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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 November 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 29 novembre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Sale operatorie, l’auditorium e 135 posti-letto. Consegna a fine 2018
IL POLICLINICO RADDOPPIA
Appalto da 28 milioni per quattro nuovi blocchi
Il Policlinico cresce. Dalla seconda metà del 2018 sarà davvero il più imponente ospedale dell’Isola. Un raddoppio da quasi ventotto milioni di euro che avverrà grazie alla costruzione di quattro nuovi edifici, i “Blocchi R”, che ospiteranno camere e ambienti molti simili a un hotel e capaci di far dimenticare le asettiche stanze di un ospedale non certo piacevoli per chi, durante il ricovero, deve fare in conti con la sofferenza e col distacco dai suoi affetti, dalle propria casa.
LE AREE Nei caseggiati troveranno collocazione anche il baby parking per dipendenti, visitatori e pazienti, un auditorium e la main street. A gennaio, inoltre, verrà trasferito il laboratorio centralizzato ed entro maggio anche il pronto soccorso, l’Emodinamica, Cardiologia e i due reparti di Medicina ancora in funzione al San Giovanni di Dio.
Un volto nuovo, dunque, per il “Duilio Casula”, che potrà contare su 135 nuovi posti letto e 24 nuovi ambulatori.
LA CONFERENZA Il progetto di ampliamento del Policlinico universitario è stato illustrato ieri dal commissario straordinario dell’Aou, Giorgio Sorrentino, e dai direttori amministrativo e sanitario, Vincenzo Serra e Oliviero Rinaldi. «Se siamo bravi alla fine del 2018 l’Isola potrà disporre di un Policlinico di grande prestigio. Al momento disponiamo dei fondi, 40 milioni, avuti dall’Unione europea, ma serviranno altri finanziamenti regionali per gli arredi e le apparecchiature», ha detto Sorrentino. «Il futuro ospedale non sarà però soltanto una struttura sanitaria e universitaria sempre più efficiente, ma anche bella, perché il bello è un diritto anche di chi è costretto al ricovero o di chi qui lavora e studia».
L’UNIVERSITÀ Sorrentino, e ancora di più il rettore Maria Del Zompo hanno più volte ribadito «che l’Aou non è soltanto un’azienda sanitaria ma un’azienda dove si formano i medici del domani. Dove si fa ricerca e questo è possibile solo perché abbiamo una facoltà di medicina». Anche per questo i nuovi blocchi disporranno della main street, ambienti adatti all’incontro e all’interscambio tra medici, studenti e docenti, ma anche tra i medici e gli stessi pazienti. Qui saranno allestiti bar, punti ristoro, e aree di svago. Libero e garantito in tutto il Policlinico il Wi-fi.
IL PIANO Saranno raddoppiate, poi, le sale operatorie, che da sei diventeranno dodici, e l’arrivo di diversi nuovi reparti come Ortopedia e traumatologia, Urologia, Oculistica, Farmacologia clinica, Genetica e Dermatologia. Nei quattro nuovi blocchi, infine, spazio ai servizi tecnici e amministrativi.
LA GARA È stata l’associazione temporanea d’impresa “Bacchi srl-gruppo Psc spa” ad aggiudicarsi l’appalto con un ribasso del 18,123 per cento. Costo dell’opera, 28 milioni di euro. Fondi che consentiranno esclusivamente la costruzione degli edifici, mentre ben altri quattrini dovranno essere recuperati per l’allestimento dei quattro caseggiati. Un compito questo - è stata la stessa Del Zompo a ricordarlo - che spetterà adesso al rettore. Perché davvero, alla fine del 2018, i quattro nuovi blocchi non restino edifici vuoti.
Andrea Piras
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di domenica 29 novembre 2015 / Politica Italiana (Pagina 13 - Edizione CA)
Camusso: il ministro Poletti come Ufo robot. Landini: si deve ridurre l’orario di lavoro
«CONTRATTO SUBITO O SARÀ SCIOPERO»
Il pubblico impiego sfila in corteo
ROMA Trentamila persone in piazza per chiedere il rinnovo del contratto di lavoro del pubblico impiego scaduto da sei anni. Insegnanti e personale della scuola, dipendenti della sanità, della sicurezza e dei ministeri hanno sfilato a Roma in segno di protesta contro il blocco delle contrattazioni. In testa al corteo, organizzato da venticinque sigle sindacali e partito da piazza della Repubblica, i leader confederali Susanna Camusso (Cgil), Anna Maria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil). Dopo sei anni di attesa e due rinnovi persi, i sindacati chiedono un contratto “vero” per gli oltre tre milioni di lavoratori pubblici.
In testa al corteo, dietro lo striscione che è lo slogan della manifestazione “Contratto subito”, la Camusso ha sottolineato che «con queste cifre è evidente che non si riesce a fare un rinnovo del contratto. Ma intanto si apra prima la discussione e poi si vedrà di conseguenza che c’è bisogno di cambiare numeri e termini della contrattazione».
Poi la segretaria generale della Cgil ha sparato a zero contro il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che ha detto di non utilizzare solo l’ora-lavoro come riferimento per i contratti. «L’idea che emerge è quella di un ministro che non conosce com’è fatto il lavoro e vuole apparire come Ufo robot, per risolvere tutti i problemi. Ma le condizioni non vanno che peggiorando».
Poi la Camusso ha rincarato la dose di critiche a Poletti. «L’idea che ha il ministro è che non ci siano più regole per i diritti dei lavoratori. Il ministro non conosce com’è fatto il lavoro, il rapporto che c’è tra la fatica e il tempo. Vorrei vederlo a tradurre ciò che ha detto nella concretezza del lavoro quotidiano delle persone. Forse un ministro del Lavoro dovrebbe sapere di cosa parla».
Ugualmente critici, ma meno pessimisti, gli altri leader sindacali. «Spero che la Befana porti non carbone ma contratti. Vogliamo fare il contratto del pubblico impiego entro l’anno», spiega il segretario generale della Uil, Barbagallo. «Se non arriva il contratto entro l’anno» ha proseguito Barbagallo, «la prossima volta i lavoratori non scenderanno in piazza per una manifestazione di sabato», ha detto alludendo a uno sciopero generale.
Dello stesso parere anche il segretario generale della Cisl, Furlan. «Il governo trovi le risorse adeguate per un rinnovo dignitoso, altrimenti la nostra lotta non si può fermare. Il governo dopo sei anni di blocco dei contratti nel pubblico impiego offre un aumento di 5 euro: non c’è dignità. Si vergogni». Poi Barbagallo e Furlan hanno commentato, come la Camusso, le parole del ministro Poletti. «È entrato a gamba tesa sulla questione dei rinnovi contrattuali e questo non va bene».
Di offesa nei confronti dei lavoratori parla il leader della Fiom, Maurizio Landini. «Questa idea di superare l’orario di lavoro è un’offesa alle persone che invece, per quanto lavorano, sono retribuite troppo poco: l’orario di lavoro bisognerebbe ridurlo e ridistribuirlo per aumentare l’occupazione».
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di domenica 29 novembre 2015 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Ospita già vari uffici, il progetto di un’area per Cagliari tramonta nel silenzio
Lo scippo di Buoncammino: lo Stato si riprende il carcere

La Regione sta ferma, si muove lo Stato. Che tiene o si riprende palazzi e terreni finiti al centro di grandi polemiche e battaglie, combattute più con le chiacchiere che con i fatti. A comandare invece sono progetti e soldi, da investire oppure da risparmiare.
L’ex carcere di Buoncammino, svuotato da un anno esatto, nel mondo ideale è diventato un museo e un centro culturale polivalente, qualcuno voleva farci un casinò. In quello reale l’Agenzia del Demanio, proprietaria, ci ha trasferito gli uffici del Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), l’Uepe (Ufficio per l’esecuzione penale esterna), parte degli archivi di Corte d’appello e prefettura e la commissione per l’immigrazione.
Strutture prima ospitate in locali presi in affitto. Il risparmio stimato è di mezzo milione all’anno. E i traslochi potrebbero non essere finiti. La sveglia sul futuro del vecchio penitenziario cagliaritano suona da Sassari. Qui i giochi sono fatti: è pronto il bando dell’Agenzia per lo studio di fattibilità che porterà alla trasformazione di San Sebastiano in sede degli uffici giudiziari.
BENI INFRUTTIFERI Fuori dalle sbarre, tornando nel capoluogo regionale, la musica non cambia. Via Simeto, ex deposito dell’Aeronautica, tre ettari che il ministero della Difesa ha dichiarato dismissibili nel 2008. La Regione ha nicchiato, è arrivata l’Agenzia delle entrate con un progetto già pronto da 12,5 milioni: lì nascerà il suo polo di uffici e verranno trasferite tutte le sedi sparse per la città.
Lo Stato rivuole anche beni già ceduti: l’Esercito ha già chiesto indietro un gioiello sul mare che era stato simbolo della contestata presenza militare a Cagliari, la palazzina degli ex alloggi ufficiali a Calamosca, liberata sette anni fa. Da allora è murata e abbandonata. L’emblema della gestione degli immobili di proprietà regionale: un patrimonio che vale 724 milioni di euro e ne fa fruttare 1,4. Un misero 0,2 per cento.
LE CARCERI «Siamo sempre aperti alla concertazione con Regione e Comune, in attesa di progetti per il futuro dell’ex carcere. Intanto, ma è una soluzione provvisoria, ci abbiamo trasferito alcuni enti per risparmiare sulle locazioni passive»: Rita Soddu è la direttrice regionale dell’Agenzia del Demanio. È rimasta fuori dalle polemiche su Buoncammino, ma ha firmato atti. Il Dap pagava 150mila euro per l’affitto degli uffici in via Tuveri, quelli dell’Uepe costavano 100mila. Poi sono spuntate le esigenze di spazio per gli archivi del tribunale e della prefettura.
E con l’emergenza migranti si è trovato anche uno spazio per la commissione governativa che deve controllare i centri di accoglienza. «Un risparmio da poco meno di 500mila euro per le casse pubbliche», spiega Soddu. Che non commenta i piani sbandierati dagli enti locali, mai messi su carta con coperture finanziarie.
I soldi ci sono invece per un altro ex carcere, San Sebastiano a Sassari. Corte d’appello e giudici di pace, al nord, ora pagano due milioni di euro all’anno. In corsa ci sono 60mila euro per il bando, in pubblicazione a gennaio, per il perfezionamento dello studio di fattibilità per il trasloco nell’ex carcere, con i suoi 18mila metri quadri. Costo totale dell’operazione: 12 milioni. Prevista anche un’ala museo, per ricordare cosa è stato San Sebastiano. E se il Demanio avesse i soldi anche per Cagliari?
EX SERVITÙ Perché dopo anni d’inerzia vince chi agisce. Come ha fatto l’Agenzia delle entrate. Ora la struttura è distribuita tra la cittadella finanziaria di Pirri, uno stabile in via Jenner e una sede in via Bacaredda, che prima di alcuni traslochi in immobili di proprietà costavano 5 milioni in locazioni ogni 12 mesi. Tutto sarà concentrato in via Simeto, nei quasi 30mila metri quadri degli ex magazzini dell’Aeronautica.
Un’intesa Stato-Regione nel 2008 aveva stabilito che quell’area non era più utile per esigenze nazionali, la Sardegna avrebbe dovuto fornire uno spazio alternativo per le poche cose che rimanevano da sistemare (con spese però a carico dell’Isola). Non lo ha fatto, anche se da viale Trento pare sia arrivato qualche recente timido segnale. Ora il Tesoro investe 12,5 milioni, c’è da preparare l’appalto. L’avvio dei lavori è previsto entro i primi mesi del 2017.
Silenzio totale sul palazzotto di Calamosca vista mare, riconquistato nell’era Soru. Cade a pezzi. E i militari lo sanno. Tanto che in Regione c’è una lettera, firmata dal generale dell’Esercito Claudio Tozzi, datata 24 luglio 2014. Dice: ve l’abbiamo restituita, non la usate ma noi abbiamo bisogno di alloggi per ufficiali, se ce la ridate potremmo anche liberare l’ospedale militare di via Azuni. Risposte: nessuna. Anche se qualcosa si è mosso per l’ex deposito di Monte Urpinu e l’area dell’ex caserma Trieste.
Enrico Fresu
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di domenica 29 novembre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
Tavola rotonda a 20 voci nella sala Settecentesca della biblioteca universitaria
«Quella violenza psicologica sminuisce le donne»
Subdola, invisibile. È una forma di violenza, insieme a quella psicologica, seppur meno drammatica: «Parliamo della svalutazione e delegittimazione della donna che si occupa di temi considerati maschili, come sanità, politica e urbanistica». Maria Antonietta Mongiu, presidente regionale del Fai, si riferisce alle accuse «di “mettersi in cattedra” da parte di chi cerca di sminuire le donne». La reazione scatta davanti alla competenza delle donne.
È uno dei contributi che hanno arricchito la tavola rotonda a venti voci “Tre passi nella violenza”, organizzata nella sala Settecentesca della Biblioteca universitaria. Tre incontri con nomi illustri di donne che, per lavoro, si ritrovano spesso a fare i conti con il tema della violenza. Avvocate, agenti di polizia, giornaliste. «Questi incontri non devono essere una liturgia - ha detto Giuliana Perrotta, prefetta di Cagliari - dobbiamo avere in generale un approccio più pragmatico». E così è stato. Autocritiche, testimonianze di donne che svolgono professioni come quella del giudice che non si possono permettere di perdersi in chiacchiere inutili. Racconta tre casi sconcertanti Ermengarda Ferrarese, gip del Tribunale: «E si nota spesso la complicità atavica della donna con il marito padre-padrone e abusante. Trattiamo spesso abusi durati tantissimi anni con la difficoltà per la donna di uscire allo scoperto».
Rita Dedola, presidente dell’Ordine degli avvocati, non ha paura di parlare delle lacune della categoria: «Con riferimento alla formazione degli avvocati abbiamo tantissimo da fare. Anche nei corsi di laurea non ci sono insegnamenti di psicologia. Importantissimi per chi tratta di famiglia e per i penalisti (difendo chi è accusato di questi gravi reati, anche se mi è capitato di rinunciare). Dopo incontri devastanti con gli avvocati ci possono essere ricadute in casa. La psicologia forense è importante, tutto è ancora poco organizzato. Dobbiamo darci una mossa».
Mariangela Lampis
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 
 
5 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 29 novembre 2015 / Ediz. naz.le - Pagina 1
No dei sindacati al nuovo polo ospedaliero
Tutti d’accordo: i sindacati della sanità cittadina non hanno firmato il protocollo d’intesa di Asl e Aou sullo scorporo dell’ospedale civile “Santissima Annunziata”. Si temono disparità di trattamento tra i lavoratori che andranno a far parte di una unica struttura.
 
 
6 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 29 novembre 2015 / Ediz. naz.le - Pagina 33
No dei sindacati al nuovo polo sanitario
di Gabriella Grimaldi
SASSARI Irricevibile. È questa l’etichetta stampata idealmente da tutte le sigle sindacali del settore sanitario sul protocollo d’intesa proposto dalle due aziende cittadine in vista dello scorporo dell’ospedale Santissima Annunziata dalla Asl per accorparlo nell’Aou. Quest’ultima dovrebbe dunque diventare un polo sanitario Dea di secondo livello mentre alla Asl rimarrebbe la gestione dei servizi in tutto il territorio. Ebbene, proprio la bozza di separazione e di conseguente accorpamento non è piaciuta ai rappresentanti dei lavoratori che hanno giustificato il loro no con l’individuazione di importanti criticità ai danni di chi è impegnato quotidianamente per assicurare all’utenza servizi sanitari accettabili. E si comincia proprio con la mancanza, secondo i sindacati, dei presupposti per reali pari opportunità fra il personale delle attuali aziende che all’inizio del prossimo anno andranno a dipendere da un’unica struttura. «Per quanto concerne i diritti contrattuali e le condizioni di miglior favore - si legge nel documento firmato da Cgil, Cisl, Uil, Fials, Nursind e Fsi più le Rsu delle due aziende -, il protocollo sottoposto al nostro esame appare quantomeno privo di ogni elemento a garanzia e tutela dei lavoratori, in particolare per quanto concerne i crediti finora maturati (es. produttività 2015). A tale proposito si evidenzia la grave inadempienza legata alla mancata definizione delle piante organiche e alla certificazione dei fondi contrattuali da parte della Aou, elementi da non trascurare in quanto si determinano le risorse per poter accedere alle progressioni economiche». Insomma, la paura è che nel passaggio da un’azienda all’altra si creino disparità economiche fra dipendenti e che i servizi offerti alla popolazione ne possano risentire. I rappresentanti sindacali hanno anche posto l’accento sulla situazione dei precari: «L’ipotesi di procedere a una loro stabilizzazione è stata cancellata dalla famigerata delibera regionale sul blocco del “turnover”, tant’è che non è dato sapere in che modo saranno utilizzate le graduatorie vigenti dei vincitori di concorso e quelle per le assunzioni a tempo determinato, in barba e a danno di coloro i quali aspettano da troppo tempo un posto di lavoro». Su questo aspetto la direzione della Asl ha rimarcato «di essere quotidianamente impegnata a manifestare all’assessorato regionale le diverse criticità presenti sia a Sassari che nei presidi ospedalieri di Alghero e Ozieri. Strutture queste già depauperate negli anni di personale a tempo indeterminato». La direzione Asl aggiunge anche di aver presentato all’assessorato un piano per far fronte alle difficoltà in deroga alle disposizione sul blocco del turnover. Nel frattempo sia il commissario straordinario di via Cattalochino Agostino Sussarellu che il suo collega Giuseppe Pintor dell’Aou stanno lavorando per rispettare i tempi dello scorporo e della creazione della nuova azienda, missione per la quale erano stati nominati dall’assessore Luigi Arru. Il no al protocollo arriva però anche dal sindacato Nursing Up che in un separato documento denuncia la possibile (anzi sicura) disparità di trattamento economico tra lavoratori che entro breve termine andranno a far parte di una stessa azienda se non si procederà a un inquadramento uguale per tutti. Infine, all’unanimità tutti i sindacati ribadiscono il loro totale dissenso rispetto alle procedure di incorporazione «poiché non assicurano alcuna garanzia al personale e di conseguenza ai cittadini, costretti a fare i conti con un sistema sanitario incapace di dare risposte ai bisogni di salute».
 
 
7 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 29 novembre 2015 / Ediz. naz.le - Pagina 21
Le dichiarazioni del ministro Poletti e il valore del voto di laurea
Sostiene il ministro Giuliano Poletti che ai fini del lavoro, il voto di Laurea non serve a niente. Anzi ad un fico, ha precisato, facendo ricorso al linguaggio colloquiale, per rendere il messaggio più immediato, diretto e colorito. Meglio laurearsi prima con 97 a 21 anni che con 110 e lode a 28. Insomma – è il Poletti pensiero – è preferibile laurearsi prima, con un voto basso, che più tardi con un voto alto, in modo da entrare prima nel mercato del lavoro. Un colpo di spugna niente male sull’antica ambizione della laurea col massimo dei voti, magari “cum laude”. Dato che questa temeraria e poco riflettuta dichiarazione, il ministro l’ha fatta parlando alla mostra convegno nazionale su orientamento, scuola, formazione e lavoro a Verona, davanti ad una platea di giovani, era inevitabile che i social network diventassero un’arena di attacchi belluini. E che le polemiche dilagassero sui giornali, facendo rimbalzare il suo (del ministro) percorso di formazione che, dopo il diploma di perito agrario, ha fatto felicemente a meno della laurea, senza che ne risentisse la brillante carriera nella Lega Coop, nell’Alleanza delle cooperative e, infine, per completare il cursus honorum, al Ministero. Altri tempi, lontani dai nostri, quelli della giovinezza del ministro, altro mercato del lavoro. Certo è che qui e ora, l’affermazione di Poletti appare per lo meno strampalata, da qualunque punto di vista la si consideri (persino da quello pedagogico e sociale). E’ giusta naturalmente l’esortazione ai giovani studenti a non perdere tempo, a non alimentare la massa, più che pesante, dei fuori corso, ma perché non esortarli piuttosto ad impegnarsi magari a prendere 110 e lode a 21 anni? Questo per restare nell’ambito delle lauree triennali, a cui sembra riferirsi il ministro. Il quale forse, dovrebbe preoccuparsi anche del fatto che qui da noi solo il 42% dei giovani con un titolo universitario di secondo livello o un titolo universitario equivalente si iscriverà in strutture d’istruzione terziaria, la percentuale più bassa nell’insieme dei Paesi Ocse, dopo il Lussemburgo e il Messico. Certo la preparazione di un candidato non si misura solo sul voto: la conoscenza delle lingue, le esperienze maturate, la cultura generale hanno un loro peso. Ma si può star certi però che, ovunque, nel mondo, ne terranno conto i selezionatori del personale, gli headhunters, i cacciatori di teste. La battagliera concorrenza di giovani laureati stranieri sul mercato italiano si gioca sulla preparazione, il curriculum, i voti alti. E a chi risulta, per dire, che le offerte di lavoro in settori strategici (istruzione e ricerca, consulenze, tecnologie digitali) riguardino giovani laureati con un voto appena sufficiente? Non sono, invece, i giovani talenti, i più brillanti e con eccellenti curricula, ad avere migliori opportunità di accedere al mercato del lavoro sia al di qua che al di là dei confini nazionali? E’ vero che in Italia ci si laurea tardi e che i percorsi universitari hanno una durata più lunga, ma non sarà bruciando i tempi, a scapito dei risultati, che i giovani laureati avranno migliori opportunità in un Paese che ha il più basso tasso di occupazione di giovani laureati tra i Paesi dell’Ocse. Nel 2014 risultava occupato soltanto il 62% di coloro che avevano concluso il percorso universitario nella fascia di età 25-34 anni. Con così scarse opportunità per tutti, sono comunque i giovani laureati con voti eccellenti ad avere la meglio nella competizione. Questo, naturalmente, quando riesce a prevalere il merito e non i meccanismi di tipo familistico, le raccomandazioni, la rete delle relazioni sociali, il favore clientelare. Ma questo, come si dice, è un altro discorso.
 
 
8 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 29 novembre 2015 / Ediz. naz.le - Pagina 16
Sfila il pubblico impiego «Contratto o sciopero»
di Nicola Corda
ROMA I sindacati portano trentamila persone in piazza e lo scontro con il governo s’infiamma. In gioco c’è il rinnovo del contratto dei lavoratori del pubblico impiego che incrocia l’aspra polemica con Poletti. Ad alimentare lo scambio di accuse, le parole del ministro del Lavoro sulla necessità di «non considerare l’orario come unico parametro per misurare il rapporto tra lavoratore e opera realizzata». L’invito è a guardare al futuro e alle molte «realtà che cambiano», ma Poletti non fa retromarcia e i leader di Cgil, Cisl e Uil scatenano l’attacco. «Pensavo scherzasse, che arrivasse la smentita - dice Susanna Camusso - e invece l’idea che emerge è quella di un ministro che non conosce com’è fatto il lavoro. Vuole apparire come Ufo robot per risolvere tutti i problemi». Irritazione che non si ferma alla polemica giornaliera perché ormai i rapporti con Palazzo Chigi sono ai minimi termini. La manifestazione unitaria ha uno striscione di testa più che mai esplicito: “Contratto subito, il pubblico sei tu”. Così il leader della Uil Carmelo Barbagallo, giudica l’uscita di Poletti «un’entrata a gamba tesa sul rinnovo». Che la strategia governativa sia studiata o meno, per Anna Maria Furlan della Cisl «si tratta di problemi che non possono essere risolti con delle battute, e se davvero il governo vuole dimostrare attenzione, ha qui una bella cartina di tornasole: rinnovi subito i contratti». Sette anni. Il blocco degli ultimi governi sul pubblico impiego si sente e la piazza ieri ha risposto all’appello dei sindacati confederali e autonomi con oltre trentamila persone: 25 le sigle in rappresentanza di scuola, sanità, ministeri, servizi pubblici locali, sicurezza e soccorso, università e ricerca. Da piazza della Repubblica e fino al palco allestito in piazza Venezia, nel corteo mostrano il biglietto da cinque euro, «vergogna d’aumento» disponibile nella legge di Stabilità 2016, 300 milioni che un’impietosa divisione portano a otto euro lordi al mese. «Caramelle che fanno male alla carie» dice Barbagallo che chiede un rinnovo dignitoso entro l’anno «altrimenti ci costringono a fermare il paese perché la prossima manifestazione non sarà di sabato». Lo scenario di uno sciopero generale non è escluso, la pressione su Palazzo Chigi si fa sentire ma resta la carta estrema. «Piuttosto che mostrare i muscoli, il governo abbia coraggio e apra subito i tavoli» l’appello dal palco di Susanna Camusso che descrive l’esecutivo «come Ercolino sempre in piedi, oscilla ma non cade. Quello faceva divertire i bambini ma Renzi deve governare». Dai conti della Uil per rinnovare il contratto a circa 3 milioni e 300 mila lavoratori servirebbero sette miliardi. Impossibile trovare tante risorse ma mettere sulla posta della trattativa 300 milioni è giudicato «insultante». Nel mirino dei sindacati anche la ministra Marianna Madia «con il chiodo fisso dei licenziamenti, l’unica parola che riesce a pronunciare». Dal’altra parte il pubblico impiego è un settore che dal 2010 ha perso quasi 180 mila posti e nella sanità e della sicurezza la sofferenza ormai è arrivata ai limiti. «Il governo smetta di umiliare il lavoro pubblico- urla dal palco Anna Maria Furlan - perché questi servizi sono delicati e importanti per tutta la collettività. Sul rinnovo del contratto non ci fermeremo, il governo rispetti i lavoratori e la sentenza della Corte Costituzionale» che ormai da luglio ha dichiarato illegittimo il blocco.
 
 
9 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 29 novembre 2015 / Ediz. naz.le - Pagina 25
Salute, Uniss a guida di un progetto
SASSARI Una ricercatrice dell’Università di Sassari coordinerà un progetto internazionale di ricerca che ha come obiettivo finale l’utilizzo del grafene in medicina e le applicazioni terapeutiche di questo nano materiale versatile costituito da un singolo strato di atomi di carbonio, dalle enormi potenzialità nel campo della salute. Lucia Gemma Delogu, del Dipartimento di Chimica e Farmacia, sarà a capo di un gruppo di ricerca che coinvolge sei università (compresa quella di Sassari) e istituti di ricerca tra Italia, Francia, Germania, Turchia e Regno Unito. “G-Immunomics” è il nome del progetto che ha ottenuto un sostanzioso finanziamento nell’ambito della call competitiva internazionale Flagera 2015: in tutto sono oltre 990mila euro, che in gran parte andranno proprio all’Università di Sassari. Solo un altro progetto italiano, tra i 13 a livello europeo che hanno ottenuto una valutazione positiva, è stato ritenuto meritevole di un finanziamento in posizione di coordinamento. G-Immunomics ambisce ad aprire la strada allo sviluppo di nuove nanotecnologie che contribuiranno alla qualità di vita migliore per gli anziani e nuovi approcci nel trattamento di patologie come il cancro. «L’obiettivo dello studio è quello di sviluppare un nanomateriale, basato sul grafene, che abbia proprietà terapeutiche e sia, ad esempio, adatto a rilasciare i farmaci unicamente nella sede di interesse- spiega la dottoressa Delogu -Possibili applicazioni potrebbero essere per nuove chemioterapie più mirate e quindi con minori effetti collaterali».
 
 
10 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 29 novembre 2015 / Sassari - Pagina 37
Le donne sarde più basse per malnutrizione e malaria
di EUGENIA TOGNOTTI
Che le fonti storiche siano mute sulle condizioni eco biologiche della vita femminile è ben noto. In questi ultimi anni, tuttavia, gli sviluppi dell’antropologia, dell’archeologia, della paleopatologia – col supporto delle più moderne tecnologie biomediche applicate a resti scheletrici e a campioni antichi – hanno consentito di accumulare, per alcuni contesti e periodi storici, dati ed elementi di conoscenza importanti sulla vita delle donne nel mondo mediterraneo: lo stato di salute, i livelli di nutrizione, le malattie. In Italia, la messe di dati è più abbondante per la nobiltà delle corti e l’alta borghesia urbana: sono stati i resti scheletrici delle grandi dame del Rinascimento, sepolte con le loro ricche vesti e i loro oggetti di culto in sontuosi monumenti nelle Chiese e nei conventi, a consentire uno studio antropologico e paleopatologico i cui risultati si sono incrociati con i documenti scritti e persino con i dipinti: la bellissima Eleonora di Toledo, rappresentata dal Bronzino, ad esempio, appare emaciata a causa della tubercolosi.Questi temi sono stati al centro, nei giorni scorsi nell’aula magna dell’Università di Sassari, del Convegno “Resti scheletrici come documento di salute e malattia, di vita e di morte. Per un nuovo approccio alla storia delle donne sarde”, organizzato dal Dipartimento di Scienze biomediche e dal Centro studi antropologici, paleopatologici e storici dei popoli della Sardegna e del Mediterraneo. La gran duchessa. La “storia clinica”, ricostruita di recente, comprende, oltre a quella malattia, una forma lieve di rachitismo, e i segni scheletrici dei numerosi parti, ben undici tra i 18 e i 32 anni. I dati di base della vita femminile di cui disponiamo, derivanti da ricerche bio archeologiche, in diversi siti, e diverse parti d’Italia, dalla Toscana alla Sardegna, confermano che il rischio mortale del parto – prima che si profilassero i progressi dell’ostetricia – segnava il destino di tutte le classi sociali. La granduchessa Giovanna d’Austria – affetta da numerose patologie, per lo più di origine congenita stando allo studio paleopatologico sui resti – morì di parto come le donne sassaresi, di cui non sappiamo il nome, ritrovate in alcune sepolture femminili nel cimitero medievale e post medievale del duomo di San Nicola nell’ambito di indagini archeologiche della Soprintendenza, in collaborazione con l’Università di Sassari . Le forbici trovate nelle mani di una delle donne – che rimanda al taglio del cordone ombelicale – aprono uno spiraglio sulle pratiche e i rituali della scena del parto in Sardegna. Ma quali informazioni sulla vita materiale delle donne ci danno le analisi antropologiche e paleopatologiche condotte su resti scheletrici provenienti da siti diversi? Morti per parto. Un gruppo di ricerche, condotte nell’ambito del Centro per gli Studi storici, antropologici e paleo patologici dei popoli della Sardegna e del Mediterraneo delle Università di Sassari e di Pisa, fornisce una serie di informazioni, che, per quanto riferibili a contesti ed età diverse, gettano qualche luce e suggeriscono alcune ipotesi che andranno verificate in successive ricerche, come la maggiore incidenza di patologie a carico degli arti e il peso della mortalità per il parto e le sue conseguenze sulla la durata della vita, più breve per le donne (eccetto che nel periodo prenuragico). E, ancora, la presenza di numerosi casi di periostite (Alghero fine XIII-prima metà del XV secolo) forse connessi con cattive condizioni alimentari: una dieta povera e monotona, per di più scarsa in proteine e vitamine. Altre indicazioni sono venute dagli studi degli antropologi sull’usura dentaria . Riguardo alla dieta, lo studio in corso dei metalli, consentirà di raccogliere informazioni fondamentali. Relazioni mediche. Assai interessante e ricco di suggestioni il dato sull’altezza delle donne, la cui statura media (al di sotto dei 160 cm), in crescita in età romana come quella degli uomini, subisce un arresto nel Medioevo. Il parallelismo col diffondersi della malaria, il flagello millenario dell’isola, non sembra davvero una coincidenza. Memorie, relazioni mediche, fonti letterarie confermano l’influenza della malaria sul vissuto, sulla salute, e sulla morfologia. I rilevatori delle Commissioni parlamentari d’inchiesta segnalavano che nelle aree malariche dell’isola, «le donne erano per lo più di bassa statura, di costituzione debole, con voluminosi tumori di milza, afflitte da senilità precoce». Nel romanzo “Cenere” Grazia Deledda descrive le conseguenze dagli assalti delle febbri di malaria, precedute da un lungo brivido gelato : Olì, la protagonista di Cenere, sembrava una vecchia nonostante fosse nel fiore degli anni. Una descrizione che trova conferma nelle parole accorate dell’ l’igienista sassarese Giovanni Loriga, medico provinciale a Roma, nonno di Giovanni Berlinguer. Intervenendo al primo congresso regionale sardo, promosso ed organizzato dall’Associazione fra i sardi presenti nella capitale, evocava un’immagine che solo nell’ultimo cinquantennio è stata cancellata, quella di «donne giovani che portano sul viso anemico le traccie di una decrepitezza precoce e di una sofferenza senza fine ed alle quali mancano perfino le forze per accudire ai pochi e non gravosi lavori domestici». Grotta di Flumineddu. Nell’ambito della medicina legale offre diverse chiavi di lettura, tra medicina magico- eligiosa e medicina razionale, lo studio sul cranio di una donna nuragica in una grotta del rio Flumineddu nel quale è impegnata la professoressa Mazzeo, ordinario di Medicina legale all’Università di Sassari : il foro in regione parieto frontale destra il caso della donna di Sisaia, vissuta 4000 anni fa, il cui scheletro è conservato al Museo Archeologico di Nuoro. Alta 1 metro e 50, Sisaja aveva sofferto in vita di innumerevoli patologie. Ma l’intervento di trapanazione cranica – diffusissimo nella preistoria – a cui era stata sottoposta era perfettamente riuscito. Una pratica magica per aiutare la fuoruscita di demoni e forze maligne o una pratica chirurgica?
 
 
11 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 29 novembre 2015 / Oristano - Pagina 29
Oggi a Oristano la consegna dei premi Ussi
Appuntamento con le stelle dello sport sardo questa mattina a Oristano. L’occasione è la consegna dei premi Ussi che è in programma dalle 9 alle 11.30 nella sala conferenza dell’Hostel Rodia in viale Repubblica. Per l’occasione la Stampa Sportiva ha organizzato anche un corso di formazione professionale dal titolo «Giovani e sport pulito. Regole, fair play, responsabilità dirigenti e media: vietato imbrogliare». Ai lavori intervengono ospiti illustri come il procuratore federale della Figc Stefano Palazzi, il pm Paolo De Angelis, l’avvocato Carlo Porceddu (Corte di giustizia federale) e il magistrato Alfonso Sabella. Ci sarà anche il presidente dell’Ordine regionale giornalisti, Francesco Birocchi. L’evento ha il supporto organizzativo del Comitato regionale Figc e il patrocinio di Coni nazionale, Università di Cagliari, corsi di laurea in Scienze della comunicazione e Scienze motorie e presidenza della Giunta regionale. La manifestazione è supportata da Banco di Sardegna, Coldiretti, Coni Sardegna e Banca di Sassari. A ritirare i premi una trentina di campioni di tutte le disclipline. Tra i circa premiati, Marco Storari, portiere Cagliari, Mario Beretta e Massimiliano Canzi, del settore giovanile rossoblù, Fabio Aru, vincitore Vuelta 2015, Alessia Orro, campionessa mondiale Under 18 di pallavolo, i campioni d’Italia della Dinamo Banco Sardegna, i ragazzi della Pagi di Sassari, squadra calcio Seconda categoria composta da richiedenti asilo, Roberto Carta, allenatore dell’Amsicora campione d’Italia hockey su prato maschile e femminile, Gabriele Angioi, primo sardo ai mondiali Under 12 di baseball, Andrea Pianti, campione italiano Allievi di salto in lungo, Chiara Obino, primattista italiana di apnea, Andrea Lecca, maestro e pluricampione sardo di tennis, Carlo Ciabatti, campione mondiale windsurf, Fabio Tosi, portiere della squadra pulcini Atletico Olbia, il Pugile Alessandro Goddi e tanti altri nomi importanti dello sport sardo . Alla cerimonia partecipa, in veste di madrina, anche Miss Sardegna 2015, Manuela Galistu.
 

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