Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 October 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Altri volantini vicino alla sede di Sardegna ricerche, socia del Distretto aerospaziale
DASS, NUOVE MINACCE A CAO
Clima di grande tensione nel blocco di Ingegneria chimica
Rimossi in fretta i manifesti, nella facoltà di Ingegneria si respira il clima di una normale giornata di studi. Ma la tensione, anche se nascosta, rimane. Venerdì un gruppo di contestatori, con un'incursione, ha tappezzato i dipartimenti con volantini che accusano il docente Giacomo Cao, presidente del Dass (Distretto aerospaziale sardo), di fiancheggiare l'industria bellica in Sardegna. Ieri la nuova denuncia: fogli con le stesse accuse, ieri pomeriggio, sono stati segnalati da Cao vicino alla sede di Sardegna Ricerche, socia del distretto. Il professore ha inviato una mail per informare anche il Rettore.
Ieri mattina gli studenti, almeno quelli che erano a conoscenza dell'accaduto, liquidavano il blitz con un «Ah sì, mi hanno detto. Ma chissà se è vero». Maggiore consapevolezza al secondo piano del blocco che ospita Ingegneria chimica, il dipartimento di Cao. Muoversi all'interno non è facile. Le scale sono accessibili a tutti ma per arrivare nelle stanze è necessario strisciare un badge. Le porte sono chiuse dall'interno.
Eppure qualche giorno fa il gruppo di una ventina di ragazzi non ha avuto grandi difficoltà a intrufolarsi all'interno a affiggere i manifesti: fogli A4 con una foto del professore e un lungo testo di accompagnamento. Il contenuto, in sintesi: attraverso il distretto aerospaziale Cao sarebbe colpevole di agevolare le industrie belliche nelle loro attività di sperimentazione in Sardegna. Lui ha già risposto: nessuna ricerca legata alla guerra. E ieri mattina, in un momento libero, ha ribadito il concetto. Ha concesso due chiacchiere, in corridoio: «Non c'è molto da aggiungere. Proseguo nel mio lavoro, con serenità». Anche se non sembra il ritratto della tranquillità: non dice se ha presentato una denuncia, preferisce non dare risposte quando gli si chiede se ha avuto contatti con la Digos. Il testo del volantino ricalca gli slogan dei manifestanti che domenica hanno sfilato per alcune strade della città contro la Trident Juncture, la gigantesca esercitazione che la Nato sta preparando tra il poligono di Teulada e la Spagna: un corteo che, dopo essersi lasciato alle spalle muri imbrattati di vernice, si è scontrato con gli scudi delle forze dell'ordine, che hanno caricato. Ma Cao non vuole parlare di eventuali collegamenti: «Spero sia stata una ragazzata».
Venerdì mattina lui non c'era. Chi ha assistito dice che i ragazzi erano tanti, una ventina. Non hanno parlato, ma solo attaccato dappertutto i manifesti. La porta a vetri che dà sulla stanza di Cao è stata coperta. Come sono entrati, se gli ingressi sono chiusi dall'interno? «Forse sono passati dalla biblioteca». Incursione in stile anni '70, reazione da nuovo millennio. La solidarietà arriva su internet. L'ex governatore Ugo Cappellacci scrive che «il distretto aerospaziale è una delle sfide più importanti ed ambiziose che abbiamo avviato per la nostra isola, chi lo contesta non sa neppure di cosa parla. Sono vicino al professor Cao, al quale esprimo la mia piena solidarietà per le minacce ricevute da quattro balordi».
Enrico Fresu

Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Controlli a distanza delle forze dell'ordine
Una sorveglianza discreta ma puntuale. Non una scorta vera e propria, con mezzi blindati e angeli custodi armati pronti a intervenire in caso di necessità: solo, per così dire, un pattugliamento intorno ai luoghi frequentati dal professore Giacomo Cao e un occhio attento a tutto ciò che dovesse apparire sospetto. È la “misura di prevenzione” ritenuta necessaria dopo le velate minacce rivolte al docente universitario e presidente del “Dass”, il distretto aerospaziale sardo, attraverso i tanti manifesti affissi alcuni giorni fa alle pareti della facoltà di Ingegneria. La decisione è stata presa su proposta del prefetto dopo la riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia e dopo aver sentito, in precedenza, il rettore Maria Del Zompo e lo stesso Cao. Non sarebbero presenti rischi attuali particolarmente elevati, quindi si è ritenuto opportuno disporre una misura di prevenzione non “invasiva”. Sempre che in futuro la situazione non peggiori.
 
 
 
 


2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 ottobre 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Il respiro di un capoluogo da amare
La manifestazione del FAI “Ricordiamoci di salvare l'Italia“, domenica 18 a Cagliari si chiamerà “I luoghi dei saperi e della cultura”, perché la comunità affolli i luoghi in cui si trasmette la conoscenza. Sono meraviglie architettoniche che Cagliari costruì perché studiare fosse gioia per il cuore, la mente, gli occhi e perché le classi dirigenti crescessero con il senso dei luoghi. Si pensi al Rettorato di Saverio Belgrano quando Carlo Emanuele III rifondando l'Università la dotò di un imponente edificio sul Balice, con una vista che innamora. La facciata su via Università conserva ampie finestre e due portali monumentali. Da quello del Rettorato si accede ad un atrio con fascinose statue. Da quello dell'ex Seminario Tridentino nella Cappella affrescata e nelle sale della Collezione Piloni in cui fanno bella mostra le vedute di Philippine della Marmora, ma anche illustri pittori, arazzi, tappeti, e gioielli sardi, e al primo piano l'irripetibile Sala Settecentesca. Denso di memoria il vicino Caseggiato di Santa Caterina, dal 1641 monastero e dal 1908 scuola elementare. I sardi del futuro dalle mille provenienze hanno il privilegio, come le antiche monache, della veduta della città d'acqua in cui mare e lagune si abbracciano. Appena più in là l'ex Collegio dei Gesuiti in Via Corte d'Appello dal 1941 sede universitaria che non dimentica i Gesuiti nel portale barocco, i prestigiosi riferimenti torinesi, le pitture novecentesche nell'Aula Magna. L'Orto Botanico trasuda molte suggestioni: dalla rivolta di Palabanda del 1812 alla visionarietà botanica di Patrizio Gennari e di Eva Mameli all'Anfiteatro umiliato. Infine le collezioni naturalistica e mineralogica in Via Trentino. Sono il respiro profondo della Sardegna che chiede di essere amata.
Maria Antonietta Mongiu
 
 
 
 
 


3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 ottobre 2015 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Il monitoraggio della Regione è fermo a un anno fa, ma dovrebbe essere semestrale
LA CROCE DELLE LISTE D'ATTESA
Due mesi per una visita cardiologica, tre per una oculistica
Quando mi può fissare un appuntamento per una visita dermatologica? «Prima dell'anno prossimo è impossibile. Ma se è urgente può andare nello studio privato della dottoressa, ecco il numero». E a quel numero, una segretaria molto cortese chiede: «Le va bene domani? Porti i soldi in contanti, sono 122 euro». Il lusso di un controllo per direttissima, mentre nella Sanità pubblica uno dei più importanti diritti del cittadino - l'attesa breve e trasparente - viene calpestato ogni giorno senza pudore.
Per un'ecografia della mammella, in Sardegna bisogna avere pazienza (diciamo così) anche 9 mesi (la media è 3), per un elettrocardiogramma la media si aggira intorno al mese e mezzo, stesso discorso per una visita cardiologica. I tempi medi dati dalla Regione (gli ultimi disponibili) sono, ad esempio, di 113 giorni per una Risonanza magnetica al cervello e al tronco encefalico, di 119 giorni per una colonscopia senza screening, di 61 per una visita neurologica, di 145 per una mammografia, di 140 per una sigmoidoscopia, di 105 per una visita oculistica, di 61 per una neurologica.
Ma oltre alle prenotazioni a lunga scadenza, c'è pure un altro aspetto preoccupante e molto fastidioso: i dati sulle liste sono una vera e propria giungla. E per recuperarli bisogna frugare nei siti delle Asl: di evidenziarli, almeno sulla home page, non se ne parla. Ma ogni Asl segue una propria strada, sia sugli aggiornamenti che sul modo di pubblicarli.
L'assessorato regionale alla Sanità, guidato da Luigi Arru (ma ci hanno messo mano anche gli assessori precedenti) ha avviato un sacrosanto monitoraggio dei tempi di attesa di 43 prestazioni nelle 8 Asl dell'Isola, nelle due Aziende ospedaliere universitarie e al Brotzu. Un'operazione necessaria, imposta dal ministero e fissata chiaramente anche nel Piano regionale di governo delle liste d'attesa. «Il monitoraggio», sottolinea il sito istituzionale, «ha cadenza semestrale, nei mesi di aprile e di ottobre». Ora, si conoscono i numeri relativi a ottobre 2014, mentre quelli dello scorso aprile no. Su precisa richiesta, dall'assessorato fanno sapere «che il monitoraggio relativo ad aprile 2015 verrà reso noto a giorni». Sembra che stiano elaborando la grande quantità di informazioni, e che il Cup on line (cioè la prenotazione fatta via Internet anziché al telefono) stia creando problemi sulla “sintesi”. A gennaio, Arru aveva presentato l'importante novità, spiegando che «il messaggio politico che vuole dare la Giunta con l'attivazione di questo sistema è che d'ora in poi nessun sardo si sentirà dire non c'è posto per visite specialistiche nelle Asl dell'Isola». Inoltre: «Vogliamo far funzionare un sistema integrato sull'intero territorio regionale, migliorandolo, man mano che registriamo qualche criticità. I tempi d'attesa? La Sardegna deve entrare negli standard dei Lea (livelli essenziali di assistenza) nazionali: questo è il mio impegno preciso».
Purtroppo il monitoraggio ha subito rallentato parecchio. Ma le Asl, più o meno, si sono comunque portate avanti col lavoro. Quasi tutte - andandoli a scovare - hanno le liste aggiornate all'estate scorsa, alcune anche a settembre. Maglia nera al Brotzu: sul sito dell'ospedale d'eccellenza non c'è traccia di tempi d'attesa per i pazienti, e anche quelli forniti dalla Regione nella tabella dello scorso ottobre sono pochini pochini, 18 su 43.
Cristina Cossu
 
 


4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 ottobre 2015 / Provincia di Oristano (Pagina 31 - Edizione CA)
Terralba
Protezione civile, i volontari scendono in piazza
L'Anpas, il Comune di Terralba e l'associazione Livas (responsabile della protezione civile nella cittadina) hanno aderito alla campagna di comunicazione nazionale sui rischi naturali. E così sabato e domenica sistemeranno un punto informativo, “Io non rischio”, in piazza Cattedrale. «Nell'occasione si incontrerà la comunità e verrà consegnato materiale informativo per rispondere alla domanda su cosa ciascuno di noi può fare per ridurre il rischio alluvione - sottolinea il sindaco Pietro Paolo Piras - Nel week-end più di 4.000 volontari di protezione civile allestiranno punti informativi “Io non rischio” in circa 430 piazze distribuite su tutto il territorio nazionale, fra cui Terralba, per diffondere la cultura della prevenzione e sensibilizzare i propri concittadini sul rischio sismico, sul rischio alluvione e sul maremoto». La campagna è promossa dal dipartimento della Protezione civile con l'associazione nazionale pubbliche assistenze, l'Istituto nazionale geofisica e vulcanologia e la Rete laboratori universitari ingegneria sismica.
Antonello Loi
 
 
 


5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 ottobre 2015 / Provincia di Oristano (Pagina 31 - Edizione CA)
Medici a confronto
Si parlerà di teleradiologia, sovradiagnosi e assicurazione in radiologia al corso in programma venerdì nella sede dell'Ascom Fidi in via Mele. Sono previste 9 ore formative, per iscriversi è necessario compilare la scheda di iscrizione sul sito www.metasardinia.it. Il corso è organizzato dalla Asl 5 con l'università di Sassari e quella di Genova. (v. p.)
 


 


6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 ottobre 2015 / Cronaca di Nuoro (Pagina 34 - Edizione CA)
Seminario sugli usi civici
Il centro studi della Sardegna sulle Terre civiche, costituito nella sede di Nuoro del dipartimento di Agraria dell'ateneo di Sassari, organizza, con la federazione regionale dell'Ordine dei dottori agronomi e forestali, il seminario di studio “Le terre civiche della Sardegna per la valorizzazione delle zone interne”. Appuntamento domani e venerdì dalle 9.30 nell'Istituto superiore regionale etnografico. Intervengono molti esperti: Pietro Nervi, Fabrizio Marinelli, Vincenzo Cerulli Irelli, Antonello Mattone, Alberto Merler, Francesco Nuvoli, Michelina Masia, Stefano Usai, Athena Lorizio e Cristina Ornano commissario agli usi civici della Sardegna. Ci sarà anche Elisabetta Falchi, assessore regionale all'Agricoltura.
 
 



LA NUOVA SARDEGNA
 
 
7 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 14 ottobre 2015 / Cultura e spettacoli - Pagina 33
ECONOMIA E SOCIETÀ
Il convegno nazionale dell’Associazione dei sociologi italiani domani a Cagliari
Intervista con Gianfranco Bottazzi
di Giacomo Mameli
Capitalismo mediterraneo? «Il capitalismo è uno solo. Ma può assumere tratti differenti nei diversi Paesi in considerazione della storia e delle istituzioni sociali. Oggi abbiamo i cosiddetti working poors, i poveri malgrado il lavoro», dice Gianfranco Bottazzi, coordinatore dell'Associazione sociologi italiani. Differenze al centro del convegno di sociologi da domani a Cagliari nella facoltà di viale Fra Ignazio. Aggiunge Bottazzi: «Dagli anni Settanta erano evidenti le differenze tra il modello tedesco, francese, americano ed emergevano le peculiarità di quello italiano: maggiore o minore presenza dello Stato come attore economico, le relazioni industriali e il mercato del lavoro, il maggiore o minore decentramento amministrativo, eccetera. Il capitalismo cosiddetto “mediterraneo” è stato costruito tardi e in maniera atipica, lasciando molte incombenze a un’istituzione come la famiglia, alla quale è stato affidato un ruolo di supplenza degli ammortizzatori sociali». La famiglia-tampone, regolatrice di conflitti? «Le scarse provvidenze per i disoccupati o per coloro che perdono il lavoro sono compensate da un reddito familiare che viene aiutato da trasferimenti pensionistici relativamente generosi. La crisi finanziaria e la gestione neo-liberista hanno messo in difficoltà questi modelli. La finanziarizzazione dell’economia e il deficit dei bilanci pubblici hanno sottratto sempre più risorse per lo sviluppo produttivo, determinando un’elevata disoccupazione, tagli al già limitato Stato sociale, declino dei ceti medi, conseguente aumento delle diseguaglianze e crescita della povertà. Sono gli working poors, hanno il lavoro ma vivono male». Parlate di Europa del Sud: ufficializzate la presenza di due Europe? «La crisi finanziaria mondiale del 2007-2008 ha fatto emergere le differenze con l’esistenza di notevoli difficoltà di alcuni Paesi, che portarono la stampa britannica a coniare l’acronimo Pigs (“maiali” in inglese) che metteva assieme Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna, per poi diventare Piigs, includendo l’Italia. Si trattava del riemergere di mai sopiti stereotipi, abbastanza tipici della boria tutta inglese di dare lezioni e pagelle sempre e comunque a tutti. Ma ha intercettato sentimenti diffusi nell’Europa centro-settentrionale. Fermo restando che tutti i Paesi europei sono capitalistici, la ricerca ha da tempo colto alcune peculiarità dei Paesi del Sud Europa. Italia, Grecia, Spagna e Portogallo sono accomunate dal ritardo e dalle peculiarità del processo di industrializzazione e della regolazione sociale che ha accompagnato la modernizzazione capitalistica. All’espansione dei consumi privati va aggiunta una complessiva debolezza del welfare state che ha lasciato alla famiglia il ruolo di supplenza già descritto. La crisi del 2008, con l’esplosione del debito pubblico, ha accentuato debolezze e difficoltà. La Grecia è il caso limite, ma appare una finanza pubblica piuttosto “allegra”, che ha finanziato i consumi privati al di là della efficienza dell’apparato produttivo. Questo viene rimproverato dagli Europei del Nord, non senza inaccettabili sfumature razziste». Nell'Europa del Sud c'è la Francia? «Attraversa una fase di grande fragilità, ma non credo possa essere accomunata ai Paesi sud-europei. Non è in sostanza una questione di serie A e di serie B. Ciò che rende simile la condizione di Paesi come Portogallo, Spagna, Italia e Grecia è una debolezza delle istituzioni sociali che regolano il capitalismo, dando luogo a una variante che vede una rilevante presenza di imprese piccole e piccolissime, una forte diffusione del lavoro autonomo, una consistente quota di economia sommersa e, in proporzione differente, di evasione fiscale. Nonostante la Francia viva una seria crisi, mancano gli altri tratti che possono farla avvicinare al quartetto mediterraneo. In Francia lo Stato c'è. Da noi no». Nuove disuguaglianze: le vecchie rimangono, le nuove si ampliano. «Se misuriamo le disuguaglianze nella distribuzione del reddito Italia, Grecia, Spagna e Portogallo mostrano una disuguaglianza maggiore rispetto a Francia e Germania. Tali disuguaglianze, in forte crescita con le politiche pubbliche neo-liberiste dagli anni Ottanta, sono aumentate nel corso della crisi, come dimostra l’Ocse. Oggi la società ha una ristretta “élite globale” di super ricchi e uno strato di proficians, come li chiama Guy Standing, che riescono a ricavarsi soddisfacenti nicchie di reddito e di sicurezza. Ma esiste un nucleo di occupati sempre più a rischio di espulsione, mal pagati e insicuri, e soprattutto una massa crescente di precari, inoccupati cronici o sotto occupati. In tutta Europa sono cresciuti i Neet, i giovani con meno di venticinque anni che non lavorano né studiano. Sono il 12 per cento in media nell’Unione Europea, ma il 22 in Italia, il 19 in Grecia, il 18 in Spagna, il 14 per cento in Portogallo». E in Sardegna il 28 per cento. «Cifra esatta. E non vedo semafori verdi». Crede sia scomparsa la sinistra? Il Labour di Jeremy Corbyn può ribaltare lo status quo? «Non credo che la sinistra sia scomparsa, ma certamente è debole, lacerata – come sempre nella sua storia – da conflitti interni e sterili rivalità. Non è stata in grado di comprendere le grandi trasformazioni e di resistere e rispondere alla egemonia del pensiero neo-liberista». Segni di reazione? «C'è il caso della Grecia con Tzipras, della Spagna con Podemos e appunto della Gran Bretagna con Corbyn. Ma il caso di Tzipras mostra tutte le contraddizioni di un’analisi della realtà un po’ datata, che continua a interpretare il mondo con categorie zombie, come sosteneva Ulrich Beck, categorie morte che non servono più. Di fronte all’attacco mercatista, a una politica dell’Unione europea che è ridotta soltanto alla preoccupazione ragionieristica di tenere sotto controllo i conti pubblici (per la quale pagano sempre i soliti) la sinistra si è impegnata a difendere l’esistente, con ciò alienandosi il suffragio di ampie fette del suo tradizionale elettorato, conquistato dalla destra populista. C’è un grande bisogno di giustizia sociale, di maggiore libertà che non sia solo quella di scegliere il canale tv. C’è da sperare che i tanti saggi dedicati alle nequizie del capitalismo neo-liberista siano letti e studiati con più impegno».
 
Un nuovo orizzonte oltre i dogmi del pensiero neoliberista
I sociologi italiani aderenti all'Ais (Associazione italiana di Sociologia) e alla sezione Elo (Economia lavoro e organizzazione) si riuniranno a Cagliari nel Dipartimento di scienze sociali e delle istituzioni (Dissi) da giovedì 15 ottobre a sabato 17. L'Ais-Elo ha come coordinatore Gianfranco Bottazzi, Cecilia Novelli è direttore del Dissi. Cinque le tavole rotonde con molti ospiti europei. Tema principale del convegno: “Europa del Sud, la regolazione sociale dell’economia nel capitalismo mediterraneo”. I lavori saranno aperti giovedì 15 alle 14 dal rettore di Cagliari Maria Del Zompo. Il primo dibattito ha per tema “La crisi e il capitalismo mediterraneo”. Ne parlano Marino Regini (Università di Milano) con Lucio Baccaro (Ginevra), Hermes Augusto Costa (Coimbra), Manos Matsaganis (Atene) e Fausto Miguelez (Barcellona). Dalle 17,40 dibattito su “Modelli di regolazione e territori”. Venerdì 16 ottobre alle 9, in aula Arcari, “Aspetti della regolazione” con Emanuele Pavolini (Macerata), Ivana Fellini (Milano Bicocca), Franco Ramella e Davide Donatiello (Torino), Maurizio Ambrosini (Milano) e Antonello Podda (Cagliari). Alle 11,30 “Mercato del lavoro tra generi e generazioni”. Nel pomeriggio dibattito su “Nuove uguaglianze, nuove solidarietà”. Partecipazione gratuita per gli studenti.

 
8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 14 ottobre 2015 / Economia Sardegna - Pagina 15
Confronto tra le regioni d’Europa, la Sardegna illustra i risultati: minori consumi di olio combustibile per 44mila tonnellate
ISOLA AL TOP NEL RISPARMIO ENERGETICO
di Umberto Aime
INVIATO A BRUXELLES Nel suo piccolo la Sardegna ha fatto molto per l’energia sostenibile. Ha tirato giù i vecchi lampioni in 280 Comuni su 377, l’80 per cento, per sostituirli con i led, che consumano meno e fanno più luce. Ci sono voluti quasi sei anni e un bel po’ di finanziamenti europei, oltre 120 milioni, ma ora è all’avanguardia in Europa. Tanto da essere celebrata anche dall’astronauta Samantha Cristoforetti, con una foto dallo spazio e questa stellare didascalia: «Siete una delle regioni meno calde dell’Italia», dove il caldo non è misurato in gradi Celsius, ma nel minore inquinamento luminoso. Bene, all’Open Day di Bruxelles – è il confronto annuale fra le Regioni d’Europa – la Sardegna ha fatto la sua bella figura proprio grazie a quei «lampioni sostenibili». Non ha sfigurato certo, anzi, in un mondo che sull’energia verde investe milioni, fa ricerca ed educa la gente al rispetto. L’exploit isolano è stato, quando Gianluca Cocco, direttore del servizio della Regione per la «Sostenibilità ambientale», ha detto: «Con il progetto led fra illuminazione pubblica, scuole e uffici pubblici meno spreconi, la Sardegna ha risparmiato quasi 44mila tonnellate di olio combustibile in un anno». Cioè: ha prodotto ed emesso meno anidride carbonica nell’aria, contribuito a ridurre il buco dell’ozono e dato una mano a salvare il pianeta. È quello che l’Europa vuole e sostiene da tempo, anche se poi si infila in troppe contraddizioni come lo sono le centrali nucleari e quelle a carbone. Anche la Sardegna, si sa, soffre di bipolarismo energetico, da una parte sponsorizza l’eolico e ogni altra «fonte alternativa», però dal’altra pensa ancora al «fuoco delle caldaie» seppure di ultima generazione nel Sulcis. Bisogna farsene una ragione, potrebbe essere la risposta in attesa che arrivi il benedetto e poco costoso metano e diminuisca la dipendenza dal petrolio. Nel frattempo l’amministrazione pubblica farebbe bene a coccolarsi progetti eccellenti e premiati come quello dei lampioni, oppure l’innovativo «comprare verde» nelle forniture degli uffici pubblici. È un altro successo del «Servizio sostenibilità»: la Regione ha ridotto del 70 per cento l’acquisto e il consumo di carta, il toner per le stampanti è solo riciclato e in altri appalti è riuscita a introdurre la clausola ambientale. Questa: «Più fai del bene alla terra, meglio staremo tutti». Applicata quest’anno dall’accoppiata Ersu-Università di Cagliari, che con il servizio mensa biologico e una bassa produzione di rifiuti, venerdì a Roma ha vinto un prestigioso premio per la “migliore politica ambientale” in Italia. Sono soddisfazioni e alla platea europea Gianluca Cocco le ha presentate con orgoglio e passione, poi sottolineate dagli esperti con un gratificante applauso. «La strada da fare – ha detto Cocco – è ancora lunga e soprattutto dobbiamo rafforzare la cultura del risparmio energetico non solo nella pubblica amministrazione ma fra famiglie e imprese. Siamo all’inizio di un percorso virtuoso e se arriveranno, come speriamo, altri finanziamenti potremmo fare un secondo importante scatto in avanti». Gli scossoni ci sono stati e hanno portato «frutti importanti», è stato il commento del governatore Francesco Pigliaru, in platea alla convention organizzata dall’Ufficio della Regione a Bruxelles. Le «buone pratiche» sono state una calamita e nel nuovo Piano energetico della Sardegna c’è molto più spazio per l’autoproduzione di energia elettrica. Ecco la novità: i consumatori pubblici o privati sono destinati a trasformarsi anche in produttori e venditori di elettricità, secondo la volontà di chi invoca a pieni polmoni il «pulito è sostenibile». Oggi di questo il presidente parlerà nei due workshop sull’ambiente nella seduta plenaria del Comitato delle Regioni. Descriverà anche lui i primati, dirà che quel «pensare, fare e comprare verde» non è un prodotto di nicchia. Può essere esportato. anche all’assemblea mondiale sull’energia, a Parigi alla fine di novembre, erede del trattato di Kyoto sul riscaldamento globale. La Sardegna qualcosa d’importante l’ha fatto, non deve più fermarsi, o avrà sprecato 120 milioni.

 
 
 
9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 14 ottobre 2015 / Cagliari 24 ore - Pagina 9
L’EVENTO GASTRONOMICO
L’Accademia della Cucina presenta 300 piatti sardi
CAGLIARI Grande appuntamento per i buongustai sardi. Sabato 17 alle ore 9,30, nella sala settecentesca della Biblioteca Universitaria, via Università 32, l'Accademia Italiana della Cucina presenterà il nuovo ricettario di 300 piatti della tradizione gastronomica della Sardegna. L’Accademia è un’istituzione culturale sotto l'alto patrocinio della Presidenza della Repubblica Italiana, ha la finalità di «tutelare, migliorare e diffondere in Italia ed all'estero le tradizioni della cucina italiana». Opera in Sardegna da oltre 50 anni attraverso le Delegazioni d'area ed il Centro Studi Territoriali (a Cagliari presieduto dal docente universitario Salvino Leoni). L’Accademia è presente oltre i confini nazionali con 66 delegazioni estere, distribuite nei quattro continenti. Il Centro Studi Territoriali della Sardegna ha condotto, per oltre due anni, una ricerca approfondita sulle peculiarità gastronomiche delle diverse aree dell'Isola, raccogliendo, ordinando e catalogando, circa 300 ricette della nostra tradizione.




QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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