Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 September 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

LA NUOVA SARDEGNA
1 – La Nuova Sardegna
Prima pagina
VIAGGIO NELLE UNIVERSITA’ SARDE/ 2
Cagliari, la sfida si gioca sulla ricerca e l’innovazione
IL RETTORE «La missione: Ateneo aperto e generalista»
Per il rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, l’ateneo deve essere «aperto e generalista».
A PAGINA 6
 
LA NUOVA SARDEGNA
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 6
UNIVERSITA’, CAGLIARI VA CONTROCORRENTE
Il rettore Del Zompo: «No all’iper specializzazione, rimaniamo generalisti»
Viaggio negli atenei. I conti a posto nonostante i tagli statali. La novità della tesera baby per chi ha figli sotto i 10 anni
di Felice Testa
 
CAGLIARI L'Università di Cagliari è la quarta in Italia per la grandezza del taglio subìto negli ultimi sei anni dal governo (il 27% in meno). Nonostante l’impietoso intervento statale, il bilancio dell'Ateneo è a posto, i conti in ordine, e anche l'indice di sostenibilità economica e finanziaria (Isef), che colloca Cagliari tra gli atenei "virtuosi" in Italia.
L’ateneo conta 6 facoltà, 77 corsi di laurea, 26.356 iscritti (in totale) nello scorso anno, un po' meno di 11mila i fuoricorso. La facoltà con maggior numero di iscritti è Scienze economiche, giuridiche e politiche con 8mila studenti . Oggi è un'unica facoltà dopo “la fusione a freddo”, voluta dal ministro Gelmini, delle tre facoltà di Economia, Giurisprudenza e Scienze politiche). La più piccola è Scienze con 1.400 iscritti. La media dei laureati all'anno è di circa 4mila. I corsi post laurea (tra master, scuole di specializzazione, ecc.) sono 49 con 1.490 iscritti. Sono attivi 622 accordi con atenei di tutto il mondo per la mobilità internazionale degli studenti (Erasmus e Globus). Sono 815 gli studenti sardi partiti nell'ultimo anno accademico, poco più di 300 quelli venuti dall'estero. L'Ateneo ha un corso di laurea interamente in lingua inglese (international management, ex facoltà di Economia). Al 31 dicembre 2014 erano mille i docenti e ricercatori, 1.042 le unità di personale tecnico e amministrativo.
Quella di Cagliari è un’università dal volto umano che trasmette sapere e guarda alle persone. Il nuovo rettore, Maria Del Zompo, la prima donna a ricoprire la carica nei 400 anni di vita dell’ateneo, ha introdotto la "tessera baby": una tessera riservata a studentesse in attesa o a genitori di bambini fino a 10 anni, che dà diritto ad agevolazioni nei parcheggi (riservati in ogni facoltà), priorità nel disbrigo pratiche, precedenza agli esami e altre facilitazioni in grado di venire incontro alle esigenze di chi deve studiare e al tempo stesso occuparsi dei figli . Allieva di Gian Luigi Gessa, laureata in medicina e specializzata in Neurologia a Cagliari, ordinario in Farmacologia dal 2000, Maria Del Zompo si è perfezionata al National Institute of Mental Health di Bethesda (Usa) con Robert M. Post e nel laboratorio di Farmacologia di John Tallman. Preferisce essere chiamata rettore, non le piace il termine “rettrice” o “magnifica”. L’Università del rettore Del Zompo è un ateneo in controtendenza, un’anomalia nel panorama di un pensiero dominante orientato alla conoscenza iper specialistica piegata all’esigenze del mercato del lavoro. Ci sono, invece, dei punti fermi nell’indirizzo del nuovo rettore, che parlano di un’altra idea della cultura, nella convinzione, innanzitutto, che lo stato debba garantire il diritto allo studio a tutti, anche ai privi di mezzi, e che il successo di un ateneo passi dall'interdisciplinarietà, dalla contaminazione dei saperi.
Maria Del Zompo è uno scienziato che difende le scienze umanistiche. Le sue parole d’ordine sono “cultura, ricerca e innovazione”. «Si tende a pensare – dice – che l’università sia un ufficio di collocamento. È un errore. L’università è fondamentale come ascensore sociale. Ma perché questo si realizzi, deve mantenere le sue caratteristiche di università generalista, deve insegnare un metodo di conoscenza, deve preparare studenti capaci di affrontare ogni difficoltà legata ai cambiamenti, alle innovazioni. L’università in Italia è ambiziosa e deve continuare a esserlo. Ha sempre fornito le basi culturali, sulle quali è possibile inserire qualunque innovazione. È una caratteristica che ha distinto gli studenti e i ricercatori italiani all’estero. L’università di Cagliari andrà nella direzione di conservare la sua dimensione generalista, di mantenere tutte le discipline e lo faremo sempre di più».
Un cammino difficile che deve fare i conti con una “filosofia” del governo che sembra andare in direzione opposta. «Mi sembra ci sia una deriva a livello centrale – sottolinea il rettore – che vuole sacrificare sull’altare di un non meglio precisato “disegno economico”, la cultura, la scuola e l’università. Non riesco a accettarlo e combatterò con tutta la mia intelligenza per dimostrare che l’istruzione, l’università, sono utili al singolo e alla collettività. L’università generalista fa crescere il pensiero critico e solo attraverso la cultura si riesce a far crescere una società e a farlo secondo principi etici. Porteremo avanti i nostri obiettivi, a cominciare dall’innovazione, dalla semplificazione di tutto l’aspetto burocratico, dal miglioramento del nostro approccio sulla didattica digitale, all’integrazione con il territorio. Ora, il nostro obiettivo principale è l’accreditamento dell’ateneo da parte dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca). In questo non vogliamo partecipare, vogliamo vincere. L’ateneo verrà accreditato. I sardi sono testardi e ci sarà l’impegno di tutti per dimostrare la qualità della nostra didattica».
 
LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 6
GIOVANI RICERCATORI CRESCONO
A Graziella Tocco una borsa Fulbright Research Scholar per gli studi sull’Hiv
 
CAGLIARI Diversi i riconoscimenti ottenuti dai giovani ricercatori dell’Università di Cagliari. Tra questi Graziella Tocco ricercatrice in Chimica Organica al Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, impegnata nella battaglia contro il virus Hiv, alla quale è stata assegnata una borsa di studio Fulbright Research Scholar.
La ricercatrice cagliaritana ha ottenuto il prestigioso riconoscimento nell’ambito del Programma Fulbright, il più importante programma di scambi culturali internazionali degli Stati Uniti. Il Fulbright – Research Scholar Program, è un concorso altamente competitivo riservato a studiosi che partecipano a progetti di particolare rilevanza, i cui risultati possano essere di beneficio per la comunità accademica e scientifica internazionale. L’assegnazione di una delle nove borse riservate all’Italia conferma la vitalità della ricerca nell’Università degli Studi di Cagliari.
Da alcuni anni, Graziella Tocco si occupa della sintesi di nuove molecole da impiegarsi come inibitori selettivi di alcuni processi implicati nella replicazione del virus Hiv-1. Nell’ambito di queste ricerche, svolte anche in collaborazione col National Cancer Institute (Frederick, Usa) e la British Columbia University (Vancouver), si inserisce il progetto che la porterà a trascorrere sei mesi presso il College of Pharmacy della Ohio State University. Più nello specifico, la ricercatrice del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente si occuperà della sviluppo di nuovi derivati pirimidinonici che, tramite un modo d’azione estremamente selettivo, agiranno come inibitori allosterici della Hiv-1 integrasi, enzima chiave per la replicazione del virus.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 7
UNIVERSITA’, LE NUOVE STRATEGIE
“Contamination Lab”, come affrontare il futuro
Annalisa Bonfiglio, il primo prorettore all’Innovazione e ai rapporti col territorio
«Il Clab è un laboratorio per studenti di tutte le facoltà che dividono i loro saperi»
 
CAGLIARI Annalisa Bonfiglio, prorettore all’innovazione parla delle iniziative dell’università in questo campo. «Per la prima volta - spiega - l'Università di Cagliari ha un prorettore delegato all'Innovazione e ai Rapporti con il Territorio (prima accomunati al prorettorato alla Ricerca), e questo di per sé e' un importante segnale: significa che l'Università ha capito l'importanza di questa funzione e ne vuole fare uno dei cardini della sua azione».
Un percorso che ha avviato una serie di attività nuove: « Sono diverse – dice Annalisa Bonfiglio – le iniziative promosse dall'Università degli Studi di Cagliari, volte innanzitutto a promuovere i contatti tra l'Università, il mondo imprenditoriale e la società civile e a far conoscere meglio ai cittadini quello che l'Università di Cagliari produce a livello di ricerca e di trasferimento tecnologico. La prima, attiva da due anni, si chiama Contamination Lab ( Clab) ed è un'attività, in cui l'innovazione è al centro, in tutte le sue declinazioni: si tratta di un laboratorio per studenti provenienti da tutte le facoltà dell'Ateneo, finalizzato allo sviluppo delle loro capacità imprenditoriali attraverso la realizzazione di un'idea da cui far nascere una nuova impresa, la cosiddetta startup».
L’iniziativa ha già dato buoni frutti. «Il laboratorio che si svolge nell'arco di circa 6 mesi ogni anno – precisa – consiste nella definizione e sviluppo di un'idea imprenditoriale, concepita dagli studenti stessi riuniti in gruppi, con regole di composizione ispirate al concetto di Contaminazione dei saperi e dei talenti, nella convinzione che per generare innovazione vera, occorra mettere insieme una pluralità di punti di vista da un lato e di cultura e ricerca dall'altro.
La cultura tecnica, quella scientifica, quella umanistica, quella economica, da sole sono in grado di affrontare ciascuna solo un lato del problema. Ma i problemi di oggi sono complessi, e richiedono la capacità di affrontare diversi aspetti: è solo facendo dialogare tra loro culture e talenti diversi che la complessità del problema può essere affrontata e risolta in modo creativo e, finalmente, innovativo». Il laboratorio, la cui prima edizione è stata nel 2013, è giunto alla sua terza edizione.
«È stato foriero di un'incredibile risultato – dice con soddisfazione il prorettore – oltre 200 partecipanti, ben 5 nuove imprese sono nate e stanno sviluppandosi, alcune altre sono in partenza, 3 nostre startup hanno vinto premi in competizioni nazionali, 2 sono state finanziate da Venture Capitalists privati, 17 nostri "Clabbers" stanno affrontando al momento percorsi di accelerazione d'impresa in diverse realtà nazionali e internazionali (di cui due negli Stati Uniti). Possiamo orgogliosamente dire che l'Università di Cagliari "ci ha visto lungo" (dopo la nostra esperienza, il Ministero ha fatto partire un progetto simile presso altre università italiane), intuendo da un lato che dalla ricchezza di competenze dell'Ateneo poteva venir fuori un volano di sviluppo di personalità e di talenti capace di amplificare la cultura che la formazione universitaria "tradizionale" fornisce ai nostri giovani, dall'altro che aprendosi al territorio (nella terza edizione del Clab sono stati coinvolti altri attori locali, quali il Crs4, l'Istituto Europeo di Design, la Confindustria, la Lega Coop), facendo rete, le occasioni si moltiplicano e il panorama si arricchisce. La Sardegna e' oggi una delle regioni d'Italia con la più alta densità di startup, soprattutto in ambito digitale. E' certamente sorprendente, da un lato, constatare che in una regione a bassa vocazione imprenditoriale, si sia affermato un trend in grado di farci competere con regioni con ben altre tradizioni industriali, ma e' sicuramente importante ricordare che nel mondo globale della rivoluzione digitale, essere un'isola non e'piu' un limite ma anzi una ricchezza culturale che abbiamo il dovere e l'orgoglio di mostrare al mondo. Il Clab è un tassello dell'azione globale di trasferimento tecnologico che l'Università di Cagliari vuole attuare nei prossimi anni: un modalita' nuova che sfrutti il patrimoni o di ricerca e conoscenze prodotto dall'Ateneo e lo metta pienamente a disposizione della società civile e dello sviluppo economico dell'isola».
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 7
ITALIA-CANADA
Indagini sulle cellule cerebrali
premio per le nanotecnologie
 
CAGLIARI Quest’anno il Premio Canada-Italia per l’Innovazione 2015 è andato a Mario Ganau, Neurochirurgo presso il Minimally Invasive Robotic Surgery Lab di Verona PhD Candidate in Ingegneria Biomedica presso l’Università di Cagliari, per un progetto con l’Università Western Ontario (Ontario) nel settore prioritario della Nanotecnologia per la sperimentazione di nanoparticelle compatibili con macchinari di Risonanza Magnetica ad alto campo per la neuromodulazione di cellule cerebrali. I progetti di ricerca portati avanti finora da Mario Ganau riguardano alcune delle problemiche che più stanno a cuore ai neurochirurghi: i tumori cerebrali ed i traumi cranici. In particolare il giovane medico cagliaritano sta lavorando alla caratterizzazione di nanosfere di acido ialuronico da impiegare come trasportatori per nanofarmaci antitumorali, e allo sviluppo di un dispositivo non invasivo per il monitoraggio della pressione endocranica.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 7
la scoperta
Un transistor senza silicio che “comunica” con le cellule viventi
 
Per la prima volta al mondo, a Cagliari, è stato realizzato con materiali plastici (cioè senza silicio) un transistor ad effetto di campo in grado di interfacciarsi con cellule viventi e registrarne i segnali. Il lavoro di ricerca è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista “Scientific Reports”.
Tutto lo sviluppo tecnologico è stato condotto all’università di Cagliari, presso il Laboratorio di Dispositivi Elettronici Avanzati del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università di Cagliari, diretto dalla prof.ssa Annalisa Bonfiglio , e nasce dalla collaborazione con l’Università di Genova. La collaborazione con l’ateneo ligure ha visto il primo autore del paper, Andrea Spanu - dottorando di ricerca della Scuola di Dottorato in Scienze e Tecnologie dell’Informazione e della Conoscenza, indirizzo di Bioingegneria, dell’Università di Genova ( il dottorato con sede amministrativa a Genova è consorziato con l’Università di Cagliari e l’Istituto Italiano di Tecnologia) - realizzare, nell’ambito di una più vasta collaborazione con il Laboratorio di Neuroingegneria e nano-biotecnologie (diretto dal prof. Sergio Martinoia) del Dipartimento di Informatica Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei sistemi dell’Università di Genova, la caratterizzazione del sistema con cellule cardiache e neuroni.
Più nello specifico, l’oggetto della pubblicazione è lo sviluppo di una tecnologia per la registrazione dell’attività elettrica delle cellule tramite un nuovo tipo di dispositivi elettronici basati su semiconduttori organici. La tecnologia consentirà in un futuro non troppo lontano di realizzare colture cellulari su substrati plastici “intelligenti” ovvero in grado di registrare i segnali elettrici provenienti dalle cellule.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 15
La farina del cardo per rendere sprint il latte di pecora
La scoperta del dipartimento di Agraria presentata a Milano
Secondo i ricercatori avrebbe un alto contenuto proteico
di Pasquale Porcu
 
MILANO La farina ottenuta dai semi dei cardi può contribuire a migliorare la produzione di latte di pecora. Lo afferma uno studio di ricercatori del Dipartimento di Agraria della università di Sassari al quale l'inserto Sette del Corriere dell Sera dedica questa settimana un ampio servizio. L'articolo è stato citato, ieri mattina all'Expo, nel padiglione di Coldiretti Sardegna, da Michele Falce di Novamont, la società che da qualche anno sta conducendo, nell’isola la sperimentazione sul cardo destinato agli impianti di chimica verde di Porto Torres. Dallo studio è nato uno spin off partecipato della università di Sassari, e che si chiama Animali New Tech. Il primo vantaggio, ha detto Falce, é che la farina ottenuta dal cardo ha un alto contenuto proteico, quello che serve nella alimentazione delle pecore. E poi - cosa molto importante - quelle farine sono Ogm free, al contrario di quanto succede con le farine di soia normalmente utilizzate negli allevamenti animali non solo sardi. Le biomasse ottenute sono destinate all'impianto di Porto Torres che ne può lavorare (e questa è un'altra notizia) 45 mila quintali. In prospettiva Novamont conta di poter coltivare 3500 ettari di cardo, in prevalenza nelle aree del Sassarese, tra Campanedda e Santa Maria La Palma. «Alla fine delle operazioni - spiegano Battista Cualbu e Luca Saba, presidente e direttore regionale di Coldiretti Sardegna che ha stipulato un accordo di collaborazione con Novamont - i coltivatori potranno ricavare un reddito di 250 euro a ettaro coltivato (compreso il contributo regionale). Non è poco per terreni improduttivi. Abbiamo chiesto alla Regione, inoltre, di poter utilizzare in agricoltura i lavoratori in cassaintegrazione. Sarebbe una soluzione per quegli operai che oggi hanno 50 anni e che rischiano di non poter raggiungere i contributi per la pensione». Un aspetto molto importante dell'uso di farina ottenuta da semi di cardo riguarda gli effetti sulla qualità di latte prodotto da pecore alimentate da questa proteina Ogm free. Secondo gli esperti potranno esserci effetti positivi anche sui formaggi che, tra l'altro, potranno fregiarsi del titolo di «prodotti senza l'uso di alimenti Ogm». «Il ricorso alla farina di cardo, poi, - fa notare Falce- farebbe risparmiare agli allevatori sardi un bel po’ si denaro, quello impiegato per comperare la farina di soi che costano 50/60 duro, al chilo». «Su 7/800 grammi di razione di cibo giornaliero per ogni pecora- spiega Battista Cualbu - almeno 200 sono di farine proteiche. Ed è la voce che incide maggiormente nella alimentazione degli animali». Il vantaggio della farina di cardo sulla farina di soia, ha spiegato Falce, è che la percentuale di proteine che arriva nell'intestino è del 65 per cento contro solo il 35 per cento nella farina di soia. E poi, sia i semi di cardo che i coprodotti sono molto ricchi di polifenoli.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19
«Giù le mani da Chirurgia pediatrica»
I sindaci dell’Area vasta uniti. «Niente “scippi” fatti da Cagliari o Olbia, piccoli ospedali uniti in un presidio unico»
di Giovanni Bua
 
SASSARI Giù le mani dalla chirurgia pediatrica, da quella toracica e della mammella. Hub sassarese di pari livello di quello cagliaritano, anche per preservare la quantità e soprattutto la qualità dei corsi di laurea e scuole di specializzazione universitaria e post universitaria. E ancora presidio unico con le strutture di Thiesi, Ittiri, Alghero e Ozieri, da classificare come ospedale di Primo livello.
E stop ai pasticci con il Mater di Olbia, con cui il nordovest non vuole aprire una guerra, ma a cui non ha intenzione di cedere storiche specialità e vitali posti letto. Il documento. Sono tre cartelle fitte quelle che ieri sera i sindaci dell’Area vasta hanno licenziato dopo l’ennesima, e ultima, riunione della conferenza territoriale socio-sanitaria dedicata al piano regionale di riorganizzazione della rete ospedaliera. Un documento che ora sarà analizzato e approvato a stretto giro di posta da commissioni e consigli comunali, arricchito (si spera) dal confronto con i colleghi del nord est e infine consegnato all’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru. Area metropolitana.
Una discussione già partita in diversi centri, e che da ieri mattina è “incardinata” anche nella commissione Sanità del Comune di Sassari, dove il sindaco Nicola Sanna ha iniziato a fissare i primi punti fermi delle rivendicazioni. «Senza alzare la voce – spiega il primo cittadino – perché diamo atto alla Regione di aver messo mano con coraggio a una riforma complessa, che tocca molti potentati, che cerca di tagliare enormi sacche di spreco e inefficienza. Questo non vuol dire però che, come d’altronde previsto dall’iter partecipativo scelto dall’assessore Arru, staremo a guardare o permetteremo di commettere errori gravi che mortifichino le eccellenze del nostro territorio. E non tengano conto del progetto di riordino generale del sistema sanitario regionale e in generale degli enti locali, con la nostra proposta di istituire un area metropolitana del Nord che condivida sanità, trasporti, gestione dell’acqua, energia». Lo scippo. Nord unito insomma, per evitare il “colpo grosso” da parte di Cagliari. Ma occhi aperti anche per le concessioni che la Regione ha dovuto fare per far marciare il progetto Mater a Olbia. Uno su tutti: gli 11 posti letto di chirurgia pediatrica incredibilmente scippati a Sassari, ma anche la “breast unit” per la chirurgia della mammella, prevista nella neonata struttura gallurese invece che in città dove si fanno 260 interventi all’anno. Mezza Sardegna. E se sulla chirurgia si annuncia guerra non saranno carezze nemmeno sugli altri due fronti aperti. Il primo: «Gli hub di Sassari e Cagliari si spartiscono la regione per cui devono essere uguali. Ma, mentre Cagliari è completo – recita il documento – Sassari è menomato e ridotto anche di specializzazioni storicamente affermate, spesso sussidiarie tra di loro se non addirittura da allocare nello stesso stabile. Questo è incoerente, inaccettabile e danneggia oltre che i pazienti l’università, e il percorso didattico curricolare dei futuri medici, paramedici e infermieri».
Quindi anche a Sassari ci devono essere (o devono rimanere) il secondo centro trauma di alta specializzazione, il “ciclo completo” della pediatria, la presenza di nefrologia e di chirurgia toracica. Piccoli uniti. Poi il progetto di presidio unico per le strutture di Thiesi, Ittiri, Algheto e Ozieri. Ma anche un ospedale di comunità per le cure intermedie e la casa della salute per le cure primarie da prevedere anche a Sassari. «Magari – spiega Nicola Sanna – negli spazi liberi che si otterranno nel Santissima Annunziata dopo l’importante piano di accorpamento Asl-Aou e il conseguente progetto di ristrutturazione edilizia». E ancora correttivi per la rete di Pronto soccorso per Goceano, Bassa valle del Coghinas e Meilogu, troppo lontani da un ospedale di I livello, e rapida attuazione di case della salute in Anglona e a Sorso-Sennori, di ospedali di comunità nel Meilogu e di poliambulatori a Porto Torres e Goceano.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 21
università
Corsi di laurea, Architettura
chiude la serie dei test
 
SASSARI Ieri 132 candidati hanno affrontato al Palaserradimigni il test di ammissione al corso di laurea in Architettura. «Il 2 ottobre, sul portale Universitaly.it i candidati potranno prendere visione del proprio elaborato, del proprio punteggio e del modulo anagrafica – annuncia l’ateneo –. Il 7 ottobre verranno pubblicati la graduatoria nazionale di merito nominativa e i nominativi di coloro che risultano assegnati o prenotati ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico e la sede indicata come prima preferenza utile».
Con Architettura si concludono i test di ingresso ai corsi a numero programmato nazionale. Continuano invece i test di ammissione ai corsi a numero programmato locale. I prossimi sono Scienze biologiche (11 settembre), Scienze naturali (14 settembre), Servizio sociale a indirizzo europeo (14 settembre), Urbanistica. Pianificazione della Città, del Territorio, dell’Ambiente e del Paesaggio (inizio corso introduttivo 14 settembre), Scienze agro zootecniche (15 settembre), Scienze e tecnologie agrarie (15 settembre), Scienze forestali e ambientali (Nuoro Sa Terra mala, 15 settembre), Tecnologie Viticole, Enologiche, Alimentari (Chiostro del Carmine, Oristano, 15 settembre).
Le iscrizioni per i corsi ad accesso libero e le immatricolazioni ad anni successivi al primo sono aperte fino al 16 ottobre. Tutte le informazioni su www.uniss.it.
 

L’UNIONE SARDA
10 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
L'Isola sfregiata, basta dissesto
Rischio idrogeologico e vulnerabilità urbana: ecco le strategie 
A Nuoro la Scuola estiva internazionale richiama esperti e studenti da tutto il mondo
 
Una full immersion nelle buone pratiche della corretta progettazione e pianificazione del territorio. Anche perché solo con uno studio attento e scrupoloso si possono evitare i tanti errori commessi nel passato, spesso con conseguenze tragiche. È il monito lanciato dai docenti della Scuola estiva internazionale Awareness and Responsability on environmental risk - Design for risk reduction che si conclude domani a Nuoro dopo dodici intense giornate di lezione.
CONSAPEVOLEZZA Un discorso da condividere a tutte le latitudini, figurarsi se non anche in Sardegna, terra ancora sfregiata dalla violenta alluvione del novembre del 2013 che provocò disastri e lutti. «E, se Roma è stata costruita su sette colli, Olbia è stata invece edificata su sette canali», è stato detto durante un incontro sulle criticità mai risolte della città gallurese. Sulla necessità di mitigare il rischio idrogeologico e la vulnerabilità urbana, ha puntato il focus di approfondimento - giunto ormai alla settima edizione e ospitato tra le aule dell'università di via Salaris e la Biblioteca Satta - che si concluderà domani. In agenda la presentazione dei lavori elaborati dai trenta studenti, molti dei quali arrivati dagli atenei di prestigiose università estere. Tra loro anche Fumiya Watanabe e Masaya Oshima, due giapponesi che non avevano, prima di pochi giorni fa, nemmeno idea di dove si trovasse la Sardegna nella cartina geografica. Ma sono arrivati fin qui attratti da un'offerta didattica di qualità.
CONFRONTO La Scuola creata e diretta dalla professoressa Paola Rizzi, docente del Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica ad Alghero, ha fatto salire in cattedra anche questa volta docenti, ricercatori e studenti provenienti da diverse parti del mondo, oltre che dalle università di Sassari, Cagliari, Pisa, Trento, Trieste e Udine.
IL GEOLOGO «È un'occasione di confronto multidisciplinare sulle tematiche del dissesto idrogeologico e di quella che è la nostra interazione con l'ambiente circostante», ha sottolineato il presidente regionale dei geologi, Davide Boneddu, intervenuto in una lezione. «Troppe volte la natura è stata maltrattata. Gli errori del passato - ha concluso - ci devono insegnare a essere più attenti e a comprendere la vocazione del territorio».
Il caso-studio di questa edizione ha riguardato l'Ex Artiglieria di viale Sardegna. «La vasta area presa in esame è stata pensata dai ricercatori come uno spazio “duale”, ovvero da un lato un luogo di identità capace di migliorare la qualità della vita urbana grazie a una serie di servizi, ma anche come uno spazio strategico che possa essere utilizzato in situazioni di emergenza», ha rimarcato Margherita Chiappe del Comitato organizzativo della Scuola.
Luca Urgu
 
L’UNIONE SARDA
11 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
«Confronto e studio rafforzano la cultura della sicurezza»
LA DOCENTE. Paola Rizzi, facoltà di Architettura di Alghero, sollecita la classe politica
 
Figlia di una terra, il Friuli, tristemente toccata da emergenze sismiche, la docente di architettura Paola Rizzi, che ha vissuto in prima persona il terremoto del 1976, è una cittadina del mondo. Oltre che alla facoltà di Architettura ad Alghero, dove insegna, fa lezioni nei più importanti atenei del pianeta. Collaborazioni internazionali che le consentono di avere bene il polso della situazione su argomenti di cruciale importanza. La Scuola internazionale estiva l'ha fortemente voluta lei, perché come spiega senza troppi giri di parole, «dal confronto si può solo crescere e innalzare la cultura della sicurezza in un Paese che convive non proprio bene con i ricorrenti rischi, da quelli sismici a quelli idrogeologici, e dove il buon governo rischia di essere un'eccezione più che la regola». Tanto basta per fare un appello alla politica che gestisce non sempre con autorevolezza questi delicati processi. «Chiediamo ai governanti ai vari livelli di non essere miopi, ma di aver uno sguardo a lungo termine. Solo da una classe politica consapevole può arrivare un contributo per la tutela del territorio. Un bene che dovremo consegnare intatto a chi verrà dopo di noi», rimarca la professoressa. Spesso poi, le emergenze ambientali avvengono in luoghi già compromessi, dove la mano dell'uomo non ha seguito di certo comportamenti virtuosi. Di sicuro però dalle tragedie recenti e del passato occorre trarre delle lezioni. «Responsabilità e sicurezza sono un binomio inscindibile, in urbanistica purtroppo molto è dedicato alla conoscenza in termini sterili. Le nozioni vanno invece trasferite e trasformate per affrontare la gestione del territorio», sottolinea ancora la docente. «Dobbiamo insistere con lo studio e il confronto per non farci trovare impreparati».
Non gradisce sentire parlare di catastrofe annunciata, termine di sicuro abusato. «Noi non siamo vittime passive di qualcosa che accade, siamo anche attori attivi, anche se inconsapevoli. E proprio questo è il tema della Scuola, un percorso all'insegna della consapevolezza, dello studio e della responsabilità. Sono aspetti di cui non si può fare a meno in un campo così delicato come quello della progettazione».
In cattedra ma anche tra i banchi c'erano in questi giorni non solo studenti e docenti di Architettura. «La soluzione può avvenire solo con il dialogo tra diverse discipline, dall'interazione tra le Scienze sociali con la progettazione. Un percorso faticoso ma fondamentale per la conoscenza su una corretta gestione del territorio», ha concluso la Rizzi.
L. U.
 
L’UNIONE SARDA
12 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
«Nervi ideale per un acquario»
Sì del proprietario dei grandi impianti di Genova e Livorno 
Sopralluogo in città di Giovanni Battista Costa, Confcommercio, Comune e Authority
 
La Confcommercio? Decisa. Il Comune? Possibilista. L'Autorità portuale? Per ora tace. Mentre Giovanni Battista Costa, consigliere d'amministrazione di Costa Edutainment, la società leader in Italia nella gestione di strutture pubbliche e private dedicate ad attività ricreative, culturali, di studio e ricerca scientifica, acquari di Genova, Livorno, Cattolica, Riccione e Cala Gonone compresi, si è detto assolutamente interessato a realizzare il suo quinto acquario (si appresta a realizzarne un altro ancora a Trieste) a Cagliari. Ieri mattina, su invito del presidente di Confcommercio, Alberto Bertolotti, è arrivato in città per un sopralluogo al Padiglione Nervi, il vecchio magazzino del sale costruito nella seconda metà degli anni Cinquanta e che, nei desideri di Bertolotti, potrebbe («Dovrebbe!») davvero ospitare un grande acquario.
L'IMPRENDITORE Costa (accompagnato dal suo più stretto collaboratore, il project manager Lorenzo Senes) l'ha visitato in lungo e in largo, l'antico edificio di proprietà dell'Authority in via di restauro. O meglio, di consolidamento delle strutture. Arrampicandosi anche sulle rischiose scale per avere una visione panoramica sulla vecchia Cagliari, il porto, le vie d'acqua che portano al Molentargius, alle vasche “ferme” delle saline.
Una visita, questa di Costa in città, che conferma l'interesse della società ligure per il “Nervi”.
LA GIOIA Gongola il presidente di Confcommercio. «Un fatto positivo di questa visita congiunta è stato aver riscontrato una visione possibilista del Comune a fronte dell'entusiasmo di Costa», è il commento di Bertolotti. «L'ingegnere ha parlato di una possibile relazione in project financing. Di un investitore, insomma, che curerebbe la riqualificazione e il rilancio del padiglione come acquario». Il nome? L'armatore con la passione per la ricreattività per ora se lo tiene stretto. In attesa di certezze, quando all'imprenditore genovese arriveranno indicazioni certe sulla destinazione scelta per il Nervi.
I SILENZI Anche perché ieri mattina il direttore generale dell'Autorità portuale, Roberto Farci, non ha messo sul piatto grandi aperture. Indicazioni che potrebbero arrivare soltanto dal commissario dell'Authority, Vincenzo Di Marco (appena trasferito a Livorno per guidare la Capitaneria di porto) e ancora di più da chi, alla scadenza del mandato fissata per la fine di ottobre, lo sostituirà. Che sia ancora un commissario militare (si parla dell'attuale comandante della Capitaneria di Cagliari, Roberto Isidori) o un presidente nominato dal ministero dei Trasporti. E così, possibilista con cautela, è stata l'amministrazione comunale con il vicesindaco Luisa Anna Marras. «Se il Comune si affida alla visione di Confcommercio potrebbe essere una partnership importante», ha detto Bertolotti. «Vedremo», è stata la risposta di Marras.
OBIETTIVO Mentre Fausto Mura di Federalberghi ribadiva l'obiettivo raggiungibile con l'“acquario Nervi”. «Oggi un turista si trattiene in città meno di due giorni», ha spiegato. «Regalandogli un'attrazione importante come l'acquario si aggiungerebbe un giorno in più che vuol dire un trenta per cento in più di presenze a Cagliari».
Andrea Piras
 
L’UNIONE SARDA
13 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Aeroporto
Sogaer, Ibba presidente
 
Carlo Ibba è il nuovo presidente della Sogaer, la Società di Gestione dell'Aeroporto di Cagliari. Ieri mattina il Consiglio di amministrazione ha conferito l'incarico al professore, ordinario di Diritto commerciale all'Università di Sassari.
Il nuovo Consiglio di amministrazione è composto da altri due nuovi consiglieri: Francesca Medda, professore ordinario di Finanza applicata all'University College di Londra, e Gavino Pinna (noto Gabor), già assessore al Bilancio del Comune di Cagliari e attuale direttore generale della Sfirs. Quest'ultimo avrà la carica di vicepresidente della società di gestione.
Il consiglio di amministrazione era stato rinnovato durante l'Assemblea dei soci dello scorso 12 agosto, a cui aveva partecipato anche Paola Piras, commissario della Camera di Commercio di Cagliari, socio di maggioranza di Sogaer.
I tre membri del nuovo consiglio di amministrazione resteranno in carica fino all'approvazione del bilancio 2015.
Il neo presidente - 59 anni, nato a Oristano, laureato in giurisprudenza a Cagliari, tra l'altro fondatore di “Orizzonti del Diritto commerciale”, associazione dei professori universitari di Diritto commerciale - ha detto di essere onorato di ricoprire questo incarico al servizio del più importante scalo aereo sardo. «In questo momento posso solo garantire il mio impegno personale e quello dell'intero Consiglio finalizzato alla crescita dell'aeroporto».
 
 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie