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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 January 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

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L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 6 gennaio 2016 / Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
Apparecchi guasti e vecchi telefoni al centro del progetto di Scienze chimiche e geologiche
RAEE, I CERCATORI D’ORO IN SOFFITTA
L’ateneo di Cagliari recupera i metalli rari dai rifiuti elettronici
Sim smagnetizzate, smartphone obsoleti, elettrodomestici guasti. Per i più rappresentano un rifiuto, da eliminare e rimpiazzare quanto prima.
Non per i ricercatori del dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari: per loro, i cosiddetti Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, che nel 2014 in Italia hanno raggiunto 17,6 kg per abitante per un ammontare pari a circa 1,2 milioni di tonnellate) sono una risorsa. Tanto da meritare un progetto, battezzato #Recovery #Green #Metal. Ovvero, il recupero metalli nobili da rifiuti elettronici. Piccole ma preziose quantità di oro, argento, palladio e rame che, diversamente, andrebbero dispersi.
«Quando i dispositivi hi tech vengono dismessi, il che avviene con una frequenza sempre più elevata», spiega Angela Serpe, ricercatrice e responsabile del progetto, «se opportunamente raccolti e trattati, possono rappresentare una vera e propria miniera urbana, cioè una delle principali sorgenti di materie prime seconde, come vengono definiti i metalli nobili: rari sulla crosta terrestre e in via di esaurimento, come altri metalli classificati come critici». Ecco perché l’iniziativa si professa green: oltre a incentivare il riuso o riciclo, contribuisce a salvaguardare le riserve naturali, nel rispetto delle normative europee ed extraeuropee che abbinano metodi di raccolta differenziata, diretti a evitare lo smaltimento incontrollato, ad azioni di sensibilizzazione, come la formula “uno contro uno” (un rifiuto ritirato a fronte di un nuovo prodotto acquistato) applicata nei negozi specializzati.
«Negli ultimi anni», continua Serpe, « il nostro gruppo di ricerca dell’Università di Cagliari, coordinato dalla professoressa Paola Deplano, ha ottimizzato le proprie competenze nella chimica di coordinazione: dapprima abbiamo messo a punto un metodo efficiente e selettivo, basato sull’uso di reagenti di sintesi eco-sostenibili oggetto di brevetto europeo e successivamente, in collaborazione con lo spin-off universitario 3R Metals Srl, siamo giunti a una versione capace di massimizzare gli aspetti di sostenibilità economica ed ambientale, basata sull’uso di reagenti sicuri, commerciali e riciclabili in condizioni operative blande».
Detta così, sembra quasi facile. In realtà, si tratta di un processo complesso: i Raee, oltre a metalli da estrarre, possono contenere plastica, vetro, rame, alluminio ma anche sostanze tossiche, come piombo, cadmio e mercurio.
Inoltre il recupero prevede ben tre tappe principali: dissoluzione dei metalli di base, dissoluzione e recupero di rame e argento e dissoluzione e recupero dell’oro. Ma l’alta potenzialità del settore ha convinto i ricercatori ad andare avanti, sostenuti dal crowfunding (raccolta fondi) bandita da Tim. La campagna di Withyouwedo, piattaforma che presenta, promuove, finanzia e realizza progetti di cultura digitale, ambiente e innovazione sociale, punta a raccogliere i 90mila euro necessari ad avviare e far entrare a regime un impianto pilota, basato sui metodi messi a punto, con l’obiettivo di favorirne l’industrializzazione e di stimolare la creazione di una rete di imprese sul territorio nazionale che avviino attività produttive basate sul processo di recupero.
Clara Mulas
 
 
 
L’UNIONE SARDA

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 6 gennaio 2016 / Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Protesta degli studenti. L’assessore: criteri più semplici e inclusivi
«FITTO CASA, BANDO DA ANNULLARE»

Polemica sul diritto allo studio tra Unica 2.0, l’associazione studentesca più rappresentativa dell’università di Cagliari, e l’assessore regionale all’Istruzione Claudia Firino. Secondo gli studenti, migliaia di iscritti agli atenei sardi rischiano di non poter più usufruire del contributo per il fitto casa.
«La Giunta, dopo aver decurtato di 250.000 euro la capienza del Fondo per il fitto casa, ha deciso arbitrariamente di inasprire i requisiti di merito per accedervi», si legge in una nota di Unica 2.0: «Per le lauree triennali saranno richiesti 15 e 20 crediti formativi universitari in più, rispettivamente per il terzo anno e per il primo fuori corso. Per le lauree magistrali addirittura 15, 20, 25, 30, 35 crediti formativi in più dal terzo al primo anno fuori corso». Una modifica arrivata nel mezzo dell’anno accademico, che rovina i piani degli studenti. Molti rischiano poi di essere tagliati fuori a causa dei nuovi parametri per il calcolo dell’Isee, l’Indice della situazione economica equivalente utilizzato dall’Ersu per stilare le graduatorie.
Unica 2.0 chiede alla Regione di far annullare all’Ersu il bando già pubblicato. L’assessore Firino ribatte che «i 3 milioni di euro stanziati dalla Giunta per abbattere i costi legati al fitto casa sono un ulteriore sostegno al diritto allo studio. Abbiamo modificato i criteri di ammissibilità rispetto al 2014 perché fossero semplificati e più inclusivi». I nuovi criteri partono da medie «equilibrate e quanto più favorevoli agli studenti. La volontà di andare incontro alle esigenze degli universitari è evidente anche nella scelta di sollevare la soglia minima Isee da 30 a 35mila», e nella riduzione del voto minimo della scuola superiore, da 80 a 70/100, e di laurea, da 95 a 90/110. (mat. ma.)
 
 
 
L’UNIONE SARDA
  
3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 6 gennaio 2016 / Lavoro Economia - Pagina 13
La formula contrattuale ora è applicabile solo agli iscritti a un albo professionale
ANNO NUOVO SENZA I COCOPRO
In vigore la riforma dettata dal Jobs Act, ma non per tutti
Nell’Isola sono circa 21mila i lavoratori inquadrati da aziende, società ed enti con contratti a progetto e di collaborazione. In tutta Italia, invece, sono oltre 650mila. Dal 1° gennaio, secondo le linee guida del Jobs Act sul riordino dei contratti di lavoro e delle mansioni, questa tipologia contrattuale non è più valida. Non si tratta di una svolta imprevista: al contrario la riforma del mercato del lavoro prevedeva da mesi questa innovazione. «Oggi è il giorno atteso da anni» aveva twittato il premier Matteo Renzi il 20 febbraio, subito prima di cominciare la riunione del Consiglio dei ministri dedicata all’abolizione di alcune forme contrattuali e alla semplificazione del quadro normativo, «Il #JobsAct rottama i cococo cocopro vari e scrosta le rendite di posizione dei soliti noti #lavoltabuona».
Adecco, società specializzata nella gestione delle risorse umane, ha recentemente avviato una campagna di informazione per i lavoratori e le aziende e in un video pubblicato su YouTube spiega i passaggi dell’applicazione del decreto numero 81, entrato in vigore lo scorso 25 giugno, dove è stata stabilita l’abrogazione di contratti a progetto, di associazione in partecipazione e di lavoro ripartito. Dall’inizio di quest’anno per tutti i rapporti di collaborazione svolti in modalità esclusivamente personali, continuative e organizzate dal committente (anche per quanto riguarda tempo e luogo di lavoro), deve essere applicata la disciplina del rapporto di lavoro subordinato. Se dopo il 1° gennaio il datore di lavoro assumesse un lavoratore a tempo indeterminato, impegnandosi a non licenziarlo per i successivi 12 mesi e sottoscrivendo un accordo nelle opportune sedi, avrebbe la possibilità di estinguere le eventuali sanzioni legate al precedente rapporto di collaborazione. Diversa, invece, la situazione per chi è iscritto a un albo professionale. In questo caso, visto che le collaborazioni prestate nell’esercizio di professioni intellettuali - che richiedono l’iscrizione a un albo - rientrano nelle eccezioni previste dal decreto, pur avendo i requisiti il lavoratore non vedrebbe applicata la disciplina del lavoro subordinato alla propria collaborazione. Tutte le collaborazioni a progetto con questa modalità e tipologia dovevano essere convertite entro la fine di dicembre 2015. In caso contrario, sarebbe a rischio la stessa continuità lavorativa.
Eleonora Bullegas

 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 6 gennaio 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
VIALE LA PLAIA. Ora vicino alla vecchia sede del Cagliari l’Ersu potrà costruire il campus
«ABUSI EDILIZI DA DEMOLIRE»
Ordinanza comunale: via cancello, recinzione e due serbatoi

Gli abusi edilizi sono certificati da un anno e mezzo, il Comune aggiusta il tiro e ordina le demolizioni in quella che è stata la storica sede del Cagliari calcio di viale La Plaia. Dovranno sparire due grandi serbatoi d’acqua, una recinzione alta due metri intorno a un’area di circa 800 metri quadri e tre cancelli. Inezie, all’apparenza. Ma c’è di più: alcune opere contestate sono state realizzate su terreni dell’Ersu, che lì deve costruire il campus universitario. Un progetto da 100 milioni di euro che non ha nemmeno iniziato a trasformarsi in cantiere (anche) a causa di quelle strutture piazzate a bloccare il passaggio.
Certo, ci sono state lungaggini burocratiche, ma pare che due serbatoi e una rete realizzati da un vicino scomodo siano ostacoli insormontabili. L’ente per il diritto allo studio nel 2012 aveva segnalato le irregolarità a Guardia di Finanza - che aveva inviato un rapporto in Procura - e Polizia municipale. Il consiglio d’amministrazione aveva anche intentato una causa contro le società che riteneva ostacolassero lo studentato da centinaia di posti letto. I loro nomi compaiono nell’ordinanza di demolizione appena firmata dal Comune. Ci sono anche quelle che gravitano nell’orbita del vecchio patron rossoblù Massimo Cellino. Destinatarie dell’intimazione sono la Eleonora Immobiliare Spa, la Sgs Sport General Service, ma anche la Leasint Spa e la Microcredito italiano Spa. Ora, salvo ulteriori battaglie giudiziarie, la strada per il campus - il suo primo blocco, almeno - sembra spianata.
L’accertamento degli abusi risale al settembre del 2014, quando gli agenti della Municipale avevano notificato ai presunti responsabili il verbale con le violazioni. A gennaio 2015 era arrivata la prima ordinanza di demolizione. Ma la Eleonora Immobiliare aveva presentato ricorso al Tar. Da allora sembra che niente si sia mosso intorno al palazzotto sul quale ha a lungo sventolato il bandierone rossoblù. E in Municipio hanno deciso di correggere il tiro, con una determinazione del 23 dicembre firmata dal dirigente Riccardo Castrignano: nell’ordinanza precedente ci sarebbero stati dei passaggi troppo generici, meglio essere precisi per evitare contestazioni. Così il vecchio provvedimento è stato annullato in autotutela e sostituito con il nuovo, che definisce in modo più stringente la natura degli abusi contestati: nuove costruzioni o risanamenti conservativi realizzati senza autorizzazione edilizia o senza la Dia. Inoltre «la proprietà del suolo con le opere abusive appartiene all’ente pubblico Ersu che il 23 luglio 2014 ha sottoscritto un accordo di programma per il Campus». Una struttura necessaria in un città con 12 mila universitari e case dello studente chiuse o a pezzi. «Se l’ordinanza di demolizione verrà fatta rispettare in breve tempo», dice Francesco Pitirra, rappresentante degli studenti nel cda dell’Ersu, non ci saranno più ostacoli, il cantiere dovrà partire subito. I fondi non devono essere persi».
Enrico Fresu
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 6 gennaio 2016 / Cronaca di Nuoro (Pagina 36 - Edizione CA)
OVODDA Ai neo laureati una borsa di studio consegnata dal sindaco
Il sindaco Cristina Sedda ha consegnato una borsa di studio ai neo laureati, Renato Giardina, Giovanna Busia e Franco Logias. ( r. t. )
 
 
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LA NUOVA SARDEGNA  
 
6 – LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 6 gennaio 2016 / Cagliari 24 ore - Pagina 7
L’assessore Firino replica: «Il bando ora è molto più semplice»
FITTO CASA, PROTESTANO GLI STUDENTI
CAGLIARI Gli studenti universitari cagliaritani protestano contro quello che definiscono «un inasprimento dei requisiti di merito» per il bando fitto casa e minacciano mobilitazioni e azioni legali. La Giunta - si legge in una nota di UniCa 2.0 - ha deciso, dopo aver decurtato il fondo del contributo fitto casa di ben 250mila euro di aumentare i crediti formativi richiesti per accedere ai fondi: per le lauree triennali saranno richiesti 15 e 20 crediti formativi in più, rispettivamente per il terzo anno e il primo fuori corso mentre per quelle magistrali saranno richiesti addirittura 15, 20, 25, 30, 35 rispettivamente per 3, 4, 5, 6 e primo fuori corso. Sebbene il limite Isee sia stato aumentato di 5mila euro – affermano ancora gli studenti - bisogna considerare che i nuovi parametri per il calcolo, assieme ai nuovi requisiti di merito più stringenti, determineranno l’esclusione di centinaia di studenti che fino allo scorso anno risultavano idonei». UniCa 2.0 chiede alla giunta regionale di «modificare la sua direttiva il prima possibile in quanto, sebbene il bando sia stato già pubblicato nel sito dell’Ersu». Immediata è arrivata la risposta dell’assessore alla Cultura, Claudia Firino. «I 3 milioni di euro stanziati dalla Giunta per abbattere i costi legati al fitto casa sono un ulteriore sostegno al diritto allo studio. Per questo motivo abbiamo modificato i criteri rispetto al 2014, affinchè fossero semplificati e più inclusivi. La determinazione delle soglie dei crediti sono state modificate raggruppando gli anni successivi al primo, rielaborando i criteri del bando precedente in base a medie che fossero equilibrate e quanto più favorevoli agli studenti».


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