Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 June 2015

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 10 - Edizione CA)
Il Sigm: «È tutto inutile»
Borse per medici, Pigliaru cerca una via d'uscita
 
A venti giorni dalla pubblicazione del decreto ministeriale, la Giunta chiede al Miur di riaprire il bando per le scuole di specializzazioni mediche. In questo modo, si potrebbe «consentire il finanziamento da parte della Regione delle borse per i giovani laureati sardi», è scritto in un comunicato. La decisione è arrivata ieri durante un incontro fra gli assessori della Sanità Luigi Arru e alla Programmazione Raffaele Paci a cui hanno partecipato anche i rettori delle università di Cagliari e Sassari. Il governatore Francesco Pigliaru chiederà di poter inserire 24 contratti regionali, che si andrebbero ad aggiungere ai 236 ministeriali (solo 192 secondo i giovani medici). La copertura finanziaria? «Risorse dell'assessorato alla Sanità», fanno sapere da Viale Trento. Ma secondo il Sigm (segretariato italiano giovani medici) una modifica del bando ministeriale adesso sarebbe impossibile: «I termini sono ormai superati da 20 giorni, in più nessuna copertura è stata autorizzata con delibera regionale, come avveniva gli scorsi anni. Il Miur, non rettificherà il decreto», spiega Giampaolo Maietta, presidente del Sigm cagliaritano.
«Un mese per ammettere i propri errori, un mese di bugie. Speriamo che non siano gli studenti sardi a pagare il conto della presunzione dei loro professori», commenta il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Paolo Truzzu. «Il pasticcio sulle borse di studio rivela un'altra bufala della Giunta Pigliaru: solo ora ammette che ci sono tagli e riduzioni delle entrate», dice il coordinatore regionale di Forza Italia Ugo Cappellacci.
M.R.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Spettacoli e Società (Pagina 38 - Edizione CA)
La polemica
C'è una legge da rispettare
Cinema sardo, i colpevoli ritardi della politica
Film Commission e dintorni: un intervento del regista Marco Antonio Pani
 
Nel 2003 usciva un bando della Regione Sardegna per la produzione di opere cinematografiche. Pochi soldi, ma messi a bando. Si iniziava a pensare al cinema come a una possibilità importante, da sostenere con precisi strumenti normativi. Io vivevo in Spagna da tre anni, dove mi ero specializzato in regia: avevo un'idea, avevo un produttore (spagnolo), ora avevo un bando a cui partecipare. Si realizzò una piccola coproduzione internazionale che raccontava una Cagliari del 1400, che non si conosceva. Ci avevano lavorato tecnici e attori sardi e spagnoli, avevamo mangiato, fatto le nostre riunioni, acquistato materiali in attività economiche di Cagliari. Tutto era passato attraverso bandi ufficiali, tranne il finanziamento del Comune, che ancora non ne prevedeva. Passano ancora tre anni e un gruppo di registi, produttori e esponenti del mondo della cultura e dell'Università dell'isola, formulano una proposta di legge dedicata al sostegno del cinema. Che diventa la legge 15. È fatta, dico io. Invece no. Dopo una partenza che ha portato subito alla realizzazione di film importanti, negli ultimi 5 anni questa legge nostra, espressione di democrazia, di lungimiranza politica e culturale, è stata trattata come una seccatura dalla politica di tutti i segni. Da 5 anni non vengono promulgati bandi per la produzione di lungometraggi, i bandi per i festival e per la formazione escono a singhiozzo, in ritardo, senza una programmazione. La perdita in termini di ricaduta economica sul territorio e in occupazione si può calcolare in decine di milioni di euro. Quella in termini di cultura creata, di storie raccontate, non è calcolabile. Il presidente della Film Commission in una sua intervista tv realizzata poco dopo l'inizio del suo incarico, sosteneva (non ce ne siamo dimenticati) che il vero ostacolo allo sviluppo del cinema in Sardegna era la legge cinema. Affermazione che appariva come minimo azzardata, se si considera che la Film Commission stessa esiste proprio in virtù di quella legge. Avrà, col tempo il presidente cambiato opinione? Lo spero bene, perché io, invece, ringrazio tutti i colleghi che, anche per me che non c'ero, si sono impegnati a costruire e far approvare uno strumento straordinario per lo sviluppo di una filiera sostenibile come quella del cinema. Come tanti, ritengo che sia migliorabile in alcuni aspetti ma che sia ancora oggi uno strumento fondamentale perché garantisce che quest'ultima possibilità di sviluppo sostenibile sia regolata da norme certe e trasparenti che tengano in considerazione, in ugual misura, la ricaduta economica, la crescita culturale, e la diffusione dell'immagine, della storia, della cultura e della lingua sarda. In poche parole, tiene conto del lavoro che c'è da fare e del contributo che il cinema può dare perché la Sardegna esista, nel mondo, e quindi esistiamo noi.
Marco Antonio Pani
(regista)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Diritto allo studio
Piano dell'Ersu
 
Entro giugno il Consiglio di amministrazione dell'Ersu dovrà approvare il Programma degli interventi per il Diritto allo studio 2015-16, atto fondamentale di programmazione che disciplina, per l'anno venturo, il bando di concorso “borse di studio e alloggi”. Chiesto dagli studenti alla Giunta regionale di aumentare la soglia Isee per accedere al bando borse e alloggi, oggi fissata in Sardegna a 17.437 euro, e di predisporre i finanziamenti necessari per poter garantire a ogni studente in graduatoria la borsa di studio che gli spetta.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Facoltà di ingegneria
Ricercatori Crs4
 
Mercoledì dalle 9.30 nell'aula magna della Facoltà di Ingegneria (via Marengo) si terrà il decimo incontro con i ricercatori del CRS4, rivolto al grande pubblico, agli studenti e alle imprese, dal titolo: “Visual computing, mobile & scalable rendering”.
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 7
La giunta: pressing per le specializzazioni
Cagliari fa appello a Roma, ma sulle borse di studio per ora senza fondi le critiche non cessano
 
SASSARI La giunta insieme alle università di Cagliari e Sassari «chiederà immediatamente al Miur di riaprire il bando chiuso lo scorso 21 maggio in modo da consentire il finanziamento da parte della Regione delle borse di specializzazione per i giovani laureati sardi». È stato deciso ieri nell'incontro fra gli assessori della Sanità Luigi Arru e della Programmazione Raffaele Paci e i rettori Maria Del Zompo e Massimo Carpinelli. Il milione di euro annunciato non può invece essere destinato alle borse di studio, come erroneamente valutato in un primo momento: verrà utilizzato dagli atenei «per accrescere le competenze dei giovani medici laureati in Sardegna in modo che possano essere in futuro più competitivi nei concorsi nazionali». In bilancio sono confermati i 6,9 milioni per il finanziamento delle borse già attivate. La giunta ha poi ricordato il suo impegno a favore di università, istruzione, scuola e ricerca. Ma alle critiche sulla mancata copertura finanziaria si sono aggiunte parecchie voci di protesta. Claudia Zuncheddu (Sardigna Libera): «Sorprende che una 'casta di universitari’, quella alla guida del governo dell’isola, impedisca ai giovani medici di completare la preparazione pregiudicandone il lavoro futuro». Altre accuse dall’ex governatore Ugo Cappellacci (Fi), da Paolo Truzzu (Fdi), per l’opposizione, e da Giuseppe Frau, responsabile salute della segreteria pd. «Il nostro partito – ha ricordato l’esponente della maggioranza – ha sostenuto e sostiene questa giunta fortemente convinto. I contratti regionali per le specializzazioni sono stati sempre finanziati proprio a partire dalla giunta Soru e grazie al centrosinistra non più tardi di un mese fa è stata approvata una legge che consente ai giovani sardi di accedere a queste borse in base alla residenza: sarebbe un controsenso non finanziarli più».
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Lettere e commenti – pagina 17
fondi per la ricerca
Il professor Pigliaru Jekill e il presidente Pigliaru Mister Hide
Oltre al taglio del 2013 la giunta regionale non ha previsto il finanziamento dei bandi per le annualità 2014 e 2015
di Marco Tedde
 
Fra gli impegni più interessanti del Programma di Governo di Pigliaru, all’epoca Prorettore delegato alla ricerca dell’Università di Cagliari, vi erano quelli relativi al miglioramento della L. R. 7 del 2007 sulla ricerca “per garantire più profonde e diffuse ricadute sul sistema economico e sociale sardo”. Il professor Pigliaru, allora candidato alla carica di Presidente della Regione Sardegna, lamentava nel suo programma che la Sardegna investiva nella ricerca e nello sviluppo organizzativo dei processi produttivi appena lo 0,67% del proprio Pil. Troppo poco rispetto all’obbiettivo Ue fissato all’1,5% per l’Italia e appena un quinto dell’obbiettivo dell’intera Unione Europea fissato al 3%. Da qui dichiarazioni di grande attenzione verso la legge regionale n. 7 sulla ricerca che “è un tassello importante in quanto può garantire il sostegno alla ricerca di base”. Dichiarazioni suggestive, che avevano la capacità di disegnare un futuro di prosperità per la ricerca e l’innovazione tecnologica per lasciare alle spalle la crisi. Ma la storia e la cronaca si sono rivelate diverse. La legge 7 è stata finanziata negli anni dal 2008 al 2013 con cospicue risorse, una buona parte delle quali è stata intercettata dall’università con gli atenei di Cagliari e Sassari che hanno complessivamente presentato progetti per circa 49 milioni di euro complessivi. Tale attenzione nei confronti della ricerca e dell’innovazione portò l’allora prorettore Pigliaru, delegato alla ricerca dell’Università di Cagliari, a dichiarare con enfasi in occasione della presentazione dei dati e delle analisi relative alle attribuzioni per l’anno 2012 della dotazione ordinaria ai nuovi dipartimenti che “Tra il 2009 e il 2012 le risorse per i dipartimenti sono aumentate in valore assoluto del 97% e in valore pro-capite del 114%. Per quanto concerne il fondo Car (Contributo di ateneo per la ricerca), sempre tra il 2009 e il 2012, le risorse sono aumentate rispettivamente in valore assoluto e pro capite del 146% e del 167%”. Quel Pigliaru era una sorta di dottor Jekyll, personaggio dedito al bene e alla scienza. L’ultimo bando della legge 7, finanziato dalla Giunta Cappellacci, risale al 2013, annualità per la quale gli atti amministrativi definitivi sono stati adottati solo nello scorso mese di maggio e per la quale le risorse destinate risultano sensibilmente inferiori a quelle previste per le annualità precedenti. Ma oltre al taglio del 2013 la giunta Pigliaru non ha previsto il finanziamento dei bandi per le annualità 2014 e 2015. Il che farebbe ritenere, stando agli atti fino ad oggi adottati, che vi sia la ferma volontà dell’amministrazione regionale di non sostenere le azioni di promozione e sviluppo della ricerca e innovazione tecnologica previste dalla legge del 2007. Oggi, quindi, da presidente della Giunta Regionale Pigliaru cancella in maniera inspiegabile e sconcertante le risorse a sostegno della ricerca e dello sviluppo tecnologico, ovvero proprio in quei settori in cui l’attuale Presidente allora Prorettore si era impegnato, segno dell’importanza che da accademico ad essi riconosceva. Insomma, Pigliaru da Prorettore dottor Jekyll s’è trasformato in Presidente della Regione signor Hyde. È evidente che non auspichiamo la medesima fine che ebbe il signor Hyde nel capolavoro di Stevenson. Ma speriamo in un ravvedimento operoso, magari sollecitato anche dai suoi colleghi del prestigioso mondo accademico sardo.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Olbia – pagina 30
Caccia ai finanziamenti per l’università al centro
Incontro Comune-Aspo: per la ristrutturazione si valuta l’ipotesi di un mutuo
Giovannelli: «Tempi lunghi, la nuova sede sarà inaugurata da un altro sindaco»
di Alessandro Pirina
 
OLBIA Sa già che non sarà lui il sindaco che taglierà il nastro, ma l’idea dell’università in centro è un suo chiodo fisso, uno dei punti a cui tiene di più del programma elettorale. Per questo Gianni Giovannelli, per quanto il suo mandato sia arrivato quasi al capolinea, sta lavorando per gettare le basi perché il suo sogno diventi realtà. Anche se lui, a quel punto, sarà solo un nonno a tempo pieno. Dopo la firma di fine maggio che ha sancito il passaggio della vecchia caserma della guardia di finanza al Comune il sindaco si sta muovendo per reperire le risorse necessarie al suo restauro. Risorse a tanti zeri, visto che il palazzone che ospitava le fiamme gialle è da ormai una decina d’anni un rudere che incombe su corso Umberto. Ieri mattina Giovannelli ha avuto un incontro con Luciano Lombardo, il presidente dell’Aspo. La municipalizzata, infatti, gioca un ruolo fondamentale nella partita dell’università. L’accordo col Demanio. A mettere la firma sull’accordo tra Agenzia del demanio e Comune, il 26 maggio a Sassari, è stato proprio Lombardo. Lo Stato, infatti, in cambio della cessione della vecchia caserma Saba per 50 anni - con la possibilità di rinnovarlo per altri 50 - riceverà gli uffici Aspo di via Capotesta, che potrà destinare a un ente statale che ne potrà avere necessità. L’azienda del trasporto pubblico urbano è, di fatto, la titolare della (futura) sede dell’università. «Abbiamo iniziato a ragionare sulle azioni da intraprendere – racconta il sindaco –. Abbiamo davanti diverse strade. Quel che è certo è che non lasceremo nulla di intentato. Il nostro auspicio è recuperare il maggior numero di risorse da destinare alla causa. Il Comune ha intenzione di muoversi sia chiedendo finanziamenti che valutando l’ipotesi di accendere un mutuo. Anche se, ovviamente, dobbiamo tenere conto del Patto di stabilità». L’ipotesi mutuo. Un paletto rigido e invalicabile per il Comune, ma non per l’Aspo. Che, in questo modo, accendendo un mutuo, potrebbe “indebitarsi” senza l’obbligo di attenersi alle rigidità del Patto. «Può essere un’ipotesi – ammette Giovannelli –. Ma, ripeto, sono allo studio più soluzioni. Occorre reperire qualsiasi tipo di finanziamento che possa essere utilizzato per poi abbattere il mutuo. Stiamo ragionando sul da farsi, e lo stiamo facendo in maniera sinergica, perché solo così saremo in grado di trovare percorsi più rapidi per arrivare a destinazione». I tempi di realizzazione. Di una cosa è certo il sindaco: non sarà lui a inaugurare il nuovo ateneo sul Corso. «I tempi non saranno brevissimi. È una struttura fatiscente che va completamente rifatta. Non posso dire quando arriverà quel momento. Di sicuro sarà un altro sindaco a inaugurarla. Come è successo a me con tante opere avviate dai miei predecessori. Vorrei solo che si ricordasse di me. Intanto, io cercherò di lasciargli un po’ di lavoro fatto». Il collegamento con l’Expo. Il progetto del Comune è unire la vecchia caserma con l’Expo, in modo da avere un unico stabile capace di ospitare l’intero polo universitario. «Tra le due strutture c’è un palazzo – conclude il sindaco – e ho già parlato col proprietario per fargli presente la necessità di trovare un’intesa con il Comune su un punto di passaggio che ci permetterebbe di creare un’unica sede per l’università». Un progetto che potrebbe anche aprire le porte a un ampliamento dell’offerta formativa, affiancando a Economia del turismo anche nuove facoltà.
 

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