1 – L’UNIONE SARDA di venerdì 18 dicembre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)

Il bollino non è certo da censura e bocciatura. Il contrario: diventa rosa per premiare gli ospedali che si prendono cura delle donne. Riconoscimenti nazionali per la Clinica di Ostetricia e ginecologia dell'Azienda ospedaliero-universitaria, con menzione speciale e tre bollini rosa, e per l'Unità operativa di Ginecologia e ostetricia dell'ospedale Santissima Trinità, con due bollini. La Clinica di Monserrato è stata l'unica a essere chiamata a presentare i dati di attività durante la cerimonia di consegna a Palazzo Chigi. «Premiato - dice il commissario straordinario Giorgio Sorrentino - un grande lavoro di squadra». Per il direttore della clinica di Ostetricia Gian Benedetto Melis «è un grande stimolo per migliorarci ancora ed essere sempre di più vicini alle esigenze della donna».

L'iniziativa è promossa dall'Osservatorio nazionale sulla salute della donna, che ha valutato i servizi offerti dagli ospedali sul livello di “women friendship”, ovvero l'impegno nei campi della medicina dedicati alle patologie femminili e l'attenzione verso le esigenze delle donne ricoverate. E - in base a questi criteri - ha attributo i bollini, da uno a tre.

Il presidio ospedaliero dell'Asl di Cagliari, secondo la commissione che ha assegnato i premi, si è distinto per l'offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili. «La qualità percepita delle nostre utenti - spiega ancora la responsabile dell'Unità del Santissima Trinità Eleonora Coccollone - si basa soprattutto sull'offerta della Partoanalgesia con anestesisti dedicati, sull'assistenza al neonato sempre vicino alla mamma nel Rooming-in, sul trattamento chirurgico mininvasivo laparoscopico con degenza breve e sull'assistenza personalizzata». Doppio bollino rosa anche per il Brotzu di Cagliari.

 

 
 

2 – L’UNIONE SARDA di venerdì 18 dicembre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)

Sembra una strada senza uscita: in realtà, vico I Merello finisce con l'ingresso di un gioiello, l'Orto dei cappuccini. Uno splendido spazio di cui i cagliaritani potranno riappropriarsi entro la primavera. Ieri mattina, il sindaco Massimo Zedda, accompagnato dall'assessore al Verde Paolo Frau e dai presidenti di commissione Emilio Montaldo e Andrea Scano, hanno presentato gli interventi, già in corso, che consentiranno la riapertura dei cancelli.

Un polmone verde in pieno centro cittadino che racconta in pillole la storia di Cagliari: al suo interno reperti che ricordano le dominazioni succedutesi in città. Ma, soprattutto, il luogo in cui i frati coltivano le proprie piante e che tornerà proprio alla sua funzione originale. Restano, dunque, i quattro quadranti, separati da corridoi (visti dall'alto formano una croce) e destinati a diverse funzioni: sarà piantato, proprio come facevano i frati, un aranceto mentre, in un altro spazio, si coltiveranno piante aromatiche e officinali; il terzo quadrante diventerà un orto didattico mentre il quarto ospiterà un prato in cui potranno essere allestiti anche piccoli eventi culturali. «Rispettosi, comunque, del luogo», puntualizza Frau.

L'intervento, da oltre 150 mila euro, è solo il primo del compendio verde nel centro storico. Si punta alla riapertura del collegamento diretto dell'Orto con il centro Caritas di viale Sant'Ignazio: un passaggio fondamentale per gli studenti e per i turisti che visitano l'Anfiteatro. E, in prospettiva futura, l'obiettivo è creare un percorso che, partendo dal giardino dell'Ospedale militare arrivi a Buoncammino, passando per la valle di Palabanda. ( mar.co.)

 

 

CAGLIARI. Oggi al Palacio de Pedralbesdi Barcellona, sede dell’ Unione per il Mediterraneo, ci sarà la la conferenza del Progetto "Optimed". Parteciperanno l'assessore ai Trasporti Massimo Deiana e il direttore generale Gabriella Massidda. L’iniziativa rientra nel programma di cooperazione transfrontaliera 2007-2013, che deve far incrementare la circolazione delle merci e dei capitali tra i territori del bacino Mediterraneo. L'incontro di Barcellona sarà l'occasione per i partner di fare una valutazione finale su efficienza e sostenibilità del progetto Optimed a partire dalle attività svolte. Ci saranno esponenti della politica e rappresentanti istituzionali.
 
 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 18 dicembre 2015 / Ediz. Naz.le - Pagina 20
“A 20 anni indosso il velo per scelta: mi sento una regina”

Hanno tra i 20 e i 22 anni. Partecipano composte e attente alla manifestazione organizzata dalla scuola media Pasquale Tola per celebrare la pace e l’integrazione. Dei popoli e delle religioni. Sono in quattro. E spiccano per il loro aspetto fra una moltitudine di adolescenti nervosi e impazienti di sentire la campanella che segna la fine delle lezioni. Indossano il velo islamico. Tre di loro la versione “soft”, l’hijab; la quarta veste uno chador azzurro che la ricopre dalla cima dei capelli alle caviglie, lasciando liberi il viso, le mani e i piedi. Si chiamano Selma, Mariam, Leila e Bouchra. Sono di origine marocchina, e sarde di adozione: vivono tre a Ittiri e una a Thiesi. E tutte e quattro studiano all’Università di Sassari. «Nessuno in famiglia ci ha obbligato a indossare il velo o a essere musulmane, è una nostra scelta, consapevole. «Sì, il velo è un precetto della religione islamica, ma siamo libere di indossarlo o no», spiegano. E Selma chiude il discorso con orgoglio: «Con il velo mi sento una regina all’interno del suo regno».