Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 September 2015

RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO


L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
La “Notte dei ricercatori”
Quattro giornate dell'Università aperte ai cittadini
 
Il rettore Maria del Zompo schiera la formazione tipo: Cittadella di Monserrato, polo di viale Fra' Ignazio, Sa Duchessa, via Trentino, Rettorato e Orto botanico saranno aperti ai cittadini per la “Notte dei ricercatori”, che in realtà è più di una e impegnerà l'Ateneo da martedì a venerdì prossimi. Ma non sarà la sola, il rettore, a schierare una formazione: lo farà anche il Cagliari calcio che - i particolari sono ancora da fissare - parteciperà all'iniziativa dell'Unione europea, con il compito di attirare i cagliaritani alle giornate in cui l'Università si apre alla popolazione.
Programma nutritissimo, illustrato ieri da Del Zompo e dal prorettore alla ricerca Micaela Morelli: saranno aperti i musei in via Trentino, in programma convegni e seminari (uno fra tutti, quello sulle nuove frontiere dell'economia e sull'impatto dell'immigrazione sull'economia italiana), non mancheranno musica, lezioni-spettacolo, visite ai laboratori, dimostrazioni e degustazioni. Inoltre, per la prima volta, la cittadinanza potrà visitare il Rettorato.
Biglietti gratis per la metropolitana diretta alla Cittadella di Monserrato (offre l'Arst), tante cose da vedere e da ascoltare, tutto per promuovere e diffondere la ricerca scientifica: «Non solo quella applicata», spiega il rettore, «cioè dai risultati immediati, ma soprattutto quella di base, che consente le più grandi scoperte».
Luigi Almiento
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Demuro: Autonomia sarda, un manuale di manutenzione
L'assessore alle Riforme tra il modello pugliese, Lussu e le deleghe da tagliare
 
Nella giunta ad alto tasso accademico assemblata dall'economista Francesco Pigliaru, al costituzionalista Gianmario Demuro sono andate le deleghe ad Affari generali, Personale e Riforme.
Gli affari generali, si sa, sono generali. Il suo assessorato, dice il professore quasi con malinconia, per quasi tutti è quello del personale. Che poi è una delega di cui vedrebbe di buon occhio la scomparsa: non per cattiveria, ma «perché sono convinto che il personale vada gestito con logiche di tipo manageriale, più che con strumenti di tipo pubblico».
Restano le riforme, e non è cosa di poco conto. Perché Demuro, in attesa che la straordinaria amministrazione consenta al presidente e alla giunta di ragionare sui massimi sistemi, lavora all'architettura istituzionale della Regione. Qualcuno lo troverà un tema astratto, eppure fra la Specialità che periodicamente traballa sotto le dichiarazioni ostili delle Regioni standard e una legge elettorale che ha dato pessima prova di sé, il dossier in realtà è di quelli urgenti. Solo che nel frattempo riforme ce sono già state tante, dalla Sanità a quella che prende faticosamente forma sugli enti locali.
Ai tempi di Gorbaciov in Russia si diceva: “Non faremo molta strada, se a ogni metro c'è una svolta”.
«Le riforme si fanno per aumentare la qualità istituzionale, e la qualità istituzionale serve a migliorare l'efficacia della spesa pubblica e la capacità di rispondere ai problemi concreti. Se sono in barca e devo raggiungere un punto dovrò tenere conto della distanza, della velocità e di altri fattori. Un tempo si faceva con strumenti che oggi sono sorpassati, ora si usa il Gps. Ecco, oggi noi lavoriamo per dotarci del Gps».
Dove ci deve portare?
«A un'organizzazione amministrativa che non sia più articolata in silos compatti, chiusi, senza finestre, senza possibilità di dialogo».
Silos?
«Sì: i silos servono per conservare le granaglie, o comunque cose che non devono vedere la luce. Invece le amministrazioni che hanno il più alto tasso di innovazione sono quelle che dialogano, lo si è dimostrato a New York e in tante altre realtà. Il primo problema è aprire i silos e fare sì che ci sia una interconnessione fra le realtà dell'amministrazione. Il secondo punto è lavorare per un obiettivo e quindi trovare tutti gli strumenti incentivanti, dalla valutazione dell'attività dei singoli dipendenti fino ad arrivare ai dirigenti. Insomma, mi interessa che si lavori avendo come obiettivo il diritto alla salute, non il procedimento per arrivare al diritto alla salute ».
Un esempio di silos?
«Pensi all'assessorato ai Lavori Pubblici e a quello dei Trasporti: i Lavori Pubblici devono occuparsi di infrastrutture fondamentali per i trasporti, però…».
Non dialogano?
«È la struttura amministrativa che è costruita per non dialogare, le competenze sono assolutamente parcellizzate. Oppure prendiamo l'assessorato all'Agricoltura: ha competenze in materia di forestazione, ma l'Ente Foreste è in capo all'Ambiente. Noi dobbiamo costruire una qualità istituzionale capace di produrre quel che ha prodotto la Puglia in questi anni».
Che cosa ha fatto la Puglia di così esemplare?
«Ha lavorato su semplificazione e valutazione, ha investito in cultura ed è diventata brava a spendere e rendicontare i fondi europei, che poi sono l'unico strumento di manovra del bilancio pubblico».
Non male.
«Direi. E infatti la Puglia - come la Lombardia, il Friuli e l'Emilia Romagna - è fra i punti di riferimento che ho presenti nel disegno di legge che spero di portare presto in giunta».
La Toscana no: vuole levarci la specialità.
«La specialità è un valore costituzionale, anzi è uno dei valori pre-costituzionali sui quali si fonda la Costituzione: sbaglia chi crede che vada coniugata con un privilegio economico, anziché rappresentare una diversità culturale, linguistica, direi identitaria se non fosse che dalla guerra dei Balcani la parola “identità” mi spaventa un po'. Ma comunque usiamola in senso positivo, gioioso, a patto di saper esercitare l'autocritica e non usare la specialità per dire “quel che succede altrove non mi interessa”: proprio perché sono speciale devo guardare a ciò che di buono c'è altrove. Insomma, la specialità non dev'essere separazione».
Servitù militari come da nessun'altra parte, una continuità territoriale discutibile: viene da dire che potrebbero anche tenersela, la specialità.
«In primo luogo, non è detto che quel che sta scritto in Costituzione accada in cinque minuti: anche la più bella delle costituzioni ha bisogno di politica. E la politica serve ad affrontare temi specifici come la continuità territoriale, che è un diritto tipico della specialità. Guardi, la specialità è il modo di rappresentare un problema nel modo più diretto, il presidente della Regione deve poter discutere il tema della bilateralità. E Pigliaru lo ha fatto, anche col documento sull'insularità consegnato a Renzi in maggio. Sulle servitù militari, giusto per capirci, le dico che da neolaureato fui tra quelli che proposero un referendum contro la base di La Maddalena. La Corte Costituzionale lo bocciò dicendo che un trattato internazionale non poteva essere messo in discussione, nemmeno da un referendum consultivo. E sottolineo consultivo».
E quindi che facciamo?
«E quindi usiamo gli strumenti che abbiamo. Per esempio possiamo dire allo Stato: “Rilevateci dal fronte, abbiamo già dato”. È Emilio Lussu, “Un anno sull'Altipiano”».
Lei lavora anche a una riduzione degli assessorati.
«Direi una razionalizzazione per renderli più coerenti rispetto agli obiettivi».
Va bene, ma non pensa che sta affilando la mannaia che potrebbe tagliar via per primo proprio lei?
«Ci è stato dato un compito, e il compito è più importante dei destini individuali».
Suona quasi sovietica, come disciplina.
«È quel che penso. E poi tenga conto che comunque non è una decisione che spetta a me».
Celestino Tabasso
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
“Sui generis”
I dibattiti del giorno di chiusura
 
Anche l'assessore regionale alla Pubblica istruzione, Claudia Firino, ha partecipato al convegno “Sui Generis” dedicato alle pari opportunità. «La violenza in adolescenza e tutte le forme di discriminazione, specie tra i più giovani e in età scolare, sono temi da prendere in grande considerazione», ha dichiarato ieri durante la seconda giornata: «È un dovere prima di tutto morale, del quale la politica deve farsi carico con un'analisi attenta e soluzioni adeguate».
La puntata di ieri ha focalizzato l'attenzione su violenza e mondo del lavoro, affrontati da esperti del settore e dai rappresentanti degli Ordini di medici, avvocati e psicologi, organizzatori di “Sui generis” con il patrocinio di Università, Regione e Comune.
Oggi si chiude con la tavola rotonda “Disabilità e diritti esigibili” e, alle 17 al Search, il convegno pubblico “Lavoro, orientamento sessuale e identità di genere: quali politiche contro la discriminazioni?”. (cl. m.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 17 - Edizione CA)
La filiera delle birre artigianali
Progetto finanziato con 100mila euro per usare materie prime e lieviti locali
 
I consumatori ci sono: i sardi ne bevono 62 litri a testa in un anno, il doppio della media nazionale. I margini di guadagno sono allettanti, visto che i 24 piccoli birrifici artigianali non arrivano a coprire il 2% del mercato regionale. Ci sono anche passione e voglia di produrre una birra di qualità, sperimentando, con sapa, farro, miele e ginepro. Il frumento c'è sempre stato: la Sardegna era il granaio di Roma. E adesso l'Università di Sassari ha scoperto che l'orzo coltivato in Nurra e Ogliastra è più puro perché privo di microtossine.
Sono le anticipazioni dei risultati di “Microbee(r). Innovazioni microbiologiche per micro birrifici”, progetto di trasferimento tecnologico, che l'Università sassarese ha finanziato con 100mila euro dei fondi “Innova.Re”. Insomma, come sostiene Marilena Budroni, coordinatrice del progetto «ci sono tutti i presupposti per attivare la filiera delle birre utilizzando materie prime e lieviti locali».
Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Dipartimento di Agraria e sei birrifici isolani: Costa Ovest (S. Antioco), Luppolo & Birra (Guspini), Birrificio Nora (Oliena), Microbirrificio Lara (Tertenia), Birrificio P3 (Sassari), La Volpe e il Luppolo di Christian Frau (Simaxis) e l'Azienda Agricola di Michele Piras (Stintino).
L'appuntamento per martedì è doppio. La mattina il Dipartimento di Agraria ospiterà un corso di formazione per produttori e studenti su lieviti e orzo locali, protocolli per una trasformazione sostenibile e comunicazione. La sera presentazione dei risultati e del sito www.microbeer.it in piazza Santa Caterina. Al termine, degustazione guidata delle InnovoBirre.
Giampiero Marras
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Il “nero” vale 350 milioni
Sommerso e abusivi, gli albergatori aspettano la legge
 
«Uno dei problemi più urgenti da risolvere? Il sommerso», sottolinea Alessandro Alfonso, operatore del turismo, ad del portale sardegne.com. «Si è creata una concorrenza sleale nei confronti di chi paga tasse, dipendenti, contributi, si trova nelle condizioni di dover scaricare questi costi sul prezzo delle camere e rischia di rimanere fuori dal mercato».
Secondo il Crenos, 2 presenze su 3 non esistono. Il 65% del sistema dell'accoglienza sfugge a ogni controllo. Il valore del “nero” nell'Isola, soltanto per i servizi ricettivi, si aggira intorno ai 350 milioni di euro. Una cifra pari al 32% della spesa complessiva e all'1,4% del valore aggiunto regionale. Le stime le hanno fatte Federalberghi, Faita, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, che hanno creato una Commissione bilaterale regionale per il contrasto all'abusivismo e all'illegalità nel settore turistico ricettivo e chiesto alla Regione una legge urgente per combattere il fenomeno.
«Quando abbiamo visto la bozza della nuova legge sul turismo, si andava verso la direzione giusta», spiega Paolo Manca, presidente di Federalberghi, «poi a giugno il presidente Pigliaru ha assicurato che entro l'estate il provvedimento sarebbe stato pronto. Ma ancora non esiste». Dall'assessorato al Turismo fanno sapere che ci stanno lavorando, «siamo a buon punto». Sui tempi meglio non sbilanciarsi.
In Sardegna le strutture alberghiere registrate sono 913, i campeggi-villaggi 200, i posti letto rispettivamente 107.262 e 475 mila. Complessivamente il comparto dà circa 35 mila buste paga.
Federalberghi e sindacati chiedono che tutti i contratti di locazione di immobili, anche con finalità turistiche siano soggetti a registrazione e che l'obbligo di comunicare all'Autorità di pubblica sicurezza le generalità delle persone ospitate si applichi a tutti. Inoltre, per accedere alla deducibilità dell'imponibile Irap del costo del lavoro, si chiede che il beneficio venga riconosciuto unicamente ai datori di lavoro che applicano integralmente i contratti collettivi di lavoro. (cr. co.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 15
Progetto dell’Università di Sassari per nuove attività
L’isola è la prima regione d’Italia per il consumo
«Microbee(R)», la birra artigianale diventa un business
di Antonio Meloni
 
SASSARI Bionda, artigianale e rigorosamente sarda, la produzione di birra nell’isola può diventare un business. Lo sostiene, dati alla mano, un team di specialisti dell’università di Sassari che nei prossimi giorni presenterà i risultati della ricerca “Microbee(R)”, condotta con l’intento di incentivare la produzione di birre artigianali utilizzando materie prime tutte sarde. L’evento, in programma il 22 settembre nel dipartimento di Agraria, è stato presentato ieri a Sassari, nella veranda della birreria IBeer, dai ricercatori Marilena Budroni, Giacomo Zara e Virgilio Balmas.
L’obiettivo è quello di rivitalizzare la filiera dei cereali puntando su territori naturalmente vocati come la Nurra, l’Anglona, il Sinis e la Marmilla. Per capire il potenziale giro d’affari basta ragionare su alcuni dati: con i suoi sessanta litri pro capite, la Sardegna è la prima regione d’Italia, sesta in Europa, per consumo di birra. Attualmente sono attivi 25 micro birrifici artigianali che impiegano un centinaio di addetti. Producono una birra speciale che mantiene intatti i caratteri più tipici perché non è filtrata né pastorizzata e neanche stabilizzata, fasi a cui, invece, sono sottoposte le birre industriali.
Una realtà destinata a crescere nel breve e medio periodo a maggior ragione se al dato economico si affianca quello scientifico. I ricercatori dell’università di Sassari, hanno infatti rilevato che i cereali prodotti in Sardegna non solo sono di ottima qualità, ma sono esenti anche da microorganismi responsabili della produzione di tossine. L’università di Sassari sosterrà con forza il progetto prova ne sia la campagna di comunicazione appena avviata e l’investimento di centomila euro che si spera possano crescere ancora.
«L’obiettivo – ha spiegato Marilena Budroni, che con i colleghi Zara a Balmas coordina la ricerca – è quello di riuscire a confezionare una birra tutta sarda impiegando orzo, luppolo, lieviti prodotti nell’isola e in questa direzione deve andare anche l’attività di trasferimento tecnologico verso i produttori». Attualmente sono sei i micro birrifici artigianali che collaborano al progetto, da nord a sud: Costa Ovest (Sant’Antioco); Luppolo & Birra (Guspini); Birrificio Nora (Oliena); Microbirrificio Lara (Tertenia); Birrificio P3 (Sassari); La volpe e il Luppolo di Christian Frau (Simaxis) e l’Azienda agricola di Michele Piras (Pozzo San Nicola - Stintino). L’evento di martedì 22 settembre è ripartito in due momenti: la mattina, con inizio alle 10, nel dipartimento di agraria, saranno presentati i risultati della ricerca durante un momento formativo rivolto ai produttori.
Dopo i saluti del direttore Antonello Pazzona sono previsti interventi di Antonio Demelas (La coltivazione dell’orzo); Virgilio Balmas (Il rischio delle microtossine nelle materie prime); Marilena Budroni (Lo starter delle fermentazioni birrarie, la scelta del ceppo, il suo utilizzo); Giacomo Zara (Il lievito e la produzione di aromi); Annalisa Coi (Le contaminazioni microbiche in birrificio) e Andrea Grimaldi (Effetti del trasferimento tecnologico sulle aziende partner). Di pomeriggio, a partire dalle 18.30, in piazza Santa Caterina,, ancora interventi programmati e degustazioni con chiusura musicale in compagnia dei Dislocation Blues.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
Natale in bici sulle vie dell’Università
Il sindaco descrive gli otto chilometri di piste ciclabili che a dicembre collegheranno le zone strategiche per l’Ateneo
di Antonio Meloni
 
SASSARI Al di là della novità importante ciò che colpisce sono i tempi da record, tenuto conto che entro Natale il centro sarà attraversato dalla prima pista ciclabile della storia di Sassari. Scadenza dettata in parte dall’Europa, ma anche dalla necessità di consegnare una struttura che la città attende da tempo. Il sindaco Nicola Sanna lo ha rimarcato più volte, giovedì sera, nell’ex Infermeria di San Pietro, aprendo l’affollato incontro promosso per presentare il progetto pensato soprattutto per le esigenze di mobilità degli studenti universitari. Che i tempi siano maturi lo dice una serie di indicatori, non solo l’incremento delle vendite di biciclette e l’apertura di negozi specializzati (più che raddoppiati nel giro di pochi anni), ma anche il varo della Ztl e più in generale la voglia di riappropriarsi di spazi per troppo tempo occupati dalle macchine. Tutto questo, guarda caso, si discute durante la settimana europea della mobilità sostenibile, evento annuale promosso con l’intento di studiare nuove forme di trasporto in sintonia con l’ambiente e il risparmio energetico. Perché non va dimenticato che le “Vie dell’Università”, il nome dato alla pista ciclabile, nasce con l’obiettivo di migliorare gli spostamenti delle centinaia di studenti universitari che da novembre a maggio, ogni giorno, si muovono da un punto all’altro della città. Un anello di otto chilometri tracciato seguendo un percorso che da via Duca degli Abruzzi a Monserrato, passando per corso Margherita di Savoia e viale Italia, tocca dipartimenti e istituti che disegnano la mappa della cittadella universitaria. Nel ragionamento, però, sono compresi anche i cittadini che desiderano usare mezzi alternativi e al riguardo il progetto prevede punti di interscambio, vicini ai parcheggi interrati, che consentiranno di arrivare in macchina, noleggiare una bici e proseguire a pedali. La gara per la gestione di questi bike sharing sarà bandita a dicembre in modo da arrivare a regime quanto prima, forse già dalla prossima primavera. Intanto i tre lotti del tracciato, come ha rimarcato l’assessore Luca Taras (Mobilità), «Sono già operativi e si prevede di rispettare i tempi senza intoppi». La pista ciclabile, naturalmente, sarà realizzata nel rispetto della normativa di settore, ma anche tenendo conto delle caratteristiche di una città in cui la presenza delle macchine nelle vie del centro è notevole. In alcuni casi la pista avrà una sede riservata che affiancherà i marciapiede, in altri sarà tracciata nella stessa sede stradale attraverso l’impiego di materiali come conglomerati bituminosi colorati o calcestruzzo architettonico e comunque compatibili con l’ambiente e l’urbanistica esistente. Poi dovrà essere dotata della segnaletica orizzontale e verticale comprese le lanterne dei semafori che avranno l’oblò luminoso con l’icona della bicicletta. Sassari sempre più europea, dunque, anche se la vera svolta arriverà solo con il cambio di mentalità. L’opinione comune, infatti, è che l’abitudine all’utilizzo della macchina, magari per fare le compere sotto casa, sia ancora troppo radicata, così come si dovrebbe sensibilizzare il cittadino al rispetto dei ciclisti. Sarà forse per questo che al di là dei tanti consensi, uno per tutti quello di Leonardo Marras, presidente dell’Atp, intervenuto all’incontro, non mancano i detrattori che avrebbero preferito una discussione più ampia. E’ il punto di vista di Alessandro Deledda, architetto, che ha fatto notare come su viale Italia avrebbe inserito qualche piazzola di sosta in concomitanza con le fermate dell’autobus e di fronte all’ospedale. La sensazione è che da qui a dicembre non mancheranno osservazioni e proposte. Il dibattito è aperto.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
Cesco Scanu guiderà l’Ordine dei medici
Dopo quindici anni di presidenza Agostino Sussarellu cede il testimone al collega ginecoloco
 
SASSARI Francesco Scanu, 58 anni, medico di base e specialista ginecologo, è il nuovo presidente dell'Ordine dei medici di Sassari, province Sassari e Olbia-Tempio; vice presidente è stato eletto Alessandro Arru. L'elezione di Scanu è avvenuta a maggioranza assoluta dopo le dimissioni presentate nei giorni scorsi da Agostino Sussarellu, presidente da 15 anni. «Dopo sei elezioni penso sia arrivato il momento di cedere il testimone, soprattutto dopo il mio incarico prolungato come commissario della Asl. Sono molto contento che il consiglio dell'Ordine abbia scelto Francesco Scanu, collega sempre presente in tante battaglie ordinistiche, e che in questi mesi ha svolto egregiamente le funzioni di presidente e di vicepresidente, e sono certo che potrà dare all'Ordine una guida sicura e competente. Un grande apprezzamento anche per la scelta del vice presidente, Alessandro Arru, anche lui da anni impegnato nell'Ordine» ha commentato il presidente uscente, Agostino Sussarellu. «Cercherò di assolvere a quest’incarico con le energie professionali e l’esperienza maturata in tutti questi anni: il mio sarà un percorso all’insegna della continuità, improntata nel segno della costanza programmatica di chi mi ha preceduto, e farò in modo che i collaboratori che mi affiancheranno possano svolgere i servizi d’istituto con il convincimento concreto che si tratta di un’esigenza e una finalità da condividere e praticare» ha affermato Francesco Scanu.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 34
Patrimonio, le giornate europee nell’Isola
Conferenze, spettacoli e visite guidate oggi e domani nei musei di Cagliari, Sassari e Porto Torres. Gli appuntamenti
 
SASSARI “L’alimentazione e la storia dell'Europa: identità culturali e alimentari alle radici dell'Europa”. È il tema prescelto questo anno per le Giornate Europee per il Patrimonio manifestazione promossa nel 1991 dal Consiglio d'Europa e dalla Commissione Europea, a cui ha dato la sua adesione anche il Mibact. Seguendo quel filo la Soprintendenza Archeologia della Sardegna ed il Polo Museale della Sardegna ha proposto una serie di iniziative in tutta la Regione. A Cagliari oggi alle 18, nel Museo archeologico isi terrà una visita guidata tematica dal titolo "Vini, cibarie e stoviglie in età romana". Carlo Tronchetti, prendendo spunto da alcuni reperti di età romana, condurrà i visitatori lungo un suggestivo viaggio fra le abitudini alimentari delle genti europee e mediterranee. Alle 19.30, "La musica: un comune linguaggio ante litteram" è il titolo del concerto delle arpiste Bianca Maria Nucita e Eleonora Congiu che accoglieranno i visitatori interpretando musiche di Mendelssohn, Chopin, Respighi ed altri. Si chiude alle 21,30 con la conferenza"Un'inaspettata Koinè in età preistorica" con Carlo Lugliè, docente di Paletnologia dell'Università di Cagliari che metterà in risalto l'inattesa comunanza di testimonianze culturali tra la Sardegna e il continente europeo già così indietro nel tempo. "Convivium. Arte e sapori al museo" è il biglietto di ingresso delle iniziative del Museo Nazionale Archeologico Etnografico “A. Sanna" di Sassari. Per l’occasione, in collaborazione con lo Sportello Linguistico Regionale di Sassari, i reperti saranno corredati da didascalie anche in lingua sarda. Questo pomeriggio e domani sarà possibile visitare il percorso archeologico ed etnografico "L'alimentazione nell'Antichità", con la degustazione di prodotti agroalimentari del territorio. Oggi il museo resterà aperto sino alle ore 24. Dal pomeriggio sono previste delle visite guidate. Alle 18 la Manuela Sanna dell’Ateneo sassarese terrà una relazione sulla filiera del pane mentre. Antonio Masia realizzerà una dimostrazione sulla lavorazione e decorazione del pane nella tradizione sarda. Domani invece alle 18 la compagnia Danza Estemporada presenterà lo spettacolo "Passaggio in terra". A Porto Torres, appuntamenti nell’Antiquarium Turritano e nell'Area Archeologica di Turris Libisonis. Stasera alle 21 nelle Terme Centrali Palazzo di Re Barbaro, va in scenalo spettacolo"La notte delle Vestali", con un monologo in quattro quadri dell'attrice Clara Farina, "Il dubbio di Flavia Publicia, Vestale Massima a Turris Libisonis", da un'idea di Paola Ruggeri e musiche originali di Roberto Desiato. Seguirà alle ore 22 lo spettacolo di danza "La Sacerdotessa", di Estemporada , coreografie di Livia Lepri. Domani visite guidate alle domus romanedell'area archeologica nei seguenti orari: 9.30, 11, 12.30, 15, 16.30, 18. Un’interessante visita tematica oggi dalle 15 alle 19 e domani dalle 9 alle 13 si terrà nel Laboratorio di Archeologia Urbana in piazza Sant'Agostino a Sassari. "Cucina e mensa nella Sassari medievale: oggetti e resti di pasto dagli scavi urbani" questo il titolo dell’iniziativa che si terrà presso la sede del Laboratorio di Archeologia Urbana. I visitatori, attraverso i manufatti e i resti di pasto provenienti dagli scavi archeologici cittadini, saranno guidati alla scoperta della cucina e delle abitudini alimentari della Sassari del 1300. Sempre a Sassari nel centro di Conservazione e Restauro dei Beni Culturali si terranno delle visite guidate presso il Centro di Conservazione e restauro. Gli appuntamenti sono previsti per questo pomeriggio a partire dalle ore 16 e fino alle ore 20. Domani invece le visite saranno programmate a partire dalle 9 alle 13. Ingresso gratuito.Le visite guidate da parte degli operatori del centro illustreranno le attività svolte nei laboratori dove si opera con strumentazioni di avanguardia per il restauro di materiali provenienti da scavi terrestri o subacquei, da ritrovamenti casuali, oppure conservati nei musei e nelle collezioni private, nonché le attività dei settori della diagnostica e della documentazione che accompagnano tutte le fasi di intervento con l'acquisizione di dati utili per la conservazione e per la ricerca nel campo dell'archeometria.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 34
L’insostenibile ricordo di Auschwitz
Un saggio sulla memoria dell’Olocausto e la lotta al negazionismo
 
SASSARI È il titolo di punta del catalogo 2015 di Diogene Multimedia, casa editrice bolognese specializzata nel campo della ricerca e pubblicistica filosofica. Si tratta di "Auschwitz e la filosofia. Una questione aperta" (pp. 172, € 12), l'ultimo lavoro di Giuseppe Pulina, docente di filosofia al Liceo "Dettori" e di Antropologia filosofica all'Euromediterraneo di Tempio. Accolto con interesse dal mondo culturale ebraico e da quanti, come Pulina, combattono, nel campo della ricerca storica e filosofica, le più recenti tendenze del negazionismo, il libro affronta una delle questioni capitali del dibattito culturale degli ultimi decenni: Auschwitz e la memoria dell'orrore delle camere a gas. Un compito che viene assolto attraverso il ricorso ad una miriade di fonti e l'esplicitazione di una tesi che si fa sempre più nitida di pagina in pagina che vede in Auschwitz uno dei paradigmi della nostra inquieta contemporaneità. Per Pulina, però, Auschwitz non è solo un evento, il più tragico, se si vuole, dell'intero '900, e non è neanche una questione di cifre e nemmeno rappresenta il culmine, il punto oltre il quale sarà impossibile procedere. Per l’autore significa che il compito di noi contemporanei non è un'operazione di censimento del dolore, tant'è che Pulina fa di Auschwitz e dei valori simbolici che incarna, l'abominio metafisico per eccellenza. Lo spettro di Auschwitz e la sua venefica aura di morte e violenza, secondo quanto ha sostenuto Bauman in "Modernità e olocausto", incomberebbero ancora, sempre più gravi e impalpabili, sui nostri tempi. Auschwitz contraddice la classica convinzione del senso comune che vuole che quando si è toccato il fondo ci si possa consolare grazie alla consapevolezza che non si potrà sprofondare ancora e che la discesa agli inferi è ormai giunta al capolinea. È giusto allora far presente che gli europei degli anni '30 pensavano che un evento come Auschwitz potesse davvero materializzarsi, e questo significa che l'impensabile è pur sempre possibile. Proprio l'enormità dell'accaduto - ricorda Pulina - complica d'altronde il ricordo di Auschwitz. La rimozione della tragedia avrebbe subito le forme più diverse, rendendo a volte fiacco e ripetitivo il rituale della memoria.Non a caso, "Auschwitz e la filosofia" è un saggio che non solo interpella la memoria, ma, scavando nei termini della questione, s'interroga sulla stessa memoria, sui suoi cedimenti e sulla sua forse logorata capacità di contenere eventi che ne valicano e prevaricano gli argini. «La memoria fonda l'identità; è potere (lo hanno pensato filosofi appartenenti ad epoche diverse)è storia e tradizione; per Platone, è addirittura la via d'accesso alla verità. Ecco perché non può esserci banco di prova più attendibile dell'insostenibile ricordo di Auschwitz.
 

 

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