Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 July 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Università
Atenei sardi, zero in pagella
Terzultimo e 48esimo posto nella classifica del Sole 24 Ore su sessantuno
 
Cagliari e Sassari sono i fanalini di coda su didattica e ricerca Insufficienti nella didattica, scarsi nella ricerca. Giudizio finale: i candidati non passano l'esame. Sonora bocciatura per i due atenei sardi, che nella tradizionale classifica del Sole 24 Ore sulle università italiane finiscono nella zona bassa. Un po' meglio va Sassari (48esima posizione su 61, recupera qualche posizione rispetto al 2014), sprofonda invece Cagliari, al 59esimo e terzultimo posto, quattro gradini più in basso rispetto all'anno scorso. E un giudizio severo, inevitabile nemesi, arriva anche dagli stessi studenti. Ma i due rettori non sono d'accordo.
LA CLASSIFICA Prima di entrare nel dettaglio, è bene spiegare come è stata stilata la graduatoria, che combina dati dell'Anagrafe nazionale studenti, del Miur, di AlmaLaurea e dell'Anvur, l'Agenzia di valutazione di sistema universitario e iricerca. Dai punteggi ottenuti con 12 indicatori individuati si ricavano due classifiche parziali, per didattica e ricerca. Mettendole insieme (50 per cento ognuna) si arriva alla classifica generale. Nelle prime posizioni si confermano le università di Verona e Trento e il Politecnico di Milano. In fondo alla lista oltre a Cagliari, troviamo tre atenei napoletani, due siciliani e Bari al penultimo posto.
DIDATTICA E RICERCA In tutto 9 parametri, che vanno dall'attrattività (la percentuale di immatricolati da fuori regione) all'occupazione (la percentuale di studenti occupati a un anno dallla laurea). Nel primo caso sarebbe ingiusto infierire sugli ultimi posti assegnati alle università sarde, visto che l'insularità si paga sempre e comunque. Per quanto riguarda le opportunità di lavoro una volta conquistato il “pezzo di carta”, Cagliari sale al 39° posto (con il 56,7%) staccando di quattro posizioni Sassari (54,9%). Un risultato che potrebbe non dire granché ma che, considerando la crisi che investe la Sardegna, può fare ben sperare. Buone anche le performance sulla sostenibilità (il numero medio di docenti) con Sassari 14esima e Cagliari 27esima, e della percentuale di crediti ottenuti in stage sul totale (Cagliari quinta e Sassari dodicesima). Si soffre parecchio sul giudizio dei laureandi sui corsi di laurea: Sassari è 48esima e Cagliari finisce addirittura a un passo dalla maglia nera. Ad affossare i due atenei sardi soprattutto i tre indicatori sulla ricerca. Bocciatura per la “capacità di attrazione” di risorse per i progetti, con Cagliari giù fino alla terzultima posizione e Sassari un po' meglio ma ferma alla 49esima piazza.
L'UNIVERSITÀ «Ogni testata - commenta il rettore di Cagliari Maria Del Zompo - stila le sue classifiche e spesso, pur utilizzando gli stessi dati ministeriali, ottiene risultati molto diversi, non sempre spiegati bene nel dettaglio». La realtà sarebbe diversa: «Quanto alla ricerca - aggiunge Del Zompo - Cagliari è recentemente rientrata nello “Shanghai Ranking”, che valuta gli atenei di tutto il mondo con parametri da academic ranking». La graduatoria Censis-Repubblica, invece, «nell'ultima valutazione ha inserito l'Università di Cagliari al nono posto tra gli atenei medio-grandi». Secondo il rettore, bisogna considerare anche «la qualità degli indicatori considerati e il loro progressivo miglioramento». E nel frattempo Cagliari «ha deciso di dotarsi di un sistema di monitoraggio, trasparente e scientifico, che ci consentirà di tenere la situazione sotto controllo e migliorare i nostri punti di forza e intervenire sui punti di debolezza». «La classifica presenta una evidente stortura: un Ateneo di dimensioni medie come Sassari deve essere messo a confronto con realtà analoghe», spiega il rettore di Sassari, Massimo Carpinelli. «Dal confronto con lo scorso anno emergono elementi positivi: abbiamo scalato tre posizioni. E sull'indicatore “Mobilità internazionale” siamo balzati addirittura al 4° posto grazie alla quantità di crediti formativi, in costante crescita, ottenuta dai nostri studenti all'estero».
LA POLEMICA «Questa classifica dovrebbe far riflettere il già pro rettore dell'Università di Cagliari, ora presidente della Regione, professor Pigliaru, e i vari assessori regionali, già docenti dell'Università di Cagliari», attacca il consigliere regionale di Fdi-An, Paolo Truzzu. «Purtroppo abbiamo avuto la dimostrazione che i professori universitari non sono la soluzione del problema della politica, ma sono essi stessi parte del problema».
Alessandro Ledda
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Scettici gli studenti: «Parametri fuori dalla realtà»
COMMENTI. Giuseppe Esposito di Unica 2.0: nessuno verifica la qualità degli stage
 
I parametri utilizzati per stilare la classifica degli atenei non convincono gli universitari cagliaritani. Secondo Giuseppe Esposito, presidente del Consiglio degli studenti del capoluogo e militante di Unica 2.0, siamo di fronte a un'analisi ispirata da una visione produttivistica.
«La classifica prende in considerazione dei dati basati sulla produzione, come se le università fossero una fabbrica - puntualizza -. L'organizzazione del lavoro fatto dal Sole 24 Ore è in piena sintonia con i piani del governo. È chiaro che dopo la “Buona scuola” dovrà arrivare la “Buona università”: un progetto a cui sta già lavorando il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone». Lo studente di medicina non crede che la fotografia scattata dal quotidiano di Confindustria possa essere attendibile: «Apprendiamo che Cagliari sarebbe al quinto posto su base nazionale per gli stage degli studenti durante il corso di studi. Un dato che non vuol dire nulla. Non si possono considerare il numero di crediti riconosciuti per questo tipo di formazione se nessuno verifica la qualità della formazione impartita in azienda o negli enti pubblici».
Per Esposito il vero problema a Cagliari è solo uno: «Il diritto allo studio continua ad essere un miraggio. Nonostante qualche miglioramento le politiche della Regione non sono soddisfacenti».
Luca Santus, coordinatore di Unica 2.0, propone alcune ricette per invertire la tendenza e dà fiducia al nuovo rettore: «Ateneo e Regione dovrebbero investire più risorse su borse di studio, ricerca scientifica e biblioteche. Solo così sarà possibile potenziare gli atenei sardi e ridurre il tasso di abbandono».
Per Luca Ippolito, dirigente dell'associazione Studenti Ajò, è fondamentale saper attrarre fondi: «Il futuro dell'ateneo passa dai rapporti internazionali e dalla capacità di intercettare le risorse stanziate dall'Ue. Bisogna poi lavorare sulle attività extracurricolari: servono più stage e tirocini».
Matteo Mascia
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
L'ultimo saluto a Simone tra lacrime e rose bianche 
CAPOTERRA. L'universitario oggi avrebbe dovuto sostenere un esame
 
La giornata di ieri doveva sancire l'ennesimo successo della sua brillante carriera universitaria. Un altro esame da sostenere per conseguire la Specialistica, dopo la laurea in lingue. Per Simone Panduccio, il giovane ventiquattrenne morto sabato scorso in un incidente stradale avvenuto sul tratto a quattro corsie della Strada statale 195, quello di ieri è stato invece il giorno dell'addio. Erano oltre un migliaio le persone che si sono strette attorno ai familiari durante i funerali dello sfortunato ragazzo.
LA FOLLA Chi non ha trovato posto nella piccola chiesa di Sant'Efisio è rimasto ad ascoltare la messa nella piazzetta antistante. Ma anche il sagrato non è bastato a raccogliere quel bagno di folla, così molte persone hanno potuto trovare posto solo nel lungo Corso Gramsci. Alle 16,30 la chiesa inizia già a riempirsi. Fuori gli amici di Simone giunti da Cagliari cominciano ad accumularsi. «Quando ho saputo della sua morte non riuscivo a crederci, per convincermi un amico ha dovuto inviarmi il link dell'Unione Sarda che parlava dell'incidente - racconta Enrico Putzu, uno dei tanti amici di Simone presenti ai funerali - ; stavo lavorando ma la notizia mi ha sconvolto, così ho chiuso l'ufficio e sono tornato a casa. Simone era il tipo di amico che se lo chiamavi nel cuore della notte perché avevi un problema, cinque minuti dopo lo trovavi sotto casa tua: non dimenticherò mai il suo grande cuore».
L'UNIVERSITÀ Tanti i colleghi universitari che con Simone hanno condiviso lo stesso percorso di crescita formativa e di vita, e gli amici delle associazioni con cui si era battuto contro ogni forma di discriminazione. «Era un ragazzo disponibilissimo - racconta Gianmarco Pusceddu - , se qualcuno aveva bisogno di aiuto lui non si tirava mai indietro». Tra i banchi della chiesa l'aria è rovente, solo i ventagli riescono a dare un po' di refrigerio. I fazzoletti asciugano costantemente lacrime e sudore. Per il troppo caldo prima della fine della messa una donna sviene davanti all'ingresso della chiesa. Il parroco don Sandro Zucca ricorda che nel giro di ventiquattro ore la Sardegna, oltre a Simone, ha perso altri tre giovani in tragici incidenti. Poi il pensiero va inevitabile all'impegno che il ventiquattrenne avrebbe dovuto affrontare durante la mattina. «Dovevi sostenere un esame per raggiungere il tuo obiettivo - dice don Sandro - , invece sei stato costretto ad affrontarne un altro. Non temere, Simone: all'esame cui ti ha sottoposto Dio sei arrivato per primo». Poi la bara ricoperta da un letto di rose bianche abbandona la chiesa per l'ultimo viaggio verso il cimitero comunale.
Ivan Murgana
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 35 - Edizione CA)
«L'ex Questura sede del campus universitario»
SASSARI. Proposta presentata dall'amministratore straordinario della Provincia
 
Il Campus universitario? Nei locali della vecchia Questura.
La proposta arriva dall'amministratore straordinario della Provincia, Guido Sechi che, sull'argomento ha scritto una lettera al sindaco di Sassari e al presidente dell'Ersu.
Una soluzione che «renderebbe immediatamente praticabile il progetto del Campus e che consentirebbe, con una superficie totale pari a circa 6700 metri quadrati, di dare una migliore collocazione agli studenti fuori sede nel cuore cittadino - spiega l'amministratore - secondo la volontà degli stessi che hanno sempre votato contro una scelta di periferizzazione» e che, allo stesso tempo, garantirebbe il rilancio del centro storico con importanti ricadute economiche. L'amministratore straordinario si dice convinto della necessità di veder realizzato nel centro storico il Campus universitario, per il quale sono stati stanziati circa 40 milioni di euro, che attualmente rischiano di essere persi in relazione alle criticità per l'individuazione dell'area in cui lo stesso dovrà sorgere.
Inoltre questa alternativa, sempre secondo l'amministratore straordinario, ha il vantaggio di far risparmiare tempo e denaro rispetto ad altre soluzioni, in quanto i tempi della riqualificazione dell'ex Questura sarebbero di sicuro meno lunghi e non sarebbe necessaria nessuna variante al Puc.
«La disponibilità di questo isolato - continua Guido Sechi - potrebbe consentire di aprire gli scenari, più volte auspicati dall'amministrazione comunale, per la realizzazione del Campus universitario diffuso, di non perdere il finanziamento e di raggiungere l'obiettivo comune», che è quello di riportare gli studenti nel centro storico e rivitalizzare così l'antico tessuto urbano e sociale della città. ( c. fi. )
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 35 - Edizione CA)
Donazione
In Biblioteca collezione di Sassari Sera
 
La collezione cartacea di Sassari Sera sarà donata alla biblioteca comunale. Quarantotto anni di pubblicazioni del periodico fondato da Pino Careddu nel 1960, un giornale che ha cessato di esistere nel 2008, dopo la scomparsa del giornalista. La Fondazione Sassari Sera oggi, alle 19, nel corso di una breve cerimonia nella sala convegni, al piano terra della biblioteca, illustrerà anche il progetto di digitalizzazione di Sassari Sera, reso possibile grazie alla disponibilità di Numera, alla professionalità di un gruppo di giovani qualificati e alla collaborazione del Comune e dell'Università. La digitalizzazione consentirà di consultare Sassari Sera on line. La raccolta completa del periodico comprende tutti i numeri del giornale che, con cadenza più o meno quindicinale, ha fornito un attento diario o, come diceva Pino Careddu, «un sunto ragionato delle notizie omesse dai due quotidiani dell'isola». L'incontro è aperto al pubblico. ( c. fi. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 10
La università sarde in coda nella classifica
Sole 24 Ore: bocciate per ricerca, didattica e dagli studenti. I due rettori: «No, non è tutto da buttare»
di Luca Fiori
 
SASSARI Bocciate in quasi tutte le materie, persino dagli studenti, ma difese a spada tratta dai due rettori. Università sarde agli ultimi posti della classifica nazionale, lontanissime dal podio occupato da Verona, Trento e (a pari merito) da Bologna e Politecnico di Milano, sia per qualità della didattica che per la ricerca. Anche nel giudizio dei laureandi sui corsi Cagliari è penultima. Mentre Sassari è sempre nell’elenco dei peggiori, ma si consola con il quarantacinquesimo posto assieme a Parma, Trieste, Roma Foro Italico, Napoli Federico II. È quanto emerge dall’indagine che il quotidiano economico “Il Sole 24 Ore” realizza ogni anno in base alle informazioni delle banche dati del ministero. Dalla ricerca del quotidiano economico è quello del capoluogo, tra i due atenei sardi, quello messo peggio. Cagliari risulta infatti al cinquantanovesimo posto (terzulitmo) nella graduatoria che somma ricerca e didattica. Mentre Sassari è un pò più avanti, alla quarantasettesima posizione (su 61 atenei statali) assieme a Lecce e Bari Politecnico. Un'analisi che non trova d'accordo il rettore dell'università di Cagliari Maria del Zompo. «Ogni testata stila le sue classifiche e spesso - spiega il rettore - pur utilizzando gli stessi dati ministeriali ottiene risultati molto diversi, non sempre spiegati bene nel dettaglio. Quanto alla ricerca, ad esempio, Cagliari è recentemente rientrata nello “Shangai Ranking”, che valuta gli atenei di tutto il mondo con parametri da “academic ranking”. Eppure secondo l'analisi del Sole 24 Ore per quanto riguarda la didattica Sassari è quarantaduesima, mentre Cagliari è in cinquantesima posizione assieme a Bari, Bari Politecnico e Foggia. Va anche peggio nella ricerca: Sassari quarantanovesima, Cagliari cinquantaseiesima. Gli atenei dell'isola sono nelle ultime 15-17 posizioni in vari indicatori. A cominciare, ma era facile ipotizzarlo considerata la posizione geografica, dall'attrattività, cioè dalla percentuale di immatricolati di altre regioni. Cagliari è terzultima (sotto ci sono solo Palermo e Catania) e Sassari quintultima. Ma il rettore di Sassari non vede tutto così nero e riesce a trarre spunti interessanti. «La classifica degli atenei italiani stilata dal Sole 24 ore - spiega Massimo Carpinelli - presenta una evidente stortura nel comparare tutte le università italiane indipendentemente dalla loro dimensione: un Ateneo di dimensioni medie come Sassari deve essere messo a confronto con realtà analoghe. Ciò detto - aggiunge - anche questa graduatoria rivela molti elementi positivi per il nostro ateneo. Dal confronto con la situazione dello scorso anno - spiega Carpinelli - emergono elementi positivi: abbiamo scalato tre posizioni in questa classifica, salendo dal 50° al 47° posto. Vorrei sottolineare il risultato conseguito sotto l’indicatore Mobilità internazionale - aggiunge con orgoglio il rettore dell’ateneo turritano - dalla 17esima posizione dello scorso anno, l’ateneo di Sassari è balzato addirittura al 4° posto grazie alla quantità di crediti formativi, in costante crescita, ottenuta dai nostri studenti all’estero. L’Università di Sassari si comporta bene anche sul fronte della “Sostenibilità” (numero medio dei docenti di ruolo) - dice Carpinelli - passando dal 18° al 14° posto in Italia. Il nostro ateneo inoltre, secondo il Sole 24 Ore, è tra i primi 15 atenei statali anche per la percentuale di crediti ottenuti dagli studenti durante gli stage, siamo al 12° posto - conclude - e tramite il nuovo Sevizio Job Placement questo risultato potrà solo migliorare». Nel mentre però per Il Sole 24 Ore Sassari cinquantacinquesima assieme a Messina, va male anche nella classifica della dispersione, cioè della percentuale degli studenti che non confermano l'iscrizione al secondo anno. E malissimo va Cagliari, penultima, nella graduatoria relativa all'efficacia (media pro capite dei crediti formativi ottenuti in un anno dagli iscritti attivi). Nella stessa classifica Sassari. Eppure per Maria Del Zompo per un’altra graduatoria, quella del Censis-Repubblica, l’Università di Cagliari risulta al nono posto tra gli atenei medio-grandi. «Credo sia importante entrare nel merito valutando la qualità degli indicatori considerati e il loro progressivo miglioramento - spiega il rettore di Cagliari - da questo punto di vista Cagliari ha deciso di dotarsi di un sistema di monitoraggio - trasparente e scientifico - fatto di indicatori chiave su didattica, ricerca e internazionalizzazione, ma anche di alcuni parametri qualitativi che vengono tra l’altro inviati periodicamente al Ministero. Questo ci consentirà di tenere la situazione sotto controllo e intervenire tempestivamente sui punti di debolezza».
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 21
Sechi: «Nella ex questura il campus universitario»
Il commissario della Provincia scrive al sindaco e al presidente dell’Ersu
«È un’alternativa a quanto per ora offerto, in pieno centro e a costi contenuti»
 
SASSARI Il campus universitario? E perché non nell’ex questura. A gettare l’idea sul tavolo, a dire il vero già abbastanza affollato, l’amministratore straordinario della Provincia Guido Sechi, che scrive al sindaco e al presidente dell’Ersu «in merito al progetto per la realizzazione del Campus universitario e offre quale alternativa alla proposte messe in campo il complesso immobiliare costituito dall’edificio dell’ex Questura di proprietà dell’Amministrazione Provinciale». «L’amministratore straordinario – sottolinea una nota – si dice convinto della necessità di veder realizzato nel centro storico il Campus, per il quale sono stati stanziati circa 40 milioni, che attualmente rischiano di essere persi in relazione alle note criticità per l’individuazione dell’area in cui lo stesso dovrà sorgere. L’immobile della ex questura, di proprietà della Provincia, è già stato inserito nel programma delle alienazioni a cui potrebbero aggiungersi sin d’ora gli stabili adiacenti destinati a Provveditorato agli studi e ad archivio di Stato». «Una soluzione che renderebbe immediatamente praticabile il progetto del Campus – spiega il commissario – e che consentirebbe, con una superficie totale pari a circa 6700 metri quadri di dare una migliore collocazione agli studenti fuori sede nel cuore cittadino, secondo la volontà degli stessi che hanno sempre votato contro una scelta di periferizzazione e che nel contempo, consentano all’amministrazione comunale di dare impulso a quei progetti di rivitalizzazione e rilancio del centro storico con importanti ricadute economiche». «Un’alternativa – continua la lettera – che ha il vantaggio di far risparmiare tempo e denaro rispetto ad altre soluzioni, in quanto i tempi della riqualificazione sarebbero di sicuro meno lunghi e inoltre non sarebbe necessaria nessuna variante al Puc, in quanto gli stabili sopra descritti sono individuati come Zona G1 attrezzature del vigente Piano urbanistico comunale, per i quali è consentito il cambio di destinazione d’uso con accordo di programma e non attraverso variante urbanistica. La disponibilità di questo isolato, se acquisito allo scopo, potrebbe consentire di aprire gli scenari, più volte auspicati dall’amministrazione comunale, per la realizzazione del campus universitario diffuso, di non perdere il finanziamento e di raggiungere l’obiettivo comune che vedrebbe il Comune, la Provincia e l’Ersu convergere sull’idea di riportare nel centro storico gli studenti e nel contempo rivitalizzare l’antico tessuto urbano e sociale della città».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 21
l’accordo
Desertificazione, l’Nrd dell’università sbarca in Perù
 
SASSARI Il Nucleo di Ricerca sulla desertificazione dell’università amplia il proprio raggio d’azione siglando un accordo di cooperazione internazionale con la regione peruviana Amazonas. L’intesa si prefigge, tra l’altro, di ridurre la vulnerabilità socio-economica e ambientale delle popolazioni dell’Alto e Bajo Imaza, tramite la ricostituzione di suoli degradati mediante piantagioni di bambù. L’accordo è stato firmato nei giorni scorsi in Perù dal direttore dell’Nrd, Luciano Gutierrez (accompagnato da Laura Altea), da Carlos Nava de Águila, vicepresidente della Regione Amazonas del Perù, e daDaniela Altino della Fondazione Avsi. Il progetto biennale, finanziato integralmente dal Fondo Italo Peruano, vede l’Nrd come istituto coordinatore e la Fondazione Avsi come organismo co-esecutore. Il Centro di Ricerca dell’università amplia in questo modo in America Latina l’area di intervento, sino a ieri principalmente focalizzata in Africa. Nello specifico, dal punto di vista produttivo, la coltivazione di bambù consentirà di raggiungere diversi obiettivi, tra i quali combattere il progressivo degrado dei suoli, conservare la biodiversità oltre a consentire, date le proprietà del bambù, un rilevante sequestro di carbonio. Dal punto di vista economico-sociale, il progetto ha come obiettivo da un lato quello di sensibilizzare le comunità locali sull’importanza delle risorse naturali e, dall’altro, di offrire alle stesse una fonte di reddito alternativa.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Ozieri – pagina 27
Tula, borse di studio
a tutti dall’asilo fino all’Università
di Gerolamo Squintu
 
TULA Un Piano scuola che assegna un contributo economico indistintamente a tutti i ragazzi, dalla scuola dell’infanzia all’Università, purché siano residenti in paese. Una scelta basata sul concetto che «una comunità che si vuole presentare al mondo come veramente civile ed evoluta non può prescindere dalla corretta formazione dei giovani». Con queste parole il sindaco Andrea Becca ha illustrato il piano appena varato dalla sua amministrazione «incentivando le opportunità offerte dalle norme sul diritto allo studio – ha detto – e andando anche oltre quanto è previsto dalle leggi regionali». L’esecutivo ha stabilito che tutti i ragazzi frequentanti le scuole di ogni ordine e grado, purché residenti a Tula, possano accedere a nuovi contributi ed agevolazioni. Il Piano prevede sussidi così distribuiti: scuola dell’infanzia, contributo di 50 euro per ciascun alunno sia della scuola statale sia in quella paritaria; scuola primaria, riduzione del buono pasto da 1,95 euro a 1,25; scuola secondaria di primo grado, contributo di 150 euro; scuola secondaria di secondo grado, euro 200 ad alunno. Infine, il Comune ha stanziato 500 euro per ogni iscritto e frequentante l’Università. «L’amministrazione continua nell’attuazione degli indirizzi politici tesi a investire nella formazione dei giovani – ribadisce il sindaco –. Puntiamo a far sì che le nuove generazioni abbiano a disposizione gli strumenti culturali necessari per costruire un domani migliore per essi e per la società in cui operano». Nel complesso il Piano scuola del Comune di Tula prevede una spesa di 50 mila euro. «Così agendo – conclude il primo cittadino – abbiamo pensato di concorrere a contrastare lo spopolamento in atto nelle piccole realtà rurali dell’interno qual è il nostro centro, nel contempo fornendo un congruo sostegno economico alle famiglie»
 

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