Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 February 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Un'app permetterà ai padroni di far giocare i cani soli a casa 
SENORBÌ. L'idea di un giovane universitario: «Vogliamo costituire una società»
 
Cliccando su un dispositivo installato sul telefono cellulare si potrà - a distanza - far giocare il proprio amico a quattro zampe a casa da solo. Si potrà, inoltre, comunicare con lui, facendo in modo che non soffra di solitudine, dovuta alla momentanea assenza del padrone. Questo sarà possibile grazie al BautifulBox, una nuova consolle elettronica, nata dall'inventiva di un giovane studente di Ingegneria elettronica di Senorbì, Daniele Lecis, 22 anni, e dall'intraprendenza dei suoi amici Maurizio Piredda, 26 anni laureato in Economia, e Daniela Mura, studentessa di 21 anni della facoltà di Scienze della comunicazione dell'Università di Cagliari.
L'IDEATORE «Il progetto BautifulBox - dice Danile Lecis - nasce con l'idea di risolvere il problema dei padroni, che in certe occasioni sono costretti a lasciare il cane a casa. Attraverso questo strumento interattivo, l'animale è intrattenuto e con una sorta di gioco a premi, che dovrà risolvere autonomamente, e si sentirà meno solo». Il padrone sarà in grado di mettersi in contatto con il cane e controllarlo costantemente. «Abbiamo sviluppato anche un'applicazione e attraverso uno smartphone - aggiunge lo studente - sarà possibile verificare e gestire la console, impostando i tempi e i modi di attivazione». I giochi proposti con lo strumento elettronico, sono studiati per favorire anche la stimolazione mentale del cane. «È chiaro che dovrà sforzarsi il più possibile - prosegue il giovane di Senorbì - per risolvere il gioco e di conseguenza ricevere il premio». Il progetto è stato supportato, durante il suo sviluppo, da un'accurata indagine di mercato. «Con dei questionari online - fa presente Maurizio Piredda - sono state contattate migliaia di persone. Circa l'ottanta per cento si sono mostrate interessate alla nostra invenzione e addirittura ci hanno chiesto se era possibile già acquistare la consolle. Questo significa, che le possibilità di successo nel mercato sono veramente elevate».
IL LAVORO Per sviluppare ulteriormente i programmi del BautifulBox, gli ideatori hanno messo su un team di giovani tra i 20 e i 32 anni, che lavorano costantemente sul progetto. Una squadra di cui fanno parte gli addestratori cinofili Andrea Piras e Manuela Satta, Francesca Desogus, studentessa di Architettura, Melinda Lilliu, studentessa di Giudisprudenza e Matteo Caredda, studente di informatica. «In questo momento abbiamo funzionanti due prototipi - concludono Lecis e Piredda - che stiamo sempre testando con ottimi feedback. Stiamo per di più partecipando al percorso formativo dell'Università di Cagliari, denominato Contamination Lab, nato con l'intenzione di favorire la cultura imprenditoriale e la creazione di nuove startup. Vorremo costituire una società, farci conoscere e aumentare la nostra velocità d'ingresso sul mercato. Dare in questo modo il nostro contributo all'economia locale e portare un ventata d'innovazione all'attuale realtà imprenditoriale sarda».
L'OBIETTIVO Sempre, però, non tralasciando il fine principale della singolare invenzione, quello di creare del benessere per l'amico a quattro zampe e dare più tranquillità al suo padrone.
Federico Matta
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 25 - Edizione CA)
Asinara, il gene Tyr modificato rende bianchi gli asinelli
SCIENZA. La scoperta fatta dal ricercatore Valerio Joe Utzeri, “cervello in fuga” a Bologna
 
Una curiosità svelata, una scoperta che aprirà nuovi scenari e opportunità per la Sardegna, una conferma di quelle che sino a qualche settimana fa erano solo supposizioni. Il bianco candido degli asinelli che colorano l'isola dell'Asinara è dovuto a un gene la cui mutazione ne determina l'albinismo.
Lo studio, durato oltre un anno, è stato portato avanti da Valerio Joe Utzeri, ricercatore dell'università di Bologna, sardo, ventottenne “cervello in fuga” con laurea da 110 e lode, titolare di un dottorato di ricerca in Scienze e tecnologie agrarie ambientali e alimentari sotto la guida del professor Luca Fontanesi. La ricerca, che ha isolato e sequenziato il gene Tyr (tirosinasi), oltre a risolvere un quesito lungo 40 anni e spiegare la colorazione di questi animali simbolo del parco, apre una nuova frontiera sulla comparsa di questo raro fenotipo sull'isola. Spazzando via tante leggende, rivela che si tratterebbe molto probabilmente di una specie autoctona e potrebbe rappresentare uno strumento utile per tenere un monitoraggio costante ed evitare, così, il rischio estinzione.
«Sembra strano, ma dal punto di vista genetico nessuno aveva mai pensato a dare risalto scientifico alla colorazione degli asinelli - spiega Utzeri - ; da diverso tempo per l'asinello bianco dell'Asinara si parlava di albinismo ma non esistevano ancora studi genetici per capire quale fosse il motivo molecolare di quel fenotipo. A parte alcuni individui più abituati ai turisti e allo staff del Parco Nazionale, gli asinelli bianchi all'Asinara vivono praticamente senza aiuto dell'uomo e in natura non ho trovato esempi di gruppi di mammiferi che allo stato selvatico mantengano in numero così elevato un fenotipo del genere».
Dopo il via libera dell'Ente Parco a compiere i prelievi necessari, Utzeri ha campionato i ciuffi di crine estratti da 17 asini bianchi e da 5 dal mantello classico arrivando così alla scoperta. «Una volta estratto il Dna - conclude - i dati ottenuti dal sequenziamento del gene Tyr (tirosinasi) hanno evidenziato una mutazione che accomuna tutti gli asini bianchi e li distingue da tutti gli asini colorati. Negli asini bianchi l'enzima chiave che, per ragioni biochimiche permette la formazione delle melanine e quindi della colorazione del mantello, è geneticamente compromesso e il gene che lo codifica è proprio il gene Tyr».
Gianluca Zorcolo
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
«Paghiamo l'assenza dei servizi base»
Il ricercatore: nei piccoli centri servono trasporti, internet veloce e progetti turistici
 
Prima, lo smantellamento delle ferrovie. Poi, pian piano, la banca e la posta che hanno iniziato ad aprire solo un paio di giorni la settimana, le scuole che si sono dovute consorziare, il medico presente in ambulatorio poche ore. «Funziona così, lo spopolamento, ed è diffuso in tutto l'interno della Sardegna, dagli anni Cinquanta a oggi c'è stato l'impoverimento dei servizi e la gente se n'è andata». Marco Sideri, ricercatore del Crenos e responsabile scientifico delle ricerche sui flussi migratori e sullo spopolamento della Sardegna delle Acli, è sindaco di Ussaramanna.
«Fino all'anno scorso il saldo naturale è comunque riuscito a compensare, adesso non più, e ci vorrebbe una presa di coscienza da parte della Regione per frenare il disastro, non soltanto interventi spot che non risolvono nulla. Penso, ad esempio, a un Fondo anti-spopolamento».
Racconta Sideri che il suo paese negli anni Sessanta aveva un migliaio di abitanti, adesso ne conta 550. Cosa si potrebbe fare? «Bé, innanzitutto bisogna investire sui trasporti. Vivere a Ussaramanna e lavorare a Cagliari sarebbe possibile se ci fosse la certezza che il viaggio non sia un'avventura». Altre soluzioni per riportare gente e vita riguardano Internet veloce e iniziative legate al turismo. «Se avessimo la banda larga, qualche piccola impresa potrebbe operare da qui, se ci fosse la promessa pista ciclabile, potremmo creare un percorso di ciclo-turismo. Invece per il momento ci sono stati annunci e nessun atto concreto». Significativo, tra l'altro, l'iter di un progetto per rivitalizzare il centro storico del paese: «Abbiamo un finanziamento di 500mila euro, dal 2009, per costruire 4 alloggi nel centro storico. Si è fatto l'appalto, poi la ditta è finita sotto indagine, nel frattempo Area è stata commissariata dalla Regione. Insomma, quelle risorse sono, diciamo così, congelate, e in sei anni non è stato messo manco un mattone». (cr. co.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 12
GIORNATA internazionale
Epilessia, Sassari centro di eccellenza
di Gabriella Grimaldi
 
SASSARI Una giornata intera, oggi, dedicata all’informazione e allo screening sull’epilessia. Una patologia neurologica tra le più diffuse, con un’incidenza di un malato su 100 abitanti: si stima che in Europa quindi circa 6 milioni di persone soffrano di una delle tante forme di epilessia e che in Italia ne siano affette circa 500mila. Centro nazionale. Nel Centro per la diagnosi e cura dell’epilessia all’interno della struttura complessa di Neuropsichiatria infantile dell’Azienda ospedaliero universitaria sono 1300-1400 i pazienti in carico ai medici specializzati in questa patologia. «Come centro nazionale accreditato Lice (Lega Internazionale contro l’Epilessia) – spiega la responsabile Susanna Casellato – abbiamo deciso di partecipare alla Giornata internazionale con un programma articolato. Non solo daremo informazioni sulla malattia, quanto mai necessarie per il peso negativo che ancora questo male si porta dietro sotto il profilo sociale, ma ci metteremo a disposizione, i miei colleghi e io, per sottoporre persone già in lista d’attesa a prima visita e per effettuare elettroencefalogrammi dalle 8 del mattino fino alle 5 di pomeriggio». La malattia. Un impegno eccezionale, dunque, per coinvolgere la popolazione sugli effetti di una malattia aggravata dal pregiudizio. «Ancora oggi, nel 2016 – dice infatti la dottoressa Casellato – i malati di epilessia e le loro famiglie tendono a nascondersi perché questo male viene associato a problemi psichiatrici o a ritardi mentali. Si tratta invece di un malfunzionamento a livello neurologico che, se diagnosticato precocemente e curato, ma in tanti casi recede spontanemente dopo l’età dello sviluppo, consente una vita perfettamente normale». La giornata. Per questi motivi la giornata di oggi ha proprio la funzione di sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema che coinvolge bambini e adolescenti quando è cruciale un corretto inserimento sociale. E c’è da dire che i medici della Neuropsichiatria hanno organizzato una giornata particolarmente ricca consentendo a molti pazienti di accedere a visite e controlli per i quali avrebbero dovuto attendere molto di più. I problemi. Infatti uno dei problemi che si sta verificando anche in questo settore, dopo una serie di tagli al personale, il blocco del turnover e l’applicazione della normativa europea sui turni di riposo fra una guardia e l’altra, è l’allungamento delle liste d’attesa per le visite finalizzate alla diagnosi della malattia. «Prima riuscivamo a fissare la prima visita entro una settimana e l’elettroengefalogramma entro venti giorni – aggiunge Casellato –. Oggi non è più possibile perché l’altro medico che assieme a me seguiva i pazienti è andata in maternità e non è stata sostituita. È ovvio che nelle emergenze tutti i colleghi della struttura sono in grado di intervenire con competenza ma il lavoro relativo alle diagnosi e alle terapie necessarie è rallentato». Disagi gravi. Un grave disagio visto che al reparto di Sassari, unico centro regionale oltre a quello di Cagliari, si rivolge tutta la popolazione del Nord e Centro Sardegna. E si tratta di un centro di eccellenza, considerato che i neuropsichiatri della clinica eseguono diagnosi precocissime finalizzate, quando ci sono i presupposti, all’intervento chirurgico risolutivo dell’epilessia. I bambini. È infatti una bambina diagnosticata a Sassari la persona più giovane al mondo ad essere stata operata per l’epilessia a Milano: aveva appena due mesi circa sei anni fa. Un fatto eccezionale che fa capire quanto sia importante che la politica sanitaria sarda, in un momento di grandi cambiamenti determinati dalla riforma appena varata e dall’accorpamento del Santissima Annunziata all’Azienda ospedaliero universitaria, punti a salvaguardare le eccellenze presenti in tutti i territori dell’isola. Isolati. «E che il ministero – conclude Susanna Casellato – tenga sempre presente il fatto che la Sardegna è un’isola da dove gli spostamenti sono estremamente difficili e dentro la quale spostarsi è ancora più complicato». C’è da sperare che la giornata di oggi serva non soltanto a sensibilizzare la popolazione sui pregiudizi nei confronti dell’epilessia ma anche a far riflettere chi decide sul futuro della sanità sugli enormi costi che comporta rallentare le diagnosi e le cure in questo come in tanti altri settori. Se ne parla da tempo, ma restano gravi ritardi. L’Open Day per l’epilessia si svolgerà presso la clinica di Neuropsichiatria infantile, Centro per la diagnosi e la Cura dell’Epilessia dell’Età evolutiva, nella “stecca bianca”, padiglione 3, scala E, al terzo piano.
 

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