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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 June 2015
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 10 giugno 2015 / Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Saggistica L’importante lavoro del docente di linguistica e glottologo Massimo Pittau Lungo studio, grande amore
UN NUOVO VOCABOLARIO SARDO
Impressiona la misura del tempo che Massimo Pittau, autore del “Nuovo vocabolario della lingua sarda” (Domus de Janas, 2014, 2 volumi, € 80), esibisce, ricordando d’aver iniziato a studiare linguistica, nel 1941 a Torino, sotto la guida di Matteo Bartoli: più di 70 anni fa.
Anche Paolo Pillonca, che firma la Presentassione del vocabolario, ne è persuaso, tanto che, ammirato di fronte a una ricerca svolta lungo l’arco di sette decenni e «semper sinnada dae su contivizu e dae s’istima pro sa limba de sa terra nadia», lascia per un istante la lingua sarda e cita «il lungo studio e il grande amore» di Dante per l’opera di Virgilio.
« Contivizu », spiega lo stesso Pittau, significa «cura, diligenza, premura»: una forma amorevole di riguardo, una sollecitudine, una sapiente attenzione che l’insigne studioso ha dedicato alla lingua della sua terra, insegnando quanto lo studio possa giovare alla causa delle culture minoritarie insidiate dai processi di una globalizzazione che tende a imporre stili di vita comuni in tutto il mondo e inevitabili semplificazioni linguistiche. La ricerca scientifica, al contrario, valorizza la complessità e la indaga scoprendo i tesori di conoscenza (su siddadu , dice Pillonca), le articolazioni di pensiero e le visioni del mondo espresse da gruppi etnici anche non numerosi ma, come quello sardo, consapevoli della propria storia millenaria.
Ancora il tempo, dunque. Non più il tempo individuale ma quello collettivo di un ethnos che si sente tale, che si riconosce in se stesso e nei segni incisi dagli antenati nel paesaggio, i nuraghi e le domus de janas: come se li avesse realizzati nostro padre; e noi stessi con lui, da bambini. Tempo immobile, dunque: annullata la distanza che ci separa dal primo abitante di questa terra, dalle prime parole che hanno risuonato nella tersa aria mediterranea della nostra isola. Alcune delle quali continuiamo a usare, attingendole dal sostrato, da una lontana sorgente preromana («lingua sardiana» la chiama Pittau) che le fa rampollare vive e feconde: antichissime, eppure fresche e spendibili oggi.
Poi è cominciata la stupefacente, dolorosa e per molti versi tragica, cavalcata attraverso i secoli delle dominazioni che hanno fatto del popolo Sardo uno fra i precursori della globalizzazione e gli hanno insegnato a parlare “in presenza di tutte le lingue del mondo” allora conosciuto. Per capirlo, si può scorrere l’elenco delle “basi” che Pittau propone nel secondo volume, ciascuna con le relative voci e la corrispondente parola sarda: le basi latine, greche e bizantine, catalane, spagnole. Alle quali, naturalmente, vanno aggiunti tutti gli altri apporti provenienti dai popoli con i quali i Sardi sono entrati in contatto per le ragioni della guerra e dell’amore, del lavoro, dei commerci e dell’avventura, della sottomissione agli accordi internazionali che, da ultimo, hanno legato la Sardegna al Piemonte: e basta, a Cagliari o a Torino, andare a mangiare in una piola , per capirlo.
Il vocabolario di Massimo Pittau si compone di 60000 voci ed è fraseologico ed etimologico. Il dato numerico dice di una ricchezza lessicale significativa per un piccolo popolo tradizionalmente dedito all’agricoltura e alla pastorizia e che quindi necessitava delle parole relative alle attività svolte: con il corredo dei vocaboli necessari a esprimere sentimenti, emozioni e la propria visione del mondo. Per capire meglio, sarà utile pensare che il Dizionario della lingua italiana pubblicato da Tullio de Mauro nel 2000 è composto da 160000 lemmi.
Ma non è sufficiente elencare alfabeticamente le parole e trasportarle da una lingua all’altra: a questo scheletro occorre aggiungere muscoli e nervi per farne un organismo vivo. Ecco dunque il bisogno della fraseologia, che restituisce le espressioni idiomatiche e le locuzioni proprie di una lingua, e dell’etimologia che descrive l’origine e l’evoluzione della parola, ne compila una sorta di scheda storica.
Questo ha fatto Pittau («Mastru mannu» lo chiama Pillonca) in un ampio lavoro che è necessario consultare se si vuole comprendere meglio il mondo nel quale viviamo.
Giuseppe Marci
 
 
 
L’UNIONE SARDA

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 10 giugno 2015 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
AZIENDA MISTA. Kit ecosostenibili in dono a 100 coppie
I pannolini? Si lavano e si riusano
Sano, ecologico, economico. Questo lo slogan del progetto “Babi - Bebè a basso impatto!”, avviato dal Dipartimento materno infantile dell’Azienda ospedaliero-universitaria per incentivare l’uso dei pannolini lavabili. Un ritorno al passato, solo in parte.
Il kit donato a cento neogenitori, durante i corsi di avviamento alla nascita tenuti nella Clinica ostetrica e ginecologica, è composto di più parti, tutte ecosostenibili: la mutandina esterna in cotone, uno o due strati in bambù e l’ultimo, quello a contatto con la pelle del piccolo, in cellulosa. «I primi si lavano, con sapone di Marsiglia o in lavatrice, e si possono riutilizzare all’infinito», hanno spiegato ieri i responsabili del progetto finanziato con fondi regionali (Por-Fesr 2007-2013) dall’assessorato all’Ambiente: «Solo il velo interno si elimina, anche attraverso il gabinetto». Pratico e a basso impatto ambientale.
Secondo uno studio condotto in Gran Bretagna, i pannolini riutilizzabili consumano 3,5 volte meno energia di quelli usa-e-getta, che perdono anche il confronto sul piano dello smaltimento (impiegano circa 500 anni per decomporsi) ed economico (quelli riciclabili costano un terzo, circa 550 euro in tre anni). In più, possono essere regalati o ceduti ai figli successivi. «Senza dimenticare il benessere dei bambini», hanno aggiunto i titolari dell’Achab, che hanno lavorato di concerto con i dottori Mario Cubadda e Francesca Congia: «A contatto con tessuti naturali, la pelle è a minore rischio di dermatite».
«Quest’esperienza ha avuto un impatto favorevole sulle nostre pazienti», ha confermato Gian Benedetto Melis, direttore della Clinica, che ha sperimentato i pannolini lavabili al pari della Terapia intensiva neonatale.
Clara Mulas
 
 

L’UNIONE SARDA

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 10 giugno 2015 / Provincia Sulcis (Pagina 30 - Edizione CA)
GLI STUDI. Torna la Summer School a Carbonia e a Sant’Antioco
La lente degli archeologi sul mondo fenicio-punico
Incarna un settore di studi la cui missione-guida consiste nell’affondare le radici in realtà storiche così lontane nel tempo da sconfinare quasi nel mito. Eppure l’archeologia possiede la capacità di incrociarsi con modernità alle forme di sapere più all’avanguardia e di attirare intorno a sé una poderosa classe di studiosi: non necessariamente accademici dall’aria compassata, ma anche e soprattutto schiere di giovani appassionati.
I PROGETTI Non farà eccezione il progetto della "Summer School di archeologia fenicio-punica" che dal 15 giugno al 25 luglio farà tappa a Sant’Antioco e Carbonia per il grande evento che quest’anno taglia il nastro della nona edizione. La formula di base non cambia: lo zoccolo duro del programma è dato dal connubio di appuntamenti di gusto teorico aperti al pubblico (ogni venerdì dal 19 giugno al 23 luglio, nell’aula consiliare di Sant’Antioco, conferenze e tavole rotonde con esperti e studiosi dalle università di Lima, Nantes, Barcellona, Sassari, Roma e Bologna e dei ragazzi del liceo classico "Gramsci-Amaldi" di Carbonia e scientifico "Lussu" di Sant’Antioco) e impegno pratico sul campo delle vestigia di Sant’Antioco e Carbonia. Con alcune importanti novità.
 ANTICA SULKY Nell’antica Sulky, accanto agli interventi di scavo nell’area del Cronicario (inaugurati lo scorso anno), la Summer School promuoverà uno studio della fascia costiera dell’isola allo scopo di indagare sul sistema portuale del passato, vero caposaldo del reticolo di scambi nel Sulcis. "Le coste saranno battute dalle cosiddette prospezioni, studi sul terreno" spiega Sara Muscuso, archeologa antiochense che seguirà il coordinamento per conto del Comune di Sant’Antioco.
 MONTE SIRAI Novità anche sul fronte di Carbonia: sulle alture di Monte Sirai, ricerche sull’abitato fenicio-punico dell’Acropoli e progetto nuovo di zecca sul versante della Necropoli. "In quest’area sarà condotto uno studio transfrontaliero con Tunisia e Libano denominato “Archeomed Sites” che vedrà alcuni studiosi coinvolti nel lavoro di prelievi microbiologici dalle sepolture per ottenere sequenze di Dna animale e umano utilissime per le ricerche" spiega l’archeologo Michele Guirguis, titolare della direzione scientifica della Summer School, "queste nuove prospettive di "bioarcheology", curate dall’esperto Salvatore Rubino, saranno eseguite anche ai pozzi del Cronicario".
A organizzare l’evento, l’Università di Sassari e il Comune di Sant’Antioco, con la collaborazione del Comune di Carbonia, il Ministero dei beni culturali e la Soprintendenza della Regione. Un impegno di forze che ruota intorno al fulcro dell’archeologia.
Serena Cirina
 
 

L’UNIONE SARDA

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 10 giugno 2015 / Provincia Sulcis (Pagina 30 - Edizione CA)
IGLESIAS. A Matzanni
Studiosi al lavoro per scoprire l’antico tempio
Iglesias ha una sua “Monte Prama” nascosta: si trova a Matzanni e ha quello che le università di Sassari e la Sapienza di Roma definiscono uno dei templi “più puri” lasciati dal potere di Cartagine. Ora si vuole svelare il mistero del legame che lo unisce al popolo nuragico che un tempo visse nell’area dell’isola amministrativa di San Marco (zona extraurbana del Comune di Iglesias). Ieri c’è stato il primo sopralluogo. «Sarà un’operazione che non resterà chiusa nello scavo - racconta Michele Guirguis, ricercatore del Dipartimento di Storia, Scienze dell’uomo e della Formazione di Sassari - contiamo di fornire aggiornamenti sui risultati anche in corso d’opera». L’intento è definire l’estensione dell’area del santuario formato da tre templi a pozzo, il tipo di strutture accessorie, funzione delle vasche e capire la scelta della posizione geografica. «Una spiegazione - prosegue - potrebbe essere la presenza di miniere di stagno che, insieme al rame, veniva fuso per produrre il bronzo». La campagna archeologica, che per l’ateneo romano è condotta da Lorenzo Nigro, sarà triennale con possibilità di proroga ecoinvolgerà studenti non solo italiani.
Il progetto era stato annunciato, a sorpresa, a consiglieri e ufficio in commissione Cultura dalla presidente Pierina Chessa che, da tempo, seguiva la richiesta col sindaco Emilio Gariazzo. «Il complesso - spiega il primo cittadino - sembra unico soprattutto perché non toccato da rifacimenti successivi. Da parte sua il Comune offrirà i servizi utili alla campagna».
Miriam Cappa
 
 

L’UNIONE SARDA

5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 10 giugno 2015 / Economia (Pagina 38 - Edizione CA)
SANITÀ ANIMALE. Arriva Laddomada
Cambia il vertice allo Zooprofilattico
È Alberto Laddomada il nuovo direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna “Giuseppe Pegreffi”. Lo ha nominato il presidente della Regione Francesco Pigliaru su proposta dell’assessore alla Sanità Luigi Arru. Sempre su proposta di Arru, ieri la Giunta ha anche indicato Valentina Santoni e Giovanni Tiana come componenti del collegio dei revisori dell’Istituto.
Laddomada è stato per otto anni dirigente dell’Unità sanitaria animale presso l’Unione europea e ha partecipato, in qualità di esperto dell’Ue, all’Unità di progetto contro la peste suina in Sardegna. Si tratta, ha affermato la Giunta, di una scelta «libera da implicazioni politiche» e «mirata a riportare in ambito regionale un’elevata competenza».
L’esecutivo ha anche riportato al Centro unico di responsabilità della pubblica istruzione la gestione dei fondi destinati alla realizzazione di un’azienda zootecnica didattica presso il dipartimento di Veterinaria dell’Università di Sassari.
 
 
L’UNIONE SARDA

6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 10 giugno 2015 / Marghine Planargia (Pagina 23 - Edizione OR)
NUORO, AILUN CICLO DI SEMINARI
All’Ailun, la libera università nuorese, sono ancora aperte le iscrizioni al corso “circolazione stradale assicurazione e risarcimento del danno”. È possibile dalle prossime ore iscriversi online anche al ciclo di seminari dal titolo “L’avvocato nelle controversie familiari tra recenti riforme, nuove prassi e obblighi deontologici”, suddiviso in tre appuntamenti. Si inizia il 23 giugno, dalle 15 alle 19, con “la degiurisdizionalizzazione della crisi familiare: regolamentazione, prassi e deontologia”.
 
 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
7 – LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 10 giugno 2015 / Cultura e spettacoli - Pagina 34
Laurea ad honorem allo scopritore dei neuroni specchio
LA SCIENZA DELL’EMPATIA
RIZZOLATTI IERI A SASSARI
di Paolo Curreli
SASSARI «Ama il prossimo tuo come te stesso». È questo precetto religioso che per Giacomo Rizzolatti sta alla base della convivenza umana. Specchiarsi e imparare dai comportamenti dell’altro. E a questa regola eterna, condivisa dalle religioni del mondo e dall’etica laica, Giacomo Rizzolato ha trovato la ragione fisiologica. Ha scoperto il meccanismo dell’apprendimento per imitazione ed empatia che ha riformulato la teoria della mente e della conoscenza; i neuroni specchio. Nato a Kiev, laureato in medicina nel 61 a Padova, accademico dei Lincei, titolare di un curriculum sterminato, l’ultimo di numerosi riconoscimenti per Rizzolatto è arrivato l’anno scorso a Copenhagen col premio Brain, riconoscimento analogo solo al Nobel. Ieri, a Sassari, la laurea ad honorem conferita dal rettore Carpinelli su segnalazione del professore Baingio Pinna, ordinario di psicologia. Come influiscono nella nostra vita i neuroni specchio? «Si attivano quando si guarda qualcuno compiere un azione. Quando un uomo o un animale compiono un movimento, nello spettatore si attivano le stesse aree del cervello deputate a quell’azione. Ci permettono di capire gli altri non attraverso la logica ma rivivendo dentro di noi emozioni o anche il dolore che gli altri provano. Influiscono nella nostra vita fin dai primi momenti, dal rapporto fatto di contatti che ha la madre col bambino e in tutta la nostra vita di relazione. Sono fondamentali per la costruzione della società intesa come un processo circolare, da un io ad altri io. Attenzione è un sistema che può diventare sempre più sofisticato oppure recedere, e la sua assenza può creare delle patologie psichiatriche come il narcisismo. L’azione di oggettivazione del nostro prossimo è stata usata dai regimi totalitari, come il nazismo, proprio per interrompere l’empatia col “nemico”, renderlo diverso e poterlo sterminare. Sono per questo motivo particolarmente felice che l’università di Sassari mi onori con questa laurea in Servizio sociale e politiche sociali proprio per le implicazioni, non solo mediche ma anche sociali che la nostra scoperta comporta». Quindi questi neuroni sono il primo mattone della nostra cultura? «Direi che sono il mattone iniziale per l’empatia, su questo poi si crea il resto. Lo studioso americano Ramachandran ha ipotizzato che la cultura nasce vedendo e perfezionando attraverso un processo imitativo. Il meccanismo specchio impara guardando, senza intervento cosciente. I neuroni specchio non capiscono, fanno una trasformazione, attivano un processo motorio. Fondamentale per la cultura non è imparare ma piuttosto imitare, si va avanti osservando e migliorando quello che già esiste. L’automobile di oggi è il prodotto di tanti miglioramenti non è nata dal nulla. A scuola è fondamentale cominciare facendo dei riassunti prima di cimentarsi con i temi, processo che è ben noto nel mondo degli studi artistici. Copiare, imitare prima di trovare una strada. Capire le azioni altrui, i processi logici per creare condivisione ed emozioni». Nelle relazioni di oggi basate sui social network possiamo ipotizzare un intervento dei neuroni specchio? «Non credo, non ci sono dati, partirei però da uno studio che ci dice che nella vita possiamo al massimo conoscere cento persone, oltre non si può creare nessun tipo di relazione basata sulla conoscenza reciproca. Dire ho 3mila o 7mila amici su Facebook non dice niente su quello che noi intendiamo per amicizia. Resto sempre colpito quando vedo una coppia di genitori chini sui loro telefoni mentre tengono per mano il loro bambino. Che tipo di relazione stanno creando? Tutto quel mondo che possiamo definire “animale” fatto di sguardi, gesti e odori pone le fondamenta per la ricchezza di emozioni che nel corso della nostra vita possiamo creare. Altri studiosi ci dicono che le generazioni future trasportano perfino i traumi vissuti dalle generazioni precedenti». I vostri studi applicati alla medicina? «Sono molto interessanti specie nel mondo della riabilitazione, reimparare a camminare dopo un incidente, oltre alla normale riabilitazione, è molto più facile osservando una camminata corretta, si riattiva una memoria sopita. Per l’autismo si lavora per mettere a punto delle diagnosi precoci, è una patologia fisiologica e non psichica, che si manifesta danneggiando diversi settori, tra cui anche i neuroni specchio e impedendo la crescita di un processo cognitivo corretto».


LA NUOVA SARDEGNA
 
8 – LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 10 giugno 2015 / Cultura e spettacoli - Pagina 34
IL RICORDO DI LUIGI ROLANDO
«In questa città scrisse il saggio sul cervello»
Giacomo Rizzolatti nella sua lectio doctoralis di ieri nell’aula magna dell’università di Sassari ha ricordato il docente dell’ateneo Luigi Rolando (nel ritratto). «Il suo libro sul cervello venne scritto in questa città, è fu un testo fondamentale per tutti gli studiosi – ha ricordato Rizzolatti–. Lo scienziato piemontese diede il nome al “solco di Rolando” scissura sulla faccia esterna degli emisferi cerebrali». Luigi Rolando, nato a Torino nel 1773, fu chiamato a Sassari nel 1804, da Giuseppe Audiberti, archiatra di Vittorio Emanuele I. La corte sabauda era stata costretta a rifugiarsi in Sardegna dopo l’occupazione napoleonica. In quella circostanza, fu nominato professore di medicina pratica nell’università di Sassari. Il suo celebre testo sul cervello, “Saggio sopra la vera struttura del cervello dell’uomo e degli animali e sopra le funzioni del sistema nervoso”, fu pubblicato a Sassari nel 1809. A lui si deve la scoperta delle ramificazioni cerebrali, (tra cui, appunto, la scissura sulla faccia esterna degli emisferi cerebrali). Importante sottolineatura per Giacomo Rizzolatti che ha più volte ricordato nella sua lezione che il nostro Paese è sempre attivo nel mondo della ricerca scientifica, con una storia fondamentale e ancora tanti centri di rilievo internazionale. (p.c.)


LA NUOVA SARDEGNA 
9 – LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 10 giugno 2015 / Cultura e spettacoli - Pagina 34
Gli interventi del rettore Carpinelli, di Gavino Mariotti e di Baingio Pinna
IL TRIBUTO DELL’ATENEO SASSARESE
SASSARI Aula magna gremita ieri per la cerimonia del conferimento della laurea ad honorem a Rizzolatti. «Tributo – per il rettore Carpinelli– che una comunità accademica offre a una figura di eccezionale merito e valore intellettuale nella quale si riconosce». «Già Aristotele collegava la distanza tra gli esseri umani con la capacità di provare compassione, e ancor oggi la saggezza popolare riconosce che ciò che è lontano dagli occhi è lontano dal cuore» ha anche detto Carpinelli. Per il direttore del dipartimento di scienze umanistiche e sociali Gavino Mariotti:« Rizzolatti ha scoperto la natura sociale della nostra fisiologia» e citando Churchill:«Mai così tanti dovettero così tanto a così pochi». Baingio Pinna, ordinario di psicologia, ha presentato la proposta di conferimento della laurea, illustrando il prestigioso curriculum di Giacomo Rizzolatti confermato dai numeri: «369 pubblicazioni con citazioni (numero totale di citazioni 78477). Il lavoro originale che descrive il meccanismo specchio ha ricevuto più di 4000 citazioni, una review su questo argomento ne ha ricevute più di 5000. Inoltre, 10 dei suoi recenti lavori sullo stesso argomento hanno ricevuto più di 2000 citazioni. Il suo H-index è 111». «La crescita esponenziale del curriculum di Giacomo Rizzolatti non si arresta qui ma prosegue con la nomination e, ci auguriamo presto, con l’assegnazione del Premio Nobel» ha aggiunto Pinna che ha sottolineato le numerose implicazione degli studi di Rizzolatti: «la comprensione del significato, la previsione e comprensione delle azioni dell’altro ( ... ) È proprio l’empatia la chiave di volta che tiene insieme i neuroni specchio e l’attività degli assistenti sociali che formiamo nel nostro ateneo. Così come l’empatia può essere ritenuta l’apice dell’attività dei neuroni specchio, essa è anche il principio centrale del Servizio Sociale. Rappresenta infatti la capacità di “stare con e per”, di “essere e restare” emotivamente con l’utente, di percepire sentimenti ed emozioni dell’altro, di riconoscere la sua unicità». (p.c.)

 
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 10 giugno 2015 / Lettere e commenti - Pagina 17
La parola ai lettori >> Risponde Manlio Brigaglia
FARE SUBITO CHIAREZZA SUL CAMPUS UNIVERSITARIO
La vicenda del Campus universitario sta proprio diventando una sceneggiata all’italiana, con il diritto allo studio sempre più disatteso. La frequenza universitaria in sede è importante e come. Senza di essa, senza il contatto con i docenti e i compagni di corso, senza i confronti e gli scambi culturali e tutto quell’insieme di proposte (assemblee, seminari, convegni, visite aziendali) che solo la realtà universitaria vissuta in prima persona può dare, si ha meno formazione umana e culturale e si è svantaggiati al momento dell’inserimento nel mondo del lavoro; continueremo a constatare che i pochi posti di lavoro vanno ad appannaggio dei soliti fortunati, in barba ai meriti e ai sacrifici. Se continueranno a permanere contrasti e litigiosità all’interno dell’Ersu e fra quanti hanno la responsabilità di utilizzare bene e tempestivamente i finanziamenti avuti, la città perderà una importante opportunità di crescita e gli studenti, quelli bisognosi, verranno gabbati. Si, la posizione della direttrice dell’Ersu mi convince e mi sembra corretta e onesta, perché sostenuta da motivazioni solide e concrete: troppo alta l’incidenza del costo dell’area sui mezzi a disposizione (oltre 10 mln di euro su 40), difficoltà tecniche e politiche (il Comune non concederebbe la variante) e maggiore convenienza a utilizzare le altre alternative. Allora è tempo che qualcuno si metta da parte o lasci da parte tutte le ragioni che niente hanno a che vedere con il buon fine dell’iniziativa e con il bene pubblico.
Sebastiano Fadda, Sassari
* * * In effetti anche questa volta, come nel passato vicino e lontano, la storia del Campus dell’Università di Sassari è inciampata in un ostacolo: e subito si è fermata, anche se il sindaco Sanna sembra averci messo sopra una grossa scommessa. Pareva, all’inizio, che l’idea di un campus dentro la città, con l’inaspettata utilizzazione, soprattutto, della caserma Lamarmora, fosse una illuminazione un po’ improvvisa della fantasia del sindaco: ora la sua insistenza sul progetto ci sta convincendo che la cosa può andare realmente avanti. E può andare avanti soprattutto perché il sindaco, cioè il Comune, tiene una buona parte del manico della decisione finale. Aspettiamo a vedere, sperando che il futuro (immediato, speriamo) smentisca lo scetticismo che accompagna tutta la discussione. Domani è un altro giorno.




QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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