Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 January 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
LA MEMORIA. All'Università
Giovani vite spezzate della Shoah
 
Commemorazione della Giornata della memoria 2016 all'Università. Martedì alle 15.30, nell'aula degli Specchi del corpo aggiunto del Polo umanistico, si svolgerà un incontro organizzato dal Dipartimento di Storia, beni culturali e territorio, dall'Issra e dall'istituto D. Scano, coordinato dal professore Francesco Atzeni. Interverranno i docenti Enzo Collotti, Bruno Maida e Donatella Picciau. La manifestazione avrà al centro la vicenda di Anna Frank e il tema delle vite spezzate dei giovani nella Shoah. Al centro dell'attenzione saranno la storia di Anna, l'occupazione nazista dell'Olanda e la condizione degli ebrei e di coloro che lì si erano rifugiati per sfuggire alle persecuzioni, l'elevato grado di collaborazionismo degli apparati amministrativi locali alla Shoah e le azioni di solidarietà delle persone comuni che ospitarono e nascosero migliaia di ebrei.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
In Breve
UNIVERSITÀ
 
Venerdì 5 febbraio seduta congiunta pubblica di Senato accademico e cda dell'Università di Cagliari. L'iniziativa è stata organizzata per denunciare l'allarme-tagli sui finanziamenti statali in conseguenza del quale l'Ateneo rischia di essere fortemente penalizzato.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca Italiana (Pagina 11 - Edizione CA)
ROMA. I dati dell'Ispettorato
Nel 2014 licenziati 227 statali super-assenteisti
 
ROMA Sono 227 le persone licenziate nella Pa nel 2014, soprattutto per assenze, ingiustificate o non comunicate nei termini di legge (84 licenziamenti). I dati dell'Ispettorato sono disponibili sul sito del ministero della Funzione Pubblica. I dati sono in leggero aumento rispetto all'anno precedente, ma in linea con gli anni precedenti.
Salgono a 63 i licenziamenti per inosservanza delle disposizioni di servizio, negligenza, comportamenti scorretti verso colleghi o utenti. Il 37% dei licenziamenti è quindi causato da assenze anomale dal servizio. Seguono le espulsionì dovute a reati (72, valgono il 32% del totale). In forte crescita rispetto al 2013 (+80%) i licenziamenti per cattiva condotta (63, pari al 28%). Una piccola parte è invece connessa ad attività extralavorative non autorizzate, il doppio lavoro (8, pari al 3%). I licenziamenti si sono così ripartiti: 81 nella scuola (anno 2013/2014), 77 nei ministeri e nelle agenzie, 34 nelle Asl e nelle aziende ospedaliere, 19 negli enti pubblici, 14 nell'università e 2 nei Comuni.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
Nasce nel Foro l'identità sarda 
“Natione sardus: una mens, unus color, una vox, una natio” di Attilio Mastino Cicero pro domo nostra
Paolo Pillonca
 
V enti secoli abbondanti sono trascorsi da quando l'avvocato Marco Tullio Cicerone, acre nemico dei Sardi, difese nel foro romano dall'accusa di concussione il famigerato Marco Emilio Scauro, allora proconsole in Sardegna. Correva - quanto corre il tempo! - l'anno 54 avanti Cristo, la stagione volgeva all'autunno: era il 2 di settembre quando Cicero pro domo sua prese la parola in quel foro dove si dice fosse allora un principe (Gaio Sempronio Gracco, per il quale lo stesso Cicerone scrisse: «Nessuno fu più splendidamente e riccamente dotato di eloquenza», era morto da tempo). In quel tribunale decideva un uomo insospettabile: Marco Porcio Catone junior detto l'Uticense per distinguerlo dal suo avo più famoso, il Censore, quello del monito “delenda Carthago”. Catone il giovane era nato nel 95 e morì suicida a Utica nel 46 a.C. per non cadere nelle mani di Cesare. Si tratta della stessa nobile figura posta da Dante a guardia del Purgatorio come simbolo di valori supremi («Libertà va cercando ch'è sì cara/ come sa chi per lei vita rifiuta»). In quell'arringa l'amico di Pompeo e, dunque, avversario di Giulio Cesare come l'Uticense, disse peste e corna dei Sardi, che invece erano cesariani. Ma le saette verbali scoccate contro il popolo di Sardegna, a disdoro delle intenzioni dell'oratore di Arpino, oggi diventano argomento molto interessante nel dibattito sulle identità e sulle lingue minoritarie.
In un saggio dal titolo eloquente, «Natione sardus: una mens, unus color, una vox, una natio» (Sardo purosangue: lo stesso orizzonte culturale, lo stesso colorito, la stessa lingua, la stessa nazione), fra qualche giorno in uscita per l'Archivio Storico Sardo, il professor Attilio Mastino, ordinario di storia romana all'Università di Sassari, si diverte a scovare un'insperata morale della favola nell'orazione per Emilio Scauro. «Proprio da un nemico severo arriva un riconoscimento sostanzioso. Così è ancora più significativo», sorride l'ex magnifico rettore dell'Ateneo turritano.
Mastino fa un'analisi puntuale dell'arringa ciceroniana. Per quanto ci riguarda, sul termine “natio”, ad esempio, dice fra l'altro: «È la comunità di diritto alla quale si apparteneva per vincolo di sangue, partendo dalla terra nella quale si era nati, dal luogo d'origine, di appartenenza o provenienza. Il termine era usato di frequente per indicare anche i barbari che abitavano fuori dall'impero e avevano una propria lingua e tradizione». Non basta: «Natio poteva indicare genericamente un'etnia o poteva essere usato per caratterizzare anche solo un rappresentante di un'entità geografica più ampia, comprendente diversi populi e gentes. Eppure la parola natio contiene pure un aspetto che includeva, sul piano etnico e culturale, il nostro termine nazione , oggi più caratterizzato sul piano identitario, più capace di identificazione specifica, riferito a popoli che hanno in comune lingua, arte, storia, tradizioni».
Poi c'è la “vox”, la lingua dei Sardi di allora, «non quella cananea dei Cartaginesi ma il protosardo degli eredi dei nuragici, la lingua perduta che ha preceduto il latino, un suono indistinto, un frastuono fatto di parole incomprensibili ma comunque di accusa nei confronti di Scauro», dice ancora Attilio Mastino. Nell'arringa Cicerone si chiede «come sia possibile credere a un gruppo di testimoni sardi, in quanto hanno tutti lo stesso colorito olivastro, parlano tutti la stessa lingua indecifrabile e tutti, nessuno escluso, appartengono alla stessa nazione».
A questo punto forse ha ragione Antonio Sanna. Il compianto linguista bonorvese sosteneva una tesi precisa: la romanizzazione linguistica della Sardegna è opera dei missionari cristiani, arrivati nell'Isola almeno due secoli dopo la sceneggiata di Cicerone a favore di Scauro.
Per i Romani del primo secolo avanti Cristo come Marco Tullio Cicerone, la lingua parlata in Sardegna, incomprensibile ai cittadini di Roma, era un segno primario di identità del nostro popolo, considerato “natio” (nazione) nel senso più ampio della parola. Il saggio di Attilio Mastino è copioso di note e di riferimenti storico-letterari dotti, com'è giusto che siano negli scritti diretti soprattutto all'ambito accademico. Noi ne abbiamo tratto alcuni spunti risorti a nuova vita in modo irresistibile, come i mandorli in questi giorni. Se gli accademici governanti - ma non sembra alberghino fra loro esperti di storia romana o letteratura latina - tenessero conto di testimonianze di questo genere, la politica culturale della Regione muterebbe sembianze e colorito.
Cinquantamila lune sono sorte e tramontate nel millenario frattempo ma nell'aria si percepisce, distinto, il profumo inebriante della némesi storica.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 41 - Edizione CA)
Nuovi master per formare
gli operatori sanitari del futuro 
NUORO. Università: corsi inediti in Sardegna per gestire le emergenze
 
Il futuro dell'università di Nuoro e la riforma sanitaria si intrecciano nel nome dell'alta formazione. In attesa di conoscere la sostanza in ambito finanziario di quanto la Regione vorrà dare ai corsi nell'accordo stralcio del piano di rilancio del Nuorese e vedere assegnate le tanto attese risorse, ieri all'università di Nuoro sono state presentati i due master di alta formazione: sull'area critica ed emergenza sanitaria per infermieri e sull'infermieristica per la continuità assistenziale territorio-ospedale-territorio.
La città sarà anche teatro del primo laboratorio di tutela europea dei diritti umani fondamentali, laboratorio di attualità che non si è mai svolto in Sardegna. Segnale di quanto l'università nel centro della Sardegna possa essere strategica anche dal punto di vista della formazione per tutta l'Isola. E non solo.
Un concetto ribadito con forza non solo dai docenti, ma anche dal commissario del consorzio universitario Fabrizio Mureddu che ha voluto sottolineare l'importanza e il peso dei master («Presentiamo due novità, si tratta di un momento importante per l'università di Nuoro») e soprattutto dal sindaco Andrea Soddu e dall'assessore regionale alla Sanità Luigi Arru. «La Regione crede alle sedi gemmate nell'ottica però della integrazione della proposta formativa - ha affermato ieri Arru - questa del Consorzio nuorese con i due master sull'infermieristica e uno sui diritti fondamentali è un innovazione utile e coerente con il processo di riforma in atto. Formare degli infermieri - ha aggiunto l'assessore - sulla gestione delle maxi emergenze e delle emergenze urgenze, e sul ruolo fondamentale di integrazione tra il territorio e l'ospedale rappresenta un servizio straordinario che l'università nuorese dà a tutta la Sardegna».
Il futuro dell'assistenza si sta evolvendo con la riforma sanitaria e con la popolazione. A questi cambiamenti si dovrà adeguare la formazione. E quindi anche l'università. Come ha rilevato lo stesso Arru richiamando un recente studio, in Sardegna tra dieci anni il 25 per cento della popolazione avrà più di 65 anni. Questo porterà ad una necessità, correlata alle patologie, di assistenza sul territorio. Nuoro si proietta in avanti con i master presentati ieri che formeranno anche personale capace, ad esempio, di gestire eventi come l'incidente dello scorso 19 gennaio nella metropolitana di superficie di Cagliari. Infermieri in grado di gestire le maxi emergenze, che secondo l'assessore alla Sanità «saranno sempre più frequenti nella società complesse, così come nel caso degli sbarchi di 900 cittadini extracomunitari». E anche in questa nuova emergenza, si integra e si inserisce il laboratorio di tutela europea dei diritti umani fondamentali destinato agli studenti, ai laureati e laureandi, ad avvocati, praticanti avvocati, funzionari pubblici, operatori del diritto, rappresentanti delle Ong specializzate nel settore dei diritti umani, nonché a tutti coloro che intendano approfondire la conoscenza.
«Sono orgoglioso - ha affermato il sindaco di Nuoro Andrea Soddu - con questi master la nostra sede dell'università si vuole candidare a essere una fucina di eventi formativi di prim'ordine, perché dal punto di vista strategico e da quello di attrattore queste iniziative sono fondamentali per avviare un percorso che cambi il territorio. L'università di Nuoro deve avere una fama dove volendo si può studiare ad altissimo livello - ha aggiunto - noi ci crediamo tantissimo, è l'occasione giusta per disegnare una riscossa del territorio e dell'intera Sardegna, e dove uno si può sentire non in periferia ma al centro».
Soddu ricorda come il laboratorio di tutela europea dei diritti umani si inserisce in un momento di attualità: «È un problema a livello mondiale la tutela dei migranti, dei disperati che scappano dalla guerra, come lo affrontiamo? Che fine fanno le convenzioni davanti ai morti? Un laboratorio a Nuoro su questo argomento segna l'inizio di un percorso che domani potrebbe diventare un corso di laurea tra i più attuali e richiesti».
F. Le.
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 40 - Edizione CA)
Iscrizione latina a Cornus
CUGLIERI. Il ritrovamento avvenuto giorni fa
 
La Sardegna archeologica non smette di stupire con i suoi ritrovamenti utili per ricostruire la storia. A pochi passi da Santa Caterina di Pittinuri è stata rinvenuta una iscrizione latina di età imperiale, nei pressi dell'antica città punica di Cornus. È stata ritrovata dal gruppo condotto da Salvatore De Vincenzo dell'Università della Tuscia, ora all'esame scientifico di Attilio Mastino dell'Università di Sassari.
«Un importante tassello della storia della Sardegna romana è venuto alla luce durante gli scavi archeologi nell'antica città di Cornus, sulla sommità della collina di Corchinas, che documenta interessanti aspetti relativi alla storia e all'amministrazione della importantissima città», precisa De Vincenzo.
È il sesto anno che Salvatore De Vincenzo conduce la campagna di scavi nel sito archeologico che attesta un antico insediamento umano nella collina, a metà strada tra Santa Caterina e S'Archittu e a poche centinaia di metri da Columbaris, l'antica necropoli. Dopo aver fatto affiorare un muro di pietre più o meno regolari, unite da malta, risalente alla medio-tarda età imperiale romana, ora questa iscrizione che verrà esposta nel furuto Museo civico archeologico di Cuglieri, di cui De Vincenzo sarà direttore.
Joseph Pintus

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