Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 September 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
Benzina, lo Stato fa cassa
Per ogni litro di verde venduto un euro va al Fisco
Il calo delle quotazioni del petrolio si riflette solo in parte sui carburanti
 
Il petrolio scende, il cambio euro/dollaro oscilla e condiziona il prezzo finale della benzina, ma i consumatori italiani continuano a pagare troppo il carburante. Ben al di sopra della media Ue: l'Italia è seconda solo a Gran Bretagna e Olanda. E soprattutto, con la discesa del greggio, il prezzo del carburante va giù, ma non abbastanza. Un dilemma che condiziona le tasche degli italiani e al quale sembra non ci sia soluzione se non una: tagliare le tasse, visto che su ogni litro di benzina, un euro va allo Stato e il resto, 50 centesimi, a produttori e gestori.
I NUMERI Nel 2009, oltre sei anni fa, il petrolio scese a 42 dollari il barile, più o meno lo stesso livello degli ultimi giorni (nella settimana tra il 28 agosto e il 4 settembre il Brent è risalito da 43 a 52 dollari con l'euro che si è leggermente apprezzato sul dollaro, senza dunque effetti evidenti sul greggio). Ebbene, nel gennaio del 2009 il prezzo della verde oscillava intorno a 1,136 euro a litro, contro l'1,498 dei giorni scorsi. Ben 36 centesimi di differenza. Nel frattempo le oscillazioni del barile hanno fatto lievitare il prezzo anche fin sopra gli 80 dollari, con la verde che ha toccato quotazioni vicine a 1,8 euro a litro (marzo-aprile del 2012). La discesa c'è stata, è vero, ma non è proporzionale al calo del greggio. Insomma, il problema è sempre lo stesso: se il petrolio sale, il prezzo della benzina schizza in alto, ma la stessa regola non vale a parti invertite.
IL PETROLIO Il prezzo del greggio oscilla e parecchio. Perché? «Risponde a ragioni geopolitiche», spiega Anna Maria Pinna, docente del dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell'Università di Cagliari e ricercatrice del Crenos. Sul mercato del petrolio le guerre senza proiettili hanno effetti devastanti. «Si utilizza il prezzo per mettere in difficoltà alcuni Paesi, per esempio la Russia, la cui economia dipende in gran parte proprio da greggio e gas», aggiunge la docente.
E poi i Paesi mediorientali produttori di greggio hanno puntato il dito contro gli Stati Uniti, che ormai hanno raggiunto l'indipendenza petrolifera anche grazie alla tecnica del fracking (un sistema molto invasivo che permette di ottenere il petrolio o il gas “fratturando” le pareti del sottosuolo). «Il prezzo ottimale del petrolio è di 85 dollari al barile, ma i paesi dell'Opec, che hanno una popolazione poco numerosa e alte esportazioni, sono in grado di mantenere il prezzo basso, tenendo alta la produzione, per far del male ai concorrenti, tra cui anche l'Iran, che non ha riserve e non può dunque sopportare un livello di prezzo così basso», osserva Anna Maria Pinna.
IL CONFRONTO Posto che il petrolio oscilla e non poco, i riflessi sul prezzo finale di benzina e gasolio sono meno evidenti quando il greggio scende. In effetti, con il petrolio tra i 40 e i 50 dollari, il prezzo sarebbe dovuto calare maggiormente, ma nel frattempo è successo qualcosa: il governo ha deciso negli ultimi due anni di far lievitare, ancora una volta, le tasse sul carburante. Non solo sono aumentate le accise, ma anche l'Iva ha toccato quota 22%. «Il nostro Paese in questo periodo ha un problema di debito e di carenza di entrate», spiega la docente universitaria, «dunque sono state sfruttate alcune clausole di salvaguardia per sostenere le entrate dello Stato». Ecco perché il prezzo di benzina e gasolio resta sostenuto: pesano rispettivamente circa 72 centesimi di accise e 28 di Iva per la benzina e 61 e 25 per il gasolio. Il risultato è che su 1,5 euro di media del prezzo della verde, un euro va allo Stato e 50 centesimi agli industriali del petrolio e ai venditori. Non solo. La crisi industriale ha fatto scendere la domanda di carburanti in genere, per cui le raffinerie aumentano i costi di trasformazione del petrolio per mantenere alti i margini di profitto. In altre parole, se calano le quantità bisogna alzare il costo di trasformazione e alla fine paga sempre il consumatore finale.
Peraltro va ricordato anche che le oscillazioni del mercato del greggio hanno necessità di un po' di tempo per riflettersi sul prezzo finale, visto che si tratta per lo più di contrattazioni che avvengono sul mercato dei futures. Detto questo, però, il peso vero è quello delle tasse. In sostanza, ogni volta che apriamo il tappo del serbatoio finanziamo lo Stato, che ci chiede di pagare, di volta in volta, per finanziare il fondo dello spettacolo, gli indennizzi per il terremoto dell'Emilia o quello dell'Abruzzo. Insomma, lo Stato usa il serbatoio delle auto come un vero e proprio bancomat.
Giuseppe Deiana
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Borse di studio a rischio: stangatina col nuovo Isee
UNIVERSITÀ. Cambia il calcolo. Gli studenti: gli esclusi sono falsi ricchi
 
Quanti studenti saranno esclusi dalle borse di studio ancora non si sa, ma è certo che la “stangatina” colpisce anche l'ateneo cagliaritano. A Roma hanno già fatto tutto a gennaio e ora non resta che tirare le somme della riforma Isee (l'indicatore a cui si fa riferimento per determinare la situazione economica delle famiglie), che penalizza i borsisti. In base al nuovo modello di calcolo, molti studenti (risultando più ricchi dal momento che vengono considerati tutti i loro redditi familiari, mobile e immobile) si sono ritrovati esclusi dai benefici percepiti fino allo scorso anno, come la borsa di studio, non rientrando nei limiti di reddito imposti per entrare in graduatoria. «È così in tutta Italia», conferma il presidente dell'Ersu, Antonio Funedda, che chiarisce: «Il nuovo sistema di verifica, con la componente patrimoniale, l'Ispe, che ora viene a incidere maggiormente e più dell'Isee, escuderà studenti che prima ne avevano diritto. Gli effetti reali li vedremo appena chiuderemo le graduatorie (l'11 quelle provvisorie, il 30 quelle definitive) ma fin d'ora è sicuro che daremo più borse dell'anno scorso perché la Regione ha messo in campo molte più risorse».
LA PROTESTA Far ingoiare il rospo agli studenti non è facile. Anzi, con l'inizio del nuovo anno accademico, ritornano all'attacco, replicando la richiesta, finora inascoltata, alla Regione: «Chiediamo che si trovi una soluzione per andare incontro alle famiglie che non si potranno permettere di pagare gli studi ai propri figli», protesta dal fronte di Unica.0, Francesco Pitirra, che rappresenta gli studenti nel cda dell'Ersu. «Vogliamo che la Giunta regionale aumenti la soglia Isee per accedere al bando borse e alloggi, oggi fissata in Sardegna a 17.437 euro, in modo da far rientrare chi fino all'anno scorso ne aveva diritto. E se quest'anno, com'è verosimile, si riuscirà a pagare tutte le borse è perché una grossa fetta di studenti sarà fuori dai limiti imposti per entrare in graduatoria».
I FONDI È sempre una questione di soldi. L'anno scorso la Regione è arrivata a soddisfare il 70 per cento delle domande, l'anno prima neppure la metà. «La situazione è migliorata ma non basta - denuncia Pitirra - senza questi soldi molti ragazzi di famiglie non agiate non riescono a studiare: si pensi che nel nostro ateneo, negli ultimi due anni, 500 matricole non hanno confermato l'iscrizione in quanto non beneficiarie di borsa di studio».
Carla Raggio
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 32 - Edizione CA)
Il fiume ripulito dal giacinto d'acqua
RIOLA SARDO. La rimozione è stata finanziata dalla Regione
 
Il giacinto d'acqua ha le ore contate. La Regione pochi giorni fa ha stanziato ben 130 mila euro per debellare la pianta tropicale che anche quest'anno ha invaso il rio Mar'e Foghe, nel Comune di Riola Sardo. Sessantamila euro serviranno per la rimozione meccanica, mentre i restanti andranno nelle casse dell'Università di Sassari per lo studio del fenomeno ambientale. Si tratta dell'ennesimo finanziamento per un problema che non è stato ancora risolto. Ogni anno infatti vengono spessi tanti soldi per la rimozione meccanica ma dopo appena sei mesi i germogli ricompaiono: dal 2010 ad oggi la Regione ha speso circa trecento mila euro. E ne spenderà ancora sin quando non verrà trovata la soluzione per eliminare anche le radici della pianta. «Sin quando non si agirà in questo senso, il giacinto continuerà ad esserci - precisa il primo cittadino di Riola Sardo Domenico Ari - con la Regione abbiamo già avuto diversi incontri ed entro due anni il problema dovrebbe essere risolto una volte per tutte». Tempo fa l'ex sindaco del paese Ivo Zoncu aveva persino fatto arrivare una ditta specializzata in tecnologie biologiche per il trattamento dei problemi ambientali, la Eurovix Spa di Brescia. Aveva illustrato le diverse strategie per debellare l'invasione del giacinto ma purtroppo non aveva trovato un accordo economico con la Regione.
Sara Pinna
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 37 - Edizione CA)
Test universitari
Dopo medici e veterinari
è il turno di Architettura
 
Proseguono al PalaSerradimigni i testi di ammissione ai vari corsi di laurea dell'Università sassarese. Oggi è il turno di quello per l'ingresso al corso di Scienze dell'Architettura e del progetto. L'appuntamento è per le 8.30. Martedì e mercoledì sono stati quasi 900 gli studenti che hanno sostenuto i test: 676 candidati, sui 757 che avevano presentato domanda, per i corsi di laurea in Medicina e chirurgia (123 posti disponibili) e Odontoiatria e protesi dentaria (18 posti); invece per cercare di essere ammessi al Corso di laurea in Veterinaria, l'unico in Sardegna, si sono presentati in 217, ma i posti disponibili sono soltanto 45, dei quali 10 riservati a cittadini non comunitari residenti all'estero. Tutti i candidati hanno avuto 100 minuti per affrontare i 60 quesiti proposti, che prevedevano 5 opzioni di risposta.Il 2 ottobre sul portale Universitaly.it i candidati potranno prendere visione del proprio elaborato e punteggio.( g.m. )
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Da oggi a Sassari
“Narrativa sarda”: due giorni di studi per esplorare un ricchissimo pianeta
 
Dal romanzo storico di Sergio Atzeni alle opere di Alessandro De Roma tradotte in Francia, dal narratore e magistrato-saggista Salvatore Mannuzzu al fantasy di Andrea Atzeni. Con alcune escursioni nella scrittura al femminile e nei libri umoristici. È argomento ponderoso e mai affrontato approfonditamente “La narrativa sarda degli ultimi quarant'anni”, titolo della due giorni di studi che si apre questa mattina alle 9.30 nel Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell'Università di Sassari, in via Roma 151.
Dal 1975 in poi l'Isola ha visto aumentare la produzione di romanzi o raccolte di racconti brevi di autori sardi che scrivono in lingua italiana. Fenomeno che ha avuto una sorta di piccolo boom nel Terzo Millennio, con una quantità e qualità capaci di emergere anche fuori dall'Italia. Il convegno, che raduna diversi ricercatori degli atenei di Sassari e Cagliari e alcuni studiosi delle università Paris X e Liegi, si inserisce nelle attività di ricerca dell'Osservatorio critico della narrativa sarda contemporanea in lingua italiana. Il neonato centro di ricerca, inquadrato nel Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali, è diretto da Massimo Onofri. L'Osservatorio ha un sito web (www.narrativasarda.it ) che man mano verrà completato con schedature critiche, per offrire uno strumento di orientamento sulla narrativa sarda in lingua italiana.
La due giorni propone alcuni focus sugli autori più interessanti del quarantennio, passando per alcune panoramiche storiografiche e tematiche. Oggi Simonetta Sanna parlerà del romanzo “La mia maledizione” di Alessandro De Roma; Sotera Fornaro dibatterà il tema “Voci (quasi) epiche in Savina Dolores Massa”; Andrea Cannas e Piero Mura si confronteranno su “Iskìda della Terra di Nurak” di Andrea Atzori; Gabriele Tanda disserterà sull'umorismo e la letteratura sarda; Alessandro Marongiu affronterà la scrittura di Alessandro Stellino. Domani si parla anche di Sergio Atzeni, Giuseppe Dessì, Salvatore Satta e Salvatore Mannuzzu.
Giampiero Marras
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19
università
Alle selezioni per Veterinaria
217 candidati per 45 posti
 
SASSARI Ieri mattina al PalaSerradimigni 217 candidati, sui 256 che avevano presentato domanda, si sono cimentati con il test di ammissione al Corso di laurea in Medicina veterinaria dell'Università di Sassari, l'unico in Sardegna. La prova è iniziata alle 11 e si è conclusa regolarmente dopo 100 minuti. I candidati hanno affrontato 60 quesiti, che prevedevano 5 opzioni di risposta, così suddivisi: 2 di cultura generale, 20 di ragionamento logico, 16 di biologia, 16 di chimica, 6 di fisica e matematica. Il prossimo test in calendario è quello di Scienze dell'Architettura e del progetto, in programma stamattina alle 8.30 sempre al PalaSerradimigni. Per il Corso di Veterinaria sono disponibili 45 posti, dei quali 10 riservati a cittadini non comunitari residenti all'estero. Il 2 ottobre sul portale Universitaly.it i candidati potranno prendere visione del proprio elaborato, del proprio punteggio e del modulo anagrafica. Il 7 ottobre verrà pubblicata la graduatoria nazionale di merito nominativa.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Alghero – pagina 26
Una marcia su Cagliari per difendere gli ospedali
L’annuncio è stato dato dal sindaco e condiviso da esponenti di altri partiti
I consiglieri regionali del territorio invitati al consiglio comunale del 21 settembre
di Gianni Olandi
 
ALGHERO Per difendere i livelli assistenziali della sanità algherese e del territorio sarà necessario marciare su Cagliari. È quanto è emerso nel corso della assemblea degli operatori sanitari dei due ospedali, presenti oltre un centinaio di persone, svoltasi ieri mattina nello spazio antistante l'ospedale civile. Iniziativa dei sindacati del comparto sanitario alla quale hanno aderito l'amministrazione comunale, erano presenti numerosi esponenti della giunta Bruno a cominciare dal sindaco, e il consigliere regionale Marco Tedde. E' stato proprio Mario Bruno ad annunciare alla “marcia” su Cagliari in occasione della discussione del proveddimento sulla riforma sanitaria che si terrà a metà del prossimo mese. L'annuncio di Bruno è stato immediatamente condiviso dal presidente della Commissione comunale Sanità, Alessandro Nasone, e da Marco Tedde. Si sta creando quindi un fronte comune che va ben oltre le sigle politiche di appartenenza. In discussione infatti c'è il mantenimento dei livelli assistenziali dei cittadini che ancora si rivolgono con fiducia alla medicina pubblica e che per quanto riguarda il distretto sanitario algherese vengono messi in discussione da una riforma che cancellerà il 50 per cento delle attuali prestazioni, comprese alcune specialistiche. Ma non solo: la perdita del primo livello comporterà ulteriori penalizzazioni in prospettiva, a cominciare dal vecchio sogno del nuovo ospedale. La commissione sanità comunale ha fissato un nuovo incontro per il 21 di settembre che si terrà in consiglio comunale. Sono invitati i consiglieri regionali dei territorio, compresi gli onorevoli sassaresi che in occasione delle ultime regionali hanno ottenuto ad Alghero ampi consensi elettorali. La questione della riforma sanitaria è stata affrontata inoltre in occasione di una assemblea apposita svoltasi nella sede del Partito democratico in via Mazzini e, anche in quel contesto, presenti numerosi operatori del settore, è stata ribadita senza incertezze l'esigenza di potenziare l'offerta sanitaria locale, anziché impoverirla come prevede la bozza approvata dalla Giunta regionale , anche in considerazione del fatto che Alghero, come città turistica, deve dare adeguate risposte di assistenza in grado di soddisfare la domanda dell'utenza

Questionnaire and social

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