Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 September 2015

RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO


 
LA NUOVA SARDEGNA
1 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
Flora sarda
Specie autoctone,
60 specie sono a rischio estinzione
Pagina 7
 
LA NUOVA SARDEGNA
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 7 – Sardegna
BOTANICA. L’ALLARME
Flora sarda a rischio: in bilico sessanta specie
Sopravvivenza appesa a un filo per numerose piante autoctone
Gli studiosi: basta rinvii, serve subito una legge di tutela e salvaguardia
di Silvia Sanna
 
CAGLIARI A Capomannu, penisola del Sinis, il dito è puntato contro le piste di motocross: la spianata ha fatto strage di poligala, specie erbacea che cresce solo in Sardegna e solo in quel promontorio. Oggi gli esemplari sono meno di 50. Sul Gennargentu grandi responsabilità hanno invece le piste da sci: quelle realizzate sul Bruncuspina hanno fatto strage di cardi. Impossibile trovarne uguali altrove, si trovano solo lì, sui monti della Barbagia.
C’è sempre la mano dell’uomo dietro l’impoverimento del patrimonio vegetale. «Ma non il pastore o l’agricoltore che praticano attività tradizionali, quelle anzi aiutano le specie autoctone a riprodursi, a moltiplicarsi». Secondo Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica applicata all’Università di Cagliari, la colpa è dell’uomo che sparge cemento e asfalto vicino ai fiumi, a due passi dal mare, oppure tra i monti, violando l’habitat naturale delle piante.
Specie in bilico. Bacchetta ha parlato al workshop «Tecnologie innovative per la valorizzazione della flora autoctona della Sardegna nel settore biomedicale», organizzato al Parco tecnologico di Sardegna Ricerche a Pula.
Dall’appuntamento ideato dal Centro di conservazione biodiversità dell’ateneo è venuto fuori un dato molto allarmante: «Almeno sessanta specie della flora autoctona sarda sono a rischio estinzione nell’isola – ha rivelato Bacchetta – bisogna agire subito per salvarle».
L’elenco è lungo: ci sono per esempio il cardo del Gennargentu e il ribes del Supramonte, «di quest’ultimo sopravvivono appena 100 individui», dice il docente di botanica. Ci sono poi l’aquilegia barbaricina e l’alisso di Tavolara, che ha scelto l’isola come sua unica dimora.
«Sono 183 le specie endemiche in Sardegna, tra queste almeno un terzo è a rischio, in grave pericolo di estinzione. Ma non è una novità.
La mancata tutela. Il problema si conosce da molti anni ma sinora – dice Bacchetta – non è stato fatto nulla per cercare di risolverlo». L’esperto torna indietro con la memoria al 2005: «Fu l’allora presidente della Regione Renato Soru a presentare un disegno di legge mirato alla salvaguardia delle specie autoctone e dell’agrobiodiversità. Ma non è stato approvato. Successivamente è ripartito solo il percorso sull’agrobiodiversità, in seguito a una proposta di legge presentata dal consigliere Luigi Lotto. La proposta è stata approvata, l’agrobiodiversità ora è tutelata. Sulle specie autoctone invece solo silenzio».
Le 9 fortunate. Sono le specie inserite nell’elenco stilato dalla commissione europea nella direttiva habitat. Sono le più fortunate, tra le 183 specie autoctone: la loro sopravvivenza è garantita dalla creazione dei Sic, siti in cui la mano dell’uomo deve girare al largo. Per garantire a queste piante un futuro ci sono piani di gestione dettagliati e seguiti alla lettera. Per tutte le altre si rischia di non fare più in tempo.
 
LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 7
prodotto anti ossidante
Cannonau, le vinacce toccasana per la pelle
 
Dalle vinacce dell'uva Cannonau un prodotto nutraceutico – nutritivo e farmaceutico insieme – che fa bene all'organismo, destinato ad essere usato sulla pelle. Due traguardi raggiunti dai ricercatori dell'Università di Cagliari. Il risultato, che apre nuove prospettive scientifiche e di mercato, è stato illustrato da Maria Manconi (foto), docente di Tecnologia farmaceutica alla Facoltà di Biologia e Farmacia dell'ateneo cagliaritano. La procedura seguita dai ricercatori consente di riutilizzare le vinacce, cioè il prodotto di scarto della vendemmia destinato altrimenti ad essere smaltito in modo controllato e con particolari cautele. Il risultato ottenuto è un prodotto anti-ossidante, che cioè impedisce la creazione dei cosiddetti “radicali liberi”, che creano gravi danni cellulari e favoriscono l’insorgenza di gravi patologie. Tra l’altro, estrarre dalle vinacce questo particolare composto rende più facilmente smaltibile il residuo dell’uva, composto da buccia e semi, rendendolo meno inquinante per il terreno in cui viene depositato. La biocompatibilità e l’attività antiossidante sono già state testate sulle cellule intestinali. Gli studiosi dei diversi gruppi di ricerca dell’Università di Cagliari coinvolti nella ricerca hanno anche scoperto che, incapsulando il prodotto, ne aumenta la disponibilità per l’organismo, che normalmente riesce ad assorbirne solo piccola quantità. «L’importante risultato è stato possibile – ha spiegato la professoressa Manconi – grazie alla collaborazione con le imprese del territorio, ottenendo così prodotti commercializzabili a base di uva efficaci nel proteggere l’ organismo».
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 7
la minaccia
Sos ailanto: invade i parchi e causa allergie
 
SASSARI Specie autoctone a rischio e piante infestanti che si diffondono in modo esponenziale. Una di queste è l’ailanto (nella foto). A lanciare l’allarme è Felice Corda, ex direttore dell’Ente Foreste.
«L’ailanto (Ailanthus Altissima), originario dell'Asia orientale, sta causando enormi danni alla diversità biologica, alla salute pubblica e all'economia perché invade asfalto, marciapiedi, tombini, tubazioni. Un vero alieno – dice Corda – che cresce dappertutto, ai bordi delle strade, sulle pietre, nei tetti delle vecchie case, in ambienti marini. Dove spunta l'ailanto non cresce più nulla poiché non consente alle altre piante circostanti alcun nutrimento, per la sua capacità di produrre sostanze tossiche (allelopatiche) in grado di impedire la sviluppo di altre specie. Alcune zone della città di Nuoro – aggiunge Felice Corda – sono completamente invase e si sta diffondendo in modo preoccupante anche in cima all'Ortobene In diverse nazioni europee, in particolare la Svizzera, da ben 10 anni, l'hanno iscritto nella "lista nera" (black list). In Sardegna, non pare che di questo problema s'interessi qualcuno, malgrado la stessa pianta venga considerata una delle minacce più importanti degli ecosistemi naturali».
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 22
Ospedale, un progetto che divide
Dibattito dopo che i Pd Ganau e Lai hanno criticato l’attuale piano immobiliare
di Luigi Soriga
 
SASSARI Il bando dell’Aou sul nuovo ospedale ha acceso in città un vivace dibattito. A lanciare la pietra nello stagno sono stati il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau e il senatore del Pd Silvio Lai, che hanno chiesto al governatore Pigliaru di bloccare il bando e ripensare il progetto: «Non è all’altezza delle aspettive di Sassari che punta a diventare il secondo polo sanitario dell’isola». E ancora: «Sarebbe un enorme spreco di risorse, creerebbe due pezzi di ospedale e non realizzarebbe una fusione compiuta tra Aou e Asl». E infine: «Le risorse finanziare non coprono la terza stecca bianca alle cliniche: ci stiamo condannando a un’incompiuta». Ma altri politici, anche dello stesso Pd, la pensano in maniera diametralmente opposta. Salvatore Demontis (consigliere regionale Pd): «Sono più che convinto che il progetto di riqualificazione della struttura ospedaliera debba andare avanti. Intanto se non si rispettasse la data del 31/12 potrebbe essere a rischio l'intero finanziamento (95 milioni) e non solo il 5%. Perderemmo così anche la possibilità di avere i fondi per il secondo stralcio funzionale. Cosa dovremmo fare? Cercare un'altra area e ricominciare tutto da capo? La perfezione è contraria del bene. Si tratta di un progetto perfettibile, come tutti, ma si sta utilizzando lo strumento dell'appalto integrato complesso, molto flessibile: ossia va in gara il preliminare e con il definitivo e l'esecutivo si avranno tutti gli spazi di miglioramento e di adeguamento alle mutate esigenze. Credo che lo sforzo comune debba essere invece quello di garantire a Sassari la chirurgia pediatrica». Luigi Lotto (consigliere regionale Pd): «Sono anni che Sassari attende che le proprie strutture ospedaliere vengano adeguate alle esigenze delle città e del territorio e per troppo tempo abbiamo assistito a continui rinvii e perdita di finanziamenti. L'obiettivo deve essere quello di realizzare la migliore soluzione progettuale dati finanziamenti disponibili e dati i tempi di gara ristretti. Con queste condizioni di partenza, a luglio il progetto è stato presentato all'attenzione degli amministratori locali, dei consiglieri regionali e dei parlamentari. Dal loro generale apprezzamento del progetto, tutti riconobbero in quella occasione che si era trovata la migliore soluzione possibile. Credo che rimettere in discussione oggi quel percorso sia assolutamente contrario all'obbiettivo di utilizzare al meglio le risorse disponibili e a quello ancor più importante di dare alla città e al territorio una moderna e funzionale struttura ospedaliera. Se nel pieno dell'avvio di una gara di tale portata, si riapre la discussione che può sfociare in polemica, il danno che ne può derivare è incalcolabile. Nanni Campus (Ex consigliere regionale Pdl): «Il progetto non mi piace e l’ho rimarcato più volte. Trovo folle pretendere di inglobare i reparti e le funzioni del Santissima Annunziata dentro un progetto finanziato con i soldi che dovevano servire alla realizzazione del materno infantile. Mi spiego meglio: i famosi 95 milioni di euro sono risorse che risalgono al 2008 quando ancora c’era la Dirindin.
Nella programmazione venivano finanziati i casi più urgenti della sanità, ovvero il San Gavino e il Materno infantile dell’Aou. Ora io mi chiedo: se quei soldi servivano a costruire solo il materno infantile, a distanza di otto anni come possono essere sufficienti a creare un nuovo ospedale che contenga anche tutto il Santissima Annunziata? Io resto del parere che l’ospedale civile debba continuare a esistere e a lavorare come sta facendo, che si debba costruire il nuovo edicificio adiacente alla stecca bianca, e che tutte le strutture debbano essere coordinate da una regia unica». Tore Amadu (ex consigliere regionale Pdl): «Nella passata legislatura, nel ruolo di Consigliere Regionale, mi sono fortemente battuto, insieme ad altri colleghi, per assicurare alla nostra sanità i mezzi finanziari necessari a farla crescere. Ritengo che sia indispensabile evitare che, a fronte di un finanziamento in cammino dal 2009 ottenuto, ripeto, dopo tante battaglie politiche, si propongano interventi "fuori tempo massimo" rispetto alla stringente tempistica (bando di gara in corso) imposta dalla normativa per l'utilizzazione del finanziamento. Rivolgo un appello affinchè si eviti che questo territorio possa perdere un'opportunità irripetibile. Dico sì al confronto anche serrato, ma senza rischiare il risultato finale o intraprendere percorsi al buio».
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Porto Torres – pagina 33
Razzi Vega, ora si accende la polemica
Fa discutere il progetto di installare due piattaforme di lancio nell’area industriale. Il sindaco: «Scarso impatto ambientale»
di Gavino Masia
 
PORTO TORRES Sui social network si è acceso un dibattito al vetriolo, con post di proteste e interrogativi da parte degli internauti, sul progetto che prevede la realizzazione di due piattaforme per testare i motori del razzo Vega, vettore europeo per il lancio di satelliti artificiali nello spazio, all’interno dell’area industriale della Marinella.
Il docente dell’università di Cagliari Giacomo Cao, presidente del Distretto Aerospaziale della Sardegna, nelle scorse settimane aveva infatti annunciato l’avanzamento delle trattative per l’acquisto di un sito a Porto Torres dove realizzare il progetto con un investimento complessivo di circa 40 milioni di euro. La vicenda aveva indotto il gruppo consiliare del Pd a presentare una interrogazione al sindaco per sapere se il progetto annunciato dal Dass fosse stato presentato all’amministrazione comunale e se non ritenesse opportuno informare i cittadini e il consiglio comunale del relativo piano industriale per le opportune valutazioni.
Il sindaco Sean Wheeler, in occasione del consiglio comunale di giovedì, ha detto di conoscere il progetto: «I rappresentanti di Avio alcune settimane fa sono venuti in Comune a prospettarci l’idea, senza un progetto definitivo, e il giorno prima sono stati dal presidente della Regione: gli stessi rappresentanti poi hanno parlato anche con Syndial per vedere se era possibile trovare un’area di 38 ettari nella zona industriale». Il progetto consiste nella realizzazione di un centro prove a Porto Torres, mentre il vettore verrebbe costruito nello stabilimento di Colleferro, vicino a Roma.
«Gli ingegneri di Avio mi hanno esposto il progetto come particolarmente innovativo, all’avanguardia e di livello mondiale – ha aggiunto Wheeler – e io l’ho ritenuto tale: dal punto di vista dell’impatto ambientale le emissioni e i componenti dei gas di scarico di questi reattori rimangono infatti nell’ambito dei 300 metri dal punto di accensione».
Il primo cittadino, sembra quindi non essere contrario a questo progetto in fase embrionale, ma l’opposizione ritiene fondamentale fare invece le valutazioni sull’impatto ambientale e i rischi che esso può comportare.
«Questo anche alla luce di una nota diffusa dai consulenti tecnici nell’inchiesta e nel processo sul disastro ambientale avvenuto nell’area del Poligono di Quirra – ha detto il consigliere Pd Luciano Mura –, dove consulenti riconosciuti nel mondo accademico e non solo affermano che effettuare prove sui motori dei missili destinati a portare i satelliti in orbita, significa accendere il razzo a terra fissandolo a una imponente rampa d’acciaio che lo blocca: nel giro di poche decine di secondi perciò, in quel punto, vengono bruciate decine di tonnellate di combustibile, con il rilascio di un enorme nube di vapori tossici che forma una colonna alta centinaia di metri, destinata poi a diffondersi nello spazio circostante».
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Porto Torres - pagina 33
NUOVA SEDE DEL PARCO DELL’ASINARA
Lavori fermi, pronti ad una azione legale
 
I lavori nella nuova sede dell’Ente Parco dell’Asinara hanno subito un rallentamento incredibile visto che la struttura doveva essere consegnata lo scorso 17 marzo. Il Parco aveva acquistato qualche anno fa dal Comune l’immobile di via Ponte Romano – ossia l’ex Onmi che prima ospita alcune associazioni di volontariato -, e qualche tempo dopo aveva progettato la ristrutturazione e affidato i lavori ad un’azienda.
Ad oggi i lavori non stanno però procedendo regolarmente, e di questo problema ha discusso ieri mattina il Consiglio direttivo del Parco per prendere una decisione al riguardo. «Stiamo valutando di tutelarci con un legale di provata esperienza in merito alla questione della nuova sede – ha detto il presidente Pasqualino Federici -, per una eventuale ipotesi di rescissione del contratto con la ditta che doveva eseguire i lavori e consegnarci la struttura già 5 mesi fa». Le sede attuale del Parco, in via Josto, è piccola e non molto funzionale sia per svolgere l’attività amministrativa sia per le riunioni, quindi l’auspicio era quello di avere quanto prima la nuova sede di proprietà come previsto dal contratto di appalto.
Sarà cura dell’Ente, nei prossimi giorni, avvalersi di un’azione legale per far valere i propri diritti. Sempre nella riunione di ieri, inoltre, c’è stata la stipula del contratto di diritto privato tra il presidente Pasqualino Federici e il nuovo direttore Pierpaolo Congiatu, validità 5 anni, e il Consiglio direttivo lo ha ritenuto conforme alla legge. (g.m.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Porto Torres – pagina 33
Giornate europee del Patrimonio
Visite guidate all’Antiquarium e nell’area archeologica
 
PORTO TORRES Si chiude oggi la "duegiorni" dedicata alle Giornate Europee del Patrimonio organizzata all'Antiquarium Turritano e nell’Area Archeologica di Turris Libisonis dal Mibact col contributo di Università di Sassari, Comune di Porto Torres, Pro loco e Mobilcasa – Insieme per la cultura di Francesco Porcu. L’ evento è coordinato dal direttore Gabriella Gasperetti, con la partecipazione di tutto il personale dell’Antiquarium Turritano e della sede operativa di Porto Torres. Il programma odierno prevede “A spasso tra le rovine di Turris”, visite guidate a cura del personale del Mibact nell'area archeologica e alle domus romane nei seguenti orari: 9.30, 11, 12.30, 15, 16.30, 18. Antiquarium e area archeologica saranno aperti dalle 9 alle 20, con ultimo ingresso alle 19.30. Come disposto dal Mibact, l’ingresso sarà soggetto alla normale tariffazione, con costo del biglietto intero di 3 euro; ridotto 1,50 euro e gratuito fino ai 18 anni di età.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Ozieri – pagina 35
Giornata di studi sul retablo di Ardara
L’appuntamento con gli esperti è previsto per venerdì nella chiesa di Nostra Signora del Regno
 
ARDARA Quello in programma per venerdì ad Ardara si annuncia come uno degli appuntamenti culturali di più alto prestigio degli ultimi anni in zona. Il tema è “Il Retablo Maggiore di Ardara - 500 anni di storia, arte, fede”. L'organizzazione è curata dal parroco Tonino Cabizzosu, responsabile dei beni culturali della Diocesi. Apertura dei lavori alle 10 col coordinamento di Giuseppe Meloni dell'università di Sassari. Interventi del vescovo Corrado Melis, di monsignor Cabizzosu e del sindaco Francesco Dui; a seguire Alessandro Soddu (università di Sassari), tratterà l'argomento “Ardara dall'età Giudicale al periodo feudale”; Marco Milanese, “Nuovi scavi e ricerche nel Palazzo Giudicale di Ardara"; Andrea Pala, (università di Cagliari) “Architettura e decorazioni scultoree di Santa Maria del Regno”; Juan Bosch Ballabona, (università di Girona), “Panorama dei Retabli cinquecenteschi di tipologia tardo-gotica nell'antica Corona d'Aragona”; Mauro Salis, “Il Retablo Maggiore di Ardara - stato degli studi, problematiche e nuove linee di indagine”. Si riprende alle 15,30 col di Andrea Pala: Alessandro Pasolini, “Il Retablo di Ardara come riflesso della società di fine '400”; Lucia Siddi ( Soprintendenza di Cagliari), “Un'importante testimonianza di scultura lignea del primo '500 - la statua di Nostra Signora del Regno”; Francesca Pirodda, (Soprintendeza di Sassari, “I restauri dei Retabli maggiore e minore nei secoli XIX e XX”; Pierangelo Muroni, Facoltà di Teologia della Sardegna, “Maria nel mistero di Cristo - Lettura mistologica e tipologica del Retablo di Ardara”: Marisa Porcu Gaias, storica dell’arte “Il Retablo minore e gli affreschi di Santa Maria del Regno”; Stefano Tedde, archivista, “Ornat de insigne pintura -Il Retablo maggiore di Ardara descritto nelle visite pastorali dei secoli XII-XX”. Gerolamo Squintu
 

L’UNIONE SARDA
10 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
BOTANICA. Allarme lanciato da uno studioso
«Rischiano l'estinzione sessanta specie vegetali della flora della Sardegna»
 
È una corsa contro il tempo. «Sessanta specie vegetali della flora sarda rischiano l'estinzione, bisogna agire in fretta per preservarle». L'allarme non arriva da chissà dove, a lanciarlo è Gianluigi Bacchetta, professore di Botanica applicata dell'Università di Cagliari e ospite venerdì del workshop sulla valorizzazione della flora autoctona della Sardegna nel settore biomedicale, organizzato dal Centro di conservazione biodiversità nel Parco tecnologico di Sardegna Ricerche a Pula. Tra le specie più rare, e per questo motivo sotto stretta osservazione, si contano anche il cardo del Gennargentu e il ribes sardo. «Sono passati dieci anni da un disegno di legge che prevedeva la conservazione di queste specie», ha spiegato Bacchetta «ma non è stato approvato. Da allora la costituzione della Banca del germoplasma, creata dalla Provincia di Cagliari, ha consentito di conservare i semi di moltissime specie, ma molto resta da fare».
Il botanico ha tracciato un bilancio delle attività ricordando «i controlli sul campo e gli studi genetici compiuti da anni dai team di ricercatori dell'Università del capoluogo in collaborazione con l'Assessorato regionale all'ambiente e l'Ente Foreste». Un enorme lavoro di monitoraggio utile anche prospettare una promettente via commerciale per numerose piante officinali ora a rischio estinzione come il mirto, la pompia, lo zafferano. Specie dalle numerose proprietà alimentari, farmaceutiche e mediche. «Gli estratti ottenuti da piante endemiche sarde», ha confermato durante il suo intervento al workshop Maria Laura Manca, tecnico del dipartimento cagliaritano di Scienze della Vita e dell'Ambiente diretto da Anna Maria Fadda «si sono dimostrati candidati ideali per la produzione di cosmetici e altri dispositivi medicali utili a curare anche i tumori».
Un filone di ricerca battuto con successo dall'equipe guidata da un'altra ospite dell'incontro organizzato da Sardegna Ricerche: Maria Manconi, docente di Tecnologia farmaceutica alla Facoltà di Biologia e Farmacia dell'Ateneo di Cagliari. La professoressa ha infatti illustrato gli studi condotti sulle vinacce dell'uva Cannonau dimostratesi prodotto nutraceutico (dalle comprovate caratteristiche benefiche e protettive sull'organismo umano) assumibile per via orale o sulla pelle.
I ricercatori hanno così trovato una seconda vita inaspettata per uno scarto della vendemmia, «destinato altrimenti ad essere smaltito in modo controllato e con particolari cautele». In questo modo, invece, riciclato dalla scienza a prodotto anti-ossidante, indispensabile per ostacolare la proliferazione dei radicali liberi, causa di danni cellulari e dell'insorgenza di gravi patologie.
Benefici già testati con successo sulle cellule intestinali. «L'importante risultato è stato possibile», ha concluso il suo intervento la professoressa Manconi «grazie alla collaborazione con le imprese del territorio, ottenendo così prodotti commercializzabili a base di uva, efficaci nel proteggere il nostro organismo».
Luca Mascia
 
L’UNIONE SARDA
11 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 30 - Edizione CA)
Pula
PulArchàios, i tesori di Nora tra musica e cibo
 
Un mese di conferenze e spettacoli per mostrare al pubblico i tesori di Nora. Ha preso il via la l'undicesima edizione di PulArchàios , la serie di eventi collaterali che come ogni anno fa da cornice alla campagna di scavo nell'antica città fenicio-punica condotta dalle Università di Cagliari, Genova, Milano e Padova.
Il cartellone di eventi, organizzato dall'assessorato comunale alla Cultura, darà la possibilità a tutti i cittadini di partecipare agli incontri ai quali saranno presenti gli archeologi impegnati quotidianamente negli scavi di Nora. Oltre alle conferenze ci sarà spazio anche per la musica, con il concerto di musica classica che si terrà il 2 ottobre alle 21 a Casa Frau, e la presentazione del libro di Mario Frau Baia di Agumu prevista per venerdì prossimo alle 21. La serie di appuntamenti si concluderà il 10 ottobre con il tradizionale banchetto Romanum convivium , dove gli studenti dell'istituto Azuni di Pula prepareranno le antiche pietanze seguendo il ricettario di Apicio.
 
L’UNIONE SARDA
12 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis (Pagina 36 - Edizione CA)
Iglesias
Assemblea plenaria al Parco geominerario
 
Il gotha del parco Geominerario storico e ambientale della Sardegna si riunirà domani nell'aula magna del palazzo Bellavista di Monteponi. All'ordine del giorno dei lavori: l'esame delle proposte di modifica del decreto istitutivo e dello statuto del parco Geominerario. Dalle 15.30 - nella sede dell'Ausi - sono attesi ottantuno sindaci della Sardegna, oltre alle numerose associazioni culturali e ambientalistiche e i sindacati “più rappresentativi a livello regionale”, invitati dal sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo, presidente della comunità del Parco, che ha tenuto conto dell'importanza dell'incontro.
Insomma, sarà una seduta plenaria, cui parteciperà anche il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il coordinatore del Piano Sulcis Tore Cherchi, l'amministratore unico dell'Igea Michele Caria, oltre ovviamente al commissario straordinario Gian Luigi Pillola. Ma sono stati invitati anche i rettori delle università di Cagliari e Sassari che fanno parte della comunità del parco cui aderiscono anche 81 comuni della Sardegna, oltre gli enti provinciali di Cagliari, Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Oristano, Nuoro, Ogliastra, Sassari.
I. M.
 
L’UNIONE SARDA
13 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 51 - Edizione CA)
Vent'anni senza Sergio
L'Emilia per Atzeni: studiosi, autori, editori, registi e giornalisti ricordano lo scrittore
 
Non si può certo evitare di approfondire il messaggio contenuto nei romanzi maggiori né quello insito nelle poesie, ma ciò che si andrà a studiare ancora più a fondo sarà certamente l'ideologia che quelle pagine ha fatto nascere. Studiosi, giornalisti, editori, scrittori, registi, si ritroveranno a Bologna mercoledì e giovedì per la due giorni dal titolo “Sergio Atzeni e le voci della Sardegna”, organizzata dalle Università di Bologna e di Leeds, in collaborazione con la Cineteca di Bologna. Dibattiti ed eventi che si terranno negli spazi del Dipartimento di Filologia classica e Italianistica di Bologna e vedranno la partecipazione di studiosi provenienti dalle università di Cagliari e Sassari, di Bologna, Parma e Pisa e con un respiro internazionale garantito dalla collaborazione con l'università inglese.
I relatori indagheranno le sfaccettature della figura di Atzeni, a vent'anni dalla sua scomparsa, come scrittore controcorrente ma di sicuro prestigio nel campo della narrativa italiana di fine secolo, oltre che anticipatore e promotore del rinnovamento culturale della Sardegna negli anni Duemila. Il programma del convegno è completato da due tavole rotonde: la prima, mercoledì pomeriggio, mira a presentare e discutere alcune novità bibliografiche di critica atzeniana. La seconda, vedrà la partecipazione di Ernesto Ferrero (Salone del Libro di Torino) e del giornalista Stefano Salis al dibattito con Gino Ruozzi (Università di Bologna) e Gigliola Sulis (University of Leeds). Le due serate saranno dedicate al lascito atzeniano nel campo delle arti: il 23, dalle 19.30, nelle aule di via Zamboni si avvicenderanno le attrici Marta Proietti Orzella ed Elena Pau, verrà proiettato il corto “Sergio Atzeni, scrittore” di Peter Marcias, e interverranno Alberto Bertoni, Marcello Fois, Loriano Machiavelli, Alberto Masala, Flavio Soriga, Paola Soriga, Simona Vinci. Il 24 alla Cineteca di Bologna, la proiezione de “Il figlio di Bakunìn” e di “Bellas mariposas” e i dibattiti con i registi Gianfranco Cabiddu e Salvatore Mereu.
Grazia Pili
 

 

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