Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 July 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


 

L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 luglio 2015 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
MASTER. CRS4 E UNIVERSITÀ “Internet of things”: le iscrizioni
Scade alle 12 di venerdì 31 luglio il termine per presentare le domande di partecipazione al Master di primo livello per la formazione e inserimento lavorativo di figure esperte in sistemi embedded per Internet of things (IoT). Il master, cofinanziato dall'Agenzia regionale per il Lavoro con fondi della ex legge 20, trasferiti dalla Provincia, e nato dalla collaborazione tra Università, CRS4, Provincia di Cagliari e società A-Key, è rivolto a un numero massimo di 20 partecipanti, che potranno accedere ad un percorso di alta formazione specialistica nel campo della progettazione di dispositivi hardware e software per l'internet degli oggetti (Internet of Things). Almeno 15 dei partecipanti devono essere lavoratori in cassa integrazione straordinaria, in mobilità o iscritti da almeno 12 mesi all'anagrafe del Csl.
MEDICINA
Si apre lunedì alle 9.30 nell'aula magna di Medicina, alla Cittadella di Monserrato, il corso estivo dell'European training consortium in public health and health promotion. Si conclude il 14 agosto. Partecipano 90 docenti ed esperti da tutto il mondo. Al centro dei lavori è la promozione della salute.
CONFERENZA
“I lasciti del Futurismo” è il tema della conferenza in programma venerdì alle 18 nella sede dell'associazione “Caravella”, in via San Gregorio Magno 7. Alle 19 sarà presentato il sito Internet dedicato all'arte contemporanea “Artecracy”. Organizzano “Caravella youth in action” e “Caravella” con il contributo di Ersu e Università. Informazioni: 340.6140256 o youthcaravella@gmail.com.
 
 


L’UNIONE SARDA
 
2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 luglio 2015 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
La sanità cagliaritana vede rosso
Complessivamente il rosso raggiunge gli 85 milioni di euro: 66 in capo alla Asl 8, 19 al Brotzu.
Il buco vien fuori dalla lettura dei bilanci 2014 delle due aziende cagliaritane. Stando alle relazioni allegate, la colpa sta tutta nel taglio dei trasferimenti deciso dalla Regione. La Asl 8 serve un bacino di cinque distretti con 560.827 abitanti, gli ospedali sono 7, distribuiti sul territorio (fino a Isili e Muravera).  FRESU A PAGINA 20
 
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
I BILANCI. La voragine nei conti si è allargata per via del taglio dei trasferimenti regionali
ASL 8 E BROTZU, PROFONDO ROSSO
Nel 2014 un buco da 85 milioni per le due aziende sanitarie
Alla Asl 8 il buco è di 66 milioni di euro, al Brotzu di 19. Sono le perdite registrate nei bilanci del 2014, approvati nei giorni scorsi, delle più importanti aziende sanitarie della Sardegna. Il motivo è banale: dalle casse esce più denaro, molto di più, di quello che entra. La voragine nei conti, stando alle relazioni allegate ai documenti contabili, si allarga a causa del taglio dei trasferimenti deciso dalla Regione. Che poi è lo stesso ente che dovrebbe pompare milioni di euro per appianare le perdite. Ma in Consiglio regionale c'è già chi sostiene che il deficit della sanità, in tutta l'Isola, sia stato sottostimato e che di soldi per riempire la fossa delle Marianne del debito non ce ne saranno e il rischio crac è alto. Ma queste, troppo nefaste o veritiere, sono previsioni. La realtà, per ora, è fatta di cifre nei bilanci: col segno meno e in profondo rosso.
Basta fare una sottrazione: il valore della produzione meno i costi. Alla Asl il risultato è meno 56 milioni, che combinati con le imposte e altri oneri portano a una perdita di 66.277.099 euro per il 2014. «Da imputare», si legge nella relazione approvata dal commissario Savina Ortu, in carica da dicembre di quell'anno, «alla minore quota di assegnazione erogata dalla Regione. La differenza rispetto al 2013 è infatti di 70 milioni». Ma c'è anche un'altra voce, quella delle uscite necessarie per far funzionare l'azienda, aumentata rispetto all'anno precedente, ma giustificata dalla Asl: «L'incremento dei costi della produzione è dello 0,5 per cento, al di sotto della crescita strutturale tollerabile dell'1 per cento». I soldi girati dalla Regione non sono poca roba: 841 milioni di euro solo alla Asl 8 (il 29 per cento della torta isolana), nel 2013 erano stati 910. Ma come vengono spesi i soldi? Il personale (5.140 dipendenti) ha pesato per 271 milioni (uno in più rispetto al 2013) ma la voce più corposa riguarda i costi dei servizi, 479 milioni solo l'anno scorso. L'azienda numero 8 serve un bacino di cinque distretti con 560.827 persone che invecchiano sempre di più: gli ospedali sono 7, distribuiti sul territorio (fino a Isili e Muravera).
Un ospedale unico è invece quello che fa registrare una perdita di 18.903.586 euro: il Brotzu. Un disavanzo cresciuto rispetto al 2013, quando col segno meno c'erano 1,3 milioni. «Si provvederà alla copertura della perdita», c'è scritto nelle carte del bilancio, «con l'utilizzo delle riserve disponibili e, previa autorizzazione regionale, del fondo di dotazione», ma alla fine si conta di «reintegrare i suddetti fondi con gli eventuali trasferimenti da parte della Regione». Che per il 2014 aveva stanziato oltre 160 milioni di euro. Ora a carico del Brotzu ci sono anche il Microcitemico e l'Oncologico, i due ospedali trasferiti dalla Asl: il 2015 viene considerato «anno di transizione». Insomma: bisogna ancora capire come peseranno sui bilanci. In attesa dell'assestamento. E di una gigantesca iniezione di soldi regionali che in viale Trento rischiano di non esserci.
Enrico Fresu
 
 


L’UNIONE SARDA
 
3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 luglio 2015 / Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
GIUNTA. Approvato il nuovo schema: presìdi di primo livello soltanto a Cagliari e Sassari
Come cambia la rete ospedaliera: si tagliano i posti letto e i primari
Meno posti letto per i casi acuti (che però potranno contare su migliori servizi specialistici), più spazio ai post-acuti. E probabilmente anche meno posti da primario. Sono alcune delle caratteristiche che dovrebbe avere la nuova rete ospedaliera regionale, approvata ieri dalla Giunta. I dettagli saranno presentati solo stamattina dal governatore Francesco Pigliaru e dall'assessore alla Sanità Luigi Arru, ma alcuni elementi sono trapelati già ieri sera.
 STRATEGIE L'obiettivo, anticipa Arru, è «migliorare la qualità offrendo più servizi specialistici per gli acuti». Alla delibera preliminare seguiranno 60 giorni di consultazioni, per poi arrivare all'approvazione definitiva. «Le grandi riforme si fanno con la massima condivisione», sottolinea Giuseppe Frau, responsabile sanità nella segreteria regionale Pd: «per questo da oggi parte un'ampia consultazione cui noi parteciperemo».
«Nel nuovo sistema», spiega Arru «sono previsti 3,7 posti letto ogni mille abitanti. Tre per gli acuti, 0,7 per i post acuti». Aumenta dunque il numero dei posti per i meno gravi. La rete comprende nove presìdi: Cagliari e Sassari (Dipartimenti emergenza e accettazione di secondo livello, cioè con la maggior concentrazione di reparti specialistici), i cinque di Oristano, Olbia, Carbonia, San Gavino e Nuoro (di primo livello, meno specializzati: «Ma Nuoro sarà un primo livello rinforzato»), e i presìdi di base di Lanusei e Muravera. Resteranno gli ospedali di Isili e Sorgono (zone disagiate perché il tempo d'accesso a Cagliari e Sassari supera i 60 minuti). L'operazione, secondo le indiscrezioni circolate in serata, comporterà il taglio di oltre 60 strutture complesse, e quindi altrettante posizioni dirigenziali (primariati, in particolare). Un riassetto che potrebbe provocare reazioni tra i medici.
 ALTRE DELIBERE Sempre in tema di sanità, la Giunta ha istituito un tavolo tecnico composto da medici e giuristi per definire un modello di gestione della responsabilità sanitaria e recuperare il rapporto con il cittadino e la sua fiducia nel sistema sanitario regionale.
Approvata anche, su proposta dell'assessore all'Ambiente Donatella Spano, la realizzazione del porticciolo per la piccola pesca nel borgo Sant'Elia a Cagliari. Gli interventi dovranno concludersi entro cinque anni dall'adozione del provvedimento: altrimenti sarà attivata una nuova procedura di verifica. Su proposta dell'assessore agli Affari generali Gianmario Demuro, invece, è autorizzata l'estensione all'Ersu di Cagliari delle infrastrutture in fibra ottica della rete telematica, la cosiddetta banda larga. Per il progetto sono stati stanziati 2 milioni di risorse Por-Fers 2007-2013. L'intervento riguarda i territori di Cagliari, Sassari, Carbonia e Lanusei.
Intanto va avanti il progetto di istituzione dell'Agenzia sarda delle entrate. A 15 giorni dalla pubblicazione del testo sul sito web SardegnaPartecipa, è stato approvato in via definitiva il disegno di legge dell'esecutivo. I commenti dei cittadini si sono dimostrati in gran parte favorevoli all'Agenzia e non contenevano proposte di modifica, ma al limite suggerimenti su aspetti organizzativi. Ora il testo sarà ora trasmesso al Consiglio regionale.
Roberto Murgia
 


L’UNIONE SARDA
 
4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 luglio 2015 / Commenti (Pagina 13 - Edizione CA)
Siamo agli ultimi posti in troppe classifiche
Ogni mattina, quando apriamo il giornale, assieme alla cronaca non manca mai, grazie anche alle scelte editoriali, qualche inchiesta sullo stato di salute della nostra Terra. Nel bene e nel male. Purtroppo, ultimamente, più nel male. Proviamo a metterle insieme queste cose che, purtroppo, durano da troppo tempo tant'è che è davvero difficile capire per quale ragione la gente non si sia, ancora, ribellata e pretenda, finalmente, risposte dalla mano pubblica. Ed allora: siamo la regione italiana con la maggiore occupazione di aree dedicate alle esercitazioni militari, siamo il popolo che elegge e fa sedere nel “catino” del Consiglio Regionale uomini e donne indagati per l'uso irregolare di fondi pubblici, siamo una terra da sempre penalizzata (essendo anche un'isola) da un sistema di trasporti che da anni mortifica tanti settori economici a partire da quello turistico, abitiamo città e villaggi dove l'energia e il gas sono più cari delle altre realtà territoriali italiane, siamo l'unica regione a non avere un'autostrada e quando progettiamo un terminal crociere ci accorgiamo, alla fine dei lavori, che l'opera è inutile perché non ci siamo accorti che il fondale del porto non è in grado di accogliere le grandi navi. Vogliamo, in uno slancio caritatevole, sorvolare su tante altre classifiche che ci vedono agli ultimi posti per puntare, direttamente, alle ultime inchieste de L'Unione Sarda che riguardano la continuità territoriale e la triste posizione delle Università di Sassari e Cagliari. Proprio questa recente “scoperta” dovrebbe sollevare e sollecitare nelle gente un minimo di riflessione e cioè che l'attuale Giunta Regionale si è affidata, nella conduzione degli assessorati, a tecnici e più precisamente a professori universitari. Proprio nel campo dei Trasporti e nel Turismo. I risultati sono davanti agli occhi di tutti. Un vero disastro. Solo poche considerazioni: non siamo più liberi di viaggiare e muoverci liberamente perché costretti a pagare biglietti sempre più cari (ammesso e non concesso, poi, di trovare posti soprattutto in aereo) e una stagione turistica sempre più corta e condizionata dagli alti costi delle strutture e dei servizi, in parte salvata dalla grave crisi politica e dagli attentati in alcuni paesi che si affacciano sul Mediterraneo che hanno deviato verso la Sardegna una buona fetta della domanda turistica. Un punto che non può, certamente, essere accreditato al governo regionale.
Vincenzo Frigo
Caro Frigo, ha purtroppo ragione: siamo ultimi in quasi tutto. Un disastro. Per ripartire non basterà un semplice scatto d'orgoglio. Servirebbe, innanzitutto, prendere atto del fallimento delle politiche seguite fino ad oggi. Ma cosa ci vogliamo aspettare da governanti che delegano le scelte a tecnici e professori di dubbia capacità?
 
Commenti (Pagina 13 - Edizione CA)
L'era digitale e la Sardegna
Il rischio di creare ghetti culturali
Rina Brundu
Forse neppure nel domani cibernetico riusciremo ad evitare le bolle speculative e le recessioni galoppanti, ma qualcosa di buono quest'età digitale lo ha già portato con sé. Paradossalmente, lo ha fatto in uno dei settori più delicati, quello lavorativo; meglio ancora, nel settore dell'impiego professionistico cutting edge dove per lavorare serve un solo requisito: il know-how, ovvero cognizione e competenza. Basta dunque con la nefasta pratica delle raccomandazioni e delle porte aperte dagli amici.
Nel film “The Social Network” diretto nel 2010 da David Fincher, c'è una scena che ben descrive questo status-quo. Il film - che è una rappresentazione non autorizzata della vita del giovane guru di Facebook Mark Zuckerberg - ci mostra, infatti, il momento in cui costui decise di assumere il suo primo sviluppatore e ci mostra come il colloquio di lavoro si risolse in un evento che era ad un tempo una specie di festa privata e una gara di programmazione resa più ardua dalla necessità di dover superare diversi esercizi di difficoltà crescente. Alla fine della straordinaria tenzone, vediamo Zuckerberg in persona comunicare al vincitore che “il lavoro è tuo”, sottintendendo, “te lo sei guadagnato, nessun altro se lo è meritato più di te”.
Ottimo, dunque: il futuro cibernetico e digitale premierà il merito! Queste considerazioni ci portano però anche all'inevitabile conclusione che tra le incognite del domani non potranno mancare spaventosi ghetti culturali impossibili da fuggire.
Il discorso non è una boutade, men che meno in tempi in cui il problema del digital divide si pone già per milioni di bambini nei paesi del terzo mondo. Ma non è una boutade neppure nelle nostre zone interne, laddove i passi avanti fatti in materia di formazione qualificante dalla recente riforma scolastica, sono solo dei primi passi.
In realtà, molto resta ancora da fare per evitare ai bambini che verranno e agli adulti che saranno la marginalizzazione intellettuale. Maggiore attenzione va infine posta sul percorso formativo prescolare perché i vari Zuckerberg, Gates e compagnia, prima ancora di essere stati giovanotti capaci sono stati bambini fortunati: per esempio hanno avuto sin da subito input educazionali validi. Un privilegio questo che, come raccomanda l'Unesco, dovrebbe essere di ogni bambino. Anche qui da noi, in Ogliastra, provincia di Sardegna.
 
 


L’UNIONE SARDA
 
5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 29 luglio 2015 /
Economia (Pagina 14 - Edizione CA)
LA RIVOLUZIONE
Rinnovabili: una quota ai consumi in proprio
Non c'è solo il metano nelle linee guida sul piano energetico regionale. «La vera rivoluzione è quella in tema di produzione di energia da fonti rinnovabili», afferma l'assessore regionale all'industria Maria Grazia Piras. «La Regione intende favorire l'equilibrio della produzione da fonti energetiche rinnovabili nei diversi settori, stimolando la produzione di energia destinata al consumo nel settore termico e dei trasporti», aggiunge. Non solo. «La produzione dalle rinnovabili non dovrà più essere fatta esclusivamente per business. Per questo motivo favoriremo impianti calibrati sui profili di autoconsumo».
A tale scopo, «d'ora in poi accadrà che il 50% dell'energia prodotta sia col piccolo impianto fotovoltaico di casa, sia con quello della grande azienda, dovrà essere utilizzata esclusivamente per l'autoconsumo». Un modo più “smart” di utilizzare l'energia, quindi.
La parola d'ordine è smart grid: cioè reti elettriche intelligenti regolate da meccanismi simili a quelli su cui si fonda la rete internet, dove gli utenti sono “connessi” mediante gli strumenti dell'Ict, l'information comunication tecnology. Su questi temi la Sardegna è un laboratorio ideale per la sperimentazione di modelli energetici innovativi. «Abbiamo una presenza diffusa di competenze in tale settore», conclude l'assessore «come il Crs4, i dipartimenti universitari e Sardegna Ricerche».
(ma. mad.)
 
 
 


LA NUOVA SARDEGNA


6 – LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 luglio 2015 / Cagliari 24 ore - Pagina 9
UNIVERSITÀ
Salute, al via la summer school
Via da lunedì prossimo nell'Aula Magna della facoltà di Medicina della Cittadella di Monserrato alla Summer school dell'European Training Consortium in Public Health and Health Promotion (Etc-Phhp). Parteciperanno circa90 docenti, tutori provenienti da tutti i continenti.
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 
7 – LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 luglio 2015 / Cagliari 24 ore - Pagina 9
L’operazione alla retina è stata eseguita al San Giovanni di Dio
PRIMO INTERVENTO CON TECNICA 3D
CAGLIARI Il primo intervento di oculistica con una tecnica in 3D è stato eseguito due giorni fa a Cagliari nell’ospedale San Giovanni di Dio dall’equipe di Enrico Peiretti, responsabile del Centro di retina medica. Altre operazioni simili sono concluse nel resto della giornata dal direttore della Clinica oculistica dell’Aou Maurizio Fossarello e da Marco Mura, docente all’università di Amsterdam. Per la prima volta in un ospedale della Sardegna i chirurghi hanno operato su cataratta e retina senza l’ausilio del microscopio, ma guardando un maxi schermo in sala operatoria mentre utilizzavano gli strumenti. «Da circa due anni la scienza e la tecnologia stanno studiando una metodica che permette, attraverso l’utilizzo di una fotocamera ad altissima risoluzione, di registrare i più piccoli dettagli dell’occhio, per poi trasmetterli in tempo reale a un monitor speciale che trasmette in tre dimensioni», spiega Peiretti. I chirurghi parlano di interventi più veloci, meno traumatici, più sicuri, con percentuali di riuscita elevatissime e rischi ridotti.
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 
8 – LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 luglio 2015 / Oristano - Pagina 19
Attorno ai ritrovamenti le diverse scuole di pensiero, tra Sovrintendenza, Università e archeologi-fai-da-te
MONT ’E PRAMA, ATTORNO UN TIFO DA STADIO
di Claudio Zoccheddu
CABRAS È un lavoro che infiamma l’immaginario collettivo. Gli scavi di Mont’e Prama sono un fenomeno mediatico, oltre che culturale. È forse questo il motivo per cui nel corso degli ultimi anni sono nate vere e proprie fazioni che si contentando la ragione alla maniera dei temutissimi ultras che frequentano i campi calcio. A ridosso delle colline del Sinis la libertà di pensiero e quella di poter esprimere un’opinione è stata trasformata in tifo, puro e semplice. Qualsiasi notizia viene alterata, manipolata e gettata in pasto al pubblico (soprattutto via Internet) a seconda della fazione per cui si è scelto di parteggiare. Gli esperti. Ecco dunque che il fronte degli archeologi “ufficiali” legati alla Soprintendenza di Cagliari e Oristano tende a giustificare ogni cosa arrivando a definire le tracce inequivocabili di un contatto tra la benna utilizzata nello scavo e i materiali archeologi – su cui faranno chiarezza le indagine dei carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale – come i segni degli aratri che fendevano la terra negli anni ‘70. O, ancora meglio, apostrofando l’intervento di chi si è preoccupato di segnalare l’anomalia come una perdita di tempo per chi gestisce lo scavo. Un pensiero condito dagli sfottò destinati a chi l’archeologia se l’è “cucinata” in casa, magari condendo la pietanza con qualche ingrediente di troppo. Peraltro, ancora non è stata mostrata la testa del Gigante, ultimo rinvenimento, “ferita” – o “accarezzata” dalla benna, a seconda della versione, durante le fasi di recupero Gli autodidatti. E d’altra parte, dopo un silenzio lungo quarant’anni da parte dei canali ufficiali, è anche logico che qualcuno abbia pensato di iniziare a ballare da solo in attesa che l’orchestra iniziasse a seguire i passi di una danza che non veniva insegnata in nessuna scuola. Dal ballo innocente, però, si è passati alle accuse e ai contro sfottò: gli “archeobuoni” – come vengono definiti gli archeologi ufficiali – sono additati dall’opposta fazione alla stregua dei mistici medievali impegnati a nascondere il segreto delle loro pozioni. Le università. Gli unici che rimangono alla finestra, per ora, sono gli studiosi delle Università sarde che, dopo aver riaperto lo scavo nel 2014, sono scomparsi da Mont’e Prama forse vittime della guerra fredda tra Università e Soprintendenza che ha caratterizzato gli scavi dell’anno scorso. Dopo gli ultimi ritrovamenti, e le polemiche sull’uso della pala meccanica, sembra però che si sia riaperto uno spiraglio e che la Soprintendenza sia pronta a tendere la mano alle università. I 700mila euro concessi dal Ministero per gli scavi di Mont’ e Prama, e Tharros, non sono certo infiniti e l’iniezione dei 500mila euro che le università sarde porterebbero in dote sarebbero un toccasana per l’economia dello scavo. Il punto di vista. A spiegare una situazione tipica dei campi di calcio e della mentalità ultras del “evviva questo e abbasso quello” ci prova Simone Maulu, portavoce e attivista dell’Irs: «Da un po' di tempo non si leggono altro che polemiche e scontri su Mont’e Prama – attacca –. Chiunque sembra possa parlare di archeologia, di come si effettua uno scavo, di come si restaurano i reperti e di come si fanno gli studi scientifici». Il perché di questa babele di opinioni, secondo Maulu, arriva da una profonda carenza del mondo della scuola: «La storia dell’Isola non viene insegnata nelle scuole. Ecco perché nascono i dubbi che alimentano le fantasie e le perplessità. Se noi sardi studiassimo la nostra storia fin da piccoli, come è giusto che sia, probabilmente saremo più formati e più coscienti di ciò che eravamo e del patrimonio che abbiamo. E magari inizieremo a capire come poter realmente valorizzarlo». E per valorizzare le ricchezze archeologiche non servono cori, fumogeni e risse tra ultras.
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 
9 – LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 29 luglio 2015 / Sassari - Pagina 27
Destinati 23,5 milioni di euro in scadenza per la casa studenti a San Lorenzo
CAMPUS NELL’EX CASERMA: LA REGIONE È D’ACCORDO
Nelle prossime delibere i 20 milioni per la Lamarmora e i 16,5 per l’ex Brefotrofio
di Luigi Soriga
SASSARI  Sulla questione del campus universitario e sull’idea della ex caserma della Brigata il sindaco Nicola Sanna si è sempre mostrato molto risoluto. «Si farà in piazza Castello, gli studenti devono stare al centro storico», ha sempre dichiarato, infischiandosene degli scettici, dei detrattori di un’ipotesi giudicata complicata e impercorribile, e della pioggia di critiche che gli è piovuta addosso. Ieri il primo cittadino ha incassato il risultato: la Giunta regionale, su proposta del presidente Francesco Pigliaru, ha deliberato la riprogrammazione dei 77 milioni di euro di fondi Cipe. Una fetta di queste risorse, per la parte che riguarda Sassari, viene destinata alla realizzazione delle residenze diffuse per gli studenti. Nel documento si parla di 23,5 milioni di euro, e vengono citati la ex caserma Lamarmora e l’area di San Lorenzo di proprietà dell’Università. La cifra di 23,5 milioni menzionata nella delibera non è casuale: si tratta infatti della fetta dei finanziamenti di competenza ministeriale, che ha la scadenza del 31 dicembre 2015. In pratica la Regione ha voluto mettere in cassaforte dei soldi che rischiavano di essere persi, viste le difficoltà incontrate dall’Ersu nell’approvare una soluzione progettuale. E lo ha fatto destinando le risorse per il progetto dell’area di San Lorenzo, situata di fronte all’orto botanico, all’imbocco della quattro corsie che conduce alla strada provinciale per Ittiri. Il preliminare parla di una casa dello studente con circa 300 posti letto, con un costo stimato intorno ai 20 milioni di euro. Si tratta dell’unico progetto (elaborato dall’Università) che può essere subito messo a gara per il successivo appalto integrato, in un’area urbanisticamente idonea che non necessita di alcuna variante. Insomma, una soluzione pronta all’uso nella quale mettere al sicuro i fondi Cipe in scadenza. Invece per destinare gli altri 36,5 milioni di euro previsti per la realizzazione del campus universitario non c’è tutta questa fretta. Questa volta le risorse sono regionali, non c’è il rischio di perderle, e potranno essere ripartite successivamente attraverso il Fondo di coesione e sviluppo per le aree sottosviluppate. Venti milioni dovrebbero essere investiti sulla riqualificazione dell’ex caserma Lamarmora e sulla sua trasformazione in residenza universitaria da 370 posti letto, mentre gli altri 16,5 dovrebbero andare sulla ristrutturazione dell’ex Brefotrofio di via delle Croci (vicino alla chiesa di san Pietro) dove si potrebbero ospitare 170 studenti. «Sono molto soddisfatto del risultato raggiunto – commenta il sindaco – per il quale ringrazio gli assessori Firino e Paci. L’idea della residenza diffusa in 3 case dello studente è nata in maniera molto semplice: l’ipotesi del campus universitario unico a Piandanna avrebbe richiesto la spesa di 10 milioni di euro solo per l’acquisto del terreno privato. Invece le tre soluzioni proposte sarebbero praticamente a costo zero, perché frutto di accordi o permute, e farebbero risparmiare un sacco di soldi». Per quanto riguarda la Caserma Lamarmora si sta studiando una sede alternativa per il comando dell’esercito, che potrebbero essere i locali della Fondazione Brigata Sassari. Anche l’assessore regionale ai Beni culturali Claudia Firino è entusiasta del risultato raggiunto: «È un progetto che ho seguito fin dalla nascita, da quando ero esponente circoscrizionale. Averlo portato in porto mi dà grande soddisfazione».
 
Gli studenti hanno sempre preferito una struttura all’americana
L’ipotesi di realizzare un campus universitario nel cuore della città è sempre stata una volontà squisitamente politica. C’era l’istanza di riqualificare e rivitalizzare il centro storico, e c’era anche il pressing dei commercianti scontenti dalla ztl. In verità gli studenti hanno sempre preferito l’ipotesi di un grande campus all’americana, spalmato su un’area verde di diversi ettari, e attrezzato con campi sportivi e piscina. Anche loro avrebbero desiderato una posizione strategica e centrale rispetto alle altre strutture dell’ateneo, ma non era una pregiudiziale assoluta. Per loro era meglio un Campus con C maiuscola anche un tantino decentrato, piuttosto che delle residenze per studenti al centro della città, prive di attrezzature e spazi all’aperto. Le altre case dello studente presenti nel cuore di Sassari, d’altronde non hanno mai ricevuto un alto gradimento dagli inquilini.
 




QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie