Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 June 2015

RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO


L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 51 - Edizione CA)
Neo dottori in piazza: «Un successo collettivo»
SASSARI. Lauree nel cuore della città per cinquecento ragazzi
 
«Se tutti scappiamo, questa nostra isola non avrà più la possibilità di rialzarsi. E se non ci crediamo noi giovani, chi ci crederà?». Quattro anni fa Chiara Venditti ha ricevuto il Premio Alfieri del Lavoro destinato ai 25 diplomati più meritevoli d'Italia. Per lei erano spalancate le porte di qualsiasi facoltà di Giurisprudenza, ma ha scelto di iscriversi nell'Università di Sassari. E si è laureata in soli tre anni. È stata la ventiduenne sassarese a rappresentare i 500 neodottori che ieri sera in piazza d'Italia hanno ricevuto la pergamena davanti a familiari, amici e curiosi. Reinterpretando una tradizione anglo-sassone, l'Ateneo turritano ha voluto chiudere la sessione dei laureati dell'anno 2013/14 con una cerimonia aperta a tutti nel salotto della città. Palco in cima alla scalinata che porta al Palazzo della Provincia, tappeto rosso e sottofondo jazz. Tutti in piedi per l'ingresso del Senato Accademico in toga, preceduto dal rettore in ermellino, sulle note del coro universitario. E in prima fila i neodottori: più eleganti le ragazze, tacchi e abiti neri; più camicie che giacche per i ragazzi. Tutti però col “tocco” nero in testa, che hanno potuto gioiosamente lanciare in aria al termine della serata.
IL RETTORE Nel discorso inaugurale il magnifico rettore Massimo Carpinelli ha provato a rispondere alla domanda delle domande: «A cosa serve studiare? L'istruzione è libertà. È emancipazione. Lo studio e la cultura fanno di noi uomini e donne liberi, cittadini consapevoli. Un laureato trova più facilmente lavoro a parità di condizioni e i ricercatori italiani fanno ricerca più e meglio dei loro colleghi, nonostante le risorse esigue». Ha poi sottolineato che dietro una laurea c'è un successo collettivo: degli studenti, delle famiglie, dell'Università e in fondo di tutta la società che dimostra ancora vitalità. Un laureato è un'occasione da cogliere. L'ateneo turritano ha sfornato 500 giovani preparati: avvocati, medici, agronomi, architetti ed esperti in urbanistica, chimici e farmacisti, veterinari, botanici, insegnanti e tante altre competenze che possono aiutare la Sardegna a uscire dalla paludosa crisi economica. Sono stati chiamati per nome, uno per uno, in ordine alfabetico di Dipartimento. Quindi l'allegro rompete le righe, con immancabile ingresso dei goliardi, per festeggiare nei bar ed esercizi cittadini che per l'occasione hanno praticato prezzi di favore.
Giampiero Marras
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 55 - Edizione CA)
Musei Civici
Uno sguardo al glorioso passato nel nuovo progetto per Cagliari
I segni del Contemporaneo per una rinascita artistica 
 
C 'è stata una stagione in cui Cagliari ebbe un ruolo da protagonista nel mondo dell'arte contemporanea. La si colloca generalmente nel decennio 1965-1975, ma la definizione è complessa.
L'Università, la Galleria comunale (di cui era direttore Ugo Ugo), gli studi e i laboratori degli artisti furono allora protagonisti di un dibattito che sfuggiva agli spazi convenzionali, tendeva a un esasperato sperimentalismo e aveva carattere trasversale. Investiva la filosofia - la cattedra di Estetica era di Gillo Dorfles -, la psicologia, la scienza e la politica. Fu Corrado Maltese, docente di Storia dell'arte medievale e moderna all'Università di Cagliari dal 1959 al 1967 e preside della Facoltà di lettere, la personalità che favorì la temperie culturale. Anche Salvatore Naitza e Marisa Volpi Orlandini ne furono animatori. Vi si affacciarono Mario Ciusa Romagna e Giovanni Lilliu.
Da quel fermento nacquero Studio 58, Gruppo Transazionale e Gruppo di Iniziativa democratica, sodalizi di artisti impegnati nella ricerca di linguaggi capaci di svecchiare la tradizione e tagliare completamente col figurativo. La mostra “Materiali per un centro di arte contemporanea”, inaugurata nel 1975 alla Galleria comunale, documentò gli esiti della ricerca.
Quello straordinario periodo è pronto a rivivere e a rimettersi in mostra grazie al progetto “Sotto il segno del Contemporaneo” che, già in fase di realizzazione e inserito nelle iniziative legate a “Cagliari, capitale italiana della cultura 2015”, vedrà pienamente luce entro la primavera del 2016.
Oggi come allora nasce da un lavoro polifonico che coinvolge istituzioni e artisti. Oggi come allora intende uscire dagli spazi chiusi e deputati all'arte per raggiungere un pubblico ampio, non solo quello degli appassionati.
L'iniziativa è stata presentata nel Palazzo di città a Cagliari - tra tele e opere di quella stagione e davanti a molti degli artisti che ne furono protagonisti - da Enrica Puggioni, assessore comunale alla Cultura, Anna Maria Montaldo, direttrice dei Musei civici della città, da Francesca Ghirra, presidente della commissione comunale Cultura, Maria Luisa Frongia, docente di Storia dell'Arte Contemporanea all'Università di Cagliari, Rita Ladogana, ricercatrice nello stesso Ateneo e per la stessa disciplina e da Marzia Marino, storica dell'arte dei Musei civici.
Rappresentanti di istituzioni e studiose della disciplina hanno evidenziato i comuni obiettivi. C'è quello scientifico, che mira a storicizzare il fertile periodo artistico e a collocarlo correttamente all'interno della critica nazionale. Ci sono poi quelli che investono una prospettiva più ampia e hanno carattere divulgativo. Il museo - ha sottolineato Anna Maria Montaldo - «vuole uscire fuori dalle mura. Così da essere non solo attrattore di pubblico e artisti ma anche attivatore di processi». Sui «processi di dialogo tra territorio, comunità e museo» e sulla possibilità di «utilizzare spazi non convenzionali per la valorizzazione dell'arte contemporanea» hanno insistito anche le rappresentanti dell'amministrazione comunale.
L'esperimento dell'Artoteca realizzato nel borgo Sant'Elia lo scorso maggio in occasione di Monumenti aperti è il modello da ampliare.
Negli anni di Maltese, Ugo, Dorfles, Naitza, Volpi Orlandini e degli artisti che ebbero modo di rapportarsi con le correnti nazionali e internazionali, «la vivacità culturale - ha sottolineato Maria Luisa Frongia - era straordinaria, non era una cultura chiusa nell'ambito dell'arte ma aperta».
Possibile che per contagio e a distanza di anni Cagliari possa rinascere quel fermento?
Critico Tonino Casula. Fondatore del Gruppo Transazionale, ha preso parte insieme ad altri rappresentanti della stagione artistica (Rosanna Rossi, Igino Panzino e Luciano Muscu), alla presentazione del progetto. Corrado Maltese non c'è più, la stagione delle grandi battaglie ideologiche è tramontata, «abbiamo lasciato alle nuove generazioni un mondo terribile». E poi - gli ha fatto eco Igino Panzino - «l'arte allora era forma di espressione del pensiero, oggi è merce». Il dibattito (da qui alla prossima primavera) è aperto.
Manuela Arca
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 23
LAUREE IN PIAZZA
Verso il cielo volano 500 tocchi
Nel salotto cittadino si sono ritrovati gli studenti con il rettore e i docenti per festeggiare il grande traguardo
MASSIMO CARPINELLI E ora non pensate che il “pezzo di carta” sia inutile: ha un valore inestimabile, l’istruzione significa libertà, emancipazione
di Vincenzo Garofalo
 
SASSARI Alle 19 e 30 in punto il cielo sopra piazza d’Italia si oscura per una frazione di secondo, invaso da cinquecento berretti neri e scosso da un urlo assordante che sa di gioia e liberazione. Sono i tocchi lanciati per aria dai nuovi dottori dell’Università di Sassari al termine della cerimonia, tutta musica e sorrisi, che l’Ateneo ha organizzato nel salotto buono della città per consegnare ai suoi studenti i diplomi di laurea guadagnati con il sudore delle meningi. Una grande festa in stile stelle e strisce voluta dal magnifico rettore Massimo Carpinelli e accolta un po’ con stupore e un po’ con divertimento dalle centinaia di dottori in erba.
Uno sforzo deciso sì per premiare gli studenti, ma soprattutto, come nelle migliori azioni di marketing, per rilanciare l’immagine pubblica di un’Università che soffre la sua condizione di piccolo Ateneo e vorrebbe con ogni mezzo aprirsi il più possibile all’esterno e arrestare così l’emorragia d’iscrizioni che negli ultimi anni accomuna molte strutture universitarie in tutta Italia. La giornata delle “Lauree in piazza”, una vera novità per Sassari, è stata organizzata nei minimi particolari. L’Ateneo ha pensato davvero a tutto: sconti negli hotel e nei b&b per accogliere gli studenti e lo loro famiglie in uno dei giorni più importanti della loro vita. Parcheggi gratuiti nei sotterranei di piazza Fiume e dell’emiciclo Garibaldi. Riduzioni per lo shopping in molti negozi convenzionati, nel centro della città. E non solo. Un concerto reggae con il gruppo “Train to roots”, che si esibiscono dopo la cerimonia. E, proprio per non farsi mancare nulla in una giornata storica per Sassari, sempre in piazza d’Italia è stato montato un maxi schermo per trasmettere, in diretta, le immagini della partita-scudetto basket fra la Dinamo Sassari e la Grissin bon Reggio Emilia.
Dalle ore 17 i laureati iniziano a presentarsi in piazza d’Italia, dove gli organizzatori consegnano loro il tocco e li fanno accomodare sulle poltroncine distribuite davanti alla scalinata che conduce al Palazzo della Provincia. 1200 seggiole di plastica che si riempiono in una manciata di minuti: 500 sono per i neo dottori, le altre per amici e famigliari accorsi per la festa. La cerimonia si apre con il discorso del rettore, che per l’occasione ha abbandonato il look casual che lo contraddistingue per indossare l’ermellino d’ordinanza. Prima recita i saluti e i ringraziamenti da cerimoniale, poi si rivolge al cuore di quelli che, ancora per pochi minuti, sono i suoi studenti: «Sono stato anche io uno studente e troppe volte ho sentito la domanda, a cosa ti servirà questo pezzo di carta? Vi dico io qual è il valore dell’istruzione: è semplicemente inestimabile, assoluto. L’istruzione è libertà, è emancipazione. La cultura e l’istruzione ci permettono di orientarci in un mondo complesso e in costante evoluzione, ci permettono di farlo in autonomia, senza delegare ad altri le nostre scelte, la nostra libertà». La piazza applaude, ma fra i tanti studenti c’è spazio anche a riflessioni fuori dal coro: «Non siamo entusiasti per questa manifestazione, non ci piacciono le americanate», spiegano Claudia Derosas e Sabrina Ledda, che parlano a nome del Forum delle Associazioni studentesche. «Avremmo preferito restare fedeli alle nostre tradizioni e festeggiare le lauree con la corona di alloro». Ma non c’è molto spazio per le recriminazioni. I dottori sfilano ordinatamente per ricevere i diplomi di laurea, e poi, all’unisono, scoppia l’urlo di gioia che spinge in cielo cinquecento tocchi festanti.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 23
Il record di Chiara: dottoressa in tre anni
Algherese, studentessa in Giurisprudenza, premiata dall’ateneo per il suo eccezionale curriculum
 
SASSARI Primeggiare su cinquecento colleghi non è stato facile, ma Chiara Venditti, 22 anni, algherese, è una ragazza abituata a ricevere onorificenze e a bruciare le tappe. Ieri, insieme con gli altri studenti che hanno lanciato in aria il tocco, ha ricevuto dalle mani del rettore Massimo Carpinelli il suo diploma di laurea. Ma la sua non è una laurea come le altre. Chiara si è laureata in Giurisprudenza con una tesi di diritto privato comparato. Il voto, manco a dirlo, 110 e lode. L’eccezionalità sta nel fatto che Chiara ha concluso il corso di studi quinquennale in appena tre anni. Bruciando le tappe, appunto. Per questo l’Ateneo sassarese durante la cerimonia in piazza ha scelto lei come studente più brillante della sessione di laurea e le ha consegnato anche un premio in denaro: mille euro. Del resto, Chiara Venditti è abituata a emergere nello studio e a conquistare riconoscimenti importanti. Quando ancora frequentava il liceo Manno di Alghero fu selezionata fra i trenta finalisti del concorso letterario nazionale “C’era una svolta”, presieduto niente meno che da Umberto Eco. Ma il suo risultato più prestigioso, se vogliamo tralasciare la laurea appena conseguita con largo anticipo, lo ha assaporato nel 2011. Il 19 ottobre di quattro anni fa la studentessa, ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il titolo di Alfiere del Lavoro. Un titolo onorifico guadagnato sui libri, e arrivato grazie al 100 e lode conseguito con la maturità e con la media del 10 tenuta per tutto il corso di studi liceali. Un curriculum che le è valso addirittura il primo posto nella graduatoria dei venticinque studenti più bravi d’Italia. Oggi con la laurea in tasca e il tocco sulla testa, giura di non essere una secchiona, «ma no, non studio più di due, tre ore al giorno», dice sfoderando un sorriso luccicante di speranze, e ha già programmato il futuro: «Farò la pratica legale qui in Italia, a Milano. Dopo vorrei andare a specializzarmi negli Stati Uniti». E di sicuro, con queste credenziali, non avrà difficoltà ad ottenere altri successi. Come quelli che finora si è ampiamente meritata. (v.g.)

 

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