Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 August 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
POLO DELLA SALUTE AL SAN GIOVANNI
A Buoncammino spazio per un centro polivalente universitario
Domani in Consiglio il Piano particolareggiato per Castello, Marina, Stampace e Villanova
 
L'idea-guida è far nascere nel centro storico un polo urbano dell'innovazione con il riuso-rinascita degli spazi inutilizzati - le grandi fabbriche - capaci di coniugare creatività artistica e tecnico-scientifica. Tra le fabbriche spiccano luoghi-simbolo della memoria cittadina: l'ex carcere di Buoncammino, gli ospedali di Stampace (San Giovanni di Dio e l'ospedale militare di San Michele), il complesso delle ex cliniche universitarie sopra Stampace (ex Pediatrico- Macciotta-Aresu), il Palazzo delle Scienze, l'ex Manifattura Tabacchi. Dopo lo stop del 2011 (la Regione indicò una serie di carenze) il “Piano particolareggiato del centro storico” torna domani in Consiglio comunale: lo illustreranno l'assessore all'Urbanistica Paolo Frau e il preside di Architettura Antonello Sanna.
LA MAPPA Tre i progetti strategici da presentare all'Aula: il parco urbano storico, la città della cultura, la riqualificazione urbana sostenibile per Pirri. In seguito la Commissione urbanistica dedicherà numerose sedute, tra agosto e settembre, all'esame dettagliato di ogni singolo aspetto del Piano.
Andrea Scano, presidente della commissione Urbanistica anticipa un possibile cronoprogramma dei lavori: «Il Piano potrà essere adottato dal Consiglio a fine settembre. L'approvazione definitiva avverrà successivamente, dopo alcuni mesi, e lavoreremo a tappe forzate per raggiungere questo obbiettivo». L'altra mattina l'assessore Frau è stato sentito in Commissione, a palazzo Bacaredda. «Ci sono state presentate le principali novità», sottolinea Scano. «È soltanto grazie al Piano che in città si potrà assistere a un'autentica rinascita del centro storico». Il documento torna in Aula con un volto nuovo rispetto alla versione di quattro anni fa. Scano: «La necessità di una rivisitazione nasce dall'esigenza di dare una risposta alle osservazioni del Servizio tutela del paesaggio della Regione e di colmare le carenze». La principale, messa in evidenza dall'Agenzia distretto idrografico Sardegna (Adis), era rappresentata dalla mancanza dello studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica. «Nel nostro caso», commenta Scano, «occorre tener conto della presenza di numerose grotte e cavità artificiali nel centro storico, come della presenza di alcune pareti rocciose a rischio di crollo. Gli eventuali, futuri interventi dovranno essere fatti in totale sicurezza».
Nel dettaglio - se il Piano non dovesse subire modifiche in Aula - a Buoncammino nascerà un spazio polivalente universitario, al San Giovanni di Dio un polo della cultura della Salute, al palazzo delle Scienze un museo della Scienza.
I VUOTI Addio ai ruderi e ai vuoti urbani, con l'obiettivo di ripopolare Castello, Stampace, Marina e Villanova. Lotti con “edifici incongrui” sono stati individuati in via Manno, scalette Santa Teresa, via Del Collegio (158 mc edificabili), via Concezione (360 mc) e corso Vittorio Emanuele II angolo via Portoscalas (360 mc), corso Vittorio Emanuele II angolo via Palabanda (il portico di Palabanda), piazza San Giacomo (750).
ALLOGGI Novità anche nell'ambito dei frazionamenti (sarà molto più facile realizzare più appartamenti piccoli a partire da uno grande), della possibilità di installare lucernari e soprattutto novità nel campo delle energie alternative. «Potranno essere installati pannelli solari e fotovoltaici purché compatibili con i valori e le caratteristiche ambientali e paesaggistiche del contesto in cui ricade l'edificio», avverte il presidente della commissione Urbanistica. Da domani via al dibattito in Consiglio, sebbene la lista civica “Cambiavento” un'idea se la sia già fatta: «Un polo della cultura della salute nell'ospedale San Giovanni di Dio sarebbe tutto molto bello e noi di Cambiavento saremmo i più forti sostenitori di questa proposta se Cagliari si trovasse nell'isola di Utopia. Crediamo che tutti gli spazi inutilizzati della città debbano essere recuperati e messi a disposizione dei cittadini e di chi ha idee innovative per far crescere l'economia. È invece evidente che la realizzazione di un centro culturale della salute sia esclusivamente una macchina mangia soldi».
La proposta: «Si coinvolga decisamente il privato, proponendogli una parte del meraviglioso immobile per realizzare un albergo, ristoranti oppure strutture attrattive. L'accordo dovrebbe obbligare il privato a realizzare la piazza antistante l'ospedale e un eventuale parcheggio interrato sotto la piazza, così come ipotizzato dal piano particolareggiato».
Pietro Picciau
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 10 - Edizione CA)
Banco, il risiko americano
Fa gola il polo sardo del credito che vale 1 miliardo
FINANZA. Merrill Lynch interessata al 5% di Bper, ma l'obiettivo è un altro
 
Nel matrimonio, per il momento solo annunciato, tra Popolare di Milano e Bper, c'è una banca di investimento pronta a infilarsi in punta di piedi e diventare protagonista anche nel mercato del credito sardo: ha più di un secolo di vita, sede a New York e si chiama Merrill Lynch dal nome dei fondatori. Insomma, per gli storici del capitalismo locale questa estate potrebbe essere stagione da ricordare. E, come raccontano alcune fonti ben informate, a due passi dal centro finanziario sardo si stanno muovendo molte pedine di una delicata partita di risiko bancario che potrebbe ridare all'Isola un suo polo del credito: Banco di Sardegna e Banca di Sassari. Almeno per il momento, si tratta di una suggestione affascinante. «Un'utopia frutto del caldo estivo», la definisce Roberto Malavasi, economista, docente di Tecnica bancaria all'università di Cagliari ed esperto di questioni legate al mondo del credito e della finanza. «In Sardegna oggi non abbiamo forza contrattuale e politica per ricostituire il polo bancario sardo, né i soldi necessari». Il costo dell'operazione, infatti, non sarebbe inferiore a un miliardo di euro, un settimo della Finanziaria regionale.
I RUMORS Premesso che nessuno dei soggetti coinvolti ha confermato né smentito alcuna operazione, «nessun commento» dicono dal Banco di Sardegna, dalla Banca di Sassari e dai vertici della Fondazione, ecco che cosa bolle nella pentola del credito sardo, pur con le dovute cautele perché si tratta di società quotate in borsa. Merrill Lynch sta valutando la possibilità di acquisire una quota azionaria della Banca popolare dell'Emilia Romagna (Bper) che controlla per il 51% il Banco di Sardegna (il restante 49% invece è della Fondazione guidata da Antonello Cabras). Per la banca d'affari americana si tratterebbe di un investimento di carattere esclusivamente finanziario ma che nella riorganizzazione che da qui al 2016 dovrà affrontare la Bper (obbligata con le altre nove Popolari a trasformarsi in società per azioni) potrebbe avere ricadute per Banco di Sardegna e Banca di Sassari, che nel pacchetto azionario della Popolare di Modena valgono circa il 20%.
GLI SCENARI POSSIBILI Sono tre: dopo la trasformazione, Bper si “libera” del Banco di Sardegna (un'ipotesi gradita a molti all'interno dell'istituto di credito). Ma a chi lo cede? Poiché per diventare società per azioni la banca emiliana deve creare una fusione, una volta completata l'operazione il nuovo gruppo potrebbe decidere di disinvestire in Sardegna e puntare tutto sul “suo” territorio, ovvero al Nord, “liberando” il Banco. «È verosimile che ciò accada», spiega Malavasi, «molto difficile, però, che possano essere i sardi a ricomprare il Banco di Sardegna». Costa troppo.
L'ALTRA STRADA Sempre nell'ipotesi di una cessione del Banco, potrebbe entrare in gioco un ricco Fondo di garanzia, collegato a Merrill Lynch, che potrebbe decidere di acquistare il Banco. «È un istituto di credito di servizio per la collettività sarda: chi dovesse decidere di comprarlo lo farebbe perché si tratterebbe di un'operazione economicamente vantaggiosa. E in questo caso di sardo resterebbe soltanto il nome», dice ancora Malavasi. Spetterebbe poi alla Banca d'Italia dare l'ok all'operazione che, in queste condizioni, dovrebbe valutare se e come dare il via libera dal momento che oggi in Italia non esiste una banca che sia controllata da un Fondo.
L'ALTERNATIVA In base al protocollo d'intesa siglato col ministero delle Finanze, la Fondazione Banco di Sardegna dovrà sbarazzarsi nei prossimi tre anni di parte del 49% di azioni del Banco di Sardegna. A chi le cederà? Chiunque sia l'acquirente avrà quasi certamente anche l'interesse a garantirsi il controllo del Banco: ecco perché anche questa partita potrà comunque influenzare il destino dell'istituto di credito sardo.
IL TERZO SCENARIO C'è, infine, un terzo scenario che merita un approfondimento: se il Banco di Sardegna partecipasse alla fusione con Bper, cosa accadrebbe? Premesso che per Banca di Sassari forse non sarebbe una buona notizia perché rischierebbe di scomparire come banca “retail” (quella con servizi dedicati alla clientela normale), questa operazione potrebbe invece far sorridere la Fondazione: diventando azionista del nuovo gruppo quotato in Borsa, anche la Fondazione, attraverso le azioni del Banco, avrebbe azioni in Piazza Affari. Insomma, che si realizzi uno scenario oppure un altro non mancheranno i colpi di scena. A suon di centinaia di milioni di euro.
Mauro Madeddu
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Come programmare una app: i ragazzi lo imparano in classe
La Giunta sigla un accordo per portare il “coding” nelle scuole sarde
 
«Ragazzi, dimenticatevi di voler diventare un dottore, un rapper o una stella del calcio, e scordate tutte le prese in giro per essere considerati un nerd». Lo dicevano due anni fa il guru del web Bill Gates, il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e Gabe Newell di Valve, in un video che è diventato notissimo in tutto il mondo (di Internet). Il messaggio era chiaro: il futuro, anche occupazionale, è il digitale e, in particolare, il “coding” (i linguaggi di programmazione informatica).
Lo hanno capito per primi il presidente degli Usa Barack Obama e il premier inglese David Cameron, che hanno avviato da anni progetti dedicati agli studenti, e in Italia lo ha capito per prima la Regione Sardegna che, tentando di recuperare il primato tecnologico degli anni Novanta, fa da apripista con Learn to code , un progetto di alfabetizzazione informatica che punta tutto proprio sul “coding”.
Dal prossimo gennaio i linguaggi della programmazione per computer, telefonini, app o videogames entreranno nelle scuole sarde sin dalle elementari, grazie a un accordo siglato dalla Regione con Codecademy , una piattaforma mondiale online con circa 25 milioni di iscritti. Si tratta di una vera e propria accademia gratuita con corsi sui linguaggi di programmazione più diffusi per creare applicazioni mobili, siti web e giochi.
Basta un dato per capire l'importanza del “coding” e del suo insegnamento alle fasce giovani della popolazione: in Italia sono 20mila i posti lavoro vacanti per mancanza di competenze tecnologiche, nel 2016 saranno 84mila e nel 2020 potrebbero toccare quota 176mila. Non è dunque solo la necessità per i più giovani di prendere confidenza con i dispositivi che scandiranno la loro vita, ma una delle poche fette di mercato del lavoro ancora libere e disponibili.
Servono professionisti in grado di progettare, creare, scrivere codici, sviluppare e cavalcare l'onda, per esempio, del settore delle applicazioni mobili che nei prossimi anni potrebbe generare un fatturato globale da 77 miliardi di dollari.
L'intesa siglata dalla Regione, e presentata ieri, entra a far parte del progetto Iscol@: a settembre è previsto un bootcamp aperto ai docenti per le nozioni base di “coding”, a ottobre e novembre partiranno i bandi per le scuole, a dicembre ci sarà un nuovo camp di grado più avanzato, così a gennaio Codecademy potrebbe essere già in classe. La stessa Regione, primo partner nazionale senza oneri per le sue casse, si occuperà della traduzione in italiano dei contenuti. «Non vogliamo essere vittime del divario digitale», ha sottolineato il presidente della Regione Francesco Pigliaru, «dobbiamo mettere i giovani in condizione di dare del tu ai mezzi che usano quotidianamente. Il coding è anche un metodo di apprendimento che contempla la logica e insegna a trovare soluzioni ai problemi».
Marzia Piga
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 38 - Edizione CA)
Saggi
Un nuovo libro sul grande pensatore Gramsci,
tra letteratura e società 
 
Forse qualcuno ricorderà che in una delle tante, sciocche polemiche televisive, negli anni Ottanta il Pippo Baudo nazional-televisivo fu definito nazional-popolare dall'allora presidente della Rai Enrico Manca. Il termine, coniato da Antonio Gramsci in riferimento al rapporto tra intellettuali e nazione, ha probabilmente conosciuto utilizzi migliori.
Uno di questi, per esempio, è quello che ne fa Fabio Frosini nel saggio “Gramsci e il fascismo: la letteratura e il nazionale popolare”, contenuto nella raccolta “Narrazioni egemoniche. Gramsci, letteratura e società civile” (Il Mulino, 283 pagine, 23 €), a cura di Mauro Pala, docente di Letterature comparate all'Università di Cagliari.
Il libro contiene altri otto saggi, tra i quali “Beyond the Border Country: teoria e narrazione in Raymond Williams alla luce di Gramsci”, dello stesso Pala. Professore a Cambridge di letteratura inglese e teatro, Williams fu tra i fondatori degli studi culturali, branca della letteratura comparata, che fu influenzato dal concetto di egemonia gramsciana.
Com'è noto, Antonio Gramsci è tra i principali intellettuali di lingua italiana dell'età contemporanea. Tradotto in più di quaranta lingue, negli ultimi anni il suo pensiero sta conoscendo un rinnovato interesse a livello mondiale, come testimoniano i numerosi saggi a lui dedicati, e perfino un'intera collana dedicata agli Studi gramsciani nel mondo dall'editore Il Mulino.
In quest'ambito di studi s'inserisce “Narrazioni egemoniche”, che analizza secondo una prospettiva interdisciplinare alcuni degli esiti del pensiero gramsciano nella cultura contemporanea, come per esempio nel saggio di Silvia Albertazzi, docente di Letteratura inglese all'Università di Bologna, incentrato sull'influenza di Gramsci sulla letteratura postcoloniale. Né mancano saggi dedicati ad alcuni dei concetti chiave del pensiero gramsciano, come quelli di Iain Chambers, docente di Studi culturali e postcoloniali all'Università di Napoli L'Orientale, sulla questione meridionale, o di Peter D. Thomas, docente di Storia del pensiero politico alla Brunel University di Londra, su intellettuali ed egemonia. Derek Boothman, traduttore e docente di Traduzione e interpretazione all'Università di Bologna, scrive su Adam Ferguson e l'illuminismo scozzese, da cui avrà origine il concetto moderno di società civile; mentre due giovani studiosi, Marco Gatto e Gianni Fresu, si occupano rispettivamente di Gramsci, gli intellettuali e l'Italia di oggi, e di feticismo storico e mitologia nazionale in Gramsci. Per concludere, stuzzica la fantasia il connubio tra Gramsci e Walter Scott, il padre del romanzo storico contemporaneo, che Diego Saglia propone a partire dal primo romanzo dell'autore scozzese, “Waverley” (1814).
Come scrive Mauro Pala nell'introduzione, «l'immagine di Scott come cantore del nazionalismo viene rimessa in discussione a seguito di un'analisi gramsciano-filologica che approfondisce e sostanzia storicamente la decostruzione dell'idea nazionale».
Ignazio Sanna
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 37 - Edizione CA)
Archeologia
Nora delle meraviglie:
reperti e tante novità
dagli scavi Isthmos
 
La topografia della città romana di Nora non è stata ancora completamente descritta. Gli scavi archeologici che si concluderanno venerdì e che hanno interessato una porzione dell'ex area militare, distante un centinaio di metri dalle “Terme a mare” e oggi acquisita dal pubblico demanio, rivelano però l'esistenza di nuovi spazi e nuove strutture e contribuiscono a definire meglio l'antico impianto urbano. Si tratta di resti di strade, canalizzazioni e di un edificio di età imperiale. L'indagine stratigrafica ha poi riportato alla luce numerose terrecotte votive. Difficile al momento stabilire se siano da riferire a un'area sacra o se siano invece da attribuire ad un'attività artigianale. Il lavoro degli archeologi dovrà essere ulteriormente esteso.
Le conoscenze finora acquisite sono frutto del progetto Isthmos che, ideato a realizzato da Simonetta Angiolillo e Marco Giuman, docenti di Archeologia romana all'Università di Cagliari, è durato tre anni. Sostenuto dalla Soprintendenza e dal Comune di Pula, ha visto in campo l'équipe del dipartimento di Storia, beni culturali e territorio dell'Ateneo cagliaritano che è stata coordinata da Romina Carboni ed Emiliano Cruccas. Alle ricerche ha collaborato il topografo Luca Lanteri dell'Università di Viterbo. Agli scavi hanno poi partecipato gli studenti del corso di laurea in Beni culturali e gli allievi della Scuola di specializzazione delle Università di Cagliari, Pisa, Perugia e Viterbo. ( m . a .)
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Un museo per la storia dello sport
Appello del professor Monello agli studenti Isef: «Mandate foto» 
Il fondatore dell'istituto di educazione fisica lancia l'idea di un maxi archivio e chiede aiuto
 
A 90 anni suonati Nando Monello è il vero maestro di sport in Sardegna. Quasi 70 anni di insegnamento (l'ultima lezione il 31 maggio dell'anno scorso alla facoltà di Medicina), intelligente, lucido, un'esperienza segnata da mille avventure, con una cultura che non è mai stata ingabbiata ma che lo ha portato a intraprendere lotte combattute sino al traguardo, il professore (così lo chiamano tutti) gioca la partita più importante della vita: ricostruire la storia dell'Isef (la sua creatura) e creare un archivio sull'insegnamento dello sport in Sardegna. Con un nome (Venerando) e un cognome così sarà dura fermarlo.
LA STORIA Monello sbarca a Cagliari da aspirante ufficiale dell'Aeronautica e finisce prima a Monserrato poi a Elmas. Conclusa la guerra si congeda, ma non riesce ad abbandonare il sole e l'aria del Golfo degli Angeli. Fa il pompista con l'Erlaas nella lotta antimalarica. In tasca ha il tesserino dell'Accademia di educazione fisica e scherma di Roma e va a insegnare al Conservatorio di piazza Palazzo, otto ore alla settimana, e al Convitto di via Manno: la paga è un letto, pranzo e cena. Nel 1958 al Foro italico di Roma viene istituito il primo corso triennale dell'Isef. E lui c'era. Insegnare lo sport era una missione e nel 1974 piombò da Giovannino Del Rio, allora sottosegretario Dc con delega di firma per l'educazione fisica. Gli spiegò che i sardi non meritavano di essere così svantaggiati, di dover affrontare una traversata e corsi farlocchi. «L'onorevole si dimostrò sensibile e superò lo scoglio della legge che vietava l'istituzione di nuove sedi Isef». La scappatoia era una sola: trovare un accordo con L'Aquila. Detto fatto. «Il ministro Falcucci firmò il decreto e a maggio 1976 venne inaugurato il primo corso sardo».
L'APPELLO Ogni angolo della casa del professore, nel quartiere di San Benedetto, riporta al passato. Foto, elmi, cimeli, medaglie, diplomi, libri. Un museo che non può rimanere nascosto. Nando Monello muove freneticamente il mouse dorato di un computer. Gli acciacchi dell'età non lo fermano e «a costo di rompermi l'osso del collo» vuole portare a termine il trasferimento da un locale di via Dante («ottenuto grazie all'allora presidente Graziano Milia») che la Provincia intende vendere. Ma prima, come in una sorta di opera omnia, Monello vuole scrivere la storia dell'Istituto superiore di educazione fisica. «Dal Ventennio a oggi. Ma ho bisogno della collaborazione degli oltre 2mila studenti che hanno conseguito il diploma universitario all'Isef per raccontare l'educazione fisica in Sardegna dal giorno della fondazione dell'istituto (i primi diplomi vennero consegnati nel 1976 nell'aula magna del liceo classico Dettori) ai giorni nostri. Se gli ex studenti sono in possesso di foto, riviste, libri o altro materiale, mi contattino all'indirizzo email nandomonello@tiscali.it. Il libro - aggiunge il professore - non vuole essere solo il mio punto di vista ma lo spaccato più ampio sull'insegnamento dello sport».
IL MUSEO DELLO SPORT La svolta nell'Isef arrivò nel 1999, quando il decreto dell'allora ministro Berliguer istituì la laurea in Scienze motorie e sportive. La storica sede di via Dei Colombi («che ci fu concessa da Luigi Cogodi, un uomo dai grandi principi») il 3 settembre 2009 fu sgomberata in fretta e furia. «Erano tutti in ferie e per non pagare una penale salata fui costretto e fare tutto da solo», commenta Monello. «Una follia che mi costo una fibrillazione atriale permanente». Il tesoro custodito in quegli appartamenti andava salvaguardato. «Il materiale fotografico è in fase di catalogazione da parte della Cineteca sarda», spiega professor Monello. «Sarebbe bello che tesi, foto, riviste e libri ora all'Università, fossero messi a disposizione di tutti in un museo dedicato esclusivamente allo sport e al suo insegnamento».
Andrea Artizzu
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 32 - Edizione CA)
Cambio di nome
Nuoro, associazione studenti
 
Cambia nome l'associazione studentesca di Giurisprudenza dell'Università di Nuoro. Non più “Adaipp” ma “Giurinsieme Nuoro”. La presidente è sempre Maria Francesca D'Antoni. Il resto del direttivo: Alice Murgia (vice), Riccardo Angioi, Gianfranca Deiana, Alessandra Dore, Marcello Pitta, Marco Sulis. «Non cambiano gli scopi», spiegano i rappresentanti, «e le finalità. Anzi, in occasione del nuovo corso in Scienze dei servizi giuridici, attivo dal prossimo anno accademico, il nostro impegno a favore del rafforzamento del Polo universitario nuorese continuerà ancora più forte».
 

 
L’UNIONE SARDA
8 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
Rete ospedaliera, tutti i dubbi dei sindaci
Sulla riorganizzazione dei presidi confronto tra l’assessore regionale Luigi Arru e i primi cittadini del nord ovest dell’isola
di Andrea Massidda
 
SASSARI La riorganizzazione della rete ospedaliera appena approvata dalla giunta regionale penalizzerà il nord-ovest della Sardegna oppure il territorio potrà ottenerne vantaggi in termini di qualità del servizio sanitario? Quale sarà il futuro dei presidi di Alghero e Ozieri, che con il provvedimento diventano “di base”, invece che “di primo livello”, come sembrerebbe debbano essere se ci si attiene ai criteri stabiliti? E nel capoluogo sono previste aree filtro, ossia strutture capaci di intercettare i pazienti prima che vadano a intasare il pronto soccorso? Domande piuttosto complesse alle quali i sindaci del Sassarese proveranno a dare una risposta entro fine mese, riservandosi - attraverso un comunicato unitario, se ci sarà condivisione - di segnalare all’esecutivo guidato da Francesco Pigliaru eventuali insofferenze rispetto al testo che, una volta scaduti i sessanta giorni per le osservazioni, entrerà nell’aula del consiglio regionale per essere sottoposto all’esame dell’assemblea. Intanto ieri pomeriggio, nel corso della prima riunione della Conferenza sanitaria territoriale, i primi cittadini dei tanti centri urbani interessati alla riqualificazione della rete ospedaliera si sono riuniti al palazzo della Provincia per iniziare a chiarirsi le idee con l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru. E, nonostante l’esponente della giunta abbia - come è ovvio - difeso con forza il progetto, evidenziandone i pregi sia sotto il profilo funzionale sia sotto quello economico (la riorganizzazione nel triennio 2015-2018 porterà a un risparmio di 134 milioni di euro oltre che alla premialità di 250 milioni da parte dello Stato) qualche perplessità è emersa, specie da parte dei sindaco di Ozieri Leonardo Ladu e del suo collega algherese Mario Bruno.
L’assessore Arru durante il suo intervento non ha fatto che ribadire i concetti già espressi in settimana in altri contesti simili, invitando tutti i presenti a leggere attentamente gli allegati alla delibera prima di esprimere un’opinione sul provvedimento. «Per elaborare il testo - ha detto il titolare della Sanità - non ci siamo basati sui calcoli economici, ma su dati precisi che indicano i mali della sanità isolana. L'obiettivo è dunque quello di ottimizzare l'uso dell'ospedale individuando due ordini di criticità che devono essere superati, ovvero l'organizzazione intraospedaliera e quella territoriale».
In altre parole, ricoveri appropriati, niente sovrapposizioni e ripetizioni di prestazioni negli ospedali, garanzie per la specializzazione degli interventi. Nella nuova riorganizzazione sono individuate due aree sede di una struttura ospedaliera di tipologia più complessa, con almeno un presidio di secondo livello: il Brotzu di Cagliari e il Santissima annunziata di Sassari. Gli ospedali di Alghero e Ozieri sono invece classificati come presidi di base. Il timore - espresso anche dai primari dei due nosocomi - è che dietro questo appellativo ci sia un declassamento.
 
L’UNIONE SARDA
9 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
Tedde (Fi): l’Aou
ignora le regole
sull’anticorruzione
 
«Prima il commissario straordinario ha omesso la tempestiva nomina del responsabile della Prevenzione della corruzione dell'Aou di Sassari, rimasta priva dell'importante figura dal 13 aprile al 4 giugno, poi ha nominato un soggetto senza i requisiti richiesti». La denuncia è di Marco Tedde, consigliere di Forza Italia in consiglio regionale, che annuncia un'interrogazione siglata dall'intero gruppo azzurro. «Siamo in presenza - dice- di reiterate violazioni commesse in un ambito particolarmente delicato. Oggi denunciamo la nomina di un collaboratore amministrativo nel ruolo che può essere svolto solo da un dirigente. Attendiamo la replica dell'Aou, che cercherà di contrabbandare una presa d'atto della comunicazione del nominativo all'Autorità nazionale anticorruzione come un benestare alla nomina».
 
L’UNIONE SARDA
10 – La Nuova Sardegna
Olbia – pagina 28
Sanità, in Gallura a rischio l’unità
Appello alla coesione dai sindaci costieri: parliamo con una sola voce. Arru: pronto al confronto
di Alessandro Pirina
 
OLBIA La Gallura prova a ricompattarsi nel nome della sanità. Da Olbia parte l’invito ad abbassare le barricate (e i toni) e a presentarsi uniti davanti alla Regione senza distinzioni tra zona costiera e montagna. «Il territorio deve avere una sola voce – ribadisce più volte il presidente del distretto sanitario di Olbia, Antonio Satta, sindaco di Padru –. Solo così si potrà evitare che la sanità pubblica venga depotenziata». Ieri Satta ha convocato i suoi 16 colleghi che fanno parte del distretto di Olbia per trovare una posizione comune sul piano sanitario regionale. Una riforma che invece in alta Gallura ha riscosso solo dissensi, provocando una frattura (l’ennesima) tra Olbia e Tempio.
Uno strappo che secondo Satta non ha ragione di esistere. «In questo processo dobbiamo riconoscere la centralità di tutte le nostre strutture ospedaliere, compresa La Maddalena, un ospedale che va difeso con forza. E Luigi Arru è pronto a confrontarsi». L’sms di Arru. Satta prende il suo cellulare e a voce alta legge il messaggio che qualche minuto prima gli ha inviato proprio l’assessore regionale alla Sanità. «La questione di Tempio è solo amministrativa – scrive Arru –. Tempio e Olbia sono un presidio unico di area omogenea, perché era il solo modo per superare il limite di legge che dice che il presidio di base deve servire un bacino di 80mila abitanti». Il caso La Maddalena. L’assessore affronta anche il caso La Maddalena.
«La soglia di rischio per punto nascita sono mille parti, la deroga prevede che si possa scendere a 500. Ma nell’isola i parti sono solo 40 all’anno. Per questo pensiamo a una equipe itinerante da Olbia alla Maddalena. Ribadisco in ogni caso – aggiunge Arru – che la delibera è approvata solo in via preliminare ed è aperta al pubblico dibattito per la consultazione democratica, anche se è necessario osservare le norme nazionali che se non rispettate precludono l’accesso a 250 milioni di euro». I sindaci. In platea ad ascoltare Satta ci sono quasi tutti i sindaci o assessori dei 17 comuni del distretto.
A partire dal padrone di casa Gianni Giovannelli. «Non dobbiamo cadere nel gioco della lotta di campanile – ha detto il sindaco di Olbia –, nel momento in cui si ribadisce l’unità del territorio, bisogna considerare la necessità impellente di riordino del sistema sanitario. Il senso di responsabilità ci deve portare ad analizzare ipotesi realmente praticabili». I consiglieri regionali. Assenti giustificati - ma rappresentati dai loro vice - i sindaci di Loiri Porto San Paolo, Giuseppe Meloni, e Golfo Aranci, Giuseppe Fasolino, gli unici due consiglieri regionali della Gallura, che ribadiscono anche loro la necessità di riunificare la vecchia provincia di Olbia Tempio. «Il piano è da approfondire su molti aspetti – ammette Meloni (Pd) –. È vero che va calato nella normativa nazionale, ma bisogna considerare la possibilità di deroghe. L’alta Gallura ha tutto il diritto di fare le sue rivendicazioni, ma potrà ottenere responso favorevole solo se si va uniti». «Nell’insieme è un piano da rivedere, ma apprezzo molto la disponibilità di Arru – dice Fasolino (Forza Italia) –. E quando andremo da lui a presentare la nostra proposta non lo possiamo fare divisi, perché in quel modo si rischia o di accontentare solo una parte o di scontentare tutti. In questo momento le alzate di testa non portano da nessuna parte». La Asl. All’incontro erano invece presenti i vertici della Asl. «Il piano della riorganizzazione – ha detto il commissario Paolo Tecleme – ha un alto livello qualitativo, è un buon punto di partenza sul quale la politica e le esigenze dei territori devono lavorare per modularlo. In quest’ottica si potrà fare moltissimo per dare forza a questo territorio».
 
L’UNIONE SARDA
11 – La Nuova Sardegna
Olbia – pagina 28
tempio
Nove consigli si riuniscono
per difendere il Paolo Dettori
 
TEMPIO Domani 9 amministrazioni comunali dell’Unione Alta Gallura (Aggius, Aglientu, Badesi, Bortigiadas, Calangianus, Luogosanto, Luras, Santa Teresa e Tempio, cui potrebbero aggiungersi anche Trinità e Sant’Antonio) si riuniranno a Tempio in seduta plenaria per protestare contro l’annunciato piano sanitario della giunta regionale che di fatto cancella il Paolo Dettori dalla geografia sanitaria sarda, «riducendolo – come ha dichiarato il sindaco Andrea Biancareddu – a mero ambulatorio, incapace di fornire qualunque tipo di assistenza e nella piena inosservanza del deliberato di legge che impone che un malato grave debba giungere a un ospedale entro 60 minuti dall’evento sanitario nel quale si trova coinvolto». La riunione dei consigli comunali dell’alta Gallura, valida a tutti gli effetti di legge, essendo state diramate le convocazioni con tutti i crismi previsti, avverrà in piazza Gallura trasformata per l’occasione in una enorme sala consiliare. Un “agorà” di popolo quella di domani che riporta la città all’8 febbraio del 1971, quando l’allora consiglio comunale tempiese, individuate le rivendicazioni più urgenti di carattere economico del territorio, organizzò tre convegni zonali che culminarono il 25 giugno dello stesso anno in uno sciopero generale di enormi dimensioni nel quale furono coinvolti tutti i comuni galluresi. Altri tempi forse. Gli amministratori della Regione di allora, l’11 settembre dello stesso anno, assieme a senatori e parlamentari sardi, accettarono di partecipare a Tempio a una storica “assemblea del popolo gallurese” dei cui frutti la Gallura, sta ancora usufruendo. Problemi enormi di natura economica allora. Problemi enormi di natura sanitaria oggi che stanno angustiando i cittadini in maniera pesantissima. Dopo le prese di posizione, nei giorni scorsi, del sindaco Andrea Biancareddu (delegato alla sanità dall’Unione dei comuni), della sua giunta, dei sindaci dell’Unione, di Tempio Libera, minoranza del consiglio comunale tempiese, tramite il suo capogruppo Antonio Balata, medico pediatra dell’Asl di Olbia, ieri, a parlare con un lungo comunicato, forte delle 8mila firme raccolte, in questi mesi, è stato il Popolo dei Lucchetti che usa parole di fuoco contro «l’irresponsabilità della Giunta regionale» e contro l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru «che non ha mantenuto una sola promessa di quelle formulate 7 mesi fa alla delegazione che gli consegnava le firme di 8mila cittadini che chiedevano di non smantellare il Paolo Dettori. Liberi da orpelli di partiti e guidati dalla nostra coscienza – scrive il Popolo dei lucchetti – siamo a fianco di chi difende il diritto alla sanità in alta Gallura». (a.m.)
 
L’UNIONE SARDA
12 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 2
Accordo Regione-CodecAdemy
Contro la fuga dalle scuole l’alfabeto dell’informatica
 
CAGLIARI Dallo storico «Non è mai troppo tardi» degli anni sessanta al molto più avvincente, moderno e futurista «non pensare solo a giocare, devi saper programmare il tuo videogame». Sempre di alfabetizzazione si tratta solo che le lezioni via computer dell’avvincente e democratica piattaforma «Codecademy» sono incentrate sulla conoscenza del linguaggio informatico. Perché è proprio la conoscenza e il saper mettere a frutto quell’insieme di numeri e codici, il coding in inglese, a trasformare degli utenti passivi in costruttori di software, siti e app. Prima regione in Italia, la Sardegna ha scelto di puntare su questa accademia diffusa, a cominciare dalle scuole e sin dalle Elementari. Ha stretto – a costo zero – un accordo con «Codecademy» e da gennaio la proporrà come materia di studio all’interno del progetto Iscol@, quello della «bella scuola», il pezzo forte della giunta Pigliaru. Con un obiettivo dichiarato e, se realizzato, da 10 e lode in pagella: parlare ai ragazzi con il loro linguaggio, per combattere anche così e alla pari il triste e assurdo fenomeno dell’alta dispersione scolastica. Il grande passo. Oggi alla «Codecamy» può accedere chiunque ed è gratis.
Bastano un account e l’immancabile password per imparare con facilità e in fretta l’abc dell’informatica, o meglio ancora i linguaggi base dell’era Internet: Html, Css, Javascript, Python e altri ancora. Bene, la Regione è andata oltre: da quest’anno vuole diffondere l’ultima stagione dell’alfabetizzazione fra i più piccoli, la generazione dei nativi del digitale, per far crescere oggi degli ingegneri programmatori in erba e produttori di software un domani.
Perché «conoscere significa sempre avere un’occasione in più nella vita», ha detto Nicola Fioravanti, l’esperto che permesso alla Regione di stringere l’accordo con «Codecademy». Una volta tradotti i testi in italiano, l’operazione è in corso, sarà un progetto pilota a fare da apripista, col coinvolgimento a settembre degli insegnati nei corsi di formazione e dal 2016 alunni e studenti. A gennaio ci sarà il taglio del nastro e da quel momento in poi le scuole sarde entreranno a far parte di «una comunità mondiale rodata e in cui è la condivisione della conoscenza a rendere forte questa piattaforma», ha detto Elisabetta Schirru, direttore dell’assessorato alla Pubblica istruzione.
La sfida. L’ha lanciata il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, da sempre sostenitore dello slogan «fra tradizione e innovazione dobbiamo trovare il nostro giusto e perfetto equilibrio». Per lui «oggi la Sardegna non deve essere vittima del divario digitale. In passato siamo stati all’avanguardia, oggi dobbiamo ritornare a essere un’eccellenza proprio a partire dalla scuola». Se poi attraverso quell’avvincente «montare e rismontare» un videogame sarà possibile anche sconfiggere il mostro della dispersione scolastica, il passaggio al livello superiore, leggi sviluppo economico e sociale, potrebbe essere davvero a portata di mouse.
 
L’UNIONE SARDA
13 – La Nuova Sardegna
Cagliari24Ore – pagina 7
Nora, nuove scoperte nella città romana
Il progetto di scavo nell’ex area militare restituisce resti di strade, fognature e di un edificio imperiale
 
PULA Resti di strade, canali, impianti fognari e un edificio di età imperiale, ascrivibili all’età romana, sono venuti alla luce nell’ex area militare di Nora dove, per tre anni, sono stati effettuati gli scavi archeologici del progetto Isthmos. L’intervento, ideato e realizzato dagli studiosi dell’università di Cagliari, Simonetta Angiolillo e Marco Giuman, è nato dalla collaborazione tra l’ateneo sardo, la Soprintendenza archeologica e il Comune di Pula. Incentrato sull’analisi di una porzione dell’ex area militare di Nora, passata di recente al pubblico demanio, della città punico-romana indagata solo parzialmente in passato e fondamentale per la comprensione dell’estensione dell’area urbana antica, la zona di alto rilievo storico e archeologico.
Gli scavi di Nora cominciarono in seguito ad una grande mareggiata avvenuta nel 1889, che riportò alla luce un antico cimitero fenicio-punico per bambini, il tophet, nella spiaggia vicino alla Chiesa di Sant'Efisio. Nel corso del tempo tutta la città di Nora fu letteralmente ricoperta da terra, detriti e dalla vegetazione, che nei decenni è stata poi rimossa dagli archeologi per riportare alla luce le rovine.
Da segnalare l'importante ritrovamento dell l'antichissima Stele di Nora, oggi custodita presso il Museo Archeologico di Cagliari, che rappresenta il più antico documento scritto di tutto il Mediterraneo e di tutto l'occidente, e sulla quale compare per la prima volta il nome Sardegna (Shardana). Nel sito si vedono si vedono le strade ad andamento tortuoso, tipiche dei fenici, e le strade dritte ad andamento regolare, dell'epoca romana. Nella parte nord, troviamo la necropoli, l'acquedotto, e il grande anfiteatro che originariamente contava venti gradinate con mille posti a sedere ed era completamente rivestito di marmo bianco di Carrara.
 
L’UNIONE SARDA
14 – La Nuova Sardegna
Cagliari24Ore – pagina 7
Giovani alla scoperta dell’isola
Partita l’International Summer Week organizzata dall’associazione Tdm 2000
 
CAGLIARI Ha preso il via ieri, con la cerimonia avvenuta nella Sala Coroneo della Cittadella dei musei di Cagliari, la XVIII edizione dell’”International Summer Week”, il più grande meeting interculturale giovanile che si svolge nell’area del Mediterraneo. Un appuntamento ormai collaudato che, come da tradizione, si effettua dal 3 al 10 agosto, sempre con l’organizzazione dell’Associazione Tdm 2000. All’edizione del 2015 della Summer Week prenderanno parte 200 giovani provenienti da 37 Paesi che, in una cornice multiculturale, si caleranno per una settimana nella natura e nella cultura dell’Isola. Sono infatti diverse le attività messe in agenda dagli organizzazione Tdm. È stata prevista, ad esempio, la visita ad alcune fra le più significative località costiere sarde, la partecipazione a sagre e feste dell’interno dell’isola e l’incontro con le comunità locali. Una serie di attività che serviranno ai giovani convenuti a Cagliari a conoscere meglio la realtà sarda e fungere da veicolo di conoscenza dell’isola una volta che torneranno in patria. «L’International Summer Week – spiegano gli organizzatori di Tdm 2000 – ha come obiettivi la valorizzazione della cultura sarda e al contempo la promozione del dialogo interculturale; In particolar modo in un’epoca quale quella attuale caratterizzata dallo scontro di civiltà e dalle tensioni tra le sponde nord e sud del mediterraneo».

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