Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 July 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 30 luglio 2015 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
LA RETE. Nessun taglio, qualche declassamento. Arru: spenderemo 134 milioni in meno
OSPEDALI, L'ERA DEL RISPARMIO
Due grandi centri a Cagliari e Sassari. Spariscono 64 primari
La sanità pubblica non si paga, il sistema sanitario invece costa, e tanto. Non è un caso che in Consiglio regionale sia nata (alla fine di varie vicissitudini) una commissione d'inchiesta sulle spese della sanità che, ogni anno, interessano circa la metà del bilancio. Anche la Giunta fa la sua parte, con la riorganizzazione della rete ospedaliera sarda (che resterà tale anche quando saranno riformate le Asl): deliberata provvisoriamente e illustrata ieri dal governatore Francesco Pigliaru e dall'assessore Luigi Arru.
 RISPARMI Il piano - tra razionalizzazione delle strutture, riduzione di posti letto per acuti e aumento per i post acuti, e taglio di 64 primariati - consentirà un risparmio per il triennio 2015-2018 stimato in 134 milioni di euro. Cifra destinata a crescere, grazie ai tagli su spese farmacologiche e derivanti dalla riorganizzazione amministrativa, fino a 254 milioni. Ovvero, la quasi totalità dell'attuale disavanzo della sanità, stimato in circa 300 milioni di euro.
LA RETE La novità principale riguarda la razionalizzazione delle 31 strutture ospedaliere pubbliche attuali attraverso la creazione di due hub principali, con ospedali di secondo livello - cioè il più avanzato - che serviranno 600mila abitanti e con alte specialità, a Cagliari e Sassari: nel primo caso l'azienda Brotzu con Microcitemico e Businco, nel secondo l'Azienda ospedaliera universitaria sassarese e il Santissima Annunziata.
Ci saranno poi sette ospedali di primo livello per aree con una popolazione di 160mila abitanti: Olbia, il San Francesco a Nuoro (ma rinforzato con più servizi), Oristano, San Gavino, il Sirai di Carbonia, il Policlinico Casula di Monserrato e il Santissima Trinità di Cagliari. Restano cinque presìdi di base: Alghero, Ozieri, Tempio, Lanusei (anch'esso rinforzato) e Iglesias. A questi si aggiungono quelli di sede disagiata (perché servono più di 60 minuti per raggiungere un hub) di Sorgono, Isili e La Maddalena, oltre agli ospedali di comunità di Ozieri, Ittiri, Thiesi, Bosa e Ghilarza. I presìdi ospedalieri privati (compreso il futuro Mater di Olbia) sono 11. «La nuova rete - ha spiegato Pigliaru - punta a un servizio di qualità per il paziente-cittadino. Non solo restituisce territorialità alle cure evitando la migrazione sanitaria, ma aumenta le probabilità di successo nella risoluzione del problema».
I POSTI LETTO L'altra rivoluzione riguarda il numero dei posti letto. È previsto un taglio del 13,2% di posti per acuti (circa 600 posti letto su 5.527) ed un incremento del 165% di posti letto per post-acuti che passano dagli attuali 374 a circa 980. Attualmente la rete ospedaliera può contare su 5.901 posti letto complessivi (di cui 5.527 per acuti e 374 per post acuti). «Lo scopo - ha detto il presidente della Regione - è quello di trattare in ospedale i casi più complessi e in poco tempo». «Vogliamo ricondurre a 3,7 posti letto per mille abitanti l'attuale situazione in un percorso circolare integrato», ha aggiunto Arru.
MENO PRIMARI La nuova ripartizione dei posti letto ha effetto anche sul numero dei primariati: «Il regolamento della salute prevede che vi sia una struttura complessa, cioè un primariato, ogni 17,5 posti letto», spiega Arru: «Noi abbiamo un eccesso di primariati, e secondo i nostri calcoli ce ne dovranno essere 64 in meno».
Anche il taglio delle strutture complesse contribuisce, secondo Pigliaru, «all'intento di rientrare negli standard nazionali di maggiore eccellenza, migliorando l'efficienza del sistema nel suo complesso: ciò significa mirare all'appropriatezza dei ricoveri, evitare sovrapposizioni e ripetizioni di prestazioni negli ospedali, e garantire la specializzazione dei vari interventi».
Roberto Murgia
 
 


2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 30 luglio 2015 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
San Giovanni
Interventi in 3d sulla cataratta e sulla retina
Dopo l'eccezionale trapianto di epitelio pigmentato, un'altra tecnica rivoluzionaria per l'oculistica e il San Giovanni di Dio è il primo ospedale a tagliare il traguardo: interventi in 3D sulla cataratta e sulla retina, senza ausilio del microscopio, ma guidando gli strumenti chirurgici semplicemente guardando un maxi schermo in sala operatoria. Ieri la prima, eseguita dall'equipe di Enrico Peiretti, responsabile del Centro di retina medica del San Giovanni di Dio. Altri interventi sono stati eseguiti anche dal direttore della Clinica oculistica dell'Azienda ospedaliero universitaria, Maurizio Fossarello, e da Marco Mura, docente all'Università di Amsterdam. «Si tratta di un'altra giornata importante per la nostra struttura», dice il commissario straordinario dell'Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentino. «Ci confermiamo centro di alta specializzazione. Con i nostri presidi del San Giovanni e del Policlinico di Monserrato ormai siamo un punto di riferimento per la sanità sarda e nazionale».
 
 
 


3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 30 luglio 2015 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
IL CASO. Denuncia di Capelli (Cd) dopo le risposte del ministro dell'Istruzione Giannini
«Borse di studio, solo bugie»
Medicina: la Giunta aveva già deciso di non dare altre risorse
No, non era una dimenticanza. E neppure un errore nell'indicazione dei fondi da utilizzare. Niente di tutto questo: la Regione semplicemente ha deciso di non finanziare le borse di studio per i medici e lo ha comunicato per tempo al ministero dell'Istruzione.
«A causa della mancanza di risorse da destinare» agli specializzandi, da Viale Trento hanno annunciato al ministero che non sarebbero stati pagati i «contratti di formazione specialistica medica aggiuntivi rispetto a quelli statali». La nota è del 13 aprile, con oltre un mese d'anticipo sul decreto ministeriale che ha stabilito il numero delle borse e ben prima delle polemiche scoppiate tra maggio e giugno, dopo l'inutile tentativo di fare marcia indietro.
 IL RACCONTO DEL MINISTRO L'ennesima smentita alle dichiarazioni ufficiali arrivate dalla Regione sull'argomento ha la firma del ministro Stefania Giannini, che ieri a Montecitorio ha risposto a un'interrogazione del deputato del Centro democratico Roberto Capelli, il primo a segnalare la grande beffa per gli aspiranti medici sardi lo scorso 28 maggio. In quella data si poteva ancora fare qualcosa: il giorno dopo altre Regioni hanno chiesto la modifica del bando per correggere piccoli errori materiali nella distribuzione delle borse. I giochi, in teoria, sono rimasti aperti fino al 3 giugno, data di apertura delle iscrizioni.
 LE NOTE L'assessorato alla Sanità invece ha scritto al ministero solo il 4 giugno: «È evidente che non sono pervenute al ministero congrue comunicazioni ufficiali dalla Regione Sardegna entro i tempi utili», ha spiegato il ministro Giannini. Poi è arrivata una seconda richiesta da parte del presidente della Regione Francesco Pigliaru, in cui «da ultimo si chiedeva una proroga del termine, ormai ampiamente scaduto, per il reperimento delle risorse per finanziare i contratti aggiuntivi di formazione specialistica».
 DIMISSIONI Roberto Capelli parla di «bugie e atti che smentiscono incredibilmente altri atti dello stesso ente» e chiede le dimissioni dei responsabili: «Tutto questo è gravissimo e non potrà rimanere senza conseguenze».
 LE MOTIVAZIONI Una volta accertata la mancanza di borse di studio aggiuntive per gli specializzandi sardi, la Regione spiegò di aver sbagliato la copertura finanziaria: per errore vennero indicati dei fondi di provenienza europea (un milione di euro), vincolati - questa la giustificazione data - in realtà per altri utilizzi, incompatibili con i contratti dei medici. Poi, il 29 maggio, in un comunicato congiunto di assessorato alla Programmazione e università di Cagliari venne annunciata la soluzione: «Trovata copertura per specializzandi di medicina», sintetizzava trionfale la nota pubblicata sul sito internet della Regione.
 MARCIA INDIETRO Tutto risolto? Macché: pochi giorni dopo la smentita è arrivata dall'ufficio relazioni col pubblico dell'assessorato alla Sanità. «Quest'anno non ci sarà nessuna borsa di studio per gli specializzandi sardi», si sono sentiti rispondere centinaia di neolaureati in medicina.
«Ora, il minimo è pretendere di conoscere il responsabile di tutto questo, e mi chiedo», riprende Roberto Capelli, «se per il mancato pagamento di poche centinaia di euro di Imu abbiamo fatto dimettere il ministro Josefa Idem un paio di anni fa, cosa dovremmo chiedere a chi ha negato il futuro ai medici sardi, prima mentendo e poi smentendosi così incredibilmente?».
 LE PROVE Una beffa per i circa 300 medici sardi che proprio in questi giorni stanno sostenendo le prove del concorso nazionale per l'accesso alle scuole di specializzazione. Le borse in Sardegna saranno 236 (questi i dati comunicati dalla Regione) ma non ci saranno quelle aggiuntive (circa un centinaio, negli anni scorsi) né tanto meno quelle riservate ai nati nell'Isola: una garanzia prevista da una legge approvata in fretta e furia dal consiglio regionale a maggio. Tutto inutile.
 Michele Ruffi
 
 
 


4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 30 luglio 2015 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
CAMERA DEI DEPUTATI. Questa mattina alle 10 a Roma
Decennale Biblioteca di Sardegna
Sarà la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati, a Roma, a ospitare questa mattina alle 10 la celebrazione del decennale della Biblioteca di Sardegna. Due lustri di studio e ricerca che hanno visto l'istituzione con sede a Cargeghe impegnata nei temi della tutela, valorizzazione e promozione delle culture e identità regionali, con 500 pubblicazioni e 600 eventi.
All'appuntamento romano parteciperanno lo storico del diritto Mario Caravale, preside della facoltà di Giurisprudenza dell'Unitelma Sapienza di Roma, e Simonetta Buttò, neo direttrice dell'Istituto centrale per il catalogo unico. Con una nota il Ministro per i beni culturali Dario Franceschini ha rimarcato come «sia doveroso segnalare l'impegno della Biblioteca di Sardegna per l'opera ormai decennale di valorizzazione e promozione accompagnata a quella di custodia e tutela documentaria».
La Biblioteca di Sardegna presenterà la propria attività nel campo della ricerca bibliografica e archivistica e sarà la studiosa Manuela Grillo, funzionario di biblioteca dell'Università La Sapienza, ad annunciare l'uscita di un nuovo lavoro su carte vaticane. (gr.pi.)
 



LA NUOVA SARDEGNA
 

5 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 30 luglio 2015 / Prima pagina
ISTRUZIONE
Le università dell’isola risalgono le classifiche
Sassari e Cagliari volano. Nella classifica Censis-Repubblica l’ateneo del Nord Sardegna è terzo tra 15 sedi nazionali di medie dimensioni. Soprattutto: risale di 2 posti rispetto al 2014. E l’ateneo del capoluogo di regione passa dalla nona all’ottava posizione fra 16 grandi università. Da Roma arrivano giudizi ottimi e i rettori degli atenei sardi sottolineano con soddisfazione questo progresso alla vigilia della nuova stagione. P. G. PINNA A PAGINA 6
 
Sardegna - Pagina 6
UNIVERSITÀ >> LE ULTIME GRADUATORIE
Al terzo e all’ottavo posto nelle liste Censis-Repubblica. Architettura di Alghero sempre prima in Italia per la didattica
ATENEI, SASSARI E CAGLIARI IN RISALITA
di Pier Giorgio Pinna
SASSARI E adesso Sassari e Cagliari volano. Nella classifica Censis-Repubblica l’ateneo del Nord Sardegna è terzo tra 15 sedi nazionali di medie dimensioni. Soprattutto: risale di 2 posti rispetto al 2014. E l’ateneo del capoluogo di regione passa dalla nona all’ottava posizione fra 16 grandi università. Raffronti e polemiche. Esattamente come l’anno scorso di questi tempi, nel periodo in cui gli studenti cominciano a pensare alle iscrizioni basta cambiare gli indicatori di valutazione, rendere l’esame delle stime più approfondita e l'accademia sarda può di nuovo brindare. Perché da Roma arrivano giudizi ottimi: e a ogni modo lontani dai voti poco lusinghieri assegnati a Milano qualche giorno fa dal quotidiano economico-finanziario di Confindustria. Il Sole 24 Ore - basandosi su dati ministeriali rielaborati però su una scala che mette assieme parametri ma non sempre estensibili ovunque in modo omogeneo - aveva infatti collocato Sassari 46esima e Cagliari terzultima in una graduatoria complessiva di 61 atenei statali. Proteste. Fatto che aveva suscitato reazioni nell’isola: «Quei risultati non vengono spiegati, perdipiù sono seguiti da storture derivate dal comparare tutte le università senza tener conto delle dimensioni». Così adesso gli atenei sardi possono tirare un sospiro di sollievo grazie alla rivincita resa possibile dal Censis. Le novità. In quest’ultimo elenco Sassari sale sul podio della sua categoria con un punteggio medio di 95,4 su 110. Le stime prendono in esame tutti i più importanti indicatori di valore. «Delineando così un'immagine altamente positiva per l'ateneo turritano», sottolineano nell’antico palazzo di piazza Università. Alle voci web e servizi Sassari si conferma in linea con la media del suo àmbito. Negli altri tre parametri - borse di studio, internazionalizzazione e strutture - ottiene addirittura giudizi eccellenti: rispettivamente 110, 96 e 110. Voti superiori a quelli di Siena e Trento, prima e seconda in classifica. La didattica. Per quanto riguarda poi l’insegnamento, nel Nord Sardegna il Censis fotografa un contesto accademico ampio, diversificato e saldamente al di sopra della media nazionale in quasi ogni settore, con punte di eccellenza assoluta come il dipartimento algherese di Architettura, che continua a restare così come negli ultimi anni al top in tutta Italia, a prescindere dalle deminsioni degli atenei. Ma anche il gruppo Agrario-Veterinario, Chimico-Farmaceutico e Scienze della formazione entrano tra i primi 10, e in una graduatoria più generale che raggruppa atenei molto più grandi. Le statistiche. Le informazioni contenute in questo nuovo dossier sono estremamente dettagliate, accompagnate da elementi esplicativi che aiutano a comprendere come si è arrivati a certi risultati. La conseguenza positiva risulta subito evidente: lo spaccato dà un quadro in maniera più efficace di altre classifiche. E tutto questo nonostante per la ricerca scientifica - dove esistono parametri di raffronto internazionali di frequente non non sempre confrontabili - si debba in qualche maniera fare un discorso a sé decisamente più articolato. Caso per caso. Ma ecco qualche particolare in più sui criteri utilizzati. I giudizi – è bene ricordarlo – vanno da un minimo di 66 a un massimo di 110. Manca la lode, per il resto si seguono gli stessi voti usati per la laurea. La classifica appena pubblicata tiene conto di sei ripartizioni. Non solo suddivide il "Belpaese dell'accademia" in atenei statali mega, grandi, medi e piccoli. Tiene in genere separati i politecnici dalle altre sedi. E inserisce in un elenco del tutto differente separato le università private. Conclusioni e sintesi. Anche Cagliari vede consolidare alcune sue performance positive rispetto al recente passato, come emerge dal raffronto con gli atenei “concorrenti” se si scorre la precedente classifica Censis del 2014. Supera così Milano Bicocca e altre università di peso. Conquista buoni voti in alcuni settori specifici: in particolare i servizi, le borse di studio e gli scambi internazionali. E ottiene tre punti più per il web. Nelle liste dei gruppi e dei poli scientifici, piazzamenti più favorevoli del 2014 anche nel caso di diversi dipartimenti. Aspetti che contribuiscono a spingere i vertici dell’ateneo del Sud Sardegna verso precise valutazioni: «Tutte le statistiche internazionali dimostrano che a una crescita del numero degli iscritti – in un quadro di risorse costantemente ridotto, come nel caso italiano – non corrisponde un aumento del numero dei laureati. Cagliari non vuole andare in questa direzione. E proprio per questo puntiamo a migliorare molto l’approccio con gli iscritti sin dal primo anno».
 
MARIA DEL ZOMPO:
«Grande attenzione agli studenti»
CAGLIARI. «Questa classifica dimostra che Cagliari è un ateneo di qualità». Così il rettore Maria Del Zompo (foto). «Certo, dobbiamo continuare a migliorare dal punto di vista della didattica e garantire servizi a più di 26mila studenti – prosegue – Anche grazie ai fondi regionali ed europei, gli iscritti al primo anno troveranno un’università più attenta e pronta a fornire un forte sostegno per studiare con regolarità: dai corsi on line alle biblioteche, dalle opportunità internazionali alla crescita nella cultura di impresa. Avremo poi l’immissione di un nutrito gruppo di giovani ricercatori, nonostante il taglio di risorse governative. Per i ragazzi sardi vogliamo essere un ascensore sociale. Infine – è un dato che non figura mai nelle graduatorie – il nostro è tra i primi atenei in Italia per il sostegno agli studenti diversamente abili, aspetto di cui siamo orgogliosi».
 
CARPINELLI
«Ora è certificato: siamo tra i migliori»
SASSARI. Il rettore dell’ateneo, Massimo Carpinelli (foto), commenta soddisfatto i risultati della classifica Censis: «Questa valutazione, una delle più accreditate e imparziali oggi disponibili, riconosce il valore del nostro ateneo e dà la misura di quello che siamo riusciti a ottenere grazie all'impegno di tutte le componenti dell'università. Nonostante le difficoltà oggettive dovute ai tagli che hanno colpito e colpiscono il sistema accademico, il Censis certifica che riusciamo a offrire un'esperienza universitaria di primo livello. Da noi uno studente non solo non deve vivere la sua scelta come un ripiego, ma rispetto ai coetanei sparsi per l'Italia avrà molti vantaggi in più: ottimi servizi, una didattica ritagliata su misura d’interessi e prospettive di lavoro, un orizzonte aperto su tutto il mondo, grazie a borse di studio cospicue, che promuovono una vera mobilità internazionale». «Le famiglie che iscrivono i figli a Sassari possono farlo con la sicurezza di offrire loro il meglio della formazione universitaria oggi disponibile nel nostro paese a una frazione del costo che dovrebbero sostenere in un'altra sede – prosegue il rettore Carpinelli – Le nostre tasse sono infatti tra le più basse d'Italia e siamo in grado di offrire borse di studio a tutti gli iscritti meritevoli o bisognosi.Si sa che nemo propheta in patria, ma è l'ora di superare un certo provincialismo autodenigratorio che immagina il meglio sempre al di fuori della Sardegna. L'università di Sassari è tra le migliori d'Italia: non certo da oggi, ma oggi c'è uno strumento in più che lo certifica».

La Nuova Sardegna di giovedì 30 luglio 2015
 
 
 
6 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 30 luglio 2015 / Sardegna - Pagina 6
Dal 2008 a oggi sottratta agli atenei sardi una montagna di fondi statali: lo rivela Il Sole 24 Ore
I TAGLI PIÙ PESANTI? AL SUD E NELL’ISOLA
SASSARI  In 7 anni, dal 2008 a oggi, le università del Sud hanno perso il 18,1% dei fondi pubblici romani destinati agli atenei (contro il -7,1% del Settentrione d’Italia). Lo rivela Il Sole 24 Ore. Tra le più penalizzate, Cagliari e Sassari. La prima ha oggi una dotazione da finanziamento statale di 109,7 milioni per il 2015. Rispetto allo scorso anno, sulla base dei dati elaborati dal quotidiano economico- finanziario della Confindustria, ha così subìto una sforbiciata di -0,6%. Che diventa però addirittura un -27,1% se la differenza viene fatta guardando al 2008. Sassari conta al momento attuale su un finanziamento statale di 66,8 milioni e registra riguardo al 2014 una differenza percentuale di -1,7 punti. Anche in questo caso, tuttavia, il divario diventa del -24,3% se il paragone è fatto con la situazione di 7 anni fa. Nella graduatoria dei più colpiti dai tagli gli atenei sardi seguono Messina, Palermo e Catania. Cagliari è in quarta posizione negativa. Sassari in settima, preceduta oltre che da quelle quattro università, da Lecce e Roma La Sapienza su un totale di 60 sedi. Tra le meno toccate, Bergamo e il Politecnico di Torino che addirittura vanno in saldo positivo.È comunque l’inflazione che fra 2008 e 2015 si è mangiata oltre il 10% del valore effettivo del denaro. E i motivi di questo trend tanto differente tra Nord e Sud d’Italia? Il quotidiano ne indica alcuni. Come la spending review con effetti a cascata derivanti dalle modalità di attuazione. E come la crescita di peso delle performance di ogni ateneo nelle valutazioni dei fondi da erogare: “meritocrazia” parametrata sui risultati della didattica e della ricerca, oltre che “efficienza” misurata sulla base dei costi standard.
 
 

7 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 30 luglio 2015 / Fatto del giorno - Pagina 3
Alcune saranno accorpate, in altri casi avranno solo funzioni di prima assistenza dei pazienti
La riforma: risiko delle strutture sanitarie
CAGLIARI Non tagli ma riorganizzazione: è l’imperativo della nuova rete ospedaliera. Ed ecco il dettaglio della mappa. I posti letto. Quelli per acuti, l’esempio più classico sono i reparti di chirurgia, scenderanno da 5.527 a poco più di 4.927. Sono 600 in meno fino a raggiungere il livello ottimale di 3,7 posti letto ogni mille abitanti. L’obiettivo non è lontano, ora il rapporto è di 3,5, ma prima di tutto sarà riequilibrato il tetto dei posti per i post-acuti, cioè i ricoveri dopo l’emergenza. Ebbene, gran parte di quei 600 da una parte finiranno nell’altra, per far salire così il numero dei posti letto post -acuti a poco meno di mille, oggi sono la metà ed è stato questo finora uno degli handicap dell’attuale rete ospedaliera. Gli ospedali. L’altro passaggio fondamentale sarà la gerarchia fra gli ospedali. I punti forti del sistema riorganizzato saranno Sassari e Cagliari, con un bacino potenziale di 600mila abitanti ciascuno. Il primo avrà come baricentro l’Azienda universitaria ospedaliera, oggi ancora più forte dopo che ha accorpato il Santissima Annunziata finora amministrato dall’Asl 1. Gli altri presidi satellite, con un bacino di 80mila abitanti per distretto, saranno i due ospedali di Alghero, Civile e Marino, quelli di Ozieri, Ittiri e Thiesi, in cui sarà garantita la prima assistenza ma gli interventi complessi saranno eseguiti a Sassari. Cagliari avrà come centro guida il San Michele-Brotzu, è l’ospedale più grande della Sardegna, oggi un tutt’uno col Microcitemico e il Businco, che da sempre sono il riferimento regionali per la pediatria e l’oncologia. I satelliti saranno: Santissima Trinità, Policlinico universitario, Marino e i distaccati di Muravera e Isili. Deve essere ancora definito invece il ruolo del San Giovanni di Dio, in smobilitazione, e del Binaghi, ex centro di chirurgia toracica. Come nel caso di Sassari, anche nel distretto del Sud-Est: gli interventi complessi saranno eseguiti al Brotzu. In Gallura è stata studiata l’integrazione completa fra le strutture pubbliche, dal Giovanni Paolo II di Olbia al Dettori di Tempio, con l’ospedale privato in costruzione ad Olbia, il Mater. Un discorso a parte per La Maddalena : manterrà lo stesso status perché fa riferimento a una sede disagiata. Nel Nuorese, l’ospedale centrale sarà il San Francesco, che sarà rinforzato nelle strutture e nell’offerta sanitaria per far fronte alle richieste di oltre 150mila abitanti. Le ancelle saranno lo Zonchello di Nuoro, che diventerà un ospedale di comunità con la garanzia ma con un’offerta completa nell’assistenza medica. Sorgono avrà ancora il suo presidio e non poteva essere diversamente visto le difficoltà oggettive nella viabilità. In Ogliastra, il presidio di base sarà sempre Lanusei e nel Medio Campidano è stato confermato San Gavino, che sarà ricostruito. Nell’Oristanese, la mappa ha come epicentro il San Martino, poi Bosa e Ghilarza, che avranno lo status dell’ospedale di comunità. Nel Sulcis-Iglesiente, per le emergenze dovrà esserci l’integrazione fra Sirai di Carbonia e Cto di Iglesias, con da ridefinire il ruolo del Santa Barbara. (ua)


 

8 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 30 luglio 2015 / Sardegna - Pagina 4
SPECIALIZZANDI DI MEDICINA
Roberto Capelli contro la Regione
La Regione Sardegna ha chiesto al Miur di prorogare i termini del bando per le borse di studio ai medici specializzandi, ma l’ha fatto fuori tempo massimo, così tardi che se la richiesta fosse stata accolta «avrebbe provocato uno slittamento della data di espletamento della prove» di ammissione alle scuole di specializzazione in Medicina. «Siamo stati costretti a non recepire il tardivo impegno della Regione» ha spiegato il ministro dell’Università Stefania Giannini nel question time alla Camera in risposta a un’interrogazione del deputato sardo del Cd Roberto Capelli. «Quello che è accaduto in Regione sulla vicenda delle mancate borse di studio a 24 giovani medici sardi specializzandi – dice Capelli – è gravissimo e non potrà rimanere senza conseguenze. Il ministro Giannini ha svelato che la Regione già il 13 aprile, 40 giorni prima della scadenza del termine del 25 maggio, aveva comunicato al ministero di non voler presentare alcuna domanda per le borse di studio perché non aveva soldi. Peccato che dopo aver mentito a me e aver detto al ministero che non c’erano soldi, la Regione il 4 e il 16 giugno ha chiesto al ministro, con altrettanti atti formali, di poter essere reimmessa nei termini per chiedere le borse di studio. Ora il minimo è pretendere di conoscere il responsabile di tutto questo». Il parlamentare punta dritto contro la Regione e pretende chiarezza da parte della giunta.
 
 

9 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 30 luglio 2015 / Sardegna - Pagina 4
Secondo una ricerca condotta dall’università di Sassari la fascia tra 0 e 18 anni è più a rischio
Sclerosi multipla, i giovani sardi i più colpiti
di Luca Fiori
SASSARI Che la sclerosi multipla fosse diffusa in Sardegna molto più che in qualunque altra parte del mondo era risaputo. Ora una ricerca epidemiologica condotta da alcuni studiosi dell’Università di Sassari ha dimostrato che il problema riguarda anche la popolazione tra 0 e 18 anni di età. La novità è contenuta nell'articolo «Epidemiology of multiple sclerosis in the pediatric population of Sardinia - Epidemiologia della sclerosi multipla nella popolazione pediatrica del Nord Sardegna», recentemente pubblicato dal prestigioso European Journal of Pediatrics. Lo studio ha dimostrato che l’isola si colloca, purtroppo, al primo posto nel mondo per incidenza della sclerosi multipla anche in età pediatrica. Un gruppo di ricerca guidato da Stefano Sotgiu, responsabile della clinica di Neuropsichiatria infantile (Azienda ospedaliero universitaria Sassari), ha esaminato cartelle cliniche e ambulatoriali, risonanze magnetiche di tutti i centri neuropsichiatrici, neurologici, riabilitativi territoriali e ospedalieri delle due province di Sassari e Olbia-Tempio, al fine di assicurare la massima completezza dei dati. Sono state prese in considerazione le diagnosi di Sclerosi multipla, di malattia demielinizzante, neurite ottica, mielite trasversa e di Cis (Clinically isolated syndrome) ritenuta a tutti gli effetti l'esordio della Sclerosi multipla, riferite a bambini e ragazzi entro i 18 anni di età, nell'arco temporale che va dal primo gennaio 2001 al 31 dicembre 2013. I dati sono stati riportati alla popolazione pediatrica di riferimento di entrambe le province al fine di calcolarne i tassi di prevalenza e di incidenza. I risultati mostrano un'incidenza annuale di nuovi casi pari a 2-3 volte superiore al resto del mondo: 2,85 per la Sclerosi multipla definita e 0,68 per la CIS: complessivamente sono quindi 3,5 i nuovi casi ogni anno per ogni 100.000 ragazzi e ragazze nelle due province di Sassari e Olbia-Tempio. La prevalenza totale è pari a 33,3 casi di Sclerosi multipla definita o iniziale per ogni 100.000 ragazzi. Questi numeri allarmanti superano di 2, e in alcuni casi anche di 3 volte, i dati riscontrati in altri Paesi nei quali la medesima analisi è stata effettuata: Olanda, Germania, Usa e Canada. «La Sclerosi multipla è una malattia cronica infiammatoria autoimmune del sistema nervoso centrale che affligge tipicamente giovani-adulti ma anche bambini e adolescenti – spiega Stefano Sotgiu - dopo i traumatismi della strada, la sclerosi multipla è la più importante causa di disabilità nei giovani». Del team di ricerca fanno parte anche Silvia dell’Avvento, Ica Manca, Giovanni Sotgiu e Alessandra Sotgiu.
 
 
 

10 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 30 luglio 2015 / Cagliari 24 ore - Pagina 9
i La banda larga arriverà anche all’Ersu La banda larga sarà estesa anche all’Ersu di Cagliari. L’ha deciso la Giunta regionale, su proposta dell’assessore agli Affari generali Gianmario Demuro. Il progetto da due milioni di euro è finanziato con risorse comunitarie del Por-Fesr 2007-2013 e approvato dalla Giunta regionale. L’intervento riguarda i territori di Cagliari, Sassari, Carbonia e Lanusei.
 
 

11 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 30 luglio 2015 / Sassari - Pagina 27
Secondo l’Ente i fondi per le residenze universitarie riguardano l’ex Fondazione Brigata Sassari e l’area San Lorenzo
NICOLA SANNA: “C’è un’intesa ad alti livelli in via di definizione e il progetto che riguarda la struttura militare di piazza Castello andrà in porto
SASSARI  Si parla sempre di Brigata, ma non di caserma. E soprattutto continua il giallo sulla futura localizzazione della Casa dello Studente. L’Ersu e il Comune, a proposito della delibera regionale, hanno due interpretazioni differenti. La versione dell’Ersu. L’errore nella delibera di giunta regionale sembrerebbe banale, ma secondo L’Ersu ha generato un enorme equivoco . I finanziamenti Cipe rimodulati dalla Regione per le case dello studente sono indirizzati sull’ex Fondazione Brigata Sassari di via Carlo Felice, e non sull’ex caserma Lamarmora di Piazza Castello. Anzi, secondo quanto risulta all’Ersu, per ora non c’è alcuna traccia nè di fondi e nè di progettualità concrete per trasformare l’ex caserma in residenza universitaria. L’equivoco. Il qui pro quo nascerebbe da una imprecisione nel testo: «ex caserma Brigata Sassari», al posto di «ex Fondazione Brigata Sassari». L’ex Fondazione Brigata. Quest’ultimo è un edificio realizzato nel 1920, abbandonato dal 1986 e dal 2007 di proprietà dell' Ente universitario. «Lo scorso 23 luglio – spiega l’Ersu – la commissione di gara ha provveduto all'aggiudicazione provvisoria dei lavori alla Mario Ticca srl di Sassari e Buccellato di Cagliari». Il cantiere aprirà a settembre e l'impresa avrà a disposizione 24 mesi per terminare l’opera. Le prime risorse per l'acquisto e la ristrutturazione della fondazione Ex Brigata Sassari, corrispondenti a 4.115.645,03 erano state confermate nel 2006 attingendo ai fondi per edilizia residenziale pubblica. Nel 2008 era poi arrivato il cofinanziamento della Regione con altri 3 milioni di euro. Ma i fondi non erano ancora sufficienti per coprire i costi della vasta riqualificazione progettata dall'Ente. Per questo motivo l'Ersu partecipò a fine luglio 2011 al bando nazionale del Miur, ricevendo un ulteriore finanziamento di 2.608.783 euro da aggiungersi alle risorse dell'Ente già disponibili per questo progetto per un totale complessivo di 9.724.428,03. La delibera regionale. Martedì la Regione ha deliberato per il lavori di ristrutturazione della ex Brigata Sassari un finanziamento Cipe di 3 milioni euro in sostituzione del finanziamento regionale conferito nel 2008, dello stesso importo, al momento non più disponibile. E questo sarebbe il primo passaggio. L’area San Lorenzo. Il secondo step si attuerà attraverso la realizzazione di una nuova residenza nell'area di san Lorenzo con 290 posti letto e servizi accessori per un costo di realizzazione di 20.500.000 euro. E questi sono i due progetti che possono far mettere in cassaforte i soldi in scadenza del Cipe, senza pericolo di perderli. Un totale di 365 posti letto, che secondo l’Ersu soddisferebbero in pieno l’esigenza abitativa degli studenti universitari. La versione del sindaco. Il sindaco Nicola Sanna invece resta più che convinto sulla fattibilità del progetto della caserma Lamarmora. «C’è un intesa che si sta definendo, c’è un’interlocuzione con Roma ad alti livelli, c’è l’accordo con la Regione. E la residenzialità studentesca diffusa a Sassari si articolerà in tre poli: il primo è San Lorenzo, per il quale sono stanziati 20 milioni di euro. Il secondo è la caserma Lamarmora di Piazza Castello, per la quale occorreranno 16,5 milioni euro. E infine l’ex Brefotrofio di via delle Croci. I soldi, che non sono in scadenza, arriveranno successivamente dalla Regione attraverso il Fondo di coesione e sviluppo per le aree sottosviluppate. Quanto alla ex Fondazione Brigata Sassari, si tratta di una partita che sta portando avanti l’Ersu, e che esula dall’intesa in via di definizione».

 

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