Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 January 2016

 

RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO
 
 
 
1 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 10 - Edizione CA)
Soldi per un progetto? Boom del «crowdfunding»
 Nuova frontiera del credito: in Sardegna finanziati anche gli interventi anti-alluvione
 
Un team di ricercatori cagliaritani l'ha sfruttato per raccogliere i fondi necessari a completare uno studio avveniristico tra ingegneria e neuroscienza, la Scuola civica di musica di San Sperate per la ristrutturazione di un antico pianoforte, la cantante algherese Claudia Crabuzza per la realizzazione del suo nuovo disco. Ma soprattutto tra le campagne più fruttuose (la sesta in Italia per importo raccolto) c'è quella promossa per destinare aiuti dopo l'alluvione in Gallura che ha raccolto quasi 140mila euro.
È il crowdfunding (letteralmente "finanziamento della folla"), la modalità di raccolta fondi collettiva e dal basso che consente a chi ha un'idea - anche imprenditoriale - di poterla realizzare o completare attraverso risorse donate da chiunque sposi il progetto e desideri contribuire alla sua riuscita.
La forma di raccolta fondi più utilizzata nell'era della sharing economy in tutto il mondo ha consentito di raccogliere oltre 16,2 miliardi di dollari per la realizzazione di progetti che vanno dall'arte e dalla cultura al sociale, passando per l'immobiliare, la politica e l'impresa. Se, infatti, nella Penisola si iniziò a parlare di crowdfunding circa dieci anni fa con la nascita di "Produzioni dal basso" (la prima piattaforma online creata ad hoc), oggi sono 82 i portali dedicati, più che raddoppiati nell'ultimo anno e l'Italia è tra i pochi Paesi ad aver regolato dal punto di vista normativo il sistema.
Ma è il giro d'affari generato che fa del crowdfunding la nuova frontiera del reperimento di risorse: con i suoi 56,8 milioni di euro dall'inizio del 2015, il valore delle raccolte in tutta Italia ha registrato un +85% rispetto ai 30,6 milioni di euro del 2014.
Le cifre emergono dal report 2015 realizzato dall'Università Cattolica di Milano che analizza il fenomeno attraverso i dati raccolti dalle piattaforme web di riferimento, siti che facilitano l'incontro tra la domanda di finanziamenti da parte di chi promuove i progetti e l'offerta di denaro da parte degli utenti. Le piattaforme sono divise in categorie, determinate in base a cosa viene dato in cambio ai donatori: ricompense (di ogni tipo, dai gadget all'incontro con l'artista, se il progetto riguarda un film o un disco), donazioni (in questo caso in cambio c'è solo la riconoscenza), equity (una quota della società), debito (i soldi vengono quindi dati in prestito).
Per il tipo di campagne pubblicate sulle piattaforme, si tratta per il 37% di campagne creative e culturali, per il 34% sociali e per il 20% imprenditoriali. Secondo la ricerca, in Italia il progetto che ha raccolto più fondi grazie al crowdfunding è la ricostruzione della Città della Scienza di Napoli, distrutta da un incendio nel 2013, per cui è stato raccolto quasi un milione e mezzo di euro.
Marzia Piga
 
 
 
2- L’Unione Sarda
Università
Studi del virologo Tramontano e del suo team su riviste internazionali
 
I risultati scientifici del gruppo di ricerca guidato dal professor Enzo Tramontano sbarcano nelle pagine di due prestigiose riviste scientifiche internazionali: Retrovirology e PlosOne. Gli studi del virologo, ordinario di Microbiologia generale del dipartimento di Scienze della vita e presidente della facoltà di Biologia, si sono concentrati sul meccanismo di funzionamento dei retrovirus (come l'HIV). Le due ricerche sono firmate come primi autori da due giovani ricercatrici dell'Ateneo che hanno svolto gli studi all'interno del loro percorso di dottorato: Laura Vargiu e Angela Corona. (m. v.)
 
 
 
3- L’Unione Sarda
Università
Chiara Garau, ricercatrice cagliaritana, scelta dal Ministero tedesco
 
Chiara Garau, ricercatore in tecnica e pianificazione urbanistica al Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell'Università di Cagliari, è stata selezionata come “international scientist” dal ministero federale tedesco dell'Istruzione e della Ricerca e dal Servizio di Scambio Accademico tedesco per partecipare al programma “Science Tour 2016: City of the Future - Research for Sustainable Urban Development” che si svolgerà in Germania dal 31 gennaio al 5 febbraio. Il programma ha coinvolto 30 scienziati internazionali, tra i quali Chiara Garau, che sarà l'unica italiana a discutere su tematiche relative alle smart cities e al futuro sviluppo urbano. Il programma offre ai ricercatori l'opportunità di definire aree di interesse comune come punti di partenza per una futura cooperazione.
 
 
4 – La Nuova Sardegna
Sardegna – Cagliari 24 ore, pagina 7
Medicina
Nuova scoperta sull’Hiv di due ricercatrici sarde
 
 È stato pubblicato uno studio condotto da ricercatori dell’università di Cagliari che identifica un «nuovo e promettente» inibitore del virus dell’HIV. Il gruppo di ricerca guidato dal professor Enzo Tramontano, ordinario di Microbiologia Generale , ha pubblicato il lavoro sulle riviste internazionali Retrovirology e PlosOne. Le prime firme sono di due giovani ricercatrici: Laura Vargiu e Angela Corona
 
 
 
5 – La Nuova Sardegna
Sardegna – Cagliari 24 ore, pagina 7
Innovazione
L’università all’avanguardia per l’efficienza energetica
 
 Si è svolto a Wiehl in Germania il terzo meeting del progetto europeo NETfficient, finanziato dalla Ue. Il progetto vede coinvolti anche l’università di Cagliari ed il CRS4. Il prossimo appuntamento si terrà a Cagliari a giugno e sarà l'occasione per fare il punto e valutare se utilizzare le tecnologie messe a punto anche su una scala più grande come quella del capoluogo sardo.
 
 
6- La Nuova Sardegna
Prima Pagina, Continua in Lettere e Commenti - Pagina 17
UNIVERSITÀ MORTIFICATA DAI TAGLI
 
di EZIO LACONI. Ma l'Università serve a qualcosa? La domanda, per quanto politicamente scorretta, è legittima e, di questi tempi, addirittura opportuna, visto il disinteresse reiterato del governo nei confronti di questa istituzione. L'ultima recentissima conferma di questo atteggiamento si è avuta con il bando per Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale (Prin), emanato dal Ministero per l'Università, Istruzione e Ricerca (Miur) e chiuso lo scorso 15 gennaio. Si tratta di un bando molto importante, in quanto costituisce lo strumento principale attraverso cui lo Stato finanzia una delle attività istituzionali dell'Università, la ricerca. In altre parole, se l'Università esiste per fare (anche) ricerca, è ragionevole che lo Stato la metta in condizioni di poter svolgere il compito per cui esiste, prevedendo le risorse necessarie. Sennonché il bando Prin cui si è fatto cenno rappresenta una clamorosa smentita rispetto a questi obiettivi. Intanto perché si tratta di un bando che dovrebbe avere cadenza annuale, e invece erano 3 anni che non veniva emanato. Ma soprattutto perché mette a disposizione una quantità di risorse talmente esigue che, si prevede, consentiranno di finanziare solo 1 su 20 (il 5%) dei progetti presentati. Ciò significa che, almeno per quanto dipende dal Miur, il 95% della ricerca che si svolge nei nostri Atenei non potrà essere finanziata. Naturalmente è del tutto legittimo che il Ministero stabilisca dei criteri in base ai quali sostenere alcuni progetti o filoni di ricerca piuttosto che altri. Ciò che non è accettabile è che l'applicazione di tali criteri sia pesantemente condizionata dalla quantità irrisoria di fondi messi a disposizione, con il risultato che anche progetti scientificamente molto validi non riceveranno risorse per poter essere portati avanti. Detto in parole semplici, il governo del nostro Paese non determina le condizioni affinché l'Università adempia a uno dei suoi compiti istituzionali. Di qui la domanda iniziale che, in questo senso, smette di essere retorica e diventa pericolosamente molto fondata. Tanto più che quello dell'assenza di finanziamenti pubblici per la ricerca non è l'unico problema che grava sull'Università. Come riportato dalla stampa nei giorni scorsi, vi è stata negli ultimi anni una drastica riduzione sia di docenti che di personale amministrativo, unita a una consistente diminuzione dei fondi destinati al funzionamento degli Atenei. Ce n'è insomma abbastanza per dubitare seriamente del fatto che il governo attribuisca un'importanza strategica all'Università pubblica, sia come sede di elaborazione e diffusione del sapere, sia come istituzione fondamentale con un ruolo attivo nel tessuto sociale in cui opera. Quale che sia l'obiettivo a lungo termine di una simile strategia, essa si delinea ormai in tutta la sua scelleratezza e necessita dunque di una forte opposizione da parte di chi ha a cuore le sorti della nostra Università e del Paese che la esprime.
*docente di patologia e fisiopatologia all’Università di Cagliari testimonial dell’Airc

 

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