Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 November 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di martedì 3 novembre 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
CINEFORUM
Giovedì alle 18 al cinema Odissea in viale Trieste 84 A cineforum “CineAmiamoci: pellicole che raccontano la Sardegna” primo appuntamento del progetto “Sardegna Oggi: Protagonisti del domani” organizzato dai Giovani Universitari Aclisti e dai Giovani delle Acli di Cagliari nell’ambito del bando culturale Ersu dedicato alle associazioni studentesche. Saranno proiettati “I corti di Jacopo Cullin”.
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di martedì 3 novembre 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
BIBLIOTECA UNIVERSITARIA
Giovedì alle 17 nella Biblioteca Universitaria in via Università 32, in collaborazione con l’associazione culturale Amici del libro, conferenza “La grande dimensione: l’ecosistema e l’ambiente” a cura di Pasquale Mistretta. Ingresso libero


 
3 - L’UNIONE SARDA di martedì 3 novembre 2015 / Cultura (Pagina 43 - Edizione CA)
Archeologia Le 50 tombe scavate nel cuore del paese svelano abitudini e alimentazione
Cereali e legumi, la dieta dei cartaginesi di Villamar
 
La loro dieta era sana: sia gli uomini che le donne si cereali e legumi. Lo raccontano gli scheletri ritrovati nella necropoli punica di Villamar. Nuove sorprese potrebbero arrivare dagli altri resti ossei e materiali emersi nella terza campagna di scavo, appena conclusa. Tutto il mondo dell’archeologia isolana guarda con grande interesse a quel piccolo fazzoletto di terra di 3000 metri quadri, dentro il centro abitato della Marmilla. Cinquanta le tombe portate alla luce, altrettante ancora da scavare. «Un sito importante per capire l’integrazione fra cartaginesi e popolazioni locali», ha esordito l’archeologa Elisa Pompianu, direttrice dello scavo. Nessuna conquista, ma due culture, stili di vita e riti integrati.
LO SCAVO Per sei settimane dieci studenti delle Università di Sassari, Barcellona e Madrid hanno lavorato guidati dalla Pompianu, sotto la direzione scientifica di Pietro Bartoloni, grazie a un progetto del Comune. «Il lavoro svolto ha confermato la complessità dei rituali funerari», ha proseguito l’archeologa «e consolidato la cronologia della frequentazione dell’area funeraria, fra la fine del IV e gli inizi del II secolo avanti Cristo». I cartaginesi sono giunti in Marmilla attirati dalle terre fertili. L’abitato punico sorgeva nell’attuale centro storico, fra la parrocchia e chiesa di San Pietro. Proprio dove oltre un millennio dopo arrivarono i maiorchini, attratti sempre dall’abbondanza di grano della zona.
LE TOMBE Le tombe sono di tipologie diverse: a camera ipogea, in fossa, in anfora e a cassone. Nelle nuove sepolture indagate, tante le sorprese. «Ce n’è una scavata nella roccia, destinata a un inumato, nella quale abbiamo trovato, nella parte alta, solo vasi con resti di corpi bruciati; c’è poi un buco nel fondo che ospitava un altro vaso, sigillato con la bentonite», ha preseguito la Pompianu: «Siamo curiosi di analizzare il contenuto». C’è ancora tanto da studiare su ciò che ha restituito la necropoli. Come la presenza di tegole su uno scheletro, una tomba a cappuccina, una sepoltura databile all’età imperiale. «È stata poi trovata una brocca rara in Sardegna, se ne conosce solo un altro esemplare trovato a Monte Sirai, di produzione etrusca». Merito di rapporti commerciali con la penisola.
SCHELETRI Alcuni risultati degli studi effettuati sugli scheletri umani, grazie al loro buon stato di conservazione, si conoscono già grazie al lavoro dell’antropologa Clizia Murgia. «Sia gli uomini che le donne - ha aggiunto la Pompianu - erano molto impegnati in lavori faticosi, abituati a sostenere grandi pesi. La loro dieta era ricca di carboidrati, soprattutto cereali e legumi». Particolari questi scoperti dai villamaresi nella giornata degli scavi aperti, che ha suscitato grande interesse nella comunità.
Antonio Pintori

 
 
4 - L’UNIONE SARDA di martedì 3 novembre 2015 / Provincia di Sassari (Pagina 40 - Edizione CA)
SASSARI. Visita all’ospedale
Spagnolo ferito: sindaco e rettore chiedono scusa
«Vi chiedo scusa a nome della città, purtroppo sono episodi imprevedibili, ma siamo profondamente dispiaciuti per quanto è accaduto». Ieri pomeriggio, all’ospedale, il sindaco di Sassari, Nicola Sanna è andato a trovare il giovane spagnolo che, nella notte tra sabato e domenica, è stato aggredito in piazza d’Italia da alcune persone. Il ragazzo, a Sassari in visita al fratello, è stato ferito al basso ventre con un oggetto appuntito che gli ha provocato una ferita all’addome. Dal suo letto d’ospedale ha raccontato quei momenti di paura, vissuti assieme ad alcuni studenti spagnoli. «Hanno iniziato a inveire contro di noi, poi hanno lanciato una bottiglia di plastica di acqua - racconta - si vedeva che cercavano la rissa. Quando abbiamo chiesto di smetterla, prima hanno pestato mio fratello e poi mi hanno colpito al basso ventre. Sulle prime ho pensato a un pugno forte poi, invece, ho visto del sangue è ho capito che mi avevano ferito». Quindi la fuga a casa, inseguiti dagli aggressori, l’arrivo della polizia e la corsa in ospedale. Fortunatamente, così racconta il giovane che a Barcellona studia Ingegneria civile, non è stato compromesso alcun organo.
«Nessun tipo di violenza, nemmeno sporadica, può essere tollerato»: l’Università degli Studi di Sassari condanna l’evento accaduto sabato notte in piazza d’Italia. Una delegazione dell’Ateneo si è recata immediatamente in ospedale. L’Università di Sassari assisterà la famiglia durante tutto il soggiorno in città e ha offerto il proprio sostegno fino al rientro in Spagna. (p. c.)
 
 
 



LA NUOVA SARDEGNA
 
 
5 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 3 novembre 2015 / Sassari - Pagina 29
La solidarietà >> il giorno dopo l’accoltellamento in piazza
LA CITTÀ CHIEDE SCUSA ALLO SPAGNOLO FERITO
Sindaco, prorettore e studenti in ospedale per trovare il giovane: «Siamo costernati: l’Erasmus è sempre stato un vanto»
NICOLA SANNA Sassari è una città accogliente. Si è trattato di un episodio imprevedibile: siamo profondamente dispiaciuti per l’accaduto
di Luigi Soriga
SASSARI L’accoglienza in città, al suo primo giorno a Sassari, non è stata delle più calorose. Botte come se piovesse e una coltellata nell’addome. Era arrivato nel week-end con i genitori, per trovare il fratello che studia da quattro mesi alle Cliniche Universitarie. Stava festeggiando con birre, chitarra e amici. Non scorderà mai il benvenuto. Ora però è il momento delle scuse, e il ragazzo spagnolo aggredito e pestato sabato notte in piazza d’Italia è un paziente super coccolato nel reparto di chirurgia dell’ospedale civile. Il suo letto, nella corsia al quarto piano, si riconosce subito. È quello che non si vede, perché circondato da una decina di persone. La dottoressa, all’ora delle visite, deve regolare il traffico, come un vigile urbano: «Siete un po’ troppi, entrate a turno». Ci sono innanzitutto il padre e la madre. Hanno facce da genitori e t-shirt da figli, sono simpatici e hanno appena riacquistato il sorriso. La lama ha perforato la carne ma per fortuna non è andata così a fondo. Si è fermata prima di bucare l’intestino. Perciò il tempo di fare un’altra ecografia e oggi il loro ragazzo dovrebbe essere dimesso. «Ancora fa male – dice lui – ma niente di grave». E quando si tira su dal cuscino per allungare una stretta di mano, la smorfia di dolore è evidente. La gita a Sassari, una toccata e fuga di tre giorni, per loro resterà un viaggio da dimenticare. «E pensare che per mamma è la prima volta che mette il naso fuori dalla Spagna. Questa esperienza proprio non ci voleva». Il prorettore dell’Università Luca Gabriele Deidda e il responsabile del progetto Erasmus Luciano Gutierrez cercano di dare tutto il sostegno possibile alla famiglia. Si sono prodigati nell’organizzare il viaggio di ritorno a Barcellona, e chiesto di pagare anche le spese. Offerta poi declinata con grande signorilità: «Apprezziamo, ma non c’è davvero bisogno». C’è molto dispiacere, perché fino a oggi l’Erasmus è sempre stato un fiore all’occhiello: «Siamo tutti costernati – dice Deidda – è come se tu invitassi a cena degli amici e poi arriva l’inquilino del piano di sotto e senza motivo li prende a botte. Ci resti male. Ecco noi ci sentiamo così». Per fortuna è la prima volta che capita un episodio simile: «All’estero abbiamo circa 180 dei nostri iscritti, e altrettanti studenti provenienti dall’Europa si trovano a Sassari la maggior parte dei quali spagnoli – dice Gutierrez – finora tutti i nostri ospiti si sono sempre trovati bene». Anche il sindaco Nicola Sanna è molto amareggiato. Nel primo pomeriggio è andato all’ospedale e ha abbracciato il giovane ferito: «Vi chiedo scusa a nome della città, purtroppo sono episodi imprevedibili: siamo profondamente dispiaciuti per quanto è accaduto».
 
Il racconto della lite: «Al posto nostro le avrebbe prese chiunque»
«Sassari più sicura di Barcellona»
SASSARI Hanno facce pulite, orecchini, sguardi intelligenti. L’aria di chi potrebbe perdere una sera tra le braccia di una bella ragazza, o di una buona birra, o di una chitarra, ma mai avrebbe voglia di perdere tempo inseguendo i guai. Se uno pensa a ragazzi attaccabrighe, strafottenti, o maleducati, sbaglia proprio identikit. Le botte non se le sono affatto cercate: sono arrivate e non era possibile scansarle. «Mai ci saremmo aspettati una cosa simile – racconta Alberto, lo studente Erasmus pestato, fratello del giovane accoltellato all’addome – per noi Sassari è sempre stata una città tranquilla e accogliente. A dire il vero mi è sempre piaciuta proprio per questo suo essere sicura. Secondo me ancora più sicura della città in cui sono nato e cresciuto, cioè Barcellona». Gli studenti Erasmus, dicono Alessandra Sechi e Valentina Pintus della Esn, l’associazione che si occupa di supportare gli ospiti dell’Università, sono assolutamente integrati. «Non solo fanno gruppo tra di loro, ma hanno molti amici sassaresi. Si trovano benissimo, sono contenti. Il fine settimana si ritrovano quasi sempre in piazza d’Italia, fanno ora fino a trasferirsi in qualche altro pub o locale». E infatti anche sabato notte erano una trentina sotto lo sguardo attento di Vittorio Emanuele. «Come sempre c’è uno che suona la chitarra e gli altri che cantano – dice Alberto – succede così: iniziamo tra di noi, e poi si uniscono altri ragazzi. Perché siamo allegri, ci piace condividere una birra e conoscere gente nuova. E anche i sassaresi sono così. L’episodio dell’altra notte non mi ha fatto cambiare idea. So benissimo che nessuno ce l’aveva con noi, e che se al nostro posto ci fosse stato qualsiasi altro gruppo, di qualunque nazionalità o provenienza, avrebbe subito la stessa aggressione. Quei ragazzi cercavano la rissa, e qualunque cosa noi avessimo detto o fatto loro ci avrebbero comunque picchiato. Perché l’obiettivo del branco era solo arrivare alle mani». Anche per gli esponenti del Forum studentesco non può che trattarsi di un episodio isolato. «Dispiace che avvenga proprio a pochi giorni dalla citazione di Sassari come seconda migliore città d’Italia a misura di studente. Condanniamo il gesto e ci proponiamo per un confronto con le istituzioni per discutere sul miglioramento delle condizioni di sicurezza degli studenti» .(lu.so.)
 


 
6 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 3 novembre 2015 / Sardegna - Pagina 4
UNIVERSITÀ
Si riducono i fondi e metà degli aventi diritto resta a bocca asciutta
BORSE DI STUDIO SOLO A UN SARDO SU 2
In calo anche le immatricolazioni: Sassari e Cagliari hanno perso in 4 anni il 10% degli iscritti. Gli studenti contro la riforma del nuovo Isee varata dal governo Renzi
SASSARI Hanno tutte le carte in regola per avere lo sconto sulle tasse, presentano regolare domanda all’università di appartenenza, ma alla fine a ricevere la borsa di studio è solo la metà degli aventi diritto. Soltanto il 56 per cento degli studenti sardi riesce ad avere l’esenzione totale o parziale sulle tasse di iscrizione. I soldi per soddisfare tutte le domande non ci sono e il restante 44 per cento degli universitari idonei rimane a bocca asciutta. Uno scenario desolante, figlio di una scarsa attenzione della politica per il diritto allo studio, che si aggrava di anno in anno. E per il 2016 la situazione sembra destinata a peggiorare. La riforma del nuovo Isee varata dal governo Renzi rischia infatti di rendere più difficile l’accesso alle prestazioni sociali agevolate. Per questo gli studenti dell’università di Cagliari annunciano una serie di mobilitazioni per opporsi alla riforma. «Il 25% degli studenti italiani si trova con un Isee e un Ispe maggiori rispetto a quelli dell’anno precedente, anche se le condizioni economiche sono rimaste le stesse», attaccano gli universitari di Cagliari, che annunciano un sit in per domani davanti al Rettorato. Nel 2012-13 nell’isola a ottenere una borsa di studio era stato il 64,4 per cento degli aventi diritto, un anno dopo si è ridotto al 56. Peggio della Sardegna solo la Sicilia, dove viene assegnata solo una borsa su tre, e il Piemonte, unica regione del Settentrione a garantire le agevolazioni solo alla metà degli universitari. Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, infatti, riescono a soddisfare il cento per cento delle domande presentate. Un gruppo di regioni - i dati sono forniti dall’Osservatorio del Piemonte sul diritto allo studio e pubblicati sul Sole 24 Ore - a cui va aggiunta la Basilicata. La difficoltà ad accedere alle borse di studio sono una delle cause che hanno determinato il crollo delle immatricolazioni più o meno in tutta la penisola. Il picco a Reggio Calabria, dove tra il 2011 e il 2015 le iscrizioni si sono quasi dimezzate. Male anche Parma, Siena e Perugia. Il calo, anche se un po’ più contenuto, ha contagiato anche le due università sarde. A Sassari in quattro anni - fonti del ministero dell’Istruzione - gli immatricolati sono calati del 10,5 per cento: nell’anno 2014-2015 si sono registrati 1802 iscritti. Più o meno le stesse percentuali di Cagliari, dove il calo si attesta intorno al 10,1 per cento e le immatricolazioni nel 2014 sono state 3.659. (al.pi.)
 
 
 
7 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 3 novembre 2015 / Cultura e spettacoli - Pagina 33
Lo scrittore maghrebino a Cagliari venerdì: presenterà “Racconti coranici”
MEDITERRANEO, PARLA TAHAR BEN JELLOUN
CAGLIARI Tahar Ben Jelloun approda a Cagliari. Il grande scrittore marocchino, francese d’adozione, torna nel capoluogo sardo dopo tre anni, e lo fa sempre su iniziativa del festival internazionale di letteratura “Leggendo Metropolitano, che organizza l’incontro nell’ambito della rassegna Thalassaki, curata dalla rete Riflessos (Compagnia teatrale Çajka, Cinema Odissea - Spazio 2001, Associazione Prohairesis) e inserita nella programmazione dei “Progetti in rete” per Cagliari Capitale Italiana della Cultura 2015. L’appuntamento, che rientra nella sezione intitolata “Trame del piccolo mare”, organizzato in collaborazione con l’Università di Cagliari, è fissato per venerdì 6 novembre, alle 21.15, nell’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria (in Piazza d’Armi). “Mediterraneo, un mare senza pace”, è il titolo più che mai “caldo” scelto per l’incontro con Ben Jelloun. Che, in un faccia a faccia con il giornalista Ottavio Olita, parlerà anche del suo ultimo libro “Racconti coranici”, licenziato pochi giorni fa da Bompiani con la traduzione di Annamaria Lorusso. Ma l’autore di “Creatura di sabbia” e de “Il razzismo spiegato a mia figlia”, giusto per citare due dei suoi tanti best seller, si soffermerà soprattutto su grandi temi di scottante attualità: il Mediterraneo, le sue peculiarità, i suoi “malanni”. Dalla “Rivoluzione dei gelsomini” (titolo di un altro suo libro di successo) ai giorni d’oggi, lo scrittore magrebino, uno dei simboli del dialogo tra religioni e culture diverse, a Cagliari rifletterà e dialogherà sul mondo arabo, parlando delle radici, dell’emigrazione, delle differenze, del razzismo, delle Primavere Arabe, di quanto sta accadendo in Egitto, in Siria e nei Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo («Il Mediterraneo è stato definito anche un lago di pace – ha detto - ma purtroppo il lago è diventato un lager, cui appartiene il nome di guerra civile… in Libano, nella ex Jugoslavia e in Medio Oriente…»). E ancora, parlerà delle religioni, dell’Islam, della necessità di favorire un reale e costruttivo dialogo di civiltà e soprattutto di ciò che unisce, avvicina e porta alla condivisione. Dopo il successo di “E’ questo l’Islam che fa paura” (2015), Ben Jelloun nel suo nuovo libro in “Racconti coranici” torna a trattare del dialogo tra culture diverse. Tre racconti sulla religione, sulla sua importanza e i suoi principi etici. Tre storie di grandi uomini che sono anche tre storie di fede.
 
 
 
8 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 3 novembre 2015 / Olbia - Pagina 28
A CACCIA DI PESCI “ASCOLTANDO” IL MARE
Cala Gonone, lo studio di un gruppo di ricercatori che sfrutta il suono per scoprire l’esistenza di nuove specie marine

di Nino Muggianu
DORGALI “Alla ricerca della vita attraverso il suono”: Se fosse un film potrebbe essere questo il titolo di quella che invece è una ricerca scientifica con tutti crismi la cui prima fase si è conclusa di recente nelle acque di Cala Gonone. Una ricerca basata sullo studio, anche dal punto di vista fonetico, delle larve e post larve delle specie che in particolare vivono negli abissi del canyon di Cala Gonone: il più profondo del Mediterraneo . Specie che usano le correnti ascensionali per portarsi in superficie dove poi trovano la trappole luminose degli studiosi. Non è una sorpresa, invece, l’inquinamento acustico che si registra nel golfo di Orosei, popolato da centinaia di specie di pesci costretti, nel periodo estivo, a convivere con l’assordante colonna sonora dei motori marini. Una ricerca scientifica che è stata condotta da Matteo Murenu dell’università di Cagliari, Scienze delle Vita e dell’Ambiente, in tandem con Lucia di Iorio, studiosa di Biofonetica, dell’università di Grenoble, il politecnico d’oltralpe che ha finanziato il lavoro che è già stato registrato nei laboratori dell’Acquario di Cala Gonone, altro partner della ricerca. Con loro, Paolo Insolera, dorgalese di origine che a Cala Gonone ha aperto una scuola di apnea Blu Best che registra nel suo statuto lo studio e la salvaguardia del mare e mette a disposizione dei ricercatori la sua grande conoscenza dei fondali del Golfo e l’ausilio di telecamere. Si tratta di un lavoro esplorativo che è partito dell’idea di Ernesto Di Iorio, studioso, adesso in pensione che ha scelto di vivere nella frazione marina di Dorgali. «L’obiettivo – affermano gli studiosi – è capire se ci sono gli spazi per mettere a punto questa metodica di rilevamenti che consentano di utilizzare la bioacustica e accoppiarla alla presenza di specie particolari, organismi che arrivano da altri luoghi e scelgono Cala Gonone come habitat ideale». Questa indagine preliminare avrà un seguito con un secondo step che si terrà la prossima primavera. «Il gruppo- spiegano Di Iorio e Murenu- si è formato anche perché il golfo di Cala Gonone è un ambiente moto particolare per la presenza del canyon che dai fondi batiali arriva sino ai 40 metri. Funzionale per molte specie quasi come un ascensore. Specie rare da trovare in superficie. Abbiamo pescato un pesciolino che vive nelle profondità, a 20 metri d’acqua, a 50 metri dalla costa (questa una delle peculiarità del canyon di Cala Gonone). Una famiglia di pesci bioluminosi, che a lato hanno dei piccoli led che servono per vivere negli abissi».
 
Gli esperti: “Tantissimi organismi del mare comunicano utilizzando l’acustica”
I RICERCATORI VANNO “A CACCIA” DI SUONI MARINI
Uno studio fonico promosso dalle università di Cagliari e di Grenoble sta interessando lo specchio d’acqua del Golfo di Orosei. I ricercatori stanno analizzando i suoni del mare.
«L’importanza del suono nel mare – spiegano i ricercatori e gli esperti che hanno dato vita al progetto appena concluso – viene spessp sottovalutato da molti, e invece si tratta di un aspetto molto importante. A cominciare dal fatto che bisogna sapere che ci sono tantissimi organismi che producono suoni , e che molti di questi organismi utilizzano questi suoni per funzioni vitali come orientarsi e comunicare. Una conchiglia che vive nella sabbia utilizza il suono delle onde per spostarsi. Ovviamente,il suono vien usato dai delfini e le balene che conosciamo , ma ci sono tantissimi pesci che comunicano con i suoni. Una cosa che non si sa è che anche le larve di pesci e crostacei utilizzano i suoni come uno dei segnali di riconoscimento degli habitat dove posarsi. Il suono sott’acqua viaggia molto lontano e si può sentire anche a chilometri di distanza , dipende la tipo di suono. Proprio dal fatto che anche le larve dei pesci utilizzano i suoni è venuta l’idea di unirci per uno sforzo comune». (n.mugg.)

 


 
9 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 3 novembre 2015 / Cultura e spettacoli - Pagina 35
Il design innovativo sardo per il “Compasso d’oro”
Selezionati due progettisti isolani per l’importante premio internazionale
La Ferrai del nuorese Manzoni e l’isolante dalle alghe del cagliaritano Ruggeri

MILANO “Compasso d’oro 2017”: per la conquista del prestigioso premio riservato alle innovazioni nel design ci sarà anche il genio creativo sardo. Da un lato Edimare, isolante con il cuore di mare ad alta capacità termica, per l’architettura di tetti, letti e termocolori. Dall’altro la Ferrari - FXX K, l’avveniristica linea firmata dall’architetto nuorese, Flavio Manzoni, responsabile del Centro Stile Ferrari. I progetti dei designer isolani sono stati selezionati per concorrere al “Compasso d’oro”, il più antico e importante riconoscimento internazionale del design. La FXX K di Manzoni – vincitore dell’edizione 2014 – è in concorso nella categoria “design per mobilità”. Edimare, è stato selezionato fra i tre migliori materiali e le dieci eccellenze del Made in Italy per la categoria “design per materiali e sistemi tecnologici”. Sono stati scelti dall’Osservatorio Permanente del Design Adi fra i migliori prodotti del 2015 e inseriti nel prestigioso volume Adi Design Index 2015 che raccoglie annualmente il meglio del Made in Italy. La selezione avrà il suo apice con l’assegnazione del premio triennale Compasso d’Oro 2017 nelle varie categorie. Con Edimare – l’isolante con il cuore di mare 100% sardo attraverso le filiere Edilana – è candidata prima di tutto la Sardegna e il racconto del suo mare che diventa tetto, letto, e colori. L’isolante per coperture Edimare, certificato Anab Icea, è creato eclusivamente con lana di mare ricavata dalla posidonia spiaggiata ascritta a rifiuto. È un’idea di grande innovazione di un team giovane diretto da Simona Ortu, ingegnere specializzata dell’università di Cagliari e dove le figure chiave sono anche Jacopo Ruggeri, cagliaritano, 20 anni e studente dell’Accademia di Architettura dell’università Svizzera di Mendrisio, e Alessio Satta, ingegnere ed ex direttore Conservatoria delle Coste della Regione Sardegna. Il giovanissimo designer ha la parte brevettuale della lana di mare, la mente creativa di Jacopo Ruggeri ha ideato usi multifunzionali del prodotto Edimare declinandone le proprietà isolanti con un sistema per il riposo capace di coniugare salute e contemporaneità dell’abitare. Il più giovane dei designer di Adi index design 2015 racconta così la sua esperienza:«Sono un principiante e ciò che sto realizzando lo devo alla mia università svizzera di Mendrisio dove il rigore e la sostenibilità ambientale sono massimi, ma sono altresì importanti gli stimoli offerti da Cagliari, la mia città, con la sua luce e il suo mare e i luoghi come Thotel che considero una ottima palestra del design, grazie alle sue mostre altamente innovative». La FXX K è il lavoro di Flavio Manzoni – ritenuto il più grande architetto mondiale nel settore auto il cui Compasso d’oro vinto nel 2014 è solo una delle tante tappe prestigiose raggiunte–, il designer nuorese conteso dalle più grandi realtà automobilistiche del mondo, ha creato un’evoluzione estrema per un uso solo in pista dell’ultima supercar del Cavallino. «L’automobile supera ogni modello della storia di Ferrari in quanto a prestazioni, potenza e aerodinamica», si legge nel volume Adi.




QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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