Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 October 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
Germania
«Sui rifugiati non siamo all'altezza dei nostri valori» 
L'ambasciatore Wasum-Rainer ieri a Cagliari per consegnare un'onorificenza
 
Si fa chiamare Ambasciatore, con buona pace degli oppositori del presunto sessismo della lingua italiana, e lo fa per un'eccellente ragione: «Le ambasciatrici - spiega con garbata ironia - sono le mogli degli ambasciatori». Figure che stanno giusto un passo indietro. Ma a rappresentare la Germania a Roma, dai primi di settembre, c'è per la prima volta una donna, Susanne Wasum-Rainer, che con consapevolezza del ruolo, ha scelto la parola che meglio indica la sua missione.
Se però la lingua italiana lascia spazi ad ambiguità, ieri pomeriggio Susanne Wasum-Rainer l'ha comunque scelta per la bella e affettuosa laudatio in onore di Maria Luisa Pinna (docente di tedesco e presidente dell'Acit, associazione culturale italo tedesca), ieri durante la cerimonia di consegna, nella Sala Settecentesca della Biblioteca universitaria di Cagliari, dell'onorificenza del Cavalierato dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania.
Ambasciatore, oggi si festeggia un intenso legame culturale. I rapporti tra la Sardegna e la Germania sono profondi e parlano di emigrazione.
«Sono rapporti speciali che affondano le radici nel passato e che ancora si possono evolvere. Molti sardi, in generale molti italiani, hanno contribuito a costruire il miracolo economico tedesco: ci sono tutti i motivi per essere grati. Anche per averci fatto conoscere buon cibo, uno stile di vita, eleganza di cui non si può fare a meno. Proprio come il wurstel bavarese. Penso ai tanti ragazzi che oggi scelgono la Germania e penso alla Sardegna, amatissima dai tedeschi come meta turistica che può essere ancora meglio valorizzata».
L'emigrazione e i profughi politici sono temi urgenti nell'agenda dell'Europa, che rivela tutta la sua fragilità.
«La crisi dell'emergenza rifugiati rivela la seria crisi del progetto europeo. Non siamo riusciti a trovare una strada per una politica comune. L'Europa ha risorse e ricchezze ed è una terra desiderata. Purtroppo non viviamo all'altezza dei nostri valori, perché non siamo in grado di trovare una politica comune su un problema così serio».
Il voto di domenica scorsa in Polonia è un voto che “esclude”.
«È il risultato di un'elezione democratica e per questo motivo lo rispetto e accetto la decisione del popolo polacco, un popolo amico. Abbiamo già collaborato con loro e continueremo a farlo. La Polonia è importante per la Germania non solo perché è un Paese confinante, ma anche perché condividiamo un terribile passato comune».
La Germania ha festeggiato 25 anni di unità. Un aspetto bello di questo processo e uno invece negativo...
«La riunificazione della Germania è stata una fortuna per la storia e sono profondamente felice che anche i Paesi dell'Est siano oggi nostri partner. Gli aspetti negativi? Ma sono talmente piccoli. Per esempio, molte bellissime città dell'Est sono state rimesse a nuovo ma la gente è voluta venire a vivere a Ovest».
Abbiamo imparato ad apprezzare la Germania per i suoi valori. Ma anche questo Paese inciampa, per di più su un tema, l'ambiente, sul quale primeggiava. Lo scandalo della Volkwagen è sotto gli occhi del mondo.
«Il Governo di Berlino è rimasto scioccato almeno quanto, immagino, lo sia stato quello italiano Ma la Volkswagen è un grande gruppo tedesco e non la Germania, e il Governo del Paese non è in alcun modo coinvolto. È uno scandalo che deve essere chiarito al più presto, i responsabili devono essere puniti penalmente e i consumatori risarciti. È necessario affrontare tutto questo con grande senso di responsabilità perché la Volkswagen dà lavoro a 600 mila dipendenti e con l'indotto i posti sono un milione».
Un premio per una donna, consegnato da una donna, testimone di un Paese governato da una donna.
«La Cancelliera Merkel, una donna molto forte, guida il Paese da tre mandati. Ci sono ambasciatrici, un ministro della Difesa donna. Ma anche situazioni in cui la presenza femminile deve essere rafforzata».
Ha portato con sé a Roma la bicicletta. Sfiderà il traffico romano?
«Monaco e Berlino, città nelle quali ho vissuto, sono amiche di chi va in bicicletta. A Roma è più difficile. La bici non è un mezzo comodo, né avanzato ma nel weekend è bello esplorare la città. Ho già iniziato a farlo, nonostante il traffico».
Caterina Pinna
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Giustizia preventiva, esperti a convegno
 
È dedicato al ricordo di Giovanni Conso quest'anno il convegno annuale dell'Associazione tra gli studiosi del processo penale G. D. Pisapia. Una tre giorni di appuntamenti sulla giustizia penale preventiva che si apre oggi e proseguirà sino a sabato al centro congressi del Forte Village di Santa Margherita.
L'apertura dei lavori, organizzati da Aspp in collaborazione con il dipartimento di Giurisprudenza, è alle 15.45. Dopo i saluti del presidente dell'associazione Giorgio Spangher, si susseguiranno interventi dedicati alla lettura del sistema, alle direttrici politiche e coordinate giuridiche. Domani mattina si parlerà invece di “Soggetti e misure di prevenzione” con tre docenti delle Università di Salerno, Catania e Cagliari. Nel pomeriggio la parola al professor Leonardo Filippi dell'Università di Cagliari e al dirigente della Polizia Antonio Apruzzese: faranno il punto su “Il procedimento di prevenzione e le indagini proattive”. (v. n.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
L'Olocausto in due conferenze
VIA SANT'IGNAZIO. Our Genocides
 
Il progetto Our Genocides - il viaggio nella memoria, curato dall'associazione culturale Sardonia, incontra l'Università in due conferenze. La prima, dal titolo “Kampuchea Democratica, storia di uno sterminio”, si terrà oggi alle 17 nell'Aula Magna dell'ex Facoltà di Economia in via Sant'Ignazio 74. Interverranno Anna Maria Baldussi e Barbara Onnis. Giovedì 5 sarà la volta di “1995-2015 Souvenir Srebrenica”. Alle 17, in Aula Magna ex facoltà di Scienze Politiche in via Sant'Ignazio 78, interverranno Gianluca Borzoni. A seguire la proiezione del film documentario di Roberta Biagiarelli, Souvenir Srebrenica. L'obiettivo è quello di sensibilizzare al dramma degli stermini di massa avvenuti nel corso della storia rendendo iconografico il genocidio dell'Olocausto. Informazioni www.ourgenocides.com ourgenocides@gmail.co.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 38 - Edizione CA)
Nell'aula magna i medici di domani
SASSARI. Richiamo ai valori dal neo presidente dell'Ordine
 
L'aula magna dell'Università non è bastata a contenere i partecipanti alla sessantesima Giornata del Medico. È stata la prima volta di Francesco Scanu, neo presidente dell'Ordine, a cui è spettato il discorso inaugurale. Scanu ha rivolto un commosso e affettuoso saluto ad Agostino Sussarellu, per 15 anni presidente dell'Ordine. Ma Francesco Scanu si è soffermato soprattutto sui giovani medici che hanno giurato: «Non è solo una cerimonia, ma è la promessa solenne con cui i giovani colleghi impegnano se stessi a un giuramento sacro e inviolabile: la costante difesa di diritti umani, della salute, della libertà di cura, della protezione sanitaria dei poveri quanto quella dei ricchi ha detto il presidente dell'Ordine dei medici».
Nel suo intervento il presidente dell'Ordine non ha tralasciato le riforme sanitarie in corso, e si è detto fortemente preoccupato dei tagli ventilati per la ricaduta negativa sui livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie, che ridurrebbero i principi di equità e universalismo di servizi.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Provincia Medio Camp (Pagina 28 - Edizione CA)
Università della terza età
 
Domani, alle 18, nell'auditorium parrocchiale di Santa Barbara, la Lectio Magistralis “Etica, ricerca e il caso Stamina” del Rettore dell'Università di Cagliari Maria Del Zompo aprirà il decimo anno accademico dell'Università della Terza Età.
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
“Beautiful mind” a Sassari
Atenei, solo 6 in Italia i docenti under 40: uno insegna in città
 
Su 13.263 professori delle università statali, solo 6 hanno meno di 40 anni. Uno di questi insegna a Sassari: Simone Pajno, classe 1976, è un isolano due volte, nel senso che è un siciliano innamorato della Sardegna. L’inchiesta dell’Espresso sottolinea che l’Italia conquista il primato dei professori più vecchi d’Europa.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 6
A BEAUTIFUL MIND
Insegna a Sassari uno dei magnifici 6 professori under 40
Simone Pajno ha una cattedra di diritto Costituzionale
«L’età media alta all’Università? È lo specchio della società»
di Gianni Bazzoni
 
SASSARI Una fatica immensa per non farsi intrappolare, per evitare di invecchiare prima di riuscire a conquistare una cattedra. Il ritratto che emerge scorrendo le cifre della Banca dati del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (dati del 2014) è davvero disarmante: su 13.263 professori ordinari, i titolari di cattedra in atenei statali con meno di 40 anni sono appena sei.
Uno di questi insegna in Sardegna, a Sassari: Simone Pajno, classe 1976, è un isolano due volte, nel senso che è un siciliano innamorato della Sardegna. L’inchiesta del settimanale l’Espresso lo indica tra «i magnifici sei» che ce l’hanno fatta in una giungla dove tutto si blocca in una palude fatta di turn over bloccati e risorse scarse, tanto che l’Italia conquista il primato di schierare in cattedra i professori più vecchi d’Europa. Sono tutti maschi i sei ordinari under 40 e, oltre a Pajno che insegna a Sassari, operano a Palermo, Napoli, Messina e Bologna, quasi esclusivamente si occupano di discipline economico-giuridiche. Ordinario di Diritto Costituzionale, professore associato da quando di anni ne aveva appena 28, Simone Pajno - considerato uno dei talenti più interessanti (tanto che da un mese e mezzo viaggia in continuazione da Sassari a Roma per un incarico ministeriale) si definisce solo «più fortunato di altri».
«A Sassari mi trovo bene – racconta – sono molto contento perché sono arrivato in una Università dove il Diritto Costituzionale si studia nel modo giusto. Sono cresciuto tantissimo, grazie al confronto con colleghi di primissimo livello». Non è uno che se la tira, il professor Pajno. Anzi, la notorietà improvvisa creata dall’indagine che l’ha scovato tra i giovani docenti in campo nazionale, l’ha quasi infastidito. Per questo cerca di non parlare di sè, ma del percorso e dei luoghi. «Sassari è una Università aperta – dice ancora – dove ho potuto interagire con importanti studiosi e dove lo scambio continuo favorisce la crescita, senza vincoli di tradizione accademica».
E della situazione generale, di quei soli 6 docenti under 40 su oltre 13mila, riconosce che «purtroppo è lo specchio di ciò che accade nel resto della società. E credo che sia un danno per il Paese, perché col tempo perdiamo intelligenze che lasciano l’università oppure si trasferiscono all’estero». Simone Pajno guarda quel dato, le poche unità su migliaia, e riconosce «che è notevole». Però vorrebbe vederlo raffrontato con una situazione di dieci anni fa «quando non c’era il blocco dei concorsi e del turn over, quando non c’erano i rallentamenti attuali».
Da Sassari, il docente di Diritto Costituzionale che ha un curriculum lungo una trentina di pagine, con decine di pubblicazioni, guarda il panorama nazionale con curiosità. «Sto molto bene in Sardegna, ho preso casa nel centro storico di Sassari – racconta – la mia compagna è del Nuorese. Vivo la città come un arricchimento, e dico che sono stato accolto molto bene. Forse perché anche chi viene da fuori porta qualcosa di suo». Juventino doc, segue la Torres («ricordo anche quando batteva il Palermo in serie C») e la Dinamo, pratica la boxe. «Ogni tanto mi assento – dice Simone Pajno – specie quando devo andare fuori. Ma è uno sport intenso. Frequento la palestra del maestro Domenico Mura, a Predda Niedda. Tanti ragazzi che cercano una occasione di crescita».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Lettere e commenti – pagina 17
europa e regioni
L’Europa non può chiedere modifiche degli ordinamenti degli Stati membri che contrastino con le linee di tendenza dei Trattati
di Paolo Fois
 
«Lo dobbiamo fare, perché ce lo chiede l'Europa». È ricorrendo ad espressioni simili che molti politici italiani, anche di recente, hanno cercato di convincere l'opinione pubblica della necessità delle riforme in corso nel nostro paese. Ad accreditare una scelta siffatta, che ha riguardato in larga parte decisioni relative alla materia economica e finanziaria, ha sicuramente concorso il precedente rappresentato dalla nota lettera della Banca Centrale Europea dell'agosto 2011, nella quale l'Istituto di Francoforte raccomandava al nostro Governo una serie di misure «immediate e decise», presentandole come necessarie per assicurare «la sostenibilità delle risorse pubbliche». Si tratta di un precedente più volte richiamato da quei politici che hanno ritenuto di poterlo utilizzare anche per altre riforme volute dal Governo italiano: così, in occasione del recente voto in Senato sul disegno di legge Boschi che, oltre a ridimensionare oltre misura il ruolo della seconda Camera, riduce sensibilmente i poteri delle Regioni, un autorevole esponente della maggioranza ha ritenuto di potersi spingere fino a sottolineare che anche questa specifica riforma costituzionale era vista favorevolmente, ed auspicata, dall'Unione europea.
Una simile affermazione lascia alquanto perplessi, per un duplice ordine di ragioni: da un lato, per l'assenza di elementi che autorizzino a configurare una già definita presa di posizione dell'Europa rispetto a questo genere di riforme; dall'altro - e soprattutto - perché ben difficilmente l'Unione, anche se lo volesse, potrebbe raccomandare modifiche degli ordinamenti degli Stati membri che contrastino con le linee di tendenza dei Trattati per quanto riguarda il ruolo a livello europeo delle autonomie regionali e locali. In un Convegno svoltosi la settimana scorsa a Sassari, e di cui La Nuova Sardegna si è a più riprese occupata, è stato messo in luce come il diritto europeo abbia fatto registrare in proposito un rafforzamento progressivo del ruolo delle autonomie territoriali. Da una prima fase, in cui le stesse erano totalmente ignorate, si è passati alla previsione nei Trattati di un Comitato delle Regioni dotato di poteri consultivi e di proposta, per giungere con le più recenti riforme alla proclamazione dei principi di sussidiarietà e di prossimità, in virtù dei quali le decisioni devono essere prese «il più vicino possibile ai cittadini».
E ciò non può non comportare, di tutta evidenza, il coinvolgimento di quelle istituzioni -regionali ed enti locali - che ai cittadini sono più vicine. Non si può dimenticare, infine, che tra gli obiettivi del processo di integrazione europea rivestono una fondamentale importanza il rispetto e la valorizzazione del comune patrimonio culturale e politico dei popoli europei. Negli sviluppi di tale processo, anche per il futuro la ricerca dell'unità non potrebbe in alcun modo prescindere dalla diversità delle tradizioni culturali e dal principio del decentramento del potere.
Essendo quindi estranee al sistema dei Trattati quelle evidenti tendenze centralistiche dell'attuale politica nazionale che sottraggono alle autonomie territoriali competenze alle stesse in precedenza conferite, invocare l'Europa per giustificare simili tendenze sarebbe del tutto fuor di luogo. Mentre l'Unione ha le sue buone ragioni per esigere il rispetto delle regole in materia economica e finanziaria vincolanti per gli Stati membri dell'Eurozona, la stessa Unione non avrebbe titolo per intervenire a sostegno di scelte centralistiche di cui solo il Governo dello Stato è politicamente responsabile. Fermo restando, comunque, che la tendenza dell'Unione a lasciar correre senza alcuna replica improprie chiamate in causa da parte dei nostri politici potrebbe anche destare qualche giustificato sospetto.

Questionnaire and social

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