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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 July 2016
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di  mercoledì 27 luglio 2016 / Economia (Pagina 10 - Edizione CA)
Rapporto costi-qualità, l’Isola in fondo alla classifica. Istruzione e trasporti le maglie nere
IMPOSTE BASSE, SERVIZI SCADENTI
Cittadini sardi tra i meno tassati: ma in cambio ricevono poco
Poche tasse rispetto al resto d’Italia, accompagnate però da servizi scadenti: in Sardegna il rapporto tra imposte pagate e benefici ottenuti dal settore pubblico è tra i peggiori della nazione. Solo Calabria, Sicilia e Valle d’Aosta si allontanano più dell’Isola dal concetto di regione ideale.
Nella classifica elaborata dal Centro studi Sintesi spiccano Umbria e Marche, dove il livello di tassazione e i servizi offerti ai cittadini trovano un equilibrio quasi ottimale. Infrastrutture, istruzione, salute, sicurezza, benessere economico e ambiente: questi gli ambiti presi in considerazione dalla ricerca sull’efficienza del sistema pubblico, che premia regioni piccole e con pochi abitanti, più facili da gestire.
LE MAGLIE NERE «È la fotografia di un’Isola al collasso, che non riesce a produrre redditi e lavoro, e dove i servizi sono ridotti ai minimi termini», dice Giorgio Vargiu, presidente regionale dell’Adiconsum, che elenca i tre settori messi peggio: «Trasporti, sanità e gestione del sistema idrico, senza dubbio».
Secondo i dati raccolti dal Centro studi Sintesi è l’istruzione a trascinare in basso la Sardegna, che mette in campo la peggior performance nazionale. A influire sulla maglia nera sono il punteggio medio Invalsi (cioè i test per misurare il livello medio degli studenti), la qualità del sistema universitario e il numero di ragazzi tra i 20 e i 24 anni con un diploma di scuola superiore.
FISCO PIÙ LEGGERO L’unica consolazione arriva dalle tasse pagate: 6.119 euro pro capite, contro gli oltre 13mila dei valdostani e gli 11mila di chi abita in Lombardia. Da questo punto di vista si sta meglio solo in Calabria (5.363 euro all’anno), Sicilia (5.484), Campania (5.870) e Puglia (5.963). Ma bisogna tenere anche in considerazione «il basso reddito pro capite dei sardi. Insomma, le poche tasse vanno parametrate a quanto si guadagna nell’Isola». E in effetti in Sardegna il reddito medio è di circa 19mila euro, ben al di sotto della media nazionale che supera i 25mila. Lontanissimo dai quasi 35mila euro della Val d’Aosta, che però guida la classifica delle imposte pagate dai cittadini.
MANCANO I CONTROLLI «L’impressione è che la politica abbia colpe pesanti. Senza un buon livello di servizi abbiamo poche speranze di uscire dalla crisi. Non c’è rispetto per i consumatori: la Sardegna è l’unica regione d’Italia a non avere una legge-quadro per la loro tutela», spiega Vargiu, che aggiunge: «Le pubbliche amministrazioni dovrebbero assicurare un monitoraggio del livello dei servizi attraverso intese con le associazioni dei consumatori. In altre realtà questo avviene, nell’Isola no. Non c’è alcun controllo ed ecco i risultati».
I segnali non sono positivi in tutta Italia: rispetto a un anno fa la classifica evidenzia un allontanamento dal mix ottimale tra tasse e servizi in quasi tutti i territori. Fanno eccezione solo Liguria e Trentino, sostanzialmente stabili, mentre nel borsino sale l’Umbria. E la Sardegna? Secondo la ricerca, la qualità dei servizi è peggiorata nell’ultimo anno, tanto da far scendere l’Isola fino al diciassettesimo posto, due gradini più in basso del 2015.
 Michele Ruffi
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 

2 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 27 luglio 2016 / Pagina 8 - Sardegna
La notizia non è ancora ufficiale ma la missione del premier è quasi certa
La cerimonia forse sarà organizzata nel pomeriggio in Prefettura o al Comune
Venerdì Renzi a Sassari
si firma il Patto per l’isola
CAGLIARI Il Patto per la Sardegna potrebbe essere firmato venerdì a Sassari. L’arrivo del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è annunciato per la tarda mattinata, intorno alle 14, all’aeroporto di Alghero. Il programma della missione non è ancora ufficiale: sono in corso le trattative fra la Regione e Palazzo Chigi, per definire ogni particolare della visita lampo. In queste ore da Roma è arrivata solo la conferma che venerdì mattina il premier sarà Taranto. Sarà lì per inaugurare un museo archeologico e ha in programma alcuni incontri sul futuro delle acciaierie Ilva. Intorno all’una, dovrebbe imbarcarsi sull’aereo di Stato o dell’Aeronautica militare, con destinazione Alghero. Su cosa accadrà dopo l’’atterraggio circolano diverse voci. Secondo alcuni fonti, Renzi e il presidente della Regione Francesco Pigliaru si sarebbero dati appuntamento intorno alle 14.30 in prefettura per la firma del Patto e dovrebbe essere presenti anche Luca Lotti e Claudio De Vincenti, sottosegretari alla presidenza del Consiglio. Altri sostengono che la cerimonia potrebbe essere organizzata invece in Comune o a Palazzo Sciuti. Subito dopo la firma potrebbe esserci anche l’incontro fra Renzi e il Senato accademico nel salone dell’Università, con possibile argomento le start-up in cui la Sardegna eccelle secondo l’ultimo dossier del quotidiano Sole 24ore. Fra le ipotesi c’è una visita al centro storico di Alghero, nel tardo pomeriggio, e al Centro ricerche di Porto Conte, altra eccellenza della ricerca in Sardegna. Solo oggi o al più tardi domani il programma della visita potrebbe essere confermato da Palazzo Chigi e dalla Regione. La missione a Sassari e ad Alghero sempre che non ci siano sempre possibili rinvii sarà la seconda in Sardegna di Renzi da quando è presidente del Consiglio. La prima è stata nel maggio dell’anno scorso a Olbia, quando partecipò alla posa della prima pietra dell’ospedale «Mater», quello ancora in costruzione e finanziato dal Qatar. Prima di quella cerimonia, va ricordato, all’aeroporto Costa Smeralda ci fu l’incontro fra Renzi e il governatore, con la consegna del dossier sui costi dell’insularità. Sono state quelle pagine il punto di partenza del Patto, che secondo gli annunci di Pigliaru porterà in Sardegna dai 2,5 ai 2,8 miliardi d’investimenti fra continuità territoriale, ferrovie, infrastrutture e rete del metano. (ua)
 
 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 27 luglio 2016 / Pagina 9 - Sardegna
I campioni biologici e i dati raccolti da Shardna saranno studiati anche dal Cnr
Pirastu: «La biobanca resta sarda»
CAGLIARI  Il dna dei sardi non si può vendere, si può soltanto studiare con l’obiettivo di elaborare nuovi farmaci e di scoprire il segreto della longevità custodito dalle famiglie ogliastrine. Sorpreso e anche un po’ divertito dall’onda di interventi politici seguiti all’acquisizione del ramo d’azienda di Shardna da parte della società di biotecnologie Tiziana Life Sciences, il genetista Mario Pirastu intende rassicurare i titolari dei campioni biologici custoditi a Perdasdefogu e chi, forse per ragioni tutt’altro che scientifiche, soffia sul fuoco della polemica: "La proprietà dei campioni biologici è sempre stata e resterà dei cittadini che hanno contribuito alla ricerca, la società di Gabriele Cerrone ha acquisito dalla procedura fallimentare i diritti d’uso, nient’altro". Aperta una sede a Cagliari e costituita la LonGevia Genomics, che lavorerà solo sul patrimonio genetico raccolto in Sardegna da Shardna, l’azienda londinese non ha alcuna intenzione di realizzare lo scippo che alcuni hanno denunciato: "Posso garantire che ci sarà soltanto uno spostamento - sorride Pirastu, fondatore di Shardna e a lungo direttore del progetto scientifico che ha portato alla nascita del parco Genos - quando i dati conservati al parco tecnologico di Pula passeranno dalla stanza attuale a un’altra, pochi metri più in là". E’ stato detto alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa e Pirastu vuole ripeterlo. Ammesso che nel villaggio globale offerto dalla rete sia lecito parlare di distanze, col mondo della ricerca impegnato a dialogare e a scambiare informazioni da un luogo del mondo all’altro sui canali telematici, le provette coi 230 mila campioni biologici prelevati negli anni dai 13 mila sardi coinvolti nel progetto non si muoveranno da dove si trovano: "E’ una garanzia che sento di poter dare - conferma Pirastu - perché conosco Cerrone, so quali sono le sue intenzioni fin da quando con lui e Tiziano Lazzaretti abbiamo visitato i laboratori di Shardna. Resterà tutto dove si trova, non ho alcun dubbio". Ma c’è dell’altro: se è vero che Tiziana Life Sciences ha pagato 258 mila euro al curatore fallimentare di Shardna per poter usare la biobanca sarda, è altrettanto vero che il Cnr - di cui Pirastu è un dipendente - manterrà un diritto d’uso parallelo a quello concesso agli inglesi. Come dire che il materiale biologico e i dati resteranno saldamente in mani pubbliche, nessuno potrà privatizzarne la proprietà o farne un’uso arbitrario. Ma basteranno le garanzie ribadite da Pirastu per calmare le acque della protesta, una protesta che al momento in cui Renato Soru cedette Shardna al San Raffaele per due milioni di euro nessuno pensò di sollevare? "Da tempo sto cercando di mettermi in contatto con Piergiorgio Lorrai, il presidente del parco Genos - avverte il genetista - ma non sembra che voglia parlare con me. Vorrei comunque ricordargli che il consorzio non è un’impresa, è una compagine pubblica che deve promuovere la ricerca. Non esistono altri scopi oltre questo. I campioni di dna sono in capo al Cnr e non si allontaneranno dalla Sardegna, altrimenti io non avrei accettato di collaborare con la Tiziana Life. Spero che Lorrai, che ho trovato un po’ rigido nella lettura di questa operazione, ne prenda atto e decida di collaborare". Nell’attesa, Pirastu ha in programma un nuovo passo in direzione della chiarezza: "Organizzeremo incontri pubblici con i sindaci, spiegheremo che cosa intendiamo fare e quali saranno i termini esatti dell’operazione di ripartenza della ricerca genetica in Sardegna. C’è la disponibilità di Cerrone a dialogare con chiunque abbia dubbi, col massimo della trasparenza. Siamo in presenza di una società pronta a investire milioni di dollari nello studio di nuove molecole, la nostra biobanca può essere la base fondamentale di scoperte importantissime. Credo che questo sia l’aspetto centrale, non i timori infondati che vengono manifestati in questi giorni». (m.l)
 

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