Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 July 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Oggi al Search
Informazione nella Grande Guerra
 
Questo pomeriggio a partire dalle 17.45, la sala conferenze del Search (largo Carlo Felice 2), ospita l'iniziativa “Il diritto all'informazione e il racconto della storia: a cent'anni dalla Grande Guerra”: riflessione a partire dal volume “Abbasso la guerra! Neutralisti in piazza alla vigilia della Prima guerra mondiale in Italia”, a cura di Fulvio Cammarano (edito da Le Monnier nel 2015). All'incontro, organizzato dal corso di laurea in Lingue e comunicazione dell'Università di Cagliari, con il patrocinio della presidenza regionale Fai Sardegna e della Fondazione Luca Raggio, interverranno portando il loro contributo Fulvio Cammarano, curatore del libro da cui parte il dibattito, Marco De Nicolò, Maria Antonietta Mongiu e Marco Pignotti. Coordina l'iniziativa lo studioso Gianluca Scroccu.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
A Cagliari prima «Summer school» di macro-economia
UNIVERSITÀ. Partecipano ricercatori e studenti dai cinque continenti: lezioni in inglese
 
Dall'Africa all'Oceania, passando per Europa ed Estremo Oriente. I venticinque allievi partecipanti alla Summer School in Computational Economics, promossa dal Dipartimento di scienze economiche e aziendali dell'Università di Cagliari, sono arrivati dai cinque continenti attratti dal sole, dal mare e da un'offerta didattica di primo livello. Tutti membri della prima scuola estiva di alta formazione in Economia organizzata nel capoluogo e rivolta a studiosi, giovani ricercatori e studenti attivi nel campo della macroeconomia applicata.
«Nell'Isola il format universitario delle summer school non è molto diffuso, nonostante si possa contare su una posizione geografica invidiabile nei mesi estivi», dice Alessio Moro, ricercatore di Economia politica e organizzatore dell'evento, «la facoltà di Economia ha dimostrato invece di poter valorizzare il proprio potenziale scientifico, attirando studenti paganti da tutto il mondo e docenti di livello internazionale».
Le lezioni, iniziate ieri pomeriggio nei nuovi padiglioni della facoltà di Ingegneria di Cagliari, sono state suddivise in due corsi da quattro giorni, per una durata di sedici ore ciascuno. In aula, dal mattino al pomeriggio, la lingua ufficiale è l'inglese, l'unica in grado di far comunicare ragazzi arrivati da Paesi sparsi in tutto il mondo, come Algeria, Armenia, Australia, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Norvegia, Regno Unito e Turchia.
Il primo ciclo di insegnamenti, dedicato alla programmazione e stima di modelli macroeconomici di Dynamic stochastic general equilibrium (Dsge), è coordinato da Cristiano Cantore docente della University of Surrey, nel Regno Unito. Il secondo corso avanzato di Economia e finanza, è diretto invece da Galo Nuño, economista presso la Banca centrale spagnola.
In estate, tuttavia, bisogna anche godersi il meritato riposo e una volta chiusi i libri c'è una città da scoprire. La pagina web ufficiale del corso ha infatti puntato anche sulle attrattive turistiche di Cagliari, presentata agli aspiranti allievi come “The city of sun”, la città del sole. Un punto di forza che ha convinto tanti ragazzi, guidati passo per passo anche nella scelta dei mezzi di collegamento per l'Isola e degli alloggi, tra hotel, bed&breakfast e la Guest house dell'Università in via San Giorgio. «L'evento ha riscosso un ottimo successo di iscrizioni, chiuse in pochi mesi», spiega Moro, «e può diventare il primo passo importante per sviluppare il processo di internazionalizzazione intrapreso dal nostro ateneo».
L. M.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Progetto contro attacchi informatici
INFORMATICA. Un distretto sardo per la sicurezza digitale
 
La creazione di un distretto sardo della sicurezza informatica è l'obiettivo del progetto promosso da Sardegna Ricerche. L'iniziativa sTATA - secure Technologies Against Targeted Attacks, il cui obiettivo generale è la creazione di un distretto di competenze specifiche e avanzate nell'ambito della sicurezza informatica, verrà presentata domani, dalle 9 alle 18, nell'auditorium di Tiscali, a Sa Illetta
Il Security Summit è il più importante convegno italiano sulla sicurezza delle informazioni, delle reti e dei sistemi informatici e per la prima volta fa tappa in Sardegna. L'evento è organizzato dal Clusit - Associazione italiana per la sicurezza informatica in collaborazione con l'Università di Cagliari, Sardegna Ricerche e Tiscali.
Il convegno cagliaritano offrirà l'occasione di approfondire i temi legati alla criminalità informatica con la presentazione del Rapporto Clusit 2015. Saranno inoltre messe in evidenza le sfide più attuali nell'ambito della sicurezza: l'Internet degli oggetti, il cloud e i dispositivi mobili, il sistema pubblico per la gestione dell'Identità digitale (Spid), il nuovo regolamento europeo sulla privacy, la nuova figura professionale del Dpo (Data Protection Officer).
Per informazioni ci si può rivolgere a Patrizia Serra, del settore networking di Sardegna Ricerche (email: patrizia.serra@sardegnaricerche.it; tel. 070/92431).
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
Ecco i campioni delle start-up
Selezionati dall'ateneo sassarese i finalisti della gara per imprese innovative
 
Cinque idee di impresa, quattro minuti per raccontarle, tre settori diversi di attività per le idee “vincenti”: è quel che resta della finale sassarese della Start cup Sardegna, una competizione organizzata dagli uffici per il trasferimento tecnologico delle due Università isolane. Una competizione che mette a confronto proposte di impresa innovative.
Nella finale di Sassari sono state selezionate tre business idea che, ex aequo, si aggiudicano i duemila euro offerti dal Comune di Sassari. Altre due imprese potenziali, pur non vincendo premi in denaro, sono state scelte per partecipare, insieme alle altre, alla finale regionale che le vedrà opposte a quelle selezionate dall'Università di Cagliari. Tutte avranno il supporto di un giovane commercialista per la redazione del business plan.
I primi tre progetti fanno tutti riferimento al settore dell'Ict (Information and communication technology). La prima, D&d (Dish and Drink), si propone come il brooker per eccellenza del social eating , dove confluiranno tutte le app in materia. Sarà D&D tutto ciò che prevede l'offerta di un piatto (dish) e una bevanda (drink) proposti da un padrone di casa a uno o più ospiti. A pari merito si è classificata Kalsyfer, software gestionale dedicato alle aziende del settore retail. La terza, Smart Sensory Box, è un sistema per l'analisi sensoriale.
Di tutt'altro genere le ultime due idee selezionate: Arcolabio è una produzione di filati ecosostenibili, ottenuti da specie botaniche spontanee come la ginestra e da prodotti di scarto di coltivazioni alimentari e non. Infine Trident, che fornisce, basandosi sulla diagnostica per immagini, una diagnosi precoce, tempestiva e con ridotta invasività al fine di intervenire con più successo nell'approccio terapeutico.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Viaggio nel paradiso di Schenk
Natura show nell'oasi lanciata nel mondo dallo zoologo tedesco
MOLENTARGIUS. Una passeggiata per onorare la memoria di un ricercatore che amava l'Isola
 
Si supera uno sbarramento di canne (e di cancelli, forse troppi) e si entra nel paradiso circondato da palazzi e strade. Spettacolo unico, in diretta. Sotto casa. Da ammirare dal vivo. Da quali altre parti del Mediterraneo è possibile vedere una città che si specchia in un miracolo naturalistico di questa portata, protagonisti fenicotteri, cavalieri d'Italia, aironi, garzette, i rari gabbiani rosei? Lo show è una colonia di migliaia di pulcini grigi (in totale sono diecimila), appena nati e protetti dagli adulti, è sa gent'arrubia che si staglia sullo sfondo del Castello di prima mattina e che plana sulla testa dei visitatori e poi sulle acque del Bellarosa. Esibizioni da non perdere anche in una bollente giornata di luglio. Nel ricordo di un naturalista che ha fatto conoscere Molentargius e la Sardegna nel mondo. A tre anni dalla scomparsa di Helmar Schenk, gli amici e l'Associazione per il parco hanno rinnovato l'appuntamento: una passeggiata sui passi dello zoologo tedesco che aveva contribuito in modo determinante a trasformare il bacino maleodorante tra Cagliari e Quartu in un parco regionale. «Un tempo vedevo questo luogo come una terra di desolazione, poi con Helmar ho scoperto un paradiso», ricorda la moglie Mina.
Dalle saline ai canneti, dalla vecchia cava agli oliveti, dall'idrovora del Rollone ai canali, cuore del sistema idraulico. Carlotta e Adriana, guide ambientali, spiegano che questa distesa, 120 mila anni fa, era un grande mare fino a Monte Urpinu, finché 6.500 anni fa si formò la lingua di sabbia (un tempo candida) del Poetto. Vincenzo Tiana ricorda come la storia delle saline sia legata a Cagliari e ai paesi vicini e come Schenk vedesse in ogni vasca salante una nicchia ecologica. Si passa nell'area di Palamontis, dove fu ammassato l'ultimo sale raccolto dai Monopoli: era il 2003, trecentomila tonnellate di granelli bianchi. E ora? Il sale è scomparso, restano una landa desolata e macchinari arrugginiti. Perché non ripartono le saline, perché non si pensa a iniziative (anche private) per utilizzare questo dono del nostro mare nei circuiti turistici legati al benessere?
Si sa che la Regione ha in cassa 20 milioni per riqualificare Molentargius. In tanti chiedono di dare un valore in più al parco regionale, che potrebbe essere un volano di sviluppo e posti di lavoro (all'infopoint manca persino un chiosco-bar).
«Nel Mediterraneo non c'è un'area simile a Molentargius - spiega il biologo Bruno Massa, docente all'Università di Palermo - Ma il parco deve essere più produttivo, anche autofinanziandosi, vorrei vedere più cancelli aperti per i visitatori e più controlli nei punti sensibili». Massa, insieme con Mauro Aresu e Alberto Fozzi, è l'autore del bel libro dedicato al naturalista tedesco “Una vita per la natura”, pubblicato dall'Unione Sarda e dall'Associazione per il parco (un successo in edicola: detratte le spese, una parte del ricavato finanzierà alcune borse di studio).
Tra voli di fenicotteri e richiami d'allarme dei cavalieri d'Italia (quasi un bip-bip antifurto), si parla di Helmar, della sua grande capacità di divulgatore, della necessità di dar vita a una gestione rigorosa ma che punti a una migliore accoglienza, anche per i turisti (una domanda: perché le torrette di avvistamento sono spesso inaccessibili?). Ne discutono Ignazio Cirronis, pioniere del biologico nell'Isola, Franco Saba, esperto camminatore di Iubilantes, Nanni Marras, la console di Germania a Cagliari, Alessandra Bruder, che ricorda come tanti tedeschi si presentino al consolato dimostrando di conoscere l'Isola più dei sardi. Proprio come Schenk, che la Sardegna la girava in lungo e in largo. «Per noi questo è un appuntamento annuale importante - dice Mauro Aresu, ambientalista di Macomer, autore con Helmar del progetto per salvare i grifoni nel Bosano - vogliamo onorare la memoria di un ricercatore che amava l'Isola e l'ha fatta conoscere in tutto il mondo».
Lello Caravano
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
INCONTRO SU MANDOLESI
 
Oggi, alle 17.30, l'aula magna del rettorato (via Università 40) ospita l'incontro su “Enrico Mandolesi a Cagliari (1955-70)”. I lavori sono aperti dal rettore Maria Del Zompo, da Alessandra Carucci, prorettore e preside della facoltà di Ingegneria e architettura, Antonello Sanna, direttore Dicaar. I lavori sono curati da Dicaar. Alla sessione intervengono i professori Pasquale Mistretta, Gianfranco Carrara, Carlo Aymerich, Enrico Corti, Vinicio Demontis e Antonio Tramontin. L'aula magna ospita anche “Mandolesi e il progetto”, rassegna di architettura e urbanistica.
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Nuovi braccianti crescono tra gli studenti universitari 
PARTEOLLA. Preferiscono i campi a lavori estivi in alberghi e ristoranti
 
I nuovi braccianti agricoli hanno il diploma e alcuni di loro studiano per diventare ingegneri, medici e avvocati. Nella terra delle vigne e degli oliveti sono in aumento i ragazzi che, in un periodo di crisi economica generale che pare infinita, per pagarsi gli studi sacrificano le vacanze e lavorano nei campi. In agricoltura, almeno da queste parti, non è difficile trovare lavoro.
NIENTE ALBERGHI Sino a pochi anni fa gli under 30 del Parteolla, così come i loro coetanei della Trexenta e del Cagliaritano, per mettere da parte qualche risparmio utile a pagarsi gli studi cercavano impiego nei villaggi vacanze di Costa Rei e Villasimius. «Il lavoro nei campi è faticoso come quello nei villaggi, ma almeno la sera puoi tornare a casa a riposare», dice Massimo Carta. «Con le aziende che abbiamo a Dolianova basta un po' di buona volontà per sbarcare il lunario», gli fa eco Salvatore Sanna.
Le grandi imprese di Dolianova , Serdiana , Settimo San Pietro e Soleminis spesso si rivolgono alle agenzie interinali per scegliere manodopera giovane valutando i curriculum. Gli stagionali che curano i frutteti (si occupano in particolare dell'irrigazione) e preparano i filari delle vigne per la raccolta dell'uva sono per la maggior parte ragazzi dai 18 ai 30 anni. «È un fenomeno che abbiamo già conosciuto in passato, anni fa però in campagna lavoravano ragazzi e ragazze, adesso quasi esclusivamente uomini», racconta Sergio Zuddas, dipendente della Cantina sociale di Dolianova. Ma c'è un'altra grande differenza con il passato. «Adesso se un viticoltore nel periodo della vendemmia si fa aiutare da un familiare, per esempio da un figlio che frequenta scuole superiori o università, rischia una multa salata perché anche questo è considerato lavoro sommerso», conclude Zuddas.
IL PAGAMENTO Poi sono arrivati i voucher. Si tratta di ticket del valore di 10 euro ciascuno nati per combattere il lavoro nero. Introdotti nel 2008, i voucher ci hanno messo un po' a funzionare. In questi giorni però gli impiegati dell'ufficio postale di Dolianova hanno ricevuto numerose richieste da parte di imprenditori agricoli pronti a offrire lavoro agli studenti con il pollice verde e il portafogli dello stesso colore. Salvatore Saba, 29 anni, da studente-lavoratore è diventato un piccolo proprietario terriero con tanto di partita Iva e incarichi di prestigio nel consiglio di amministrazione della Cantina e nella Copar, la cooperativa di olivicoltori del Parteolla, dove ricopre il ruolo di vice presidente. «Ho studiato agraria al Duca degli Abruzzi, in estate facevo piccoli lavoretti in campagna, adesso ho un'azienda tutta mia di 10 ettari, tra vite e olivo», racconta Saba.
Severino Sirigu
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis (Pagina 26 - Edizione CA)
L'annuncio in un convegno a Bacu Abis: impossibile mantenere due servizi uguali
Mai più neonati a Carbonia Un centro unico per le partorienti, sarà al Cto di Iglesias 
 
«A Iglesias sta nascendo uno stupendo centro nascite e il reparto in costruzione al Cto ha le caratteristiche di primo livello».
REPARTO A dirlo è Gian Benedetto Melis, direttore del Dipartimento di Ginecologia e ostetricia della facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Cagliari, ospite della tavola rotonda “Nascere nella Asl di Carbonia” che si è svolta sabato a Bacu Abis, organizzata dal Collegio delle Ostetriche e Collegio locale Ipasvi, davanti ai vertici Asl, medici, infermieri e ostetriche e amministratori tra cui il sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo e il vicesindaco di Carbonia, Maria Marongiu. Un'iniziativa coincisa con la polemica per la scelta della Asl che, per l'estate, ha stabilito l'accorpamento alternato dei reparti di Iglesias e Carbonia: fino al 6 agosto al Sirai, dal 7 agosto al 7 settembre al Santa Barbara. «Sono rimasto piacevolmente sorpreso da questa notizia - commenta invece Melis che fa anche parte della commissione nazionale per la sicurezza del parto - perché si va verso il reparto unico, nel rispetto di quell'accordo Stato-Regioni del 2010, accorpare non significa risparmiare o dequalificare, ma ottimizzare a vantaggio della salute».
REPARTO AL CTO Affermazioni che dovrebbero fugare i dubbi sulla città in cui dovrà sorgere il futuro centro nascite. E anche se il commissario Antonio Onnis non è così diretto, lascia intendere che il piano della Asl va verso il Cto: «Se Carbonia volesse il centro nascite dovrebbe rinunciare ad altro e non avrebbe senso, per esempio, ripensare al servizio di emergenza-urgenza per il quale sono stati già investiti parecchi soldi al Sirai. Non ho predilezione per una città a scapito dell'altra, ma intendo offrire servizi di qualità in grado di garantire sicurezza». Una cosa è ormai certa: il territorio non può più permettersi di tenere in piedi due servizi uguali. I numeri non lo consentono: le disposizioni ministeriali prevedono la chiusura delle strutture che abbiano un volume di attività inferiore ai 500 parti all'anno o l'accorpamento se si è sotto i 1000. Nel Sulcis Iglesiente, tra i due ospedali, si superano a malapena le 500 nascite all'anno.
LE MAMME A Valentina Farris, 32 anni, originaria di Lodè ma residente a Iglesias, che chiede come dovrà comportarsi per affrontare il parto previsto fra 20 giorni, la ginecologa Loriana Masili (responsabile del servizio del Sirai), risponde: «Cambia lo spazio ma i medici che la seguivano saranno gli stessi e con un'équipe più completa perché composta dal personale dei due ospedali». La giovane commenta: «Sono un po' disorientata perché inizialmente avevo deciso di partorire a Cagliari, ma ho voluto dare fiducia a Iglesias e mi sono trovata benissimo». L'amica che l'accompagna, Valentina Murgia, anche lei in procinto di diventare mamma, aggiunge: «L'idea del reparto unico non spaventa, se garantisce più sicurezza, ma non ci piacciono le notizie che cambiano da un giorno all'altro».
Cinzia Simbula
 
L’UNIONE SARDA
9 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 36 - Edizione CA)
Scoperte
Alopecia: si può guarire?
La sperimentazione di Giovanni Brotzu
 
Una piccola luce si è accesa, per caso, su una patologia per la quale non esistono ancora cure dall'esito certo: l'alopecia. La speranza è ancora in provetta: una lozione che fino ad oggi ha dato risultati eccellenti, ma su un campione ancora limitato. La soluzione messa a punto dall'equipe del professor Giovanni Brotzu, figlio d'arte e chirurgo vascolare di chiara fama, (al padre è intitolato l'ospedale cagliaritano), è stato un piacevole incidente di percorso nell'ambito di una ricerca per la cura della microangiopatia diabetica, che va avanti da quasi 15 anni. Si tratta di un'infusione endovenosa che si è rivelata preziosa anche per la caduta dei capelli. La scoperta firmata dal professor Brotzu, da suo figlio Giuseppe e da tre ricercatori dell'Università di Cagliari (Anna Maria Fadda, Francesca Marongiu e Maria Letizia Manca), è già stata pubblicata sul periodico specializzato Il Dermatologo nel numero di marzo 2015.
Ma cosa c'entra l'alopecia col diabete?
«Stavamo lavorando ad un farmaco per la cura dell'insufficienza vascolare nei soggetti affetti da diabete: la malattia inizia con la caduta dei peli nelle gambe, poi delle papille gustative e nei casi peggiori degli arti. La soluzione che somministriamo per via endovenosa è abbastanza difficile da preparare. Qualche volta restava un po' di prodotto, non sterilizzato, che solitamente si buttava via. Ma un giorno un collega lo ha chiesto per provarlo su un nostro infermiere che stava perdendo i capelli».
Un caso, ma non completamente fortuito: quella soluzione ha comunque qualcosa a che vedere con la caduta dei capelli.
«È noto che la prostaglandina E1 agisce sui recettori delle cellule endoteliali stimolando la crescita di nuovi capillari migliorando le funzioni delle cellule della cute. Produce anche una vasodilatazione di queste che può determinare la guarigione di patologie cutanee e migliorare il flusso ematico del bulbo pilifero».
Quindi non si è stupito più di tanto quando quell'esperimento è andato a buon fine?
«Invece mi sono stupito moltissimo, non ci credevo proprio. Fino ad oggi dell'alopecia non si è capito molto, si va per tentativi. Questo farmaco è un prodotto complesso che ha evidentemente qualcosa in più dei prodotti sperimentati fino ad ora. Io sono uno studioso e per adesso continuo a cercare riscontri, anche se, sinceramente, questi successi mi hanno impressionato molto».
Tra i primi esperimenti c'è stata anche una bambina?
«I bambini solitamente rispondono bene. Quel caso era molto grave, il primo caso serio, che ci ha dato grandi soddisfazioni. Quella bimba oggi è una vera cappellona».
Su quanti soggetti lo avete provato?
«Per ora solo 25, tutti in via di guarigione. Non è facile creare questa soluzione, e comunque non dimentichiamo che questi esperimenti per noi sono un corollario alla ricerca di base. Ma visti i risultati e le richieste, abbiamo già contattato alcune case farmaceutiche per realizzare la lozione e a metterla a disposizione su larga scala».
Che età hanno i vostri pazienti?
«La più anziana ha 66 anni una donna in menopausa: da due anni non perde più i capelli. La più piccola ha 5 anni, è una bimba dolcissima e, come tutti i bambini, terrorizzata dalle iniezioni. L'ho convinta che non le avrei fatto male e finalmente si è lasciata curare. In questi giorni le stanno rispuntando i primi capelli. Ora sto provando il prodotto su soggetti adulti, ma la lozione è quasi finita. Mi auguro che funzioni anche su di loro. Il risultato dipende da tanti fattori, tra cui lo stato di salute del bulbo pilifero che a volte non muore subito». Una fase delicata nella quale sembrano tutti molto cauti, ma pare che questa volta ci siano un bel po'di buoni motivi per sperare. Almeno 25.
Alessandra Raggio
 

LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
Le migliori idee d’impresa si sfidano alla Start cup
Tredici progetti presentati in 4 brevissimi minuti durante la finale all’Università
I cinque vincitori dell’8ª edizione accederanno alla finalissima regionale
 
SASSARI D&D - Dish and Drink, Kalsifer e Smart Sensory Box vincono la finale sassarese della VIII edizione della Start Cup Sardegna. Come sempre carica di energia e tensione ma anche coinvolgente e istruttiva la finale locale Start Cup Sardegna 2015, la competizione tra idee di impresa innovative organizzata dagli Uffici per il Trasferimento Tecnologico delle Università di Sassari e Cagliari, tenutasi a Sassari il 30 giugno 2015. Le 13 idee presentate all’Università di Sassari si sono presentate e sfidate attraverso gli elevetor pitch: 4 brevissimi minuti per raccontare in modo conciso, chiaro ed efficace l’idea e convincere sulla validità della stessa. Tre settori diversi per le 5 business idea che accedono alla finale regionale dove competeranno con le idee vincenti a Cagliari. Ex aequo, vincono la finale locale e si aggiudicano i 2.000 euro in palio offerti dal Comune di Sassari 3 idee di impresa del settore Ict: D&D - Dish and Drink. Il gruppo propone D&D (marchio registrato) come il brooker per eccellenza del social eating, la B&B del social eating, dove confluiranno tutte le app in materia. Sarà D&D tutto ciò che prevede l’offerta di un piatto (dish) ed una bevanda (drink) proposti da un deder (il padrone di casa) ad uno o più diner (gli ospiti). Team: Giuseppe Bertotto, Paola Scano, Maria Rosaria Sabina D'Andrea, Anna Grazia Martulli, Leonardo Corda Milia, Fabrizio Mureddu. Kalsyfer, Nicola La Rocca, Alessandro Ambrosi, Silvana Serra propongono una idea dedicata alle imprese commerciali del settore Retail, Gdo e Do. Si tratta di un software gestionale che fornisce con rapidità e semplicità importanti informazioni alle differenti aree dirigenziali, in modo da adeguare costantemente le politiche commerciali, di marketing e le azioni di management. Smart Sensory Box, l’idea di Carlo Piga e Marco Nieddu è un sistema componibile per l’analisi sensoriale in cui tutti i test sensoriali possono operare in maniera indipendente permettendo al cliente di dotarsi solo dei test di cui necessita e di implementarne la gamma, in funzione delle nuove esigenze, conferendo semplicità e flessibilità al sistema. Si aggiungono le altre due idee di impresa che, pur non vincendo un premio in danaro, come le tre vincitrici, accederanno alla finale regionale e avranno il supporto di un giovane commercialista per la redazione del business plan: Arcolabio. Loredana Cubaiu e Gianfranca Ladu lavorano alla produzione di filati ecosostenibili, ottenuti da specie botaniche spontanee (come la ginestra) e da prodotti di scarto di coltivazioni alimentari e non, e innovativi, utilizzabili sia nella tessitura tradizionale e sia nella fabbricazione digitale. Trident, di Salvatore Costantino e Carmen Fois, fornisce, basandosi sulla diagnostica per immagini, una diagnosi precoce, tempestiva e con ridotta invasività al fine di intervenire con maggior successo in un approccio terapeutico. A ottobre queste cinque business idea competeranno con le cinque selezionate dalla Università di Cagliari. La sfida regionale, infatti, proclamerà i tre vincitori di Start Cup Sardegna 2015, cui spetteranno premi da 8000 euro, 4000 euro e 2000 euro, e possibilità di rappresentare la Sardegna al Tredicesimo Premio nazionale per l'Innovazione (Pni), la fase nazionale della competizione, coinvolge una cinquantina atenei italiani, il Cnr e l'Enea, che si terrà in Calabria. La Start Cup è una competizione come ce ne dovrebbero essere tante: offre formazione gratuita, offre un ambiente protetto in cui mettere alla prova e valutare al meglio la propria idea, offre la possibilità di confrontarsi in un ambiente di eccellenza, competitivo e ultra-dinamico. Per maggiori informazioni www.startcupsardegna.it
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
Sinnova: da Abinsula il cruscotto digitale
Sono nati a Sassari due particolari del prototipo di auto elettrica in esposizione al Salone di Torino
 
SASSARI Abinsula, azienda sarda leader nel mondo automotive-infotainment, è ancora protagonista nel settore. Questa volta ha collaborato alla realizzazione di un prototipo di auto elettrica che rientra negli standard Interactive fully electrical vehicles ed è prodotta dal consorzio Torino e-distric, una rete di grandi e piccole imprese che sviluppa soluzioni di mobilità elettrica in collaborazione con oltre 150 gruppi di ricerca Europei. Un modello del cruscotto esposto in questi giorni a Sinnova 2015. In occasione del Salone di Torino, ospitato tra i viali del Parco del Valentino, in tanti hanno avuto modo di vedere il prototipo in una scenografica esposizione che riporta le automobili tra le persone, riaccendendo la passione per i motori. Sono nati a Sassari due particolari importanti: l’interfaccia grafica del cruscotto e il sistema di monitoraggio dell’energia accumulata. L’auto, ribattezzata “Torino”, è infatti un’ibrida, leggera e sostenibile, elettrica e a energia fotovoltaica alimentata con pannelli solari, disegnata secondo i canoni di armonia. «Il software made in Sardinia – raccontano Pierluigi Pinna e Antonio Solinas, responsabili rispettivamente dell’azienda Abinsula e del progetto – permetterà di controllare lo stato delle batterie, i due motori elettrici, l'energia ricevuta dal pannello fotovoltaico e, al contempo, di visionare il sistema di recupero dell'energia. Interamente digitali il contachilometri e gli indicatori. Il display inoltre è disegnato per avvolgere il guidatore per un'esperienza di guida futuristica». Il prototipo elettrico che vede il coinvolgimento di Abinsula è il frutto dell’attività di ricerca del consorzio “Torino e-district” – nato con la partecipazione di cinque medie e piccole imprese e una più grande, la Bitron, società multinazionale italiana che opera nel settore meccatronico – e che si propone al mercato con la rete di imprese Anifevs. Il prototipo è stato battezzato “Torino” nel 2011. Tre posti, uno davanti e due dietro, ha un'autonomia di 150 km con una batteria a litioioni di 11 kw e consuma 70 Wh al chilometro. La batteria è alimentata anche da celle solari ad alta efficienza, per un'ulteriore autonomia di 20 km.
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 20
simposio internazionale
Il cadmio, uno “sconosciuto” che uccide
 
SASSARI Per parlare di cadmio sono arrivati da 18 Paesi di tutto il mondo: medici epidemiologi, oncologi, igienisti, cardiologi, biologi, biotecnologi, ma anche agronomi, veterinari e botanici. Il cadmio è un metallo estremamente tossico che provoca numerose patologie tra cui alcune letali come attacchi di cuore, cancro e diabete. È un metallo molto utilizzato in agricoltura e nell’industria, quindi è un importante contaminante ambientale. «Il cadmio - ha spiegato Roberto Madeddu, docente di Istologia dell’Università di Sassari e componente del gruppo mondiale di ricerca - è un metallo pesante altamente tossico e cancerogeno anche a basse concentrazioni, che tende ad accumularsi negli organismi viventi e negli ecosistemi». Lo si può trovare come elemento naturale, o dovuto a contaminazione nel terreno, nelle acque reflue e salmastre. Si trova inoltre nelle vernici, nelle industrie, nelle miniere, nei tegami di bassa qualità, nei prodotti agricoli che assorbono il cadmio dal terreno, come riso, legumi, cacao, prodotti vinicoli, prodotti ittici (mitili delle coste), frattaglie di animali (di largo consumo alimentare nella tradizione sarda). È presente anche nelle sigarette e nelle batterie nichel-cadmio, una delle principali fonti di provenienza di questo metallo. Durante il congresso è stata presentata la Isrct, International society research cadmium and toxicology, con sede all'Università di Sassari, presieduta per il prossimo triennio da Roberto Madeddu. «I lavori - dice Madeddu -non hanno interessato solo il mondo scientifico ma soprattutto le aziende, che hanno dato un grosso contributo alla riuscita del simposio, particolarmente interessati alle informazioni emerse dal dibattito e allo stesso tempo si sono costruite le basi per nuove iniziative future. Queste tematiche devono essere affrontate e sviluppate non solo dal mondo scientifico ma da noi tutti, perché ne va della nostra salute. È importante in futuro strutturarsi in modo che la nostra regione si adotti di un piano strategico scientifico perché il futuro passa attraverso, gli alimenti, l'ambiente e la salute».
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 21
sanità
Asl e Aou: «I sindacati
hanno timori infondati»
 
SASSARI Le direzioni della Asl e della Aou rispondono ai sindacati che manifestano preoccupazioni e timori per l’incorporazione dell'ospedale "Santissima Annunziata" con le Cliniche di San Pietro. I sindacati, in una precedente nota, avevano lanciato accuse di scarsa attenzione e mancato confronto da parte dei vertici Aou e Asl. «Risulta incomprensibile la preoccupazione dei sindacati di difendere i lavoratori da procedure definite poco corrette e non trasparenti – replicano le due aziende sanitarie – Nello scorporo si configurano, infatti, casi rigorosamente regolati dalla legge». Per quanto riguarda invece il confronto sui lavoratori, «Il loro passaggio all'Aou sarà infatti regolato dalla legge, che prevede mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento di ramo d'azienda, e non comporterà alcuna modifica contrattuale né alcuna interruzione del rapporto di lavoro, con conservazione dei diritti acquisiti, delle ferie maturate e non godute, dei fondi contrattuali relativi, e di quanto stabilito dai contratti integrativi in essere alla data di trasferimento». Quindi c’è il capitolo modifiche della pianta organica. «Niente esuberi: la dotazione organica complessiva delle aziende non dovrà essere superiore all'ultima dotazione organica, preesistente all'operazione di incorporazione». Infine le direzioni di Asl e Aou si soffermano sulle perplessità circa il mancato confronto con le organizzazioni sindacali. «Sono timori infondati e non giustificati da alcun elemento concreto di criticità. Il documento di scorporo prevede il rispetto puntuale della normativa e la scansione delle procedure di informazione e consultazione previste dalle disposizioni di Legge». E concludono: «Non c'è alcuna intenzione di trascurare la contrattazione del comparto che, ovviamente, sarà condotta nei termini concessi dalla normativa».
 
LA NUOVA SARDEGNA
14 – La Nuova Sardegna
Provincia di Sassari – pagina 24
Studenti di tutta Europa impegnati nella scuola estiva di archeologia
A Mesumundu verranno alla luce le terme realizzate in epoca romana
Siligo, al via gli scavi del villaggio medievale
di Mauro Piredda
 
SILIGO Sono iniziati nei giorni scorsi in località Mesumundu i lavori della quinta edizione della Seam, la scuola estiva di archeologia medievale organizzata dal dipartimento di Storia dell’università di Sassari e dal Comune di Siligo, che la sostiene con la nuova amministrazione guidata dal sindaco Mario Sassu. Partecipano alla campagna di scavo circa 50 fra studenti, laureati, dottorandi e dottori di ricerca in archeologia di 12 università italiane e straniere (Sassari, Pisa, Napoli, Bologna, Barcellona, Madrid, Santiago, Aarhus, Sheffield, Leiden, Salonicco, Poznan), sotto la direzione di Marco Milanese, direttore del dipartimento organizzatore e ordinario di Archeologia Medievale. Nella conferenza stampa Milanese ha parlato del sito «oggetto di scavi archeologici dall’Ottocento ma paradossalmente poco conosciuto, un sito strategico per la storia del Meilogu nel quale leggere modi e tempi del passaggio dal mondo romano a quello medievale». «In quest'area vulcanica - ha proseguito Milanese - le acque termali vennero sfruttate dall’impianto di un complesso termale in epoca imperiale romana (II secolo d.C). Le vicinissime sorgenti di S’Abba Uddi furono captate con un piccolo acquedotto e sfruttate per le terme; ad esse doveva essere associato un tempio delle sorgenti termali, la cui ubicazione è del tutto da identificare. Lo stabilimento termale fu restaurato probabilmente dopo 150 anni circa dalla sua realizzazione (siamo alla fine del III-inizi IV secolo d.C.), fino al suo abbandono che sembrerebbe essere sopraggiunto nel V secolo d.C. In età bizantina, alla fine del VI secolo, le terme furono rase al suolo e i materiali da costruzione vennero riutilizzati per la costruzione della chiesa, voluta da un gruppo aristocratico bizantino insediato in questo territorio. Uno dei temi di fondo della campagna di scavo a Mesumundu è anche quello di far luce sull’insediamento monastico cassinese che nel 1065 - a seguito di una donazione giudicale al monastero di monte Cassino - avrebbe interessato l’area in questione (Santa Maria di Bubalis) e il vicino Monte Santo». Oltre al progetto didattico, la scuola estiva di archeologia medievale ha coinvolto i partecipanti, coordinati dagli archeologi Maria Cherchi, Alessandra Deiana, Chiara Deriu, Gianluigi Marras, Matteo Pipia, Manuela Simbula, Alessandra Urgu, Martina Zipoli, Antonella Bonetto, in un intenso progetto di ricerca archeologica, dedicato alla lettura storico-archeologica dell’importante sito di Mesumundu. Per il sindaco Mario Sassu la quinta edizione della Seam «oltre che dare la possibilità agli studenti coinvolti di operare sul campo con tecniche tradizionali abbinate, da quest'anno, a tecnologie modernissime, consentirà senz'altro una maggior conoscenza del nostro territorio dal punto di vista storico favorendo così un percorso di sviluppo culturale-turistico finora intentato». La campagna di scavo rientra infatti anche nel progetto “Ultra” dell’università di Sassari: «Grazie a questa sinergia - ha concluso Milanese - il rilievo fotogrammetrico generale e di dettaglio ad alta definizione, con l’uso di tecniche innovative, saranno realizzati con droni professionali e con modalità sperimentali».
 
LA NUOVA SARDEGNA
15 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
Isola delle storie, un grande successo
Il festival di Gavoi conferma con i numeri l’interesse per il turismo culturale
 
GAVOI Il Festival Letterario della Sardegna si è concluso domenica con un ottimo riscontro per gli appuntamenti che hanno visto protagonisti gli scrittori stranieri: Joseph O'Connor, Oliver Bottini, Eva Menasse , Jeff VanderMeer, Jhumpa Lahiri e Miguel Bonnefoy. In questa dodicesima edizione fin dal giovedì un crescendo di pubblico ha affollato le strade e le piazze del paese confermando l'interesse e l'affetto della gente per l'Isola delle Storie, che negli anni ha portato in Barbagia migliaia di persone. Ampiamente confermati i numeri del Festival con circa 1.500 presenze agli appuntamenti in piazza Sant’Antriocru – che ha ospitato i cicli di incontri, “Mezzogiorno di fuoco”, e gli appuntamenti serali delle 19.30 e delle 22.30. Le altre piazze – che hanno ospitato gli appuntamenti, “Reading”, “Altre prospettive” e “Luoghi di versi” – hanno tenuto una media tra le 500 e le 900 presenze. Da segnalare, in particolare, anche il netto aumento di pubblico registrato in questa edizione dagli appuntamenti “Dal balcone” che hanno registrato tra sabato e domenica circa 800 presenze. Cresce anche la piazza di Lodine – circa 1.800 presenze quest'anno – con l'appuntamento mattutino di sabato 4, che ha portato per la prima volta al festival Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli. Il paese – circa 360 abitanti – ha gestito l'invasione pacifica del numeroso popolo riversatosi nella bellissima piazza panoramica di San Giorgio per assistere all'incontro, anche grazie al prezioso lavoro delle 25 magliette rosse del paese coadiuvate da alcuni colleghi di Gavoi, che quest'anno ha “arruolato” ben 220 volontari. Molto apprezzato dal pubblico anche il momento dedicato a “Repubblica Nomade” e al suo Cammino a cuncordu che ha concluso proprio a Gavoi, un percorso a piedi attraverso la Sardegna e le sue realtà. Successo anche per la serata inaugurale e la terza edizione del progetto musicale Concerto per l'Europa a Gavoi che ha confermato l'intenzione dell'Isola delle Storie di essere una manifestazione sempre più attenta ad altre culture. Da ricordare il Preludio di Giugno che ha anticipato il Festival con Stefano Benni e il recital su “Un anno sull’altipiano”. Infine, grande attenzione del pubblico anche per le mostre del Man, Museo di Arte Contemporanea di Nuoro, la mostra fotografica di Roberto Mulas e la terza edizione di “Raccontami la tua impresa” nato da una collaborazione tra L’Isola delle Storie e la Camera di Commercio di Nuoro . Seguitissimi anche i canali social del Festival con oltre 12.000 follower.

Questionnaire and social

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