaugurazione (questa mattina alle 10) con il convegno dal titolo “La Sardegna e i mercati arabi: l’internazionalizzazione delle imprese nel Mediterraneo”, il programma si snoda attraverso workshop e seminari a cui parteciperanno rappresentanti del mondo universitario, economico, bancario e produttivo. Sul tavolo, il ruolo dell’Europa nei processi di internazionalizzazione delle imprese, l’innovazione e ricerca nell’agroalimentare, gli strumenti di accesso al credito a disposizione delle aziende che vogliono affrontare la sfida dei nuovi mercati.
Mauro Madeddu
 

redazioneweb@unica.it
 
 


LA NUOVA SARDEGNA
 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 26 febbraio 2016 / Sardegna - Pagina 8
Anci e Sfirs dicono no al trasloco di fondi. SPECIALIZZANDI IN MEDICINA, ECCO I SOLDI
Finanziaria, è caccia ai milioni
CAGLIARI La caccia ai milioni continua, ma dopo gli exploit degli ultimi giorni, no alle tasse e sì alla spesa sociale, è tutto più difficile. La Finanziaria 2016 (7,5 miliardi) ha ancora “fame” anche se sono arrivati i primi no. L’Anci, l’associazione dei Comuni, ha risposto picche – era scontato – all’ipotesi di trasferire 20 milioni dalla cassaforte destinata agli Enti locali ad altre voci. Il secondo no ci è arrivato dalla Sfirs, la società finanziaria della Regione, che avrebbe in pancia 250 milioni freschi e 60 di questi sembrava potessero finire nella «causa comune». A ipotizzare l’apporto extra era stato e Emilio Usula (Rossomori) e la commissione Bilancio all’inizio ci ha creduto. Nel pomeriggio è arrivata la doccia fredda. Convocato d’urgenza, il presidente della Sfirs, Antonio Tilocca, ha fatto sapere: «I fondi per il micro credito alle imprese (era questo il tesoro in ballo) non potranno essere utilizzati fino al 2017». Il sogno è svanito in un battibaleno e i commissari sono ritornati così al vecchio lavoro: spostare quello che c’è da un cassetto all’altro della Finanziaria. Borse di studio. A sollevare il caso che fossero scarsi i finanziamenti per gli specializzandi in medicina, era stato Giuseppe Frau, dirigente del Pd e consigliere dell’Ordine dei medici. Bene, d’accordo con i rettori delle università di Cagliari e Sassari, 800mila euro sono stati trasferiti dal capitolo «borse per la ricerca» a quello specializzandi. Che era già di 7 milioni, ma con l’extra potrà garantire la copertura ad altri 24 medici, otto veterinari in più e altrettanti «non medici». Sempre per quanto riguarda la voce sanità e dintorni: con il via libera all’articolo 4, è stata confermata la copertura (41 milioni dai fondi europei) annunciata per il welfare. Bonus bebè. L’emendamento è stato proposto da Paolo Truzzu e Gianni Lampis (Fdi). Ancora non è stato discusso. Servirebbero 13 milioni, per garantire oltre al bonus bebè– intorno ai mille euro in regalo a i neonati nelle famiglie con un reddito inferiore ai 25mila – viaggi, libri scolastici e tablet agli studenti. Passo veloce. La commissione ha approvato anche gli articoli 3 (ambiente e territorio), 5 (urbanistica ed enti locali) e 6 (cultura, informazione e sport). Martedì sarà la volta di altri quattro (sono 12 in tutto) e l’8 marzo, dopo un altro taglio degli emendamenti, la Finanziaria dovrebbe essere votata dalla commissione e consegnata all’aula. Nell’attesa, sempre martedì prossimo, il Consiglio dirà comunque sì al terzo mese di esercizio provvisorio.
 
 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 26 febbraio 2016 / Fatto del giorno - Pagina 3
Allarme finanziamenti illeciti: nell’isola sfiorano gli 8,5 milioni
CORTE DEI CONTI » LA RELAZIONE
Tra i mali denunciati anche assenteismo, denaro riscosso senza diritto, privilegi e carriere illegittime.
A Sassari una tesi di dottorato spacciata per progetto d’impresa: 150mila euro da restituire
di Mauro Lissia
CAGLIARI L’assenteismo è un costo sociale, le carriere illegittime sono un prezzo da pagare alla politica che cerca consenso, i soldi riscossi senza diritto rappresentanto spesso un reato e anche i permessi sindacali concessi senza controllo contribuiscono a consolidare quella gestione allegra degli uffici pubblici che ha fatto della Sardegna un’isola che va avanti a scartamento ridotto. La Corte dei Conti ha fatto quello che deve fare: i conti. Le cifre che affiorano da questo mare magno di benefici e di privilegi sono allarmanti e abbracciano sia il settore del lavoro pubblico che quello privato, mettendo in luce la facilità con cui il denaro dei contribuenti viene elargito in dispregio delle norme. Danni erariali. Un dato su tutti: otto milioni e 486 mila euro, che il procuratore regionale Donata Cabras, nella sue relazione d’apertura dell’anno giudiziario per la magistratura contabile, mette nel conto dell’illecito utilizzo di finanziamenti pubblici dopo averli contestati come danno erariale ai diretti interessati. In altre parole: soldi acquisiti per lo sviluppo dell’economia, per realizzare progetti d’impresa, che finiscono nelle tasche sbagliate e non producono alcunché di visibile per il bene dell’isola, grazie anche a un rapporto di complicità tra burocrazia e lobby imprenditoriali. Il metodo per portarseli a casa è sempre quello: carte false, fatture per operazioni inesistenti, sovrafatturazioni, aiutini che arrivano da quegli stessi uffici dove si entra ed esce a piacimento, dove le assenze superano spesso le presenze, dove la voce diritti prevale regolarmente sulla voce doveri. Con un obbiettivo comune: imbrogliare, prendere ciò che non si dovrebbe. Fenomeno inarrestabile. Il procuratore Cabras non ha fatto i nomi delle persone e delle aziende, ma gli esempi sono quelli che spesso diventano titoli di cronaca: «È un fenomeno di cui ci occupiamo da anni - ha spiegato il magistrato - ma che non accenna a diminuire». Si va dal pesante contributo pubblico che sparisce, inghiottito dai conti correnti di imprese fallimentari fin dalla nascita. Per arrivare alle piccole elargizioni, gli ormai famigerati de minimis, mance di taglio elattoralistico che vanno a finanziare progetti senza senso. Una tendenza, quella dell’uso illecito del denaro pubblico, messa in forte evidenza anche nella relazione del presidente Cristina Astraldi De Zorzi. L’imbroglio sassarese. Nell’elenco della Corte dei conti compare un caso che va raccontato: nel Sassarese c’è un consorzio per la tutela dell’indicazione geografica protetta di un prodotto tipico locale che partecipa all’istruttoria regionale per ottenere un contributo. Ci riesce, contributo aggiudicato. Arriva una segnalazione al comando dei carabinieri per le politiche agricole e alimentari del nucleo antifrodi di Roma e si scopre l’imbroglio: il consorzio ha incassato 150 mila euro per il progetto di ricerca ma anzichè elaborare il lavoro scientifico ha prodotto una tesi di dottorato presentata all’Università di Sassari nell’anno accademico 2008-2009. A ottobre del 2015 la Procura contabile ha contestato il danno erariale, forse i responsabili dovranno restituire il maltolto. Ma questa vicenda, fra le tante riferite dal procuratore Cabras, conferma la tendenza a considerare le casse pubbliche come un bancomat a disposizione diffusa. Appalti pubblici. Va così: la relazione della Procura contabile è un quaderno delle doglianze che abbraccia e mette sott’accusa ogni attività. Appalti pubblici: «Si è riscontrata - scrive il procuratore Cabras - l’elusione delle disposizioni che regolano lo svolgimento delle gare». In altri termini, selezioni farlocche, poche ditte in corsa, tempi stretti per partecipare in modo che vincano gli amici. E anche qui - nella ricostruzione della Corte dei Conti - compare quella zona grigia affaristica, dove gli uffici diventano il terminale delle operazioni opache: nella relazione si parla di «comportamenti omissivi tenuti dai funzionari incaricati o preposti ai vari servizi» che dimenticano di controllare, determinano ritardi. Comuni complici. Compresi i comuni, dove la gestione del patrimonio lascia alquanto a desiderate e compaiono inevitabili «atti di gara per l’affidamento di concessioni ai privati» dove «le condotte illegittime connotano l’iter procedurale sin dalla fase della predisposizione degli atti di gara». Ancora in altri termini, fuori dal linguaggio della magistratura: gare su misura, tagliate apposta a favore di qualcuno. Le appropriazioni. C’è infine la parte più manifesta, l’appropriazione di denaro pubblico. Funzionari periferici scoperti a rubacchiare, ma anche e soprattutto gli onorevoli regionali che sfilano ormai da anni nei tribunali per aver intascato i fondi del rispettivo gruppo politico: con la sentenza penale, qualcuno ha già ricevuto quella contabile. Come dire: chi non l’ha già fatto dovrà restituire, si spera presto, i soldi al consiglio regionale.
 
 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 26 febbraio 2016 / Lettere e commenti Pagina 17
LA PAROLA AI LETTORI >> RISPONDE MANLIO BRIGAGLIA
Più punti al diploma che alla laurea: un nonsenso
Caro professore, mi rivolgo a Lei proprio per la sua qualifica di professore universitario. Saprebbe darmi una spiegazione per cui un giovane dovrebbe laurearsi? Il 22 febbraio partecipo a un concorso al Comune di Guspini nella cui graduatoria finale il diploma è superiore a qualsiasi laurea e specializzazione post-laurea, e un colloquio, di presumibilmente cinque minuti, spazza via quindi anni di studio e lavoro. Se non mi credete leggete pure il bando per assistente amministrativo b3 del Comune di Guspini. Certo di una vostra risposta porgo i più cordiali saluti.
Roberto Satta, Bono

* * * Caro Satta, pubblichiamo la Sua lettera anche se ormai il Suo concorso è bell’e fatto, e forse anche si sapranno i risultati. Quello su cui posso provare a ragionare è invece un tema che è stato affrontato mille volte in mille modi, e sempre senza un risultato concreto: cioè la frequenza con cui, in molti concorsi pubblici, soprattutto di Comuni e (ex) Province e amministrazioni simili, il diploma, che si consegue normalmente con 13 anni di studi, viene calcolato nella graduatoria finale più della laurea, che si consegue, al livello più basso e nelle facoltà più “corte”, minimo in altri tre anni: in tutto 16. Così una domanda sorge spontanea (come diceva una volta la tv): qual è la ratio, cioè la motivazione, di una scelta come questa? Non so quante risposte ci siano: credo, nessuna che abbia un senso. Mettiamo, per esempio, che pagare lo stipendio a un impiegato con diploma costi meno che pagare lo stipendio a un impiegato con laurea (i Comuni sono tutti, come si dice a Sassari, “a mela di terra”). O mettiamo che i banditori del concorso pensino che per quel lavoro uno col diploma basta a e avanza. Oppure che uno con la laurea rischia di andarsene al più presto, non appena trova un posto migliore. Bandi di concorso come questo di Guspini ce ne sono in tutta Italia, e se ne parla spesso, tirando in ballo l’altro tema caro ai critici della pubblica amministrazione: cioè quello del valore legale del titolo di studio. Dove, confrontando il nostro sistema con quello di tanti altri Stati del mondo, risulta chiaro che questo valore legale sopravvive quasi soltanto da noi e che le nazioni più avanzate fanno più attenzione al curriculum del candidato e alle qualità reali che dimostra alle prove d’esame piuttosto che al “pezzo di carta” uscito da uno dei tanti esamifici italiani. Veda Lei.

 


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