Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 January 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Marino, ora si cambia
La nuova vita dell'ospedale è nella riabilitazione 
SANITÀ. Il piano di riordino con l'obiettivo di un centro d'eccellenza
 
Stabilimento riabilitativo. Un destino che sembra ormai segnato e un futuro diverso, forse anche migliore. D'altronde, la delibera del luglio 2015 recita: “dismissione dell'ospedale Marino di Cagliari, a seguito del trasferimento e della riorganizzazione dei servizi ospedalieri dell'area urbana”. In parole povere: chiusura, almeno nella sua attuale fisionomia. E anche senza particolari spiegazioni, tanto da alimentare qualche dubbio di troppo.
La decisione è stata presa dalla Giunta regionale nell'ambito del piano di riordino ospedaliero che riguarda tutte le strutture sanitarie dell'Isola. E non poteva fare eccezione questo edificio diventato ospedale suo malgrado che avrà bisogno di importanti lavori di adeguamento. Il “Trauma-center”, è già deciso, sarà interamente organizzato al Brotzu e qui, davanti alla spiaggia più amata dai cagliaritani, lungo degenti e pazienti da rimettere in sesto.
STOP AI DOPPIONI Addio alla teoria di reparti (molti doppioni) e spazio alla medicina specialistica da concentrare in un solo punto. Richiederà tempo e una montagna di denaro rendere funzionale uno stabile che, eccezion fatta per la parte più recente, è completamente da ristrutturare. L'obiettivo dell'assessore alla Sanità Luigi Arru, e dell'intero esecutivo regionale, è cercare di riequilibrare i posti letto per i cosiddetti post-acuti tra pubblico e privato, attualmente sbilanciato in maniera pesante a favore del secondo (22 per cento contro 3). Un divario da colmare anche nell'ottica della riduzione dei costi nella sanità isolana trasformata, e non da ieri, in enorme voragine il cui fondo nessuno riesce anche solo a intravedere. Che poi è come cercare di sentire l'assessore Luigi Arru sull'argomento Marino: impossibile.
LA DISTRIBUZIONE Riassumendo: l'Unità spinale unipolare e la Neurochirurgia (un tempo fiore all'occhiello del Marino) andranno a finire al Brotzu, la Divisione ortopedia al Santissima Trinità, altri reparti al Policlinico di Monserrato. Insomma, dell'ospedale Marino non resterà nulla, giusto il ricordo. Nei piani della Regione, il trasferimento dei servizi dovrebbe richiedere un paio di anni, i più ottimisti dicono che entro il 2017 le operazioni saranno completate e ogni struttura sarà operativa. Può darsi, ma non sono escluse complicazioni (è il caso di sottolinearlo). Intanto perché ci sono i locali da adattare alle nuove esigenze e gli interventi, si tratta di ospedali, non sono mai facili come appaiono. E poi perché non sarà il semplice trasloco di mobili e suppellettili da un appartamento a un altro. E questo per rimanere nell'ambito della logistica.
LO STRANO SILENZIO Ciò che stupisce, invece, è l'assoluta mancanza di chiarezza sulla vicenda. Medici e dirigenti dell'ospedale non parlano, quasi temessero chissà quali ritorsioni. Di straforo sono tutti convinti che una volta trasferiti i reparti, il Marino resterà chiuso, con il rischio che negli anni si evolva come l'altro Marino o Colonia Dux. «Nel momento in cui spostano l'Unità spinale e la Neurochirurgia, con la riabilitazione già presente al Brotzu - dice un medico che vuole mantenere l'anonimato - che senso avrebbe, a quel punto, ricostruire gli stessi reparti in questo edificio, sempre tenendo conto dei lunghi lavori di restauro che si renderanno necessari? Io non credo che il Marino venga recuperato in qualche modo».
Vito Fiori
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Microcitemico e Businco, dubbi sui (tanti) soldi spesi
SANITÀ. Arrivata la relazione dell'Università di Bologna. La Asl: ci sono criticità
 
I conti non tornano, il gigantesco contratto di project financing su Microcitemico e Businco è da rivedere. Con tre mesi di ritardo, alla fine di dicembre è arrivata la relazione dei professori dell'Università di Bologna: sulla base di una consulenza da 50 mila euro, affidata a maggio dalle commissarie di Asl 8 e Brotzu, hanno scandagliato il contratto con Siemens e Tepor, le società che dal 2005 si occupano dell'ammodernamento tecnologico e delle strutture dei due ospedali, e analizzato i risultati ottenuti in anni di lavori.
«RIESAME DEL CONTRATTO» Il dossier finale per ora sembra avvolto dal segreto. Ma qualcosa, niente di buono, trapela da una scarna nota rilasciata dai vertici dell'Asl: «Il documento di analisi del complesso rapporto contrattuale ha evidenziato l'esistenza di profili di criticità che indicano la necessità di trattare, in contraddittorio con la controparte, aspetti tecnici ed economici che esigono ulteriori approfondimenti», c'è scritto. Ma non è finita. Perché sarà necessario «un riesame del contratto al fine di confermare o ridefinire le posizioni debitorie e/o creditorie dei soggetti coinvolti». Sui due poli di via Jenner gli euro sono piovuti a milioni: già tanti nelle previsioni iniziali di spesa (pure riviste al ribasso dopo una prima stipula del 2003, a seguito di uno scontro con la Regione governata da Renato Soru che aveva portato alla deposizione dell'allora manager Asl, Efisio Aste), sono aumentati nel corso dei lustri a colpi di varianti definite “impreviste e imprevedibili”. Botte al rialzo anche di 4 milioni. Soldi che, secondo la relazione bolognese, non sarebbero stati spesi al meglio. Il linguaggio burocratico-diplomatico degli uffici pubblici segnala “criticità”, ma spesso si traducono in grosse grane.
ACCORPAMENTO Il project financing era nato per arrivare all'ammodernamento di Oncologico e Microcitemico, con ristrutturazione e installazione di macchinari all'avanguardia. Lo schema contrattuale prevede investimenti in gran parte privati e il pubblico (in questo caso la Asl) paga i canoni. Che, da soli, nel 2005 erano stati conteggiati in 38 milioni. Un accordo complesso e prolungato nel tempo. Per questo, quando i due ospedali sono passati dalla gestione della Asl 8 a quella del Brotzu, le commissarie Savina Ortu e Graziella Pintus hanno deciso di far valutare all'esterno la bontà delle prestazioni. Come sono stati spesi i soldi del project financing? Questa era la domanda di fondo rivolta ai docenti dell'Università di Bologna che nei mesi scorsi hanno studiato cosa è accaduto in questi anni nei cantieri. Il responso è arrivato. E sembra la promessa di una tempesta.
Enrico Fresu
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 4
Finanziaria, le macro aree valgono oltre due miliardi
Le prime quattro: scuola e università, lavoro, sostegno alle imprese e trasporti
I progetti della giunta Pigliaru per sostenere la ripresa con la Legge di stabilità
 
CAGLIARI La Finanziaria è stata promossa: ora è una «Legge di stabilità», titolo molto più nobile della solita e popolana contabilità. Venerdì è stata sdoganata e fra una decina di giorni, dopo il via libera alla riforma degli Enti locali, sarà assegnata alla commissione Bilancio. Come sempre il percorso della manovra contabile sarà lungo, durerà almeno un mese e mezzo e pieno di trappole.
La proposta della Giunta dovrà difendersi non solo dallo scontato fuoco nemico ma anche da quello amico, il più rischioso. In molti cercheranno di mettere le mani nella manovra da 7 miliardi e 400 milioni licenziata dalla giunta Pigliaru anche se i margini di manovra sembrano stretti non tanto nelle entrate, sono pressoché blindate, quanto in quelle che una volta erano le poste di bilancio e ora – altro cambio di nome – sono missioni. Otto sono le strategie o macroaree di spesa su cui ha puntato l'assessore al Bilancio Raffaele Paci, ecco le prime quattro.
Istruzione. 252 milioni. Confermato che la Sardegna è purtroppo in testa alla classifica nazionale sull'abbandono scolastico – il 25 per cento contro una media altrui del 17 – ed è anche sua una delle quote più basse in Italia ed Europa di trentenni-trentacinque diplomati o laureati, il finanziamento sarà diviso in parti uguali fra Regione (123 milioni) e fondi europei (129).
Nel dettaglio, al sistema scuola andranno 92 milioni canalizzati nel progetto Iscol@, a sua volta suddiviso in programmi per migliorare l'offerta degli istituti, garantire il diritto allo studio, «aumentare le competenze degli studenti» ed «elevare gli standard della formazione degli insegnanti».
Alle università, altro pilastro, andranno 109 milioni fra Cagliari, Sassari e sedi decentrate. Nello stesso pacchetto, le risorse per Ersu, borse di studio, ricerca e studi all’estero. Trentasei milioni saranno investiti per costruire o ristrutturare scuole e facoltà.
Lavoro. 212 milioni. È la strategia in cui i fondi europei incidono di più, con il 61 per cento del finanziamento. Nella relazione di accompagnamento c'è scritto: «Particolare attenzione è stata dedicata alle politiche attive», dunque «vogliamo far diminuire la disoccupazione che nel 2015 è scesa dal 19 per al 16 per cento». Fra le linee guida i 23,6 milioni per le micro-imprese e le cooperative, i 38,9 milioni destinati all’occupazione femminile e giovanile e i 14 a favore di non meglio definite «azioni innovative». Con 21 milioni, la Giunta ha rifinanziato gli interventi di flexicurty per «favorire il rientro dei lavoratori senza più la copertura degli ammortizzatori sociali».
Poco più di 30 milioni e mezzo è la voce contabile per riorganizzare l’Agenzia del lavoro, che assorbirà i Centri per l’impiego. Diciannove milioni alla formazione professionale e 64,8 fra cantieri verdi e comunali, lavori socialmente utili e imprecisati interventi speciali.
Competitività. 512 milioni. La novità è «nel voler superare gli inutili steccati tra le tipologie d’imprese e «puntare a un approccio unitario per lo sviluppo complessivo del sistema economico». Il 60 per cento delle risorse arriverà dal bilancio regionale, il resto dall’Europa. Metà del totale, 263 milioni, saranno destinati alla tecnologia e all’innovazione, all’export e alle reti d’impresa. Due i fondi specifici: 92 milioni per le aziende culturali e turistiche e 156 a favore di quelle agricole e agroalimentari. A far da contorno: microcredito, star-up e fondo di garanzia.
Trasporti. 538 milioni. L’82 per cento risorse regionali, il 18 europee. Poco più di 209 milioni saranno destinati al rilancio del trasporto pubblico su gomma ed azzerare i debiti pregressi con l’Arst. Altre risorse arriveranno dalla privatizzazione della compagnia marittima Saremar.
Il nuovo contratto con Trenitalia potrà contare su buona parte dei 94 milioni stanziati per il «ferro», a cominciare dal treno veloce che dovrà essere più veloce. Il resto sarà destinato a completare le metropolitane di Cagliari e Sassari. La continuità territoriale costerà 110 milioni fra aerea (68) e marittima (42) ma qui il Governo ha promesso che ci metterà qualcosa di suo. (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 4
Sanità/1
Personale amministrativo,
nuovi tetti per le Aziende
 
CAGLIARI Le Asl commissariate non potranno avere più del sette per cento di personale amministrativo sulla dotazione organica. È un altro passo della Giunta per provare a ridurre il disavanzo della sanità riportare il sistema all’interno dei costi standard. Sul «fabbisogno del personale» è passata la proposta dell’assessore Luigi Arru. Le Aziende potranno avere massimo il 7 per cento di amministrativi, con la possibilità di aumentarlo del 2 per cento se si tratta di Asl, mentre per quelle universitarie di Cagliari e Sassari potrà essere anche del 5 per cento. Secondo la Giunta, «i commissari dovranno garantire che la spesa per il personale non superi i limiti imposti dalla normativa nazionale e regionale». La commissione Sanità del Consiglio regionale ha rinviato invece il parere sul «piano territoriale sanitario». Ha chiesto più tempo per esaminare il documento presentato dalla Giunta. Arru in commissione ha detto: «Quello delle cure primarie è un pilastro fondamentale della riforma sanitaria, assieme alla nuova rete ospedaliera ed al servizio di emergenza-urgenza».
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Oristano – pagina 32
Scontro a colpi di ruspa a Mont’e Prama
Il deputato Mauro Pili denuncia la presenza del mezzo meccanico nell’area archeologica, la Soprintendenza risponde
di Claudio Zoccheddu
 
CABRAS Mauro Pili affonda il colpo, la Soprintendenza ai Beni archeologici schiva e risponde. Lo scenario è sempre quello di Mont’e Prama, la collina affacciata sullo stagno di Cabras che è anche la casa dei giganti di arenaria che hanno acceso a più riprese il dibattito politico, oltre a quello archeologico. L’ultimo botta e risposta è di ieri mattina, quando il deputato del Gruppo misto ha caricato su Facebook un video che riprende il miniescavatore a lavoro a Mont’e Prama, a poca distanza dalle tombe che potrebbero custodire i resti dei guerrieri in carne e ossa che dovrebbero aver ispirato gli scultori di 2700 anni fa. Il tam-tam mediatico innescato da Pili ha raggiunto anche la Soprintendenza ai beni archeologici, che dirige lo scavo curato dal una cooperativa emiliana e che ieri pomeriggio ha convocato una conferenza stampa per questa mattina alle 11, proprio a Mont’e Prama. Le risposte alle accuse mosse dal numero uno di Unidos arriveranno durante quello che sarebbe dovuto essere l’incontro conclusivo del ciclo di scavi, che subiranno una sosta in vista dell’inverno. Un break programmato e annunciato un mese fa, quando il responsabile scientifico dello scavo, l’archeologo Alessandro Usai, aveva dichiarato che la sezione del cantiere archeologico avrebbe chiuso per una “pausa invernale” e che il miniescavatore sarebbe stato utilizzato per ricoprire la porzione di terreno indagata dagli archeologi, dopo la sistemazione di una protezione sulle sepolture. Un annuncio datato che non ha placato Mauro Pili che, ieri, ha gridato allo scandalo: “Una ruspa impunita e devastante scava dentro il sito archeologico dei giganti di Mont ‘e Prama. È la prova di un delitto contro la civiltà nuragica e contro il più importante sito archeologico della Sardegna - ha attaccato il leader di Unidos -. Nei mesi scorsi alcuni faccendieri avevano dichiarato che la ruspa serviva come cestello per asportare la terra rimossa dagli archeologi: erano balle, viene utilizzata per guadagnare soldi e per fare scavi edili anziché archeologici. Dopo aver cacciato gli archeologi sardi ora le cooperative rosse stanno usando una ruspa perché lavorano meno e guadagnano di più. A loro non frega niente della storia e della civiltà nuragica, alla pari di una soprintendenza complice e responsabile di questo misfatto e di un soprintendente spregiudicato privo di qualsiasi rispetto per la Sardegna e la sua storia. Un personaggio – ha aggiunto Pili - da cacciare via senza perdere altro tempo». La denuncia di Mauro Pili si chiude con una constatazione: «Gli sfregi ai giganti erano stati coperti da molti, con complicità diffuse. Ora emerge la modalità di scavo nel sito dei giganti: a colpi di ruspa. Dalle immagini non risulta ci sia alcun responsabile a controllare quell’escavatore, che già non dovrebbe essere lì, ma soprattutto si nota la rozzezza e la gravità dell’impatto della ruspa sull’area di scavo».
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Oristano – pagina 32
ARCHEOLOGIA
Consorzio Uno,
al via i corsi di Nesiotikà
 
ORISTANO Il corso della Scuola di specializzazione in Beni Archeologici Nesiotikà, dell’Università di Oristano, arriva al suo sesto anno. Due giorni fa l’inaugurazione nella sede del Consorzio Uno, con i 25 allievi e il direttore, il professor Raimondo Zucca.
Attraverso gli anni, il corso si è dimostrato un importante punto di riferimento nella formazione degli archeologici, particolarmente rivolto alle isole del Mediterraneo, L’attività della scuola è qualificata da una intensa attività di scavo e di indagine archeologica.

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