Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 June 2015

RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL'UFFICIO STAMPA DELL'ATENEO


L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Giovani medici in rivolta
REGIONE. L'opposizione chiede le dimissioni degli assessori Paci e Arru

Cresce la protesta dopo il taglio delle borse di studio Cresce la protesta dei giovani medici dopo il taglio delle borse di studio per le scuole di specializzazione. Polemica sui numeri: i contratti nazionali sono meno di quelli comunicati dalla Regione. L'opposizione chiede le dimissioni di Paci e Arru.
RUFFI A PAGINA 3

L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
La rivolta dei giovani medici
«Promesse disattese, in tanti rimarranno senza un contratto»
SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE. Il Sigm smentisce la Regione: le borse ministeriali sono 194

Giovani medici infuriati, l'opposizione che chiede le dimissioni di due assessori della Giunta e una polemica sui reali numeri delle borse di studio destinate alla Sardegna: ora si scopre che i contratti sono 194, 42 in meno rispetto a quelli comunicati dalla Regione.
Il pasticcio sul finanziamento delle scuole di specializzazione è una valanga che si ingrossa più va avanti: «Si taglia sulla formazione e sulla cultura», scrive in un duro comunicato il direttivo provinciale di Cagliari del Sigm (segretariato italiano giovani medici), che si lamenta perché gli specializzandi «vengono visti solo come una voce di spesa del bilancio e non come una risorsa e un investimento». Uno schiaffo doppio, che arriva da una Giunta ad alto tasso di professori universitari.
I NUMERI Le borse di studio regionali, quelle che avrebbero garantito un contratto ai neolaureati sardi, non sono state finanziate nonostante gli annunci. E anche i posti ministeriali nell'Isola sarebbero meno dei 236 comunicati dalla direzione regionale alla Sanità.
«Calcolatrice alla mano, quelli destinati agli atenei di Cagliari e Sassari sono 194», sostiene Giampaolo Maietta, presidente del Sigm cagliaritano. «Un numero insufficiente se si considera che ogni anno vengono abilitanti in Sardegna tra i 250 e i 300 medici».
Tanti sono destinati a rimaner fuori. Specialmente senza il cuscinetto delle borse regionali, destinate ai residenti nell'Isola. Su internet da giorni circola un'intervista rilasciata lo scorso marzo da Luigi Arru al Bollettino dell'ordine dei medici di Cagliari: l'assessore alla Sanità spiegò di aver preso l'impegno con i ragazzi «di chiedere la peculiarità della residenza in Sardegna nel nuovo bando». La promessa sarebbe stata poi ribadita - così riferiscono gli aspiranti specializzandi - durante alcune riunioni con l'esponente della Giunta Pigliaru.
POSTI RISERVATI Senza le borse regionali i neolaureati sardi rischiano di rimaner fuori dalle scuole: il concorso, che si svolgerà a luglio, è su base nazionale e i giovani dell'Isola non possono competere - numericamente parlando - con i coetanei della Penisola. «La rabbia sta nel fatto che regioni come la Puglia, non a statuto speciale come la nostra, abbiano finanziato contratti aggiuntivi vincolandoli ai residenti da almeno 3 anni», dice Mariano Girau, portavoce degli aspiranti specializzandi del Sigm.
MEDICI CONTRO PACI I giovani medici se la prendono anche con le dichiarazioni («Il problema è che i nostri laureati in medicina non riescono a entrare nelle graduatorie nazionali») dell'assessore alla Programmazione Raffaele Paci: «Evidentemente l'assessore è poco informato a riguardo», attacca Carlo Piredda, presidente del collegio dei revisori dei conti dell'Ordine dei medici e vice presidente del Sigm, «perché i giovani medici sardi hanno dimostrato già nel concorso nazionale dello scorso anno di riuscire a entrare in prestigiosi atenei non sardi».
E ancora: «Il valore culturale dei giovani dell'Isola è confermato dal fatto che sempre più colleghi si trasferiscono all'estero o in altre regioni più meritocratiche che apprezzano la nostra preparazione».
IL MINISTERO Nel frattempo a Roma tutto tace: solo il ministero dell'Istruzione può rivedere il numero dei contratti per gli specializzandi, modificando il decreto pubblicato a fine maggio. Per ora la Regione- con una lettera dell'assessorato alla Sanità - ha chiesto di rettificare l'allegato in cui vengono previste le borse di studio per ogni specializzazione. Ma ancora non è arrivata nessuna risposta.
Michele Ruffi

L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Frau (Pd): la Giunta
sta facendo un errore

«Se la Giunta, e non voglio crederlo, ha ritenuto di togliere la voce delle borse di specializzazione in medicina come una spesa da tagliare e non come un investimento per il futuro, ha commesso un grave errore politico. Il Pd chiederà che vengano rifinanziati i contratti sulle specializzazioni, sulla base del fabbisogno effettivo nelle varie discipline, e abbiamo fiducia che il presidente Pigliaru sostenga questa idea». Lo dice all'Ansa Giuseppe Frau, responsabile Salute della segreteria regionale del Partito democratico, considerato molto vicino all'ex sottosegretario alla Sanità Paolo Fadda.
«Il centrosinistra - aggiunge Frau - ha vinto le Regionali dicendo che ogni euro stanziato nella formazione dei giovani è un investimento per il futuro della Sardegna. Il Pd ha sostenuto e sostiene questa Giunta, ancora fortemente convinto di questa idea. I contratti regionali per le specializzazioni sono stati sempre finanziati proprio a partire dalla Giunta Soru, e grazie al centrosinistra non più tardi di un mese fa è stata approvata una legge che consente ai giovani sardi di accedere a queste borse in base alla residenza. Sarebbe un controsenso non finanziarli più».

L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
«Un pasticcio, Paci e Arru si devono dimettere»
LE REAZIONI. L'opposizione attacca l'esecutivo, critiche anche dal deputato Cd Capelli

Per Roberto Capelli (Centro Democratico) sono «a dir poco sconcertanti le dichiarazioni dell'assessore Paci sul mancato finanziamento delle borse di studio per le specializzazioni in medicina. Da professore universitario di lungo corso dovrebbe rispondere, e non domandare perché i nostri studenti non superano i concorsi nazionali». Un attacco che vale doppio, se si considera che arriva da un consigliere di maggioranza. Paci dovrebbe capire «perché la Sardegna è tra quelle poche regioni che finanziano contratti aggiuntivi. Quando la politica mette in campo azioni utili a ridurre le disparità legate al nostro isolamento, credo ci sia da esserne orgogliosi. È sempre più evidente il limite tra tecnicismo e politica: l'assessore al Bilancio trovi immediatamente le corrette coperture finanziarie per le borse di studio riservate ai nostri ragazzi».
Sul fronte dell'opposizione i commenti non sono più teneri. Paolo Truzzu (Fratelli d'Italia) sostiene che «dopo la figura barbina fatta e le numerose bugie apparse in questi giorni sulla stampa, l'assessore Paci dovrebbe pensare seriamente a rimettere il proprio mandato nelle mani del governatore». Il problema era noto da tempo: «Lo stesso assessore Arru con una nota del gennaio scorso aveva denunciato l'impossibilità di pagare le borse per l'anno accademico 2014-2015».
Il coordinatore regionale di Forza Italia Ugo Cappellacci se la prende con tutto l'esecutivo; «Si tratta di una gravissima amnesia, si sono letteralmente dimenticati di stanziare le risorse. Questa vicenda è l'emblema di una Giunta che prima si gonfia parlando di istruzione e di formazione delle nuove generazioni e poi si concede il lusso di clamorose distrazioni e di rallentare il percorso a chi ha compiuto anni di studio e di sacrifici. Diffonde comunicati in cui di tenta di nascondere la polvere sotto il tappeto e annuncia soluzioni inesistenti». ( m.r. )

L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
Giunta regionale e capoluogo
Presidente, c'è anche Cagliari

Filippo Petrucci*

Caro Presidente, sono tra i tanti che ti hanno sostenuto attivamente durante la campagna elettorale affinché potessi cambiare la nostra regione. Cagliari ti ha votato: 5000 voti in più rispetto a Cappellacci (in totale ne hai presi 20.000 in più), voti molto importanti per la tua elezione, che sono arrivati anche perché noi, centrosinistra cagliaritano, ti abbiamo sostenuto compattamente.
Ti scrivo in quanto amministratore cagliaritano e mi chiedo, preoccupato, cosa finora abbiate fatto per la nostra città. Immaginiamo di percorrere insieme un percorso che dall'ingresso di Cagliari ti porti in riva al Poetto, per un bagno ristoratore. Eccoci in viale La Playa: uno dei primi atti che votammo come Consiglio -4anni fa- fu una deliberazione per il nuovo campus, competenza Ersu (ossia Regione). Nulla, ad oggi, è stato fatto. Da piazza Matteotti per muoverti vorresti prendere la metropolitana leggera: vi siete espressi favorevolmente sulla sua realizzazione ma attendiamo ancora i finanziamenti per questa tratta (così come attendiamo ancora, tra le altre cose, le risorse per terminare il collaudo del parco della musica nonché che la Regione collaudi e apra il parcheggio di via Caprera, 500 parcheggi sottratti alla collettività). Se ancora proseguiamo verso il mare, vedremo che molto territorio è occupato dai militari. Non sembra che abbiate colto le opportunità sulle dismissioni delle servitù, migliaia di metri cubi che potrebbero diventare una risorsa: case, alberghi, ostelli e studentati. Non ho sentito proposte in merito alle cisterne della Sella del Diavolo, che potrebbero essere usate come cisterne per il bunkeraggio (dato che petroliere e grandi navi non possono fare rifornimento in nessun porto sardo).
Il nostro percorso si conclude al Poetto. L'amministrazione cittadina, Sindaco Zedda in testa, è intervenuta per realizzare quel lungomare che Cagliari ha sempre sognato e non ha mai avuto e per mettere finalmente ordine nei baretti e sull'arenile. Due volte abbiamo votato una variante sull'ospedale marino (vostra competenza), un rudere che ha già un finanziatore pronto a intervenire e che aspetta solo che la Regione si attivi: cosa manca per sbloccare l'impasse? Quanto ancora dovremo attendere per vedere abbattuto almeno il pronto soccorso adiacente, bene senza valore alcuno?
Caro Presidente, non mi arrendo e continuo a pensare che sarete capaci di dare vita a quelle politiche forti e coraggiose per la nostra regione per quali vi abbiamo eletti; dunque attendo ma intanto ti chiedo anche di considerare che Cagliari, che ti ha eletto Presidente, è la capitale di questa nostra regione e meriterebbe un po' di considerazione e rispetto in più.
*consigliere comunale di Cagliari
(Lista Meglio di prima non ci basta)

L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 45 - Edizione CA)
L'intervento
Biblioteca dell'inedito: il progetto del ministro
è una buona idea ma bisogna integrarla

Di recente il ministro per i Beni e le Attività Culturali ha avanzato la proposta dell'istituzione di una biblioteca centrale dell'inedito in cui raccogliere e catalogare i testi non pubblicati.
Orbene, l'idea di Dario Franceschini è in parte condivisibile stante il fatto che sovente molti pregevoli testi rimangono privi della dignità di stampa perché non adeguatamente veicolati rispetto agli editori a cagione della mancanza di risorse investibili da parte degli autori o, più tristemente, in quanto da quelli ritenuti commercialmente non validi.
Così, in modo assolutamente paradossale, la diffusione della cultura si trova ad essere condizionata da - per non dire asservita a - meccanismi precipuamente economici. Il modello di biblioteca proposto sarebbe allora funzionale a dare risalto agli autori impossibilitati a raggiungere il mercato editoriale per le ragioni testé evidenziate; laddove, invero, l'arrivo sul mercato editoriale non debba essere ritenuto necessario a fini lucrativi ma quale presupposto indefettibile e necessario per offrire visibilità a quanti abbiano prodotto testi di varia guisa. Quantunque è da osservarsi che il mancato raggiungimento del mercato de quo ad opera di numerosi autori è spesso altresì determinato dalla carenza di importanti canali distributivi in capo alle case editrici. Sarebbe allora auspicabile la possibilità per la prospettata biblioteca di accogliere non solo inediti ma anche produzioni di editori affatto ovvero scarsamente distribuiti.
Dal punto di vista normativo, peraltro, si potrebbe modificare la normativa sul deposito legale onde prevedere la facoltà per gli editori menzionati di inviare i propri libri anche a tale biblioteca a suddetto fine.
Nondimeno una biblioteca della tipologia di quella teorizzata da Dario Franceschini avrebbe senso a condizione dell'inserimento in un circuito alimentato e sostenuto da scuole, università, centri di ricerca ed enti di formazione quali soggetti propulsori della valorizzazione degli scrittori emergenti.
Mario Tocci
(Docente di Legislazione dei Beni
Culturali, Università di Sassari)

L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 45 - Edizione CA)
Eventi
Arte, fotografia e teatro: a Gavoi i giorni del preludio
Questo pomeriggio e domani l'anteprima del festival l'Isola delle Storie

Scultura, azione scenica, musica, fotografia, scrittura e teatro. Sono i tanti linguaggi artistici che - in maniera polifonica - si accorderanno oggi per dare vita al preludio al Festival letterario della Sardegna L'Isola delle Storie che, giunto alla dodicesima edizione, si svolgerà a Gavoi dal 2 al 5 luglio.
Si parte alle 17 e 30 con l'inaugurazione di quattro diversi progetti espositivi. Due, ospitati nel Museo comunale, sono presentati dal Man di Nuoro. Si tratta di “Setta. Quadri di comportamento” e di “Occhio Riflesso”. Il primo è la personale tematica di Claudia Castellucci, artista, drammaturga, coreuta e co-fondatrice della compagnia Socìetas Raffaello Sanzio. Curato da Silvia Fanti, è un percorso che ruota attorno alla Rappresentazione. Le opere dell'artista sono tutte accomunate da finalità didascaliche. «Non voglio esprimere una teoria - scrive la stessa artista - ma invitare alla prassi. La prassi è comunque un dominio di ordine metafisico che allontana l'utilitarismo e l'utilitario: solo l'utile accetta. Questa arte, l'arte che accetta quest'ordine, è un'arte che serve». La seconda mostra è invece la doppia personale di due artisti sardi. Si tratta di Enrico Piras - che si esprime attraverso il ciclo di opere “Egyptian Darkness” - e Alessandro Sau, artefice di “Ways of Seeing”. La fotografia è lo strumento scelto per proporre la sintesi di una serie di mostre bi-personali che hanno avuto come quinta spazi non convenzionali: domus de janas, villaggi minerari, bunker, pinnette, grotte artificiali e una villa nobiliare.
Nelle sale al piano terra del Museo comunale sarà invece esposto il reportage fotografico del gavoese Roberto Mulas. Il titolo dell'allestimento è “Kurdistan, un popolo che (r)esiste”. Il lavoro è frutto di un'esperienza vissuta - insieme a una delegazione di sardi in visita come osservatori internazionali - nel tormentato altipiano mediorientale. Immagini e didascalie raccontano non solo i festeggiamenti del Newroz (ricorrenza che da 2627 anni a marzo celebra il nuovo anno), ma soprattutto l'incontro coi rifugiati di Kobane, i campi profughi, i tormenti della fuga dalla Siria.
Sempre alle 17 e 30 ma in un altro spazio, piazza Sant'Antriocu, sarà inaugurata la mostra “Dedicated minority” dello sloveno Ziga Koritnik, per anni fotografo ufficiale del Festival di Gavoi. Il suo è un percorso attraverso le contraddizioni del genere umano, i cambiamenti, le innovazioni e infine le speranze per un mondo migliore.
Alle 19 e 30 voce al teatro, alla musica e alla commemorazione storica. Nella piazza diventata simbolo della manifestazione culturale, si terrà il recital “Un anno sull'Altipiano”. L'opera è stata adattata per il palcoscenico da Daniele Monachella che è anche voce recitante. Sarà accompagnato in scena dal chitarrista e compositore Andrea Congia e dalle launeddas e percussioni di Andrea Pisu.
Domani alle 18 l'appuntamento con Stefano Benni e il suo ultimo libro “Cari mostri”. Alcune pagine del romanzo saranno lette da Gisella Vacca. Pierpaolo Vacca con il suo organetto farà da preludio alla presentazione.
Manuela Arca

L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Primo prefetto donna in città
Alessio Giuffrida va a Firenze, arriva Giuliana Perrotta

«Lascio Cagliari e questa splendida terra con grande dispiacere ma felice di aver trascorso tre anni qui». Alessio Giuffrida a Narcao, durante la visita del comandante generale dei Carabinieri, ha effettuato una delle ultime uscite come prefetto di Cagliari. Arrivato nel novembre del 2012 partirà a breve per ricoprire la carica di prefetto a Firenze. Al suo posto, da Lecce, Giuliana Perrotta: il primo prefetto donna di Cagliari.
Giuffrida era arrivato nel capoluogo durante l'affare Is Arenas. «Aprire totalmente ai tifosi lo stadio di Is Arenas? Nessuna preclusione, ma prima bisognerà leggere la documentazione e vedere se tutto è in regola», aveva detto al suo arrivo. Poi è finita nel peggiore dei modi. In questi ultimi mesi ha gestito l'emergenza migranti con le centinaia di arrivi anche in Sardegna. Il suo lavoro di coordinamento dell'accoglienza di 880 cittadini stranieri approdati al Porto canale è stato particolarmente apprezzato.
Ora Cagliari si vestirà di rosa con il primi prefetto donna. Giuliana Perrotta, molisana d'origine, è sposata e ha due figli. Laureata in Giurisprudenza all'Università La Sapienza di Roma ha ricoperto molti incarichi (commissario prefettizio in vari comuni della Calabria e della Puglia, presidente delle commissioni straordinarie nei comuni sciolti per condizionamento mafioso) per poi diventare prefetto nel 2008. Enna il suo primo incarico per poi passare a Lecce. (m. v.)

L’UNIONE SARDA
9 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 16 - Edizione OR)
Giganti, premiato a Oslo il restauro
CABRAS. Selezionate trenta opere in tutta Europa

All'opera di restauro dei Giganti di Mont'e Prama, seguito dal Centro di conservazione Archeologica diretto da Roberto Nardi, è andato il Premio del Pubblico. La consegna è avvenuta a Oslo su iniziativa dell'Unione Europea per il Patrimonio Culturale - Europa Nostra. Presidente dell'organizzazione, Plácido Domingo, che ha dovuto annullare la sua partecipazione per motivi familiari.
La cerimonia, alla quale ha partecipato anche il principe Haakon di Norvegia, il sindaco di Oslo Fabian Stang e il ministro per il Clima e l'AmbienteTine Sundtoft, era riservata a professionisti, volontari e benefattori nel campo del Patrimonio di tutta Europa. «Un elemento della cultura nuragica è rappresentato dalle sculture trovate nel 1974 in un campo di Mont'e Prama» si legge nella nota ufficiale del Premio. «La loro notevole quantità (25 figure in piedi, 13 modelli), le dimensioni (2 metri di altezza, 300 kg di peso) e la loro qualità ne fanno una delle più importanti collezioni archeologiche rinvenute in tutta la regione del Mediterraneo occidentale. Dei 5178 frammenti, 1202 sono stati riassemblati in 5 arcieri, 4 guerrieri, 16 pugili e 13 modelli nuraghe. Il progetto è stato uno sforzo multidisciplinare volto a riunire conservazione, museologia, impegno pubblico, che ha coinvolto la comunità, e la comunicazione a livello nazionale e internazionale».

L’UNIONE SARDA
10 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis (Pagina 36 - Edizione CA)
«Smetto di fare lo psicologo, torno alla terra e alle pecore»
IGLESIAS. La scelta coraggiosa di Manuele Friargiu, 42 anni: non lascio l'Isola

Sognava di fare lo psicologo e lo è diventato davvero, ma poi ha scelto di “sporcarsi le mani”. Letteralmente: coltivando la terra e accudendo il gregge. «Nel mio caso non si può usare il proverbio “braccia rubate all'agricoltura”», scherza Manuele Friargiu, 42 anni, sposato e padre di due bambini.
LA STORIA All'inizio, dedicarsi all'attività che il padre Anselmo porta ancora avanti con entusiasmo a dispetto dei suoi 84 anni, è stato quasi un ripiego: per fare carriera, dopo avere lavorato anche all'Università di Cagliari, avrebbe dovuto lasciare la Sardegna e non se l'è sentita. «Dovevo sposarmi e l'intenzione era mettere su famiglia». Così ha capito che l'alternativa alle valigie era a portata di mano: 70 ettari di terreno - in parte a Cuccuru Murtas e il resto a Monte Figu - e un gregge che oggi è di circa 900 pecore.
LA SCELTA «Non rinnego i miei studi e il mio percorso, ma quello che inizialmente era un ripiego lo sento come un lavoro, parte di me e mi identifico pienamente nei valori che, ogni giorno, mio padre trasmette a me e mio fratello Giampiero». Anche lui, prima titolare di un bar, ha lasciato tutto per la terra. Con loro lavorano altre 3 persone, parola d'ordine: valorizzare i prodotti sardi, dalla cui coltivazione potrebbero trarre una buona occasione anche i disoccupati.
LA TERRA «Credo che la crisi ci stia portando a riscoprire il valore e le potenzialità delle nostre tradizioni - riflette Manuele - Se non promuoviamo il valore aggiunto dei prodotti tipici il consumatore ha a disposizione il solo metro di paragone del prezzo, e inevitabilmente la spunterà sempre la produzione in economia di scala, cosa impraticabile nelle nostre terre». Proprio in quest'ottica, e grazie alla determinazione di Anselmo, hanno deciso di riscoprire la coltivazione delle fave sarde. «Ho voluto seguire il consiglio di mio padre perché si tratta di un prodotto con un gusto unico, tuttavia sempre più difficile da trovare per via delle difficoltà di semina, raccolta e trebbiatura».
I MACCHINARI In passato la trebbiatura era manuale e le mietitrebbie moderne non sono adatte. «Solo alcuni tipi di trebbie fisse risalenti a circa 50 anni fa erano costruite appositamente. Per trovarne una siamo andati a Pescara, ma semina e raccolta si fanno comunque a mano». Quest'anno il tempo non è stato amico, ma in 2 ettari di terreno sono stati raccolti circa 1800 chili di prodotto. «Ma anche se poco, la terra dà sempre qualcosa», chiosa il padre Anselmo dall'alto della sua saggezza.
Cinzia Simbula


LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 4
Riforme
L’assessore Demuro:
una legge per la trasparenza

CAGLIARI La Regione deve essere sempre più trasparente se vuole garantire un’effettiva partecipazione di cittadini. L’ha ribadito l’assessore alle Riforme Gianmario Demuro al convegno organizzato dalle università di Cagliari e Sassari sul tema «Cittadini 2.0». Il concetto è questo: «Per estendere davvero la partecipazione – ha detto Demuro – dobbiamo rendere tutti più consapevoli e informati». Come? «Con informazioni aperte e dati certificati. Poi sono indispensabili luoghi d’incontro non virtuali, ma reali in cui è la pubblica amministrazione a cercare il confronto con i cittadini sui temi più importanti». Per l’assessore è «decisivo il supporto della gente alla fatica quotidiana che gli amministratori svolgono, ciascuno nel proprio ruolo, alla ricerca delle migliori soluzioni». La Giunta è convinta che sia questa la strada per colmare quel fossato di oggi fra le istituzioni e la società reale. «Dobbiamo poter contare su una legge che favorisca la partecipazione dei cittadini dei cittadini alle politiche pubbliche».

LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Cagliari24Ore – pagina 9
l’osservatorio
Parlamentari sardi:
no all’accorpamento

CAGLIARI. Sarà «unitaria e partecipata da più gruppi politici e senatori» l’iniziativa parlamentare a sostegno dell’opposizione della Regione Sardegna alla decisione dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) di accorpare l’Osservatorio astronomico di Cagliari all’Ira di Bologna. Lo annuncia il senatore sardo di Sel Luciano Uras, in accordo con la posizione manifestata dal presidente Francesco Pigliaru già l’11 marzo scorso in un incontro con il presidente dell’Inaf, Giovanni Bignami, e con il direttore generale Umberto Sacerdote, ai quali aveva ricordato anche gli ingenti investimenti regionali: circa 20 milioni di euro negli ultimi anni a sostegno dell’Oac, cui è collegato il Sardinia Radio Telescope di San Basilio. «Il governo e il Miur devono intervenire presso la presidenza dell’Inaf», ribadisce Uras, «perché le decisioni prese vengano riviste nella direzione indicata dalla Regione», che sostiene la necessità di mantenere autonomo l’Osservatorio. Il personale aveva ritirato la disponibilità a fare i turni bloccando così il radiotelescopio.

LA NUOVA SARDEGNA
13 – la Nuova Sardegna
Lettere e commenti – pagina 17
Se i cervelli migliori decidono di lasciare la Sardegna
Non si viaggia più con la valigia di cartone ma con un pc o un tablet, ma è sempre emigrazione, con un’isola meno popolata di forze intellettuali moderne

di GIACOMO MAMELI

Ci ha pensato la Banca d'Italia - con le note congiunturali sull'economia della Sardegna presentate avent'ieri a Cagliari - a smorzare gli ottimismi a telecomando tra viale Trento e dintorni. Con un territorio, da Portotorres a Carbonia, che arretra dell'1.8 per cento nella sua ricchezza complessiva c'è davvero poco dal voler vedere la bottiglia mezzo piena. Analizzando, soprattutto, le pagine settoriali del dossier, emerge, in particolare per le ricadute sociali, un'isola da palude: immobile, incapace (se non con slogan anglofoni) di tracciare le vie di uno sviluppo diverso dopo il flop annunciato della grande industria. Al pressante "Quo vadis?" la classe dirigente sarda non sa dare una risposta credibile. È stato il direttore della sede regionale di BankItalia - in linea con le Considerazioni finali lette a Palazzo Koch dal governatore Ignazio Visco - a dire che «è prematuro lanciarsi in ottimismi» perché «non siamo ancora in area positiva» essendo «la domanda interna ancora asfittica». Luigi Bettoni, col linguaggio garbato dei banchieri istituzionali - ha rimarcato, fra gli altri, un dato preoccupante: è ripartita l'emigrazione giovanile (cresciuta fa il 2013 e il 2014 del 2 per mille). Corsi e ricorsi sociali, con un disperato ritorno al passato, alle grandi migrazioni epocali degli anni '50 e '60. Non si viaggia con la valigia di cartone, né con la federa bianca, ma semmai con un pc o un tablet al seguito. Sempre emigrazione è. Con una Sardegna meno popolata di forze intellettuali moderne. Al di là della disoccupazione ferma al palo, di quella giovanile schizzata a livelli preoccupanti, emerge un nuovo esodo che non potrà che indebolire sempre di più la terra dei nuraghi. Anche chi ha studiato nelle nostre università tende ad attraversare il Tirreno, ma soprattutto a varcare le Alpi. Perché ormai un laureato sardo su quattro punta dritto all'estero, destinazione preferita il Regno Unito e gli States. Rispetto al 2013, nello scorso anno i "dottori in fuga" sono cresciuti l'1,9 per cento. Alcuni anni fa era stato il Comune di Carbonia a quantificare - per la sola città ex mineraria - in 34 il numero dei laureati trasferitisi all'estero. Trentenni o giù di lì, anche con due lauree e tanto di master al seguito, che all'ozio forzato sotto il Gennargentu preferiscono fare i camerieri nei pub di Londra, nelle birrerie di Monaco di Baviera, nei locali notturni di New York. Ragazze sarde da 110 e lode, lavorano gratis nei campi profughi più grandi dell'Africa, anche rischiando la vita, certo per spirito umanitario, ma anche perché né il Golfo degli Angeli né quello dell'Asinara offrono la minima prospettiva di lavoro. Chi a Nuoro si è laureata in Scienze forestali sperando nel Parco del Gennargentu trova la busta paga nel Parco del Guadalquivir dove cura amorevolmente le aquile. Non avrebbe potuto lavorare nella Sardegna che vuol dare valore aggiunto al suo ambiente? Crea lavoro lo splendore della laguna dei fenicotteri sotto la cupola di Bonaria? Creano occupazione i nostri monumenti archeologici? Siamo sicuri che per Mont'e Prama non ci debbano essere strategie più lungimiranti? Il dramma è doppio perché si ripete dall'inizio degli anni Duemila: da quando i migliori cervelli dell'Isola erano letteralmente scappati dalla casa di mamma e papà non tanto per non pesare sulla famiglia di origine, ma per sentirsi cittadini a pieno titolo, per avere comunque un reddito. Perdute le menti più fertili - che semmai supportano il governo inglese, a guida laburista o conservatrice poco importa - la Sardegna arranca nelle sue mediocrità. Con la spada di Damocle del più basso rapporto popolazione-laureati-diplomati. Col più alto tasso nazionale di dispersione scolastica. E che si fa? Si parla di potenziamento? No. La terapia è il "dimensionamento scolastico". Così usa il dizionario dell'istruzione 2.0. Ecco perché i neodottori di Nuoro e Oristano diventano cittadini del mondo. E dicono - anche col cuore straziato - "bye bye Sardegna".

 

 

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