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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 November 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 novembre 2015 / Esteri (Pagina 14 - Edizione CA)
Le start-up hanno una maggiore incidenza rispetto a Piemonte, Veneto e Toscana
IL RUOLO DELLE IMPRESE D’ECCELLENZA IN SARDEGNA

La ripresa in Sardegna, anche se con numeri inferiori rispetto al trend nazionale, mostra i primi segnali confortanti. A partire dalla differenza tra nuove aziende e imprese che hanno chiuso: nel terzo trimestre del 2015, come segnala un report di Intesa Sanpaolo, il saldo è positivo per 651 aziende. Il valore aggiunto nell’Isola fa registrare il segno più, dopo quattro anni in discesa, mentre fa ben sperare il fatto che la Sardegna ha più start-up di regioni come Piemonte, Veneto e Toscana. Non è tutto. «Le imprese sorte in ambito universitario sono un numero relativamente ridotto (in Italia sono 1.144, solo 46 in Sardegna), ma hanno un forte contenuto innovativo», ha spiegato il direttore regionale di Intesa SanPaolo per Sardegna, Lazio, Toscana e Umbria, Pierluigi Monceri.
In questo quadro assume dunque maggiore importanza anche il premio istituito quattro anni fa dal gruppo bancario per le imprese di eccellenza. Quest’anno sono state dieci le ditte premiate dal concorso “Promuovere l’eccellenza per sostenere la crescita”, destinato alle aziende che, nell’Isola, si sono contraddistinte per l’eccellenza secondo le indicazioni del Comitato scientifico composto dai rettori delle due università sarde, dai direttori dei due quotidiani dell’Isola, dal presidente della Sfirs, dal direttore regionale della Banca d’Italia e dall’assessore regionale del Turismo.
Le aziende premiate sono: Abinsula (informatica di Sassari), Antonio Marras (alta moda, Alghero), Esca Dolciaria (agroalimentare, Dorgali), Fattorie del Gennargentu (agroalimentare, Nuoro), Gruppo Tilocca (costruzioni, Nuoro), Mesa (agroalimentare, Sant’Anna Arresi), Papiro Sarda (trasformazione carta, Assemini), Pressteck (meccanica di precisione, Muravera), Pruneddu Salvatore (alimentare, Tonara), Sarda Formaggi (agroalimentare, Olbia). Inoltre è stata premiata anche una rete di imprese: la Filiera del grano duro coltivato e trasformato in Sardegna, la prima costituita nell’Isola nel giugno del 2012.
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 novembre 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
PRESENTAZIONE LIBRO
Venerdì prossimo alle 17, nell’aula Roberto Coroneo della Cittadella dei musei in piazzetta Arsenale, sarà presentato il libro “Maria Crespellani, Ritratti 1943-2014”, curato da Franco Masala (Cuec editrice). Ne parlerà Maria Luisa Frongia, docente di Storia dell’arte contemporanea nell’Università cittadina.
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 novembre 2015 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
La beffa del nostro export
Ne uccide di più il maialetto?

Anthony Muroni
«Devono aver ragionato così: accendiamo i motori di parte del sistema economico nazionale e installiamo le marmitte e i tubi di scappamento nella terra di quei quattro coglioni rassegnati, tenendoci però i frutti succosi generati in quel luogo. Della serie: c’è chi paga e c’è chi se la gode».
Dove siamo? A pagina 193 nel secondo volume della trilogia “Buongiorno Sardegna”, edita da L’Unione Sarda nel 2013. Nel libro che ha per sottotitolo “Sapendo da dove veniamo, per meglio decidere dove andare”, troviamo una fulminante istantanea, più efficace di mille editoriali, duemila tavole rotonde e tremila conferenze stampa.
Si parla di esportazioni, una delle tante voci dell’economia sarda maglia nera nel panorama mediterraneo. La verità è ancora più nera: al netto dei prodotti derivanti dalla raffinazione, i numeri diventano davvero nani. Sapete qual è il peso del settore agroalimentare? Poco più del 2% dei cinque miliardi dichiarati dall’azienda Sardegna. Un’inezia, una gigantesca macchia di latte in un oceano di petrolio, incapace di produrre ricchezza diffusa e con essa un sistema virtuoso, potenzialmente in grado di alimentare e generare, durante il suo ciclo, la distribuzione di opportunità economiche non assistite.
È da questi dati, oltre che dagli spunti che arrivano dalla cronaca quotidiana, che emerge il fallimento delle classi dirigenti dell’ultimo mezzo secolo. Quali? Con percentuali diverse di responsabilità: politica, scuola, università, sindacato, imprenditoria. Non abbiamo saputo creare un modello di sviluppo compatibile e, delitto ancora più grave, pur avendo arricchito le nostre conoscenze e maturato la consapevolezza della nostra situazione, non riusciamo a uscire dal governo dell’emergenza.
Stiamo costruendo un futuro dirigista, burocratico e assistito. Offriamo ai nostri cittadini di oggi e di domani un modello basato sul consumo del territorio che non crea sistema economico: servitù militari, produzione di energia per conto terzi, fabbriche di armi, industrie inquinanti.
C’è qualcosa di marcio, di malato, di fetido, se da una terra come la nostra è vietato esportare il maialetto e la salsiccia ed è invece lecito far partire bombe e meccanismi di morte.
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 novembre 2015 / Speciale (Pagina 33 - Edizione CA)
CASA Sassari, gli acquisti crescono dell’11%
Quattrocentosette operazioni di compravendita a Sassari nei primi sei mesi del 2015, oltre mille e duecento in tutta la Provincia: dimenticando i tempi d’oro pre-crisi (nel 2006 i numeri erano doppi), le contrattazioni per l’acquisto di una casa andate a buon fine sono tornate su valori positivi. Nella città turritana si registra, infatti, un +11,8% nelle compravendite rispetto al primo semestre del 2014. Il 2015 spinge le quotazioni degli appartamenti del centro, soprattutto il quartiere di Porcellana, mantiene stabili quelle di Luna e Sole e Prunizzedda, rilancia quelle di Sant’Orsola e Li Punti. La scelta sul mercato è ampia e, nella Sassari divisa in macro-aree, ci sono piccole e grandi sorprese. Nel centro storico, per esempio, l’ulteriore calo delle richieste di acquisto è compensato da un aumento della domanda di appartamenti in locazione. A cercare casa in affitto sono soprattutto gli studenti universitari, lavoratori trasfertisti e, in generale, tutti coloro che in questo momento non possono affrontare i sacrifici legati all’acquisto.
LE PROPOSTE Ce n’è per tutte le tasche: secondo l’Ufficio studi di Tecnocasa riprendono a «tirare soprattutto le zone del centro e del semicentro», afferma Andrea Nicotra, consulente della società per Sassari. Qui i prezzi per un appartamento nuovo viaggiano dai 2.000 euro a metro quadro di Prunizzedda, ai 2.100 di Luna e Sole, fino ai 2.500 di Porcellana. Nel centro storico, invece, tra piazza d’Italia, piazza Castello, la zona del Mercato civico e la parte alta del Corso Vittorio Emanuele si possono trovare appartamenti di grandi dimensioni, da 150-200 metri quadri, tra i 180.000 e i 200.000 euro. In questa zona della città oggi la richiesta riguarda quasi esclusivamente gli investitori, vale a dire persone in cerca di bilocali e trilocali da mettere a reddito. Attorno alla zona dell’Università, invece, sempre nel centro storico, è ampia l’offerta di appartamenti situati in palazzi di pregio: una soluzione da 200 metri quadri in un palazzo del Novecento si può trovare a 800 euro al metro quadro, mentre un bilocale da 40 metri quadri ristrutturato in un palazzo del Seicento si può trovare a 48.000 euro.
TRILOCALI A dominare le richieste a Sassari sono ancora i trilocali (39%), ma un acquirente su quattro si orienta sul quadrivano. «Con il calo dei prezzi», -9,5% negli ultimi due anni, «si torna ad acquistare in città», afferma Nicotra. Per capire come muoversi, occorre saper “leggere” correttamente il momento di mercato e conoscere il territorio. Tanto per cominciare, non conviene aspettarsi una ripresa diffusa dei prezzi in tempi brevi. «Questo», spiega ancora Nicotra, «è certamente il momento in cui domanda e offerta si incontrano meglio. Pur essendo lecito attendersi un ulteriore calo dei prezzi nella prima parte del 2016, chi può compri adesso. È questo infatti un ottimo momento per cogliere le occasioni migliori». Nella zona centrale di Cappuccini, per esempio, dove si trovano abitazioni realizzate nei primi anni del Novecento, ville in stile liberty e appartamenti degli anni Sessanta, i prezzi medi vanno da 800-1000 euro al metro quadro per case da ristrutturare a 1000-1300 euro per immobili già sistemati. Superando via Savoia, nella parte più alta di questa zona, si trova il quartiere Prunizzedda, nato negli anni Ottanta. Qui, per un appartamento da 120 metri quadrati da ristrutturare si spendono circa 120.000 euro; 180.000 euro invece se si tratta di immobili di nuova costruzione.
NUOVE OPPORTUNITÀ Le quotazioni ancora in leggero calo, spingono le aree di San Giuseppe, Lu Fangazzu e San Paolo. Qui, infatti, «il mercato immobiliare è alimentato sia da investitori, sia da famiglie che cercano l’abitazione principale», sottolinea Nicotra. San Giuseppe è la zona più centrale, a ridosso di alcune facoltà universitarie, chi acquista lo fa soprattutto a scopo di investimento. Resta sempre molto apprezzato il quartiere di Lu Fangazzu, una zona semicentrale dove “un usato” si può trovare a 1.200-1.300 euro a metro quadro, mentre per il “nuovo” occorrono circa 2.000 euro a metro quadro. Nell’area orientale di Sassari, la zona più richiesta invece è il quartiere Luna e Sole grazie alla qualità medio-alta degli immobili.
Insomma, il cambio di marcia sul mercato di Sassari è un fatto concreto, lo si evince anche dai tempi necessari per concludere una trattativa di vendita: dopo aver superato lo scorso anno la soglia dei 6 mesi, nel primo semestre di quest’anno la media è tornata sotto i 180 giorni.
Mauro Madeddu
 
 

 

LA NUOVA SARDEGNA 
 
 
5 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 22 novembre 2015 / Sardegna Pagina 9
Nella Legge di stabilità manca però un piano di rilancio dedicato alla Sardegna
Salvati gli stanziamenti per opere strategiche come la 131 e la Alghero-Sassari
Cancellata l’Imu agricola
Zero euro per le Province
di Umberto Aime
CAGLIARI Maxi emendamento e voto di fiducia: con la solita e strausata tecnica del “con me o contro di me”, la Legge di stabilità (la Finanziaria nazionale) del governo Renzi ha superato il primo scoglio. È stata approvata dal Senato e da lunedì passerà alla Camera. Delusione. Chi si aspettava sin da subito anche il «Master plan straordinario» a favore del Mezzogiorno, un capitolo si riguarderà la Sardegna, è rimasto deluso e il senatore di Sel Luciano Uras l’ha proprio detto: «È stato un errore gravissimo, vedremo come e quando Palazzo Chigi rimedierà». Dovrebbe farlo nell’aula di Montecitorio e, secondo alcune indiscrezioni, sarà l’energia (dai costi alle agevolazioni fino al metano) l’argomento forte su tutti vogliono puntare per il rilancio della Sardegna. Gli effetti. In attesa del Master plan isolano e confermato che la Saremar potrà contare su 6,5 milioni fino alla privatizzazione, ecco quali saranno gli effetti della «Stabilità» sulla Sardegna. Con una postilla: i rapporti (buoni o cattivi: chissà?) fra la Regione e il Governo sono ormai regolati più che altro dai dossier (a cominciare da quello consegnato a giugno dal governatore Pigliaru a Renzi) e dagli incontri bilaterali nei vari ministeri. Ancora sull’energia (martedì a Roma) e sulla Vertenza entrate (in corso) e tra l’altro fra più importanti, perché la Regione ha in preparazione la sua di Finanziaria. C’è anche una seconda postilla: la legge nazionale prevede comunque una clausola di salvaguardia per le Regioni speciali anche di fronte alla Corte costituzionale: non potranno essere applicate dal governo Renzi norme in contrasto con gli Statuti. Per evitare sul nascere sicuri contenziosi, i senatori sardi hanno fatto approvare appunto un emendamento che prevede «l’immediata apertura di un confronto sulle entrate fra la Regione e il Governo». Agricoltura. La novità più rilevante è questa: il Governo ha accettato di mettere fine alla lunga diatriba sull’Imu agricola, la tassa sui terreni, che anche in Sardegna ha scatenato un putiferio con la rivolta di sindaci e associazioni. Sono di nuovo esentati dal pagamento – testuale – «tutti i terreni agricoli montani, semi-montani o pianeggianti utilizzati da coltivatori diretti, imprenditori agricoli professionisti e società» Dunque, nessuna più pretesa da parte dello Stato e per sapere quali sono i Comuni esentati bisognerà riprendere in mano la circolare del 1993 del ministero delle Finanze. In Sardegna quelli non esenti sono pochissimi. Un altro provvedimento favorevole è l’azzeramento dell’Irap agricola. Bonus ex Province. Da questo paragrafo la Sardegna è proprio tagliata fuori e abbastanza a sorpresa. Fino a poche settimane fa per gli enti di Area vasta sardi (le ex Province) sembrava sicuro una compensazione nazionale intorno ai 20 milioni, nonostante finora abbiano subito ogni tipo di sanzione o sforbiciata. Quei milioni dovevano servire a evitare, nel 2016, il taglio di servizi e stipendi: non sarà più così. Le Regioni a Statuto speciale sono state escluse dal bonus e il problema finanziario rischia di finire di nuovo sulle spalle della Sardegna, che già quest’anno – con un contributo extra – ha permesso alle Province di chiudere i bilanci, e soprattutto sostenere il peso dei 70 milioni di sanzioni inflitte dallo Stato. Il consigliere regionale di Sel Francesco Agus ha sollecitato che «alla Camera sia cancellato questo ennesimo sgarbo alla Sardegna». Casa. È passata la proroga a tutto il 2016 delle detrazioni Irpef al 50 per cento (fino a un massimo di 96mila euro) sulle ristrutturazioni edilizie e del 65 per gli investimenti a favore del risparmio energetico. Sarà interessante sovrapporre questi bonus a quelli – aumento delle volumetrie – concessi a suo tempo dalla Regione con la legge sull’edilizia. Effetti straordinari sono attesi anche dalle detrazioni fiscali per l’acquisto di mobili (entro un tetto di 10mila euro e fino a 16mila per le giovani coppie) perché già adesso, in Sardegna, la spesa delle famiglie per beni di consumo è aumentata di quasi 2 punti in percentuale. Genoma. È una curiosità: la Sardegna, grazie agli studi dell’Università di Sassari e del Cnr di Cagliari, potrà partecipare al finanziamento di 5 milioni, perché le ricerche sul Dna (indagini sui centenari in Ogliastra) restino di proprietà pubblica e non finiscano nelle mani delle multinazionali farmaceutiche. Opere pubbliche. C’è un passaggio importante: saranno al sicuro i finanziamenti europei (Fondo sociale-coesione 2007-2014) destinati a i progetti ancora alle prese con la burocrazia. In Sardegna, ci saranno da sei mesi a un anno in più –fa sapere il senatore del Pd Silvio Lai – per appaltare dalla 131 alla Sassari- Alghero, dalle ristrutturazioni degli aeroporti la all’edilizia sanitaria a Sassari, Cagliari e San Gavino. Evitate le cesoie europee e nazionali anche per i 15 milioni del Piano Sulcis,  
 
 
6 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 22 novembre 2015 / Provincia di Nuoro - Pagina 28
Un impianto solare termodinamico nella zona industriale
La Regione per la realizzazione ha incaricato l’Enas
Energia rinnovabile, un maxi polo nell’area di Ottana
di Federico Sedda
OTTANA Mentre la centrale termoelettrica di Ottana Energia alimentata a olio combustibile rischia di chiudere per il mancato rinnovo del regime di essenzialità, la media valle del Tirso si avvia a diventare un maxi polo delle energie rinnovabili. Dopo l’installazione di numerosi parchi fotovoltaici che fanno capo ad aziende diverse, è ora la volta di un impianto solare termodinamico che sta per essere realizzato nell’area industriale ai confini tra i territori di Noragugume e Ottana. Si tratta del primo lotto di un progetto complessivo diviso in quattro lotti. Il primo intervento, in fase di realizzazione, prevede una spesa complessiva di 10milioni di euro cofinanziati con fondi europei e regionali. Lo studio, la progettazione e i lavori sono frutto della collaborazione tra Sardegna ricerche e l’Enas (Ente acque della Sardegna) a cui la Regione ha affidato l’incarico di mandare avanti l’iniziativa. Il progetto complessivo prevede la realizzazione di un parco solare sperimentale di potenza pari a un megawatt che sarà costituito da un impianto solare termodinamico in territorio di Noragugume e da un impianto fotovoltaico a concentrazione in territorio di Ottana. Oltre agli impianti, sono previste la realizzazione delle reti tecnologiche a servizio del parco, le opere di regimentazione delle acque meteoriche e quelle della viabilità consortile. Il progetto prevede una riduzione di immissione di anidride carbonica nell’atmosfera pari a oltre 14mila tonnellate all’anno. Positivo, secondo lo studio che venne presentato nel 2011, anche l’impatto sull’economia locale e sull’occupazione. Il parco verrà realizzato su una superficie complessiva di 39 ettari, d 35 dei quali riservati alle installazioni e 4 alle opere di urbanizzazione. Questi gli obiettivi strategici: la riduzione del 50% del deficit energetico del sistema idrico multisettoriale regionale, la sperimentazione di sistemi tecnologicamente innovativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili e la riduzione dei costi energetici dei servizi dell’area industriale di Ottana. La progettazione e la realizzazione del progetto rappresenta, per la prima volta nel comparto industriale del centro Sardegna, un esempio positivo di collaborazione tra soggetti pubblici regionali (Enas, Sardegna ricerche e Consorzio industriale provinciale di Nuoro) e l’università di Cagliari. Il progetto definitivo e lo studio di impatto ambientale sono stati redatti dai servizi tecnici dell’Enas, con il contributo degli specialisti di Sardegna ricerche e dei Dipartimenti di ingegneria meccanica, elettrica ed elettronica dell’università di Cagliari. Infine, un dato positivo sull’ambiente: dalle analisi contenute nello studio emerge che la realizzazione del parco solare, che ha avuto l’autorizzazione Via regionale, non provocherà impatti ambientali e paesaggistici.
 


QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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