Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
31 January 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Università
Internet, arriva un progetto integrato
contro gli “attacchi” in rete
 
Un sistema integrato per classificare pagine Internet che hanno subito “attacchi” in Rete: è l'obiettivo del progetto di ricerca Ill-Buster che si è concluso nei giorni scorsi con una conferenza finale. All'iniziativa, coordinata dagli specialisti del dipartimento di Ingegneria elettrica dell'Università di Cagliari, ha visto la collaborazione degli esperti della Guardia di finanza e della Polizia postale: militari e agenti hanno ricevuto un attestato di riconoscimento. (m. v.)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 50 - Edizione CA)
Premio Silvana Olla
 
Il premio Silvana Olla verrà assegnato a una laureata dell'Università di Cagliari, mercoledì 3 febbraio, alle 17,30, al Centro di Documentazione e Studi delle Donne, via Falzarego 35, Cagliari. Il premio è un omaggio a una delle socie scomparsa.
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
UNIVERSITA’
Il presidente Ersu: «Campus votato da 3 Cda»
 
Il presidente dell’Ersu dice la sua sul campus universitario e sui venti milioni regionali persi il 31 dicembre. E al sindaco Nicola Sanna, che lo ha accusato di essere andato dritto per la sua strada, Poggiu replica: «Il progetto è sempre stato uno, solo lui ha parlato di residenze diffuse nel centro storico».
A PAGINA 17
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 17
campus universitario
Poggiu: «Non sono il dittatore dell’Ersu»
di Daniela Scano
 
SASSARI «Il Campus universitario l’ho voluto io più dei sassaresi, ma non avrei mai potuto decidere dove realizzarlo. Non sono il dittatore dell’Ersu». Gianni Poggiu, presidente dell’Ente regionale per il diritto allo studio, parla del progetto finanziato dal Cipe nel 2011, del co-finanziamento regionale di 20 milioni sfumato il 31 dicembre. Poggiu risponde anche al sindaco che l’ha accusato di avere perso troppo tempo.
Nicola Sanna dice che l’Ersu è sempre andato da solo nel suo progetto del Campus, senza condividere le scelte con la città. Cosa risponde?
«Io dico che non è andata così e lo dimostro. All’inizio di questo percorso ci sono stati incontri informali con l’allora sindaco Gianfranco Ganau, che ho il piacere di conoscere perché siamo entrambi medici, ma in seguito ci sono stati anche tre passaggi formali. Il primo, subito dopo il finanziamento del Cipe, quando Ganau venne convocato in Cda per discutere il progetto».
E Ganau cosa disse in quella occasione?
«Si informò, ma soprattutto cercò di capire come si poteva realizzare il progetto senza perdere il finanziamento. Perché questa è sempre stata la nostra principale preoccupazione. Ci tengo a dire che in quella occasione si parlò sempre e solo di Campus, mai di residenze diffuse. E non poteva essere altrimenti, visto che il progetto è nato così ed è stato approvato da tre Cda dell’Ersu. Il mio predecessore, Antonello Mattone, aveva avuto questa idea e io ho l’ho sposata. Inoltre, proprio per non perdere i fondi, le linee guida del campus devono rispettare standard europei».
Il sindaco Sanna però sostiene che nella bozza di finanziamento Cipe non c’è scritto che l’Ersu “deve” realizzare un campus. Insomma, che potrebbe anche fare un’altra cosa.
«Il primo a parlare di residenze diffuse è stato nel 2014 il sindaco ed è entrato in argomento inappropriatamente, perché erano in corso dei bandi pubblici che non si possono interrompere uscendo sulla stampa. Il discorso però è un altro. Le risorse del Cipe sono sempre state destinate a un progetto unico che si chiama “campus universitario”. Tre consigli di amministrazione dell’Ersu hanno votato questa soluzione e nel 2014 il progetto è stato considerato strategico anche dalla giunta Pigliaru. Questa soluzione non è stata imposta da me che non sono il dittatore dell’Ersu».
Ha parlato di tre momenti di confronto con la città. Quale fu il secondo?
«Ci fu un lungo periodo in cui tra il Puc e il Prg non prevaleva nessuno strumento urbanistico. Andai in Comune per cercare una soluzione. Erano presenti il presidente della commissione Urbanistica, l’assessore ai Lavori pubblici e l’architetto incaricato di redigere il Puc».
E il terzo passaggio?
«Nel marzo 2014 l’ente ha chiesto un incontro ai rappresentanti del Comune e dell’Università. Si sono presentati quasi tutti i consiglieri e gli assessori, tra i quali l’attuale sindaco, proprio per discutere sulla possibilità di nuove soluzioni. Era un mese critico: il 4 febbraio si era chiuso definitivamente il procedimento delle ex Semolerie, e stava per arrivare il commissario perché Gianfranco Ganau doveva candidarsi alle regionali».
Si, ma il finanziamento è del 2011. Non è stato perso troppo tempo alla ricerca di aree private?
«È vero il contrario. Faccio un passo indietro per dimostrare che si voleva spendere meno possibile e trovare una soluzione in una servitù militare. All’inizio l’Ersu si interessò all’area della Gonzaga dove l’esercito faceva le esercitazioni: quattro ettari a ridosso di impianti sportivi in via Carlo Felice. Andai a Roma per parlare con l’allora sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga. Questa fu la prima idea, ci sono documenti protocollati anche se l’idea non è stata realizzata».
Nel frattempo erano arrivate le risorse Cipe...
«Prima di procedere alla pubblicazione di un nuovo avviso pubblico inviammo alla Università e al Comune una richiesta per verificare la disponibilità di un’area di loro proprietà che però, per non perdere il finanziamento, doveva essere idonea al programma approvato dal Cipe e del decreto ministeriale che stabilisce le linee guida dei paramentri tecnici ed europei per le residenze universitarie. Non trovando quest’area si è proceduto alla cosa più normale, cioè alla pubblicazione di un bando pubblico per reperire un’area che avesse quelle caratteristiche. Noi non abbiamo mai deciso dove dovesse essere e se dovesse essere pubblica o privata. L’unica cosa che si era deciso era che doveva essere un’area a ridosso delle strutture universitarie, per venire incontro alle esigenze degli studenti universitari fuorisede privi di mezzi di locomozione.».
Il sindaco Sanna è fermamente convinto del fatto che le residenze universitarie diffuse siano strategiche per il ripopolamento del centro storico.
«Il suo discorso sul centro storico è legittimo, ma Sanna è arrivato nel 2014 quando erano già stati fatti i bandi pubblici ed erano già state destinate le risorse».
È vero che il bando prevedeva altre soluzioni?
«Assolutamente no. Non è che faccio finta di non vedere le esigenze della città, alla quale sono affezionato, ma il nostro ente è destinato a occuparsi di altro: vale a dure del destino di questi ragazzi. Stiamo parlando di giovani sardi che hanno le capacità, che sono il futuro della Sardegna e che devono essere aiutati. Ma evidentemente questo non interessa a tutti i sassaresi».
Presidente Poggiu, l’accusano di avere fatto perdere venti milioni di fondi regionali.
«Non è affatto vero. Si è sempre parlato di non perdere i fondi Cipe e questi non solo non sono stati persi, ma sono aumentati. Avevamo venti milioni e sono diventati 23 e mezzo. Gli altri venti milioni, che erano delle Finanziarie regionali 2007, 2008 e 2009, erano stati messi nel capitolo ma non sono mai stati deliberati per lo scopo “Campus di Sassari”. Noi abbiamo sempre contato sul fatto che avevamo venti milioni di Fondi Fas e venti milioni regionale. I fondi Fas ci erano stati garantiti, purché rispettassimo o parametri. I fondi regionali non sono stati deliberati. Non mi chieda perché: non lo so».
 

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