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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 June 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 11 giugno 2015 / Economia (Pagina 38 - Edizione CA)
FOSTER. L’Isola capofila del progetto che unisce efficienza energetica e qualità architettonica
Pannelli fotovoltaici sugli edifici: l’esperimento parte da Cagliari
MA COM’È SOLARE LA MIA FACCIATA
Francesca Gungui
Efficiente, ecologico e ora anche bello. Il fotovoltaico è pronto a fare il salto di qualità in Sardegna, proponendosi come elemento architettonico degli edifici e puntando sulla collaborazione e la ricerca di sei Paesi affacciati sul Mediterraneo. Italia, Spagna, Libano, Egitto, Tunisia e Giordania sono quelli che aderiscono al progetto internazionale “Foster in Med”, finanziato al 90% dall’Ue con 4 milioni e coordinato dall’Università di Cagliari.
Ieri l’assessorato regionale dell’Industria ha organizzato la tappa cagliaritana del programma, una tavola rotonda internazionale dedicata alle “Politiche di promozione delle fonti energetiche rinnovabili e delle tecnologie solari nell’area del Mediterraneo”. Un’occasione per fare un bilancio dei lavori svolti e individuare gli ostacoli, anche di tipo burocratico ed amministrativo, che rallentano il cammino delle fonti da energia solare fotovoltaica nei paesi aderenti al programma.
 NUOVA FILOSOFIA Foster in Med ha infatti unito le forze di sei diverse nazioni nello sviluppo delle tecnologie del fotovoltaico integrato. Pannelli solari utilizzati nella progettazione e ammodernamento di edifici, non più come semplici coperture, ma elementi architettonici da integrare nelle facciate.
Un nuovo concetto architettonico che verrà sperimentato nella sede di Area (Agenzia regionale per l’edilizia abitativa) in via Cesare Battisti a Cagliari: 300 metri quadri di celle fotovoltaiche tappezzeranno l’edifico garantendo un look moderno e una produzione di 85 kWp (kilowattpicco: la potenza massima raggiungibile nel singolo istante).
Seguiranno piani analoghi a Tunisi, Alessandria, Beirut e Aqaba. «La Regione crede molto in questo progetto», assicura l’assessore regionale all’Industria Maria Grazia Piras: «Il diffondersi del fotovoltaico verticale è una strada promettente che ben si sposa con le linee del prossimo Piano energetico regionale, incentrato sull’autoproduzione più che su grandi impianti realizzati in passato per speculazioni».
 IL CONTESTO L’input arriva dal piano europeo contro il cambiamento climatico: lo sfruttamento del solare integrato e di energie rinnovabili avrebbe enormi potenzialità nei Paesi mediterranei avvantaggiati dal clima e dalla prolungata esposizione solare. «È un progetto che abbraccia ricerca scientifica, cultura e conoscenza - sottolinea Antonello Sanna, direttore del dipartimento di Ingegneria Dicaar dell’ateneo cagliaritano - un format che siamo pronti a replicare in altri contesti».
Un’opportunità economica per ingegneri, architetti, piccoli e medi imprenditori e studenti. Tra i punti fondamentali di Foster in Med c’è appunto quello di trasferire le competenze del settore innovativo dell’energia solare, spingendo la progettazione condivisa in modo da diffondere le tecnologie innovative tra le aziende, i professionisti, gli amministratori locali e i cittadini.
L’evento ha avuto un epilogo pomeridiano organizzato dal Centro servizi imprese della Camera di commercio di Cagliari. Il presidente Cristian Atzori, sottolineando l’importanza del progetto nel campo delle energie rinnovabili, ha spiegato che «il Csi ha messo a disposizione le proprie competenze per la realizzazione dei percorsi formativi diretti al mondo imprenditoriale».
Luca Mascia
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 11 giugno 2015 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Cagliari, sanità e costi alle stelle
Il project financing, firmato nel 2003, era finalizzato alla costruzione di nuove parti dell’Oncologico e del Microcitemico. Negli anni, i costi sono saliti a dismisura e, ora, Asl e Brotzu hanno deciso di vederci chiaro: hanno firmato un contratto da 55 mila euro per affidare all’Università di Bologna una consulenza. Gli esperti dovranno verificare la congruità dei soldi usciti dalle casse pubbliche. FRESU A PAGINA 13
 
Cronaca di Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
Nuove parti del Businco e del Microcitemico: dove sono finiti i soldi?
GLI ISPETTORI IN OSPEDALE
L’Università di Bologna dovrà dare una risposta
Nel cantiere di via Jenner sono arrivati milioni di euro a carriolate. Ma dopo dieci anni di lavori, ancora da finire, sembra che nessuno sappia bene quanti sono, e se sono stati spesi bene, i fondi per la costruzione e la gestione delle nuove parti di Microcitemico e Businco. Per scoprirlo si spendono altri soldi: i 55 mila euro della consulenza affidata al dipartimento di Scienze aziendali dell’Università di Bologna. Il contratto è stato firmato nei giorni scorsi dalla Asl 8 e dal Brotzu. Il controllo dei due ospedali sta per passare dall’una all’altra azienda sanitaria, ma di mezzo c’è il project financing. Il vecchio contratto, nato male, che nel 2003 aveva affidato alle società Siemens e Tepor l’ammodernamento edilizio e tecnologico delle strutture. Durante il passaggio di consegne i due commissari hanno «rilevato l’elevata complessità del rapporto in essere». Da qui la «necessità di avere un quadro chiaro e preciso di tutti gli aspetti giuridici, tecnici e economici, delle realizzazione effettuate e da effettuare e dei servizi già eseguiti e da eseguire». Un esempio: nella nuova ala del Microcitemico ci sono sale operatorie per bambini, pronte dal 2011, con tutti i macchinari dentro. Ma restano chiuse. Eppure, a leggere un decennio di delibere, sembra che i costi di queste opere si siano gonfiati a colpi di “impreviste” varianti milionarie.
IL CONTRATTO Nato quando alla Asl 8 governava Efisio Aste, stroncato e rimodulato nell’era Soru, il project financing funziona così: il privato che si aggiudica la concessione assicura l’investimento con il contributo del pubblico (la Asl 8). Poi incasserà, per un lungo periodo, i canoni annuali che verranno versati per l’utilizzo delle nuove strutture. L’accordo al ribasso del 2005, targato Soru, prevedeva una spesa di 66.594.000 euro per “immobili, impianti e attrezzature” (assicurazioni comprese, i lavori effettivi ammontano a 52 milioni) e 38 milioni in canoni, per dieci anni.
 GLI AUMENTI Ma il tempo passa, le esigenze cambiano. Il 16 dicembre 2008 la Giunta regionale dà un finanziamento di 19 milioni alla Asl, “integrando le risorse già destinate”. Ma l’Azienda annuncia che vorrebbe variare il contratto iniziale e chiede l’autorizzazione per aumentare “l’impegno di spesa decennale”: di milioni ne servono 22. Permesso accordato, si legge in delibera. Maggio 2009, nuovo cambio: emerge “la necessità di disporre con urgenza l’esecuzione di ulteriori lavorazioni integrative al sesto e settimo piano del Businco, non prevedibili”. Il via libera alla spesa ulteriore arriva quando l’intervento è già in atto, a giugno 2010: partono oltre 4 milioni in più.
I CONTROLLI In cantiere si avvicendano vari direttori dei lavori, con alcuni periodo di buco. Il responsabile del procedimento di nomina Asl era Antonello Porcu, morto nell’alluvione del 2008. Gli subentra Massimo Masia, che prima aveva l’incarico di “collaudatore in corso d’opera”: figura prevista per legge, controllava che tutto fosse fatto a regola d’arte. Dopo di lui non risulta alcun successore. L’azienda, interpellata in merito, non ha fornito risposte.
LA CONSULENZA Tutto a posto? Alla domanda dovranno rispondere gli esperti bolognesi incaricati nei giorni scorsi. Dovranno fornire un report “sulle consistenze realizzate e un’analisi sulle criticità” e “sugli aspetti da definire”. Dovranno verificare che quanto realizzato risponda “alle linee guida della Regione” e suggerire “ipotesi e alternative su modalità, limiti e condizioni economiche della concessione, in riferimento alle criticità”. Una radiografia del contratto e degli ospedali.
Enrico Fresu
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 11 giugno 2015 / Commenti (Pagina 12 - Edizione CA)
Sanità in Sardegna
Le nuove realtà cresceranno
La facoltà di medicina dell’università di Cagliari è stata, fino alla metà degli anni 80, centro di innovazione e di ricerca scientifica oltre che polo della formazione e della cultura medica allora conosciuta in Sardegna perché faceva parte di un network di facoltà mediche. Molti giovani professori, dopo essersi formati in altre importanti università venivano a Cagliari per iniziare il loro percorso universitario portando con sè metodologie nuove, modelli organizzativi, conoscenze innovative. Le patologie e le cliniche universitarie erano garanzia di cure di un livello che nessun altro ospedale della Sardegna era in grado di dare.
La facoltà di medicina di Cagliari aveva un bacino molto ampio, tutte le scuole di medicina italiane, nel quale scegliere i docenti ed i clinici e questa era la sua forza. Cagliari era una sede ambita. Il ricambio dei docenti era una garanzia di crescita ed in generale di qualità. Ma la gloria è effimera. Alla fine degli anni 80 la gestione del potere ha portato a cercare il consenso per esercitarlo. Ciò ha portato la facoltà a chiudersi in se stessa ed il bacino nel quale selezionare i nuovi docenti e coprire le cattedre vacanti è stato quello interno alla facoltà stessa. Un’autarchia. Il prestigio della facoltà di medicina e della medicina ha imboccato un declino inevitabile. Contemporaneamente cominciò a crescere la sanità pubblica. Un nuovo ospedale, il Brotzu, si era affacciato sulla scena. Un monoblocco imponente che assicurava coesione di gestione clinica e integrazione. Ma al successo contribuirono due componenti fondamentali. Una dotazione tecnologica mai vista prima e un gruppo di medici, giovani, fortemente motivati, alcuni dei quali venivano da esperienze internazionali.
Coprire i bisogni di salute dimenticati per anni fu lo scopo dei medici e del gruppo dirigente. Questo venne fatto con slancio e la politica fece la sua parte sostenendo le iniziative dell’ospedale. Questo slancio ormai si sta affievolendo. Manca la passione, la politica ha occupato tutti gli spazi, ma non ci sono idee per delineare il ruolo di questo ospedale in un mondo che corre ed i medici non sono più una forza propulsiva. Il vento sta cambiando.
Il policlinico di Monserrato sta assumendo la struttura, la massa idonea per crescere. Ha bisogno di puntare sul merito, cosa che il Brotzu non ha saputo più fare. Nel nord Sardegna poi il nuovo ospedale Mater Olbia ha tutte le caratteristiche per diventare anch’esso un ospedale di riferimento. Guai a cullarsi sui ricordi del passato.
Antonio Barracca, medico
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 11 giugno 2015 / Cronaca di Nuoro (Pagina 20 - Edizione OR)
NUORO. Protesta dei 33 dipendenti della coop Ecotopia, senza lavoro dopo vent’anni
In catene davanti all’università:
«Siamo stati abbandonati da tutti»
Ultimi battiti d’ali dei 33 lavoratori della cooperativa Ecotopia che fino a pochi mesi fa forniva una serie di servizi all’Università di Nuoro. Sacrificati da un bando ribassato al 30 per cento, privo di clausola di salvaguardia, ora che ad aggiudicarsi l’appalto è stata la società Stella srl, chiedono almeno di essere riassorbiti come forze lavoro. Ieri mattina ancora un’altra protesta disperata, questa volta davanti ai cancelli della sede universitaria di Sa Terra Mala. A indire la nuova mobilitazione il sindacato Uil cui si sono affidati gli operatori. Presenti ieri i segretari regionali e territoriali Francesca Ticca e Felicina Corda, e quello di categoria Andrea Lai. Accanto a loro anche il presidente di Legacoop Totoni Sanna.
ABBANDONATI Tra i 35 e 40 d’anni d’età, prospettive occupazionali ridotte al lumicino, i lavoratori si sentono abbandonati dagli amministratori. Comune e Provincia in particolare, che sono le stazioni appaltanti. «Ecotopia ha dovuto rinunciare a partecipare perché un ribasso così pesante avrebbe determinato un taglio agli stipendi lesivo della dignità delle persone», sottolinea Andrea Lai. «Si sono trovati costretti a fare un passo indietro. Ma in tutto questo l’aspetto più inquietante è che non ci sia stata nessuna volontà da parte di Comune e Provincia di avviare una interlocuzione preventiva». Gina Loi, che guida la cooperativa Ecotopia, conferma e ricorda: «Abbiamo tentato a suo tempo di fare delle proposte concrete in direzione della razionalizzazione perché ci rendiamo conto che in un periodo di grave crisi economica tutti devono fare la loro parte. Ci siamo resi disponibili a ottimizzare le risorse senza intaccare la qualità. Invano. Nessuno ci ha ascoltati».
 FLEBILI SPERANZE Inesorabilmente dal primo luglio l’azienda che d’ora in avanti dovrà garantire gli stessi servizi sarà ai posti di combattimento. Come ultima ratio i dipendenti di Ecotopia chiedono che si avvalga delle professionalità che loro hanno acquisito in 20 anni di attività. «Confidiamo almeno in questo». Ma per il momento tutto tace e nessuno spiraglio si intravede all’orizzonte. Sulla soglia della disoccupazione queste maestranze gridano ancora: «Non lasciateci soli».
I RAPPRESENTANTI «Temevano che saremmo arrivati a questo», commenta Totoni Sanna, «abbiamo cercato decine di volte di evitare il peggio. Ma finché c’erano i margini non abbiamo avuto risposte. Tutto è stato lasciato andare alla deriva». Gli fa eco Francesca Ticca: «Come si fa a considerare alto uno stipendio di 950 euro? Eppure abbiamo sentito dire anche questo. Ma dove stiamo arrivando? Comportamenti del genere li metti in conto da parte di un privato. Ma qui si tratta di enti pubblici che ritengono che 900 euro vadano ulteriormente sforbiciati perché sono spese inutili. Abbiamo superato ogni limite».
 


LA NUOVA SARDEGNA
5 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 11 giugno 2015 / Economia Sardegna - Pagina 14
 
 
IL PROGETTO >> L’ISOLA IN MOSTRA AL SIL DI BARCELLONA
La proposta portata avanti da Regione, Università di Cagliari, Autorità portuale e Cirem alla fiera della logistica
 
PORTO TORRES HUB DEL MEDITERRANEO
Il progetto radica la Sardegna nelle Autostrade del mare sostenute dall’Unione Europea
di Pinuccio Saba
SASSARI Da scalo “tecnico” per alcune compagnie di navigazione a centro nevralgico del traffico merci fra l’Europa meridionale e il Medio Oriente. Fino a qualche tempo fa era solo una fantasia, ora è diventata un’ipotesi di lavoro sulla quale hanno investito l’Università di Cagliari, la Regione, l’Autorità portuale del Nord Sardegna e il Cirem (Centro interuniversitario ricerche economiche e mobilità dell’ateneo cagliaritano) e che si è concretizzato nel Progetto Optimed, finanziato dal programma Enpi-Cbc Med e del quale la Regione è capofila. Progetto che ieri è stato illustrato dagli esperti del Cirem guidati dal professor Paolo Fadda dell’università di Cagliari nel corso della fiera della logistica in corso di svolgimento a Barcellona. Il progetto mira a trasformare lo scalo di Porto Torres in un vero e proprio hub (fulcro, elemento centrale) della movimentazione delle merci via mare, un porto dal quale ogni settimana partirebbero otto navi in direzione di Beirut e trenta verso altre destinazioni. «Il Sil, il salone internazionale della logistica in corso a Barcellona, è occasione di straordinario confronto su una materia in continua evoluzione qual è quella dei traffici marittimi. Siamo convinti – ha detto dice Gabriella Massidda, direttore generale dell’assessorato ai Trasporti – di poter contribuire, attraverso il progetto Optimed, ad implementare i traffici via mare». Per Paolo Fadda, ordinario di Progettazione dei sistemi di trasporto del’università di Cagliari, «i confronti tecnici ci permettono di raccogliere dati importanti per affinare il progetto. L’interesse mostrato da Turchia, Egitto e Libano, ci consente di raccogliere ulteriori elementi che confortano il processo di trasferimento degli scambi su ruota a quelli via mare». Dagli studi particolareggiati messi a punto dai ricercatori isolani, si evince che può essere migliorato il sistema di scambi attuale, più competitivo rispetto a quello su ruota. «Ad esempio – spiega Gianfranco Fancello del Cirem – spedire merci con un camion da Milano al Kurdistan, al confine con la Turchia, costa 3.700 euro e impiega dodici giorni. Mentre il nostro progetto aumenta le frequenze via mare con una riduzione dei costi e dei tempi stimabile intorno al 30 per cento». Dalle relazioni degli specialisti isolani è emerso che con Porto Torres hub del nord del Mediterraneo, lo scalo sarà collegato con quattro corse settimanali su Valencia e altrettante su Barcellona, sei con Marsiglia e Seté, sette con Genova, Spezia e Napoli e otto con Beirut. Un progetto che non è un semplice libro dei sogni, come peraltro conferma l’operatività di alcune di compagnie di navigazione (anche straniere) che effettuano un collegamento regolare fra Porto Torres, la Corsica e Marsiglia-Tolone, e fra Porto Torres e Barcellona. Rotte che, tra l’altro, radicano la Sardegna settentrionale nelle “Autostrade del mare” sostenute dall’Unione Europea che oltre a favorire un consistente abbattimento del costo dei trasporti, limita le emissioni in atmosfera con un conseguente minor impatto ambientale.
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 11 giugno 2015 / Cagliari 24 ore - Pagina 7
CONVEGNO
Il fotovoltaico nei nuovi edifici
CAGLIARI. Promuovere nel Mediterraneo le energie rinnovabili, in particolare quelle solari fotovoltaiche. È questo l’obiettivo di Foster in Med, progetto internazionale di cui la Sardegna è l’epicentro. Finanziato dalle Ue con 4, 05 milioni attraverso il programma Enpic Cbc Med di cui la Regione è l’autorità di gestione, il progetto è approdato a Cagliari nella sala Anfiteatro di via Roma con la tavola rotonda internazionale dedicata alle “Politiche di promozione delle fonti energetiche rinnovabili e delle tecnologie solari nell’area del Mediterraneo”. La tappa cagliaritana del progetto, ha avuto come obiettivo quello di individuare gli ostacoli, anche di tipo burocratico e amministrativo che rallentano il cammino delle fonti da energia solare fotovoltaica. Foster in Med, infatti, nasce con l’obiettivo di promuovere l’adozione di impianti solari fotovoltaici architettonicamente integrati negli edifici dei sei paesi del Mediterraneo coinvolti: Italia, Spagna, Libano, Egitto, Tunisia e Giordania. Protagonisti, oltre la Regione, l’Università di Cagliari, la Camera di commercio. Il convegno è stato aperto dall’assessore all’Industria Maria Grazia Piras.
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 11 giugno 2015 / Cagliari 24 ore - Pagina 7
Le ha scoperte la guardia costiera. Erano piene di aragoste
Reti abusive: sequestrati 600 metri
PORTOSCUSO I militari della guardia costiera di Portoscuso hanno sequestrato 600 metri di rete abusiva nelle acque di Buggerru dove da tempo è in atto il progetto di ripopolamento delle aragoste. Dopo tante segnalazioni dei mesi scorsi giunte ai militari dell’Ufficio circondariale marittimo, questa mattina, gli uomini della Guardia Costiera sono riusciti a sequestrare la rete che rappresentava un pericolo per la navigazione in quanto, quasi invisibile e segnalata solo da taniche a pelo d’acqua. Non si conosce ancora l’identità del proprietario della rete, contro il quale scatterebbe una denuncia penale. Le aragoste trovate all’interno dei 600 metri di rete sono state liberate, etichettate poi rimesse in mare dagli esperti dell’Università di Cagliari impegnati nel progetto di ripopolamento. «Questo è un risultato - ha detto il comandante Matteo Prantner, che premia l’Ufficio Circondariale Marittimo di Portoscuso, nel giorno della festa della marina». (t.p.)
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 11 giugno 2015 / Nuoro - Pagina 26
GLI SLOGAN AL SIT-IN Siamo i prossimi disoccupati del Nuorese E i politici che fanno? Perché questo ostinato silenzio? Cancelli sbarrati ed esami saltati per il sit-in dei dipendenti della cooperativa. Gli studenti: «Siamo dalla vostra parte»
ECOTOPIA, I LICENZIATI CHIUDONO L’ATENEO
di Valeria Gianoglio
NUORO Cancello chiuso, esami saltati, studenti fermi davanti all’ingresso. E tre grandi striscioni con altrettanti slogan: “Siamo i prossimi disoccupati del Nuorese ... E i politici? In grande silenzio”, “Gara al ribasso, lavoratori a spasso”, “Io sto con Ecotopia. Gli studenti sono con voi”. Come annunciato da qualche giorno, ieri mattina, puntuali come un orologio svizzero, i 33 dipendenti della cooperativa Ecotopia, che gestisce diversi servizi per il Consorzio universitario, si sono presenti ai cancelli della sede del corso di laurea in Scienze forestali, a Sa Terra mala, e hanno messo in scena la loro protesta. Quella che da diverse settimane, ormai, sostenuti dalla Legacoop e dalla Uil, li vede protagonisti, tra assemblee, volantini, e dure prese di posizione contro l’appalto che di fatto li ha tagliati fuori dalla possibilità di proseguire il loro lavoro con l’università. Il 29 giugno, per tutti loro, sarà l’ultimo giorno di lavoro, e dal 30 tutti a casa. «La sofferta decisione di non partecipare al bando – si legge nel documento che i lavoratori distribuiscono ieri davanti all’università – è scaturita dalla valutazione del bando di gara che non conteneva le condizioni economiche e contrattuali minime stabilite per legge, se non sottopagando il personale e dando un servizio di scarsa qualità, e per la mancanza delle condizioni di sicurezza previste dal testo unico sulla sicurezza, mancando sia la predisposizione del Duvri sia dell’importo, non soggetto a ribasso, sugli oneri di sicurezza aziendale . Indire una gara d’appalto con un importo a base d’asta del 30 per cento in meno ( più il ribasso ) rispetto all’ultima gara del 2007 , richiedendo, complessivamente, gli stessi servizi, significava licenziare 10 persone su 33 o “tagliare” a tutti lo stipendio (ma non le ore) del 30 per cento con una netta diminuzione della qualità del sevizio , non solo nelle pulizie , ma soprattutto per i servizi qualificanti come la biblioteca o la segreteria studenti che, nel caso specifico di Nuoro, serve tutti gli studenti del territorio iscritti a Sassari». E così, per queste ragioni, e per salvare la loro dignità di lavoratori, ieri mattina, i 33 dipendenti della cooperativa, scendono di nuovo in piazza per portare avanti una nuova tappa della loro protesta. E puntano il dito contro il silenzio della politica che, dicono, in tutti questi mesi non ha manifestato loro vicinanza, se non quando la situazione era ormai già abbondantemente compromessa. «Siamo con voi», dicono loro, invece, gli studenti del corso di laurea in Scienze forestali. E c’è chi spera nel miracolo.

Il docente ai lavoratori: «Vittime di incomprensibile disinteresse»
Vacca: «Una lezione di dignità»
NUORO Lavoratori in crisi, disoccupati, la diocesi attraverso un documento firmato dal responsabile della comunicazione, don Francesco Mariani, ma anche i docenti universitari: in questi giorni, ai dipendenti di Ecotopia, le manifestazioni di solidarietà e di vicinanza, sono arrivate davvero da più parti. Via Facebook, scrive loro, anche il docente universitario, Sergio Vacca. «Voi, Amici di Ecotopia – scrive – state dando a tutti noi una grande lezione di dignità. La state dando avendo rinunciato ad elemosinare un piatto di lenticchie che vi veniva offerto - mi si passi il termine - “murrungiando"”. Mi direte che è facile da parte mia, o da chi come me ha la possibilità di mettere tranquillamente assieme il pranzo con la cena e anche ben altro. Ma anch’io so cosa voglia dire avere qualcuno in casa che fino a poche settimane fa, nonostante lauree, stage, per più di quattro anni è stato disoccupato. L’università e i servizi connessi sono talmente importanti per Nuoro e i suoi dirigenti che sono fungibili con un servizio di pulizia. Importante, ma non sufficiente. Si è dimostrata in questa occasione una sciatteria amministrativa che non ha uguali. Si mostra in questa circostanza uno spaventoso disinteresse della politica locale». (v.g.)


 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 11 giugno 2015 / Sassari - Pagina 29
Il presidente: «Pronti a soluzioni con Comune, Regione e ateneo»
«NESSUNO SCONTRO AI VERTICI ERSU»
SASSARI Getta acqua sul fuoco delle polemiche nate sul campus universitario: per il presidente dell’Ersu Gianni Poggiu non c’è alcun disaccordo con la direttrice generale Maria Assunta Serra, ma solo una normale dialettica. E allo stesso tempo afferma di voler ricercare soluzioni insieme a tutti gli altri attori coinvolti, dall’università, al Comune fino alla Regione per non perdere i circa 40 milioni di euro di finanziamento. Fa conoscere pubblicamente il suo pensiero Poggiu che ha affidato a una nota stampa. Dopo le notizie pubblicate nei giorni scorsi «su presunti contrasti ai vertici dell’Ersu in merito alle vicende del progetto campus», il presidente dell’Ente per il diritto allo studio Universitario vuole chiarire «ufficialmente»l a sua posizione. «Con il direttore generale dell’Ente Maria Assunta Serra è in corso un dialogo democratico attraverso il quale si è cercato di chiarire le reciproche posizioni con delle note interne – afferma –. Tali atti ufficiali indirizzati dal presidente al direttore generale, al presidente della Regione, ai consiglieri, ai revisori dei conti e agli assessorati sono state invece diffuse e interpretate da alcuni come una forma di contrapposizione che andava oltre la normale dialettica interna dell’istituzione». «La nota non era dunque indirizzata agli organi di stampa – spiega Poggiu – e tantomeno aveva lo scopo di far emergere un contrasto interno all’Ente ma esprimeva soltanto la legittima preoccupazione, a seguito della determina, con la quale il direttore generale dell’Ente aveva deciso di non aggiudicare ad alcun vincitore il bando per la ricerca dell’area campus». Come si ricorderà, infatti, con una determina del 21 maggio scorso, la direttrice Serra ha preso la decisione di non aggiudicare la gara per l’acquisto di un’area dove costruire il campus universitario da 500 posti. Prima in graduatoria, l’offerta presentata dai proprietari Segni-Clemente, un terreno al prezzo di 10,72 milioni. La direttrice generale ha dato uno stop perchè l’area in questione avrebbe avuto necessità di una variante urbanistica che già l’amministrazione Ganau e poi l’attuale sindaco hanno sempre affermato di non voler concedere. Per Poggiu :«I vertici dell’Ersu stanno quindi lavorando in questi giorni in concerto con Comune, Regione e Università al comune obiettivo di trovare soluzioni idonee alla salvaguardia delle risorse destinate alla residenzialità universitaria. Negli incontri tenutisi tra aprile e maggio con le istituzioni l’Ersu ha cercato soluzioni valide per la tutela delle risorse destinate a favore degli studenti universitari». «Il dialogo interno all’Ente ed esterno alle istituzioni è dunque aperto – assicura il presidente –. L’Ersu resta in attesa delle soluzioni più opportune suggerite da Regione, Comune e Università che portino alla salvaguardia delle risorse e alla tutela del diritto allo studio degli studenti meritevoli ma privi di mezzi».

 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 11 giugno 2015 / Sassari - Pagina 30
Sabato all’università e al Carmine una giornata dedicata ai temi dell’educazione
Pedagogisti, prof e famiglie insieme per rendere migliore il futuro dei giovani
UNA RETE PER FAR CRESCERE RAGAZZI “CAPOLAVORO”
SASSARI Al centro i ragazzi perché a ciascuno sia data la possibilità di rendere la propria vita un capolavoro. Intorno una rete educativa nella quale tutti, scuola e famiglia, devono prendere atto che si lavora insieme, assumendosi ognuno le sue responsabilità. Perché, come diceva don Giussani decenni fa, «occorrono maestri, e ce ne sono, che accompagnino i ragazzi in una verifica piena di ragioni, che insegnino loro a stimare e amare se stessi e le cose». È con questo spirito, e inseguendo la necessità di riflettere sul ruolo della scuola nella formazione delle nuove generazioni, che sabato 13 giugno si svolgerà un’intensa giornata sull’educazione organizzata dalla Cooperativa sociale San Camillo De Lellis in occasione dell’inaugurazione del Centro per l’educazione allo Studio “Gli improbabili”. «Un centro - spiega la direttrice e presidente della coop San Camilo De Lellis Paola Appeddu- che si propone come il riferimento di questa rete educativa nascente. Far scoprire e riscoprire ai ragazzi che nel conoscere, studiare, capire ci sono un gusto e una bellezza inimmaginabili è uno degli obiettivi della nostra attività». L’inaugurazione si colloca però dentro una giornata in cui esperti del settore educativo a vario titolo si confronteranno, la mattina, in una tavola rotonda in programma nell’aula magna dell’università a partire dalle 10. Il pomeriggio, che si svolgerà negli spazi dell’archivolto del Carmine, sarà invece dedicato ai giovani, alle loro esperienze, al loro desiderio di diventare grandi con consapevolezza in un confronto positivo con il mondo degli adulti. Grande protagonista di entrambe le sessioni Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiaretà nonchè ordinario di statistica metodologica all’università Bicocca di Milano. In aula magna parlerà di “Educazione, il lavoro di tutti”. Dopo di lui interverrà Paolo Maninchedda, in veste di professore ordinario di Filologia Romanza a Cagliari . A seguire relazioni di Alberto Bonfanti, direttore del Centro di aiuto allo studio Portofranco di Milano, Lorenzo Braina, direttore del Centro Crea, esperto educatore, Caterina Montaldo, Anna Mocci, Andrea Zironi e infine l’assessore regionale alla Pubblica istruzione Claudia Firino. Nel pomeriggio dalle 17,30 all’archivolto del Carmine, due momenti di incontro con personaggi che racconteranno le loro storie “improbabili” e imprenditori del territorio che attraverso interviste, momenti musicali, con la Band Clokwork, e video, incontreranno giovani e famiglie. All’inaugurazione del Centro di educazione allo studio “Gli improbabili”, seguirà un breve momento musicale, curato da Manuel Attanasio, con la coreografia di Alessandra Mura. La serata, si concluderà con un nuovo intervento di Giorgio Vittadini che racconterà i personaggi di Guareschi e Jannacci.
 


QUOTIDIANI NAZIONALI
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