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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 November 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 16 novembre 2015 / Cultura (Pagina 26 - Edizione CA)
OPERA. Da domani a Cagliari al foyer del Lirico
“La Jura”, due giorni di studi
Un convegno di due giorni per prepararsi a “La Jura”, l’opera di Gavino Gabriel che venerdì torna a Cagliari, dopo 56 anni, in una nuova edizione musicale. Lo organizza il Teatro Lirico con il Dipartimento di Storia dell’Università, il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Cassino, e l’Istituto centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi.
A parlare dell’opera di Gabriel, che rappresenta uno dei primi tentativi di coniugare la tradizione lirica con i patrimoni della musica popolare, saranno eminenti studiosi. Si comincia domani alle 15 nel foyer del teatro, si prosegue mercoledì dalle 9.30 nell’aula magna della facoltà di Studi umanistici. Accolti rispettivamente da Mario Scano, presidente della Fondazione, e Francesco Atzeni, direttore del Dipartimento di Storia, parleranno di Gabriel e del suo mondo Susanna Pasticci, Giuseppe Spano, Marco Lutzu, Antonella Fischetti, Serena Facci e Roberto Milleddu. E Marco De Nicolò, Guido Salvetti, Antonio Trudu, Myriam Quaquero, Laura Sonja Uras, Antioco Floris, Stefano Pivato, Susanna Paulis. Presiederanno le sessioni Ignazio Macchiarella, Università di Cagliari, (anche tra i relatori), Luca Riccardi, (Cassino) e Guido Salvetti, Società italiana di musicologia. Il patrocinio è del Ministero dei beni culturali e della Società Italiana di Musicologia.
 



LA NUOVA SARDEGNA 
 
19 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 16 novembre 2015 / Fatto del giorno - Pagina 4
L’analisi
GIOVENTÙ ERASMUS SPEZZATA
di GIORGIO BOATTI
Sorridono. Sono giovani, fiduciosi, ironici. Pieni di vita. I loro visi vengono incontro attraverso facebook, e gli altri social della rete. Già nei minuti successivi all’attacco terroristico che ha colpito Parigi, questi volti hanno cominciato a correre in rete assieme agli appelli angosciosi lanciati in ogni lingua per rintracciarli, per avere notizie su di loro, che erano a vedere la partita Francia-Germania, allo “Stade de France”, a cena a “le Petite Cambodge” o a “la Belle Equipe”, ad ascoltare il concerto degli “Eagles of death metal” al vecchio e fascinoso “Bataclan”. Al "Bataclan" - col fidanzato Andrea e altri due amici italiani - c’era anche Valeria Solesin, veneziana, dottoranda in demografia alla Sorbona, una delle 129 vittime della strage. Appena dopo l’irruzione del commando jihadista gli amici l’avevano persa di vista. Poi gli affannosi messaggi in rete, le ricerche protratte per ore negli ospedali perché Valeria proprio nei giorni scorsi aveva perso i documenti e, quindi, anche fosse stata ferita, identificarla poteva essere arduo. Alla fine, la triste conferma. Il suo viso di ragazza brillante, con l’ottimo curriculum di studi, le sue ricerche sul welfare da garantire alle donne che fronteggiano lo stress del lavoro e la gestione della famiglia, ora è in rete: si affianca ai visi, alle storie delle altre vittime che sfilano sui social. Ritratti di vita delineati in poche righe, quelle necessarie per riassumere esistenze che sono volate via velocissime, quasi temessero di mancare qualcuna delle sfide che le attendevano: studi in Paesi diversi, esperienze di lavoro da una città all’altra, traslochi. A Parigi i terroristi hanno colpito la biografia di una generazione: quella dei nostri figli, che hanno scoperto il mondo con l’Erasmus, il programma di scambio tra studenti universitari che la Comunità Europea aveva avviato nel 1987, due anni prima che crollassero i muri della Guerra Fredda che divideva il mondo, e la vecchia Europa, in due. Questi giovani hanno girato pagina rispetto al passato: apprendono lingue e si confrontano con culture diverse, si trovano a suo agio sotto ogni cielo, affrontano il mondo senza timore. Assieme a loro, venerdì sera, c’erano coetanei venuti da altri continenti, a Parigi per studiare, per imparare nuovi lavori, per trovare nuove opportunità. Sembravano essersi dati appuntamento lì, spezzata dal fuoco dei terroristi. E’ come se gli assassini, e i mandanti, nel loro fondamentalismo distruttore e nel loro odio cementato da ignoranza e intolleranza, avessero intuito che lì, dove andavano a uccidere, c’erano davvero i loro nemici. Sono i “knowledge workers”, i lavoratori della “società della conoscenza”, cittadini del mondo cresciuti in un’Europa senza più barriere di dogane e frontiere, resa più semplice dalla moneta comune, aperta a un mercato del lavoro sempre più interconnesso, caratterizzata da spostamenti sempre più frequenti da un Paese all’altro, anche grazie ai trasporti low-cost. Sono questi giovani e il futuro che rappresentano, il primo obiettivo, oltre che le vittime, della violenza fondamentalista scatenata dalle pattuglie della jihad. Basta avere la pazienza di scorrere l’elenco dei morti, e degli oltre trecento feriti nella tragica notte parigina, per averne conferma. Nel campione di umanità colpito dagli assassini la quasi totalità è composta da giovani, dai 20 ai 35 anni, arrivati a Parigi da una quindicina di Paesi diversi, non per fare turismo ma perché, da anni o per periodi più brevi, a Parigi lavorano, studiano, si formano su nuovi impegni professionali. Sono uomini e donne curiosi, tolleranti, preparati e generosi. Lo dicono le testimonianze struggenti loro dedicate in rete da famigliari, amici, dai compagni di studio e di lavoro. Mai una parola di troppo nel ricordarli. Nessuna enfasi, tutto sottovoce. Con dolore e rimpianto. La rete, nell’era della "società della conoscenza", oltre che il luogo degli incontri, delle scoperte, può essere anche il posto degli addii, dei legami che neppure la violenza può spezzare, del passaggio di consegne dentro una generazione che cambierà il mondo. E non si farà fermare.
 


    

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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