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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 November 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA


1 – L’UNIONE SARDA di venerdì 27 novembre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Università,
Foresteria a pieno regime
In principio si parlava di residence, poi si è optato per una Foresteria. Stessa finalità: dare ospitalità a studenti, borsisti, dottorandi e personale tecnico-amministrativo in arrivo da altri atenei. Italiani e stranieri. Ormai la struttura situata negli spazi dell'ex clinica Aresu, funziona a pieno ritmo. Sino a oggi ha dato alloggio a centosettantatré ospiti, a cui si devono aggiungere gli studenti in arrivo in queste settimana dai Paesi del Nord Africa, nell'ambito del progetto Formed, finanziato dal Banco di Sardegna. Uno tra i tanti programmi di internazionalizzazione dell'Ateneo cittadino.
Intanto, dopo la caduta - nella notte tra martedì e mercoledì - di alcuni calcinacci dall'ingresso della struttura centrale, negli uffici del Rettorato precisano che «da mesi prosegue un intenso programma di manutenzione che impiegherà consistenti risorse in tutti i poli universitari della città». (sa. ma.)
 
 
 
2 – L’UNIONE SARDA di venerdì 27 novembre 2015 / Provincia Ogliastra (Pagina 45 - Edizione CA)
ELINI Sostegno per gli studi
Contributo da 250 euro alle matricole universitarie
Il Comune di Elini tende una mano alle matricole universitarie. Sono aperte le domande per richiedere gli incentivi a favore degli studenti universitari iscritti per la prima volta all'università e che frequentano l'anno accademico 2015-2016. Agli studenti residenti a Elini, spetterà un contributo di 250 euro che verrà erogato in due tranche: 150 euro saranno versate dopo la presentazione dell'istanza, mentre le restanti cento euro dopo l'attestazione del superamento di almeno un esame. Se l'importo totale stanziato dall'amministrazione guidata da Rosalba Deiana non dovesse essere sufficiente a coprire tutte le richieste, verrà stilata una graduatoria in base al reddito. Le domande scadono il 31 dicembre. ( g. f. )
 
 
 
3 – L’UNIONE SARDA di venerdì 27 novembre 2015 / Cronaca Italiana (Pagina 11 - Edizione CA)
Il ministro Poletti: giovani italiani in ritardo rispetto agli altri europei
«Meglio laurearsi prima che puntare sui voti alti»
VERONA «Prendere un 110 e lode a ventotto anni non serve a un fico. Meglio un 97 a ventuno». Il ministro Giuliano Poletti suona così la sveglia ai giovani, agli studenti che temporeggiano sui libri e rimandano gli esami. Una provocazione, ma non troppo, buttata lì per spronare chi rischia di perdere il treno buono per trovare un occupazione.
L'APPELLO DEL MINISTRO «Voi ragazzi - ha detto il ministro a Verona al salone nazionale dedicato a orientamento, scuola, formazione e lavoro - pagate il pesante ritardo con cui entrate nel mondo del lavoro rispetto ai vostri coetanei degli altri Paesi. Un giovane che si laurea a 28-29 anni riuscirà difficilmente a competere nello scenario internazionale con un neolaureato ventunenne». In sintesi: «Un voto alto serve a poco, meglio laurearsi prima». Quindi non bisogna tentennare ma andare subito al sodo: «Se si gira in tondo per prendere mezzo voto in più - ha aggiunto Poletti - si butta via del tempo che vale molto molto di più di quel mezzo voto. In Italia abbiamo in testa il voto, non serve a niente». Il ministro del Lavoro ha poi fatto il punto su “Garanzia Giovani”, il piano europeo, criticato da più parti, per la lotta alla disoccupazione giovanile. Che si traduce in finanziamenti in arrivo dall'Ue per i Paesi con tassi di disoccupazione superiori al 25% da investire in politiche attive di orientamento, istruzione e formazione e inserimento al lavoro.
GARANZIA GIOVANI Il Piano ha già visto coinvolti 870mila giovani (tra i 15 e i 29 anni residenti in Italia), dei quali quasi 540mila presi in carico. Di questi ultimi a oltre 228mila è già stata proposta almeno una misura del programma. «Confidiamo in eventuali risorse di carattere comunitario», ha detto Poletti commentando le cifre e guardando al futuro. «In ogni caso daremo continuità al Piano, perché è un patrimonio a cui non solo non intendiamo rinunciare, ma sul quale abbiamo tutta l'intenzione di investire». A questo punto, però, secondo il ministro serve una specie di “fase 2” dopo un avvio non proprio bruciante: «Vogliamo che Garanzia Giovani si rafforzi per sostenere pienamente i Neet» - cioè chi non è iscritto a scuola o università, non lavora e non segue corsi di formazione professionale - «consentendo loro un effettivo accesso al lavoro, componente essenziale per essere felici, perché ci aiuta a esprimere noi stessi». (p. st.)
 
 
 
4 – L’UNIONE SARDA di venerdì 27 novembre 2015 / Cultura (Pagina 49 - Edizione CA)
ATTI DEI PARLAMENTI  Oggi presentazione a Cagliari del nuovo volume di Giuseppe Doneddu
Quando in Sardegna governava il vicerè Coloma
Pubblichiamo la riflessione del professor Gian Giacomo Ortu del volume “Parlamento del vicerè Antonio Coloma (1602-1603)” che viene presentato questo pomeriggio alle 16 nell'aula del Consiglio Regionale di via Roma a Cagliari. Apriranno i lavori Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale, e Michele Cossa, presidente del Comitato Scientifico degli Acta Curiarium. Relazioni di Diego Quaglioni e Giulio Fenicia.
 Con l'edizione degli atti del “Parlamento del vicerè Antonio Coloma (1602-1603)”, curata da Giuseppe Doneddu, vede ormai vicino il suo approdo la grande impresa scientifica e culturale promossa trent'anni fa dal Consiglio Regionale della Sardegna di pubblicare tutti gli atti dei Parlamenti sardi tenuti tra il 1355 e il 1793. Un'impresa che non ha eguali nel quadro italiano ed è destinata ad un enorme arricchimento della conoscenza e della coscienza storica della Sardegna.
Dei ventitré Parlamenti tenuti complessivamente nell'isola ne sono stati pubblicati sinora tredici, ma dei restanti dieci almeno la metà è prossima alla stampa, e l'altra lo sarà entro due anni.
Il Parlamento del vicerè Coloma, conte d'Elda, presenta un particolare interesse sotto molteplici profili. Intanto, la sua convocazione segue di pochi anni la scomparsa di Filippo II, il grande sovrano che ha impresso il maggior slancio, nel secolo d'oro spagnolo, all'economia e alla società isolana. Al rey prudente si devono, infatti, alcuni provvedimenti legislativi a beneficio delle produzioni cerealicole e degli stessi agricoltori, cui è facilitato l'accesso al mercato; il rafforzamento del sistema di difesa dell'isola, prima con il ridisegno e potenziamento delle mura di Cagliari e di Alghero ad opera dei fratelli Paleari Fratino e poi con la costruzione delle torri costiere; e infine l'istituzione a Cagliari nel 1573 di un tribunale regio, la Reale Udienza, con funzioni sia giurisdizionali che politiche.
Sull'onda lunga di questo riformismo di Filippo II, anche il Parlamento Coloma del 1602-1603 manifesta una viva attenzione per i problemi dell'agricoltura, che porta ad una definizione più rigorosa del sistema di coltivazione a bidatzone , con avvicendamento biennale su due campi aperti di semina e riposo (un sistema analogo all' openfield inglese) e ad avanzare alcune proposte di innovazione culturale (quali il gelso e il riso). Ma a dominare i lavori di questo Parlamento sono soprattutto le questioni, essenziali in una fase di crescita economica e demografica, del diritto e dell'istruzione.
Sul versante giuridico è particolarmente significativo l'intento di mettere ordine nella legislazione di fonte regia con la raccolta completa ed emendata di tutte le prammatiche emanate sino ad allora per la Sardegna. Viene inoltre affidato a Monserrat Rosselló, il maggior giurista di quegli anni, di collazionare le regole - condivise dalle due parti - utili a porre fine ai frequenti conflitti di giurisdizione tra i tribunali regii e i tribunali del Sant'Uffizio. La raccolta delle prammatiche potrà essere realizzata soltanto nel 1640, ad opera di Francesco de Vico, alto magistrato e funzionario sassarese, mentre il Rosselló non sembrerebbe aver portato a termine l'incarico ricevuto.
Sul versante dell'istruzione è di grande rilievo la richiesta, avanzata dai tre Stamenti (ecclesiastico, aristocratico e cittadino), di fondare a Cagliari uno “Studio o Università pubblica”, necessaria per rispondere al bisogno crescente nell'isola di saperi scientifici (specialmente giuridici) e di cultura religiosa (in cifra controriformistica). A rendere più urgente la necessità della presenza dell'Università in Sardegna ha peraltro contribuito un recente divieto regio alla iscrizione alle Università italiane, come quelle di Pisa e di Padova, più normalmente frequentate dai giovani sardi, a favore delle Università spagnole, la cui frequentazione comporta oneri molto maggiori e sarebbe perciò troppo gravosa anche per le famiglie più facoltose.
La sede prescelta per l'Università sarda è Cagliari, che si impegna prontamente a finanziare l'edificazione di una sede adeguata, nonostante la richiesta pressante di Sassari di ospitarla, motivata sia con la maggiore amenità e salubrità del luogo che con la prova di eccellenza intellettuale che i suoi giovani avrebbero spesso fornito. Alla fine nessuna delle due città resterà delusa, poiché entrambe potranno disporre dell'istruzione universitaria, Cagliari a partire dal 1626 e Sassari dal 1632.
  Gian Giacomo Ortu
(Docente Storia Moderna)
 
 
 
5 – L’UNIONE SARDA di venerdì 27 novembre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
GIOCOMIX. Domani e domenica al Lazzaretto di S.Elia
Alla fiera del fumetto
Squadra che vince raddoppia, verrebbe da dire. Lo fa di sicuro il Giocomix, la più grande fiera sul gioco, fumetto e cosplay in Sardegna , organizzata dall'associazione Mondi Sospesi che, dopo il successo dello scorso maggio, ripete una seconda edizione nello stesso anno; sempre al Lazzaretto di Cagliari, domani e domenica, dalle 10 alle 19. Il costo di un biglietto valido per una giornata è di 5 euro, e sotto i 6 anni si entra gratis.
Tanti gli ospiti: la mangaka e scrittrice Keiko Ichiguchi; Lorenzo Ceccotti, in arte LRNZ, vincitore di numerosi premi con il suo cupo e futuristico romanzo a fumetti Golem. Andres Mossa, colorista ufficiale della serie Avengers World, che terrà una lezione sui colori. E poi tanti altri fumettari sardi: Dany e Dany, che hanno tra l'altro illustrato i romanzi di Andrea Atzori, Stefano Obino, disegnatore del fumetto Sardan e i 7 re; Andrea Pau, autore della serie Rugby Rebels; il vignettista e caricaturista Bruno Olivieri; Daniele Serra, disegnatore per la DC comics e vincitore del fantasy Award. Alle pareti del primo piano si potranno ammirare le tavole originali di un altro grande artista, Leji Matsumoto, il creatore di Capitan Harlock. Ma il Giocomix come dice il nome è anche gioco, in tutte le sue forme: nella sala arena al primo piano si svolgeranno diversi tornei, da Mortal Kombat e a Mario Kart. L'associazione Tana del Goblin di Cagliari e la casa editrice RedGlove daranno la possibilità di provare tantissimi giochi da tavolo e di carte, mentre la fumetteria Altrove curerà un torneo dei giochi di carte collezionabili Yu gi Ho e Magic. Il gioco di ruolo avrà ben due spazi, al tavolo con l'associazione D7 e i Gabbiani di Karalis, vincitori di un secondo posto alle Ruolomipiadi di Lucca, e dal vivo con l'associazione M.A.D.2 Factory. Ci sarà persino la possibilità di prendere confidenza con la programmazione di videogiochi, grazie a un corso base tenuto dalla Facoltà di informatica di Cagliari, sabato alle 15.30 nella sala incontri.
Un'altra importante presenza è quella degli youtuber; sono tanti i sardi intrattenitori del web, e la più famosa è probabilmente Oleander the weird, che con la sua particolarissima voce può vantare davvero tante visualizzazioni; ci saranno anche AlicePoddish, The Casu90, zMarcy95, Ss Version, Concas HD, e tanti altri che si alterneranno sul palco e incontreranno anche i fan in un'area apposita al secondo piano. Il palco è l'habitat naturale anche per i cosplayer, ovvero gli appassionati che uniscono la parola costume e play, interpretando i loro eroi preferiti, e che daranno spettacolo a partire dalle 14.30, in entrambi i giorni; con tanti premi in palio per i migliori costumi ed esibizioni, spesso realizzati dopo mesi di lavoro. I cancelli del paradiso nerd sono aperti, e tutti si potranno emozionare, grazie a un'ospite , un cosplay e o un disegno.
Giovanni Lorenzo Porrà
 
 
 
6 – L’UNIONE SARDA di venerdì 27 novembre 2015 / Cultura (Pagina 49 - Edizione CA)
Festival
Giornali e new media, design thinking, i social e i linguaggi oggi a Pazza Idea
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Alessandro Mari, Paolo di Paolo, Pierluigi Vaccaneo, Insopportabile e Mafe de Baggis sono gli ospiti della seconda giornata di “Pazza Idea. Progetto Creativo” dedicata ai nuovi linguaggi, oggi al Ghetto di Cagliari. Nella Sala Cannoniera dalle 10 si svolge il workshop “Design thinking”: Mafe de Baggis e Filippo Pretolani saranno la guida per chi deve inventare o reinventare un lavoro. Dalle 10.30 nella Sala delle Mura si fa TwLetteratura, nel corso del workshop rivolto agli studenti, con Pierluigi Vaccaneo e lo scrittore Alessandro Mari. Carlo Milia, Ottavia Pietropoli e Giovanna Cocco intervengono invece a proposito di “Buone pratiche di sostenibilità ambientale nell'ambito di eventi e manifestazioni”, a partire dalle 11 nella Sala degli Archi, per il workshop realizzato in collaborazione con la Film Commission Sardegna nell'ambito degli interventi animativi di HEROES 20.20.20.
Gli appuntamenti serali si aprono alle 16.30 (Sala delle Mura) con Stefano Asili e Nicolò Ceccarelli che presentano il lavoro di ricerca “La Sardegna a Expo: il progetto congiunto delle Università di Cagliari e Sassari” e l'installazione interattiva frutto di questo progetto. Alle 17.30 nella Sala Cannoniera si parla di “Giornalismo e nuovi media: i nuovi scenari dell'informazione” con Daniele Chieffi, Daniele Rielli e Barbara Sgarzi.
Alle 18.30 arriva il finalista al Premio Strega 2013 Paolo di Paolo per un incontro con Mari e Nicola Muscas (“Scrivo dunque sono. Ispirazioni, gioie e fatiche dei giovani scrittori contemporanei”).
La giornata si chiude alle 19.30: nella Sala Cannoniera Barbara Sgarzi coordina “Così vicini e così lontani: come i Social Media stanno modificando i rapporti e i linguaggi”. Con lei: Anna Masera, Mafe de Baggis, Filippo Pretolani, Insopportabile, Vera Gheno e Stefania Iannizzotto.
Oggi Pazza idea fa tappa anche a Carbonia dove alle 18.30 la biblioteca Sbis ospita la presentazione del libro “Lettori si cresce” di Giusi Marchetta, in collaborazione con I libri aiutano a leggere il mondo. (gr.pi.)
 
 
 
7 – L’UNIONE SARDA di venerdì 27 novembre 2015 / Politica Italiana (Pagina 10 - Edizione CA)
Mattarella celebra i 15 anni dell'iniziativa degli editori indirizzata agli studenti
Letture giovani nell'era Twitter «La carta ha ancora un futuro»
Roberto Cossu  INVIATO
ROMA Sergio Mattarella si rivolge ai “nativi digitali”. Dei quali «io non faccio parte», scherza. Evita di sottolineare che l'informazione è un bene prezioso: troppo facile. Prende atto che è «un momento di straordinaria evoluzione» e i giovani hanno un compito difficile: districarsi in un oceano di notizie e opinioni, mantenendo, anzi rafforzando, lo spirito critico. Anche l'informazione ha oggi una necessità primaria: «Stare al passo con i tempi». Tempi che vedono moltiplicarsi e diversificarsi i mezzi di comunicazione, a velocità vertiginosa. Ma il capo dello Stato avverte, quasi con un sorriso (materia che gli difetta, si dice): «Le nuove tecnologie non cancelleranno i vecchi strumenti». Nel futuro prossimo e lontano non ci saranno «soltanto immagini e frasi incomplete», fenomeni da telefonini e dintorni. La lettura «sarà sempre insostituibile». La cara vecchia carta.
Così sono chiarissimi due principi: proteggere i “nativi digitali” e i lettori. E tutelare l'editoria, l'informazione, che fornisce mezzi e sostanza. In quale direzione? «La libertà», dice semplicemente Mattarella. L'occasione è un incontro del presidente della Repubblica con l'Osservatorio permanente Giovani-Editori, che celebra i suoi primi 15 anni (l'Unione Sarda è stata fra le prime testate ad aderire). Nella Sala degli specchi del Quirinale si racconta «una storia», per dirla col presidente dell'associazione Andrea Ceccherini. Giornali, fondazioni, imprese. E giovani: questa è la storia, in sintesi. Soprattutto il racconto di una iniziativa, “Il quotidiano in classe”, dedicato alle scuole secondarie superiori.
Le cose sono andate bene, se si è arrivati (ultimi dati) a coinvolgere 2 milioni e 94mila studenti e 45mila insegnanti. Cioè 8 studenti italiani su 10. Superfluo dire che «la scuola ha risposto con entusiasmo» a quello che deve essere un caposaldo della formazione in democrazia: «Educare una generazione a leggere. Allenarla a riflettere», parole ancora di Ceccherini. Il modo? Mettendo a confronto i giornali. All'inizio tre testate. «Per esercitare lo spirito critico, e magari insegnare a diffidare dei mezzi di comunicazione». A «valutare le cose con la propria testa». Il resto, negli anni, è stato il risultato di un impegno a tutto campo. Un successo che dice anche un'altra cosa: la scuola italiana non è male, ha ancora voglia di mettersi in gioco. E conosce una lezione: «Insegnare agli studenti come si impara». Fa bene, poco dopo, Mattarella a far suo il giudizio.
Cosa significa per il giovane un progetto di questa portata lo spiegano proprio gli insegnanti. Come Silvia Lacomba, che lavora in Piemonte. Un esempio? «Il bisogno di esprimersi sempre in maniera chiara», tanto più «nel mezzo dei drammatici eventi di questi giorni». Lo spiegano anche gli studenti: «Intanto l'iniziativa mi ha obbligato a prendere il quotidiano in mano», confessa Emanuele, 17 anni di Ravenna. E poi a capire che «non siamo meno capaci dei coetanei di 20 anni fa». E a stabilire che oggi, purtroppo, «ci sono poche autorità di cui fidarsi». Presenti esclusi. «Mi ha aiutato a liberami degli stereotipi, a riconoscere la pluralità», dice Letizia, 17 anni di Monza. C'è sempre qualcosa di preparato in questi incontri, ma la soddisfazione dei ragazzi non sembra solo protocollo.
Ed è condivisa da Mattarella. Che parte proprio, bonariamente, dalla frecciata del ragazzo: «Questa è la casa degli italiani. I giovani devono sentire proprie le istituzioni». Ecco perché «abbiamo voluto aprire le porte del Quirinale». E poi: «Se l'Osservatorio ha raccolto questi numeri evidentemente è grande, da parte dei ragazzi, l'esigenza di informarsi». E insieme di «padroneggiare gli strumenti della conoscenza». Detto senza retorica, di «costruire da protagonisti». La collaborazione «aiuta anche l'editoria, che trova un campo di verifica». Proprio «per stare al passo con i tempi», sottolinea il presidente.
In questa direzione «è intelligente aprire il discorso» all'università, come ha già ricordato Ceccherini. E vale anche un altro progetto portato avanti dall'Osservatorio: “Young Factor”. In pratica, migliorare fra i giovani la conoscenza dell'universo economico e finanziario. Forse «è più facile seguire le mode», dice Mattarella, ma è decisamente meglio «farsi domande sulle proprie opinioni. Se è vero, come è vero, che «nessun giornale ha e dà la verità, e il giudizio è rimesso alla capacità critica dei lettori», allora è protagonista la mente di ciascuno. A cominciare dai «fatti concreti», quelli che viviamo ogni giorno. Questione di libertà, appunto. Che «si realizza col senso di responsabilità».
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
  
5 – LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 27 novembre 2015 / Olbia Pagina 33
Una storia delle classi dirigenti in Sardegna
di Giacomo Mameli
SASSARI Sarebbe bene, giusto e salutare» imporre ai consiglieri regionali (assessori pro tempore compresi) la lettura del libro «Pianificare la modernizzazione» dello storico Salvatore Mura dell'Università di Sassari. Perché queste 280 pagine – lungi dal raccontare età dell’oro che la Sardegna non ha mai conosciuto – fanno capire con dati di fatto, aborrendo dal qualunquismo politico, quale ruolo abbia avuto la classe dirigente nel ventennio successivo al dopoguerra. Periodo che per alcuni residenti fra i nuraghi è stato la causa di tutte le disgrazie, da Porto Torres a Macchiareddu, e che invece – è la tesi di chi scrive questo commento – ha proiettato la Sardegna verso la «modernizzazione» dell’«Eppur si muove» di Gianfranco Bottazzi. Perché l'industrializzazione – dopo la sconfitta della malaria – è stato il fatto più rivoluzionario nella storia sarda moderna: è solo mancata la capacità di gestire in fieri i processi che avevano portato fatturati e buste paga dove regnavano baratto e disoccupazione. Anni durante i quali si discuteva dei fondamentali dell'agire politico, si pensava all’uscita dall’economia agrosilvopastorale. Anni di assemblee popolari che creavano – anche esagerando – il «mito della fabbrica». Paolo Dettori parlava allora in Consiglio regionale di «diritto allo studio»: mai avrebbe blaterato di «dimensionamento scolastico» come usa oggi nella giunta dei professori universitari. Di quell'epoca – lo sottolinea Francesco Soddu in prefazione al libro di Mura – era mancata «un'indagine profonda e ha prevalso la ripetizione della tesi dominante del fallimento della Rinascita, comprovata anche dalla crisi che attraversa oggi l'isola». Università assenti o quasi. I giornali sardi, con poche eccezioni, più o meno voce del padrone. Dopo mezzo secolo di silenzi, questo lavoro copre oggi colpevoli omissioni. Mura – raccontando anche la patologica lottizzazione politica degli enti, campagne elettorali ed elezioni, radiografando il 1964 «anno del disincanto» – ha spulciato gli atti del Consiglio regionale, ha letto giornali isolani e nazionali ed è arrivato a conclusioni diverse dalla vulgata negazionistica della metamorfosi isolana. Lo ha fatto da storico puro, di vaglia, senza peraltro creare idoli. Racconta l'azione di Francesco Deriu (primo assessore alla Rinascita), di Efisio Corrias (primo presidente apripista di governi di centrosinistra in un’Italia e in una Sardegna dominate dalla Balena Bianca sdraiata a destra), di un Pietro Soddu che invocava «la visione d'insieme» anche se aveva dovuto «sacrificare la rapidità delle decisioni a favore di una maggiore condivisione». Ma la politica non è dialogo? È per caso il diktat dell'uomo solo al comando? No. Mura rimarca il ruolo della rivoluzione dei «Giovani turchi» a Sassari con Soddu e Dettori, la successiva azione dei «Giamburrasca» nuoresi. Ma – Corrias escluso – si imponevano sulla dirigenza cagliaritana, untuosa e levantina, propensa più al piccolo cabotaggio che al disegno progettuale che animava sassaresi e nuoresi. È quella la stagione in cui «la Sardegna passò da un'epoca caparbiamente legata alla terra ad un'altra epoca, che avrebbe avvicinato lo standard di vita dei sardi a quello degli abitanti della penisola (senza però mai colmare pienamente il divario iniziale)». Mura – quasi una monade – «scavando nella documentazione archivistica, la lettura critica della storiografia, contestualizzando gli avvenimenti», giunge a conclusioni diverse rispetto a quelle abituali. La classe politica anni '50-'60 aveva un progetto che oggi – slogan anglofoni esclusi – non c'è. Non ci sono partiti. Solo a fine degli anni '90 c'era stata una visione (in alcuni imprenditori e in due o tre politici) nella ricerca scientifica e nella rivoluzione informatica. Poi il vuoto assoluto. Oggi il nulla. La Carlo Felice da vent’anni icona della Sardegna incompiuta. Della Sardegna che non si muove più. Senza progetto.

 

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