Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 June 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


 

L’UNIONE SARDA
 

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 23 giugno 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Animali
BLOCCATI I PROGETTI DI RICERCA
Sperimentazione sugli animali, progetti di ricerca bloccati a causa delle procedure per l’approvazione. «In Italia si ostacola il progresso. Chiediamo il rispetto della legge europea, la nostra normativa è eccessivamente restrittiva». Il rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, è la prima firmataria dell’appello rivolto al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. L’adesione è massiccia, alla battaglia partecipano numerosi scienziati e ricercatori italiani. Si chiede la modifica delle linee guida. Anche i ricercatori e i docenti dell’area biomedica dell’Università di Cagliari hanno firmato un documento in cui manifestano «grande preoccupazione per quello che è, nei fatti, un blocco dell’attività di ricerca, che perdura oramai da circa 6 mesi». Il rettore chiarisce: «Ci piacerebbe non ricorrere ai test sugli animali, stiamo già facendo il possibile per evitarlo utilizzando sistemi cellulari e software, tutto il mondo sta operando per ridurre allo stretto necessario questi test di laboratorio e stiamo lavorando per trovare tutti i metodi alternativi possibili. Chiediamo di applicare una legge europea che esiste già». (m.lam.)
 
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di martedì 23 giugno 2015 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
SPECIALIZZANDI. Due mozioni sulle borse di studio
«Medici, si riferisca in Aula»
Ulteriori risorse per consentire ai neolaureati l’accesso alle scuole di specializzazione e una convocazione straordinaria del Consiglio regionale. È il contenuto di due mozioni (primi firmatari, i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia e Udc, Paolo Truzzu e Giorgio Oppi) presentate dal centrodestra sul mancato finanziamento delle borse di studio. In entrambe gli esponenti dell’opposizione chiedono che la Giunta riferisca in Aula quanto prima sugli errori commessi. In particolare sul fatto che l’Esecutivo non abbia rispettato il termine del 25 maggio per la comunicazione al Miur di ulteriori contratti aggiuntivi in deroga. «Da quando sono state istituite nel 1992, la Regione ha sempre finanziato le borse per gli specializzandi», ha detto Giorgio Oppi. In particolare, nella mozione dell’ex assessore alla Sanità sono citati i dati forniti dal Segretariato italiano giovani medici che dichiara i contratti di formazione finanziati dallo Stato insufficienti per i 250/300 neolaureati sardi. Per questo motivo sia Oppi che Truzzu invitano il governatore e l’assessore alla Sanità a «intraprendere adeguati contatti col Miur affinché vengano incluse le borse di studio aggiuntive della Sardegna».
"Non si perda altro tempo - conclude l’esponente di Fratelli d’Italia - e ognuno si prenda le proprie responsabilità. Tutto il Consiglio dovrebbe censurare il comportamento dell’assessore al Bilancio che, benché fosse al corrente della situazione, ha più volte sostenuto di non essere informato dell’assenza di fondi e ha scaricato la responsabilità del mancato finanziamento sul Consiglio regionale». (ro. mu.)
 
 
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di martedì 23 giugno 2015 / Spettacoli e Società (Pagina 43 - Edizione CA)
AGENDA
“Actor Giovane 2015” alle Saline
“A dream from Europa” è il titolo del nuovo spettacolo che la Scuola d’Arte Drammatica di Cagliari presenta domani alle 21 alle Saline di Cagliari. Sul palco il gruppo Scena Erasmus, progetto teatrale e culturale pioniere in Europa con sede centrale nell’Università di Valencia, al quale partecipano principalmente gli studenti Erasmus.
 
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di martedì 23 giugno 2015 / Commenti (Pagina 10 - Edizione CA)
Brotzu-Policlinico: due realtà
COLLABORAZIONE ATTIVA TRA OSPEDALI
Francesco Marrosu
Direttore Neurologia Policlinico AOU Cagliari
Come componente dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari vorrei, a titolo strettamente personale, rispondere alla lettera del dottor Barracca pubblicata di recente sul giornale. Non si tratta di un "diritto di replica" ma di un "dovere d’integrazione". Nell’articolo si manifestava una certa nostalgia del bel tempo che fu dell’ospedale "Brotzu", quasi un’Arcadia della medicina cagliaritana. Da un lato un’Università stracca e con poche idee, dall’altra un Ospedale propositivo, attrezzato con criteri moderni il quale, dato che la natura aborrisce il vuoto, ne aveva preso in gran parte l’eredità morale ed intellettuale. Ora, lamenta il dottor Barracca, il pendolo sembra oscillare dalla parte dell’Azienda Policlinico e quindi, il gioco dell’oca del Destino legge il dado lanciato dal "Brotzu" e lo rimanda al punto di partenza mentre il Policlinico si prepara a gloriosi traguardi.
Naturalmente in questo declino c’è l’incapacità di trovare risorse, la stanchezza , l’avvilimento di non avere giovani all’altezza ecc. Questa la "pars destruens"; appare gracile , sempre nella citata lettera la "pars construens" che vorrei invece, proseguendo e precisando il pensiero del dottor Barracca, proporre. Intanto il "Brotzu" è vivo e vegeto. Le collaborazioni che abbiamo, ad esempio, tra il reparto di Neurologia da me diretto e quello gemello diretto al "Brotzu" dal dottor Melis produce continua collaborazione, lavori scientifici e congressi a getto continuo. Anzi, se si considerano i lavori scientifici ed i "networks" nazionali ed internazionali dei due reparti si ha contezza della collaborazione e dell’utilità di essa per il Territorio ed i cittadini, oltre che per impatto scientifico "tout court". Se si prende, ad es., il PUBMED dalla rete (biblioteca dei lavori mondiali con revisione anonima) si scopre facilmente che gli ultimi 10 anni sono stati (almeno in una disciplina leader come la neurologia) molto più produttivi per il Brotzu dei "ruggenti" anni ’80.
Se questo sta succedendo ormai da molto tempo tra le due Neurologie più importanti della Sardegna, può succedere tra altri reparti ed altri Ospedali. In regime di penuria di risorse, direi sommessamente, che tale progetto deve assolutamente trovare il suo modus operandi.


 
5 - L’UNIONE SARDA di martedì 23 giugno 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
SANTISSIMA TRINITÀ. Ecco come funziona la protesi per combattere la disfunzione erettile
Rivoluzione sotto le lenzuola
I gravi problemi di erezione risolti da un impianto idraulico
Quando neanche le pillole colorate sono sufficienti a riaccendere i fuochi sotto le lenzuola, non rimane che un’alternativa: la protesi peniena. La disfunzione erettile causa riflessi pesantissimi sulla vita lavorativa e sociale di centinaia di cagliaritani. Un problema che al Santissima Trinità trattano come una patologia da combattere a tutti i costi. Per questo la Asl, due mesi fa, ha deliberato un affidamento diretto da 700 mila euro a un’azienda emiliana venditrice di sistemi idraulici che - raccontano leggende metropolitane - avrebbero assicurato prestazioni eccezionali anche a politici di primissimo piano.
All’ospedale di Is Mirrionis, l’équipe del professor Antonello De Lisa è l’unica in Sardegna in grado di eseguire l’intervento che riaccende la vita a molti uomini senza far spendere un centesimo. La spesa dell’operazione è interamente coperta dal Servizio sanitario nazionale. Un dettaglio che attira in città pazienti da tutta Italia.
MIRACOLO GRATUITO Diabete, malattie circolatorie, fumo di sigaretta, interventi chirurgici per tumore a prostata, vescica o retto. Ecco le principali cause del deficit erettile, una malattia che colpisce chi ha tra i 50 e i 65 anni. Cosa fare in questi casi, visto che in 3 persone su 10 il Viagra o il Cialis non funzionano, proprio perché mancano una funzionalità residua dei tessuti e i collegamenti nervosi con il cervello? De Lisa - raggiunto nel suo studio universitario - vorrebbe parlare d’altro. E punta tutto sull’aspetto economico e sociale. «Siamo riusciti a garantire una copertura simile a quella offerta per altri presidi (protesi al ginocchio, defibrillatori), molto più costosi». Settecentomila euro è una bella cifra. «I pazienti vanno tutelati. La salute sessuale è essenziale per una salute normale e consente di essere più sereni nel lavoro e nella vita sociale». Non rimane che il bisturi? «Sì, non resta che impiantare una protesi peniena, irriconoscibile all’esterno. In pratica - spiega De Lisa - installiamo un serbatoio nel basso addome, una pompa nello scroto e due cilindri nel pene. L’erezione si ottiene agendo sulla pompa». E per far tornare le cose a posto? «Basta premere una valvola e il liquido passa dai cilindri al serbatoio». Le differenze rispetto a chi non ha questo tipo di problemi? «Si raggiunge l’orgasmo, ma non l’eiaculazione». Il decorso post operatorio? «La protesi non può essere utilizzata prima di un mese», chiarisce il professore.
PAZIENTI SODDISFATTI «Un paziente romano operato per una prostata radicale, da tre anni non aveva più rapporti sessuali. Dopo l’intervento e il primo rapporto con la moglie - raccontata De Lisa - ha pianto dalla gioia». Quanto costa una protesi? «Circa 12 mila euro». Quante ne impiantate? «Dieci all’anno, altrettanti sono in lista d’attesa». C’è una forbice gigantesca con lo stanziamento della delibera. «Sì, ma sono soldi che arrivano solo quando devono essere utilizzati. Ogni protesi è a misura di paziente e varia a seconda del fascio vascolo-nervoso».
E sul fatto che la fornitura sia stata affidata in modo diretto, senza alcun concorrente, alla società Tegea? «Sono stati determinanti i vantaggi clinici indicati dall’utilizzatore».
Andrea Artizzu
 
 



LA NUOVA SARDEGNA
 
1 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 23 giugno 2015 / Prima pagina
I GIOVANI MEDICI: CI RUBANO IL FUTURO
L’incontro a Sassari: l’ira degli specializzandi per la scarsità dei fondi regionali per le borse di studio
Ultime ore di speranza mail ministero sembra orientato a dire no a nuovi finanziamenti
ALLE PAGINE 2 E 3
 
2 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 23 giugno 2015 / Fatto del giorno - Pagina 2
Dopo la mancata copertura la giunta regionale ha già stanziato altri 600mila euro
Ma a meno di colpi di scena in queste ultime ore sarà difficile che Roma ceda al pressing
SOS SPECIALIZZAZIONI, ALTA TENSIONE
Il Miur orientato verso il “no”
di Pier Giorgio Pinna
SASSARI Tutto in una notte. Ultime ore di speranza per le nuove specializzazioni dei medici in Sardegna. Il Miur sembra fortemente intenzionato a dire no al pressing in extremis della giunta Pigliaru. Ma su questa storia che tiene banco da settimane non c’è ancora la parola fine. Se la risposta sarà negativa, come tanti temono, per quest’anno non ci sarà la possibilità d’integrare su base regionale, con 24 borse di studio mirate da 25mila euro ciascuna, i 194 posti per i giovani medici messi a disposizione nei due atenei sardi su scala nazionale. Primi commenti. Così l’assessore alla Sanità, Luigi Arru, fa sapere che i 600mila euro trovati per questa operazione - se dal ministero non risponderanno in maniera positiva alle sollecitazioni - «saranno destinati a corsi integrativi e tirocini per la preparazione futura». Ma questo vorrebbe dire comunque che per tanti neolaureati sardi il primo anno utile per la specializzazione istituzionale sarà il 2016, e non più il 2015. Mix di risorse. Questi ultimi finanziamenti andranno ad aggiungersi al milione di euro già stanziato una ventina di giorni fa, dopo la prima bocciatura romana dei fondi europei messi sul piatto dalla Regione ma ritenuti inidonei dal ministero dell’Università per quel tipo di finalità. Un milione che le due università avranno ora a disposizione in più per la didattica. Antefatti. La questione più generale, a ogni modo, ha già sollevato una marea di polemiche. E altre continua a suscitarne adesso. Grosso modo un mese fa il problema era stato denunciato da 250-300 neolaureati nell’isola, oltre che da diversi appartenenti a forze politiche dell’opposizione e della stessa maggioranza. A rilevare la mancata copertura della "posta" era stato il deputato nuorese del Centro democratico Roberto Capelli. E l’ex assessore regionale Giorgio Oppi, primo firmatario di una mozione sottoscritta da Cappellacci, Pittalis, Fasolino ed altri esponenti di Forza Italia e del centrodestra. Mozione con la quale si facevano due richieste alla giunta Pigliaru. La prima perché stanziasse «ulteriori risorse». La seconda perché desse vita «ad adeguati contatti col Miur per includere le borse di studio aggiuntive della Sardegna, rettificando così il decreto ministeriale numero 315». Sollecitazioni molto simili, nelle stesse giornate, erano state avanzate da Riformatori, Fratelli d’Italia e altri consiglieri ancora. Tra loro, Truzzu, Rubiu, Dedoni, Fenu, Carta, Peru, Crisponi. Dissensi e critiche. Poco più tardi, in un quadro dove le accuse salivano rapidamente di tono, sono arrivate contestazioni a raffica sulla contromisura concordata dall’assessore al Bilancio Raffaele Paci e dal rettore dell’ateneo cagliaritano Maria Del Zompo: riservare all’intera accademia sarda, Sassari compresa, un milione in più per la preparazione dei giovani professionisti. Alternativa da molti considerata subito una scorciatoia rispetto alla strada maestra ministeriale. E in seguito caduta di fronte a un più attentato vaglio tecnico, perché giudicata all’interno dei due dipartimenti non praticabile, anche per via del tipo di fondi europei presi in considerazione. Da qui, nei giorni successivi, il dirottamento di quel milione di euro verso i fondi generali per insegnamento e ricerca. Scelte finali. Ora i tempi per la selezione nazionale stringono. E le proteste crescono. Perché alla fine tutti temono che la risposta romana possa rivelarsi negativa per la Sardegna, come lasciano pensare i tempi e le circostanze. Così l’epilogo del caso, al di là della soluzione ufficiale che ancora tarda arrivare, è già ridiventato terreno di scontro. Da una parte, la giunta guidata da Francesco Pigliaru. Dall’altra, i comitati degli specializzandi, diversi parlamentari sardi, rappresentanti delle minoranze alla Regione e persino esponenti del Partito democratico. Le reazioni.

L’ASSESSORE LUIGI ARRU Se la risposta ministeriale sarà negativa useremo i fondi per la preparazione dei nostri giovani

Dice adesso l’assessore Luigi Arru, che in giunta aveva segnalato la questione sin da gennaio mentre in primavera le opposizioni proponevano emendamenti alla Finanziaria «poi ritirate», dicono, «per le rassicurazioni del vicepresidente Paci»: «Vedremo quali saranno le scelte finali del Miur: magari qualche spiraglio si può ancora aprire». Quasi una rivolta. Facile prevedere che, senza sbocchi positivi, la giunta tornerà al centro di attacchi. I primi ad accusare saranno i docenti dei due dipartimenti e la Federazione dei giovani medici cagliaritani. Senza dimenticare la Cisl Sanità. Che, così come altri sindacati, aveva criticato la «mancata copertura» dei fondi per le 24 borse di studio. Ma può darsi che la notte, al Miur, porti consiglio.
 
 
3 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 23 giugno 2015 / Fatto del giorno - Pagina 3
ASSEMBLEA ALL’ORDINE DI SASSARI
Squilli di rivolta tra i medici: così ci bloccano ogni prospettiva
di Gabriella Grimaldi
SASSARI Così in basso non si era mai arrivati. Per la prima volta dal 1993 la Regione non ha finanziato le borse di studio regionali a disposizione dei medici in procinto di entrare in una scuola di specializzazione. Un danno gravissimo per il futuro della sanità in Sardegna e per i giovani medici che, dopo tanti anni di impegno nello studio, rischiano di rimanere incastrati in un limbo lavorativo che impedirà di mettere in pratica il sapere acquisito nel tempo. Per questa ragione ieri, nella sede dell’ordine provinciale dei medici a Sassari, si è tenuta una riunione nella quale i giovani dottori in medicina hanno manifestato il senso di frustrazione (oggi scadono i termini per le domande di accesso alle borse di studio) per una non-decisione a livello politico che peserà sul loro futuro. Gli stanziamenti per finanziare le borse di studio infatti non compaiono in alcun capitolo del bilancio regionale e ormai, a quanto pare, i giochi sono fatti. I medici, dunque, potranno soltanto accedere alle borse ministeriali senza poter usufruire di quello “sfogo” che la Regione aveva sempre previsto.

GIOVANNI RUGGIU In questo Periodo si era parlato del ricorso ad altri stanziamenti Ue ma ora non si sa più nulla
FRANCESCO SCANU In gioco l’indispensabile completamento della preparazione di molti neolaureati nei due atenei dell’isola

«Bisogna innanzitutto sgombrare il campo dagli equivoci - ha detto il vicepresidente dell’ordine Francesco Scanu -. La specializzazione non è un prolungamento accessorio della laurea ma il suo naturale completamento. Diciamo pure che il mancato finanziamento delle borse di studio che consentono, alla fine del percorso di studi, il conseguimento del titolo, va considerato come una vera e propria stortura che rende inutili gli sforzi degli studenti e delle loro famiglie. Perché, c’è da chiedersi, far laureare dai 250 ai 300 giovani all’anno quando poco più della metà può accedere alla specializzazione?». Infatti senza una specializzazione la laurea in medicina consente lo svolgimento di pochissime attività: è possibile fare guardie mediche o turistiche oppure sostituzioni di medici di base. Per dedicarsi alla medicina di base come professione stabile, invece, è previsto un accesso diverso attraverso apposite selezioni regionali. Per svolgere l’attività di medico nelle strutture pubbliche è necessario avere una specializzazione in una delle tante branche previste dalle diverse facoltà. «In quest’ultimo periodo - ha aggiunto uno degli specializzandi, Giovanni Ruggiu - si era parlato di un finanziamento regionale ma anche di fondi europei che si sarebbero potuti utilizzare ma poi non se n’è fatto nulla. Non resta altro che ascoltare con stupore le parole dell’assessore regionale Paci che pone il dubbio sulla preparazione dei giovani che partecipano al concorso nazionale. Un’offesa per tutti noi». Ma non è stato risparmiato neppure l’assessore alla Sanità Luigi Arru che, secondo i giovani medici, non è stato in grado di tutelare il dirotto allo studio di tanti laureati in attesa di poter perferzionare il proprio percorso. In tanti hanno sottolineato il fatto che la Regione ha stanziato 55 milioni di euro per la realizzazione dell’ospedale Mater di Olbia mentre non è stata capace di reperire i 3 milioni necessari per le borse regionali. Il risultato è, trattandosi di un concorso nazionale, che i sardi, in minoranza, spesso non sono presenti in alcuna scuola isolana mentre specializzandi del continente accettano il posto a Sassari o a Cagliari e dopo breve tempo chiedono il trasferimento in una scuola più vicina al loro territorio di origine. «Così - hanno constatato con amarezza i ragazzi -, molti reparti, dove la maggior parte del lavoro viene svolto dagli specializzandi, si svuotano con un grave danno per i pazienti degli ospedali sardi».

I numeri della controversia
600mila euro I nuovi fondi che la giunta regionale ha ristanziato di recente per borse di studio integrative per gli specializzandi in medicina
1 milione di euro Gli stanziamenti integrativi agli atenei di Sassari e Cagliari per la didattica e la preparazione post universitaria. Sono stati disposti dalla giunta regionaledopo la mancata accettazione da parte del Miur dei fondi europei, giudicati inidonei come tipologia per finanziare le borse di studio
24 Le borse di studio integrative a rischio su base regionale in Sardegna
194 I posti fissati nei due dipartimenti di medicina sardi riservati dal ministero alle specializzazioni nell’isola. L’anno scorso erano state 100 quelle regionali e 164 le nazionali, ma da allora la normativa è cambiata e ha visto un progressivo aumento degli interventi statali rispetto a quelli locali
10 Le altre regioni che in Italia hanno stanziato soldi aggiuntivi per borse di studio aggiuntive su scala territoriale interna


4 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 23 giugno 2015 / Fatto del giorno - Pagina 3
LA STORIA / 1
Collu: «Sognavo di diventare pneumologa»
Claudia Collu ha 28 anni e un sogno: quello di specializzarsi in Pneumologia. Si è laureata a maggio dell’anno scorso e già da diverso tempo aveva maturato l’idea che le sarebbe piaciuto occuparsi, dal punto di vista professionale, delle malattie legate all’apparato respiratorio. Un campo piuttosto impegnativo che comporta una dedizione assoluta alla cura di pazienti spesso gravi. Ma Claudia non si pone limiti ed è abituata a sacrificarsi per svolgere una professione che, come è ovvio che sia, considera una missione. «A ottobre dell 2014 - dice - ho partecipato alla selezione per entrare nella scuola di specializzazione di Sassari. C’erano a disposizione tre posti, due per le borse statali e uno per le borse regionali. Ad aprile di quest’anno mi hanno informata che ero stata accettata nella scuola di Pneumologia di Catanzaro. Ho rifiutato e oggi mi ritrovo in una condizione molto più svantaggiata. Quest’anno infatti non soltanto i posti sono due ma mancano all’appello le borse di studio regionali. Noi medici stiamo perdendo le speranze di poter svolgere con serenità una professione per cui abbiamo lottato con tutte le nostre forze». Claudia in questo anno di intermezzo, che lei spera non si prolunghi, ha fatto ciò che ha potuto: qualche sostituzione di medici di base, qualche guardia medica quando c’era la possibilità, in attesa che la situazione si sblocchi. «Intanto - conclude -, mentre noi vaghiamo nell’incertezza, le corsie ospedaliere si svuotano perché i colleghi che hanno ottenuto il posto tornano a casa loro, in qualche posto della Penisola». (g.g.)


5 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 23 giugno 2015 / Fatto del giorno - Pagina 3
LA STORIA / 2
Sechi: «Mi sembra di non avere futuro»
Fabio Sechi ha 27 anni ed è di Alghero. Si è laureato in corso, e in Medicina non così facile. Ha fatto di tutto per ottenere questo risultato proprio per avere maggiori chances di entrare nella scuola dove vorrebbe specializzarsi: Medicina dello sport che in Sardegna ha sede nella facoltà di Cagliari. Per lui come per tutti i suoi colleghi la notizia che non sono disponibili borse di studio regionali è stata una mazzata. «Mi sembra quasi di non avere futuro dopo tutti i sacrifici che ho fatto perché laurearmi in corso sembrava una strategia indispensabile. Oggi la competizione con tutti i colleghi d’Italia mette noi sardi, numericamente, in una posizione di grande svantaggio. Ma, ci tengo a precisarlo, non perché vogliamo stare a casa con mamma o abbiamo paura di confrontarci, solo perché sembra logico svolgere la propria attività in un contesto in cui ci si è preparati». Fabio, per non far passare inutilmente il tempo che intercorre dalla sua laurea al giorno in cui riuscirà finalmente a entrare nella scuola di specializzazione, si è arrangiato facendo lezioni di primo soccorso. «La borsa di studio è necessaria - spiega Fabio - perché durante la specializzazione si svolge un vero e proprio lavoro in corsia e quindi per legge ci deve essere una retribuzione». Gli specializzandi percepiscono una mensilità pari circa a 1800 euro. Insomma, è una situazione che non può durare e quindi la speranza, ultima a morire, è che la Regione in qualche modo possa reperire le risorse per garantire ai giovani laureati la possibilità di accedere alle scuole. (g.g.)
 
 
6 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 23 giugno 2015 / Prima pagina
LAV ALL’ATTACCO Esperimenti su animali: sì dal rettore di Cagliari A PAGINA 4
 
7 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 23 giugno 2015 / Sardegna - Pagina 4
Prima firmataria è il rettore di Cagliari Maria Del Zompo
La Lav: «Modello di ricerca vecchio e fallimentare»
APPELLO AL MINISTRO: SBLOCCHI LA LEGGE PER I TEST SUGLI ANIMALI
CAGLIARI Ricerca biomedica e sperimentazioni sugli animali: dal mondo dei ricercatori sale la richiesta di recepire una volta per tutte la normativa europea che disciplina il settore affinché alla ricerca italiana siano restituite parti opportunità, dal mondo che combatte la vivisezione degli animali sale una richiesta uguale e contraria perché in Italia la ricerca è «basata sull’obsoleto e antiscientifico modello animale». Posizioni inconciliabili, su una questione di civiltà per la quale si fatica da un lato a credere che i ricercatori siano vivisezionisti convinti, dall’altra che gli animalisti non abbiano a cuore gli scopi ultimi della ricerca biomedica. L’appello. La nuova polemica nasce da un documento inviato al ministro della Salute Beatrice Lorenzin da docenti e ricercatori di tutta Italia, di cui la prima firmataria è il rettore dell’università di Cagliari Maria Del Zompo, con lei anche il direttore dell’Istituto Mario Negri Silvio Garattini e il direttore dell’Istituto italiano di tecnologia Fabio Benfenati. Cosa chiedono gli scienziati della biomedicina italiana? Di rivedere il decreto legislativo 26 del 2014 che detta linee guida quasi “punitive” per la ricerca diversamente da quanto succede nel resto d’Europa. In particolare: «... il decreto legislativo prevede che il Ministero autorizzi ogni progetto entro 40 giorni dalla domanda, mentre i tempi di attesa risultano oggi mediamente pari a cento giorni lavorativi». Nell’appello si contestano anche «le linee guida di applicazione del decreto legislativo, che hanno introdotto condizioni ulteriori e più stringenti per ottenere le autorizzazioni amministrative... viene contestata in modo particolare l’incompatibilità, definita dagli studiosi irragionevole, tra i ruoli di responsabile del progetto di ricerca e di responsabile del benessere degli animali e di veterinario designato. Le linee guida compromettono la prosecuzione e lo sviluppo della nostra attività di ricerca, anche e proprio nei settori della salute e del benessere per gli esseri umani e gli animali». La Lav. La Lav, lega antivivisezione, risponde in modo articolato: «...Quello che la lettera al ministro non dice, è che allo scadere dei 40 giorni per l’autorizzazione delle procedure, il progetto viene automaticamente autorizzato, lasciando il sistema di controllo e il principio di trasparenza nella ricerca per la salute umana, in un pericoloso meccanismo di silenzio-assenso... L’appello rivolto al ministro della Salute da alcuni ricercatori italiani affinché garantisca tempi brevi per le procedure di approvazione di sperimentazioni che prevedono l’uso di animali è l’ennesimo tentativo di lamentare restrizioni che nella realtà non esistono». La Lav sottolinea che sono ancora troppi gli animali utilizzati (oltre due milioni l’anno) «numeri ancora alti, visto il quadro scientifico e legislativo europeo che prevede la promozione dei metodi alternativi alla sperimentazione animale». Manuela Kuan, biologa e responsabile Lav vivisezione: «L’impegno delle istituzioni verso la riduzione e la sostituzione degli animali nella ricerca rimane solo sulla carta. Principi che non vengono ascoltati per la mancanza di formazione, gap culturale e interessi economici, lasciando il nostro Paese ancorato a un modello fallimentare, risalente alla fine dell’800». Il rettore. Il rettore Maria Del Zompo: «La ricerca con simulatori e sistemi cellulari è già avanzatissima, siamo i primi a non voler usare gli animali, non accettiamo di passare per quelli che non amano gli animali. Non agiamo contro gli animali: è che a seconda del modello di malattia non abbiamo ancora trovato il modo di sostituire le risposte che ci danno gli organismi viventi». (a.s)
 
 
8 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 23 giugno 2015 / Sardegna - Pagina 4
Ecco il detective hi-tech: opererà per il progetto Aria delle miniere sulcitane
SULLE TRACCE DELLA MATERIA OSCURA
L’AQUILA Indagare la parte meno conosciuta dell’universo. Questa la missione di DarkSide-50, il nuovo detective hi-tech appena inaugurato nei Laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Istituto di fisica nucleare (Infn). L’iniziativa s’inquadra nel programma Aria per la caccia alla materia oscura. Progetto che nei prossimi due anni vedrà in primo piano le miniere dell’Iglesiente oggi gestite dalla Carbosulcis, società interamente a partecipazione regionale. Ma di che cosa si parla con esattezza? L’idea è quella di distillare i componenti dell’atmosfera grazie a un’immensa “torre” calata nei pozzi sardi. Il traguardo finale consisterà appunto nell’individuare la parte di materia mai scoperta che gli scienziati immaginano però sia preponderante rispetto a quella visibile. «L’importanza di questo passo è testimoniata da chi a questo evento partecipa – ha commentato Fernando Ferroni, presidente dell’Infn – Una grande collaborazione dell’Infn con le due grandi agenzie americane, i contorni di valenza industriale nel nostro Paese e soprattutto la convinzione di costruire il miglior rivelatore possibile nel suo campo per la ricerca della materia oscura». «Questa partenza corona uno sforzo pluriennale: ringraziamo Infn, Nsf, e Doe per il loro supporto», ha affermato invece Cristian Galbiati, della Princeton University. Per poi sottolineare subito dopo: «I test fatti prima della partenza hanno già dimostrato che la tecnologia di DarkSide-50 si presta in maniera unica a realizzare un programma di completa esplorazione della materia oscura». «Questo formidabile detective hi-tech farà fare un grande salto di qualità in questa tematica di frontiera», ha poi spiegato un altro degli specialisti mobilitati per il progetto, Gioacchino Ranucci, dell’Infn. «Col suo nocciolo di Argon ultrapuro contornato da un sofisticato sistema di “veti” contro possibili sorgenti di disturbo, l’apparato è in grado di condurre la sua indagine in una situazione ideale, indispensabile per identificare con assoluta chiarezza le elusive e sfuggenti particelle di materia oscura», ha concluso Ranucci. «Potremo così cercarla in una scala di masse molto alte – ha ripreso Galbiati –: a energie inaccessibili persino agli esperimenti in corso al Cern». «La ricerca e lo sviluppo che abbiamo condotto avranno poi un forte impatto sugli studi di tecniche diagnostiche mediche avanzate: lo testimonia il progetto Aria, che nasce da un’iniziativa congiunta tra Infn e Regione Sardegna», ha concluso Galbiati. (pgp)
 
 
9 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 23 giugno 2015 / Sardegna - Pagina 4
DIGITAL LIBRARY
La memoria della Sardegna
tre giorni di eventi a Cagliari
CAGLIARI Banche dati e digitalizzazione per una amministrazione sempre più efficiente, rapida nelle risposte e trasparente. È cominciato al terminal del Molo Ichnusa a Cagliari l’evento «La memoria della Sardegna in Rete - La conoscenza digitale: politiche di gestione, comunicazione e conservazione». Tre giornate di lavoro aperte al pubblico, organizzate dalla Direzione generale per la Comunicazione della Regione sui temi della Digital Library, dell’Archivio storico virtuale e del sistema integrato dei portali. «Il futuro della Pubblica amministrazione – dice l’assessore degli Affari generali Gianmario Demuro – passa attraverso il digitale. L’amministrazione deve avere capacità di raccogliere dati per preservare la memoria, che è strumento di conoscenza. Ma i dati devono essere realmente fruibili e quindi devono essere rilasciati in un formato che tutti possono utilizzare. È un passo necessario per la partecipazione democratica». Oggi focus sulla «Reingegnerizzazione del sistema integrato dei portali - Stato dell’arte e integrazione delle banche dati».
 
 
10 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 23 giugno 2015 / Attualità - Pagina 13
Università italiane
IN CALO LE MATRICOLE MA IL CROLLO RALLENTA
Nel 2003 le matricole erano 338mila. I dati provvisori dell’anno accademico 2014/2015 si assestano sui 265mila. Il calo non si è ancora arrestato. Ma cresce, seppur di poco, il numero dei neo diplomati che, finite le scuole superiori, si sono iscritti in università. «Un dato che induce a pensare che il trend decrescente degli ultimi anni possa essere ormai superato», si legge nel focus del Miur “Gli immatricolati nell’anno accademico
2014/2015”. Se l’area sanitaria è scelta dal 12 per cento degli studenti ( i corsi sono a numero chiuso con test di ingresso nazionale, dunque il numero di iscritti è bloccato) e il 19,2 per cento si iscrive alle facoltà umanistiche, per la maggior parte la scelta ricade sull’area scientifica (34,6%) e su quella sociale (34,2%). Solo un diplomato su cinque tra quelli che prendono 60 centesimi alla maturità si iscrive a un corso universitario. Più il voto dell’esame di Stato sale più cresce anche il numero di ragazzi che sceglie di continuare gli studi.
 
 
11 – LA NUOVA SARDEGNA di martedì 23 giugno 2015 / Cultura e spettacoli – Pagina 34
A Nuoro dal 26 giugno un ciclo di documentari dal ricco patrimonio dell’Istituto etnografico
Appuntamenti con l’archivio dei film dell’Isre
NUORO L’Istituto Superiore Etnografico della Sardegna propone uno sguardo sulle culture della Sardegna attraverso un ciclo di documentari prodotti dall’Ente nell’arco degli ultimi vent’anni. Si inizia venerdì 26 giugno con la presentazione di due dei progetti vincitori della settima edizione del concorso AViSa. “Sinuaria” di Roberto Carta è un corto di finzione (nella cinquina del Premio David di Donatello come miglior cortometraggio 2015) che racconta la singolare avventura di un detenuto barbiere nel carcere dell’Asinara. “Ulysses” di Andrea Lotta è un documentario sul tema dell’emigrazione ambientato nella realtà urbana di Cagliari. Entrambe le pellicole saranno presentate in anteprima a Nuoro nell’Auditorium “Giovanni Lilliu” in via Mereu, 56 con l’introduzione di Antioco Floris, docente all’università di Cagliari che sarà preceduta dal saluto di Bruno Murgia, presidente dell’Isre. Il cinema dell’Isre si sposterà nel cortile della casa natale di Grazia Deledda, con la rassegna “La finestra sul cortile”, un ciclo di proiezioni di documentari e cortometraggi etnografici dedicati alla molteplicità culturale dell’isola. Ogni martedì, dal 30 giugno al 28 luglio, saranno proiettati alcuni titoli dell’archivio Isre, dando spazio alle voci di alcuni autori che hanno collaborato negli ultimi anni con l’Istituto. Il 30 giugno si rifletterà, attraverso il toccante documentario di Gianni Tetti “Un Passo dietro l’altro”, sul tema della disabilità. Martedì 7 luglio, in concomitanza con la famosa corsa equestre, verrà proiettato “S’Ardia”, un documentario del regista Gianfranco Cabiddu prodotto nel 1994. Martedì 14 Luglio si darà spazio a due aspetti diversi: Si partirà dai temi della poesia improvvisata attraverso il documentario “In viaggio per la musica” di Marco Lutzu e Valentina Manconi; per concludere con due lavori di animazione dedicati al tema del lavoro, “Le fiamme di Nule” di Carolina Melis e “Dopo trent’anni” prima di Silvio Camboni. Martedì 21 luglio ritorna la poesia improvvisata vista da un’altra angolazione con il documentario di Michele Mossa e Michele Trentini, “Il Canto Scaltro”. “Il Re dei Poliziotti” di Fabio Calzia concluderà la rassegna martedì 28 proponendo un’analisi sul canto a chitarra e la sua relazione con il mondo delle forze dell’ordine. Le proiezioni saranno precedute da un’introduzione dell’etnomusicologo Fabio Calzia. L’ingresso è gratuito.




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Link: rassegna stampa MIUR

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