Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 January 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 11 - Edizione CA)
Tagli alle Università sarde
Si mobilitano i deputati 
Alla Camera un emendamento al decreto Milleproroghe
 
Ci provano i parlamentari sardi a salvare le università della Sardegna, che rischiano pesanti tagli di risorse. Alla Camera è stato presentato un emendamento al decreto Milleproroghe, per chiedere di mantenere per il 2016 la quota dei fondi stabilita per il 2015 per gli atenei isolani. I primi firmatari sono i deputati del Partito democratico Caterina Pes e Francesco Sanna, ma la proposta è stata sottoscritta anche da tutti i colleghi sardi del Pd.
«Il diritto allo studio - afferma Pes - va preservato perché è la leva su cui costruire il domani. Dobbiamo evitare sperequazioni e per arrivare a questo obiettivo bisogna dare il giusto peso al gap dell’insularità. Un gap che invece non è tenuto in considerazione nel costo standard dello studente, parametro fondamentale su cui attualmente si basa l’assegnazione dei fondi».
Per questa ragione, prosegue il ragionamento della deputata oristanese, la condizione di insularità e, di conseguenza, gli ostacoli di carattere infrastrutturale, «non possono non essere tenuti in considerazione nel momento in cui vengono assegnati i contributi statali alle università. Gli atenei isolani devono essere messi in condizione di poter fornire gli stessi servizi di quelli della Penisola e quindi di attenuare gli svantaggi dovuti alla propria condizione geografica».
È noto a tutti, conclude Caterina Pes, «quale sia l’alto costo sopportato per far frequentare ai figli l’Università dalle famiglie. Forse è arrivato il momento di rivedere i parametri» su cui si basa la distribuzione in tutto il territorio nazionale, da parte del ministero per l’Università, dei contributi per gli atenei.
Nei giorni scorsi un allarme per il taglio delle risorse alla formazione accademica isolana era stato lanciato dall’assessore regionale all’Istruzione Claudia Firino: «Lo scenario dei finanziamenti statali agli atenei», aveva fatto notare, «è in calo costante dal 2008», eppure mai come quest’anno si è allargato il divario tra quanto viene garantito alle università del centro-nord e quanto arriva a quelle del Sud. Peggio ancora a quelle di Sardegna e Sicilia.
Analoga preoccupazione è stata espressa dal docente di diritto costituzionale Pietro Ciarlo, prorettore dell’Università di Cagliari.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Sassari (Pagina 39 - Edizione CA)
Il sindaco: salviamo l’Università
SASSARI. Nicola Sanna solidale col rettore dell’Ateneo dopo gli ultimi tagli
 
Università più povere nell’Isola, a dispetto di tutte le eccellenze.
«L’adozione dei nuovi criteri di distribuzione dei fondi statali per le università penalizza le università isolane e del sud Italia, in particolare quelle di media dimensione, quelle della nostra Isola che proprio a causa della insularità non hanno le stesse potenzialità espansive nel numero degli studenti frequentanti».
Parole del sindaco di Sassari, Nicola Sanna, che si schiera accanto ai rettori degli Atenei di Sassari e Cagliari nella richiesta di una rivisitazione dei parametri che consentano una più equa ripartizione delle risorse.
«Abbiamo sempre sostenuto - dice il primo cittadino - e di questo siamo convinti, che Sassari possa e debba essere città della cultura, della scienza e della ricerca e sperimentazione che deve guardare all’Europa e al suo Mediterraneo difendendo e potenziando il ruolo dell’Ateneo turritano. Sassari è una città universitaria, dotata di eccellenze e capacità che si distinguono a tutti i livelli, nazionali e internazionali. Per questo motivo l’università sassarese non può correre il rischio di vedersi ridotti ogni anno i finanziamenti».
«Soltanto attraverso risorse adeguate - prosegue Nicola Sanna - è possibile puntare al miglioramento dell’offerta didattica, sull’alta formazione, a una sempre maggiore internazionalizzazione e all’innovazione tecnologica da trasferire alle nostre imprese e alle nuove generazioni».
«Sono convinto - conclude il sindaco di Sassari - che le azioni comuni poste in essere tra Comune e Università rivestano il fondamentale ruolo di coesione fra le politiche per lo sviluppo e l’occupazione, le strutture di formazione e ricerca e le imprese, fra i saperi e l’occupazione. Ecco allora che un taglio delle risorse nei riguardi dell’università sassarese avrebbe delle sicure ripercussioni negative sulla società sarda, sul mondo del lavoro, sulle comunità della nostra Regione. Mi auguro che il governo regionale si ponga alla testa dell’azione di difesa e potenziamento delle università del Mezzogiorno». L’ultima possibilità di fermare l’emorragia di giovani, costretti a una nuova migrazione.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
I SOCIAL NETWORK. La campagna
Gli studenti sardi: «Non isolateci»
 
Centinaia di condivisioni e adesioni in tutta Italia da parte delle università: la campagna #nonISOLAteci , ideata dall’associazione degli studenti erasmus Esn di Cagliari e Sassari, è rimbalzata sulle bacheche di Facebook, Instagram e Twitter. L’obiettivo è quello di «sensibilizzare le istituzioni sulla questione delle tratte aree low cost, che da aprile non saranno più presenti negli aeroporti di Alghero e Elmas». E i social network si sono subito mobilitati. (m. r.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Esperimenti e cavie
La Regione tenta di salvare l’unità di ricerca 
BROTZU. Accordo a un bivio per la società Fase 1 ora in dismissione
 
Una sanguisuga che drena 600 mila euro di soldi pubblici all’anno. Fase 1 è una società a responsabilità limitata che testava farmaci e nuove terapie cliniche su volontari. Da anni non produce alcun reddito, ma in compenso genera costi che la Regione (unica proprietaria) non vuole più sostenere. Per questo aveva dato incarico a un curatore fallimentare di metterla sul mercato nella speranza che qualche azienda farmaceutica si accollasse la struttura ospitata all’ospedale Brotzu che dovrebbe occuparsi di sperimentare nuovi farmaci e terapie cliniche su volontari retribuiti. Un tentativo andato a vuoto. Da viale Trento non alzano la bandiera bianca che avrebbe il sapore della sconfitta e stanno cercando di raggiungere un accordo per la cessione a titolo gratuito con un ente pubblico (probabilmente lo stesso ospedale Brotzu) che si accollerebbe i costi di gestione e farebbe camminare il centro di sperimentazione con le proprie gambe, senza finanziamenti.
IL CENTRO DI RICERCA Pareti optical che sembrano disegnate da Mirò. Un silenzio irreale rispetto al trambusto dell’ospedale più grande della Sardegna frequentato ogni giorno da migliaia di persone. Trovare il centro di sperimentazione Fase 1 non è semplice. È all’undicesimo piano, protetto dalla porta azzurra del reparto di Oculistica e da una a vetrata dotata di videocamera. All’interno stanze con 12 letti vuoti. Impossibile riuscire a strappare qualche informazione all’unica dipendente presente: «La società è in liquidazione, mi dia il numero la farò chiamare dall’amministratore unico Monica Pilloni». Non arriva nessuna telefonata da chi incassa 40mila euro pubblici di compenso.
IL SALVATAGGIO La struttura non ha mai brillato. Il laboratorio di farmaci e centro di ricerca e sperimentazione su volontari non è mai piaciuto alle società farmaceutiche. In quattro anni di attività sono stati eseguiti 118 test su volontari. Poi il tracollo e la dismissione. Rimane l’ultimo tentativo di salvataggio per non buttare all’aria il patrimonio umano e tecnologico accumulato in questi anni e tentare di salvare le buste paga dei nove lavoratori.
RICERCA D’ECCELLENZA «L’innovazione e la ricerca, soprattutto quando puntano a favorire rilevanti ricadute economiche e produttive sul nostro territorio, sono fortemente sostenute da questa Giunta», spiega Raffaele Paci, assessore regionale della Programmazione e del Bilancio. «Fase1, però, era ormai diventata solo un costo per le casse pubbliche e dunque per i cittadini sardi. Quindi, anche tenendo conto dei richiami della Corte dei Conti sull’opportunità del mantenimento della partecipazione alla luce delle ristrettezze delle risorse pubbliche, abbiamo avviato un percorso di razionalizzazione della società, con un primo tentativo di vendita che però non è andato a buon fine. Adesso, per salvare le ottime competenze di Fase1, tra le valutazioni in corso c’è anche quella di farla diventare una Clinical trial office per l’eccellenza nella ricerca che sia in grado di autofinanziarsi con i ricavi dei test clinici».
I VOLONTARI Noleggiare il proprio corpo e fare la cavia per le esigenze della scienza non è una scelta facile. Cento euro al giorno possono essere un buon grimaldello. Non certo senza rischi: domenica scorsa un volontario francese che aveva partecipato alla sperimentazione di un analgesico contro le malattie neurodegenerative è morto e altri cinque volontari sono in condizioni gravi.
Andrea Artizzu
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19
università
Sanna si schiera con gli atenei:
«Basta con i tagli alla cultura»
 
SASSARI Il sindaco Nicola Sanna esprime preoccupazione per l’adozione dei nuovi criteri di distribuzione dei fondi statali per le università. Secondo il primo cittadino penalizzerebbero le università isolane e del sud Italia, in particolare quelle di media dimensione. «Quelle della nostra isola - spiega Sanna - proprio a causa della insularità non hanno le stesse potenzialità espansive nel numero degli studenti frequentanti». Il primo cittadino si schiera accanto ai rettori degli Atenei di Sassari e Cagliari nella richiesta di una rivisitazione dei parametri che consentano una più equa ripartizione delle risorse. «Abbiamo sempre sostenuto – afferma il primo cittadino – e di questo siamo convinti, che Sassari possa e debba essere città della cultura, della scienza e della ricerca e sperimentazione che deve guardare all’Europa e al suo Mediterraneo difendendo e potenziando il ruolo dell’Ateneo turritano. «Sassari è una città universitaria, dotata di eccellenze e capacità che si distinguono a tutti i livelli, nazionali e internazionali. Per questo motivo l’università sassarese non può correre il rischio di vedersi ridotti ogni anno i finanziamenti».«Soltanto con risorse adeguate – prosegue Nicola Sanna – è possibile puntare al miglioramento dell’offerta didattica, sull’alta formazione, a una sempre maggiore internazionalizzazione e all’innovazione tecnologica da trasferire alle nostre imprese e alle nuove generazioni. Tutti elementi in grado di offrire ai nostri giovani prospettive più solide e proficue». «Sono convinto – conclude il sindaco di Sassari – che un taglio delle risorse avrebbe delle sicure ripercussioni negative sulla società sarda, sul mondo del lavoro, sulle comunità della nostra Regione».
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Attualità – pagina 8
Così cambia il pubblico impiego
Il contenuto degli 11 decreti del governo: guerra ai furbetti, scure sulle partecipate e digitalizzazione
di Fiammetta Cupellaro
 
ROMA Undici decreti che dovrebbero cambiare il volto della Pubblica amministrazione e il rapporto tra lo Stato e i cittadini. Dalle norme sui licenziamenti per i “furbetti” del cartellino al provvedimento “sblocca-burocrazia” che dovrebbe dimezzare i tempi di realizzazione delle opere pubbliche, alla creazione del domicilio digitale per ogni cittadino che attraverso un “Pin” unico potrà “dialogare” con gli uffici pubblici. Il giorno dopo il “sì” del Senato alla riforma costituzionale del bicameralismo, ieri il premier Renzi e i ministri Madia e Giannini hanno illustrato il pacchetto di decreti in attuazione della legge delega sulla pubblica amministrazione varati durante una maratona notturna in Consiglio dei ministri. Ora i decreti dovranno passare al vaglio del Parlamento.
Nel menù delle misure messe in cantiere dal governo la più attesa era quella che contiene i provvedimenti che dichiarano guerra agli assenteisti, che prevede anche la responsabilità penale, e quindi il rischio del carcere, per il dirigente che non prende provvedimenti contro i “fannulloni”. Non c’è dubbio che la stretta sui licenziamenti dei dipendenti pubblici, con norme più severe rispetto alla vigilia sarà il punto dove si preannuncia battaglia in Parlamento.
Ma tra le misure messe in cantiere c’è anche il taglio delle partecipate statali che secondo Renzi «sarà immediato». Dalle attuali 8mila, il governo ne prevede solo mille. Altri decreti disciplinano la trasparenza sugli stipendi dei manager statali; il riordino delle funzioni degli organi di polizia con l’assegnazione di un solo numero per le emergenze, il 112; la riforma delle autorità portuali che passeranno da 24 a 15 e l’accorpamento del corpo Forestale ai carabinieri con la nascita del Comando per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare. Confermato il rinvio del decreto che prevedeva il taglio delle camere di commercio. «Aspettiamo di vedere i testi di questa sequenza di decreti, poi daremo delle valutazioni più precise», è stato il commento del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Critico anche Maurizio Bernava segretario confederale della Cisl. «Se il ministro Madia vuole realmente modernizzare la pubblica amministrazione, deve aprire il confronto sui decreti attuativi, ma soprattutto sul contratto dei dipendenti pubblici, in particolare la contrattazione di secondo livello. È lì - avverte Bernava - che si stabiliscono regole e modelli sindacali moderni che permettono al lavoratore di contribuire e partecipare attivamente alla necessaria riforma della pubblica amministrazione». Insomma, per i sindacati senza coinvolgere chi lavora negli enti e uffici pubblici, non sarà possibile cambiare davvero la Pubblica amministrazione. Critiche ai decreti anche dalle opposizioni, soprattutto da Forza Italia. E a chi gli ha fatto presente le norme sui licenziamenti degli assenteisti c’erano già, varate dall’ex ministro Brunetta, Renzi ha risposto: «Ma le nostre sono più efficaci». La parola ora al Parlamento.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Attualità – pagina 8
Sanzioni per gli assenteisti
Ma il capufficio rischia di più
 
ROMA Il decreto del governo contro i “furbetti del cartellino” non colpisce solo il singolo dipendente che striscia il badge e se ne va: le sanzioni si estendono anche a chi lascia correre o dà una mano. E le ripercussioni diventano particolarmente pesanti per il dirigente, che rischia licenziamento e anche conseguenze penali.
Il primo punto del decreto Madia, varato dal Consiglio dei ministri (in tutto un solo articolo diviso in cinque commi) è diretto proprio a chi fa il gioco del “furbetto”. «Costituisce falsa attestazione della presenza in servizio qualunque modalità fraudolenta posta in essere, anche avvalendosi di terzi».
Tanto che, si legge nel testo, «della violazione risponde anche chi abbia agevolato con la propria condotta attiva o omissiva la condotta fraudolenta». Il secondo punto del decreto introduce la novità principale, ovvero l’iter accelerato per i casi di «accertata flagranza».
L’occhio della telecamera non perdona e se la prova è schiacciante scatta l’immediata sospensione senza stipendio del dipendente. E qui entra in scena il dirigente o il responsabile della struttura che deve provvedere alla sospensione, motivandola, entro 48 ore dal momento in cui è stata presa conoscenza. Si velocizza la contestazione del fatto: ora deve avvenire entro 40 giorni, il decreto Madia li riduce a due. Il governo però punta soprattutto sui dirigenti.
Nei casi in cui non procedano a segnalare la falsa attestazione della presenza o non attivino il procedimento o ancora non sospendano il dipendente sono punibili con il «licenziamento» e la loro inerzia costituisce «omissione d’atti di ufficio». Tornando al dipendente, chi timbra ed esce non solo perderà il posto ma può essere chiamato a rispondere per «danno d’immagine».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Attualità – pagina 8
Selezione dei dirigenti Asl
elenco unico al ministero
 
ROMA Maglie più strette per la selezione dei dirigenti delle Asl. Il decreto istituisce presso il ministero della Salute un elenco nazionale in cui saranno iscritti i professionisti risultati idonei alla nomina di direttore generale di Asl, ospedali, policlinici universitari e degli altri enti del sistema sanitario nazionale.
L’elenco sarà stilato da una Commissione che verrà istituita sempre al ministero composta da cinque esperti che parteciperanno esclusivamente a titolo gratuito e potranno essere eletti solo una volta. L’elenco verrà aggiornato ogni due anni e pubblicato sul sito del ministero della Salute.
Ogni direttore generale dovrà essere scelto all’interno di una terna individuata da una commissione, questa volta, formata su base regionale. L’operato del manager pubblico delle Asl sarà sottoposto a valutazione e nel caso di gravi motivi o di una gestione che presenta un disavanzo importante entro 30 giorni dall’avvio del procedimento, la Regione provvederà alla sua sostituzione. Gli aspiranti manager delle Asl non potranno superare i 65 anni e dovranno avere esperienza dirigenziale di almeno 5 anni nella sanità, 7 se provengono da altri settori.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 17
Assenteismo, chiusa l’inchiesta
Undici indagati, compreso il coordinatore, nell’ufficio del giudice di pace
 
SASSARI La Procura quantifica per ciascuno degli indagati le ore di assenza dal posto di lavoro – nel periodo dal 21 novembre 2013 al 12 dicembre 2013 – e il relativo «danno economico procurato all’Erario»: complessivamente poco meno di duemila euro.
In questi giorni la magistratura romana – competente perché nell’inchiesta è coinvolto un giudice – sta notificando l’avviso di chiusura delle indagini preliminari sui presunti casi di assenteismo che tre anni fa hanno coinvolto il coordinatore dei giudici di pace di Sassari Giuseppe Fracassi e altri dieci impiegati degli uffici di cancelleria civile e penale dello stabile di via Casu.
Per questi ultimi l’ipotesi di reato è truffa aggravata, a carico del giudice ci sarebbero invece l’abuso d’ufficio e la falsità ideologica commessi – secondo l’accusa – per agevolare la truffa. Gli altri indagati sono Mariano Gallotta, Francesco Sechi, Domenica Fozzi, Giovanna Salis, Giulia Luisa Cattani e Marina Gavina Olivieri, tutti di Sassari. E i colleghi Sebastiano Oggiano e Sebastiano Pulina di Codrongianos, Maria Antonietta Marini di Ploaghe e Antonio Pietro Saccu di Padria.
I carabinieri del nucleo operativo di Sassari, che hanno materialmente svolto le indagini, avevano raccolto nel fascicolo riprese video, intercettazioni, pedinamenti, fotografie. Una lunga attività che è servita a documentare ingressi e uscite dal lavoro degli impiegati.
Le telecamere puntate sulla porta d’ingresso dell’ufficio di via Casu avrebbero filmato per mesi gli spostamenti del personale e i carabinieri in borghese hanno seguito gli addetti della cancelleria così come disposto da Roma. L’ipotesi di truffa aggravata contestata ai cancellieri riguarderebbe proprio irregolarità nella compilazione dei registri di presenza.
Nella lente di ingrandimento della Procura sono finiti in particolare i moduli di permesso che venivano vistati da Fracassi. Il giudice avrebbe omesso di vigilare sulla corretta compilazione. «Nella relazione inviata al primo presidente della corte d’appello Corradini – aveva spiegato a proposito l’avvocato Franco Luigi Satta che tutela il giudice di pace indagato – un magistrato non può svolgere le funzioni di sorveglianza sulle entrate e uscite dei dipendenti che competono invece alla figura del dirigente amministrativo. Nel caso di Sassari questo ruolo è ricoperto dal responsabile di segreteria che aveva infatti il compito, previo accordo con il giudice, di concedere e monitorare i permessi. Fracassi si limitava a controfirmare fidandosi del lavoro del responsabile di segreteria».
Ma per la Procura di Roma la il coordinatore dei giudici di pace avrebbe invece attestato il falso nel momento in cui controfirmava quei registri che segnalavano le presenze dei dipendenti sul posto di lavoro (da qui le ipotesi di reato a suo carico di abuso d’ufficio e falsità ideologica). Gli è stato contestato anche il favoreggiamento perché «aiutava» gli indagati «a eludere le investigazioni dell’autorità procedente ponendo delle sottoscrizioni e dei timbri falsi, perché postumi, in calce alle annotazioni dei permessi dei dipendenti presenti nel relativo registro. Nell’avviso di chiusura indagini figura che, in tutto, i dieci indagati avrebbero procurato un danno economico all’Erario pari a 1900 euro con un totale di 107 ore di assenza ingiustificata. Si va da un massimo di 19 ore di assenza – sono quelle contestate in particolare a uno degli indagati – a un minimo di due. Oltre a Satta, i legali che assistono gli altri indagati sono Maurizio Serra, Carlo Pinna Parpaglia, Antonella Pulina, Marco Costa, Teresa Pes e Giuseppe Conti. (na.co.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 18
Vertice sulla casa dello studente        
Incontro propedeutico alla stesura del progetto di San Lorenzo
 
SASSARI Una conferenza preliminare tra Comune di Sassari, Ersu e Università propedeutica alla stesura dalla bozza dell’accordo di programma per la realizzazione del primo intervento previsto dal protocollo siglato tra i tre enti a settembre 2015. Ieri mattina nella sala giunta di Palazzo Ducale attorno al tavolo si sono seduti, per il Comune, il vicesindaco Gianni Carbini, il direttore generale Maurizio Carìstia, il capo di Gabinetto Giovanni Isetta, il dirigente e il funzionario del Settore; per l’Ersu il presidente Poggi e i rappresentanti del cda e per l’università il direttore Guido Croci e lo staff tecnico. Un incontro costruttivo - lo ha definito il vicesindaco Gianni Carbini - che ha visto al centro dell’attenzione dei convenuti la realizzazione della residenza studentesca di San Lorenzo. Gli uffici dei tre enti già da lunedì si incontreranno per la redazione della bozza dell’accordo che poi sarà sottoposta ai rappresentanti di Comune, Ersu e Università per la sottoscrizione.

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